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damore .. Tripoli sarà italiana, sarà italiana al rombo del cannon!" offre la disponibilità di sette basi militari, "senza nessun limite restrittivo all'intervento" Si tratta di Amendola, Gioia del Colle, Sigonella, Aviano, Trapani, Decimomannu e Pantelleria: alcune, dice ancora La Russa, sono già state chieste da inglesi e americani. "Abbiamo forte capacità di neutralizzare radar di ipotetici avversari, e su questo potrebbe esserci una nostra iniziativa: possiamo intervenire in ogni modo" ["La repubblica"].
Salvo qualche defezione da una parte e dallaltra (Lega e IDV), tutto il parlamento, governo e opposizione "democratica", indossa lelmetto di guerra.
Bersani, segretario del PD, rincara la dose: dopo aver quasi bacchettato lONU per aver ritardato di qualche giorno la decisione, dichiara che lui e il suo partito sono "pronti a sostenere il ruolo attivo dell'Italia. Il governo conosce la nostra disponibilità, noi chiediamo soltanto che in queste ore non ci siano dichiarazioni estemporanee e contraddittorie. Bisogna parlare con gli altri Paesi disponibili e con la Nato. Nessuno faccia lo stratega, questa è una cosa seria" [ADN Kronos].
Non è da meno il presidente Napolitano, quello che dovrebbe difendere la Costituzione (art. 11: L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo).
Nel suo intervento al Teatro Regio di Torino nell'ambito delle celebrazioni per il 150° dell'Unita' d'Italia - occasione solenne - ha detto: ''Nelle prossime ore l'Italia dovrà prendere decisioni difficili, impegnative sulla situazione che si e' venuta a creare in Libia. Ma se pensiamo a quello che e' stato il Risorgimento come grande movimento liberale e liberatore, non possiamo rimanere indifferenti alla sistematica repressione di fondamentali libertà e diritti umani in qualsiasi Paese.
Non possiamo lasciare che vengano distrutte, calpestate, le speranze che si sono accese di un risorgimento anche nel mondo arabo, cosa decisiva per il futuro del mondo. .. Mi auguro che le decisioni da prendere, siano dunque circondate dal massimo consenso e dalla consapevolezza dei valori che l'Italia unita incarna e che dobbiamo salvaguardare ovunque'' [ANSA]. Anche nel 1911 era passato solo mezzo secolo..) il Risorgimento fu tirato in ballo per la guerra di Libia, insieme con la retorica pascoliana della "grande proletaria si è mossa". Oggi si fa linterventismo - o meglio, limperialismo - democratico e la "guerra umanitaria"..
Nessuno accenna allunica proposta internazionale seria, quella del presidente venezuelano Chavez e dei paesi progressisti latino americani, per una mediazione tra le parti in conflitto. La pace non va bene alle potenze che in concorrenza tra loro vogliono riprendersi "il posto al sole".
Questa guerra interna alla Libia è stata alimentata dalle potenze che ora dicono di voler portare pace e democrazia: agli insorti di Bengasi arrivano armi ed equipaggiamento, e consiglieri militari delle potenze occidentali. Si alimenta la guerra interna per giustificare laggressione esterna. Vecchia storia..
Contro la partecipazione dellItalia alla guerra di Libia si è espresso il presidente della Federazione della Sinistra Oliviero Diliberto, segretario del Pdci e Paolo Ferrero del PRC.
Cominciano a mobilitarsi in diverse città le reti militanti contro la guerra.
Occorre farlo anche in Puglia, dove potrebbero essere usate le basi di Gioia del Colle e di Amendola, sapendo che, come 12 anni fa per la Jugoslavia, anche oggi ci si dovrà battere contro il partito mediatico della guerra, per smascherare gli inganni e le ideologie di giustificazione di questa guerra neocolonialista.
Allego alcuni articoli tratti dal sito dellernesto, che chiariscono le ragioni molto poco umanitarie della guerra alle porte (Chossudovsky), alcuni meccanismi dellinganno mediatico (Diana Johnstone (è anche utile "Mondo di guerra", numero monotematico di "Athanor" a cura di Andrea Catone e Augusto Ponzio) e larticolo di Manlio Dinucci sul manifesto di oggi 19 marzo (è molto utile il suo libro "Geostoria dellAfrica", Zanichelli 2005, che chiarisce il ruolo vecchio e nuovo delle potenze coloniali.
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