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Perché il marxismo è una scienza

di Zoltan Zigedy 19/09/2009

L’affermazione che il marxismo è una scienza è particolarmente pertinente alla luce di una simile, ma più dubbia affermazione avanzata in riferimento agli studi economici moderni.

L’economia insegnata in molte università, alla stessa stregua della fisica, la chimica e la biologia, vanta di sicuro solo un diritto molto debole a un tale titolo onorifico, dopo i suoi pessimi risultati nello spiegare e sanare la nostra tenace crisi economica.

Nonostante tutti i formalismi, le quantificazioni, i modelli ed i teoremi (cioè i simboli della scienza moderna), che gonfiano i libri ed i saggi dell’ economia accademica, tale disciplina riesce a malapena a dimostrare di aver fatto qualcosa di concreto per indirizzare la vita economica verso la razionalità, l’efficienza, e, naturalmente, la giustizia. Se la fisica fosse così impantanata in convenzionalità quanto lo è l’economia, saremmo ancora alla ricerca del logisto.

Nonostante la ricchezza di nuovi dati, strumenti di calcolo e dell’esperienza economica, non è così esagerato dire che l’insieme degli strumenti concettuali predisposto dagli economisti classici - Adam Smith e David Ricardo - ci sarebbe servito in modo analogo per capire e ad affrontare la tempesta economica in corso.

Ma il fallimento dell’economia, o della sociologia, o della psicologia sociale, non può in alcun modo dimostrare che un approccio alternativo - per esempio, il marxismo - è superiore o più scientifico. La lettura di un articolo di opinione, "L’evoluzione lascia Dio senza niente da fare",scritto da Richard Dawkins, il famoso biologo evoluzionista, e apparso su The Wall Street Journal il 12-13 settembre 2009, mi ha ricordato che cos’è la buona scienza. Nonostante il bersaglio apparente di Dawkins fosse l’esistenza di Dio, mi ha attratto la sua splendida difesa del darwinismo e la visione scientifica del mondo.

Faremmo bene a riflettere su un passaggio in particolare: "Le leggi della fisica, prima che l’evoluzione darwiniana prorompa da esse, possono creare le rocce e la sabbia, nubi di gas e stelle, vortici e onde, galassie a forma di spirale e la luce che viaggia in modo ondulatorio pur mantenendo il comportamento delle particelle ... Ma ora entra in scena la vita. Guarda, attraverso gli occhi di un fisico, un canguro che salta, un pipistrello che vola, un delfino che balza, una sequoia che alza i rami al cielo.

Non c’è mai stata una pietra capace di rimbalzare come un canguro, mai un sassolino che zampettava come un scarabeo nel tentativo di accoppiarsi ... Nemmeno una volta queste creature disobbediscono alle leggi della fisica. Lungi dal violare le leggi della termodinamica (come spesso è affermato da persone ignoranti) sono implacabilmente sospinti da esse. Lungi dal violare le leggi del moto, gli animali le sfruttano a loro vantaggio mentre camminano. Correre, eludere e schivare un inseguitore, saltare e volare, balzare sulla preda o scattare per mettersi in salvo. Mai una volta sono violate le leggi della fisica, ma la vita emerge in un territorio inesplorato. In cosa consiste il trucco? ...

L’evoluzione darwiniana, la sopravvivenza non casuale di informazioni codificate in maniera casuale". Questa difesa appassionata ed esposizione cristallina del ruolo dell’evoluzione darwiniana nel campo scientifico potrebbero anche servire come difesa ed esposizione - con la sostituzione di alcune parole chiave - del marxismo come scienza.

La società, come la vita, mostra una vasta gamma di forme con modelli distinti di sviluppo. La società, come la vita, cambia con il passare del tempo in modi adattativi che nascono da fattori apparentemente casuali. Al centro di entrambi i processi - l’evoluzione biologica e la trasformazione della società - c’è la lotta per sopravvivere e prosperare, un processo naturale che separa le rocce, le nuvole di gas ed i vortici citati da Dawkins, dalle amebe e dalle istituzioni sociali.

La grande intuizione di Marx ed Engels nel 1845-1846 (scrivendo L’ideologia tedesca) è stata di vedere il cambiamento sociale come un modello evolutivo generato da questa lotta.

La grande intuizione di Darwin nel 1859 (con L’origine delle specie) è stata di vedere la vasta e diversificata massa

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