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La VOCE 2101

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La VOCE ANNO XXIII N°5

gennaio 2021

PAGINA 4         - 24

Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
slovenia. mentre i sindacati sloveni sono pronti allo sciopero per la difesa dei salari, il governo stanzia 780 milioni di euro per armamenti e rifiuta un referendum su questo, richiesto dal partito progressista levica. di enrico vigna. 4 dicembre 2020 – fonte: http://www.civg.it/index.php? il governo sloveno ha rifiutato la richiesta di levica di indire un referendum sull'acquisto di armi per un valore di 925,28 milioni di dollari. levica impugnerà la decisione presso la corte costituzionale. il partito progressista sloveno levica ha ribadito una forte protesta contro il rifiuto del governo di condurre un referendum sulla decisione di procurarsi armi per 780 milioni di euro (925,28 milioni di dollari). il governo ha apertamente escluso questa possibilità che era stato proposto da levica, attirando le critiche dei settori progressisti del paese. levica ha dichiarato che sfiderà il rifiuto del governo, rivolgendosi alla corte costituzionale del paese. secondo i rapporti, il governo aveva in precedenza proposto un disegno di legge all'assemblea nazionale per stanziare 780 milioni di euro (925,28 milioni di dollari) per le forze armate slovene. tale importo deve essere utilizzato dal 2021 al 2026 per procurare attrezzature e armi per due battaglioni di medie dimensioni che saranno integrati nella nato. levica ha da subito criticato questa proposta come impresentabile, stante la situazione di difficoltà relativa alla crisi pandemica. aveva quindi chiesto un referendum consultivo sull'acquisto delle armi. diversi sondaggi di opinione hanno indicato che la maggior parte dei cittadini nel paese risulta contraria al piano del governo, più di tre quarti della popolazione della repubblica di slovenia si dichiara non d’accordo all'acquisto di armi, stante la crisi della sanità, dell'economia, sociale e ambientale. levica ha affermato che : “dopo mesi di accese discussioni sui 780 milioni per l’acquisto di queste armi non necessarie, il governo ha indicato all'assemblea nazionale di vietare un referendum legislativo contro questa legge. le ragioni sono molto chiare: la gente respinge il più grande acquisto di armi da guerra nella storia della slovenia indipendente, in un'epoca di crisi sanitaria, sociale ed economica…ma ora non è più solo questione di priorità sbagliate. ora la domanda è: la slovenia ha una sovranità popolare? o, al contrario, una casta politica, pronta a vendere il paese a centri di potere stranieri e a complessi militari-industriali per i suoi interessi di parte e qualche agevolazione nelle forme di condizioni commerciali. e per questo, ai cittadini, al popolo, viene sottratto il meccanismo più elementare di un processo decisionale democratico: il referendum ”, ha dichiarato il partito. levica ha anche annunciato di aver iniziato discussioni con tre partiti di opposizione, con l'obiettivo di far cadere il governo. la slovenia ha attualmente un governo di minoranza guidato da janez jansa del partito democratico sloveno (sds) di destra. “…un governo che gioca con le armi durante l'epidemia, invece di affrontare gli scottanti problemi sociali che sono stati notevolmente esacerbati dall'epidemia di coronavirus. riteniamo che sia sempre una questione di priorità sociali: questo governo preferisce spendere in armamenti, mentre andiamo incontro a scenari di crisi, in cui avremo bisogno di ogni centesimo per salvare vite, posti di lavoro e difficoltà sociali, oltre ad affrontare gli effetti del cambiamento climatico…”, ha dichiarato “…se la slovenia avesse ridotto le sue spese militari allo stesso modo della svizzera negli ultimi anni, oggi non parleremmo di altri 780 milioni, ma risparmieremmo più di 150 milioni di euro ogni anno solo sulle spese militari. si tratta di più della metà di tutti i fondi stanziati ogni anno dalla repubblica di slovenia, per il finanziamento di programmi e progetti di ricerca all'interno del bilancio del ministero dell'istruzione, della scienza e dello sport… l’alleanza della nato, la corsa agli armamenti sono anacronismi della guerra fredda, una posizione che sosteniamo con forza nel nostro programma. il futuro dell'umanità non può risiedere nei conflitti violenti ma nella diplomazia, nel rispetto del diritto internazionale e nelle risoluzioni pacifiche delle controversie tra stati. l'approvvigionamento di armi non è supportato dall'analisi delle minacce alla sicurezza del nostro paese. un'analisi del rischio per la sicurezza suggerirebbe probabilmente alcuni risultati imbarazzanti e domande ancora più imbarazzanti per i sostenitori dell'acquisto di armi. per cominciare, sorge la domanda su come i blindati acquistati proteggeranno la slovenia se, date le sue caratteristiche geografiche, è difficile per essi lasciare l'autostrada? ci domandiamo se il nostro governo di estrema destra sull'approvvigionamento di armi sia parte della soluzione o forse parte del problema. infine, ma non meno importante, dovremmo