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La VOCE 1910 |
P R E C E D E N T E | S U C C E S S I V A |
La VOCE ANNO XXII N°2 | ottobre 2019 | PAGINA d - 28 |
segue da pag.27: rabbini israeliani di accademia militare ripresi in un video mentre lodano hitler.
dovrebbe tornare la schiavitù.
si inizia con il rabbino eliezer kashtiel che deplora il fatto che la schiavitù sia stata abolita:
“l’abolizione della schiavitù legale ha creato dei problemi. nessuno è responsabile per quel bene di proprietà. con l’aiuto di dio essa ritornerà. i goyim (non ebrei) vorranno essere nostri schiavi. essere schiavo degli ebrei è la cosa migliore. devono essere schiavi, vogliono essere schiavi. invece di vagabondare per le strade, fare follie e farsi del male l’un l’altro, adesso sono schiavi, adesso la loro vita incomincia a diventare ordinata.”
in questo contesto per ‘goyim’ bisogna intendere i palestinesi.
afferma che è a causa del fatto che loro hanno “problemi genetici” e sostiene che vogliono essere sotto occupazione:
“ci sono persone con problemi genetici intorno a noi. chiedete a qualunque arabo medio dove vuole stare. vuole stare sotto occupazione. perché? perché hanno problemi genetici, non sanno come governare un paese, non sanno fare niente – guardate in che condizioni si trovano.”
sì, siamo razzisti.
“certamente si tratta di razzismo”, continua kashtiel.
“forse non sappiamo che vi sono razze differenti? e’ forse un segreto? e’ falso? che cosa ci si può fare? e’ la verità. sì, siamo razzisti, crediamo nel razzismo.”
kashtiel suggerisce che, poiché gli ebrei sono una razza superiore, possono “aiutare” quelle inferiori:
“giusto, ci sono delle razze nel mondo, le nazioni hanno caratteristiche genetiche, quindi noi (gli ebrei) dobbiamo pensare a come aiutarli. le differenze razziali sono reali e questa è proprio la ragione per offrire aiuto.”
uno studente chiede al rabbino: “chi vi dà il diritto di decidere chi è chi?”
kashtiel: “posso vedere che le mie capacità sono molto più grandi delle sue.”
l’olocausto sono l’umanitarismo e il pluralismo.
un altro rabbino, giora radler, afferma che l’olocausto non è ciò che si pensa, non riguarda l’uccisione degli ebrei. sono l’ umanitarismo e il pluralismo ad ucciderci realmente:
“l’olocausto in realtà non riguarda l’uccisione degli ebrei – quello non è l’olocausto. tutte queste giustificazioni che sostengono che si basava sull’ideologia o che è stato un sistema, sono ridicole. il fatto che avesse una base ideologica, in un certo senso lo rende più morale che non se si trattasse di gente che ha ucciso altra gente senza motivo. l’ umanitarismo, tutta la cultura secolare sul fatto di avere fede nell’umanità, questo è l’olocausto. l’olocausto in realtà è essere pluralisti, credere nella ‘fede nell’umanità’. questo è ciò che si definisce un olocausto. il signore (sia benedetto il suo nome) grida da anni che l’esilio (ebraico) è finito, ma il popolo non lo ascolta, e quella è la sua malattia, una malattia che deve essere curata con l’olocausto.”
in altre parole, l’olocausto è avvenuto per dare una lezione agli ebrei – abbandonate il pluralismo, isolatevi nello stato ebraico e dimenticate la “malattia” della diaspora.
queste considerazioni sono state fatte durante una lezione intitolata “riguardo all’olocausto”.
la logica nazista era giusta.
radler: “la logica dei nazisti era giusta per loro stessi. hitler dice che un certo gruppo nella società è il seme di tutte le disgrazie per tutta l’umanità, che a causa di ciò tutto il genere umano cadrà nell’abisso, che essi danneggiano l’umanità e perciò devono essere sterminati.”
radler chiede a uno studente: “questa ideologia ti sembra illogica? pessima?”
lo studente risponde: “non sembra essere etica”.
radler: “mosè era cattivo come hitler?”
