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La VOCE ANNO XX N°5

gennaio 2018

PAGINA G         - 39

I festeggiamenti in ricordo del centesimo anniversario dalla nascita di Kim Jong Suk, che ricorre il 24 dicembre 2017, ci fanno apparire la sua figura non meno viva e brillante di quando partecipò con tanto vigore alla liberazione e alla ricostruzione del suo Paese.

Kim Jong Suk è nata da genitori contadini, Kim Chun San e O Ssi, nella contea di Osan-dong, Hoeryong, contea di Hoeryong, (ora Tongmyong-dong, città di Hoeryong), provincia del nord di Hamgyong, il 24 dicembre, Juche 6 1 (1917).
Suo nonno aveva partecipato ad una rivolta contadina contro i sovrani feudali della Corea, ma la causa patriottica fallì e morì nel 1908. Suo padre fu impegnato nel movimento indipendentista contro i giapponesi per molti anni e morì in terra straniera nel 1929. Anche la madre aiutò il marito nella guerra patriottica e allevò i figli per essere patrioti e rivoluzionari. Fu uccisa dai giapponesi nel luglio 1932. Il fratello maggiore, Kim Ki Jun fu un efficiente agente segreto, ma fu ucciso in combattimento nel 1934, mentre combatteva al fianco di Kim Il Sung.
Il fratello minore, Kim Ki Song, fu membro dei CC (Corpo Giovanile), fedele a Kim Il Sung, e diede a sua volta la vita per la liberazione del Paese. Tutto questo vissuto ha consentito a Kim Jong Suk di diventare la grande rivoluzionaria che è stata.
Si raccontano vari aneddoti sulla sua infanzia, tutti a dimostrare quanto la piccola Kim Jong Suk pensasse più al benessere dei suoi genitori, dei suoi fratelli e dei vicini che a se stessa.
La famiglia era molto povera e lavorò di giorno nei campi e di notte a filare il lino e si dovette trasferire in Cina di paese in paese, ma in famiglia regnò sempre l’armonia.
Solo suo fratello minore poté frequentare la scuola, anche se lei avrebbe tanto voluto studiare, ma il suo desiderio poté esaudirsi solo nel 1930, quando gli agenti politici di Kim Il Sung costruivano scuole notturne anche nei villaggi per portare la gente comune alla consapevolezza politica.
Ricordò sempre con commozione la sua prima lezione: "La conoscenza è potere; l’analfabetismo ci rovinerà. Quindi devi avere conoscenza. I dotti hanno l’obbligo di insegnare e gli analfabeti hanno il diritto di imparare. ... Studia più che puoi! ". Ricordò sempre anche una lezione che gli fu di guida per tutta la vita: "L’uomo che illumina il mondo come la stella del mattino coltiva l’arte della guerra, sfreccia sopra le montagne per distruggere i giapponesi con un colpo della sua spada, quando viene a combattere al comando del suo esercito. Con lui la Corea vincerà la sua indipendenza.”.
Nel 1931 l’ambizione dei Giapponesi di occupare la Manciuria divenne palese, la guerra sarebbe stata imminente, e la resistenza del popolo coreano ai metodi fascisti giapponesi si era trasformata in una violenta lotta di massa.
Kim Jong Suk, istruita alla rivoluzione, cominciò con la distribuzione notturna di volantini nel suo villaggio e nei luoghi in cui si formavano masse di persone.
Aveva quattordici anni quando, con grande meraviglia del pubblico, Kim Jong Suk prese la parola per la prima volta ad un dibattito dei rivoluzionari, toccando il cuore degli astanti.
I lutti in famiglia la fecero giurare a se stessa di essere sempre un esempio per le masse nella vita e nella lotta, stando in prima fila.
Nella primavera del 1936 fu arruolata nell’unità guidata personalmente da Kim Il Sung del KPRA (l’Armata Rivoluzionaria del Popolo Coreano), che la notò la prima volta sentendola cantare una canzone nostalgica della loro terra, si informo del suo curriculum di studi e le disse: "Siamo orgogliosi delle donne rivoluzionarie. Devi essere consapevole della tua grande responsabilità e diventare un’eccellente donna rivoluzionaria e combattente".
Kim Il Sung ha poi potuto apprezzare il suo valore di combattente sia come fuciliera (si era allenata giorno e notte a migliorare il proprio tiro fino a diventare tanto brava da essere soprannominata “colpo secco”) che all’arma bianca nella carica con le baionette.
Poi prese atto anche delle sue qualità strategiche e di comando sul monte Paektu, il monte dove darà alla luce il loro figlio, Kim Jong Il.
Fu istruttrice delle donne rivoluzionarie e il suo esempio fu sempre così generoso da suscitare il rispetto e l’ammirazione nei villaggi dove era.