anche chiederci seriamente se le stesse armi che hanno devastato l'iraq e l'afghanistan abbiano destabilizzato l'intera regione e creato lo stato islamico, sia la causa del pericolo e non la soluzione. e la partecipazione della slovenia a queste efferate avventure non è forse questo, una minaccia fondamentale per la sua sicurezza? ciò è anche indirettamente riconosciuto nella risoluzione sulla strategia di sicurezza nazionale della repubblica di slovenia, che sottolinea che la repubblica di slovenia potrebbe essere obiettivo di attacchi, poiché fornirà supporto ai movimenti delle forze militari della nato e dell'unione europea. le armi che ora acquistiamo per la partecipazione alle missioni nato all'estero non aumenteranno quindi la sicurezza della slovenia, ma anzi disegneranno un bersaglio sul nostro territorio, se non impediremo di farci trascinare inutilmente nei conflitti attuali. ovviamente, il governo non ha un'analisi del genere, così come risposte a queste domande, perché non ne ha bisogno. nonostante gli sia stato richiesto di farlo più volte, ad oggi non abbiamo ricevuto una valutazione del rischio per la sicurezza, che è la base per l'acquisto di armi. ma questo lo sappiamo…”,ha denunciato il partito sloveno levica. lettera pubblica del sindacato sloveno zsss, al ministero del lavoro: decidere subito sulle proposte per congelare il salario minimo o sciopero generale! lettera pubblica del sindacato zsss inviata al ministero del lavoro, della famiglia, degli affari sociali e pari opportunità in cui “ chiediamo al ministero di prendere immediatamente posizione sulle proposte per congelare il salario minimo, difendere i lavoratori e iniziare a rispettare il dialogo tra le parti sociali. a rtv slovenia di ieri, il segretario di stato presso il ministero dello sviluppo economico e della tecnologia (mgrt) simon zajc ha dichiarato: "una bozza è stata presentata oggi ai partner del consiglio strategico del consiglio per la competitività e poi sarà presentata al consiglio di esperti per il turismo “. la suddetta dichiarazione del segretario di stato mostra chiaramente che si ripete la storia della formazione e dell'adozione degli ultimi (pochi) pacchetti di misure anti-coronavirus. e questo nonostante tutti i colloqui, i discorsi, le promesse, le assicurazioni. prima il materiale viene dato ai giornalisti, poi viene informata, dal ministero, una sola parte sociale: i datori di lavoro. i sindacati vengono esclusi. senza parole! non c'è molto da lamentarsi del ministero dello sviluppo economico e della tecnologia, del ministero del lavoro, della famiglia, degli affari sociali e delle pari opportunità. il ministero dell'economia fa parte dello stesso governo e ha a sua disposizione il materiale documentale, informa la parte sociale all'interno dei suoi organi di lavoro, lo include nei processi… il ministero del lavoro non lo fa! e questo è proprio il ministero, la cui attività primaria dovrebbe essere la tutela dei diritti dei lavoratori e la cura della loro situazione economica e sociale, inclusa la cura del dialogo sociale. siamo sempre più convinti che le azioni del ministero del lavoro abbiano uno scopo. e uno di questi potrebbe anche essere l'esclusione deliberata dei sindacati. non solo dal processo di progettazione e adozione dei disegni di legge, ma anche dal dialogo sociale. va inoltre ricordato che il ministro del lavoro nelle ultime due sessioni del consiglio economico e sociale (esc) si è opposto esplicitamente alla proposta dei sindacati di istituire un gruppo negoziale di parti sociali. le regole sul funzionamento del consiglio economico e sociale, le ultime decisioni da rispettare e gli standard stabiliti per il dialogo sociale, sono chiaramente solo un "punto morto" sulla carta. il nuovo coronavirus ha colpito l'economia, ma ha anche colpito gravemente i lavoratori e le loro famiglie ed è presente nei disagi personali di gran parte della popolazione, che quotidianamente sta affrontando le sue crisi. non vogliono sentire la loro voce al ministero del lavoro, altrimenti non si spiega l'esclusione dei sindacati. inoltre, nonostante il fatto che il ministro dell'economia abbia dato il sostegno pubblico al congelamento del salario minimo, il ministero del lavoro non ha commentato questo. si è schierato contro la difesa dei lavoratori, contro la tutela della loro posizione economica e sociale. e non ha sostenuto la sua posizione contraria con argomenti. a questo punto, l'associazione dei sindacati liberi della slovenia chiede pubblicamente al ministero del lavoro di prendere posizione sulle richieste di congelare il salario minimo e di comunicare la sua posizione ai lavoratori sloveni! tutti i decreti precedenti hanno messo l'economia al primo posto! sarebbe ora di mettere i lavoratori al primo posto e di non proporre misure che peggiorerebbero la situazione economica e sociale dei lavoratori, creerebbero disuguaglianze o forse addirittura interferirebbero con la legislazione statale. allo stesso tempo, la federazione dei sindacati liberi della slovenia annuncia che informeremo la commissione europea in merito al pkp7, sul modo di redigere e adottare una legislazione così importante e alla disparità di trattamento delle parti sociali e alle violazioni intenzionali del regolamento interno. in tutto questo non viene rispettata la richiesta della commissione europea di coinvolgere le parti sociali slovene nell'adozione delle misure, da cui dipende anche la distribuzione delle risorse finanziarie. soprattutto, inizieremo i preparativi per tutte le forme di lotta sindacale, compreso lo sciopero generale, all'interno degli organi e dei sindacati membri della zsss”. 