scienza, politica, pandemie, vaccini e correnti antiscientiste.
la recente apparizione di atteggiamenti antiscientisti più o meno legati a fantasiose teorie negazioniste, complottiste e pseudo-libertarie ci induce ad alcune brevi considerazioni storiche sui rapporti tra scienza, politica e società.
scienza e politiche “progressiste” sono sempre andate d’accordo. fin dall’apparire delle prime filosofie naturaliste e dei primi tentativi di esaminare la realtà da un punto di vista razionale e materialista fatta 2500 anni fa da filosofi-fisici, come i filosofi di mileto e gli atomisti, queste correnti di pensiero furono legate a movimenti politici che possiamo definire democratici e “progressisti”. le nuovi classi sociali borghesi e democratiche erano interessate allo sviluppo della scienza e delle tecniche in contrapposizione alle classi aristocratico-feudali che traevano le loro ricchezze dal lavoro agricolo dei servi della gleba. in epoca più tarda la corrente filosofica che faceva riferimento ad epicuro, tardo allievo degli atomisti, ammetteva con pari diritto nella sua cerchia gli schiavi e le donne pur nel mondo greco maschilista e schiavista. un drammaturgo razionalista come euripide condannava la schiavitù e lo stato di inferiorità delle donne. in epoca “ellenistica” le monarchie illuminate dell’epoca – come quella dei tolomei - favorirono un grande sviluppo scientifico e tecnologico, con la produzione di sofisticati ingranaggi, macchine efficienti, pompe perfezionate, e persino macchine automatiche.
questo mondo fu offuscato dall’imperialismo romano che disponeva di un enorme numero di schiavi e non aveva bisogno di scienza e di macchine, e poi anche dall’oscurantismo religioso.
il rinascimento dopo l’oscurantismo medioevale vide una grande ripresa di studi scientifici, come testimoniano le ricerche geniali di leonardo da vinci, e poi la successiva esplosione scientifica del ‘600 simbolizzata dalle grandi figure di galilei e newton. tutte le correnti liberali progressiste che cominciarono a manifestarsi nel ‘600 furono strettamente legate ai progressi scientifici, come ad esempio in inghilterra dove ben due rivoluzioni precedettero e poi si accompagnarono alle ricerche di newton. la massima integrazione tra scienza e politica si ebbe con l’illuminismo del ‘700, che preparò la rivoluzione francese del 1789 e le successive rivoluzioni dell’800. e certamente è fondamentale anche ricordare che la nascita del grande movimento socialista che faceva capo a marx ed engels si accompagnò allo sforzo teorico di creare un pensiero socialista “scientifico” basato su uno studio attento della società e dell’economia. anche il grande rivoluzionario lenin si è sempre schierato a favore di scienza e tecnica in opere filosofiche e interventi politici.
lo sviluppo scientifico ha ricevuto sempre le critiche di filoni di pensiero antiscientisti. non ci vogliamo qui tanto riferire a pensatori apertamente irrazionalisti come schopenhauer, kirkegaard, nietzsche, bergson , heidegger, ecc. , quanto piuttosto a pensatori considerati di sinistra che hanno finito con il polemizzare con la scienza: tra questi il preromantico rousseau che tuonava contro la scienza e l’istruzione pubblica considerata oppressiva, ed i filosofi della scuola di francoforte nel ‘900 come horkheimer ed adorno che se la prendevano con l’illuminismo (nell’opera “dialettica dell’illuminismo”) e marcuse, che ha ispirato l’ala più fondamentalista del ’68(1).
con questo non si vuole assolutamente affermare che la scienza non possa essere usata in modo negativo, ad esempio per costruire armi, o favorire profitti, ma ciò riguarda l’uso politico della scienza e non la scienza in sé che costituisce sempre un valore positivo.