All’inizio di luglio 1937, un messaggero di Kim Il Sung la avvertì che le veniva affidato un nuovo delicatissimo e importantissimo incarico, che doveva tornare il patria per riunire dietro l’ARF (l’Associazione per la Restaurazione della Patria, il primo fronte nazionale organizzato in Corea, anti-giapponese) tutte le organizzazioni anti-giapponesi attive in modo disperso (500.000 persone erano iscritte a 180 organizzazioni anti-giapponesi), e per portare avanti i preparativi per la fondazione del Partito.
Il nome di Kim Jong Suk, che stava combattendo di fronte a tutte le avversità per il ripristino della patria, della libertà e della liberazione delle persone , era divenuto sempre più noto tra i popoli coreani e cinesi nell’area a nord-est del Monte Paektu e nell’area settentrionale della Corea, e persino il nemico avevo espresso meraviglia per lei sempre in prima linea sui campi di battaglia, ma, noi sappiamo, anche nelle attività clandestine.
Naturalmente anche gli aneddoti che si raccontano durante la sua vicinanza a Kim Il Sung sono innumerevoli, dall’averlo protetto col suo corpo contro i colpi nemici ad aver fatto per lui cose che neanche una madre avrebbe fatto.
Anche dopo la nascita di Kim Jong Il continuò l’attività guerrigliera dei genitori, in grande povertà, rattoppando le trapunte e tagliando i vestiti dei genitori per farli indossare al bambino.
Per il buon lavoro fatto da Kim Jong Suk, le unità KPRA, avevano completato i preparativi, e quindi lanciarono un attacco simultaneamente su tutti i fronti, in cooperazione con le forze sovietiche. In risposta, il corpo armato della gente colpì il nemico dal retro e il popolo coreano si sollevò in rivolta. Il 15 agosto 1945, gli imperialisti giapponesi si arresero, dichiarando di avrebbero firmato una resa incondizionata.
Quando Kim Il Suk tornò in patria, dopo 15 anni, c’era una folla ad attenderla al porto per abbracciarla e tutti erano eccitati al vedere con i propri occhi la leggendaria eroina della guerra antigiapponese, la sua fama la precedeva.
Kim Jong Suk fu di grande aiuto al marito anche nella ricostruzione del Paese e nell’educazione di Kim Jong Il, oltre che nei tre compiti di costruzione del Partito, dello Stato e delle Forze Armate.
Se si legge l’intera biografia di Kim Jong Suk si possono scoprire altre sue mille qualità, con le piante, con gli anziani, con i bambini, come insegnante, ma soprattutto su tutti i suoi talenti primeggia lo spirito di servizio per il popolo.
Sarà ricordata per sempre negli annali della storia coreana per aver partecipato ad ogni fase della sua realizzazione, sia in tempo di guerra che di pace.
Quindi quando si parla dell’ecletticità di Kim Jong Il non vi sono dubbi dell’origine ereditaria dei suoi molteplici talenti.
Kim Jong Suk è stata una indomita combattente, una eroina rivoluzionaria nella guerra antigiapponese.
Si è dedicata anima e corpo alla causa della liberazione nazionale e alla vittoria della rivoluzione.
Ha protetto il grande leader, suo compagno Kim Il Sung, a rischio della propria vita, assicurando così la vittoria della rivoluzione coreana, sotto la guida di Kim Il Sung.
Così con la sua inconsueta intelligenza, la sua indiscutibile volontà e l’eccezionale capacità di leadership aiutò Kim Il Sung a vincere la grande guerra contro gli aggressori giapponesi e contribuì in maniera determinante alla costruzione di un nuovo paese.
Kim Jong Suk è stata una rivoluzionaria ideale, da portare ad esempio per sue straordinarie capacità di amore per i suoi compagni e per il
popolo, per lo spirito di servizio devoto agli ideali, e per la parsimonia e semplicità della conduzione della sua vita.
Per i suoi nobili ideali e gli imperituri traguardi rivoluzionari che ha consentito di raggiungere , Kim Jong Suk vivrà eternamente nelle menti del popolo coreano come guardia del corpo di Kim Il Sung, come eroina della guerra anti-giapponese, come eminente leader politico e come grande madre della rivoluzione. Il suo nome brilla come una stella nella storia moderna della Corea.
Tutti i popoli dovrebbero avere un’eroina del suo calibro per riuscire a liberarsi da tutte le forme di capitalismo e di imperialismo.
Questo era il suo spirito. "La mia vita sarà stata inutile se non riuscirò a realizzare l’indipendenza del Paese.
Credetemi, fratelli, non cederò sulla strada della restaurazione, anche se verrò fatta a pezzi, ma i miei figli continueranno a combattere. Quando arriva la primavera della liberazione nella terra ricamata di seta, mia cara Corea grida: lunga vita all’indipendenza."
Per Comitato Italia Kim Jong Il - 22/12/2017 Roberto Gessi