2 dicembre 2020. === nuovo indirizzario jugoinfo. come previsto [. http://www.cnj.it/home/it/. ] le liste yahoogroups hanno smesso di funzionare. i vecchi indirizzari jugoinfo (jugoinfo@yahoogroups.com e cr). sono perciò da subito rimpiazzati dalla nuova lista. . alla quale sono stati iscritti tutti gli indirizzi già presenti sui vecchi indirizzari, indipendentemente da come ricevevano (o non ricevevano) i messaggi. per iscriversi [o per cancellarsi] / upisivanje [brisanje]: jugoinfo-[un]subscribe@. se vuoi conoscere altri comandi: jugoinfo-help@. per ulteriori comunicazioni e informazioni: jugocoord@ .
ai soci, ai simpatizzanti, ai membri del comitato scientifico-artistico. carissimi/e, cogliamo l'occasione dell'anno che si chiude non tanto per rivolgere auguri di rito, quanto per fare il punto ed aggiornarvi sulle attività svolte e sulla situazione della nostra associazione. la pandemia ha infatti, tra l'altro, fortemente limitato le occasioni di interazione personale. nonostante l'uso degli strumenti informatici che permette ad es. ai membri del nostro direttivo di consultarsi ogniqualvolta ce ne sia la necessità, la scarsità di incontri fisici ha determinato una dispersione delle informazioni e la perdita di cognizione del quadro complessivo. tentiamo di porre rimedio con questi appunti, che contengono al contempo alcune comunicazioni di servizio. come sapete, a seguito del lascito di giuseppe torre nel 2016 jugocoord ha avviato numerosi diversi progetti: – apertura cdd "g. torre" a bologna. – premio "g. torre" per saggi sul "tribunale ad hoc" dell'aia. – iniziative sul confine orientale (1, 2, 3). – rete della memoria e dell'amicizia per l'appennino centrale. – collana orientamenti. – corsi di lingua serbocroata. – ed altro ancora (donazioni a realtà jugoslaviste e di solidarietà, rinnovo del sito internet con il salvataggio dell'archivio jugoinfo, partecipazione alle iniziative tenute in serbia nel ventennale dei bombardamenti, eccetera). quasi per ciascuno di questi progetti erano state create apposite commissioni di lavoro. con il passare del tempo, per vari motivi, le commissioni non si sono consolidate e gli impegni decisionali e di controllo sono invece ripiombati interamente a carico del direttivo, il quale – nonostante l'allargamento ad alcuni nuovi membri – fa una fatica crescente a seguire tutto, sia per la molteplicità dei temi sia per problemi soggettivi inevitabili. nessuno di noi è "professionista del volontariato" né ambisce ad esserlo, nessuno percepisce compensi per questa attività: viceversa, i nostri limiti e impegni individuali con il tempo sono aumentati – tra cura dei figli, cambiamenti nelle situazioni lavorative-reddituali, problemi di salute ed età nostri o delle persone che ci sono vicine... se aggiungiamo altre difficoltà connesse alla mancata conoscenza di argomenti/tecnologie di carattere gestionale e così via, si comprende la crescente nostra inadeguatezza al compito che dovremmo svolgere. in questa situazione di per sé sempre più critica si è inserita quest'anno la pandemia, che ha imposto ulteriori limitazioni. la assemblea dei soci 2020 si è tenuta il 9 febbraio 2020 a bologna a latere di un nuovo bel convegno sul tema del confine orientale. sono state per noi le ultime due occasioni di incontro collettivo. di lì a breve siamo piombati nel primo "lockdown", ma non è solo a causa di quello che le attività di rendicontazione dei due avvenimenti (stesura del verbale della assemblea e pubblicazione online dei contributi del convegno) non sono state ancora svolte. abbiamo dato priorità alla realizzazione dei video di altre precedenti iniziative non adeguatamente valorizzate (1, 2), dopodiché gli impegni personali di chi doveva occuparsene sono stati soverchianti. i bilanci (consuntivo 2019 e preventivo 2020) e il libro dei soci 2019 siano stati chiusi e approvati dal direttivo, ma non si è proceduto nemmeno alla emissione delle tessere associative 2020, per plurimi motivi: oltre alla difficoltà soggettiva del segretario, che dovrebbe compilare e spedire molte decine di tessere, va considerato che in base all'adeguamento dello statuto alla nuova normativa che prevede la istituzione del registro unico nazionale del terzo settore, il coordinamento nazionale per la jugoslavia dovrebbe denominarsi ets cioè "ente del terzo settore" anziché "onlus". tuttavia le norme applicative non sono state ancora emanate, e tutto appare fermo a livello legislativo, certamente anche a causa della pandemia. a fine 2019 avevamo deciso di attendere di poter stampare nuove tessere con la nuova denominazione. poiché nel frattempo un intero