studente: “no.”
radler: “perché no? c’è una sola cosa al mondo che è veramente diabolica, ed è essere ipocrita. c’è differenza per te se ti uccidono con un coltello come hanno fatto ad agag (il re amalechita che il profeta samuele ‘ha tagliato a pezzi’) o se ti uccidono in una camera a gas?”
hitler aveva ragione, “nel giusto al 100%”.
radler continua a parlare di hitler ed ora aggiunge che la malattia non sono solo il pluralismo e l’ umanitarismo, ma anche il femminismo, e che hitler aveva assolutamente ragione:
“cominciamo con la domanda se hitler aveva ragione o no.”
studente: “no.”
radler: “(hitler) è la persona più giusta. ha senz’altro ragione in ogni parola che dice. la sua ideologia è giusta. c’è un mondo maschio che combatte, che ha a che fare con l’onore e la fratellanza dei soldati. e c’è il mondo debole, etico e femminile (che parla di) ‘porgere l’altra guancia’. ‘e noi (i nazisti) crediamo che gli ebrei portino avanti questa eredità, cercando, nei nostri termini, di guastare l’umanità intera, ed è per questo che sono i veri nemici.’ ora, lui (hitler) è al 100% nel giusto, a parte il fatto che stava dalla parte sbagliata.”
quindi qui radler sta emulando hitler, citando le ragioni dei nazisti con approvazione. secondo radler l’unico errore dei nazisti è che non sapevano quale fosse la vera razza superiore, e chi fossero realmente gli ‘untermenschen’. i nazisti non potevano avere ragione, perché solo gli ebrei potevano essere superiori. ma se ora gli ebrei applicassero questa teoria e ideologia della razza ai giorni nostri – cioè essenzialmente riguardo ai palestinesi, allora sarebbero davvero “al 100% nel giusto” – forse addirittura al 101%, perché avrebbero ancor più ragione di hitler.
risposte.
sono parole grosse. un vero giudeo-nazismo.
i rabbini sono stati contattati per una risposta e hanno cercato di insabbiare tutto come se si trattasse di un malinteso.
il rabbino kashtiel ha detto di essere “dispiaciuto e addolorato che una lezione sui diritti umani sia stata intesa all’opposto di ciò che era, un’interpretazione moderno-socialista di schiavitù.”
il rabbino radler ha detto che le sue parole sono state “citate fuori dal contesto” e che la lezione sull’olocausto “cerca di spiegare la logica patologica di hitler e le ragioni e motivazioni dell’olocausto.”
il parlamentare israelo-palestinese ahmad tibi ha risposto alla trasmissione: “in germania sarebbe risultata più autentica.”
ovviamente anche i politici sionisti israeliani si sono allarmati. il parlamentare di centro yair lapid ha scritto su twitter:
“questo non è ebraismo. questi non sono valori. persone che parlano in questo modo non sono degne di educare i giovani.”
lapid ha chiesto di sospendere i finanziamenti dello stato alla yeshiva “finché non verrano espulsi i rabbini razzisti”. ma qui sorge un problema, perché l’ideologia di lapid sostiene “il massimo di ebrei sul massimo di terra con il massimo di sicurezza e il minimo di palestinesi” e, benché lapid ora specifichi che “sono state persone laiche a creare israele”, in realtà la sua religione è il sionismo ultra-nazionalista e lui è solo la faccia leggermente più presentabile di quel giudeo-nazismo che vediamo provenire da bnei david.
la leader del partito di sinistra [sionista, ndtr.] meretz tamar zandberg:
“l’accademia di eli avrebbe dovuto essere chiusa da tempo e chiunque permetta che lo sciovinismo, l’omofobia e tutte le altre espressioni di odio che provengono da là portino avanti la follia, non si dovrebbe sorprendere delle orribili espressioni che sono uscite oggi di là.”
zandberg ha detto di aver fatto richiesta al ministero dell’educazione di smettere di finanziare l’accademia.
