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La VOCE ANNO XVI N°3

novembre 2013

PAGINA 4         - 24

Il 70% dei romeni non va dal medico perché non ha soldi per pagarlo

www.resistenze.org - popoli resistenti - romania - 21-10-13 - n. 471
Jose Luis Forneo | imbratisare.blogspot.com.es
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
08/10/2013
Afferma il canale informativo Antena 3: solo il 30% dei rumeni va dal medico quando si sente male, e il 70% non lo fa perché non ha i soldi per pagarlo. In ogni caso, attendono fino a quando la malattia diventa grave e possono essere trattati gratuitamente presso i pronto soccorso.
Si tratta di un’altra conseguenza della barbarie capitalista, che ha convertito la sanità rumena, come il resto dei servizi pubblici e dei diritti umani, in un affare per pochi e una catastrofe per la maggioranza.
In Romania, la sanità è teoricamente gratuita se si lavora, anche se al di là di quanto è scritto sulla carta, i romeni in realtà devono pagare tre volte per la loro sanità. In primo luogo, con le tasse prelevate sul loro lavoro, che tuttavia non servono a molto. Anche se dovrebbero essere sufficienti, la verità è che il più delle volte non lo sono. I romeni devono pagare una seconda volta attraverso il nuovo COPAGO approvato di recente dal governo socialdemocratico, come disprezzo delle autorità politiche verso i cittadini, giacché i fondi di bilancio della sanità pubblica nella maggior parte dei casi non sono sufficienti a coprire i costi. Cioè, la maggior parte delle volte, il romeno ammalato, dopo aver pagato con il suo lavoro l’assicurazione sanitaria pubblica, deve pagare per il costo di bende, aghi, maschere e anestesia dopo la sua operazione o cura, con l’argomentazione che gli ospedali o centri sanitari sono a corto di soldi.
La cosa non si ferma qui. La corruzione generalizzata del sistema medico romeno fa si che i lavoratori, che ricordiamo guadagnano in media circa 300 euro al mese, ma che per una grande parte di loro è inferiore ai 190, devono pagare in nero un salario extra a medici, infermieri, assistenti e anche custodi ospedalieri, se vogliono essere operati, e tutto questo, naturalmente, con la conoscenza dei direttori ospedalieri e, naturalmente, dei ministri della sanità di turno, che siamo convinti (perché non può essere altrimenti) intascano anche loro la loro parte, formando una rete mafiosa tipica delle dittature del capitale, dove la teoria della porta girevole, che definisce la simbiosi tra classe politica e mafia imprenditoriale, è onnipresente.
In ultima analisi, dei circa 20 milioni di romeni che formano la popolazione attuale del paese, 14 milioni non accede alla "assistenza sanitaria gratuita" perché non gli bastano i soldi. E tutto questo, naturalmente, con l’interessata riluttanza delle autorità politiche e il continuo sfregamento di mani dei loro sodali delle grandi imprese sanitarie. In realtà, il capitalismo, oltre alla povertà, la sottomissione e l’infelicità, ha portato ai lavoratori romeni l’obbligo di subire la malattia fino a quando la sua gravità diventa insopportabile.
Dopo, immaginiamo, penseranno a cosa viene insegnato nelle scuole per farci rassegnare a vivere in "questa valle di lacrime": è la volontà di dio. Nel frattempo, alcuni grandi criminali economici, che credono solo in un dio, il denaro, continuano a vivere nel paradiso terrestre a scapito della ricchezza di coloro che sono stati condannati all’inferno due decenni fa.

