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La VOCE ANNO XXVI N°5

gennaio 2022

PAGINA d         - 32

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segue da pag.31: putin: le opzioni della russia se nato e usa non fermeranno la loro espansione, questo mese mosca ha invitato gli stati uniti e la nato a firmare trattati che vietano un'ulteriore espansione del blocco militare. funzionari russi hanno ripetutamente affermato di vedere le basi e altre infrastrutture dominate dagli stati uniti, all'interno dell'ex patto di varsavia, come una minaccia. a putin è stato chiesto cosa farà il suo governo se l'occidente rifiutasse le sue richieste. "[la nostra risposta] può essere molto diversa" , ha detto il presidente, suggerendo che mosca potrebbe avere in mente più opzioni. “dipenderà dalle proposte dei nostri esperti militari”. putin ha ribadito che la russia vuole evitare un'ulteriore escalation e cerca un accordo diplomatico con il blocco guidato dagli stati uniti. durante la sua conferenza stampa di fine anno, giovedì scorso, il presidente ha sottolineato che la russia potrebbe essere costretta a reagire all'espansione “inaccettabile” della nato. il segretario generale della nato jens stoltenberg ha affermato che il blocco mantiene una "politica della porta aperta", il che significa che l'ucraina e le altre nazioni sono libere di aderire al blocco se soddisfano determinati criteri. nonostante le tensioni che circondano l'ucraina, la russia e la nato hanno espresso la volontà di continuare il dialogo. la portavoce del ministero degli esteri russo, maria zakharova, ha ribadito che le parti stanno lavorando per organizzare una riunione del consiglio nato-russia. la deutsche presse-agentur ha riferito ieri che stoltenberg vuole convocare il consiglio il 12 gennaio. nelle ultime settimane, funzionari e media occidentali hanno accusato la russia di prepararsi a una potenziale invasione dell'ucraina. mosca ha respinto queste affermazioni. putin: non è la russia a piazzare missili ai confini americani, ma è washington a piazzare missili alle nostre porte. la redazione de l'antidiplomatico. il presidente russo vladimir putin nella consueta conferenza stampa annuale ha ribadito che non è la russia che sta piazzando missili vicino ai confini degli stati uniti, ma che è washington alle porte del paese eurasiatico. "è chiedere troppo non mettere alcun sistema di attacco vicino a casa nostra, cosa c'è di strano?", ha chiesto il presidente. "e se avessimo messo missili al confine tra stati uniti e canada? o in messico?", ha aggiunto putin, ricordando che storicamente gli stati uniti hanno avuto "dispute territoriali" con il loro vicino meridionale. "di chi era la california? di chi era il texas? l'hanno già dimenticato?" in questo contesto, il presidente russo ha chiesto a washington di fornire garanzie di sicurezza. "devono dare garanzie e subito", ha avvertito putin, che ha anche sottolineato che negli anni '90 la nato aveva promesso che non si sarebbe allargata "nemmeno un pollice verso est", ma da allora ci sono state cinque fasi di espansione dell'organizzazione. "le nostre azioni non dipenderanno dall'andamento dei negoziati, ma dalla garanzia-
incondizionata della sicurezza della russia". l’asse eurasiatico guidato da russia-cina sempre più forte e distante dall’occidente. il suicidio politico dell’europa. il presidente xi jinping, nel vertice virtuale con l’omologo vladimir putin, ha detto che “le relazioni cina-russia hanno superato prove di varie tempeste e dimostrato nuova vitalità“. cina e russia hanno dimostrato “le loro responsabilità di grandi potenze e sono diventate il pilastro del vero multilateralismo e della salvaguardia dell’equità e della giustizia internazionali“. le parti “si sostengono a vicenda su temi di interesse centrale e difendono interessi condivisi”. xi, per i media di pechino, si è detto pronto a “nuovi piani di cooperazione in vari campi, per lo sviluppo duraturo e di alta qualità dei legami bilaterali”. si manifesta sempre più profonda la spaccatura tra l’occidente e il fronte eurasiatico guidato da russia e cina, sempre più unito. e il baratro potrebbe ulteriormente farsi più spaventoso, con i prossimi giochi invernali di pechino, che gli usa, ma non solo gli usa intendono boicottare almeno sul piano diplomatico. ma le tensioni latenti tra pechino e washington stanno gettando un’ombra anche sui mercati, dopo che la camera dei rappresentanti degli stati uniti ha approvato una risoluzione per vietare le importazioni dalla regione cinese dello xinjiang, misure per dire no a lavoro forzato e altri abusi. oltre a questo, gli stati uniti stanno considerando sanzioni che andrebbero a colpire la produzione miliardaria cinese di chip per computer. la faccenda si complica ulteriormente dopo che pechino ha definito infondate le preoccupazioni sulla sicurezza dei diplomatici lituani in cina, partiti frettolosamente. pechino ha declassato le relazioni diplomatiche con la lituania il mese scorso dopo che taiwan ha aperto un ufficio di rappresentanza nella capitale dello stato baltico. una spaccatura non da poco con uno dei paesi più atlantisti del blocco a 27, da sempre in posizione critica rispetto alla russia e alla bielorussia. “il prossimo febbraio, finalmente, potremo incontrarci di persona a pechino“, dice vladimir putin a xi jinping, mostrano la loro buona intesa durante una videoconferenza, in piena tensione con l’occidente. il numero uno del cremlino conferma così la sua visita alle olimpiadi invernali cinesi. giusto per sottolineare chi sta con chi. mentre il resto del mondo dimostra scetticismo. insomma, ad osservare la politica dell’occidente, di europa e america, nei confronti della russia, viene da chiedersi se non si sta assistendo a un lento, doloroso e inspiegabile tentativo di suicidio politico. pare infatti che le cancellerie europee facciano tutto ciò che possono per spingere sempre più la russia verso le braccia della cina. si sforzino, cioè, di consegnare definitivamente il più vasto deposito di materie prime e risorse naturali (gas e petrolio, certo, ma anche una gamma vastissima di minerali indispensabili all’industria, oltre a oro e diamanti), la russia appunto, all’influenza della potenza manifatturiera della cina. favorendo così i piani di xi jingpi e della dirigenza cinese, che punta ormai a sfidare gli usa sul piano della competizione globale. la russofobia a stelle e strisce, alimentata attraverso la nato e i paesi dell’ex est europeo, serve a questo: a impedire una normalizzazione dei rapporti tra bruxelles e mosca e bloccare l’europa nell’ambito delle politiche decise a washington. non a caso i paesi europei con cui la polemica di washington è più forte sono la francia di macron (che chiede l’esercito europeo e giudica la nato in stato di “morte cerebrale”) e la germania, che con la russia conduce una diplomazia a sé stante. per questi motivi dunque, si può parlare di suicidio politico dell’europa, che infatti, a dispetto del proprio ruolo fondamentale, da lungo tempo non riesce a essere protagonista delle scelte che la riguardano. red
Segue da Pag.31: Putin: Le opzioni della Russia se NATO e USA non fermeranno la loro espansione