oggi purtroppo assistiamo a rigurgiti antiscientisti, specie da quando è scoppiata l’ultima grande pandemia, quella del covid-19. molta parte delle opposizioni ai vaccini sono legate a terrori irrazionali e scarsa competenza su materie scientifiche e interpretazione dei dati statistici, e molte teorie negazioniste e complottiste che hanno imperversato nella fase iniziale della pandemia si sono basate su suggestioni fantasiose prive di qualsiasi riscontro oggettivo. con questo non si vuole negare che spesso da parte di molti governi, compreso il nostro, siano state emanate notizie false e contraddittorie alimentate anche da esperti fasulli che chiacchieravano a ruota libera sui mass media. non si vuole nemmeno negare che i vaccini possano avere in casi particolari delle controindicazioni e che siano stati testati in tempi ristretti, anche se nel rispetto della normativa esistente. si vuole però ricordare che i vaccini sono il più potente ed in alcuni casi, l’unico rimedio contro le epidemie virali e che i benefici di un loro impiego generalizzato superano di gran lunga le controindicazioni. lo stesso discorso può essere fatto sui provvedimenti di chiusura, di distanziamento sociale, di uso di mascherine, ecc. , che si sono rivelati utilissimi anche se spesso questi provvedimenti sono stati applicati in modo parziale, contraddittorio e scorretto. sono da condannarsi gli insulti contro scienziati riconosciuti come il pacifista prof. zucchetti, già membro del gruppo “scienziati contro la guerra”. lo stesso prof. crisanti, spesso critico verso le posizioni del governo, ricordava qualche sera fa che la protezione data dalla doppia vaccinazione si ridurrebbe al 40% dopo 6 masi; ma da questo non concludeva che sarebbe inutile vaccinarsi, ma anzi chiedeva di affrettare la terza vaccinazione e potenziare i provvedimenti difensivi (come l’uso generalizzato delle mascherine).
oggi il movimento “no vax” ha operato una sostanziale ritirata sui temi delle proteste iniziali, dopo che oltre l’80% degli italiani si è vaccinato con successo ed il numero degli infettati giornalieri si è ridotto drasticamente, , così come quello dei ricoverati e dei morti (il numero di 30-40 morti giornalieri è ancora troppo elevato, ma è 20-25 volte inferiore a quello della russia, dove le vaccinazioni vanno a rilento, e il numero degli infettati in italia è mediamente 20 volte inferiore a quello del regno unito dove è stato riaperto tutto, e sono state eliminate tutte le restrizioni sociali). il movimento “no vax”si è ora attestato sulla contestazione di un singolo provvedimento, quello del “green pass” con motivazioni essenzialmente pseudo-libertarie.
non si vuole qui negare che i provvedimenti relativi al “green pass” siano stati spesso applicati in modo contraddittorio e che lo stesso provvedimento in sé possa apparire discutibile. ma invocare le libertà costituzionali appare assai improprio, visto che la nostra costituzione prevede limitazioni delle libertà individuali se tese al bene comune, e alla sicurezza e alla salute dei cittadini. l’infiltrazione di gruppi fascisti e nazisti nei cortei “no green pass” e l’appoggio esterno dato da partiti come fratelli d’italia non è casuale o dettato solo da demagogia. invocare la “libertà” a danno dei diritti alla sicurezza e alla salute della massa dei cittadini è un atteggiamento intrinsecamente di destra, all’insegna del “faccio come mi pare e me ne frego del bene comune”. se poi si intende solo mettere in difficoltà il governo draghi, bisogna ricordare che sono ben altri i motivi per cui bisogna criticare questo governo: povertà crescente delle famiglie, disoccupazione, precarietà, ingiustizia sociale, fedeltà alle grandi banche e alla grande finanza internazionale, servilismo verso l’imperialismo e la nato. deviare la rabbia di strati popolari sul “green pass” porta il “movimento” su un binario morto e lo espone ad una lenta emarginazione, alle infiltrazioni fasciste e alla sconfitta per un’assenza totale di reale strategia politica.
roma 24 ottobre 2021, vincenzo brandi.
analisi più approfondite su tutta questa introduzione dell’articolo possono essere trovate nel libro “conoscenza, scienza e filosofia”, petite plaisance 2020, di v. brandi.
SCIENZA,
POLITICA, PANDEMIE, VACCINI E CORRENTI ANTISCIENTISTE
La
recente apparizione di atteggiamenti antiscientisti più o meno
legati a fantasiose teorie negazioniste, complottiste e
pseudo-libertarie ci induce ad alcune brevi considerazioni storiche
sui rapporti tra scienza, politica e società.
