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La VOCE ANNO XXI N°9

maggio 2019

PAGINA G         - 39

segue da pag.38: breve storia della nato 1/10 la nato nasce dalla bomba l’alleanza sotto comando usa comprende durante la guerra fredda 16 paesi: stati uniti, canada, belgio, danimarca, francia, repubblica federale tedesca, gran bretagna, grecia, islanda, italia, lussemburgo, norvegia, paesi bassi, portogallo, spagna, turchia. attraverso questa alleanza, gli stati uniti mantengono il loro dominio sugli alleati europei, usando l’europa come prima linea contro l’unione sovietica. sei anni dopo la nato, il 14 maggio 1955, nasce il patto di varsavia, comprendente unione sovietica, bulgaria, cecoslovacchia, polonia, repubblica democratica tedesca, romania, ungheria, albania (questa dal 1955 al 1968). mentre inizia il confronto nucleare tra usa e urss, gran bretagna e francia, entrambe membri della nato, si muovono per dotarsi anch’esse di armi nucleari. la prima a riuscirvi è la gran bretagna, che nel 1952 effettua in australia una esplosione sperimentale. il vantaggio della nato aumenta ulteriormente quando, il 1° novembre dello stesso anno, gli stati uniti fanno esplodere la loro prima bomba h (all’idrogeno). nel 1960 i paesi nato in possesso di armi nucleari salgono a tre, quando la francia fa esplodere in febbraio, nel sahara, la sua prima bomba nucleare. mentre è in pieno svolgimento la corsa agli armamenti nucleari, esplode nell’ottobre 1962 la crisi dei missili a cuba: dopo la fallita invasione armata dell’isola nell’aprile 1961, ad opera di fuoriusciti sostenuti dalla cia statunitense, l’urss decide di fornire a cuba missili balistici a gittata media e intermedia. gli stati uniti effettuano il blocco navale dell’isola e mettono in allerta le forze nucleari: oltre 130 missili balistici intercontinentali sono pronti al lancio; 54 bombardieri con a bordo armi nucleari vengono aggiunti ai 12 che il comando aereo strategico mantiene sempre in volo ventiquattr’ore su ventiquattro, pronti all’attacco nucleare. gli stati uniti dispongono in quel momento di oltre 25.500 armi nucleari, cui se ne aggiungono circa 210 britanniche, mentre l’urss ne possiede circa 3.350. la crisi, che porta il mondo sulla soglia della guerra nucleare, viene disinnescata dalla decisione sovietica di non installare i missili, in cambio dell’impegno statunitense a togliere il blocco e rispettare l’indipendenza di cuba. nello stesso periodo la cina si muove verso l’acquisizione di armi nucleari e, nell’ottobre 1964, fa esplodere la sua prima bomba all’uranio e, dopo nemmeno tre anni, la sua prima bomba h. di pari passo con la crescita del proprio arsenale, il pentagono mette a punto dettagliati piani operativi di guerra nucleare contro l’urss e la cina. un dossier di 800 pagine – reso pubblico nel 2015 dall’archivio del governo usa – contiene una lista (fino a quel momento top secret) di migliaia di obiettivi in urss, europa orientale e cina che gli usa si preparavano a distruggere con armi nucleari durante la guerra fredda. nel 1959, l’anno a cui si riferisce la «target list», gli usa dispongono di oltre 12 mila testate nucleari più circa 80 britanniche, mentre l’urss ne possiede circa mille e la cina non ne ha ancora. essendo superiore anche come vettori (bombardieri e missili), il pentagono ritiene attuabile un attacco nucleare. tra gli strateghi statunitensi – racconterà successivamente paul johnstone, per due decenni (1949-1969) analista del pentagono per la pianificazione della guerra nucleare – vi è in quel periodo la convinzione che gli stati uniti, pur subendo in uno scambio nucleare gravi danni e molti milioni di morti, continuerebbero a esistere quale nazione organizzata e vitale, e infine prevarrebbero, mentre l’unione sovietica non sarebbe in grado d farlo. tra la fine degli anni sessanta e gli inizi dei settanta, gli usa hanno circa 9.000 armi nucleari schierate fuori del proprio territorio: circa 7.000 nei paesi europei della nato, 2.000 in paesi asiatici (corea del sud, filippine, giappone). oltre a queste, hanno 3.000 armi a bordo di sottomarini e altre unità navali, che possono in ogni momento lanciare, da posizioni avanzate, contro l’unione sovietica e altri paesi. l’urss, che non ha basi avanzate fuori del proprio territorio in prossimità degli stati uniti (a cui può avvicinarsi però con i sottomarini nucleari), cerca di dimostrare che, se venisse attaccata, potrebbe lanciare una rappresaglia devastante. a conferma di ciò fa esplodere, in un test condotto il 20 ottobre 1961, la più potente bomba all’idrogeno mai sperimentata, la «zar» da 58 megaton, equivalente a quasi 4.500 bombe di hiroshima. l’unione sovietica prepara allo stesso tempo un’arma