Questo mese Mosca ha invitato gli Stati Uniti e la NATO a firmare trattati che vietano un'ulteriore espansione del blocco militare. Funzionari russi hanno ripetutamente affermato di vedere le basi e altre infrastrutture dominate dagli Stati Uniti, all'interno dell'ex Patto di Varsavia, come una minaccia.

A Putin è stato chiesto cosa farà il suo governo se l'Occidente rifiutasse le sue richieste.

"[La nostra risposta] può essere molto diversa" , ha detto il presidente, suggerendo che Mosca potrebbe avere in mente più opzioni. “Dipenderà dalle proposte dei nostri esperti militari”.

Putin ha ribadito che la Russia vuole evitare un'ulteriore escalation e cerca un accordo diplomatico con il blocco guidato dagli Stati Uniti. Durante la sua conferenza stampa di fine anno, giovedì scorso, il presidente ha sottolineato che la Russia potrebbe essere costretta a reagire all'espansione “inaccettabile” della NATO.

Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha affermato che il blocco mantiene una "politica della porta aperta", il che significa che l'Ucraina e le altre nazioni sono libere di aderire al blocco se soddisfano determinati criteri.

Nonostante le tensioni che circondano l'Ucraina, la Russia e la NATO hanno espresso la volontà di continuare il dialogo. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha ribadito che le parti stanno lavorando per organizzare una riunione del Consiglio NATO-Russia. La Deutsche Presse-Agentur ha riferito ieri che Stoltenberg vuole convocare il consiglio il 12 gennaio.

Nelle ultime settimane, funzionari e media occidentali hanno accusato la Russia di prepararsi a una potenziale invasione dell'Ucraina. Mosca ha respinto queste affermazioni.

Putin: non è la Russia a piazzare missili ai confini americani, ma è Washington a piazzare missili alle nostre porte



La Redazione de l'AntiDiplomatico

Il presidente russo Vladimir Putin nella consueta conferenza stampa annuale ha ribadito che non è la Russia che sta piazzando missili vicino ai confini degli Stati Uniti, ma che è Washington alle porte del paese eurasiatico.

"È chiedere troppo non mettere alcun sistema di attacco vicino a casa nostra, cosa c'è di strano?", ha chiesto il presidente. "E se avessimo messo missili al confine tra Stati Uniti e Canada? O in Messico?", ha aggiunto Putin, ricordando che storicamente gli Stati Uniti hanno avuto "dispute territoriali" con il loro vicino meridionale. "Di chi era la California? Di chi era il Texas? L'hanno già dimenticato?"