Scienza
e politiche “progressiste” sono sempre andate d’accordo.
Fin dall’apparire delle prime filosofie naturaliste e dei primi
tentativi di esaminare la realtà da un punto di vista
razionale e materialista fatta 2500 anni fa da filosofi-fisici, come
i filosofi di Mileto e gli atomisti, queste correnti di pensiero
furono legate a movimenti politici che possiamo definire democratici
e “progressisti”. Le nuovi classi sociali borghesi e
democratiche erano interessate allo sviluppo della scienza e delle
tecniche in contrapposizione alle classi aristocratico-feudali che
traevano le loro ricchezze dal lavoro agricolo dei servi della gleba.
In epoca più tarda la corrente filosofica che faceva
riferimento ad Epicuro, tardo allievo degli atomisti, ammetteva con
pari diritto nella sua cerchia gli schiavi e le donne pur nel mondo
greco maschilista e schiavista. Un drammaturgo razionalista come
Euripide condannava la schiavitù e lo stato di inferiorità
delle donne. In epoca “ellenistica” le monarchie
illuminate dell’epoca – come quella dei Tolomei -
favorirono un grande sviluppo scientifico e tecnologico, con la
produzione di sofisticati ingranaggi, macchine efficienti, pompe
perfezionate, e persino macchine automatiche.
Questo
mondo fu offuscato dall’imperialismo romano che disponeva di un
enorme numero di schiavi e non aveva bisogno di scienza e di
macchine, e poi anche dall’oscurantismo religioso.
Il
Rinascimento dopo l’oscurantismo medioevale vide una grande
ripresa di studi scientifici, come testimoniano le ricerche geniali
di Leonardo da Vinci, e poi la successiva esplosione scientifica del
‘600 simbolizzata dalle grandi figure di Galilei e Newton.
Tutte le correnti liberali progressiste che cominciarono a
manifestarsi nel ‘600 furono strettamente legate ai progressi
scientifici, come ad esempio in Inghilterra dove ben due rivoluzioni
precedettero e poi si accompagnarono alle ricerche di Newton. La
massima integrazione tra scienza e politica si ebbe con l’Illuminismo
del ‘700, che preparò la Rivoluzione Francese del 1789 e
le successive rivoluzioni dell’800. E certamente è
fondamentale anche ricordare che la nascita del grande movimento
socialista che faceva capo a Marx ed Engels si accompagnò allo
sforzo teorico di creare un pensiero socialista “scientifico”
basato su uno studio attento della società e dell’economia.
Anche il grande rivoluzionario Lenin si è sempre schierato a
favore di scienza e tecnica in opere filosofiche e interventi
politici.
Lo
sviluppo scientifico ha ricevuto sempre le critiche di filoni di
pensiero antiscientisti. Non ci vogliamo qui tanto riferire a
pensatori apertamente irrazionalisti come Schopenhauer, Kirkegaard,
Nietzsche, Bergson , Heidegger, ecc. , quanto piuttosto a pensatori
considerati di sinistra che hanno finito con il polemizzare con la
scienza: tra questi il preromantico Rousseau che tuonava contro la
scienza e l’istruzione pubblica considerata oppressiva, ed i
filosofi della Scuola di Francoforte nel ‘900 come Horkheimer
ed Adorno che se la prendevano con l’Illuminismo (nell’opera
“Dialettica dell’Illuminismo”) e Marcuse, che ha
ispirato l’ala più fondamentalista del ’68(1).
Con
questo non si vuole assolutamente affermare che la scienza non possa
essere usata in modo negativo, ad esempio per costruire armi, o
favorire profitti, ma ciò riguarda l’uso politico della
scienza e non la scienza in sé che costituisce sempre un
valore positivo.