ma la yeshiva e l’accademia di eli sono ora strettamente legate al governo. è stato il rabbino capo della yeshiva, eli sadan, a fare campagna perché rafi peretz diventasse capo dell’ “unione dei partiti di destra”, ora principale candidato per il ministero dell’educazione. a peretz è stato permesso di parlare agli studenti prima delle elezioni, anche quando questo è stato impedito a naftali bennett (che finora è stato ministro dell’educazione) e al primo ministro netanyahu.
in altri termini, esiste un’intera realtà politica che è ancor più radicale sia di netanyahu che persino di bennett, che era considerato di estrema destra, uno che davvero parla di potere ebraico, con uno spirito apertamente fascista, letteralmente nazista. e questa ideologia è in procinto di ottenere un posto centrale nel governo israeliano.
non un lapsus.
come sottolinea anche il servizio di canale 13, ciò che abbiamo ascoltato non è un lapsus:
“queste affermazioni sono state ripetute per anni a bnei david. non si tratta di un lapsus, ma di un programma politico.”
e bnei david non è un’isola. un’altra vicenda di un insegnante genocida delle forze di sicurezza riguarda il rabbino dov lior, della colonia di kiryat arba [colonia di fondamentalisti nazional religiosi nei pressi di hebron, ndtr.], che ha promosso il libro torat hamelech (‘la torah del re’) del 2009, che sostiene l’uccisione dei bambini non ebrei poiché “è chiaro che cresceranno per farci del male”. lior ha insegnato alle forze di polizia in un progetto speciale per reclute religiose denominato “credenti nella polizia”. tra l’altro gli autori del libro provengono dalla ‘od yosef chai yesiva’ nella colonia di yitzhar, una yeshiva che è stata finanziata dalla fondazione della famiglia di jared kushner ( genero e consigliere di trump, ndtr.] fino al 2011. interpretazioni dell’olocausto come punizione divina per i peccatori sono state espresse dall’ex rabbino capo sefardita ovadia yosef, che credeva anche che lo scopo dei non ebrei fosse di servire gli ebrei e paragonava i non ebrei agli asini.
è possibile che la summenzionata divulgazione di opinioni sconvolgenti possa provocare un certo temporaneo e circoscritto turbamento, ma questa ideologia è profondamente radicata e oggi è parte integrante di una fondamentale situazione politica israeliana. e’ chiaro che i rabbini considerano questa attenzione come una seccatura da parte di progressisti senza raziocinio, ed è probabile che la considerino al pari di uno sfortunato ‘azarya’ – il soldato che tre anni fa è stato filmato mentre uccideva a distanza ravvicinata un palestinese immobilizzato e ha dovuto trascorrere alcuni mesi in prigione. il problema per i sostenitori di azarya non era l’assassinio, ma il video. e così queste persone potrebbero trovare il modo per uscire da questo disastro mediatico, ma continueranno a credere nella giustezza della supremazia ebraica.
jonathan ofir.
musicista israeliano, conduttore e blogger/scrittore che vive in danimarca.
(traduzione di cristiana cavagna).
fermateli!
patrizia cecconi, amman, 22 settembre 2019.
beit jala, una cittadina a due passi da betlemme. una cittadina di case e di chiese bianche dove il suono delle campanesupera la voce del muezzin perché la maggioranza dei suoi abitanti è di religione cristiana. la cittadina nelle cui campagne sorge il convento salesiano e l’antica vineria cremisan fondata a fine “800, ben 12 anni prima che il padre del sionismo theodor herzl lanciasse l’idea dello stato ebraico in palestina, definendola terra senza un popolo.
beit jala, la cittadina che da anni disturba il progetto di annessione israeliano combattendo contro il muro che vuole tagliare la collina di cremisan per unire le colonie illegali di gilo (dove possiede una casa anche la sionista italiana fiamma nirenstein), har gilo e giv’at yael rubando altra terra palestinese, ora si trova di fronte a una nuova arrogante pretesa di appropriazione illecita e indebita da parte di un gruppo di fuorilegge ebrei, i neo-coloni che si sono insediati sul suo terreno creando un avamposto.
l’avamposto, come dice il nome, è un primo accampamento. normalmente è composto di roulottes e case mobili in cui un gruppo di fuorilegge ebrei armati e solitamente protetti dall’esercito di occupazione va a insediarsi.
