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LA VOCE 1604 |
P R E C E D E N T E | S U C C E S S I V A |
La VOCE ANNO XVIII N°8 | aprile 2016 | PAGINA 11 |
63° anniversario della morte del compagno Giuseppe Stalin - Comunicato del CONUMLNO ALLE LEGGI DI RAPINA E REPRESSIONE CAPITALISTICA DELLE MASSE LAVORATRICI E POPOLARI, NO ALLE CONTRORIFORME COSTITUZIONALI, NO ALLA GUERRA IMPERIALISTICA DELL’ITALIA! LA VERA, UNICA E ATTUALE “RIFORMA” DELLO STATO BORGHESE E’ QUELLA DELLA RIVOLUZIONE PROLETARIA PER IL SOCIALISMO! A 63 anni dalla sua morte il compagno Giuseppe Stalin – Gori (Georgia) 21 dicembre 1879, Mosca 5 marzo 1953 – è vivo più che mai nella coscienza e nell’azione dei marxisti-leninisti, di tutti i proletari avanzati e dei popoli in lotta. Stalin rimane il terrore dei capitalisti, dei fascisti e dei revisionisti, il rappresentante della classe operaia e dei popoli oppressi del mondo, l’artefice e garante della dittatura del proletariato e della vittoria del socialismo. Ai marxisti-leninisti, ai rivoluzionari, agli operai di avanguardia, all’intero proletariato italiano, alle forze coerentemente democratiche! Come ogni anno, nell’anniversario del 5 marzo, noi comunisti (marxisti-leninisti) ricordiamo, valorizziamo e attualizziamo la figura, il pensiero e l’opera rivoluzionaria del compagno Stalin. Oggi intendiamo farlo mettendo in rilievo i suoi incancellabili insegnamenti e la sua straordinaria attualità riguardo una questione di grande importanza e attualità: le controriforme costituzionali volute dal governo Renzi a esclusivo vantaggio dell’oligarchia finanziaria, che saranno bocciate - come auspichiamo - dal popolo italiano nel referendum confermativo del prossimo autunno. Nell’attuale contesto di aggravamento della crisi generale del capitalismo e di inasprimento della rivalità e della concorrenza imperialista e monopolistica, la corrotta borghesia italiana per salvaguardare i suoi interessi e privilegi, il suo dominio di classe, diventa sempre più aggressiva e punta a cambiare forma alla sua macchina oppressiva, cioè lo Stato, sbarazzandosi dello stesso ordinamento costituzionale democratico-borghese, divenuto incompatibile con le esigenze del grande capitale. Il governo Renzi, seguendo il cammino tracciato dalla P2 di Licio Gelli e da Berlusconi, e con l’appoggio di Verdini, intende instaurare una Repubblica presidenziale di tipo autoritario, per rafforzare i poteri dell’esecutivo, estendere a macchia d’olio la reazione politica e intensificare lo sfruttamento dei lavoratori. Le controriforme costituzionali si combinano con gli effetti della legge-truffa elettorale (Italicum), con le misure antioperaie (cancellazione dell’art. 18 e Jobs Act, tagli alle pensioni, etc.), con la politica di guerra imperialista per una nuova spartizione del mondo, delle sfere di influenza, dei mercati. Sono tutte espressioni della stessa politica reazionaria, guerrafondaia e antidemocratica della borghesia che ci porterà alla fame e alla rovina se la classe operaia e i lavoratori sfruttati non risponderanno con una vera e propria lotta di classe e di massa per far saltare i piani borghesi. Contro questa ondata di controriforme costituzionali, istituzionali e legislative, che cambiano persino la struttura democratico-borghese della Costituzione del 1948, nata dalla lotta antifascista, partigiana e dalla guerra di liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo, si va aprendo una stagione di scontro politico che vedrà un momento importante nel referendum previsto nel prossimo autunno. Fin da ora chiamiamo l’intera classe lavoratrice italiana operaia e intellettiva, sfruttata e affamata, a respingere con le lotte operaie e sociali e con una valanga di ”NO” le controriforme costituzionali, per far cadere il governo Renzi e continuare la lotta ben oltre il risultato referendario, a un livello più alto e decisivo per la prospettiva ravvicinata della rivoluzione proletaria e del socialismo. Ma quali sono gli insegnamenti attualissimi che possiamo trarre dal compagno Stalin riguardo la lotta che dobbiamo affrontare? Stalin ha più volte messo in evidenza il fatto che la borghesia non esita a disfarsi delle istituzioni, dei diritti e delle libertà democratico-borghesi se essi entrano in contrasto con i