IL COMITATO ITALIANO KIM JONG-IL INFORMA:


Sei anni fa, il 17 dicembre del 2011, si spegneva Kim Jong-il, Presidente della Commissione della Difesa Nazionale della Repubblica Popolare Democratica della Corea e Segretario Eterno del Partito dei Lavoratori della Corea. Oggi ne commemoriamo la scomparsa e ricordiamo il suo grande contributo all’indipendenza, alla difesa ed allo sviluppo materiale e morale della Corea, sull’esempio del padre, Kim il-Sung, il grande leader che ha fondato la Repubblica Popolare e Democratica della Corea.
Kim Jong-il era nato nel 1942 sul Monte Paektu dove il padre e l’eroica madre, Kim Jong-Suk, erano impegnati nella guerra di liberazione contro il colonialismo e l’imperialismo giapponese.
Dopo la vittoria sul fascismo nipponico e la proclamazione della Repubblica, già in gioventù Kim Jong-il lavorò attivamente, sotto la direzione del padre Kim il-Sung, alla formazione ideologica della gioventù coreana quale vice- presidente della Lega Giovanile Democratica.
I suoi interessi erano vasti e non limitati alla sola sfera ideologica. Oltre a studiare, egli si è anche interessato di agricoltura ed economia, lavorando anche personalmente come operaio tessile e riparatore di TV per rendersi conto dei problemi del lavoro e della produzione. Ha girato anche in numerose fabbriche per dare consigli sulla riorganizzazione della produzione e sulle necessarie ristrutturazioni, ma si è anche interessato di musica e di cinema, dando impulso alla cinematografia coreana ed altre forme di arte.
Dopo aver affrontato una serie di studi sull’arte militare nella Germania Democratica, Kim Jong-il è divenuto anche capo dell’esercito, dando un poderoso impulso all’attitudine dell’esercito popolare di intervenire in ogni campo civile per sostenere gli sforzi della popolazione per il progresso, lo sviluppo e l’indipendenza del Popolo Coreano.
Dopo la morte del grande leader Kim il-Sung, Kim Jong-il, come Segretario del Partito dei Lavoratori e Presidente della Commissione della Difesa, ha contribuito a rafforzare nel paese l’idea del Juchè, basata sul concetto della piena indipendenza nazionale e sul contributo di tutto il popolo, operai, contadini e lavoratori intellettuali, allo sviluppo del paese. E’stato applicato con successo il principio del Juchè secondo cui l’uomo è il principio di ogni cosa e decide ogni cosa, rendendosi protagonista della propria storia e dello sviluppo del Socialismo.
Questi risultati sono stati ottenuti nonostante alcune catastrofi naturali, come le alluvioni del 1995- 1996, e l’ostilità aperta dell’imperialismo USA, che non ha mai accettato di prendere atto della sconfitta subita nella guerra del 1950-1953, e di molti dirigenti della Corea del Sud che si sono messi al servizio dell’imperialismo.
Le aperture della RPDK verso gli USA, per una pace duratura, e verso la stessa Corea del Sud per la creazione di zone economiche comuni e per un’eventuale riunificazione della Corea, sono state sabotate dagli arroganti rappresentanti degli USA e dai rappresentanti sud-coreani. Ma, nonostante queste difficoltà e le sanzioni imposte, sotto la guida di Kim Jong-il la RPDK ha conosciuto un grande sviluppo economico ed il potenziamento delle capacità di difesa militare. Alla sua morte Kim Jong-il ha lasciato al nuovo leader Kim Jong-Un un paese efficiente, unito, abitato da un popolo laborioso e patriottico, capace di sviluppare ulteriormente l’economia e le sue difese, anche nucleari, che lo mettono in grado di vivere con dignità e mantenere l’indipendenza di cui tutto il popolo coreano è fiero.
Roma 17/12/2017 Vincenzo Brandi, a nome del Comitato Kim Jong-il per l’Italia

