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La VOCE ANNO XVIII N°6

febbraio 2016

PAGINA b         - 26

Segue da Pag.25: Il Giorno della Memoria.

mitra per opporsi agli invasori. Armi del tutto inadeguate, come lo sono i razzi Qassam o i coltelli da cucina. Eppure nessuno può condannare la difesa disperata degli ebrei di Varsavia.

Cosa posso dire, dunque, nel giorno della memoria? Dirò che occorre ricordare tutte le vittime del razzismo, quelle di ieri e quelle di oggi. O questo può valermi l’accusa di antisemitismo?

Se qualcuno vuole accusarmi a questo punto non mi fa più paura. Sono stanco di impedirmi di parlare e quasi perfino di pensare ciò che appare ogni giorno più evidente: che il sionismo aggressivo, oltre ad aver portato la guerra e la morte e la devastazione al popolo palestinese, ha stravolto la stessa memoria ebraica fino al punto che nelle caserme israeliane sono state trovate delle svastiche, e fino al punto che cittadini israeliani bellicisti hanno recentemente insultato cittadini israeliani pacifisti con le parole «con voi Hitler avrebbe dovuto finire il suo lavoro».

Proprio dal punto di vista del popolo ebraico il sionismo aggressivo del gruppo dirigente di Israele è un pericolo mortale. La violenza degli insediamenti, la violenza dell’operazione Piombo Fuso del 2008 e dei bombardamenti su Beirut del 2006 è segno di demenza suicida. Israele ha vinto tutte le guerre dei passati sessant’anni e può vincere anche la prossima guerra contro una popolazione disarmata. Ma la lezione che ne ricavano centinaia di milioni di giovani islamici che assistono ogni sera allo sterminio dei palestinesi fa nascere in loro un odio che oggi si manifesta nelle forme del terrorismo islamista. Israele può sconfiggere militarmente Hamas. Può vincere un’altra guerra come ha vinto quelle del 1948 del 1967 e del 1973. Può vincere due guerre tre guerre dieci guerre. Ma ogni sua vittoria estende il fronte dei disperati, il fronte dei terrorizzati che divengono terroristi perché non hanno alcuna alternativa. Ogni sua vittoria approfondisce il solco che separa il popolo ebraico da un miliardo e mezzo di islamici. E siccome nessuna potenza militare può mantenere in eterno la supremazia della forza, i dirigenti sionisti aggressivi dovrebbero sapere che un giorno o l’altro l’odio accumulato può dotarsi di una forza militare superiore, e può scatenarla senza pietà, come senza pietà da anni si manifesta l’odio israeliano contro la popolazione indifesa di Gaza.

Quando il telegiornale informa: un bel esempio.
(Il titolo è una provocazione il TG3 ha le lingue legate)

71 MEDICI BRITANNICI CHIEDONO L’ESPULSIONE DELLA SEZIONE ISRAELIANA DALL’ASSOCIAZIONE MONDIALE DEI MEDICI


Medici israeliani eseguito un intervento chirurgico al cuore su un bambino da Gaza, all’ospedale Wolfson vicino a Tel Aviv. (photo credit: REUTERS)

Il presidente della sezione israeliana dell’Associazione di amicizia della comunità medica mondiale relaziona in un audizione ad una Commissione della Knesset (il parlamento dello stato ebraico: ndt) a proposito dell’ultimo appello al Boicottaggio di Israele da parte di 71 medici britannici.

Gli studenti oggi esposti ai boicottaggi delle università israeliane saranno i parlamentari della generazione successiva, e qui si trova il pericolo a lungo termine, stando a quanto affermato mercoledì dal Prof. Peretz Lavie, presidente dell’Istituto Technion-Israel of Technology e presidente dell’Associazione dei Rettori di Israele.

Il professore ha parlato nel corso di un dibattito sul boicottaggio accademico di Israele che si è svolto presso la Commissione Scienza e Tecnologia della Knesset.
“Non abbiamo alcuna lamentela circa il comportamento della leadership accademica nel mondo” ha detto al Comitato, aggiungendo però che “Il nostro problema è nei campus. Inizialmente il boicottaggio era un fenomeno presente solo nei campus marginali, ma molto rapidamente si è diffuso nelle città universitarie più importanti degli Stati Uniti “.

Il prof. Lavie ha citato il caso del voto imminente della American Anthropological Association con cui i suoi 12.000 membri decideranno se adottare il boicottaggio e astenersi da collaborazioni formali con le istituzioni accademiche israeliane.
“The American Anthropological Association ha scritto in un rapporto che nelle nostre università vige l’apartheid”, ha detto il professore. “Dobbiamo raggiungere tutti i 12.000 membri dell’associazione. Questo è un sintomo e se non agiamo subito l’incendio si diffonderà”.
Lavie ha esortato la commissione a elaborare “un piano di iniziative coordinate per arginare il problema.”

