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La VOCE ANNO XVIII N°6

febbraio 2016

PAGINA 4         - 20

Prosegue inarrestabile l’offensiva antiterrorista dell’Esercito siriano

L’inarrestabile offensiva delle forze armate siriane ha mantenuto il suo corso nelle ultime ore in sette fronti di combattimen-to, con l’annichilazio-ne di 1662 obiettivi di diversi gruppi terroristici.


L’arco geografico degli attacchi si situa dal sud, a partire dalle province di Daraa e Damasco verso il nordovest, come le lancette di un orologio, e segue nei territori delle province di Latakia, Homs, Hama, Idleb, Alepo e Deir Ezzor, questi due ultime confinanti con Turchia.

I più recenti comunicati militari del Comando Generale sottolineano la cooperazione della Forza Aerea siriana con aeroplani russi, specialmente a Latakia e Deir Ezzor, dove sono stati distrutti depositi di combustibile, veicoli e posizioni.

Ad Hama, a 210 chilometri al nord di Damasco, furono recuperati più di 15 villaggi e paesi e sono stati distrutti cinque veicoli blindati e di trasporto, oltre ad una piattaforma lanciamissili.

Tali azioni hanno dimostrato inoltre l’efficienza degli attacchi e la coordinazione tra l’Esercito, gruppi speciali del Ministero dell’Interno ed unità della Difesa Popolare, alla quale si incorporano gli abitanti del luogo per difendere le loro terre.

Così succede nei territori delle regioni centrali di Idleb e Homs, nei quali sono state annichilite installazioni di armamenti e sono stati liberati una decina di villaggi.

La regione settentrionale di Aleppo continua ad essere scenario dello spiegamento verso la frontiera turca di militanti dell’Isis ed altri gruppi terroristici davanti al taglio delle loro linee di somministrazioni, tra gli altri fattori.
Aleppo, capitale della provincia con lo stesso nome, cerca in questo modo di disarticola-re le unità isolate dai terroristi che lanciano attacchi con mortai e missili contro quartieri di popolazione civile davanti all’impossibilità di fermare l’offensiva dell’Esercito.

A Latakia, a 348 chilometri al nordovest di Damasco, sono stati liberati una ventina di villaggi ed i successi ottenuti hanno abbassato la morale nelle file delle organizzazioni terroristiche ed obbligarono ad un gran numero a fuggire verso la frontiera con la Turchia, secondo informazioni dell’Alto Comando delle forze armate.

Più a sud, nelle province di Daraa e Damasco, gli attacchi dell’Esercito e della Difesa Popolare neutralizzarono militanti terroristici a Shiej Meskin, Ghutta Orientale ed in fattorie della zona di Harasta.

D’accordo con fonti militari consultate, i morti tra i diversi gruppi terroristici sorpassano il centinaio nelle ultime 72 ore e la cosa più importante, sempre di più vengono tagliate le linee di somministrazioni e l’appoggio logistico dall’estero.

Pedro Garcia Hernandez

Diritto portoricano all’indipendenza, un altro anno di esigenze all’ONU

Comitato Speciale di Decoloniz-zazione dell’ONU adottò questo anno una nuova risoluzione che ratifica il diritto di Portorico all’autode-terminazio-ne ed indipendenza, il 34° approvato da questo organo.

Presentata da Cuba, col patrocinio del Venezuela, Nicaragua, Ecuador, Bolivia, Russia e Siria, l’iniziativa promossa per consenso in giugno

chiede a Washington di assumere la sua responsabilità e permettere che il popolo “borica” eserciti pienamente queste prerogative, in sintonia col proclama lanciato nel 1960 dall’Assemblea Generale per mettere fine al colonialismo nel pianeta.

Gli Stati Uniti hanno ignorato in maniera ricorrente le decisioni a favore della nazione sottomessa a cinque secoli di colonialismo, gli ultimi 117 anni sotto il dominio nordamericano, emesse dall’organo di 29 paesi che l’Assemblea stabilì nel 1961.