suoi interessi fondamentali. Di conseguenza, ha costantemente chiamato i comunisti e i loro partiti a non estraniarsi dalla lotta in difesa delle conquiste democratiche strappate alla borghesia in decenni di accanite battaglie della classe operaia per aumentare la loro influenza sulle grandi masse. Pochi mesi prima della sua morte, rivolgendosi ai Partito comunisti, democratici, operai e contadini che non erano ancora al potere, disse: “La bandiera delle libertà democratico-borghesi la borghesia l’ha buttata a mare; io penso che tocca a voi, rappresentanti dei partiti comunisti e democratici, di risollevarla e portarla avanti, se volete raggruppare attorno a voi la maggioranza del popolo. Non vi è nessun altro che la possa levare in alto.” (Stalin, discorso al XIX Congresso del P.C. dell’Unione Sovietica, 14 ottobre 1952). Questo insegnamento oggi significa che i comunisti (marxisti-leninisti), che sono i fautori della vera e più completa democrazia per la classe operaia e i popoli, che può essere assicurata soltanto da una Repubblica socialista basata sui Consigli, devono essere in prima fila nella lotta per la difesa e l’ampliamento delle conquiste e dei diritti politici, economici e sociali della classe operaia e di tutti i lavoratori, per rappresentare l’alternativa rivoluzionaria all’agonizzante sistema borghese. Questa lotta potrà essere vincente solo se essa si svilupperà apertamente e direttamente contro le forze capitalistiche che dirigono i disegni reazionari, autoritari e antidemocratici, se attorno a questa lotta avanzerà l’unità dei comunisti, avendo come scopo finale il rovesciamento rivoluzionario del dominio borghese, l’instaurazione della dittatura del proletariato – mille volte più democratica e avanzata di qualsiasi democrazia borghese - e la costruzione del socialismo, prima tappa della società comunista. Spetta dunque alla classe operaia e ai suoi elementi più avanzati e coscienti mettersi alla testa della lotta contro i progetti reazionari e non, come vorrebbero i capi socialdemocratici e riformisti delle varie parrocchie, delegarla agli intellettuali e ai giuristi del regime, ai burocrati |
sindacali, ai populisti e alla piccola borghesia “indignata”. E’ necessario favorire la costruzione un grande Fronte popolare con alla testa la classe operaia per battere i piani reazionari e guerrafondai, per cacciare il governo Renzi e avanzare nell’organizzazione e nella lotta di classe per costruire una nuova società fondata sul potere politico del proletariato e la proprietà sociale dei mezzi di produzione. Questa è la via maestra per sconfiggere i disegni eversivi della borghesia e le sue politiche antioperaie e antipopolari. Il Comitato Nazionale di Unità Marxista-Leninista (CONUML) celebra dunque il 63° anniversario della scomparsa del compagno Stalin legando strettamente la lotta per il socialismo alla lotta per gli interessi, i diritti e le libertà dei lavoratori, contro l’offensiva reazionaria e la politica di guerra. Rinnoviamo l’appello a tutte le forze coerentemente comuniste e agli elementi migliori del proletariato d’Italia a rafforzare dentro questo percorso di lotta la collaborazione e l’unità d’azione, ponendoci come obiettivo irrinunciabile la costruzione di un forte e combattivo Partito comunista nel nostro paese, basato sui saldi principi del marxismo-leninismo e dell’internazionalismo proletario. Prendete contatto con noi, lottiamo uniti, organizziamoci! Roma, 5 marzo 2016 COMITATO NAZIONALE DI UNITA’ MARXISTA-LENINISTA Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia Tre pubblicazioni storiche di nuovo in circolazione per un futuro da costruirePCE(r), La guerra di Spagna, il PCE e l’Internazionale Comunista, ERS - 1997 Teresa Noce, Rivoluzionaria professionale, ERS-RedStarPress - 2016 (in corso di pubblicazione) “Da dove vengono le idee giuste? Cadono dal cielo? No. Sono innate? No. Esse provengono dalla pratica sociale, e solo da questa. Provengono da tre tipi di pratica sociale: la lotta per la produzione, la lotta di classe e la sperimentazione scientifica. Una volta che le masse se ne sono impadronite, le idee giuste, caratteristiche della classe avanzata, si trasformano in una forza materiale capace di trasformare la società e il mondo” (Mao Tse-tung). Sono