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La VOCE ANNO XVIII N°8

aprile 2016

PAGINA 8

Erri De Luca: Siamo una società senza bussola

In Italia siamo passati da uno stato di appartenenti a una comunità di cittadini a uno stato di appartenenza a una comunità di clienti, cioè di persone che vengono valutate in base al loro potere di acquisto. Quando ci si riduce a clienti quelli che prima erano dei diritti diventano servizi erogati a chi se lo può permettere. Ecco così che viene a determinarsi una situazione di incertezza che frantuma il tessuto sociale, cioè non apparteniamo più a una comunità, ma siamo delle persone singole valutate in base a quello che hanno in tasca.

Intervista a cura di Mario Llorca

Webster Tarpley: Bernie Sanders può battere la dinastia Clinton

Pubblicato il 12 mar 2016
Settima puntata de "L’Opposizione Americana", la rubrica di Webster Tarpley dedicata alle elezioni USA 2016.
Mentre il costoso apparato di Hillary Clinton riesce ancora a prevalere nelle primarie Democrat degli stati del Sud, perde invece colpi in quelli del Nord. La vittoria di Bernie Sanders nel grande stato industriale del Michigan apre prospettive impensabili sino a poche settimane fa. Il caso del Michigan, devastato da una deindustrializzazione selvaggia e da un impoverimento drammatico di intere città soggette a politiche di austerity che massacrano le società, apre uno scorcio su un’America poco conosciuta presso il grande pubblico, un’«America profonda» oggi più imprevedibile, che può sconfiggere la dinastia Clinton.
Fra i Repubblicani, intanto, Donald Trump accentua i tratti "duceschi" della sua campagna, in cui ha la maggioranza relativa. Dopo aver dichiarato di voler estendere indiscriminatamente la tortura contro i terroristi e uccidere le loro famiglie, ora chiede un giuramento personale ai propri sostenitori. La crisi dei Repubbicani influisce su tutto il sistema politico USA.

Sfruttamento delle Filippine da parte delle multinazionali e sterminio delle popolazioni tribali: come far partire la solidarietà anche dall’Italia

Nel mese di gennaio 2016 una delegazione filippina, composta da missionari, suore, medici ed avvocati si è recata presso la sede delle Nazioni Unite, a Ginevra, ed in varie capitali europee per sollecitare la solidarietà internazionale verso le popolazioni tribali delle Filippine.
Della delegazione facevano parte membri di MISSIONARIES OF THE PHILIPPINES-Northern Mindanao Sub-Region, del Consiglio Globale di ICHRP ( International Coalition for Human Rights in Philippines) e di altre organizzazioni per i diritti umani.

La delegazione ha parlato dello sterminio dei popoli tribali nell’isola di Mindanao, della rapina delle ricchezze del sottosuolo delle Filippine (oro, petrolio, nickel ecc.), della distruzione delle foreste , dell’affamamento e della fuga delle popolazioni, dell’assassinio degli oppositori.
Le multinazionali, grazie ai diktat della Banca Mondiale e alla presenza di militari USA, abbattono le colline per estrarre minerali, distruggono le foreste per creare immense piantagioni (ananas, banane, cacao, olio di palma ecc.), inquinano i fiumi ed il mare, avvelenano gli abitanti.
Il governo filippino è corrotto ed usa l’esercito per cacciare le popolazioni dai territori dati in concessione alle multinazionali. Bande paramilitari assassinano gli oppositori e restano impunite.
L’opposizione politica è minima, i comunisti fuori legge e perseguitati. La guerriglia si raccoglie sulle montagne. Il governo parla di terroristi (in una parte del territorio vivono popolazioni mussulmane) ma la delegazione ha chiarito che si tratta di povera gente che difende la sua terra.
Una opposizione non violenta è condotta da suore e frati, che spesso sono assassinati, come è stato per padre Fausto Tentorio, italiano, nel 2011. Per questi crimini nessuno è condannato.
Le operazioni militari hanno aggravato la violenza nel paese. Secondo il gruppo per i diritti umani Karapatan, nel 2014 ci sono stati 229 omicidi extra giudiziari, 225 attentati e 26 casi di sparizioni forzate. Nei primi sette mesi del 2015 gli omicidi sono stati 58. La maggior parte di questi assassinii ha colpito gli indigeni di Mindanao.
In Italia si sta formando un gruppo di appoggio alla lotta di Karapatan, l’Alleanza per l’avanzamento dei diritti delle persone nelle Filippine, che chiede di inviare lettere, e-mail o messaggi fax che chiedono:
1. L’indagine immediata sugli attacchi contro gli indigeni, condotta da un organismo indipendente;
2. La fine delle continue vessazioni e intimidazioni ai Lumad dentro e fuori delle loro comunità;
3. Il ritiro immediato delle truppe governative dalle comunità Lumad;
4. Lo scioglimento di tutti i gruppi paramilitari;
5. Inoltre il governo delle Filippine deve ritirare il suo programma anti-insurrezione Oplan Bayanihan, che vittimizza civili innocenti e disarmati;
6. Il governo delle Filippine deve aderire alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e a tutti i principali strumenti di difesa dei diritti umani.

