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Grecia, comunisti: "Guerra di popolo contro la crisi"
Negli ultimi tempi molti compagni si sono affrettati a proclamare: "Facciamo come la Grecia!" di fronte all'avanzata dei comunisti in quel paese.
Pochi però si soffermano sull'analizzare "come" i comunisti greci hanno fatto e stanno facendo.
Ad esempio, i comunisti greci sembrano non essere proprio d'accordo sul fatto che servano degli accordi elettorali governisti con la sinistra liberista per difendere i lavoratori e la democrazia di fronte ad una crisi strutturale (e non congiunturale) del capitalismo gestita con politiche antioperaie concertate tra governi di ogni colore, UE e FMI.
Dopo 13 scioperi generali dal dicembre 2009 fino ad oggi (e in Italia aspettiamo ancora il primo), decine di occupazioni di ministeri e altri edifici governativi, numerose azioni di settore e lotte con la partecipazione di centinaia di migliaia di lavoratori, studenti e disoccupati. la posizione dei comunisti greci (che non hanno appoggiato il centrosinistra del PASOK nemmeno ai ballottaggi alle ultime regionali) è stata ampiamente premiata nelle piazze e nelle urne. Mentre la sinistra "radicale" di SYN/SYRIZA, membro della Sinistra Europea che sostiene l'alleanza col centrosinistra "contro la Destra", ha conosciuto solo battute d'arresto e raggranella ormai poco più di un terzo dei voti del KKE.
Certo la Grecia non è l'Italia, ma se è per questo l'Italia non è nemmeno il Brasile.
Ed è ora che i comunisti, come fecero nelle esperienze più avanzate del '900, analizzino seriamente la natura e le conseguenze dell'agire politico in un contesto di crisi generale di sovrapproduzione di capitale come questa.
Distinguendo nettamente dalle tattiche utlizzate durante crisi cicliche e di espansione del capitalismo dove, con le lotte e con determinati rapporti di forza, si poteva sperare di strappare conquiste e diritti alle classi dominanti.
Senza fretta o avventurismi, dobbiamo cominciare a gettare le basi per un'alternativa di sistema e non per sostenere alternanze di governo mirando alla mera sopravvivenza dell'oggi. Cosa che poi non si è nemmeno in grado di garantire perchè, come movimento comunista, si rischia solo di perdere l'ultimo briciolo di credibilità residua.
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