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La VOCE 1910 |
P R E C E D E N T E | S U C C E S S I V A |
La VOCE ANNO XXII N°2 | ottobre 2019 | PAGINA b - 30 |
alessandropoli nuova base usa contro la russia.
comitato promotore della campagna #no guerra #no nato.
italia.
manlio dinucci - (il manifesto, 24 settembre 2018).
«sono appena ritornato da alessandropoli, una visita strategicamente importante che ha messo a fuoco sia le eccezionali relazioni militari fra stati uniti e grecia, sia l’investimento strategico che il governo degli stati uniti sta facendo ad alessandropoli»: lo ha dichiarato il 16 settembre l’ambasciatore usa in grecia geoffrey pyatt (nominato nel 2016 dal presidente obama).
il porto di alessandropoli, nella grecia nord-orientale confinante con turchia e bulgaria, è situato sull’egeo a ridosso dello stretto dei dardanelli che, collegando in territorio turco il mediterraneo e il mar nero, costituisce una fondamentale via di transito marittima soprattutto per la russia.
quale sia l’importanza geostrategica di questo porto, che pyatt ha visitato insieme al ministro greco della difesa nikolaos panagiotopoulos, lo spiega la stessa ambasciata usa ad atene: «il porto di alessandropoli, grazie alla sua ubicazione strategica e alle sue infrastrutture, è ben posizionato per appoggiare esercitazioni militari nella regione, come ha dimostrato la recente saber guardian 2019».
l’«investimento strategico», che washington sta già effettuando nelle infrastrutture portuali, mira a fare di alessandropoli una delle più importanti basi militari usa nella regione, in grado di bloccare l’accesso delle navi russe al mediterraneo.
ciò è reso possibile dalle «eccezionali relazioni militari» con la grecia, che da tempo ha messo le sue basi militari a disposizione degli usa: in particolare larissa per i droni armati reapers e stefanovikio per i caccia f-16 e gli elicotteri apache. quest’ultima, che sarà privatizzata, verrà acquistata dagli usa.
l’ambasciatore pyatt non nasconde gli interessi che portano gli usa a rafforzare la loro presenza militare in grecia e altri paesi della regione mediterranea: «stiamo lavorando con altri partner democratici nella regione per respingere malefici attori come la russia e la cina che hanno interessi differenti dai nostri», in particolare «la russia che usa l’energia quale strumento della sua malefica influenza».
l'ambasciatore sottolinea quindi l’importanza assunta dalla «geopolitica dell’energia», affermando che «alessandropoli ha un ruolo cruciale di collegamento per la sicurezza energetica e la stabilità dell’europa».
la tracia occidentale, la regione greca in cui è situato il porto, è infatti «un crocevia energetico per l’europa centrale e orientale». per capire che cosa intenda l’ambasciatore basta dare uno sguardo alla carta geografica.
la limitrofa tracia orientale – ossia la piccola parte europea della turchia – è il punto in cui arriva, dopo aver attraversato il mar nero, il gasdotto turkstream proveniente dalla russia, in fase finale di realizzazione. da qui, attraverso un altro gasdotto, il gas russo dovrebbe arrivare in bulgaria, serbia e altri paesi europei.
è la contromossa russa alla riuscita mossa degli stati uniti che, con il determinante contributo della commissione europea, bloccarono nel 2014 il gasdotto south stream che avrebbe dovuto portare il gas russo in italia e da qui in altri paesi della ue.
gli stati uniti cercano ora di bloccare anche il turkstream, obiettivo più difficile poiché entrano in gioco i rapporti, già deteriorati, con la turchia. fanno per questo leva sulla grecia, a cui forniscono crescenti quantità di gas naturale liquefatto in alternativa al gas naturale russo.
non si sa che cosa stiano preparando in grecia gli stati uniti, anche contro la cina che intende fare del pireo un importante scalo della nuova via della seta.
non ci sarebbe da stupirsi se, sul modello dell’«incidente del golfo del tonchino», si verificasse nell’egeo un «incidente di alessandropoli».
i russi e i moderni alleati di hitler.
di fabrizio poggi.
in questi giorni, dopo la famigerata risoluzione del parlamento europeo, qualcuno in russia ha ricordato il monologo tristemente profetico di arnold lakhnovskij (l'attore oleg basilašvili) di fronte a pëtr polipov (jurij smirnov) nel serial televisivo “ve?nyj zov” (“l'eterna chiamata”. prodotto dal 1973 al 1983 e trasmesso in 19 serie, sul genere della saga familiare, ripercorre un periodo.