Zvi Ziegler, professore emerito presso il Technion e recentemente nominato a capo di una Associazione di Presidi universitari che si propone di contrastare i boicottaggi accademici, ha detto di essere “molto preoccupato per il futuro.”
“C’è un boicottaggio nascosto fra i docenti [all’estero]. E ‘ancora sotto la superficie, perché questi docenti pensano che sia illegittimo. Con le nostre magre forze, non siamo però in grado di fermare questo fenomeno” ha detto.
La Commissione della Knesset ha anche sentito il dottor Zeev Feldman, presidente della sezione israeliana della Associazione di amicizia della comunità medica mondiale nonché presidente della Società di Neurochirurgia israeliana, che ha rivelato che l’ultimo invito al boicottaggio è stato lanciato proprio da un gruppo di 71 medici britannici.

Parlando al Jerusalem Post dopo la discussione alla Knesset, Feldman ha detto che i medici britannici la scorsa settimana hanno scritto una lettera chiedendo all’Associazione di amicizia della comunità medica mondiale di espellere la sezione israeliana, in quanto i medici israeliani avrebbero commesso atti di “tortura medica” su pazienti palestinesi.
Secondo Feldman, questa lettera è solo uno degli elementi di una campagna coerente e organizzata contro le istituzioni e gli scienziati israeliani. Feldman ha detto che: “Siamo in una battaglia, tutti devono capire che è in atto una battaglia organizzata, una lotta contro il mondo accademico, i medici e gli altri organismi di Israele”, aggiungendo: “La nostra posizione è che queste accuse sono menzogne, e siamo impegnati in un dialogo con la World Medical Association per dimostrarlo, e mi auguro che sarà sufficiente per [indurre l’associazione] a rifiutare questa richiesta.”

Alla domanda di quali potrebbero essere le conseguenze di un tale boicottaggio Feldman ha risposto che avrebbe un “effetto domino e si irradierebbe a tutte le altre associazioni scientifiche”.
“Un boicottaggio dell’Associazione Medica israeliana impedirebbe agli israeliani di partecipare a congressi medici [e] alla pubblicazione di documenti in riviste, fermerebbe il finanziamento alla ricerca e le iniziative di ricerca comuni, e impedirebbe l’appartenenza ad altre associazioni mediche”, ha spiegato.
Mentre Feldman ha detto che l’Associazione Medica Israeliana ha avuto in passato successo nel contrastare il boicottaggio, ma teme che in futuro, se la campagna dovesse avere successo, non riuscirà più a farlo.

“Se ci saranno molti colpi di martello, alla fine il muro verrà giù”, ha detto.
Alla fine della discussione presso la Commissione Scienza e Tecnologia della Knesset, il suo presidente MK Uri Maklev (United Torah Judaism), ha chiesto al governo di istituire un organo centrale incaricato di coordinare gli sforzi per contrastare il boicottaggio delle istituzioni accademiche israeliane ed i ricercatori.

“La campagna di boicottaggio danneggia la forza dello Stato di Israele. Il governo deve stanziare fondi adeguati per vincere questa battaglia in un momento di emergenza nazionale “, ha concluso.

Traduzione: Antonino Salerno

fonte: http://www.jpost.com/Israel-News/British-doctors-seek-to-expel-Israel-from-World-Medical-Association-442215

Ambasciatore Usa: Israele in Cisgiordania ha un doppio standard della legalità.


Shapiro critica fortemente le autorità israeliane affermando “in Cisgiordania troppo vigilantismo israeliano va avanti incontrollato”, con il PMO (Ufficio del Primo Ministro) che stronca i commenti come “inaccettabili e sbagliati”.
haaretz – Barak Ravid | Gennaio 18, 2016 | 07:22

Lunedì (18 Gennaio) l’Ambasciatore degli Stati Uniti in Israele Dan Shapiro ha mosso critiche pressochè senza precedenti contro gli insediamenti israeliani in Cisgiordania. Shapiro ha elogiato i progressi compiuti nelle indagini sull’incendio omicida nella città palestinese di Duma, ma ha sottolineato la risposta inadeguata delle autorità israeliane alla violenza dei coloni.

Parlando durante una conferenza presso l’Istituto per gli studi sulla sicurezza nazionale (INSS) a Tel Aviv, Shapiro ha detto che “in Cisgiordania troppo vigilantismo israeliano va avanti incontrollato”, aggiungendo che “vi è una mancanza di indagini approfondite … A volte sembra che Israele abbia un doppio standard di applicazione dello Stato di diritto in Cisgiordania – uno per gli israeliani e uno per i palestinesi”.

Shapiro ha aggiunto che la soluzione a due Stati è l’unico modo per evitare che Israele si trasformi in uno Stato binazionale, aggiungendo che deve essere trovato un modo per garantire la sua attuabilità. Egli ha sottolineato che l’amministrazione americana è “preoccupata e perplessa” della linea politica del governo israeliano sugli insediamenti, “che sollevano questioni circa le intenzioni di Israele.”

L’ufficio del primo ministro ha respinto le accuse sul duplice standard subito dopo il discorso di Shapiro affermando che “le dichiarazioni dell’ambasciatore, il giorno in cui una madre di sei figli che era stata uccisa è stata sepolta e lo stesso giorno in cui una donna incinta è stata pugnalata, sono inaccettabili e sbagliate.

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