anno è passato, e per alleviare le incombenze ai nostri membri in questo periodo delicato, per il 2021 il direttivo ha stabilito di . (1) sospendere l'emissione delle tessere; chiudere dunque il tesseramento dei soci 2020 senza il rilascio della tessera cartacea, ma con la sola iscrizione a registro; chi non essendo in regola per il 2020 fosse ancora incluso nelle comunicazioni interne, sarà cancellato il 1 gennaio 2021; (2) mantenere, a chi non comunichi esplicita rinuncia o rifiuto, lo status di socio/sostenitore per il 2021 a chi è in regola per il 2020; fare tuttavia appello al versamento di donazioni/sottoscrizioni libere a supporto dell'attività associativa; (3) continuare come di consueto con le procedure di ammissione di eventuali nuovi soci e sostenitori. entro febbraio sarà comunque convocata la assemblea dei soci, che si terrà in modalità telematica e che dovrà tra l'altro ratificare quanto sopra. ritornando ai progetti sopra elencati, qualche aggiornamento sugli imprevisti incontrati in questo "annus horribilis" e sullo stato dell'arte: – cdd "torre": le limitazioni connesse alla pandemia e i trasferimenti in altra città di alcuni dei nostri hanno in pratica fermato ogni attività in presenza. il cdd continua a ingrandirsi con l'acquisizione di libri, riviste e dvd che però non riusciamo a catalogare (la catalogazione, di fatto, è bloccata). come deciso in assemblea dei soci, è stata recentemente fatta stampare una copia della mostra "jasenovac, erano solo bambini", che è disponibile per iniziative su questo tema. alcuni adeguamenti delle attrezzature informatiche ed elettroniche aspettano di essere realizzati da mesi. – premio "torre": scade questo 31/12 il termine prorogato della seconda edizione del premio. purtroppo gli elaborati pervenuti sinora sono troppo pochi rispetto alle attese, ciononostante la giuria – ristrutturata dopo due abbandoni, tra cui quello del compianto aldo bernardini – è pronta a valutarli. – iniziative sul confine orientale: va ricordato che a seguito delle censure orchestrate contro il convegno di torino del 2018 abbiamo sporto denuncia penale per diffamazione contro la giornalista lucia bellaspiga e il direttore del suo quotidiano avvenire: la denuncia giace da quasi tre anni presso una procura, che non dà riscontro. nel frattempo la situazione attorno al "giorno del ricordo" si è fortemente aggravata da ogni punto di vista; – rete dell'appennino: dopo il nostro finanziamento per il restauro del cimitero partigiano internazionale ad acquasanta terme abbiamo lanciato una nuova ambiziosa campagna denominata "memoria e natura tra acquasantano e castellano" che abbiamo deciso sarà beneficiaria dei fondi 5x1000 pervenuti nel frattempo. tuttavia, le limitazioni connesse alla pandemia hanno di fatto fermato lo sviluppo del progetto, che risente dell'inevitabile calo di attenzione. speriamo di poterlo presto riprendere. nel frattempo, con iniziative periodiche continuiamo a tenere alta l'attenzione sullo scandalo di colfiorito di foligno, dove la giunta di destra ha negato la apposizione di una lapide in memoria degli antifascisti montenegrini reclusi e caduti. – collana orientamenti: dopo mesi di stallo ed estenuanti contrattazioni, siamo riusciti a ripartire con il piano delle pubblicazioni. sono in lavorazione il volume bilingue "canzone serba", opera riscoperta di g.e. gaeta (editore sandro teti), la seconda edizione di "in difesa della jugoslavia", sul caso milosevic ed il "tribunale" dell'aia (editore zambon), una raccolta di testi di gramsci "sullo stato" in coedizione con l'associazione belgradese proletkult, e l'opuscolo di riccardo lolli su "i combattenti della provincia aquilana nella liberazione della jugoslavia". – corsi di lingua: dulcis in fundo, registriamo il successo della formula ideata dalla nostra insegnante di lingua valentina sileo, che lanciando i corsi di serbocroato online è riuscita a calamitare l'attenzione di molti, tra cui tanti di voi nuovi simpatizzanti. in questo autunno sono partiti tre corsi in parallelo per un totale di 31 partecipanti. si tratta di un ottimo risultato interamente da ascrivere alla dinamicità e professionalità di valentina. possiamo così chiudere almeno con queste note indubbiamente positive. e, finalmente, rivolgere a tutti/e i nostri sinceri auguri per il 2021 che si apre. per il direttivo di jugocoord, il segretario. andrea martocchia. p.s. a seguito della cessazione dei servizi yahoogroups. –> la vecchia lista di scambio informazioni tra i membri di jugocoord ita-jug@yahoogroups. è stata rimpiazzata dalla nuova lista scambio-info@jugocoord. (per iscriversi: scambio-info- ). –> gli indirizzari della newsletter pubblica jugoinfo sono stati riassorbiti nella nuova lista jugoinfo@jugocoord.it. (per iscriversi: jugoinfo- ). --- indirizzario interno di jugocoord onlus. c.p. 13114 (uff. roma 4), 00185 roma - italia. http://www.cnj.it/ email: jugocoord@tiscali.it per lo scambio di informazioni sui temi di comune interesse utilizzare: scambio-info@jugocoord.it. versamenti: conto bancoposta n.88411681 . iban: it 40 u 07601 03200 000088411681. regolamento associativo: http://www.cnj