|
Oggi
purtroppo assistiamo a rigurgiti antiscientisti, specie da quando è
scoppiata l’ultima grande pandemia, quella del COVID-19. Molta
parte delle opposizioni ai vaccini sono legate a terrori irrazionali
e scarsa competenza su materie scientifiche e interpretazione dei
dati statistici, e molte teorie negazioniste e complottiste che hanno
imperversato nella fase iniziale della pandemia si sono basate su
suggestioni fantasiose prive di qualsiasi riscontro oggettivo. Con
questo non si vuole negare che spesso da parte di molti Governi,
compreso il nostro, siano state emanate notizie false e
contraddittorie alimentate anche da esperti fasulli che
chiacchieravano a ruota libera sui mass media. Non si vuole nemmeno
negare che i vaccini possano avere in casi particolari delle
controindicazioni e che siano stati testati in tempi ristretti, anche
se nel rispetto della normativa esistente. Si vuole però
ricordare che i vaccini sono il più potente ed in alcuni casi,
l’unico rimedio contro le epidemie virali e che i benefici di
un loro impiego generalizzato superano di gran lunga le
controindicazioni. Lo stesso discorso può essere fatto sui
provvedimenti di chiusura, di distanziamento sociale, di uso di
mascherine, ecc. , che si sono rivelati utilissimi anche se spesso
questi provvedimenti sono stati applicati in modo parziale,
contraddittorio e scorretto. Sono da condannarsi gli insulti contro
scienziati riconosciuti come il pacifista Prof. Zucchetti, già
membro del gruppo “Scienziati contro la guerra”. Lo
stesso Prof. Crisanti, spesso critico verso le posizioni del Governo,
ricordava qualche sera fa che la protezione data dalla doppia
vaccinazione si ridurrebbe al 40% dopo 6 masi; ma da questo non
concludeva che sarebbe inutile vaccinarsi, ma anzi chiedeva di
affrettare la terza vaccinazione e potenziare i provvedimenti
difensivi (come l’uso generalizzato delle mascherine).
Oggi
il movimento “no vax” ha operato una sostanziale ritirata
sui temi delle proteste iniziali, dopo che oltre l’80% degli
Italiani si è vaccinato con successo ed il numero degli
infettati giornalieri si è ridotto drasticamente, , così
come quello dei ricoverati e dei morti (il numero di 30-40 morti
giornalieri è ancora troppo elevato, ma è 20-25 volte
inferiore a quello della Russia, dove le vaccinazioni vanno a
rilento, e il numero degli infettati in Italia è mediamente 20
volte inferiore a quello del Regno Unito dove è stato riaperto
tutto, e sono state eliminate tutte le restrizioni sociali). Il
movimento “no vax”si è ora attestato sulla
contestazione di un singolo provvedimento, quello del “green
pass” con motivazioni essenzialmente pseudo-libertarie.
Non
si vuole qui negare che i provvedimenti relativi al “green
pass” siano stati spesso applicati in modo contraddittorio e
che lo stesso provvedimento in sé possa apparire discutibile.
Ma invocare le libertà costituzionali appare assai improprio,
visto che la nostra Costituzione prevede limitazioni delle libertà
individuali se tese al bene comune, e alla sicurezza e alla salute
dei cittadini. L’infiltrazione di gruppi fascisti e nazisti nei
cortei “no green pass” e l’appoggio esterno dato da
partiti come Fratelli d’Italia non è casuale o dettato
solo da demagogia. Invocare la “libertà” a danno
dei diritti alla sicurezza e alla salute della massa dei cittadini è
un atteggiamento intrinsecamente di destra, all’insegna del
“faccio come mi pare e me ne frego del bene comune”. Se
poi si intende solo mettere in difficoltà il Governo Draghi,
bisogna ricordare che sono ben altri i motivi per cui bisogna
criticare questo Governo: povertà crescente delle famiglie,
disoccupazione, precarietà, ingiustizia sociale, fedeltà
alle grandi banche e alla grande finanza internazionale, servilismo
verso l’Imperialismo e la NATO. Deviare la rabbia di strati
popolari sul “green pass” porta il “movimento”
su un binario morto e lo espone ad una lenta emarginazione, alle
infiltrazioni fasciste e alla sconfitta per un’assenza totale
di reale strategia politica.
Roma
24 ottobre 2021, Vincenzo Brandi
Analisi
più approfondite su tutta questa introduzione dell’articolo
possono essere trovate nel libro “Conoscenza, scienza e
filosofia”, Petite Plaisance 2020, di V. Brandi
|