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LA VOCE 1311 |
P R E C E D E N T E | S U C C E S S I V A |
La VOCE ANNO XVI N°3 | novembre 2013 | PAGINA b - 26 |
La scienza in epoca romana: Claudio Tolomeo |
Nei numeri precedenti abbiamo già accennato al fatto che il grande pensiero scientifico ellenistico comincia a declinare già a partire dalla fine del II° secolo A.C. in concomitanza con il declino degli stati ellenistici che, come l’Egitto, Pergamo, la Bitinia, ecc. , prima cadono nell’orbita romana e poi diventano progressivamente nel corso del II° e I° secolo parte integrante dell’impero. Una delle dirette conseguenze di questa fase storica fu la decadenza della gloriosa Biblioteca di Alessandria e del cenacolo di scienziati che vi faceva capo. Certamente, anche in epoca romana si possono segnalare altri uomini di scienza e matematici di un certo valore. Nel I° secolo D.C. Plinio fu uno scienziato di vasti interessi, ma anche piuttosto superficiale, in quanto si limitò più che altro a riferire nozioni precedenti, spesso in modo inesatto. Maggiore importanza ebbe in epoca romana l’ingegneria, soprattutto finalizzata alle costruzioni, come i grandi ponti, gli acquedotti e le strade, vera gloria dell’impero, e le applicazioni militari, come le perfezionatissime catapulte e baliste. Tra i nomi dei più famosi ingegneri possiamo ricordare Vitruvio, contemporaneo di Cesare ed Augusto, mentre la prossima volta parleremo del più importante ingegnere della successiva epoca imperiale: Erone. Nel II° secolo D.C. si ebbe tuttavia una relativa ripresa del pensiero scientifico, che, ancora una volta ebbe come suo epicentro Alessandria d’Egitto, la seconda città dell’impero dopo Roma, in cui lo splendore del passata pensiero ellenistico non si era mai spento del tutto. In questo clima ed in questa sede operò l’ultimo grande astronomo, geografo e matematico del mondo antico: Claudio Tolomeo. Tolomeo è famoso per aver ripreso, modificato e perfezionato il sistema geocentrico di Aristotele, già però ripreso e modificato dal grande astronomo Ipparco del II° secolo A.C. , di cui già abbiamo scritto. Tolomeo quindi gode della cattiva fama di essere stato il principale sostenitore di quella teoria astronomica che ci pervenuta attraverso la traduzione in arabo, con il titolo di “Almagesto”, della sua opera più importante, il cui titolo originale greco era “mathematikè syntaxis”. Questa teoria è stata poi contestata e rivoluzionata 1300 e 1400 anni dopo da Copernico, Galilei e Keplero. In realtà Tolomeo, che era un ottimo matematico ed uno scienziato di valore, aveva creato un modello molto ingegnoso basato sulla rotazione del Sole e dei pianeti (tutti fissati su presunte sfere celesti, come nella tradizione aristotelica, a sua volta risalente ad Eudosso) intorno ad una Terra fissa. Sole e pianeti sarebbero però stati ulteriormente soggetti ad altre contemporanee rotazioni lungo circonferenze mobili, dette epicicli, incentrate sulla circonferenza principale, detta deferente. Questo complicatissimo modello, sia pure dimostratosi errato da un punto di vista dinamico (cioè considerando le forze gravitazionali studiate successivamente da Newton) era in grado di fornire in ogni momento la posizione assunta dai vari astri nel cielo e di dare una spiegazione formalmente valida alle apparenti anomalie del loro moto, che si manifestavano necessariamente se si assumeva il modello geocentrico. Nell’opera “Geografia” Tolomeo descrisse accuratamente il mondo antico conosciuto registrando anche la latitudine e la longitudine di ben 8000 località. Purtroppo, per un equivoco sul valore delle unità di misura usate in precedenza da Eratostene (di cui si scritto in un precedente articolo), il grande astronomo e geografo si sbagliò completamente sul valore del diametro terrestre ritenuto molto più piccolo del reale, fatto che trasse poi in inganno anche Colombo nel corso del suo famoso viaggio. Tolomeo compì anche importanti studi di ottica, mettendo in luce e realizzando misure nel campo dei fenomeni della rifrazione. Dopo questo periodo di ripresa, in cui, come vedremo, oltre a Tolomeo si distinsero anche valenti ingegneri e matematici, come Erone, Pappo e Diofanto, la scienza antica decadde definitivamente, anche per l’azione irrazionalista del Cristianesimo e altri culti dell’epoca (Mitra, Iside, e in parte Gnostici), mentre anche la filosofia, con il Neo-Platonismo, svoltava definitivamente verso concezioni trascendentaliste e misticheggianti. |