Slovenia. Mentre i sindacati sloveni sono pronti allo sciopero per la difesa dei salari, il governo stanzia 780 milioni di Euro per armamenti e rifiuta un referendum su questo, richiesto dal partito progressista Levica

 

di Enrico Vigna

4 dicembre 2020 – fonte: 

http://www.civg.it/index.php?


Il governo sloveno ha rifiutato la richiesta di Levica di indire un referendum sull'acquisto di armi per un valore di 925,28 milioni di dollari. Levica impugnerà la decisione presso la Corte costituzionale.

 

Il partito progressista sloveno Levica ha ribadito una forte protesta contro il rifiuto del governo di condurre un referendum sulla decisione di procurarsi armi per 780 milioni di euro (925,28 milioni di dollari). Il governo ha apertamente escluso questa possibilità che era stato proposto da Levica, attirando le critiche dei settori progressisti del Paese. Levica ha dichiarato che sfiderà il rifiuto del governo, rivolgendosi alla Corte costituzionale del Paese.

Secondo i rapporti, il governo aveva in precedenza proposto un disegno di legge all'Assemblea nazionale per stanziare 780 milioni di euro (925,28 milioni di dollari) per le forze armate slovene. Tale importo deve essere utilizzato dal 2021 al 2026 per procurare attrezzature e armi per due Battaglioni di medie dimensioni che saranno integrati nella NATO. Levica ha da subito criticato questa proposta come impresentabile, stante la situazione di difficoltà relativa alla crisi pandemica. Aveva quindi chiesto un referendum consultivo sull'acquisto delle armi. Diversi sondaggi di opinione hanno indicato che la maggior parte dei cittadini nel paese risulta contraria al piano del governo, più di tre quarti della popolazione della Repubblica di Slovenia si dichiara non d’accordo all'acquisto di armi, stante la crisi della sanità, dell'economia, sociale e ambientale. 

 

Levica ha affermato che : “dopo mesi di accese discussioni sui 780 milioni per l’acquisto di queste armi non necessarie, il governo ha indicato all'Assemblea Nazionale di vietare un referendum legislativo contro questa legge. 

Le ragioni sono molto chiare: la gente respinge il più grande acquisto di armi da guerra nella storia della Slovenia indipendente, in un'epoca di crisi sanitaria, sociale ed economica…Ma ora non è più solo questione di priorità sbagliate. Ora la domanda è: la Slovenia ha una sovranità popolare? O, al contrario, una casta politica, pronta a vendere il paese a centri di potere stranieri e a complessi militari-industriali per i suoi interessi di parte e qualche agevolazione nelle forme di condizioni commerciali. E per questo, ai cittadini, al popolo, viene sottratto il meccanismo più elementare di un processo decisionale democratico: il referendum ”, ha dichiarato il partito.

Levica ha anche annunciato di aver iniziato discussioni con tre partiti di opposizione, con l'obiettivo di far cadere il governo. La Slovenia ha attualmente un governo di minoranza guidato da Janez Jansa del Partito Democratico Sloveno (SDS) di destra. “…Un governo che gioca con le armi durante l'epidemia, invece di affrontare gli scottanti problemi sociali che sono stati notevolmente esacerbati dall'epidemia di coronavirus. Riteniamo che sia sempre una questione di priorità sociali: questo governo preferisce spendere in armamenti, mentre andiamo incontro a scenari di crisi, in cui avremo bisogno di ogni centesimo per salvare vite, posti di lavoro e difficoltà sociali, oltre ad affrontare gli effetti del cambiamento climatico…”, ha dichiarato 
“…Se la Slovenia avesse ridotto le sue spese militari allo stesso modo della Svizzera negli ultimi anni, oggi non parleremmo di altri 780 milioni, ma risparmieremmo più di 150 milioni di euro ogni anno solo sulle spese militari. Si tratta di più della metà di tutti i fondi stanziati ogni anno dalla Repubblica di Slovenia, per il finanziamento di programmi e progetti di ricerca all'interno del bilancio del Ministero dell'Istruzione, della Scienza e dello Sport… L’Alleanza della NATO, la corsa agli armamenti sono anacronismi della Guerra Fredda, una posizione che sosteniamo con forza nel nostro programma. Il futuro dell'umanità non può risiedere nei conflitti violenti ma nella diplomazia, nel rispetto del diritto internazionale e nelle risoluzioni pacifiche delle controversie tra Stati. L'approvvigionamento di armi non è supportato dall'analisi delle minacce alla sicurezza del nostro paese.
Un'analisi del rischio per la sicurezza suggerirebbe probabilmente alcuni risultati imbarazzanti e domande ancora più imbarazzanti per i sostenitori dell'acquisto di armi. Per cominciare, sorge la domanda su come i blindati acquistati proteggeranno la Slovenia se, date le sue caratteristiche geografiche, è difficile per essi lasciare l'autostrada?