Queste comunicazioni possono essere inviate a:
H.E. Benigno Aquino III C.
Presidente della Repubblica
Palazzo Malacañang,
JP Laurel St., San Miguel
Manila, Filippine
Voce: (+632) 564 1451 a l’80
Fax: (+632) 742-1641 / 929-3968
E-mail: op@president.gov.ph. Sec. Teresita Deles Quintos-

Consigliere presidenziale sul processo di pace
Ufficio del consigliere presidenziale sul processo di pace (OPAPP)
7th Floor Agustin Edificio I
Emerald viale
Pasig City 1605
Voice: +63 (2) 636 0701 a 066
Fax: +63 (2) 638 2216
stqd.papp@opapp.gov.ph. Ret. Tenente generale Voltaire T. Gazmin

Segretario, Dipartimento della Difesa Nazionale
Camera 301 DND edificio, Campo Emilio Aguinaldo,
E. de los Santos Avenue, Quezon City
Voice: +63 (2) 911-6193 / 911-0488 / 982-5600
Fax: +63 (2) 982-5600

E-mail: osnd@philonline.com, dnd.opla@gmail.com. Emmanuel L. CaparasSecretary, Dipartimento di Giustizia, Padre Faura St., ManilaDirect Linea 521-8344; 5213721Trunkline: 523-84-81 loc.214Fax: (632) 521-1614Email: soj@doj.gov.ph. Luis Martin GasconChairperson, Commissione dei diritti dell’uomo SAAC Bldg, UP Complex, del Commonwealth AvenueDiliman, Quezon City, PhilippinesVoice:. (+ 632) 928-5655, 926-6188Fax: (632) 929 0102.

Vi preghiamo di inviare una copia dell’e-mail / mail / fax ai funzionari del governo sopra citati, al nostro indirizzo qui sotto:
l.seller@libero.it

La bellissima orazione funebre di Engels per Marx: "Era prima di tutto un rivoluzionario"

Il 14 marzo 1883, moriva Karl Marx. Lo ricordiamo con le bellissime parole di stima ed affetto di Engels. Orazione funebre di K. Marx pronunciata da Engels al cimitero di Highgate.

"ll 14 marzo, alle due e quarantacinque pomeridiane, ha cessato di pensare la più grande mente dell’epoca nostra. L’avevamo lasciato solo da appena due minuti e al nostro ritorno l’abbiamo trovato tranquillamente addormentato nella sua poltrona, ma addormentato per sempre.

Non è possibile misurare la gravità della perdita che questa morte rappresenta per il proletariato militante d’Europa e d’America, nonché per la scienzastorica. Non si tarderà a sentire il vuoto lasciato dalla scomparsa di questo titano.

