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La VOCE ANNO XXIII N°9

maggio 2021

PAGINA 5

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segue da pag.4: cina accusa la bbc di diffondere fake news. hua ha aggiunto che nessun dipartimento cinese né alcun governo locale in cina lo hanno minacciato. “se ci sono prove che sia stato minacciato, avrebbe dovuto chiamare la polizia”, ha aggiunto hua. pechino ha presentato diverse severe opposizioni all’emittente televisiva su ciò che ritiene essere un falso rapporto sulla regione autonoma cinese dello xinjiang uygur e sugli sforzi di prevenzione e controllo del covid-19 della cina. il mese scorso, la cina ha annunciato di aver vietato la trasmissione di bbc world news e ha revocato la sua licenza per un anno. la nato scaglia l'italia. contro la russia. visione tv. 94.800 iscritti. "la russia non è nemica dell'italia". - manlio dinucci. manlio dinucci analizza tutti i segnali che dimostrano l'intenzione della nato di provocare la russia fino al punto da generare una escalation dai risvolti imprevedibili: "con l'arrivo di biden alla casa bianca in siria e in ucraina si sono subito riaccesi focolai di guerra. l'italia non deve farsi trascinare in conflitto senza senso contro la russia che non ha intenzione di minacciare nessuno" perché l'italia provoca la russia e non difende i suoi interessi? - intervista a antonio de martini. lafinanzasulweb. 72.100 iscritti. sui media italiani si sta dando grande risonanza alla vicenda di walter biot, ufficiale della marina italiana accusato di aver passato documenti segreti alla russia in cambio di danaro. si tratta però di un soggetto di secondo piano che non aveva accesso a documenti segreti, e fatti di questo tipo sono relativamente frequenti. ma allora perché tanto interesse per questa vicenda e tanta severità nella risposta ai russi da parte di di maio e della farnesina? naturalmente le ragioni sono di politica internazionale. ne abbiamo parlato con antonio de martini, esperto di geopolitica ed intelligence.
esercito, giacimenti e ricostruzione: così erdogan si prende la libia (a spese dell'italia). di alessandra benignetti. il governo libico si trasferisce ad ankara per discutere una serie di accordi di cooperazione con la turchia. erdogan annuncia: "continueremo a supportare la libia nella sfera della difesa”. ma la mossa turca preoccupa i leader europei. la turchia non ha alcuna intenzione di ritirarsi militarmente dalla libia. lo ha lasciato intendere ieri il presidente recep tyyip erdogan a margine del faccia a faccia con il nuovo premier libico abdul hamid dbeibah. nei giorni scorsi ad ankara si è trasferito l’intero governo di unità nazionale, con ben 14 ministri, tutti i vicepremier e il capo di stato maggiore. obiettivo: discutere una serie di intese bilaterali e riaffermare la cooperazione in aree chiave. “continueremo a supportare la libia nella sfera della difesa”, ci ha tenuto innanzitutto a sottolineare in conferenza stampa il presidente turco. “il nostro obiettivo – ha precisato - è quello di mantenere la stabilità nel paese e la sua integrità territoriale”. la mossa che gela l'italia parole che sono riecheggiate anche a bruxelles, impensierendo i leader europei, in una fase in cui le relazioni diplomatiche con ankara sono caratterizzate da alti e bassi, come testimonia il recente scontro tra italia e turchia per le parole del premier, mario draghi, che dopo il "sofagate" aveva definito erdogan un “dittatore”. tanto che qualcuno, come si legge su repubblica, ipotizza che il tempismo del vertice non sia casuale e che, anzi, sia mirato, tra le altre cose, a limitare l’influenza italiana nel paese. il memorandum sui confini marittimi. non solo. ieri erdogan e dbeibah hanno confermato il memorandum d’intesa del 2019 sui confini marittimi che consente ad ankara di mettere le mani sulle risorse energetiche contese del mediterraneo. si tratta dello stesso accordo che aveva fatto infuriare grecia e cipro. e poi, cinque nuovi accordi di cooperazione economica. i due paesi hanno espresso la volontà di incrementare la cooperazione in ambito energetico e sanitario. secondo quanto si legge sull’associated press, inoltre, è stato discusso anche il ritorno in libia delle aziende turche per completare progetti energetici rimasti in sospeso. il nodo della ricostruzione. nel frattempo il governo libico cerca di accontentare anche i partner europei. dbeibah ha detto di voler stabilire un comitato congiunto con atene per discutere i confini della zona economica esclusiva. prima di partire per ankara il premier ha incontrato il ministro degli esteri greco, nikos dendias, discutendo, tra le altre cose, anche i termini per la riapertura dell’ambasciata a tripoli e del consolato a bengasi. i legami con la turchia, però, sono sempre più stretti. durante il vertice è stato deciso che i militari sosterranno la formazione dell’esercito libico. in più ci sarebbero una serie di accordi per la ricostruzione di molte delle aree bombardate e rase al suolo dal conflitto, compreso l’aeroporto di tripoli. molti degli appalti, stando a quanto è emerso dalla due giorni, verranno affidati proprio ad aziende turche.
Segue da Pag.4: Cina accusa la Bbc di diffondere fake news

Hua ha aggiunto che nessun dipartimento cinese né alcun governo locale in Cina lo hanno minacciato. “Se ci sono prove che sia stato minacciato, avrebbe dovuto chiamare la polizia”, ha aggiunto Hua.