 

Ci domandiamo se il nostro governo di estrema destra  sull'approvvigionamento di armi sia parte della soluzione o forse parte del problema.  Infine, ma non meno importante, dovremmo anche chiederci seriamente se le stesse armi che hanno devastato l'Iraq e l'Afghanistan abbiano destabilizzato l'intera regione e creato lo Stato Islamico, sia la causa del pericolo e non la soluzione. E la partecipazione della Slovenia a queste efferate avventure non è forse questo, una minaccia fondamentale per la sua sicurezza? Ciò è anche indirettamente riconosciuto nella risoluzione sulla strategia di sicurezza nazionale della Repubblica di Slovenia, che sottolinea che la Repubblica di Slovenia potrebbe essere obiettivo di attacchi, poiché fornirà supporto ai movimenti delle forze militari della NATO e dell'Unione europea. Le armi che ora acquistiamo per la partecipazione alle missioni NATO all'estero non aumenteranno quindi la sicurezza della Slovenia, ma anzi disegneranno un bersaglio sul nostro territorio, se non impediremo di farci trascinare inutilmente nei conflitti attuali. Ovviamente, il governo non ha un'analisi del genere, così come risposte a queste domande, perché non ne ha bisogno. Nonostante gli sia stato richiesto di farlo più volte, ad oggi non abbiamo ricevuto una valutazione del rischio per la sicurezza, che è la base per l'acquisto di armi. Ma questo lo sappiamo…”,ha denunciato il partito sloveno Levica.

 

Lettera pubblica del sindacato sloveno ZSSS,  al Ministero del lavoro: decidere subito sulle proposte per congelare il salario minimo o sciopero generale!    

 

Lettera pubblica del Sindacato ZSSS inviata al Ministero del Lavoro, della Famiglia, degli Affari Sociali e Pari Opportunità in cui “ chiediamo al Ministero di prendere immediatamente posizione sulle proposte per congelare il salario minimo, difendere i lavoratori e iniziare a rispettare il dialogo tra le parti sociali.

A RTV Slovenia di ieri, il segretario di Stato presso il Ministero dello sviluppo economico e della tecnologia (MGRT) Simon Zajc ha dichiarato: "Una bozza è stata presentata oggi ai partner del Consiglio strategico del Consiglio per la competitività e poi sarà presentata al Consiglio di esperti per il turismo “.

 La suddetta dichiarazione del Segretario di Stato mostra chiaramente che si ripete la storia della formazione e dell'adozione degli ultimi (pochi) pacchetti di misure anti-coronavirus. E questo nonostante tutti i colloqui, i discorsi, le promesse, le assicurazioni. Prima il materiale viene dato ai giornalisti, poi viene informata, dal ministero, una sola parte sociale: i datori di lavoro. I sindacati vengono esclusi. Senza parole! Non c'è molto da lamentarsi del Ministero dello Sviluppo Economico e della Tecnologia, del Ministero del Lavoro, della Famiglia, degli Affari Sociali e delle Pari Opportunità. Il Ministero dell'Economia fa parte dello stesso governo e ha a sua disposizione il materiale documentale, informa la parte sociale all'interno dei suoi organi di lavoro, lo include nei processi… il Ministero del Lavoro non lo fa! E questo è proprio il ministero, la cui attività primaria dovrebbe essere la tutela dei diritti dei lavoratori e la cura della loro situazione economica e sociale, inclusa la cura del dialogo sociale. Siamo sempre più convinti che le azioni del Ministero del Lavoro abbiano uno scopo. E uno di questi potrebbe anche essere l'esclusione deliberata dei sindacati. Non solo dal processo di progettazione e adozione dei disegni di legge, ma anche dal dialogo sociale. Va inoltre ricordato che il ministro del Lavoro nelle ultime due sessioni del Consiglio economico e sociale (ESC) si è opposto esplicitamente alla proposta dei sindacati di istituire un gruppo negoziale di parti sociali. Le regole sul funzionamento del Consiglio economico e sociale, le ultime decisioni da rispettare e gli standard stabiliti per il dialogo sociale, sono chiaramente solo un "punto morto" sulla carta. Il nuovo coronavirus ha colpito l'economia, ma ha anche colpito gravemente i lavoratori e le loro famiglie ed è presente nei disagi personali di gran parte della popolazione, che quotidianamente sta affrontando le sue crisi. Non vogliono sentire la loro voce al ministero del Lavoro, altrimenti non si spiega l'esclusione dei sindacati. Inoltre, nonostante il fatto che il ministro dell'Economia abbia dato il sostegno pubblico al congelamento del salario minimo, il Ministero del lavoro non ha commentato questo. Si è schierato contro la difesa dei lavoratori, contro la tutela della loro posizione economica e sociale. E non ha sostenuto la sua posizione contraria con argomenti. A questo punto, l'Associazione dei sindacati liberi della Slovenia chiede pubblicamente al Ministero del lavoro di prendere posizione sulle richieste di congelare il salario minimo e di comunicare la sua posizione ai lavoratori sloveni! Tutti i decreti precedenti hanno messo l'economia al primo posto! Sarebbe ora di mettere i lavoratori al primo posto e di non proporre misure che peggiorerebbero la situazione economica e sociale dei lavoratori, creerebbero disuguaglianze o forse addirittura interferirebbero con la legislazione statale. Allo stesso tempo, la Federazione dei sindacati liberi della Slovenia annuncia che informeremo la Commissione europea in merito al PKP7, sul modo di redigere e adottare una legislazione così importante e alla disparità di trattamento delle parti sociali e alle violazioni intenzionali del regolamento interno. In tutto questo non viene rispettata la richiesta della Commissione Europea di coinvolgere le parti sociali slovene nell'adozione delle misure, da cui dipende anche la distribuzione delle risorse finanziarie. Soprattutto, inizieremo i preparativi per tutte le forme di lotta sindacale, compreso lo sciopero generale, all'interno degli organi e dei sindacati membri della ZSSS”.    2 dicembre 2020