In questo contesto, il presidente russo ha chiesto a Washington di fornire garanzie di sicurezza. "Devono dare garanzie e subito", ha avvertito Putin, che ha anche sottolineato che negli anni '90 la Nato aveva promesso che non si sarebbe allargata "nemmeno un pollice verso est", ma da allora ci sono state cinque fasi di espansione dell'organizzazione. "Le nostre azioni non dipenderanno dall'andamento dei negoziati, ma dalla garanzia
incondizionata della sicurezza della Russia".

L’asse eurasiatico guidato da Russia-Cina sempre più forte e distante dall’Occidente. Il suicidio politico dell’Europa

Il presidente Xi Jinping, nel vertice virtuale con l’omologo Vladimir Putin, ha detto che “le relazioni Cina-Russia hanno superato prove di varie tempeste e dimostrato nuova vitalità. Cina e Russia hanno dimostrato “le loro responsabilità di grandi potenze e sono diventate il pilastro del vero multilateralismo e della salvaguardia dell’equità e della giustizia internazionali. Le parti “si sostengono a vicenda su temi di interesse centrale e difendono interessi condivisi”. Xi, per i media di Pechino, si è detto pronto a “nuovi piani di cooperazione in vari campi, per lo sviluppo duraturo e di alta qualità dei legami bilaterali”.

Si manifesta sempre più profonda la spaccatura tra l’Occidente e il fronte eurasiatico guidato da Russia e Cina, sempre più unito. E il baratro potrebbe ulteriormente farsi più spaventoso, con i prossimi Giochi Invernali di Pechino, che gli Usa, ma non solo gli Usa intendono boicottare almeno sul piano diplomatico. Ma le tensioni latenti tra Pechino e Washington stanno gettando un’ombra anche sui mercati, dopo che la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato una risoluzione per vietare le importazioni dalla regione cinese dello Xinjiang, misure per dire no a lavoro forzato e altri abusi. Oltre a questo, gli Stati Uniti stanno considerando sanzioni che andrebbero a colpire la produzione miliardaria cinese di chip per computer. La faccenda si complica ulteriormente dopo che Pechino ha definito infondate le preoccupazioni sulla sicurezza dei diplomatici lituani in Cina, partiti frettolosamente.

Pechino ha declassato le relazioni diplomatiche con la Lituania il mese scorso dopo che Taiwan ha aperto un ufficio di rappresentanza nella capitale dello stato baltico. Una spaccatura non da poco con uno dei Paesi più atlantisti del blocco a 27, da sempre in posizione critica rispetto alla Russia e alla Bielorussia. “Il prossimo febbraio, finalmente, potremo incontrarci di persona a Pechino, dice Vladimir Putin Xi Jinping, mostrano la loro buona intesa durante una videoconferenza, in piena tensione con l’Occidente. Il numero uno del Cremlino conferma così la sua visita alle Olimpiadi invernali cinesi. Giusto per sottolineare chi sta con chi. Mentre il resto del mondo dimostra scetticismo.

Insomma, ad osservare la politica dell’Occidente, di Europa e America, nei confronti della Russia, viene da chiedersi se non si sta assistendo a un lento, doloroso e inspiegabile tentativo di suicidio politicoPare infatti che le cancellerie europee facciano tutto ciò che possono per spingere sempre più la Russia verso le braccia della Cina. Si sforzino, cioè, di consegnare definitivamente il più vasto deposito di materie prime e risorse naturali (gas petrolio, certo, ma anche una gamma vastissima di minerali indispensabili all’industria, oltre a oro diamanti), la Russia appunto, all’influenza della potenza manifatturiera della Cina. Favorendo così i piani di Xi Jingpi e della dirigenza cinese, che punta ormai a sfidare gli Usa sul piano della competizione globale.

La russofobia a stelle e strisce, alimentata attraverso la Nato e i Paesi dell’ex Est europeo, serve a questo: a impedire una normalizzazione dei rapporti tra Bruxelles e Mosca e bloccare l’Europa nell’ambito delle politiche decise a Washington. Non a caso i Paesi europei con cui la polemica di Washington è più forte sono la Francia di Macron (che chiede l’esercito europeo e giudica la Nato in stato di “morte cerebrale”) e la Germania, che con la Russia conduce una diplomazia a sé stante. Per questi motivi dunque, si può parlare di suicidio politico dell’Europa, che infatti, a dispetto del proprio ruolo fondamentale, da lungo tempo non riesce a essere protagonista delle scelte che la riguardano.

RED


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