Pechino ha presentato diverse severe opposizioni all’emittente televisiva su ciò che ritiene essere un falso rapporto sulla regione autonoma cinese dello Xinjiang Uygur e sugli sforzi di prevenzione e controllo del Covid-19 della Cina.

Il mese scorso, la Cina ha annunciato di aver vietato la trasmissione di Bbc World News e ha revocato la sua licenza per un anno.

LA NATO SCAGLIA L'ITALIA
CONTRO LA RUSSIA

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"La Russia non è nemica dell'Italia"

- Manlio Dinucci
Manlio Dinucci analizza tutti i segnali che dimostrano l'intenzione della Nato di provocare la Russia fino al punto da generare una escalation dai risvolti imprevedibili:
"Con l'arrivo di Biden alla Casa Bianca in Siria e in Ucraina si sono subito riaccesi focolai di guerra. L'Italia non deve farsi trascinare in conflitto senza senso contro la Russia che non ha intenzione di minacciare nessuno"

Perché l'Italia provoca la Russia e non difende i suoi interessi? - Intervista a Antonio De Martini

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Sui media italiani si sta dando grande risonanza alla vicenda di Walter Biot, ufficiale della Marina Italiana accusato di aver passato documenti segreti alla Russia in cambio di danaro. Si tratta però di un soggetto di secondo piano che non aveva accesso a documenti segreti, e fatti di questo tipo sono relativamente frequenti. Ma allora perché tanto interesse per questa vicenda e tanta severità nella risposta ai russi da parte di Di Maio e della Farnesina? Naturalmente le ragioni sono di politica internazionale. Ne abbiamo parlato con Antonio De Martini, esperto di geopolitica ed intelligence.

Esercito, giacimenti e ricostruzione: così Erdogan si prende la Libia (a spese dell'Italia)

Di Alessandra Benignetti

Il governo libico si trasferisce ad Ankara per discutere una serie di accordi di cooperazione con la Turchia. Erdogan annuncia: "Continueremo a supportare la Libia nella sfera della difesa”. Ma la mossa turca preoccupa i leader europei.

La Turchia non ha alcuna intenzione di ritirarsi militarmente dalla Libia. Lo ha lasciato intendere ieri il presidente Recep Tyyip Erdogan a margine del faccia a faccia con il nuovo premier libico Abdul Hamid Dbeibah.

Nei giorni scorsi ad Ankara si è trasferito l’intero governo di Unità Nazionale, con ben 14 ministri, tutti i vicepremier e il capo di Stato maggiore. Obiettivo: discutere una serie di intese bilaterali e riaffermare la cooperazione in aree chiave.



“Continueremo a supportare la Libia nella sfera della difesa”, ci ha tenuto innanzitutto a sottolineare in conferenza stampa il presidente turco. “Il nostro obiettivo – ha precisato - è quello di mantenere la stabilità nel Paese e la sua integrità territoriale”. La mossa che gela l'Italia
Parole che sono riecheggiate anche a Bruxelles, impensierendo i leader europei, in una fase in cui le relazioni diplomatiche con Ankara sono caratterizzate da alti e bassi, come testimonia il recente scontro tra Italia e Turchia per le parole del premier, Mario Draghi, che dopo il "Sofagate" aveva definito Erdogan un “dittatore”.

Tanto che qualcuno, come si legge su Repubblica, ipotizza che il tempismo del vertice non sia casuale e che, anzi, sia mirato, tra le altre cose, a limitare l’influenza italiana nel Paese.

Il memorandum sui confini marittimi
Non solo. Ieri Erdogan e Dbeibah hanno confermato il memorandum d’intesa del 2019 sui confini marittimi che consente ad Ankara di mettere le mani sulle risorse energetiche contese del Mediterraneo. Si tratta dello stesso accordo che aveva fatto infuriare Grecia e Cipro. E poi, cinque nuovi accordi di cooperazione economica. I due Paesi hanno espresso la volontà di incrementare la cooperazione in ambito energetico e sanitario. Secondo quanto si legge sull’Associated Press, inoltre, è stato discusso anche il ritorno in Libia delle aziende turche per completare progetti energetici rimasti in sospeso.

Il nodo della ricostruzione
Nel frattempo il governo libico cerca di accontentare anche i partner europei. Dbeibah ha detto di voler stabilire un comitato congiunto con Atene per discutere i confini della zona economica esclusiva. Prima di partire per Ankara il premier ha incontrato il ministro degli Esteri greco, Nikos Dendias, discutendo, tra le altre cose, anche i termini per la riapertura dell’ambasciata a Tripoli e del consolato a Bengasi.

I legami con la Turchia, però, sono sempre più stretti. Durante il vertice è stato deciso che i militari sosterranno la formazione dell’esercito libico. In più ci sarebbero una serie di accordi per la ricostruzione di molte delle aree bombardate e rase al suolo dal conflitto, compreso l’aeroporto di Tripoli.
Molti degli appalti, stando a quanto è emerso dalla due giorni, verranno affidati proprio ad aziende turche.

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