se i palestinesi fossero realmente i duri e spietati combattenti (leggi terroristi nelle versione filosionista) come vengono descritti da israele e dai suoi valletti mediatici, questi avamposti finirebbero in cenere in meno di una settimana e i loro abitanti verrebbero cacciati se non uccisi.
ma i palestinesi, al contrario, si limitano a manifestare e a gridare al mondo “fermateli!” contando ancora sulla legalità internazionale, nonostante questa abbia dato ampia prova di essere prona davanti a israele e al suo strumento magico, agitato soprattutto per tacitare l’opinione pubblica: l’olocausto!
e mentre i palestinesi manifestano e invocano le istituzioni internazionali, generalmente sorde al loro richiamo, gli israeliani portano avanti il loro progetto di totale occupazione della palestina con mezzi diversi. uno di questi è l’avamposto.
israele lascia che questi gruppi di civili armati provenienti da varie parti del mondo e uniti solo dalla stella di david vadano ad occupare terreni strategici, ma palestinesi, poi dopo un po’ gli si fornisce acqua ed elettricità e dopo ancora un po’ di tempo questi accampamenti vengono “legalizzati” nel senso che israele, con propria legge interna e in totale conflitto con la legalità internazionale, li autorizza a diventare vere e proprie colonie e a far proprio il territorio occupato.
contro chi si oppone manifestando, urlando al mondo “fermateli” o, nel più violento dei casi, lanciando pietre, l’iof spara, arresta, uccide e i media raccontano – quando lo raccontano – che in seguito a “violenti scontri” hanno perso la vita o sono stati feriti o arrestati un certo numero di palestinesi. palestinesi! categoria che generalmente non richiede ulteriori dettagli che ne mostrino la composizione umana, quella capace di creare empatia nel lettore. esattamente come avviene per i numerosi ferimenti “del venerdì” di palestinesi inermi che chiedono solo il rispetto di una risoluzione onu ed hanno in cambio i colpi di fucile dei cecchini israeliani nel silenzio assoluto, se non l’approvazione delle istituzioni cosiddette democratiche dell’occidente.
anche ieri sono stati feriti oltre 100 manifestanti ed uno di loro, una donna “armata” di una lunga bandiera è stata uccisa. notizie che non fanno notizia e che quindi non occupano le colonne di democratici quotidiani come ne occuperebbero il ferimento o la morte di una donna israeliana.
fermateli! non è solo il grido – purtroppo inutile – dei palestinesi. “fermateli” è una necessità internazionale perché il cammino di israele verso la distruzione di chi si pone di traverso alla realizzazione dei suoi progetti è un cammino che riguarda il mondo, sia per le complicità di cui si serve, comprese quelle di una parte del mondo arabo, sia per la dannata forza dell’esempio che riesce a dare mostrando che il diritto è carta straccia e che l’unica legge valida è quella del più forte. israele è un pericolo per il mondo e non solo il nemico di una pace giusta in medio oriente e il genocida del popolo palestinese.
“qualcuno fermi israele” è una voce che si sente anche al suo interno, urlata da una minoranza di israeliani che vengono additati alla popolazione come traditori e che, al contrario, rappresentano il nucleo di ebrei che pur avendo (di fatto) accettato il sionismo, sono o sarebbero in grado di salvare israele da se stesso. ma la storia non sempre insegna e, finché israele potrà godere delle complicità internazionali delle massime potenze, non si fermerà.
il senso di onnipotenza attinto dalla narrazione biblica e fatto proprio anche dai sionisti non credenti rappresenta il vero pericolo che l’opinione pubblica non riesce a vedere. quell’opinione pubblica che un peso ce l’ha altrimenti non verrebbe così ben manipolata. quell’opinione pubblica a cui non arriva l’invito a fermare israele perché si blocca sul muro mediatico innalzato a sua copertura e dipinto con i tragici colori dell’olocausto.