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Nuovo indirizzario JUGOINFO


Come previsto [
http://www.cnj.it/home/it/
] le liste YahooGroups hanno smesso di funzionare.
I vecchi indirizzari JUGOINFO (
jugoinfo@yahoogroups.com e cr)
sono perciò da subito rimpiazzati dalla nuova lista
<
jugoinfo@jugocoord.it>
alla quale sono stati iscritti TUTTI gli indirizzi già presenti sui vecchi indirizzari, indipendentemente da come ricevevano (o non ricevevano) i messaggi.
 
Per iscriversi [o per cancellarsi] / Upisivanje [brisanje]:
jugoinfo-[un]
subscribe@
Se vuoi conoscere altri comandi: 
jugoinfo-help@
Per ulteriori comunicazioni e informazioni: 
jugocoord@ .


Ai soci, ai simpatizzanti,

ai membri del Comitato Scientifico-Artistico

Carissimi/e,

cogliamo l'occasione dell'anno che si chiude non tanto per rivolgere auguri di rito, quanto per fare il punto ed aggiornarvi sulle attività svolte e sulla situazione della nostra associazione.

La pandemia ha infatti, tra l'altro, fortemente limitato le occasioni di interazione personale. Nonostante l'uso degli strumenti informatici che permette ad es. ai membri del nostro Direttivo di consultarsi ogniqualvolta ce ne sia la necessità, la scarsità di incontri fisici ha determinato una dispersione delle informazioni e la perdita di cognizione del quadro complessivo. Tentiamo di porre rimedio con questi appunti, che contengono al contempo alcune comunicazioni di servizio.

Come sapete, a seguito del lascito di Giuseppe Torre nel 2016 Jugocoord ha avviato numerosi diversi progetti:

– apertura CdD "G. Torre" a Bologna

– premio "G. Torre" per saggi sul "Tribunale ad hoc" dell'Aia

iniziative sul Confine Orientale (123)

– Rete della memoria e dell'amicizia per l'Appennino centrale

– collana OrientaMenti

– corsi di lingua serbocroata
ed altro ancora (donazioni a realtà jugoslaviste e di solidarietà, rinnovo del sito internet con il salvataggio dell'archivio JUGOINFO, partecipazione alle iniziative tenute in Serbia nel ventennale dei bombardamenti, eccetera).

Quasi per ciascuno di questi progetti erano state create apposite Commissioni di lavoro. Con il passare del tempo, per vari motivi, le Commissioni non si sono consolidate e gli impegni decisionali e di controllo sono invece ripiombati interamente a carico del Direttivo, il quale – nonostante l'allargamento ad alcuni nuovi membri – fa una fatica crescente a seguire tutto, sia per la molteplicità dei temi sia per problemi soggettivi inevitabili. Nessuno di noi è "professionista del volontariato" né ambisce ad esserlo, nessuno percepisce compensi per questa attività: viceversa, i nostri limiti e impegni individuali con il tempo sono aumentati – tra cura dei figli, cambiamenti nelle situazioni lavorative-reddituali, problemi di salute ed età nostri o delle persone che ci sono vicine... Se aggiungiamo altre difficoltà connesse alla mancata conoscenza di argomenti/tecnologie di carattere gestionale e così via, si comprende la crescente nostra inadeguatezza al compito che dovremmo svolgere.

In questa situazione di per sé sempre più critica si è inserita quest'anno la pandemia, che ha imposto ulteriori limitazioni. 

La Assemblea dei Soci 2020 si è tenuta il 9 febbraio 2020 a Bologna a latere di un nuovo bel convegno sul tema del Confine Orientale. Sono state per noi le ultime due occasioni di incontro collettivo. Di lì a breve siamo piombati nel primo "lockdown", ma non è solo a causa di quello che le attività di rendicontazione dei due avvenimenti (stesura del verbale della Assemblea e pubblicazione online dei contributi del convegno) non sono state ancora svolte. Abbiamo dato priorità alla realizzazione dei video di altre precedenti iniziative non adeguatamente valorizzate (12), dopodiché gli impegni personali di chi doveva occuparsene sono stati soverchianti. 

I Bilanci (Consuntivo 2019 e Preventivo 2020) e il Libro dei Soci 2019 siano stati chiusi e approvati dal Direttivo, ma non si è proceduto nemmeno alla emissione delle tessere associative 2020, per plurimi motivi: oltre alla difficoltà soggettiva del segretario, che dovrebbe compilare e spedire molte decine di tessere, va considerato che in base all'adeguamento dello Statuto alla nuova normativa che prevede la istituzione del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia dovrebbe denominarsi ETS cioè "Ente del Terzo Settore" anziché "ONLUS". Tuttavia le norme applicative non sono state ancora emanate, e tutto appare fermo a livello legislativo, certamente anche a causa della pandemia. A fine 2019 avevamo deciso di attendere di poter stampare nuove tessere con la nuova denominazione.

