PARTIGIANI JUGOSLAVI
IN APPENNINO
Una storia ignorata
La vicenda degli jugoslavi rinchiusi nei campi di detenzione fascisti della Penisola fino all' 8 Settembre del 1943, ed il contributo da questi offerto alla Resistenza antifascista e antinazista italiana, sono stati finora noti solo a pochi specialisti e in modo frammentario.
Eppure, questi partigiani animarono la lotta di Liberazione nelle sue prime fasi lungo quasi tutta la dorsale appenninica, da Genova fino alla Puglia con episodi rilevanti soprattutto in Umbria e nelle Marche dove gli "slavi" furono presenti quasi ovunque e presero parte a quasi tutte le azioni più importanti.
Gli jugoslavi erano in maggioranza già esperti nella guerriglia perché l'avevano condotta nel loro paese, contro gli eserciti di
occupazione tedesco e italiano, nonché contro i collaborazionisti locali, fino alla cattura e alla deportazione in Italia. Inoltre, la gran parte di loro erano giovanissimi militanti della SKOJ (la struttura giovanile del Partito Comunista jugoslavo), con una
formazione ideologica solida ed una piena coscienza del nemico da affrontare. Con la loro esperienza e con la loro determinazione antifascista, essi dettero, fin dall'inizio, un valido contributo alla formazione del movimento partigiano in Italia e al consolidamento della capacità combattiva delle giovani reclute.
Abbiamo cominciato ad interessarci a questa storia negli ultimi anni, per esserne venuti a conoscenza in maniera pressoché casuale, nell'ambito delle nostre attività di solidarietà internazionalista e contro informazione sulla Jugoslavia e nell'ambito delle battaglie contro il revisionismo storico e la diffamazione della Resistenza, divenute purtroppo sempre più necessarie e frequenti. Con rammarico, abbiamo dovuto constatare che vicende di così vaste dimensioni ed implicazioni hanno trovato uno spazio pressoché trascurabile nella scrittura della storia dell'Italia contemporanea e della stessa lotta antifascista: nell'Enciclopedia dell'Antifascismo e della Resistenza (1) - che, tra la letteratura che abbiamo trovato, è l'unico caso in cui si sia perlomeno tentata una ricostruzione complessiva di questi fatti attraverso una specifica voce "Jugoslavi in Italia", in chiusura della stessa è scritto: "la partecipazione jugoslava alla Resistenza Italiana non è stata ancora esaminata in modo organico". Questo dopo tre decenni dalla conclusione di quella lotta.
Oggi sono passati ormai quasi 65 anni e la situazione non è cambiata, anzi il passare del tempo ha reso ovviamente più difficile ogni ricostruzione e indagine da fonte diretta: i testimoni ancora in vita sono rimasti in pochi e naturalmente anziani; le fonti documentarie, che già negli anni '70 erano disperse e mal gestite, sono spesso diventate irreperibili; ed infine, l'approccio a quelle vicende è diventato "indigesto" a molti sia dal punto di vista politico che professionale.
Consapevoli di tutte queste difficoltà, abbiamo in ogni caso deciso di intraprendere un lavoro di ricerca e di divulgazione al grande pubblico che mettesse in risalto quel carattere internazionalista che fu anche della Resistenza italiana, oltrechè - ed è cosa nota, anche se abbastanza trascurata anch'essa - della omologa Lotta Popolare di Liberazione in Jugoslavia cui parteciparono centinaia di migliaia di italiani, soprattutto ex militari delle truppe di occupazione. Abbiamo inteso così tra l'altro contrastare le tendenze revisionistiche che vogliono presentare la Lotta di Liberazione in Europa in termini esclusivamente nazionali se non nazionalistici. (2)
E' nato dunque il progetto Partigiani Jugoslavi in Appennino, in virtù del quale si è via via costituita una rete molto ampia di contatti e di collaborazioni - con storici professionisti, sezioni ANPI ed Istituti di Storia, appassionati conoscitori delle vicende in questione e testimoni dei fatti residenti in molte province italiane. Infatti se in un primo momento abbiamo cominciato a seguire le tracce degli Jugoslavi, in gran parte sloveni e montenegrini, che erano fuggiti dopo l'8 Settembre dal campo d'internamento di Colfiorito, nei