Così come Darwin ha scoperto la legge dello sviluppo della natura organica, Marx ha scoperto la legge dello sviluppo della storia umana cioè il fatto elementare, sinora nascosto sotto l’orpello ideologico, che gli uomini devono innanzi tutto mangiare, bere, avere un tetto e vestirsi, prima di occuparsi di politica, di scienza, d’arte, di religione, ecc.; e che, per conseguenza, la produzione dei mezzi materiali immediati di esistenza e, con essa, il grado di sviluppo economico di un popolo e di un’epoca in ogni momento determinato costituiscono la base dalla quale si sviluppano le istituzioni statali, le concezioni giuridiche, l’arte e anche le idee religiose degli uomini, e partendo dalla quale esse devono venir spiegate, e non inversamente, come si era fatto finora.

Ma non è tutto. Marx ha anche scoperto la legge peculiare dello sviluppo del moderno modo di produzione capitalistico e della società borghese da esso generata. La scoperta del plusvalore ha subitamente gettato un fascio di luce nell’oscurità in cui brancolavano prima, in tutte le loro ricerche, tanto gli economisti classici che i critici socialisti.

Due scoperte simili sarebbero più che sufficienti a riempire una vita. Fortunato chi avesse avuto la sorte di farne anche una sola. Ma in ognuno dei campi in cui ha svolto le sue ricerche — e questi campi furono molti e nessuno fu toccato da lui in modo superficiale — in ognuno di questi campi, compreso quello delle matematiche, egli ha fatto delle scoperte originali.

Tale era lo scienziato. Ma lo scienziato non era neppure la metà di Marx. Per lui la scienza era una forza motrice della storia, una forza rivoluzionaria. Per quanto grande fosse la gioia che gli dava ogni scoperta in una qualunque disciplina teorica, e di cui non si vedeva forse ancora l’applicazione pratica, una gioia ben diversa gli dava ogni innovazione che determinasse un cambiamento rivoluzionario immediato nell’industria e, in generale, nello sviluppo storico. Così egli seguiva in tutti i particolari le scoperte nel campo dell’elettricità e, ancora in questi ultimi tempi, quelle di Marcel Deprez.

Perché Marx era prima di tutto un rivoluzionario. Contribuire in un modo o nell’altro all’abbattimento della società capitalistica e delle istituzioni statali che essa ha creato, contribuire all’emancipazione del proletariato moderno al quale egli, per primo, aveva dato la coscienza delle condizioni della propria situazione e dei propri bisogni, la coscienza delle condizioni della propria liberazione : questa era la sua reale vocazione. La lotta era il suo elemento. Ed ha combattuto con una passione, con una tenacia e con un successo come pochi hanno combattuto. La prima "Rheinische Zeitung " nel 1842, il "Vorwàrts ! " di Parigi nel 1844, la "Deutsche Brùsseler Zeitung " nel 1847, la "Neue Rheinische Zeitung " nel 1848-49, la "New York Tribune " dal 1852 al 1861 e, inoltre, i numerosi opuscoli di propaganda, il lavoro a Parigi, a Bruxelles, a Londra, il tutto coronato dalla grande Associazione internazionale degli operai, ecco un altro risultato di cui colui che lo ha raggiunto potrebbe esser fiero anche se non avesse fatto nient’altro.

Marx era perciò l’uomo più odiato e calunniato del suo tempo. I governi, assoluti e repubblicani, lo espulsero, i borghesi, conservatori e democratici radicali, lo coprirono a gara di calunnie. Egli sdegnò tutte queste miserie, non prestò loro nessuna attenzione, e non rispose se non in caso di estrema necessità. E’ morto venerato, amato, rimpianto da milioni di compagni di lavoro rivoluzionari in Europa e in America, dalle miniere siberiane sino alla California. E posso aggiungere, senza timore: poteva avere molti avversari, ma nessun nemico personale"

« Il suo nome vivrà nei secoli, e così la sua opera! »

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