della storia russa che va dal 1906 al 1960). nel film, lakhnovskij, ex agente dell'okhrana zarista e durante la guerra a capo di un reparto di controspionaggio del abwehr nazista, è a confronto col corrispondente di guerra sovietico polipov, catturato da polizei al servizio degli hitleriani, e gli spiega come il mondo occidentale pianifica di liquidare l'urss e la sua temprata società, contando sugli istinti più bassi degli uomini.
nei giorni scorsi, a proposito dell'ignobile risoluzione europea, il blogger russo “la voce di mordor"-mikhail diceva: “noi stessi siamo in buona parte colpevoli, perché abbiamo tradito i nostri nonni e i nostri padri. e' cominciato tutto a fine anni '80, con tutta una serie di pubblicazioni, libri, riviste, film, sulle “nefandezze dei soldati sovietici”, sul “terribile sistema” e via di questo passo”. vale a dire: l'aggressione e la penetrazione culturale occidentali non datano da oggi; ma ciò che dice mikhail sugli anni '80, in realtà, non è l'inizio, bensì è già il risultato, che in quegli anni emerge sempre più allo scoperto, di un lavoro cominciato quarant'anni prima. non aveva forse programmato tutto, per davvero, allen dulles, già prima della fine della guerra? diceva l'allora direttore della cia, a proposito dei piani antisovietici: “episodio dopo episodio si consumerà l’estinzione definitiva e irreversibile della sua identità. sradicheremo la natura sociale di arte e letteratura; disabitueremo artisti e scrittori a occuparsi dei processi che si svolgono tra le masse. letteratura, teatro, cinema si ridurranno a raffigurare e glorificare i più vili sentimenti umani. e solo pochi capiranno cosa stia accadendo. ma, anche questi, troveremo il modo di calunniarli e dichiararli rifiuti della società. estirperemo le radici spirituali, distruggendo le basi della morale popolare”.
in ogni caso, non sono pochi coloro che oggi, in russia, lamentano che “se loro sono arrivati a questo punto, a mettere sullo stesso piano nazismo e comunismo, a dire che hitler è stato anch'egli una vittima del terribile stalin, è anche perché noi stessi glielo abbiamo lasciato fare. noi, con la revisione della nostra storia”: dicono più o meno così. e come dar loro torto?
nel film, lakhnovskij-basilašvili ammette che la germania ha già perso la guerra, ma “la lotta non è finita qui”, afferma. e a polipov-smirnov che gli risponde “voi non potrete mai vincere la russia”, il traditore filo-nazista ribatte che “ora inghilterra e america sono purtroppo con la russia. ma pensi che saranno sempre dalla parte della russia? no. perché, dopo la vittoria, l'occidente non permetterà alla russia di espandersi in europa”.
“ma la guerra si concluderà a berlino” replica polipov, “e, per arrivare a berlino, l'armata rossa dovrà attraversare mezza europa e resta a vedere quale ideologia vincerà”.
ed ecco il monologo diabolico: “l'unica ideologia, per tutti, è: l'individuo vuole soltanto vivere e abbuffarsi; oltretutto, vivere quanto più a lungo e abbuffarsi su quanto di più dolce...
finirà la guerra, tutto in qualche modo si calmerà; e allora comincerà la vera battaglia. abbiamo alle spalle la macchina ideologica di tutto il resto del mondo! e anche molti tuoi connazionali ci aiuteranno attivamente”.
“non credo che troverete molti volenterosi di aiutarvi”.
“li troveremo. meglio: li istruiremo; ne addestreremo tanti quanti ne occorrono; coi soldi si fa tutto; faremo a pezzi la vostra società monolitica. ecco, la guerra per gli animi delle persone la vinceremo! io ti ho aperto solo un angolo del sipario, e tu hai visto solo un piccolo pezzo della scena, in cui, episodio dopo episodio, si rappresenterà una tragedia grandiosa sulla morte del popolo più invincibile della terra, sulla cancellazione finale, irreversibile, della sua autocoscienza ... certo, per far questo ci sarà da lavorare molto...".
..segue ./.
