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NELL' APRILE DEL 1946: I Comunisti e la Costituente
E' arrivata per l'Italia l'ora delle grandi decisioni: il 2 settembre il popolo italiano eleggerà la Costituente. Per la prima volta nella sua storia esso potrà liberamente giudicare uomini e istituti del passato e decidere la sorte del paese per l'avvenire. Il passato è il fascismo, la monarchia, la guerra infame contro la libertà dei popoli e contro gli interessi della Nazione, la disfatta militare, la rovina, il disastro nazionale. Dall'abisso in cui è precipitato il popolo italiano si ergerà dinnanzi ai responsabili delle sue sciagure e, giudice implacabile dei loro misfatti, pronuncerà il verdetto definitivo. La monarchia, complice del fascismo e di tutti i suoi crimini, già condannata nella coscienza degli italiani, sarà definitivamente eliminata dalla vita nazionale. Spetterà agli elettori, donne e uomini, gettare le basi di una Italia nuova, libera, indipendente, democratica, progressiva, nella quale non sia mai più possibile che il fascismo rinasca, e siano aperte al popolo tutte le vie del progresso politico e sociale.
A tutti i cittadini italiani il Partito comunista presenta il suo programma, che è programma di rinnovamento democratico e ricostruzione del paese nell'interesse dei lavoratori. Per assicurare le libertà del popolo e garantirle contro ogni minaccia di rinascita reazionaria e fascista, i comunisti rivendicano prima di tutto: la soppressione dell'istituto monarchico, complice del fascismo, riparo e centro di organizzazione di tutte le forze reazionarie ancora in agguato, e la proclamazione della Repubblica democratica dei lavoratori.
Nella Costituzione repubblicana devono essere garantite tutte le libertà del cittadino: la libertà di parola, di domicilio, di riunione, di organizzazione sindacale e politica, di stampa; la libertà di coscienza, di culto, di propaganda e di organizzazione religiosa; parità di diritti economici e politici agli uomini, alle donne, ai giovani, a tutti i cittadini, qualunque siano la loro razza, la loro posizione sociale, le loro convinzioni politiche o religiose.
Nella Repubblica democratica italiana dovranno però essere prese misure efficaci per impedire ogni tentativo di ridare vita aperta o clandestina al fascismo. Libertà a tutti i cittadini, ma nessuna libertà a coloro che vogliono sopprimere le istituzioni democratiche. Nella Costituzione repubblicana dovranno essere proclamati e sanciti i nuovi diritti dei lavoratori del braccio e della mente. Il diritto al lavoro, al riposo, all'educazione, all'assicurazione sociale contro le malattie, la disoccupazione, l'infortunio e la vecchiaia.
A garanzia di questi nuovi diritti deve stare un nuovo concetto sociale della proprietà, che pur riconoscendo ampi limiti allo sviluppo della iniziativa privata per la ricostruzione nazionale, permetta allo Stato di combattere contro i privilegi della plutocrazia e di intervenire con efficacia per alleviare le miserie del popolo. I comunisti propongono che la Repubblica sia organizzata sulla base parlamentare, rico
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