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La VOCE ANNO XX N°5

gennaio 2018

PAGINA E        - 37

Segue da Pag.37: Troppi giovani poveri inutilmente acculturati? No problem, la soluzione è la “decrescita culturale”

gioco a somma zero dell’accesso “ai lussi dello spirito” le vittime principali del meccanismo di svalutazione complessiva del capitale culturale proprio perché, com’è ovvio, in queste condizioni “studiare costa sempre di più”; eppure, anziché riflettere sulle condizioni di un ampliamento sociale dei benefici legati all’istruzione (ipotesi bollata nella prima edizione del saggio come “speranza emancipatrice” e “illusione crudele”), egli ritiene più vantaggioso per le classi inferiori il tirarsi fuori da questa competizione. Anche qui, si tratta dell’ideale di una riduzione volontaria del proprio capitale culturale in favore di una non meglio specificata attività pratica, il che solleva alcune questioni. In primo luogo è tutto da dimostrare che così facendo non si corra il rischio del “declassamento”, ovvero il pericolo più immediato, secondo Ventura, a cui è esposta la classe disagiata; inoltre, sembra evidente che questo tipo di rinuncia riguardi non tanto le famiglie borghesi, i cui patrimoni possono garantire la continuazione degli studi senza troppe difficoltà, quanto piuttosto coloro che partono da una condizione di svantaggio economico, per i quali scommettere su un futuro precario risulta ancora più rischioso. Indubbiamente il saggio costituisce una efficace narrazione della condizione di stallo di una parte della generazione millennial, per quanto rimanga al livello di una semplice critica dell’immaginario, mentre risulta molto sospetta l’idea che la rinuncia individuale costituisca di per sé una forma di resistenza praticabile. Il prototipo del comportamento virtuoso, per Ventura, suona come un invito dal tono paternalistico alle classi meno abbienti a rinunciare alle ambizioni che possono essere soddisfatte solo da un numero ridottissimo di individui - che probabilmente abitano nel centro di Roma o di Milano - e il cui diritto naturale a essere élite viene costantemente minacciato da un “esercito di riserva dei disoccupati sovraistruiti”. 

Le problematiche affrontate si inseriscono all’interno di un quadro macroeconomico più generale, dal momento che il saggio si struttura su due piani: il primo privilegia una lettura di lungo periodo e si mantiene al livello di una critica sistematica dal sapore catastrofista, per cui il capitalismo in crisi non può essere riformato in alcun modo e non rimane che aspettare il collasso definitivo nel futuro prossimo, mentre il secondo piano si concentra sulla fenomenologia della classe disagiata, che è poi il vero oggetto dell’indagine. Nel complesso, si ha la sensazione che l’impalcatura teorica che vorrebbe fornire sostanza all’analisi del “ceto medio impoverito” rimanga sullo sfondo in modo disorganico: mentre infatti il tentativo di contestualizzare la critica dell’immaginario millennial all’interno di una riflessione macroeconomica risulta convincente in particolare nel mettere in luce la radice coloniale della ricchezza occidentale, ben più problematica appare la conclusione, ispirata a una forma di apparente pragmatismo, di una insostenibilità dei consumi culturali sulla base delle disfunzioni strutturali dell’attuale sistema economico. 

Rimane da capire perché questo libro, salutato da più parti come manifesto di una generazione alla deriva e insieme tentativo di fare i conti con le proprie responsabilità soggettive, pur rimanendo nei fatti una riflessione implicitamente ammiccante all’ideologia delle élite liberali europee (come si vede, ad esempio, nel ricorso acritico all’austerity come esito inevitabile dell’”incapacità strutturale delle nostre economie tardocapitaliste e postindustriali di produrre ricchezza”, nella rivalutazione delle ragioni dei creditori, nelle allusioni contro il “sancta sanctorum del posto fisso” ecc.), riscuota un certo successo soprattutto in ambienti di sinistra, dove si cerca deliberatamente di non vedere l’elefante che si aggira per la stanza. La risposta probabilmente risiede nella capacità di fotografare con estrema precisione una parte del disagio esistenziale della generazione definita “choosy” fornendo, come è stato sottolineato, “una narrazione – qualsiasi narrazione” (https://www.che-fare.com/valerio-mattioli-33780-battute-contro-la-teoria-della-classe-disagiata/), sebbene, bisogna aggiungere, si tratti di un autoritratto spesso compiaciuto e soddisfatto del proprio spleen. Se le cose stanno così, si può dire che abbiamo fatto rientrare dalla finestra ciò che con il postmoderno avevamo fatto uscire dalla porta: se proprio quella della classe disagiata rappresenta una narrazione, si tratta allora di una narrazione colpevolmente parziale, che vede nella rinuncia e nella resa volontaria gli strumenti necessari di una liberazione possibile. Si dà il caso però che i soldati in prima linea nella crociata della “decrescita culturale” siano in questo caso i rappresentanti delle classi subalterne, i quali secondo l’autore gioverebbero prontamente dei benefici legati all’abbassamento dell’età scolare e alla riduzione dei consumi culturali (il che significa: meno spesa pubblica), mentre per i (pochi) figli dei ricchi la cultura sarà sempre sostenibile, almeno nella forma di un investimento privato.