Appena alcuni giorni prima della chiusura dell’anno, la Casa Bianca ha fatto di più, quando il procuratore generale, Donald Verrilli, ammise che l’isola caraibica manteneva la sua condizione coloniale, benché senza usare il termine.

Come parte delle sue gestioni in un caso ventilato nella Corte Suprema, Verrilli fissò così una posizione ufficiale che revoca quella di Washington presso l’ONU nel 1953, quando assicurò che i portoricani aveva raggiunto l’autonomia.

Allora, l’Assemblea Generale approvò -non esente di polemica e dibattito - una risoluzione che riconosceva il paese dello Stato Libero Socio di Portorico investito con gli attributi di sovranità politica.

Le manovre di 62 anni fa spiegano perché la situazione della chiamata isola dell’incantesimo non fa parte della lista di territori senza autogoverno in potere del Comitato Speciale di Decolonizzazione delle Nazioni Unite, nella quale appaiono tra le altre Anguila, Bermuda, Gibilterra, Guam, Isole Caiman, Isole Malvine, Montserrat, Nuova Caledonia e Sahara Occidentale, fino a sommare 17.

RECLAMO ALL’ONU

L’iniziativa adottata qui in giugno insiste nel carattere latinoamericano e caraibico del popolo di Portorico che ha la sua propria ed inconfondibile identità nazionale.

Il testo riflette anche le preoccupazioni per il dibattito esistente in questo paese sull’implementazione di un meccanismo che possa assicurare la partecipazione di tutti i settori di opinione locali, come un’assemblea costituzionale sulla questione dello status.

Al rispetto, sollecita a basare questo strumento sulle alternative di decolonizzazione riconosciute dal diritto internazionale, cosciente del principio che ogni iniziativa per la soluzione dello status politico di Portorico deve prenderla originalmente il suo popolo.

La risoluzione chiede inoltre al governo statunitense di completare la devoluzione di tutta la terra occupata e le installazioni dell’isola di Vieques.

Inoltre, reclama al Presidente degli Stati Uniti la libertà del carcerato politico Oscar Lopez Rivera, di 71 anni, rinchiuso durante più di tre decadi per la causa indipendentista.

“Per più di cinque secoli, il popolo di Portorico ha vissuto sotto il dominio di una metropoli. Durante tutti questi anni, nostra sorella nazione caraibica si è vista impossibilitata di esercitare il diritto inalienabile all’autodeterminazione ed all’indipendenza”, affermò l’ambasciatore alterno cubano, Oscar Leon, nel Comitato.

UNA NUOVA EPOCA

Per il segretario generale del Partito Indipendentista Portoricano, Juan Dalmau, ciò che è successo questo anno alle Nazioni Unite reitera l’esistenza di una nuova epoca nel caso dello status portoricano.

Prima, Cuba portava sulle sue spalle da sola l’importuna richiesta sul tema di Portorico, ma oggigiorno vediamo che America Latina si unisce e si allinea rispetto all’appello del nostro diritto all’indipendenza, al cui si sommano altre nazioni, sottolineò in un’intervista con Prensa Latina.

D’accordo con Dalmau, quello successo nel seno del Comitato, insieme ad altri avvenimenti, genera ottimismo ed entusiasmo.

Riconosciamo il lavoro dell’organo specializzato dell’ONU, che si accorda con la volontà del popolo di Portorico di respingere il regime coloniale, ha detto l’avvocato e politico a proposito della risoluzione numero 34 sul tema.

di Waldo Mendiluza, corrispondente presso l’ONU di Prensa Latina

Piano di deportazione negli USA minaccia possibilità democratiche alla presidenza

dell’amministrazione del presidente Barack Obama per deportare dagli Stati Uniti centinaia di famiglie centroamericane è oggi un vero mal di testa per i democratici e le loro aspirazioni per mantenersi nel potere.
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