spaziale: un missile che, se messo in orbita attorno alla terra, potrebbe colpire in ogni momento gli stati uniti con una testata nucleare. a questo punto gli stati uniti, messi in difficoltà, propongono all’unione sovietica un trattato sull’uso pacifico dello spazio. viene così firmato, nel gennaio 1967, il trattato sullo spazio esterno, che vieta di collocare armi nucleari nell’orbita terrestre, sulla luna o su altri corpi celesti, o, comunque, stazionarle nello spazio extra-atmosferico. subito dopo, nel luglio 1968, viene stipulato il trattato di non-proliferazione delle armi nucleari (tnp). lo promuovono stati uniti, gran bretagna e unione sovietica, preoccupati dal fatto che altri paesi vogliono entrare nella cerchia delle potenze nucleari. l’articolo 1 stabilisce: «ciascuno degli stati militarmente nucleari si impegna a non trasferire a chicchessia armi nucleari». l’articolo 2 stabilisce: «ciascuno degli stati militarmente non nucleari, che sia parte del trattato, si impegna a non ricevere da chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, né il controllo su tali armi e congegni esplosivi, direttamente o indirettamente». le potenze nucleari si impegnano a perseguire negoziati su un trattato che stabilisca il disarmo generale sotto controllo internazionale (art. 6). l’italia firma il tnp nel 1969 e lo ratifica nel 1975. mentre stati uniti, gran bretagna e unione sovietica cercano di impedire con il trattato di non-proliferazione che altri paesi entrino nel club nucleare, di cui nel 1968 fanno parte cinque membri, un sesto paese si infiltra nella cerchia delle potenze nucleari riuscendo non solo a entrarvi ma, una volta dentro, a rendersi ufficialmente invisibile: il convitato di pietra è israele. nello stesso momento in cui, nel 1968, viene aperto alla firma il trattato di non-proliferazione, israele sta già schierando in segreto le sue prime armi nucleari. negli anni settanta e ottanta anche sudafrica, india e pakistan cominciano a costruire armi nucleari. nel 1986 l’arsenale mondiale sale al suo massimo livello: circa 65.000 armi nucleari. è in questa fase che l’europa viene trasformata in prima linea nel confronto nucleare tra le due superpotenze. tra il 1976 e il 1980 l’urss schiera sul proprio territorio missili balistici di gittata intermedia. sulla base del fatto che dal territorio sovietico essi possono colpire l’europa occidentale, la nato decide di schierare in europa, a partire dal 1983, missili nucleari statunitensi a gittata intermedia: 108 missili balistici pershing 2 in germania e 464 missili da crociera (cruise) lanciati da terra, distribuiti tra gran bretagna, italia, germania occidentale, belgio e paesi bassi. in meno di 10 minuti dal lancio, i pershing 2 statunitensi schierati in germania possono colpire le basi e le città sovietiche, compresa mosca, con le loro testate nucleari. contemporaneamente, i missili da crociera statunitensi schierati a comiso e in altre basi europee, volando a velocità subsonica a una quota di poche decine di metri lungo il contorno del terreno, possono sfuggire ai radar e colpire le città sovietiche. a loro volta, gli ss-20 schierati in territorio sovietico possono colpire, in meno di 10 minuti dal lancio, le basi e città dell’europa occidentale. in italia, alla metà degli anni ottanta, oltre a 112 testate nucleari sui missili da crociera schierati a comiso, vi sono altre armi nucleari statunitensi per un totale stimato in circa 700. esse sono costituite per la maggior parte da mine da demolizione atomica, proiettili nucleari di artiglieria e missili nucleari a corto raggio, destinati ad essere usati sul territorio italiano. ciò indica che l’italia è considerata dal pentagono una semplice pedina da sacrificare, un terreno di battaglia nucleare da trasformare in deserto radioattivo. durante la guerra fredda, dal 1945 al 1991, si accumula nel mondo un arsenale nucleare che, negli anni ottanta, raggiunge probabilmente i 15.000 megaton, equivalenti a oltre un milione di bombe di hiroshima. è come se ogni abitante del pianeta fosse seduto su 3 tonnellate di tritolo. la potenza dell’arsenale nucleare supera di 5.000 volte quella di tutti gli ordigni esplosivi usati nella seconda guerra mondiale. si crea, per la prima volta nella storia, una forza distruttiva che può cancellare dalla faccia della terra, non una ma più volte, la specie umana e quasi ogni altra forma di vita. l’arte della guerra. operazione conquista delle menti. manlio dinucci. circa 5.000 bambini e ragazzi di 212 classi hanno partecipato, ieri a pisa, alla «giornata della solidarietà» in ricordo del maggiore nicola ciardelli della brigata folgore, rimasto ucciso il 27 aprile 2006 in un «terribile attentato» a nassirya, durante la «missione di pace» antica babilonia.