Segue da Pag.27: Rabbini israeliani di accademia militare ripresi in un video mentre lodano Hitler
Dovrebbe tornare la schiavitù Si inizia con il rabbino Eliezer Kashtiel che deplora il fatto che la schiavitù sia stata abolita: “L’abolizione della schiavitù legale ha creato dei problemi. Nessuno è responsabile per quel bene di proprietà. Con l’aiuto di dio essa ritornerà. I goyim (non ebrei) vorranno essere nostri schiavi. Essere schiavo degli ebrei è la cosa migliore. Devono essere schiavi, vogliono essere schiavi. Invece di vagabondare per le strade, fare follie e farsi del male l’un l’altro, adesso sono schiavi, adesso la loro vita incomincia a diventare ordinata.” In questo contesto per ‘goyim’ bisogna intendere i palestinesi. Afferma che è a causa del fatto che loro hanno “problemi genetici” e sostiene che vogliono essere sotto occupazione: “Ci sono persone con problemi genetici intorno a noi. Chiedete a qualunque arabo medio dove vuole stare. Vuole stare sotto occupazione. Perché? Perché hanno problemi genetici, non sanno come governare un Paese, non sanno fare niente – guardate in che condizioni si trovano.” Sì, siamo razzisti “Certamente si tratta di razzismo”, continua Kashtiel. “Forse non sappiamo che vi sono razze differenti? E’ forse un segreto? E’ falso? Che cosa ci si può fare? E’ la verità. Sì, siamo razzisti, crediamo nel razzismo.” Kashtiel suggerisce che, poiché gli ebrei sono una razza superiore, possono “aiutare” quelle inferiori: “Giusto, ci sono delle razze nel mondo, le nazioni hanno caratteristiche genetiche, quindi noi (gli ebrei) dobbiamo pensare a come aiutarli. Le differenze razziali sono reali e questa è proprio la ragione per offrire aiuto.” Uno studente chiede al rabbino: “Chi vi dà il diritto di decidere chi è chi?” Kashtiel: “Posso vedere che le mie capacità sono molto più grandi delle sue.” L’Olocausto sono l’umanitarismo e il pluralismo Un altro rabbino, Giora Radler, afferma che l’Olocausto non è ciò che si pensa, non riguarda l’uccisione degli ebrei. Sono l’ umanitarismo e il pluralismo ad ucciderci realmente: “L’Olocausto in realtà non riguarda l’uccisione degli ebrei – quello non è l’Olocausto. Tutte queste giustificazioni che sostengono che si basava sull’ideologia o che è stato un sistema, sono ridicole. Il fatto che avesse una base ideologica, in un certo senso lo rende più morale che non se si trattasse di gente che ha ucciso altra gente senza motivo. L’ umanitarismo, tutta la cultura secolare sul fatto di avere fede nell’umanità, questo è l’Olocausto. L’Olocausto in realtà è essere pluralisti, credere nella ‘fede nell’umanità’. Questo è ciò che si definisce un Olocausto. Il Signore (sia benedetto il suo nome) grida da anni che l’esilio (ebraico) è finito, ma il popolo non lo ascolta, e quella è la sua malattia, una malattia che deve essere curata con l’Olocausto.” In altre parole, l’Olocausto è avvenuto per dare una lezione agli ebrei – abbandonate il pluralismo, isolatevi nello Stato ebraico e dimenticate la “malattia” della diaspora. Queste considerazioni sono state fatte durante una lezione intitolata “Riguardo all’Olocausto”. La logica nazista era giusta Radler: “La logica dei nazisti era giusta per loro stessi. Hitler dice che un certo gruppo nella società è il seme di tutte le disgrazie per tutta l’umanità, che a causa di ciò tutto il genere umano cadrà nell’abisso, che essi danneggiano l’umanità e perciò devono essere sterminati.” Radler chiede a uno studente: “Questa ideologia ti sembra illogica? Pessima?” Lo studente risponde: “Non sembra essere etica”. Radler: “Mosè era cattivo come Hitler?” Studente: “No.” Radler: “Perché no? C’è una sola cosa al mondo che è veramente diabolica, ed è essere ipocrita. C’è differenza per te se ti uccidono con un coltello come hanno fatto ad Agag (il re amalechita che il profeta Samuele ‘ha tagliato a pezzi’) o se ti uccidono in una