ALESSANDROPOLI NUOVA BASE USA CONTRO LA RUSSIAItalia Manlio Dinucci - (il manifesto, 24 settembre 2018) «Sono appena ritornato da Alessandropoli, una visita strategicamente importante che ha messo a fuoco sia le eccezionali relazioni militari fra Stati uniti e Grecia, sia l’investimento strategico che il governo degli Stati uniti sta facendo ad Alessandropoli»: lo ha dichiarato il 16 settembre l’ambasciatore Usa in Grecia Geoffrey Pyatt (nominato nel 2016 dal presidente Obama). Il porto di Alessandropoli, nella Grecia nord-orientale confinante con Turchia e Bulgaria, è situato sull’Egeo a ridosso dello Stretto dei Dardanelli che, collegando in territorio turco il Mediterraneo e il Mar Nero, costituisce una fondamentale via di transito marittima soprattutto per la Russia. Quale sia l’importanza geostrategica di questo porto, che Pyatt ha visitato insieme al ministro greco della Difesa Nikolaos Panagiotopoulos, lo spiega la stessa Ambasciata Usa ad Atene: «Il porto di Alessandropoli, grazie alla sua ubicazione strategica e alle sue infrastrutture, è ben posizionato per appoggiare esercitazioni militari nella regione, come ha dimostrato la recente Saber Guardian 2019». L’«investimento strategico», che Washington sta già effettuando nelle infrastrutture portuali, mira a fare di Alessandropoli una delle più importanti basi militari Usa nella regione, in grado di bloccare l’accesso delle navi russe al Mediterraneo. Ciò è reso possibile dalle «eccezionali relazioni militari» con la Grecia, che da tempo ha messo le sue basi militari a disposizione degli Usa: in particolare Larissa per i droni armati Reapers e Stefanovikio per i caccia F-16 e gli elicotteri Apache. Quest’ultima, che sarà privatizzata, verrà acquistata dagli Usa. L’ambasciatore Pyatt non nasconde gli interessi che portano gli Usa a rafforzare la loro presenza militare in Grecia e altri paesi della regione mediterranea: «Stiamo lavorando con altri partner democratici nella regione per respingere malefici attori come la Russia e la Cina che hanno interessi differenti dai nostri», in particolare «la Russia che usa l’energia quale strumento della sua malefica influenza». L'ambasciatore sottolinea quindi l’importanza assunta dalla «geopolitica dell’energia», affermando che «Alessandropoli ha un ruolo cruciale di collegamento per la sicurezza energetica e la stabilità dell’Europa». La Tracia Occidentale, la regione greca in cui è situato il porto, è infatti «un crocevia energetico per l’Europa Centrale e Orientale». Per capire che cosa intenda l’ambasciatore basta dare uno sguardo alla carta geografica. La limitrofa Tracia Orientale – ossia la piccola parte europea della Turchia – è il punto in cui arriva, dopo aver attraversato il Mar Nero, il gasdotto TurkStream proveniente dalla Russia, in fase finale di realizzazione. Da qui, attraverso un altro gasdotto, il gas russo dovrebbe arrivare in Bulgaria, Serbia e altri paesi europei. È la contromossa russa alla riuscita mossa degli Stati uniti che, con il determinante contributo della Commissione europea, bloccarono nel 2014 il gasdotto South Stream che avrebbe dovuto portare il gas russo in Italia e da qui in altri paesi della Ue. Gli Stati uniti cercano ora di bloccare anche il TurkStream, obiettivo più difficile poiché entrano in gioco i rapporti, già deteriorati, con la Turchia. Fanno per questo leva sulla Grecia, a cui forniscono crescenti quantità di gas naturale liquefatto in alternativa al gas naturale russo. Non si sa che cosa stiano preparando in Grecia gli Stati uniti, anche contro la Cina che intende fare del Pireo un importante scalo della Nuova Via della Seta. Non ci sarebbe da stupirsi se, sul modello dell’«Incidente del Golfo del Tonchino», si verificasse nell’Egeo un «Incidente di Alessandropoli». I russi e i moderni alleati di Hitlerdi Fabrizio Poggi In questi giorni, dopo la famigerata risoluzione del parlamento europeo, qualcuno in Russia ha ricordato il monologo tristemente profetico di Arnold Lakhnovskij (l'attore Oleg Basilašvili) di fronte a Pëtr Polipov (Jurij Smirnov) nel serial televisivo “Ve?nyj zov” (“L'eterna chiamata”. Prodotto dal 1973 al 1983 e trasmesso in 19 serie, sul genere della saga familiare, ripercorre un periodo |
della storia russa che va dal 1906 al 1960). Nel film, Lakhnovskij, ex agente dell'Okhrana zarista e durante la guerra a capo di un reparto di controspionaggio del Abwehr nazista, è a confronto col corrispondente di guerra sovietico Polipov, catturato da Polizei al servizio degli hitleriani, e gli spiega come il mondo occidentale pianifica di liquidare l'URSS e la sua temprata società, contando sugli istinti più bassi degli uomini.
..segue ./.
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