la giornata, promossa ogni anno dalla associazione nicola ciardelli onlus creata dalla famiglia, è divenuta, grazie al determinante sostegno del comune (prima guidato dal pd, oggi dalla lega) il laboratorio di una grande operazione – cui collabora un vasto arco di enti e associazioni – per «sensibilizzare i giovani studenti sull’importanza dell’impegno di ognuno verso la costruzione di un futuro di pace e solidarietà». l’esempio da seguire è «l’impegno profuso da nicola a favore delle popolazioni dilaniate dai conflitti, incontrate in occasione delle numerose missioni cui aveva partecipato», durante le quali aveva «toccato con mano la devastazione delle guerre e le sofferenze di coloro che sono costretti a subirle, primi tra tutti i bambini». nessuno però ha raccontato ai 5.000 bambini e ragazzi la vera storia della devastante guerra scatenata nel 2003 dagli stati uniti contro l’iraq, paese già sottoposto a un embargo che aveva provocato in dieci anni un milione e mezzo di morti, di cui circa mezzo milione tra i bambini. nessuno gli ha spiegato che, per giustificare la guerra accusando l’iraq di possedere armi di distruzione di massa, vennero fabbricate «prove», risultate poi false. nessuno gli ha detto che, per stroncare la resistenza, l’iraq venne messo a ferro e fuoco, usando ogni mezzo: dalle bombe al fosforo contro la popolazione di falluja alle torture nella prigione di abu ghraib. a questa guerra – definita oggi dal ministero italiano della difesa «operazione iraqi freedom guidata dagli usa per il rovesciamento del regime di saddam hussein, nel quadro della lotta internazionale al terrorismo» – partecipò il contingente italiano antica babilonia. consigliere politico dei suoi comandanti, tra il 2005 e il 2006, era l’attuale ministra dela difesa elisabetta trenta (cinque stelle). ne faceva parte il 185° reggimento paracadutisti folgore ricognizione acquisizione obiettivi, reparto di forze speciali in cui era ufficiale nicola ciardelli. il reggimento – documenta il ministero della difesa – «opera infiltrando distaccamenti operativi oltre le linee nemiche, in azioni dirette che prevedono l’ingaggio di obiettivi a distanza sfruttando l’armamento in dotazione e tutte le piattaforme di fuoco terrestri, aeree e navali». in altre parole, una volta individuato il «bersaglio» umano, esso viene eliminato direttamente da tiratori scelti o, indirettamente, con un puntatore laser che guida la bomba lanciata da un caccia. questo non è stato raccontato ai 5.000 bambini e ragazzi che, al culmine della giornata, hanno applaudito i parà della folgore che scendevano dal cielo sul ponte di mezzo, apparendo ai loro occhi come eroi dei fumetti che difendono i buoni dai cattivi. quello di pisa non è un caso isolato. i militari usa della base di sigonella – riporta antonio mazzeo – sono sempre più presenti nelle scuole siciliane dove tengono corsi di inglese, di ginnastica e altri. a sigonella, dove un parroco ha portato i bambini in «visita di istruzione», e nelle basi in puglia si svolgono per gli studenti delle superiori stage di «alternanza scuola-lavoro». casi analoghi si registrano in altre regioni. è in corso una vera e propria operazione di conquista militare delle menti delle giovani generazioni (e non solo di queste). ci sono insegnanti, studenti e genitori disponibiii a contrastarla, organizzandosi per far avanzare, contro quella della guerra, la cultura della pace? (il manifesto, 30 aprile 2019) . giornata mondiale della terra: “rispettala e amala”. (foto di dario lo scalzo). 22.04.2019 - dario lo scalzo . il 22 aprile ricorre la giornata mondiale della terra. il mondo celebra l’earth day 2019 giunto alla 49esima edizione. noi diciamo, la terra non ricordarla solamente il 22 aprile di ogni anno. rispettala e amala ogni giorno! la terra non ricordarla solamente il 22 aprile di ogni anno ... rispettala e amala ogni giorno! il migliore dei mondi possibili. di margherita furlan. cos'è la #transizione? per il fisico recentemente scomparso luigi sertorio è "l'inizio della fine del transiente del motore termico nella storia evolutiva della società umana." e' planetaria, mostruosamente accelerata e conduce, con alta probabilità, a una situazione insostenibile. rischi? giganteschi mutamenti, tensioni sociali, scontri titanici. soluzioni? probabilmente solo all'interno dei cicli naturali, dove il flusso solare non potrà essere in nessun caso proprietà privata e l'accesso alla biosfera dovrà essere un diritto universale. ne parliamo insieme a #giuliettochiesa, direttore di pandora tv. intervista a cura di margherita furlan. editing santiago martinez de aguirre .
Segue da Pag.38: BREVE STORIA DELLA NATO 1/10 LA NATO NASCE DALLA BOMBA