camera a gas?” Hitler aveva ragione, “nel giusto al 100%” Radler continua a parlare di Hitler ed ora aggiunge che la malattia non sono solo il pluralismo e l’ umanitarismo, ma anche il femminismo, e che Hitler aveva assolutamente ragione: “Cominciamo con la domanda se Hitler aveva ragione o no.” Studente: “No.” Radler: “(Hitler) è la persona più giusta. Ha senz’altro ragione in ogni parola che dice. La sua ideologia è giusta. C’è un mondo maschio che combatte, che ha a che fare con l’onore e la fratellanza dei soldati. E c’è il mondo debole, etico e femminile (che parla di) ‘porgere l’altra guancia’. ‘E noi (i nazisti) crediamo che gli ebrei portino avanti questa eredità, cercando, nei nostri termini, di guastare l’umanità intera, ed è per questo che sono i veri nemici.’ Ora, lui (Hitler) è al 100% nel giusto, a parte il fatto che stava dalla parte sbagliata.” Quindi qui Radler sta emulando Hitler, citando le ragioni dei nazisti con approvazione. Secondo Radler l’unico errore dei nazisti è che non sapevano quale fosse la vera razza superiore, e chi fossero realmente gli ‘untermenschen’. I nazisti non potevano avere ragione, perché solo gli ebrei potevano essere superiori. Ma se ora gli ebrei applicassero questa teoria e ideologia della razza ai giorni nostri – cioè essenzialmente riguardo ai palestinesi, allora sarebbero davvero “al 100% nel giusto” – forse addirittura al 101%, perché avrebbero ancor più ragione di Hitler. Risposte Sono parole grosse. Un vero giudeo-nazismo. I rabbini sono stati contattati per una risposta e hanno cercato di insabbiare tutto come se si trattasse di un malinteso. Il rabbino Kashtiel ha detto di essere “dispiaciuto e addolorato che una lezione sui diritti umani sia stata intesa all’opposto di ciò che era, un’interpretazione moderno-socialista di schiavitù.” Il rabbino Radler ha detto che le sue parole sono state “citate fuori dal contesto” e che la lezione sull’Olocausto “cerca di spiegare la logica patologica di Hitler e le ragioni e motivazioni dell’Olocausto.” Il parlamentare israelo-palestinese Ahmad Tibi ha risposto alla trasmissione: “In Germania sarebbe risultata più autentica.” Ovviamente anche i politici sionisti israeliani si sono allarmati. Il parlamentare di centro Yair Lapid ha scritto su Twitter: “Questo non è ebraismo. Questi non sono valori. Persone che parlano in questo modo non sono degne di educare i giovani.” Lapid ha chiesto di sospendere i finanziamenti dello Stato alla yeshiva “finché non verrano espulsi i rabbini razzisti”. Ma qui sorge un problema, perché l’ideologia di Lapid sostiene “il massimo di ebrei sul massimo di terra con il massimo di sicurezza e il minimo di palestinesi” e, benché Lapid ora specifichi che “sono state persone laiche a creare Israele”, in realtà la sua religione è il sionismo ultra-nazionalista e lui è solo la faccia leggermente più presentabile di quel giudeo-nazismo che vediamo provenire da Bnei David. |
La leader del partito di sinistra [sionista, ndtr.] Meretz Tamar Zandberg:
“L’accademia di Eli avrebbe dovuto essere chiusa da tempo e chiunque permetta che lo sciovinismo, l’omofobia e tutte le altre espressioni di odio che provengono da là portino avanti la follia, non si dovrebbe sorprendere delle orribili espressioni che sono uscite oggi di là.” Zandberg ha detto di aver fatto richiesta al ministero dell’Educazione di smettere di finanziare l’accademia. Ma la yeshiva e l’accademia di Eli sono ora strettamente legate al governo. È stato il rabbino capo della yeshiva, Eli Sadan, a fare campagna perché Rafi Peretz diventasse capo dell’ “Unione dei partiti di destra”, ora principale candidato per il ministero dell’Educazione. A Peretz è stato permesso di parlare agli studenti prima delle elezioni, anche quando questo è stato impedito a Naftali Bennett (che finora è stato ministro dell’Educazione) e al primo ministro Netanyahu. In altri