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GIOCHI   PERICOLOSI
Eric Jozsef

A 74 anni, Silvio Berlusconi è ormai vicino al tramonto politico.  Perfino Giuliano Ferrara ha dovuto ammetterlo. Nell' ipotesi in cui ottenesse la fiducia in parlamento, il 14 dicembre, Berlusconi continuerà a governare ma con evidenti difficoltà. 

Le elezioni anticipate potrebbero di nuovo consegnargli il paese, ma con il rischio di fargli perdere il controllo del senato.. Infine, una improbabile pace con Gianfranco Fini  non basterebbe a cancellare l' odore aspro del declino.  Siamo entrati nell' ultima fase della parabola del premier.

Anche se la sua storia politica dovesse prolungarsi, Silvio Berlusconi non rappresenterà più l' elemento di novità  e di rottura che in passato  aveva sedotto una buona parte  degli italiani.  Il corpo del re sta morendo. Ma non c'è nessuna rivoluzione all' orizzonte. Non si tratta di una detronizzazione: il leader del Pdl sta per essere sepolto dal ritorno dei vecchi e fangosi giochi politici da prima repubblica.

Gianfranco Fini è stato finora molto abile a gestire la sua separazione da Silvio Berlusconi, facendo dimenticare i sedici anni in cui, da alleato, ha collaborato all' approvazione di leggi
ad personam  e provvedimenti come quello per la fasulla risoluzione del conflitto d' interessi.

Con la crisi economica sullo sfondo Fini  è riuscito a creare un' attesa, una dinamica e un desiderio  - elementi essenziali per il successo in politica -  a fronte di un quadro stagnante, immobile e ormai insoddisfacente per  tanti cittadini. Negli ultimi anni in vari paesi (dagli Stati Uniti alla Francia, alla Gran Bretagna ) il richiamo al cambiamento è stato vincente. Ma finora il presidente della Camera ha in realtà giocato di rimessa aspettando di vedere le mosse del capo del governo.

Dopo le dure critiche rivolte a Berlusconi e ai suoi collaboratori, un leader politico con un progetto serio e una visione chiara del paese avrebbe tratto le conseguenze dalle sue conclusioni radicali: dimissioni dalla presidenza della camera e sfiducia al governo. Invece ha tenuto per mesi il paese in una interminabile crisi parlamentare, concentrando il suo attacco sul comportamento del capo del governo e sulle sue uscite infelici (dimenticando quello che lui stesso aveva detto in passato sui gay e sugli insegnanti.)

GLI  ERRORI DELLA SINISTRA

La politica è anche l' arte del saper cambiare, ma per avanzare proposte nuove. E da questo punto di vista, negli ultimi mesi anche l' opposizione si è nascosta dietro a comportamenti da prima repubblica.

Un Partito democratico veramente innovatore avrebbe continuato a combattere le fondamentali battaglie della giustizia, la libertà d' informazione e il conflitto di interessi.

Ma avrebbe anche accettato l' idea  che una maggioranza eletta nel 2008 deve governare per cinque anni.

Negli ultimi mesi Nicolas Sarkozy è stato duramente contestato per la sua riforma delle pensioni, per altre scelte politiche e per alcuni suoi comportamenti. Eppure anche se è caduto molto in basso nei sondaggi, i socialisti non chiedono le sue  dimissioni.
Si limitano a preparare  un' alternativa credibile per le elezioni del 2012.

Invece il Partito democratico, sperando in un colpo di grazia miracoloso contro Berlusconi,  si è accontentato di andare al rimorchio  di Fini, lasciandogli la scena senza neanche chiedergli di chiarire la sua posizione.

La prossima partita si giocherà il 14 dicembre in parlamento. Ma non è detto che, anche nel caso in cui si andasse alle elezioni, sarà risolutiva. Intanto, fuori dal palazzo, l' economia mondiale è travolta dalla guerra delle monete, l' euro rischia  di scomparire ed Herman Van Rompuy, presidente del consiglio europeo parla di "crisi di sopravvivenza" dell' Unione europea.

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