tante le date che il movimento comunista internazionale ogni anno vanta e ricorda, ma il 2016 è un anno particolare. È un anno, infatti, ricco di ricorrenze e anniversari: i 40 anni della morte di Mao Tse-tung, i 50 anni dall’inizio della Rivoluzione Culturale Proletaria cinese, gli 80 anni dall’inizio della Guerra di Spagna ne sono alcuni importanti esempi. Questi anniversari sono l’occasione per dare nuova circolazione a pubblicazioni della e sulla prima ondata della rivoluzione proletaria sollevata dalla vittoria della Rivoluzione d’Ottobre. Non con l’intento di richiamare alla memoria, commemorati e rispolverati come foto sfogliate di un vecchio album di famiglia, avvenimenti, vite e protagonisti di una storia gloriosa a cui guardare con rimpianto. Ma per comprendere gli insegnamenti che possiamo trarne per la lotta di oggi, nel tempo della seconda crisi generale del capitalismo: il passato, con le sue vittorie e le sue sconfitte, ci serve solo come fonte di esperienza, come contributo per risolvere un problema, il superamento del capitalismo e la marcia dellumanità verso il comunismo, che è ancora comune al proletariato e ai popoli oppressi di ieri e di oggi. Sono pubblicazioni che dedichiamo alle migliaia di operai, di lavoratori, pensionati e studenti con “la bandiera rossa nel cuore” che animano le mobilitazioni contro gli effetti immediati della crisi e le riforme renziane che li traducono in norme e leggi, contro l’eliminazione dei diritti e delle conquiste, la devastazione del territorio e la guerra. Quella “bandiera rossa” che ispira ognuno di voi, che vi unisce ai comunisti di tutto il mondo e vi lega all’esperienza storica del movimento comunista che ha impresso in ogni angolo del mondo e in ogni campo un impulso potente al progresso dell’umanità, è la chiave per condurre le masse popolari sulla via della vittoria. Non lasciatevi frenare dalla vasta opera di intossicazione e di denigrazione che la borghesia e il clero hanno compiuto contro la prima ondata della rivoluzione proletaria e in particolare contro l’esperienza dei paesi socialisti: i risultati della direzione della borghesia e del clero li abbiamo sotto gli occhi e tolgono ogni valore alle idee e alle immagini che essi impongono, alla loro interpretazione della storia e alla loro concezione del mondo. È vero che la prima ondata della rivoluzione proletaria non ha portato a instaurare il socialismo in tutto il mondo e si è esaurita cedendo gran parte del terreno conquistato: non lasciatevi demoralizzare dalla sconfitta che il movimento comunista ha subito, perché nell’evoluzione dell’umanità nessuna grande trasformazione è riuscita in un colpo solo. Tanto meno poteva riuscirvi una trasformazione come quella che porta al comunismo e che, per sua natura, è una trasformazione di livello superiore alle precedenti, perché deve mettere fine alla millenaria divisione dell’umanità in classi di oppressori e di oppressi, di sfruttatori e di sfruttati. La forza dei comunisti non proviene principalmente dai risultati conseguiti nel passato dalla lotta contro il capitalismo e limperialismo, anche se questi successi sono enormi. Essa proviene dalle contraddizioni insanabili e laceranti della società borghese: nessuna vittoria degli imperialisti può eliminarle, quindi ogni sconfitta dei comunisti è provvisoria. Dopo ogni sconfitta (come dopo ogni successo) “l’uno si divide in due”: i comunisti si dividono. Da una parte quelli che si lasciano scoraggiare dalla sconfitta, abbandonano il loro ruolo o passano al nemico; dallaltra quelli che traggono insegnamento dalla sconfitta e ricercano nel movimento della società i punti su cui far leva per passare dalla sconfitta alla vittoria. Nei centocinquanta anni della sua esistenza il movimento del proletariato moderno è passato continuamente dallunità alla divisione e da questa a ununità superiore, dalla vittoria alla sconfitta e da questa a una vittoria superiore. La trasformazione di cui i comunisti sono promotori è una trasformazione che l’umanità deve compiere, senza di essa l’umanità non può progredire e si distrugge. È una trasformazione difficile, ma l’umanità è capace di compierla. per le Edizioni Rapporti Sociali il direttore, Igor Papaleo |
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