L’Alleanza sotto comando USA comprende durante la guerra fredda 16 paesi: Stati Uniti, Canada, Belgio, Danimarca, Francia, Repubblica Federale Tedesca, Gran Bretagna, Grecia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Turchia. Attraverso questa alleanza, gli Stati Uniti mantengono il loro dominio sugli alleati europei, usando l’Europa come prima linea contro l’Unione Sovietica.

Sei anni dopo la NATO, il 14 maggio 1955, nasce il Patto di Varsavia, comprendente Unione Sovietica, Bulgaria, Cecoslovacchia, Polonia, Repubblica Democratica Tedesca, Romania, Ungheria, Albania (questa dal 1955 al 1968).

Mentre inizia il confronto nucleare tra USA e URSS, Gran Bretagna e Francia, entrambe membri della NATO, si muovono per dotarsi anch’esse di armi nucleari. La prima a riuscirvi è la Gran Bretagna, che nel 1952 effettua in Australia una esplosione sperimentale. Il vantaggio della NATO aumenta ulteriormente quando, il 1° novembre dello stesso anno, gli Stati Uniti fanno esplodere la loro prima bomba H (all’idrogeno). Nel 1960 i paesi NATO in possesso di armi nucleari salgono a tre, quando la Francia fa esplodere in febbraio, nel Sahara, la sua prima bomba nucleare.

Mentre è in pieno svolgimento la corsa agli armamenti nucleari, esplode nell’ottobre 1962 la crisi dei missili a Cuba: dopo la fallita invasione armata dell’isola nell’aprile 1961, ad opera di fuoriusciti sostenuti dalla CIA statunitense, l’URSS decide di fornire a Cuba missili balistici a gittata media e intermedia. Gli Stati Uniti effettuano il blocco navale dell’isola e mettono in allerta le forze nucleari: oltre 130 missili balistici intercontinentali sono pronti al lancio; 54 bombardieri con a bordo armi nucleari vengono aggiunti ai 12 che il Comando aereo strategico mantiene sempre in volo ventiquattr’ore su ventiquattro, pronti all’attacco nucleare. Gli Stati Uniti dispongono in quel momento di oltre 25.500 armi nucleari, cui se ne aggiungono circa 210 britanniche, mentre l’URSS ne possiede circa 3.350. La crisi, che porta il mondo sulla soglia della guerra nucleare, viene disinnescata dalla decisione sovietica di non installare i missili, in cambio dell’impegno statunitense a togliere il blocco e rispettare l’indipendenza di Cuba.

