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La VOCE ANNO XIX N°8

aprile 2017

PAGINA b         - 30

Lenin e Stalin sulla Rivoluzione d’Ottobre

Nell’ambito delle iniziative di celebrazione del 100° anniversario della Rivoluzione Socialista d’Ottobre, abbiamo realizzato un opuscolo contenente due importanti scritti di Lenin (“Per il quarto anniversario della Rivoluzione d’ottobre”) e di Stalin (“La rivoluzione d’Ottobre e la tattica dei comunisti russi”), con una nostra presentazione, per favorire la loro conoscenza e diffonderli nella maniera più ampia.
L’opuscolo in versione pdf può essere scaricato gratuitamente al seguente link
https://lists.riseup.net/www/...Lenin_Stalin_100.pdf

Il presidente socialista della Moldavia condanna le ingerenze degli ambasciatori di USA e Romania

di Ufficio Stampa del Partito Comunista di Ucraina | da kpu.ua

Traduzione dal russo di Mauro Gemma


Il presidente della Moldova, il socialista Igor’ Dodon, ha fornito un esempio illuminante di come deve comportarsi il capo di uno stato indipendente nei confronti di coloro che dall’estero si permettono di impartire lezioni all’indirizzo delle autorità di un altro Stato.

Così, il 26 febbraio, l’edizione online moldava di Indipendent ha pubblicato la lettera di Igor’ Dodon, in cui si chiede agli ambasciatori di Stati Uniti e Romania di non interferire nell’attività del presidente della Moldova.

Secondo la pubblicazione, i precedenti ambasciatori americano e romeno a Kishinev avevano indirizzato una lettera al presidente della repubblica, deplorando il fatto che I. Dodon aveva impedito la partecipazione di un contingente di soldati moldavi alle esercitazioni militari che, dal 20 febbraio al 1 marzo, si svolgono nel centro di formazione di Smardan al confine tra la Romania e la Moldavia. All’esercitazione prendono parte forze multinazionali di USA, Bulgaria, Macedonia, Montenegro, Romania, Serbia, Slovenia e Ucraina.

I due ambasciatori hanno accusato I. Dodon di “comportamento ostile”, avvertendo che a causa del suo gesto “l’esercito moldavo non sarà in grado di ricevere una formazione adeguata”, dal momento che “tale formazione è per l’80% basata sulla partecipazione a queste esercitazioni”.

Dodon ha risposto, ricordando ai due ambasciatori che “la Repubblica di Moldova è uno stato indipendente e sovrano” e che “l’apparato presidenziale non accetta commenti e prediche sulla sua attività e sulle decisioni che adotta”.

“Vi prego di non insegnare al presidente come debba comportarsi, soprattutto per quanto riguarda i suoi poteri costituzionali e anche in merito alle altre sue prerogative. Non penso che, nei paesi che voi rappresentate, qualche ambasciatore possa commentare le azioni del presidente, in particolare in merito all’utilizzo delle forze armate. Sarei curioso di osservare la reazione della Casa Bianca o di Palazzo Cotroceni (la sede della presidenza a Bucarest) di fronte a commenti rilasciati, ad esempio, dagli ambasciatori della Repubblica di Moldova a Washington o a Bucarest”, - ha dichiarato I.Dodon.

Purtroppo, nell’Ucraina di oggi la situazione è esattamente l’opposto. Come più volte ha dichiarato il leader del Partito Comunista di Ucraina, Petro Simonenko, dietro le continue rituali assicurazioni dei nazionalisti di tutte le risme e le dichiarazioni dei vertici oligarchici sul ripristino della sovranità, il nostro paese è stato trasformato dal regime al potere in un protettorato, che funge da marionetta obbediente degli Stati Uniti d’America, dell’Unione Europea, del Fondo Monetario Internazionale, della NATO.

Ufficio Stampa del Partito Comunista di Ucraina

I Caschi Bianchi: l’ufficio stampa e propaganda di Al-Qaeda

di Misión Verdad
da misionverdad.com

Traduzione di Marx21.it

Al-Qaeda vince il suo primo Oscar

L’evento più importante dell’industria culturale “gringa” (l’Oscar) ha premiato la storia dei Caschi Bianchi siriani (The White Helmets) come migliore cortometraggio.


Il cortometraggio premiato a Hollywood è stato prodotto da Netflix e realizzato dal regista Orlando Von Ensiedel. L’audiovisivo è stato utilizzato per promuovere la nomina dei Caschi Siriani al Premio Nobel della Pace, l’anno scorso.