Annunciata la fine delle trasmissioni in lingua italiana dalla Russia

Riceviamo da Mark Bernardini, e volentieri diffondiamo:
"Vi scrivo perché ormai è ufficiale: il 31 dicembre verrà chiusa la radio italiana “La Voce della Russia”. Perdiamo uno dei pochissimi canali di informazione, che ha sempre illustrato non solo le attività bilaterali, ma anche quelle degli italiani in Russia. La sensazione è che l’Italia venga declassata a Paese secondario, nelle relazioni internazionali della Russia. Solo che non è una decisione dello Stato, o del governo, o dei ministeri competenti, bensì solo ed esclusivamente del presidente della radio (non di quella italiana), che afferma addirittura che gli ascoltatori si contino sulle dita di una mano. Vorrei che leggeste la lettera del nostro capo redattore, che vi allego, per poi, se lo riterrete opportuno e possibile, aggiungere anche la vostra voce alle tante che già manifestano il loro rammarico (ambasciata, consoli onorari, banche, imprenditori, singoli ascoltatori). Grazie in ogni caso."
От: Александр Прохоров
Отправлено: суббота, 7 сентября 2013 г. 20:01
Тема: Fwd: La redazione radiofonica italiana de “La Voce della Russia”
Важность: Высокая
Gentile Sig.
Volevamo informarla che il 31 dicembre 2013 cesseranno le trasmissioni in italiano de “La Voce della Russia”.
Ci sembra che si tratti di una decisione profondamente errata, in quanto questa radio è profondamente radicata nel territorio e rappresenta praticamente l’unica fonte di informazione obiettiva sulla Russia.
Una decisione inoltre che va contro la tendenza generale che vede la radiofonia in costante sviluppo. Oltre a decine di migliaia di stazioni radio che operano in Italia da ogni centro abitato, potenziano la loro presenza, aumentando le ore di trasmissione in italiano, le emittenti straniere fra cui citiamo soltanto Radio Capodistria e Radio Pechino che trasmettono 24 ore su 24.
La fine delle trasmissioni in italiano de La Voce della Russia sarebbe profondamente negativa sul piano politico specialmente alla luce dei prossimi avvenimenti come:
o  L’Anno incrociato del turismo Italia – Russia
o  Le Olimpiadi di Soci
o  Il forum euroasiatico sull’innovazione e l’internazionalizzazione del 17-18 ottobre a Verona
o  Il vertice bilaterale italo – russo del 26 novembre a Trieste
o  L’anno 2014 dedicato alla cultura in Russia
o  Il semestre di presidenza italiana in seno all’UE nella seconda metà del 2014
o  Senza dimenticare della politica italiana relativa al Medioriente.
La tendenza principale nell’azienda è quella di passare dal formato “radio” a quello semplicemente elettronico, che limiterà la fruizione degli utenti ad articoli sprovvisti del formato vocale. Come ci hanno scritto in precedenza molti ascoltatori de “La Voce della Russia” dall’estero, l’eliminazione delle onde corte è vista come un passo verso la chiusura definitiva ed uccide la nostra radio, negando la possibilità di far arrivare informazione nuova, alternativa e fresca nei diversi Paesi esteri. L’idea che notiziari on line di varia natura possano sostituire la viva voce della radio è profondamente velleitaria e rappresenta in realtà la chiusura definitiva di una importante e unica forma di informazione.
La nostra redazione ha bisogno del vostro aiuto per impedire questo imperdonabile epilogo.
Noi siamo convinti della vostra solidarietà che potete dimostrare rendendo noto il problema ai massimi vertici del nostro Paese al fine di poter ottenere un valido aiuto.
Come? Basta scrivere una lettera elettronica, in russo, italiano o inglese, ai siti del Presidente (http://www.kremlin.ru, andando nella sezione “mandare una lettera”) e al Ministro degli Esteri Lavrov (sul sito http://www.mid.ru, andare nell’angolo in alto a sx “question e-mail”).
Essendo questa un’informazione confidenziale, la preghiamo di non rispondere sulla posta interna della radio ma all’indirizzo mail da cui ha ricevuto la presente lettera.
Cordialmente
La redazione radiofonica italiana de “La Voce della Russia”
Alexander Prokhorov

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