Poiché nel frattempo un intero anno è passato, e per alleviare le incombenze ai nostri membri in questo periodo delicato, per il 2021 il Direttivo ha stabilito di 

(1) sospendere l'emissione delle tessere;
chiudere dunque il tesseramento dei soci 2020 senza il rilascio della tessera cartacea, ma con la sola iscrizione a registro;
chi non essendo in regola per il 2020 fosse ancora incluso nelle comunicazioni interne, sarà cancellato il 1 gennaio 2021;
(2) mantenere, a chi non comunichi esplicita rinuncia o rifiuto, lo status di socio/sostenitore per il 2021 a chi è in regola per il 2020;
fare tuttavia appello al versamento di donazioni/sottoscrizioni libere a supporto dell'attività associativa;
(3) continuare come di consueto con le procedure di ammissione di eventuali nuovi soci e sostenitori.
Entro febbraio sarà comunque convocata la Assemblea dei Soci, che si terrà in modalità telematica e che dovrà tra l'altro ratificare quanto sopra.
Ritornando ai progetti sopra elencati, qualche aggiornamento sugli imprevisti incontrati in questo "annus horribilis" e sullo stato dell'arte: CdD "Torre":
le limitazioni connesse alla pandemia e i trasferimenti in altra città di alcuni dei nostri hanno in pratica fermato ogni attività in presenza. Il CdD continua a ingrandirsi con l'acquisizione di libri, riviste e DVD che però non riusciamo a catalogare (la catalogazione, di fatto, è bloccata). Come deciso in Assemblea dei Soci, è stata recentemente fatta stampare una copia della mostra "Jasenovac, erano solo bambini", che è disponibile per iniziative su questo tema. 

Alcuni adeguamenti delle attrezzature informatiche ed elettroniche aspettano di essere realizzati da mesi.
premio "Torre":

scade questo 31/12 il termine prorogato della seconda edizione del premio. Purtroppo gli elaborati pervenuti sinora sono troppo pochi rispetto alle attese, ciononostante la Giuria – ristrutturata dopo due abbandoni, tra cui quello del compianto Aldo Bernardini – è pronta a valutarli.
iniziative sul Confine Orientale:

va ricordato che a seguito delle censure orchestrate contro il convegno di Torino del 2018 abbiamo sporto denuncia penale per diffamazione contro la giornalista Lucia Bellaspiga e il direttore del suo quotidiano Avvenire: la denuncia giace da quasi tre anni presso una Procura, che non dà riscontro. Nel frattempo la situazione attorno al "Giorno del Ricordo" si è fortemente aggravata da ogni punto di vista;
Rete dell'Appennino:

dopo il nostro finanziamento per il restauro del Cimitero Partigiano Internazionale ad Acquasanta Terme abbiamo lanciato una nuova ambiziosa campagna denominata "Memoria e Natura tra Acquasantano e Castellano" che abbiamo deciso sarà beneficiaria dei fondi 5x1000 pervenuti nel frattempo. Tuttavia, le limitazioni connesse alla pandemia hanno di fatto fermato lo sviluppo del progetto, che risente dell'inevitabile calo di attenzione. Speriamo di poterlo presto riprendere. Nel frattempo, con iniziative periodiche continuiamo a tenere alta l'attenzione sullo scandalo di Colfiorito di Foligno, dove la Giunta di destra ha negato la apposizione di una lapide in memoria degli antifascisti montenegrini reclusi e caduti.
collana orientaMenti:

dopo mesi di stallo ed estenuanti contrattazioni, siamo riusciti a ripartire con il piano delle pubblicazioni. Sono in lavorazione il volume bilingue "Canzone Serba", opera riscoperta di G.E. Gaeta (editore Sandro Teti), la seconda edizione di "In difesa della Jugoslavia", sul caso Milosevic ed il "Tribunale" dell'Aia (editore Zambon), una raccolta di testi di Gramsci "Sullo Stato" in coedizione con l'associazione belgradese Proletkult, e l'opuscolo di Riccardo Lolli su "I combattenti della provincia Aquilana nella Liberazione della Jugoslavia".
corsi di lingua:

dulcis in fundo, registriamo il successo della formula ideata dalla nostra insegnante di lingua Valentina Sileo, che lanciando i corsi di serbocroato online è riuscita a calamitare l'attenzione di molti, tra cui tanti di voi nuovi simpatizzanti. In questo autunno sono partiti tre corsi in parallelo per un totale di 31 partecipanti. Si tratta di un ottimo risultato interamente da ascrivere alla dinamicità e professionalità di Valentina.

Possiamo così chiudere almeno con queste note indubbiamente positive. E, finalmente, rivolgere a tutti/e i nostri sinceri auguri per il 2021 che si apre.

Per il Direttivo di Jugocoord,
il segretario

Andrea Martocchia
P.S. a seguito della cessazione dei servizi YahooGroups
> la vecchia lista di scambio informazioni tra i membri di Jugocoord ita-jug@yahoogroups.
è stata rimpiazzata dalla nuova lista scambio-info@jugocoord. (per iscriversi: scambio-info- )

> gli indirizzari della newsletter pubblica JUGOINFO sono stati riassorbiti nella nuova lista jugoinfo@jugocoord.it

(per iscriversi: jugoinfo- )
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