PTV News 29.11.17 - Ex Jugoslavia: Quando un giudice uccide

Sostieni la campagna per l’uscita dell’Italia dalla NATO - per un’Italia neutrale.

TRE DOMANDE AI CANDIDATI ALLE PROSSIME ELEZIONI POLITICHE

Comitato promotore della campagna #NO GUERRA #NO NATO
Italia
18 DIC 2017 — Il Coordinamento nazionale del Comitato No Guerra No Nato invita ciascuno/a di voi – 30 mila sostenitori e sostenitrici dell’Appello per l’uscita dell’Italia dalla Nato, per un’Italia neutrale e sovrana – a porre ai candidati e alle candidate alle prossime elezioni politiche, indipendentemente dalla loro appartenenza politica, tre precise domande in incontri pubblici, social e trasmissioni radio-televisive:

• LEI È FAVOREVOLE ALL’USCITA DELL’ITALIA DALLA NATO? Risponda semplicemente Sì o No, motivando eventualmente il perché della sua scelta.

• LEI È FAVOREVOLE ALLA IMMEDIATA RIMOZIONE DALL’ITALIA DELLE ARMI NUCLEARI USA? Risponda semplicemente Sì o No, motivando eventualmente il perché della sua scelta.

Una terza domanda va rivolta ai candidati facenti parte degli attuali 243 parlamentari (v. elenco*) che, firmando l’Impegno Ican, si sono impegnati a promuovere la firma e la ratifica da parte del Governo italiano del Trattato Onu sulla proibizione delle armi nucleari:

• LEI È DISPONIBILE A UNA IMMEDIATA INIZIATIVA POLITICA, NELLA PROSSIMA LEGISLATURA, PER L’ADESIONE DELL’ITALIA AL TRATTATO ONU SULLA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI? Risponda semplicemente Sì o No, esprimendo eventualmente il suo parere sugli obblighi specifici derivanti dall’adesione al Trattato.

OBBLIGHI DERIVANTI DALL’ADESIONE AL TRATTATO ONU SULLA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI:
• immediata rimozione dal territorio italiano delle bombe nucleari statunitensi B-61, che già violano l’Art. 2 del Trattato di non-proliferazione ratificato dall’Italia, e non-installazione delle nuove bombe nucleari statunitensi B61-12 e di qualsiasi altra arma nucleare;
• uscita dell’Italia dal gruppo di paesi che – stabilisce la NATO – «forniscono all’Alleanza aerei equipaggiati per trasportare bombe nucleari, su cui gli Stati Uniti mantengono l’assoluto controllo, e personale addestrato a tale scopo»;
• uscita dell’Italia dal Gruppo di pianificazione nucleare della NATO, in base all’Articolo 18 del Trattato Onu che permette agli Stati Parte di mantenere gli obblighi relativi a precedenti accordi internazionali solo nei casi in cui essi siano compatibili col Trattato stesso.

REGISTRATE IN FORMA AUDIO/VIDEO O TRASCRIVETE LE RISPOSTE DEI CANDIDATI E FATECELE CONOSCERE

PER CONTATTI:
Coordinatore nazionale del CNGNN, Giuseppe Padovano,
cell. 393 998 3462
e-mail: giuseppepadovano.gp@gmail.com

*ELENCO degli attuali 243 parlamentari che, firmando l’Impegno Ican, si sono impegnati a promuovere la firma e la ratifica da parte del Governo italiano del Trattato Onu sulla proibizione delle armi nucleari:

Donatella Agostinelli, Roberta Agostini, Giorgio Airaudo, Luisella Albanella, Ferdinando Alberti, Tea Albini, Maria Amato, Ileana Argentin, Tiziano Arlotti, Massimo Artini, Marco Baldassarre, Massimo Enrico Baroni, Giovanni Barozzino, Tatiana Basilio, Sergio Battelli, Lorenzo Becattini, Eleonora Bechis, Silvia Benedetti, Marina Berlinghieri, Paolo Bernini, Massimiliano Bernini, Nicola Bianchi, Stella Bianchi, Fabrizio Bocchino, Antonio Boccuzzi, Lorenza Bonaccorsi,Alfonso Bonafede, Franco Bordo, Luisa Bossa, Chiara Braga, Paola Bragantini, Alessandro Bratti, Giuseppe Brescia, Beatrice Brignone, Marco Brugnerotto, Francesca Businarolo, Mirko Busto, Vanessa Camani, Azzurra Cancelleri, Salvatore Capone, Sabrina Capozzolo, Renzo Carella, Francesco Cariello, Paola Carinelli, Anna Maria Carloni, Elena Carnevali, Mara Carocci, Marco Carra, Ezio Casati, Vincenzo Caso, Laura Castelli, Andrea Cecconi, Susanna Cenni, Massimo Cervellini, Silvia Chimienti, Eleonora Cimbro, Tiziana Ciprini, Giuseppe Civati, Laura Coccia, Matteo Colaninno, Andrea Colletti, Vega Colonnese, Claudio Cominardi, Miriam Cominelli, Emanuela Corda, Maria Coscia, Celeste Costantino, Roberto Cotti, Paolo Cova, Emanuele Cozzolino, Filippo Crimì, Davide Crippa, Diego Crivellari, Gianni Cuperlo, Angelo D’Agostino, Giuseppe D’Ambrosio, Federico D’Incà, Umberto D’Ottavio, Francesco D’Uva, Marco Da Villa, Fabiana Dadone, Federica Daga, Matteo Dall’Osso, Giuseppe De Cristofaro, Diego De Lorenzis, Loredana De Petris, Massimo Felice De Rosa, Daniele Del Grosso, Michele Dell’Orco, Ivan Della Valle, Alessandro Di Battista, Chiara Di Benedetto, Luigi Di Maio, Manlio Di Stefano, Federica Dieni, Donatella Duranti, Marilena Fabbri, Mattia Fantinati, Daniele Farina, Stefano Fassina, Marco Fedi, Francesco Ferrara, Vittorio Ferraresi, Andrea Ferro, Roberto Fico, Massimo Fiorio, Vincenzo Folino, Cinzia Fontana, Paolo Fontanelli, Filippo Fossati, Riccardo Fraccaro, Nicola Fratoianni, Luca Frusone, Maria Chiara Gadda, Chiara Gagnarli, Filippo Gallinella, Luigi Gallo, Laura Garavini, Daniela Gasparini, Manuela Ghizzoni, Anna Giacobbe, Dario Ginefra, Silvia Giordano, Giancarlo Giordano, Andrea Giorgis, Maria Luisa Gnecchi, Marta Grande, Gero Grassi, Monica Gregori, Giulia Grillo, Giuseppe Guerini, Antonella Incerti, Florian Kronbichler. Giuseppe L’Abbate, Luigi Lacquaniti, Enzo Lattuca, Fabio Lavagno, Mirella Liuzzi, Roberta Lombardi, Marialucia Lorefice, Loredana Lupo, Patrizia Maestri, Andrea Maestri, Ernesto Magorno, Gianna Malisani, Matteo Mantero, Daniele Marantelli, Giulio Marcon, Raffaella Mariani, Umberto Marroni, Giovanna Martelli, Maria Marzana, Toni Matarrelli, Davide Mattiello, Alessandro Mazzoli, Gianni Melilla, Marco Miccoli, Salvatore Micillo, Corradino Mineo, Emiliano Minnucci, Margherita Miotto, Antonio Misiani, Michele Mognato, Sara Moretto, Delia Murer, Martina Nardi, Giulia Narduolo, Dalila Nesci, Nicodemo Oliverio, Giovanni Paglia, Erasmo Palazzotto, Annalisa Pannarale, Paolo Parentela, Oreste Pastorelli, Luca Pastorino, Serena Pellegrino, Caterina Pes, Daniele Pesco, Alessia Petraglia, Cosimo Petraroli, Ileana Piazzoni, Giuditta Pini, Michele Piras, Girolamo Pisano, Antonio Placido, Fabio Porta, Ernesto Preziosi, Stefano Quaranta, Lia Quartapelle, Stefano Quintarelli, Michele Ragosta, Roberto Rampi, Ermete Realacci, Franco Ribaudo, Lara Ricciatti, Gianluca Rizzo, Grazia Rocchi, Giuseppe Romanini, Paolo Nicolò Romano, Paolo Rossi, Anna Rossomando, Michela Rostan, Carla Ruocco, Giovanna Sanna, Francesco Sanna, Giulia Sarti, Mario Sberna, Emanuele Scagliusi, Gea Schirò, Chiara Scuvera, Samuele Segoni, Angelo Senaldi, Marina Sereni, Camilla Sgambato, Carlo Sibilia, Girgis Giorgio Sorial, Maria Edera Spadoni, Arianna Spessotto, Veronica Tentori, Patrizia Terzoni, Marietta Tidei, Angelo Tofalo, Danilo Toninelli, Davide Tripiedi,Mario Tullo, Tancredi Turco, Gianluca Vacca, Simone Valente, Andrea Vallascas, Franco Vazio, Liliana Ventricelli, Valentina Vezzali, Stefano Vignaroli, Alessio Villarosa, Sandra Zampa, Alessandro Zan, Giorgio Zanin, Pippo Zappulla, Filiberto Zaratti, Diego Zardini, Davide Zoggia, Alberto Zolezzi, Brando Benifei MEP.

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