Blog di Beppe Grillo

"Il rifiuto di Di Maio di partecipare alla manifestazione contro il fascismo è un errore imperdonabile.
La manifestazione potrebbe anche essere stata indetta per motivi populisti per catturare voti di una certa parte dell’elettorato, per il quale la Resistenza è molto importante, ma qualunque sia il motivo è indubbio che non si può avere un ruolo attivo in politica se si sottovaluta a tal punto l’antifascismo da impedire proprio la manipolazione della manifestazione partecipandovi di persona.
Nessuno in Italia potrebbe fare politica se gli antifascisti non avessero liberato il Paese e quindi come minimo si ha un tale debito di riconoscenza nei loro confronti che ad ogni manifestazione antifascista diventa un dovere civico di qualunque persona di buon senso, specialmente se fa vita politica.
La nostra Repubblica e la nostra Costituzione sono figlie dell’antifascismo: i partigiani di qualunque orientamento politico, dai cattolici, ai monarchi, ai comunisti, agli anarchici hanno lottato e spesso hanno perso la vita per consentirci di vivere in una democrazia.
Non essere dichiaratamente antifascisti e’un insulto alle persone e agli ideali che li hanno guidati per darci un Paese in pace e democratico.
Per questo scriviamo queste cose qui, per salvare i 5 Stelle, da questo madornale errore e invitiamo Di Maio a riconsiderare le proprie dichiarazioni, magari correggendo il tiro e dando un’interpretazione autentica di quello che voleva veramente dire, facendo ammenda per non essere stato abbastanza chiaro consentendo questa incresciosa interpretazione dei media.
Grazie per l’ospitalità.
Miriam Pellegrini Ferri, partigiana di Giustizia e Libertà"

"SCAMPOLI UMANI"

maal52tv - Pubblicato il 9 dic 2017
Donald Trump in campagna elettorale prometteva un volto diverso degli Stati Uniti; non c’era nulla di vero, anzi, si sta mostrando un vanaglorioso irresponsabile: le provocazioni contro la Corea e Gerusalemme lo dimostrano.

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