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La VOCE  ANNO  XIII  N° 1

    SETTEMBRE    2010

PAGINA  f

PUBBLICHIAMO IL PENSIERO DI UNO DEI PRIMI ABBONATI A
La VOCE  INVITANDO I LETTORI AL CONFRONTO CON LA SUA ANALISI


L' enverismo tendenziale
Fabio Cutaia

Scrisse nel 1963 - peraltro ben correttamente - la stampa cinese che l' accettazione o meno  dell' ideologia classica staliniana costituisce l' autentica "linea di demarcazione" tra un vero e un falso comunista.

La storia, del resto, si è incaricata  di dimostrare l' esattezza  di questo assunto: il comunismo internazionale, infatti, dopo aver collezionato trionfi strabilianti sotto la carismatica direzione di Lenin e di Stalin, ha poi subito sconfitte dopo aver kruscevianamente  rigettato lo stalinismo (fino all' ammaina bandiera rossa al Cremlino stesso, nel 1991).

Logico, pertanto che un futuro partito marxista leninista unificato debba riferirsi orgogliosamente allo stalinismo (all' autentico marxismo leninismo, cioè allontanando risolutamente da sé l' antistalinismo (cioè anticomunista revisionismo moderno di destra) ossia degli odierni epigoni di Bukharin, nonché di "sinistra" ossia gli attuali continuatori di Trotzki in tutte le loro possibili varietà.

Ma se come visto lo stalinismo  è com'è l' autentica "linea di demarcazione" tra un vero e un falso comunista, allora tutti gli stalinisti ma essi soltanto (uomini, movimenti e regimi) sono autenticamente comunisti indipendentemente dalle pur gravissime loro eventuali divergenze su altre questioni pur di primaria importanza che fossero. Esaminando la cosa in quest' ottica, è immediato il constatare che se oggi è inesistente un partito stalinista unificato, è però ben presente un' area marxista leninista (ossia di orientamento staliniano).

Noi riteniamo illusoria la prospettiva dell' unificazione in un sol partito comunista dell' area marxista leninista or presente sullo scenario politico nostrano. E questo perché le diversificate formazioni m.l. fanno in effetti riferimento (da qui la loro pluralità)  a differenti scuole interpretative dello stalinismo. Se ne possomo oggi identificare almeno sei. Si tratta delle seguenti:

1) il maoismo

2) (con la sua radicalizzazione "senderistica" ispirata al peruviano presidente Gonzalo)

3) l'enverismo fedele alla lezione di Enver Hoxha (lo scomparso presidente albanese)

4) lo Juche di Kim Il Sung (oggi ereditato da Kim Jong Il)

5) il socialismo di mercato dei cinesi Deng e successori

6) il "nazionalbolscevismo" so di Gennadj Zjuganov.

La presenza odierna di questi  stalinismi è ciò che giustifica (a livello nazionale ed internazionale) la frammentazione dell' area marxista leninista e l' inesistenza di un movimento unificato m.l.). Tanto più che ognuna di codeste correnti rivendica (con enfasi maggiore o minore) a se stessa soltanto l' autenticità ideologica, tacciando le altre tendenze di esser soltanto "sedicenti marxiste leniniste" ossia varianti del moderno revisionismo!

Una formazione unificata, ma su quale base ideologica?  Sul marxismo leninismo certo. Sullo stalinismo, l' autentico marxismo leninismo, benissimo.  Ma su quale stalinismo?  Su quello maoistico (oppure nella sua variante sandinista?)  Oppure sull' enverismo dei cultori di Enver Hoxha?  Oppure sullo Juche dei due Kim coreani?  O, ancora, "sul socialismo di mercato" dei cinesi Deng ed eredi? Oppure sul nazionalbolscevismo

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