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IL NON SENSO DELLA VITA
di Piergiorgio Oddifreddi


Che senso ha un creatore?

Come qualche lettore si è accorto, sembra quasi che Steven Hawking abbia voluto intervenire nel nostro blog sul non-senso, annunciando nel suo ultimo libro "The grand design" che la creazione dell'universo si può spiegare anche senza l'intervento di Dio. Naturalmente, a causa della sua malattia, Hawking vive chiuso in un mondo che ha pochi contatti con l'esterno: non gli si può imputare, dunque, di non conoscere la storia della scienza e dei suoi rapporti con la religione, e in particolare col problema della creazione.

Prima di cercare di riassumere brevemente questa storia, bisogna però subito dire che persino i bambini si accorgono che c'è qualcosa di insensato nel dialogo che essi intraprendono con gli adulti che cercano di indottrinarli sulla faccenda, e che si svolge così: "Chi ha creato il mondo? Dio. E chi ha creato Dio? Nessuno". L'inghippo sta ovviamente nel fatto che, nel momento in cui si accetta l'esistenza di qualcosa di esistente ma non creato, non si vede perchè non si potrebbe pensare che questo qualcosa sia già l'universo.

Spostare il problema su un Dio creatore, non è una soluzione del problema, ma una sua rimozione. Molto più sofisticata sarebbe una risposta iterata: "Chi ha creato il mondo? Un primo creatore. E chi ha creato il primo creatore? Un secondo creatore. E così via". Questa risposta era preclusa agli scolastici, perchè richiede una comprensione e un'accettazione del concetto di infinito, che non sarebbe venuta fino all'Ottocento.

Ma oggi la si potrebbe usare, se si volesse almeno essere al riparo dalle obiezioni dei bambini.

Nella "Critica della ragion pura" Kant affermò che è l'idea stessa di "universo" a essere contradditoria, nel senso di condurre ad antinomie. In particolare, la prima delle sue quattro antinomie mostrava che l'universo doveva essere, ma anche non essere, limitato nel tempo e nello spazio. Le argomentazioni di Kant erano filosofiche, ma già allora si sarebbe potuto far meglio, ricorrendo a dimostrazioni scientifiche.

Da un lato, infatti, Keplero aveva scoperto nel 1610 che c'è un problema a supporre il mondo infinito, a causa di quello che oggi è noto come "paradosso di Olbers": se le stelle fossero uniformemente distribuite in un mondo infinito, la loro luminosità sarebbe infinita, e il cielo notturno non potrebbe essere buio.

Dall'altro lato, Newton aveva notato, in una lettera a Bentley del 1692, che c'era anche un problema a supporre il mondo finito, perchè in tal caso la gravità avrebbe fatto collassare tutta la materia in un'unica grande massa sferica.

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