termini, esiste un’intera realtà politica che è ancor più radicale sia di Netanyahu che persino di Bennett, che era considerato di estrema destra, uno che davvero parla di potere ebraico, con uno spirito apertamente fascista, letteralmente nazista. E questa ideologia è in procinto di ottenere un posto centrale nel governo israeliano. Non un lapsus Come sottolinea anche il servizio di Canale 13, ciò che abbiamo ascoltato non è un lapsus: “Queste affermazioni sono state ripetute per anni a Bnei David. Non si tratta di un lapsus, ma di un programma politico.” E Bnei David non è un’isola. Un’altra vicenda di un insegnante genocida delle forze di sicurezza riguarda il rabbino Dov Lior, della colonia di Kiryat Arba [colonia di fondamentalisti nazional religiosi nei pressi di Hebron, ndtr.], che ha promosso il libro Torat Hamelech (‘La Torah del re’) del 2009, che sostiene l’uccisione dei bambini non ebrei poiché “è chiaro che cresceranno per farci del male”. Lior ha insegnato alle forze di polizia in un progetto speciale per reclute religiose denominato “Credenti nella polizia”. Tra l’altro gli autori del libro provengono dalla ‘Od Yosef Chai Yesiva’ nella colonia di Yitzhar, una yeshiva che è stata finanziata dalla fondazione della famiglia di Jared Kushner ( genero e consigliere di Trump, ndtr.] fino al 2011. Interpretazioni dell’Olocausto come punizione divina per i peccatori sono state espresse dall’ex rabbino capo sefardita Ovadia Yosef, che credeva anche che lo scopo dei non ebrei fosse di servire gli ebrei e paragonava i non ebrei agli asini. È possibile che la summenzionata divulgazione di opinioni sconvolgenti possa provocare un certo temporaneo e circoscritto turbamento, ma questa ideologia è profondamente radicata e oggi è parte integrante di una fondamentale situazione politica israeliana. E’ chiaro che i rabbini considerano questa attenzione come una seccatura da parte di progressisti senza raziocinio, ed è probabile che la considerino al pari di uno sfortunato ‘Azarya’ – il soldato che tre anni fa è stato filmato mentre uccideva a distanza ravvicinata un palestinese immobilizzato e ha dovuto trascorrere alcuni mesi in prigione. Il problema per i sostenitori di Azarya non era l’assassinio, ma il video. E così queste persone potrebbero trovare il modo per uscire da questo disastro mediatico, ma continueranno a credere nella giustezza della supremazia ebraica. Jonathan Ofir Musicista israeliano, conduttore e blogger/scrittore che vive in Danimarca (Traduzione di Cristiana Cavagna) Fermateli!Patrizia Cecconi, Amman, 22 settembre 2019 Beit Jala, una cittadina a due passi da Betlemme. Una cittadina di case e di chiese bianche dove il suono delle campanesupera la voce del muezzin perché la maggioranza dei suoi abitanti è di religione cristiana. La cittadina nelle cui campagne sorge il convento salesiano e l’antica vineria Cremisan fondata a fine “800, ben 12 anni prima che il padre del sionismo Theodor Herzl lanciasse l’idea dello Stato ebraico in Palestina, definendola terra senza un popolo. Beit Jala, la cittadina che da anni disturba il progetto di annessione israeliano combattendo contro il muro che vuole tagliare la collina di Cremisan per unire le colonie illegali di Gilo (dove possiede una casa anche la sionista italiana Fiamma Nirenstein), Har Gilo e Giv’at Yael rubando altra terra palestinese, ora si trova di fronte a una nuova arrogante pretesa di appropriazione illecita e indebita da parte di un gruppo di fuorilegge ebrei, i neo-coloni che si sono insediati sul suo terreno creando un avamposto. L’avamposto, come dice il nome, è un primo accampamento. Normalmente è composto di roulottes e case mobili in cui un gruppo di fuorilegge ebrei armati e solitamente protetti dall’esercito di occupazione va a insediarsi. Se i palestinesi fossero realmente i duri e spietati combattenti (leggi terroristi nelle versione