Nello stesso periodo la Cina si muove verso l’acquisizione di armi nucleari e, nell’ottobre 1964, fa esplodere la sua prima bomba all’uranio e, dopo nemmeno tre anni, la sua prima bomba H.

Di pari passo con la crescita del proprio arsenale, il Pentagono mette a punto dettagliati piani operativi di guerra nucleare contro l’URSS e la Cina. Un dossier di 800 pagine – reso pubblico nel 2015 dall’archivio del governo USA – contiene una lista (fino a quel momento top secret) di migliaia di obiettivi in URSS, Europa Orientale e Cina che gli USA si preparavano a distruggere con armi nucleari durante la guerra fredda. Nel 1959, l’anno a cui si riferisce la «target list», gli USA dispongono di oltre 12 mila testate nucleari più circa 80 britanniche, mentre l’URSS ne possiede circa mille e la Cina non ne ha ancora. Essendo superiore anche come vettori (bombardieri e missili), il Pentagono ritiene attuabile un attacco nucleare.

Tra gli strateghi statunitensi – racconterà successivamente Paul Johnstone, per due decenni (1949-1969) analista del Pentagono per la pianificazione della guerra nucleare – vi è in quel periodo la convinzione che gli Stati Uniti, pur subendo in uno scambio nucleare gravi danni e molti milioni di morti, continuerebbero a esistere quale nazione organizzata e vitale, e infine prevarrebbero, mentre l’Unione Sovietica non sarebbe in grado d farlo.

Tra la fine degli anni Sessanta e gli inizi dei Settanta, gli USA hanno circa 9.000 armi nucleari schierate fuori del proprio territorio: circa 7.000 nei paesi europei della NATO, 2.000 in paesi asiatici (Corea del Sud, Filippine, Giappone). Oltre a queste, hanno 3.000 armi a bordo di sottomarini e altre unità navali, che possono in ogni momento lanciare, da posizioni avanzate, contro l’Unione Sovietica e altri paesi. L’URSS, che non ha basi avanzate fuori del proprio territorio in prossimità degli Stati Uniti (a cui può avvicinarsi però con i sottomarini nucleari), cerca di dimostrare che, se venisse attaccata, potrebbe lanciare una rappresaglia devastante. A conferma di ciò fa esplodere, in un test condotto il 20 ottobre 1961, la più potente bomba all’idrogeno mai sperimentata, la «Zar» da 58 megaton, equivalente a quasi 4.500 bombe di Hiroshima. L’Unione Sovietica prepara allo stesso tempo un’arma spaziale: un missile che, se messo in orbita attorno alla Terra, potrebbe colpire in ogni momento gli Stati Uniti con una testata nucleare.

A questo punto gli Stati Uniti, messi in difficoltà, propongono all’Unione Sovietica un trattato sull’uso pacifico dello spazio. Viene così firmato, nel gennaio 1967, il Trattato sullo spazio esterno, che vieta di collocare armi nucleari nell’orbita terrestre, sulla Luna o su altri corpi celesti, o, comunque, stazionarle nello spazio extra-atmosferico.

Subito dopo, nel luglio 1968, viene stipulato il Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari (TNP). Lo promuovono Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione Sovietica, preoccupati dal fatto che altri paesi vogliono entrare nella cerchia delle potenze nucleari. L’Articolo 1 stabilisce: «Ciascuno degli Stati militarmente nucleari si impegna a non trasferire a chicchessia armi nucleari». L’Articolo 2 stabilisce: «Ciascuno degli Stati militarmente non nucleari, che sia Parte del Trattato, si impegna a non ricevere da chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, né il controllo su tali armi e congegni esplosivi, direttamente o indirettamente». Le potenze nucleari si impegnano a perseguire negoziati su un Trattato che stabilisca il disarmo generale sotto controllo internazionale (Art. 6). L’Italia firma il TNP nel 1969 e lo ratifica nel 1975.

