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Domenica 29 maggio ultimo scorso presso il teatro San Giustino in Roma abbiamo assistito ad uno spettacolo davvero originale e molto apprezzabile. La compagnia "Signori chi è di scena", giovani attori usciti dalla scuola di teatro diretta da Monica Ferri hanno tenuto il pubblico in pugno, che seguiva le loro battute, le loro mimiche perfettamente in linea con l' intenzione dell' autore: il celebre Carlo Goldoni.

Una lode va anche alla geniale scenografia di Vanessa Ignazzi e Morena Pretonati. Indovinati i costumi di  Barbara Di Cesare, ottima la direzione di scena di Marco Miloni.

La trama è nota: tutto ruota intorno al "padrone"  Il Sior Todero, un vecchio esoso, arrogante, scorbutico con l' attitudine a sottomettere parenti e dipendenti, di sopraffare e di economizzare al massimo, fino nell' alimentazione, nel vestiario eccetera.  La figura di questo spregevole soggetto che nel passato   abbiamo visto interpretata dai grandi del teatro anche veneziano come Baldanello, Micheluzzi, Baseggio e altri, stavolta, in questo ruolo abbiamo potuto godere della prestazione di Monica Ferri che è anche la regista del lavoro in oggetto.

Vogliamo sottolineare che nulla poteva consentire allo spettatore di  capire che Il Todero era interpretato da una donna. Non la sua voce,  non il viso arcigno, non il corpo, non il modo di muoversi. Il Todero era un vecchiaccio bravissimo nel suo ruolo, divertente perché il testo lo vuole ridicolo in quanto  il suo modo di concepire la vita  è tutto a dismisura, esagerato e quindi grottesco.  Monica Ferri è di una bravura eccezionale e con lei  il figlio del Todero  "Pellegrin"  simpaticamente interpretato da Luca Monticelli e marito della signora Marcolina, Morena Pretolati, bravissima interprete di una saggia donna che vanta con fermezza i suoi diritti, anche contrastando il suocero, ma in parte impedita per l' eccessiva sudditanza del marito all'arrogante padre.

C' è poi un fattore, furbastro e inbroglione col figlio Nicoletto ( Matteo Iaccarino) che si innamora di Cecilia, (Vanessa Ignazzi)  una domestica brava, attiva, onesta, un poco intrigante perché difende a sua volta l' amore per Nicoletto che il vecchio spera  di maritare con la nipote per risparmiare la dote.

Un innamorato vero, invece, per  la nipote  Zanetta (Valentina D' Errico)  salterà fuori grazie alle manovre delle due donne ossia della madre di Zanetta,  signora Marcolina a della signora Fortunata (Delia Casa) anche quest' ultima bravissima, che si prodiga a perorare la causa   del cavaliere Meneghetto (Alessandro Iacona)  che col suo disinteresse per il denaro  sposerà Zanetta senza dote  ottenendo così il bene placido del vecchio Todero. Vogliamo ricordare anche Gregorio, il servo sempre rimproverato (Luca Paglia) giovane bravo attore.
Da sottolineare il ruolo positivo che Goldoni affida alla figura femminile. Le figure maschili per una ragione o per l' altra sono tutte negative tranne il cavaliere Meneghetto che segue l' impulso del cuore.

Il testo è bello e per certi versi pedagogico. Ed è ammirevole che sia stato portato a conoscenza di un pubblico che vive in una zona popolare di Roma e che difficilmente potrebbe permettersi i grandi teatri del centro cittadino. Messo in scena con grande prestigio tecnico e interpretativo, questo Todero ci ha donato cultura e divertimento, conoscenza e riflessioni, sull' importantissima arte teatrale, arte primaria dell' uomo, e ci spinge a fare dure critiche alle istituzioni che non favoriscono il teatro e spesso chiudono i locali  a vantaggio di sale da gioco che corrompono il cittadino e lo allontanano dal ruolo di interprete della propria vita

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