L’ONG dei presunti soccorritori nelle zone del conflitto siriano è stata fondata nel 2013 in Turchia da James Le Mesurier, ex alto ufficiale britannico e alto rappresentante dell’ONU durante le guerre di Bosnia e Kosovo. Le Mesurier aveva fatto parte anche delle agenzie di contractors militari Olive Security e Good Harbour International. La prima è collegata a Blackwater (ora Academy), famosa per i suoi massacri della popolazione civile in Iraq. La seconda è stata diretta da Richard Clark, ex consigliere per la sicurezza di George W. Bush.

Ma la di là della biografia del suo creatore, un dato spezza il mito che si tratti di “un gruppo di persone umili e fortemente impegnate, tra le più dolci e più gentili che si possa incontrare”, come ha affermato il regista del cortometraggio: a uno dei suoi principali dirigenti, Raed Al-Saleh, era stato vietato l’ingresso negli Stati Uniti per il supposto
rischio per la sicurezza del paese, come ha spiegato il portavoce del Dipartimento di Stato Mike Tonner nell’occasione. E’ stato rimandato a Istanbul, al momento del suo arrivo negli Stati Uniti.

La stessa cosa è accaduta a Khaled Khatib, fotografo del gruppo, che doveva essere presente alla cerimonia degli Oscar. Questa volta, il Dipartimento della Sicurezza Nazionale ha spiegato che la proibizione dell’ingresso era motivata dalle “informazioni negative” riscontrate sulla sua persona.

Perciò non c’è da stupirsi che gli Stati Uniti prendano le loro precauzioni quando si tratta di permettere l’ingresso a persone legate a gruppi terroristi in Siria. Ma neppure che, insieme alla Gran Bretagna, finanzi un gruppo terrorista per realizzare propaganda contro lo Stato siriano allo scopo di criminalizzarlo. Poiché tale condotta contraddittoria è normale nel comportamento bipolare di Washington.

Tuttavia, questi mal denominati soccorritori non fanno alcuno sforzo nel manifestare simpatia per Jabhat Fateh al-Sham (il nome di Al-Qaeda in Siria). E neppure nascondono i loro festeggiamenti quando questa organizzazione terroristica o lo Stato Islamico conquista una città, arrivando all’estremo di partecipare alle esecuzioni perpetrate dai jihadisti armati, come mostra la seguente sequenza di foto:



Fino a questo punto arriva il loro coinvolgimento nel conflitto a favore del terrorismo, mostrando soldati siriani assassinati come trofei di guerra:



I Caschi Bianchi hanno anche partecipato alla messa in scena del salvataggio del bambino siriano Omran Daqneesh nel settembre 2016, che è stato utilizzato per un’operazione di propaganda virale allo scopo di manipolare l’opinione pubblica in merito a presunti bombardamenti contro la popolazione civile siriana comandati dalla Russia e Bashar Al-Assad, in una chiara dimostrazione di morbosità pubblicitaria. Il portale Moon of Alabama, e le inchieste di Misión Verdad hanno rivelato come questa ONG realizzi messe in scena e falsi su presunte violazioni dei diritti umani da parte dell’esercito siriano e dei suoi alleati per favorire Al-Qaeda e altre organizzazioni terroriste.

I Caschi Bianchi operano in zone sotto il controllo dei “ribelli moderati” e dei militanti di Al-Qaeda, dimostrando in fin dei conti per chi lavorano. Anche i loro salvataggi orchestrati e precedentemente preparati assolvono a una funzione militare strategica: sensibilizzare l’opinione pubblica allo scopo di fermare i bombardamenti dell’esercito siriano e dei suoi alleati e in tal modo di permettere ad Al-Qaeda di ripiegare e risparmiare vittime sul terreno. I Caschi Bianchi sono il suo ufficio stampa e propaganda.

Il loro premio Oscar è un riconoscimento dell’élite finanziaria (e del suo apparato di pubblicità politica, Hollywood) al terrorismo in Siria. Si promuove la sua immagine, lo si rilegittima di fronte all’opinione pubblica e si cerca di proteggere la credibilità di una ONG essenziale per generare propaganda umanitaria anti-siriana e anti-russa in un momento decisivo del conflitto. Più che un premio di consolazione è un sostegno sfacciato agli assassini della nazione siriana, un appello perché la guerra continui.

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