Mentre Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione Sovietica cercano di impedire con il Trattato di non-proliferazione che altri paesi entrino nel club nucleare, di cui nel 1968 fanno parte cinque membri, un sesto paese si infiltra nella cerchia delle potenze nucleari riuscendo non solo a entrarvi ma, una volta dentro, a rendersi ufficialmente invisibile: il convitato di pietra è Israele. Nello stesso momento in cui, nel 1968, viene aperto alla firma il Trattato di non-proliferazione, Israele sta già schierando in segreto le sue prime armi nucleari. Negli Anni Settanta e Ottanta anche Sudafrica, India e Pakistan cominciano a costruire armi nucleari. Nel 1986 l’arsenale mondiale sale al suo massimo livello: circa 65.000 armi nucleari.

È in questa fase che l’Europa viene trasformata in prima linea nel confronto nucleare tra le due superpotenze. Tra il 1976 e il 1980 l’URSS schiera sul proprio territorio missili balistici di gittata intermedia. Sulla base del fatto che dal territorio sovietico essi possono colpire l’Europa occidentale, la NATO decide di schierare in Europa, a partire dal 1983, missili nucleari statunitensi a gittata intermedia: 108 missili balistici Pershing 2 in Germania e 464 missili da crociera (Cruise) lanciati da terra, distribuiti tra Gran Bretagna, Italia, Germania occidentale, Belgio e Paesi Bassi.

In meno di 10 minuti dal lancio, i Pershing 2 statunitensi schierati in Germania possono colpire le basi e le città sovietiche, compresa Mosca, con le loro testate nucleari. Contemporaneamente, i missili da crociera statunitensi schierati a Comiso e in altre basi europee, volando a velocità subsonica a una quota di poche decine di metri lungo il contorno del terreno, possono sfuggire ai radar e colpire le città sovietiche. A loro volta, gli SS-20 schierati in territorio sovietico possono colpire, in meno di 10 minuti dal lancio, le basi e città dell’Europa occidentale.

In Italia, alla metà degli Anni Ottanta, oltre a 112 testate nucleari sui missili da crociera schierati a Comiso, vi sono altre armi nucleari statunitensi per un totale stimato in circa 700. Esse sono costituite per la maggior parte da mine da demolizione atomica, proiettili nucleari di artiglieria e missili nucleari a corto raggio, destinati ad essere usati sul territorio italiano. Ciò indica che l’Italia è considerata dal Pentagono una semplice pedina da sacrificare, un terreno di battaglia nucleare da trasformare in deserto radioattivo.

Durante la guerra fredda, dal 1945 al 1991, si accumula nel mondo un arsenale nucleare che, negli anni Ottanta, raggiunge probabilmente i 15.000 megaton, equivalenti a oltre un milione di bombe di Hiroshima. È come se ogni abitante del pianeta fosse seduto su 3 tonnellate di tritolo. La potenza dell’arsenale nucleare supera di 5.000 volte quella di tutti gli ordigni esplosivi usati nella Seconda guerra mondiale. Si crea, per la prima volta nella storia, una forza distruttiva che può cancellare dalla faccia della Terra, non una ma più volte, la specie umana e quasi ogni altra forma di vita.

L’arte della guerra

Operazione conquista delle menti

Manlio Dinucci
Circa 5.000 bambini e ragazzi di 212 classi hanno partecipato, ieri a Pisa, alla «Giornata della Solidarietà» in ricordo del maggiore Nicola Ciardelli della Brigata Folgore, rimasto ucciso il 27 aprile 2006 in un «terribile attentato» a Nassirya, durante la «missione di pace» Antica Babilonia.

La Giornata, promossa ogni anno dalla Associazione Nicola Ciardelli Onlus creata dalla famiglia, è divenuta, grazie al determinante sostegno del Comune (prima guidato dal PD, oggi dalla Lega) il laboratorio di una grande operazione – cui collabora un vasto arco di enti e associazioni – per «sensibilizzare i giovani studenti sull’importanza dell’impegno di ognuno verso la costruzione di un futuro di Pace e Solidarietà».

L’esempio da seguire è «l’impegno profuso da Nicola a favore delle popolazioni dilaniate dai conflitti, incontrate in occasione delle numerose missioni cui aveva partecipato», durante le quali aveva «toccato con mano la devastazione delle guerre e le sofferenze di coloro che sono costretti a subirle, primi tra tutti i bambini».

