Miriam Pellegrini Ferri
Così risponde:
Cari compagni, sono una partigiana, comunista dalla Resistenza e data la vostra attenzione nei miei riguardi per avermi inviato la lettera im oggetto, sento il dovere di esprimere il mio parere, pur apprezzando i nuovi sforzi che tentate di fare. La vostra lettera elenca tutte le sconfitte in campo istituzionale subite da voi "comunisti" e non parla della cosa ben più grave, ossia del totale distacco dalle masse popolari e lavoratrici, da parte vostra che dovreste essere l' incarnazione attiva delle loro aspirazioni e delle loro necessità. E' noto che questo distacco é partito dal "revisionismo" iniziato subito dopo la guerra, sulla linea Togliattiana, ignorando quella che avrebbe dovuto essere la linea Gramsciana. Ma veniamo ad oggi. Non é stando dentro le istituzioni che il comunista può dare il meglio di sè. Può anche accadere che questo sporadicamente si verifichi, ma al contrario, é diffondendo la cultura scientifica della classe. e agendo correttamente in linea con essa che si conquista la fiducia. E' grave sentir dire che i tempi sono cambiati e che la "nostra scienza" non sarebbe più idonea ai tempi. Vi risulta che l' antichissima tavola pitagorica sia cambiata per le moderne produzioni? Non mi sembra. La scienza, soprattutto materialista dialettica é idonea in ogni momento epocale e tanto più è necessaria oggi. Mi permetto, da vecchia combattente quale sono, da militante comunista che ha più volte rifiutato candidature, di suggerirvi questi elementi di lotta: battersi per tornare tra le masse, per i loro bisogni, recuperando la lotta di classe. So che molti di voi la penseranno come me, e qui c'é la nostra speranza in un mondo che sappia lottare parimenti contro il capitalismo e l' imperialismo e lotta acerrima contro il revisionismo vecchio e nuovo, per il recupero dei nostri valori.
Lenin così fece, e il potere lo seppe conquistare.
Con affetto Miriam Pellegrini Ferri