filosionista) come vengono descritti da Israele e dai suoi valletti mediatici, questi avamposti finirebbero in cenere in meno di una settimana e i loro abitanti verrebbero cacciati se non uccisi. Ma i palestinesi, al contrario, si limitano a manifestare e a gridare al mondo “fermateli!” contando ancora sulla legalità internazionale, nonostante questa abbia dato ampia prova di essere prona davanti a Israele e al suo strumento magico, agitato soprattutto per tacitare l’opinione pubblica: l’olocausto! E mentre i palestinesi manifestano e invocano le istituzioni internazionali, generalmente sorde al loro richiamo, gli israeliani portano avanti il loro progetto di totale occupazione della Palestina con mezzi diversi. Uno di questi è l’avamposto. Israele lascia che questi gruppi di civili armati provenienti da varie parti del mondo e uniti solo dalla stella di David vadano ad occupare terreni strategici, ma palestinesi, poi dopo un po’ gli si fornisce acqua ed elettricità e dopo ancora un po’ di tempo questi accampamenti vengono “legalizzati” nel senso che Israele, con propria legge interna e in totale conflitto con la legalità internazionale, li autorizza a diventare vere e proprie colonie e a far proprio il territorio occupato. Contro chi si oppone manifestando, urlando al mondo “fermateli” o, nel più violento dei casi, lanciando pietre, l’IOF spara, arresta, uccide e i media raccontano – quando lo raccontano – che in seguito a “violenti scontri” hanno perso la vita o sono stati feriti o arrestati un certo numero di palestinesi. Palestinesi! Categoria che generalmente non richiede ulteriori dettagli che ne mostrino la composizione umana, quella capace di creare empatia nel lettore. Esattamente come avviene per i numerosi ferimenti “del venerdì” di palestinesi inermi che chiedono solo il rispetto di una Risoluzione ONU ed hanno in cambio i colpi di fucile dei cecchini israeliani nel silenzio assoluto, se non l’approvazione delle istituzioni cosiddette democratiche dell’Occidente. Anche ieri sono stati feriti oltre 100 manifestanti ed uno di loro, una donna “armata” di una lunga bandiera è stata uccisa. Notizie che non fanno notizia e che quindi non occupano le colonne di democratici quotidiani come ne occuperebbero il ferimento o la morte di una donna israeliana. Fermateli! Non è solo il grido – purtroppo inutile – dei palestinesi. “Fermateli” è una necessità internazionale perché il cammino di Israele verso la distruzione di chi si pone di traverso alla realizzazione dei suoi progetti è un cammino che riguarda il mondo, sia per le complicità di cui si serve, comprese quelle di una parte del mondo arabo, sia per la dannata forza dell’esempio che riesce a dare mostrando che il diritto è carta straccia e che l’unica legge valida è quella del più forte. Israele è un pericolo per il mondo e non solo il nemico di una pace giusta in Medio Oriente e il genocida del popolo palestinese. “Qualcuno fermi Israele” è una voce che si sente anche al suo interno, urlata da una minoranza di israeliani che vengono additati alla popolazione come traditori e che, al contrario, rappresentano il nucleo di ebrei che pur avendo (di fatto) accettato il sionismo, sono o sarebbero in grado di salvare Israele da se stesso. Ma la storia non sempre insegna e, finché Israele potrà godere delle complicità internazionali delle massime potenze, non si fermerà. Il senso di onnipotenza attinto dalla narrazione biblica e fatto proprio anche dai sionisti non credenti rappresenta il vero pericolo che l’opinione pubblica non riesce a vedere. Quell’opinione pubblica che un peso ce l’ha altrimenti non verrebbe così ben manipolata. Quell’opinione pubblica a cui non arriva l’invito a fermare Israele perché si blocca sul muro mediatico innalzato a sua copertura e dipinto con i tragici colori dell’olocausto. |
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