Nessuno però ha raccontato ai 5.000 bambini e ragazzi la vera storia della devastante guerra scatenata nel 2003 dagli Stati uniti contro l’Iraq, paese già sottoposto a un embargo che aveva provocato in dieci anni un milione e mezzo di morti, di cui circa mezzo milione tra i bambini.

Nessuno gli ha spiegato che, per giustificare la guerra accusando l’Iraq di possedere armi di distruzione di massa, vennero fabbricate «prove», risultate poi false.

Nessuno gli ha detto che, per stroncare la resistenza, l’Iraq venne messo a ferro e fuoco, usando ogni mezzo: dalle bombe al fosforo contro la popolazione di Falluja alle torture nella prigione di Abu Ghraib.

A questa guerra – definita oggi dal ministero italiano della Difesa «Operazione Iraqi Freedom guidata dagli Usa per il rovesciamento del regime di Saddam Hussein, nel quadro della lotta internazionale al terrorismo» – partecipò il contingente italiano Antica Babilonia.

Consigliere politico dei suoi comandanti, tra il 2005 e il 2006, era l’attuale ministra dela Difesa Elisabetta Trenta (Cinque Stelle).

Ne faceva parte il 185° Reggimento paracadutisti Folgore ricognizione acquisizione obiettivi, reparto di forze speciali in cui era ufficiale Nicola Ciardelli. Il Reggimento – documenta il ministero della Difesa – «opera infiltrando distaccamenti operativi oltre le linee nemiche, in azioni dirette che prevedono l’ingaggio di obiettivi a distanza sfruttando l’armamento in dotazione e tutte le piattaforme di fuoco terrestri, aeree e navali». In altre parole, una volta individuato il «bersaglio» umano, esso viene eliminato direttamente da tiratori scelti o, indirettamente, con un puntatore laser che guida la bomba lanciata da un caccia.

Questo non è stato raccontato ai 5.000 bambini e ragazzi che, al culmine della Giornata, hanno applaudito i parà della Folgore che scendevano dal cielo sul Ponte di mezzo, apparendo ai loro occhi come eroi dei fumetti che difendono i buoni dai cattivi.

Quello di Pisa non è un caso isolato. I militari Usa della base di Sigonella – riporta Antonio Mazzeo – sono sempre più presenti nelle scuole siciliane dove tengono corsi di inglese, di ginnastica e altri.

A Sigonella, dove un parroco ha portato i bambini in «visita di istruzione», e nelle basi in Puglia si svolgono per gli studenti delle superiori stage di «alternanza scuola-lavoro».
Casi analoghi si registrano in altre regioni.

È in corso una vera e propria operazione di conquista militare delle menti delle giovani generazioni (e non solo di queste). Ci sono insegnanti, studenti e genitori disponibiii a contrastarla, organizzandosi per far avanzare, contro quella della guerra, la cultura della pace?

(il manifesto, 30 aprile 2019)

Giornata mondiale della Terra:
“rispettala e amala”

(Foto di Dario Lo Scalzo)

22.04.2019 - Dario Lo Scalzo

Il 22 aprile ricorre la Giornata mondiale della Terra. Il mondo celebra l’Earth day 2019 giunto alla 49esima edizione.

Noi diciamo, la Terra non ricordarla solamente il 22 aprile di ogni anno. Rispettala e amala ogni giorno!



La Terra non ricordarla solamente il 22 aprile di ogni anno ... RISPETTALA E AMALA ogni giorno!

IL MIGLIORE DEI MONDI POSSIBILI

di Margherita Furlan


Cos'è la #transizione? Per il fisico recentemente scomparso Luigi Sertorio è "l'inizio della fine del transiente del motore termico nella storia evolutiva della società umana." E' planetaria, mostruosamente accelerata e conduce, con alta probabilità, a una situazione insostenibile. Rischi? Giganteschi mutamenti, tensioni sociali, scontri titanici. Soluzioni? Probabilmente solo all'interno dei cicli naturali, dove il flusso solare non potrà essere in nessun caso proprietà privata e l'accesso alla biosfera dovrà essere un diritto universale. Ne parliamo insieme a #GiuliettoChiesa, direttore di Pandora TV.
Intervista a cura di Margherita Furlan
Editing Santiago Martinez de Aguirre

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