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La VOCE ANNO  XII N° 6

FEBBRAIO    2010

PAGINA 6

A Copenaghen la Cina Comunista presenta il suo piano di salvataggio
del pianeta
 di Andrea Genovali

 

La conferenza sul clima di Copenaghen ha visto la Cina arrivare con un programma e un progetto di lavoro ben chiaro, a differenza della fumosa propaganda dei paesi occidentali. La propaganda becera e inutile contro la Cina spinge moltissimi media europei e occidentali in genere a non dare le notizie capaci di far capire all'opinione pubblica i reali termini della questione ambientale a livello mondiale. Una confusione e una nebulosità ovviamente voluta e scientificamente perseguita.
 
Forse non in molti sanno che la Cina è attualmente la nazione che produce la maggior quantità di energia rinnovabile al mondo, producendone più del doppio degli Stati Uniti. In Cina è in atto dal 2003 una grande operazione di riconversione ecologicoproduttiva che sta avviando questo paese a creare progressivamente una economia verde ed uno sviluppo sostenibile soprattutto dal punto di vista ambientale ed energetico.
 
Per creare questo tipo di "green economy" si stima che fra il 2009 e il 2030 i cinesi dovrebbero investire ogni anno una media fra i 170 e i 230 miliardi di euro che, grosso modo, equivale all’1,5 e il 2,5% del pil della Cina. I cinesi hanno aderito al protocollo di Kyoto ed essendo un paese emergente non le era stato dato nessun obiettivo da raggiungere, mentre, al contrario, essi ha raggiunto l'obiettivo che si erano prefissati di raggiungere all'interno di quel protocollo. Gli Stati Uniti, invece, molto furbescamente e in linea con la loro arroganza, non hanno aderito a Kyoto, il quale prevede degli obiettivi ben precisi per i paesi industrializzati che vi aderiscono, pur essendo dal 1880 il paese che maggiormente inquina al mondo! Dalla fine dell'Ottocento le amministrazioni statunitensi hanno sempre ignorato il problema e continuano a farlo; anche se Obama ha promesso il taglio delle emissioni di gas serra del 17% rispetto al 2005. Tutti sono scettici sulle reali possibilità di implementazione di queste politiche da parte del presidente che ancora non è riuscito neppure a far passare la sua politica sanitaria! La sola cosa che per adesso riesce al premio Nobel per la pace meno credibile nella storia è di fare le stesse cose che faceva il guerrafondaio Bush!
 
La Cina dal 2007 ha purtroppo dimezzato le distanze con gli Usa sul fattore inquinamento. Mentre fino al 2007 uno statunitense inquinava come dieci cinesi; oggi quel rapporto è di uno a cinque. L'inquinamento cinese è dovuto all'espansione industriale e ad un uso eccessivo di carbone che è fortemente inquinante. Il 48% del pil cinese proviene dall'industria, e il governo di Pechino sta lavorando per ridurlo al 41% nei prossimi anni.
 
L’inquinamento degli Usa non è dovuto solo alla produzione ma anche, in misura incredibile, allo stile di vita degli statunitensi per il quale nessuno mai li rimprovera in modo concreto. E' uno stile di vita che l'intero pianeta paga sulla propria pelle senza che nessuno presenti mai a questo arrogante popolo il conto da pagare. Mentre gli Usa non hanno in mente un reale cambio di strategia, i cinesi hanno presentato un loro programma. Il loro piano prevede entro il 2050 la diminuzione del 75-80% della quantità di CO2 per ogni milione di dollari di pil; la riduzione dell'incidenza dell'industria manifatturiera dal 50 al 30% sul pil; la dipendenza di ogni nuovo impianto di produzione elettrica da fonti rinnovabili.
 
Per i cinesi l'obiettivo è di raggiungere entro il 2030 il 50% dell'energia elettrica consumata da fonti pulite. Gli Usa non possono farlo sia per volontà politica sia perché, appunto, il loro consumo è legato esclusivamente a un tenore di vita assolutamente da condannare perché sfrutta in modo dissennato l'ambiente e contribuisce in modo prioritario alla sua devastazione. Gli Usa dovrebbero cambiare il loro stile di vita e il loro deleterio modello consumistico, vale a dire superare il capitalismo! E purtroppo non ci pare che siamo sulla strada giusta...purtroppo! I cinesi, al contrario dell'imperialismo statunitense, hanno capito che per mantenere un livello di sviluppo capace di soddisfare le esigenze del loro popolo devono realizzare necessariamente una rivoluzione energetica capace di produrre l'energia necessaria e al contempo tutelare e salvaguardare l'ambiente che rappresenta un bene comune inalienabile dei popoli. La Cina, allora, vuole trasformare le energie rinnovabili nel "oro nero" del prossimo futuro; una politica questa che ha pervaso profondamente il Partito Comunista Cinese.

 
La Cina comunista al di la della stantia retorica occidentale rappresenta oggi una possibile, reale e concreta alternativa al disastro ecologico in atto. Per ironia degli anticomunisti nostrani con grande probabilità sarà proprio la Cina comunista e non gli Stati Uniti capitalistici a salvare il pianeta e con esso tutti noi: comunisti e anticomunisti.

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