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retaggio culturale, la convenzione che vuole il nord in alto nelle carte geografiche, con la consapevolezza della loro posizione, che vede gli europei in basso e a testa in giù. Risultato: riescono meglio in astronomia dei loro omologhi britannici. Dovremmo aspettarci un simile vantaggio cognitivo e pragmatico per altre esposizioni precoci: alla diversità etnica e confessionale, alle tecniche retoriche e di vendita, ai meccanismi della pubblicità".

Questo degli scolari australiani è uno spunto che si presta a essere sviluppato. In Europa, e in generale nell'emisfero boreale, andare verso nord significa muoversi verso il freddo e andare verso sud muoversi verso il caldo. In Australia, e in generale nell'emisfero australe, si va verso il freddo viaggiando verso sud.

E questa è geografia associata alla climatologia. Ma ancora più stimolante è la geografia astronomica: noi vediamo il Sole sorgere a est e tramontare a ovest, in realtà è la Terra a ruotare su se stessa da ovest verso est. Se poi ci si addentra un po' più a fondo nella questione, scopriremo che il Sole non è dove lo vediamo perché la luce irradiata dalla sua superficie impiega 8 minuti e 20 secondi per arrivare alla Terra, e in 8 minuti il Sole si sposta di 2 gradi, pari a 4 volte il suo diametro apparente.

Ma neppure questa affermazione è corretta: abbiamo appena ricordato che a ruotare è la Terra... C'è poi un altro movimento più elusivo: ogni giorno il Sole si sposta di circa un grado rispetto alle stelle: ma non è il Sole a spostarsi, bensì la Terra lungo la sua orbita.

Fatte queste correzioni concettuali, possiamo dire che il Sole è dove lo vediamo? Niente affatto. La sua luce, dopo il vuoto dello spazio interplanetario, attraversa l'atmosfera e subisce una deviazione dovuta alla rifrazione. Vicino all'orizzonte questa deviazione è di 36', più del diametro apparente del Sole e fa sembrare gli astri (la cosa, ovviamente vale anche per la Luna e le stelle) più alti sull'orizzonte di quanto non siano.

Conseguenza: all'alba vediamo il Sole completamente sopra l'orizzonte mentre è ancora sotto e dovrebbe quindi risultare invisibile; al tramonto, il Sole è già completamente scomparso, ma continuiamo a vederlo.

Dunque la rifrazione anticipa il sorgere e ritarda il tramonto degli astri. A mano a mano che ci si allontana dall'orizzonte la deflessione dei raggi luminosi dovuta alla rifrazione atmosferica diminuisce, ma è uguale a zero soltanto allo zenit.

In sostanza, per una serie di motivi molto diversi e non sospettabili da parte di una mente ingenua, nessun astro è lì dove lo vediamo. Galileo Galilei, mi fa notare Marco Piccolino (professore di fisiologia generale all'Università di Ferrara), fu un pioniere nel dimostrare che spesso (sempre?) lo sguardo scientifico deve diffidare delle evidenze intuitive.

Per concludere: l'astronomia è una magnifica scuola di pensiero contro-intuitivo.

Eppure la Gelmini - che peraltro si chiama Mariastella - con la sua riforma l'ha praticamente cancellata dai programmi scolastici.

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