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La VOCE ANNO XXI N°5

gennaio 2019

PAGINA c         - 31

Per Mosca è opportuna la presenza del figlio di Gheddafi nel processo politico libico



Il ministero degli Esteri russo ritiene che il figlio di Gheddafi, Seif al Islam, così come altri seguaci di suo padre, abbiano il diritto di partecipare al processo politico in Libia.

Il Vice Ministro degli Esteri russo, Mijaíl Bogdánov ha sottolineato che la Libia ha una struttura sociale tribale, in cui le posizioni di questi gruppi hanno un grande peso, e "il dottor Seif al Islam e quelli che lo sostengono" sono precisamente tribù specifiche che abitano "precise aree del paese".

"Sosteniamo tutti, partiamo dal fatto che nessuno dovrebbe essere isolato, al di fuori del processo politico costruttivo, è per questo che manteniamo i contatti con tutti i gruppi, con quelli nell'ovest, nell'est, nel sud", ha affermato il vice ministro.

Per Bogdanov, è logico che nel processo politico del paese partecipino sia i rappresentanti del "Tobruk", sia quelli di Tripoli e Misurata ".

Fonte: Sputnik - Foto APNotizia del: 24/12/2018

La Russia non accetterà nessun ultimatum dagli Stati Uniti



«Qualcuno crede seriamente che la Russia si atterrà a un ultimatum statunitense?
Escludo tale opzione, anche se avessimo commesso alcuni errori nella nostra politica o nei nostri argomenti», ha dichiarato il viceministro degli Esteri russo Sergey Riabkov all'agenzia di stampa Sputnik.

Le dichiarazioni sono una risposta ai commenti fatti lo scorso 4 dicembre dal Segretario di Stato americano, Mike Pompeo, il quale ammoniva che, se Mosca non rispettasse nei prossimi due mesi, i requisiti dell’Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty (INF), Washington non terrà conto dei propri obblighi ai sensi dell'accordo.

Ryabkov ha sottolineato che la Russia è pienamente conforme al Trattato INF, quindi «è un'opzione impensabile» e che agisce in base a quanto richiesto da Washington.

Russia: la maggioranza dei cittadini rimpiange
l'Unione Sovietica



Cresce in Russia la nostalgia per l’Unione Sovietica. Il numero dei nostalgici è andato crescendo esponenzialmente nell’ultimo decennio.

A rivelarlo è il Centro Levada che qualche giorno or sono ha pubblicato i risultati di un sondaggio effettuato tra i cittadini russi.

I risultati scaturiti sono inequivocabili.

Secondo il sondaggio il 66% dei cittadini russi rimpiange l’Unione Sovietica. L’anno passato il numero dei nostalgici si attestava al 58%. Mentre nell’ultimo decennio l’indicatore non era mai andato oltre il 61%.

Tra i nostalgici troviamo cittadini russi età superiore ai 55 anni, e i giovani tra i 18 e i 24 anni. Le ragioni principali per cui i russi rimpiangono il crollo dell'Unione Sovietica sono la distruzione del sistema economico (52%), la perdita del senso di appartenenza a una grande potenza (36%) e la crescita della sfiducia e del malcontento (31%).

Russia: "I caschi bianchi fanno parte del Fronte Al Nusra e le Nazioni Unite dovrebbero considerarli terroristi"



L'organizzazione "è stata screditata dai crimini documentati nel territorio della Siria", ha detto Vasili Nebenzia, rappresentante della Russia all'Onu.

Il rappresentante permanente della Russia alle Nazioni Unite, Vasili Nebenzia ha dichiarato, ieri, nel corso di una riunione che l'organizzazione dei "Caschi Bianchi", che hanno i loro rappresentanti in Occidente dovrebbero essere classificati dalle Nazioni Unite come terroristi.

"È un'organizzazione pseudo-umanitaria, in realtà è una branca della [organizzazione terroristica] Al-Nusra, che è stata screditata dai crimini documentati nel territorio della Siria", ha detto il diplomatico, aggiungendo che il gruppo "ha rappresentanti in Occidente" .

Nebenzia ha spiegato che i paesi occidentali che finanziano l'organizzazione sono consapevoli della sua natura terroristica, anche se preferiscono non parlarne. "Semplicemente il soggetto è molto scomodo", ha precisato.

"I Caschi Bianchi meritano di essere nella lista dei gruppi terroristici delle Nazioni Unite", ha concluso Nebenzia.

Fonte: RT esp - Foto ReutersNotizia del: 21/12/2018

WSJ: Stati Uniti invia una portaerei nucleare nel Golfo Persico per dimostrare il suo potere all'Iran



L'arrivo del gruppo di navi americane termina il periodo più lungo in due decenni durante il quale la presenza militare di questo tipo era assente nella regione.

Un gruppo di navi della US Navy guidato dalla portaerei nucleare John C. Stennis arriverà nel Golfo Persico nei prossimi giorni, una dimostrazione di potere della Casa Bianca, come riporta il quotidiano statunitense The Wall Street Journal citando funzionari della difesa a Washington.

L'arrivo delle navi statunitensi, previsto per questa settimana, sarà la prima operazione del genere nel Golfo negli ultimi otto mesi. L'USS John C. Stennis rimarrà nella regione per due mesi.

La presenza di portaerei degli Stati Uniti "darà sicuramente una differenza positiva" nell'allineamento delle forze in caso di azioni ostili da parte di Teheran in quelle acque, hanno assicurato al giornali le fonti del Pentagono.

Il 1° dicembre scorso, il Segretario di Stato Mike Pompeo, ha dichiarato che Teheran aveva condotto un test di un missile balistico a medio raggio, in violazione della risoluzione 2231 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. In risposta, un portavoce delle forze armate iraniane ha dichiarato che il suo paese continuerà con i test missilistici per migliorare le sue capacità di difesa.
Fonte: The Wall Street Journal - Foto ReutersNotizia del: 04/12/2018

RUSSIA-UCRAINA, MOSCA: “KIEV NON NASCONDE PIÙ LE SUE INTENZIONI AGGRESSIVE”



Mosca, 24 dicembre 2018 - 15:37fonte: AGV - Agenzia Giornalistica il Velino/Sputnik

Mosca non esclude la possibilità che le forze armate ucraine possano avviare nei prossimi giorni un’operazione militare su larga scala a Donbas. Lo ha detto il ministero degli Esteri russo.

“Kiev non nasconde più le sue intenzioni aggressive. Ogni giorno circolano notizie sulla crescente attività dei militari ucraini lungo la linea di contatto a Donbas, specialmente nelle zone di Mariupol e Horlivka”, ha detto il ministero in un commento pubblicato sul suo sito web.

“Non si può escludere che le forze armate ucraine possano lanciare ostilità su larga scala nei prossimi giorni”, ha detto il commento.

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