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La VOCE  ANNO XIV  N° 2

OTTOBRE  2011

PAGINA  III

l'aspetto della Liberazione nazionale... dai tedeschi.

Come si vede, la considerazione per i vinti non paga, storiograficamente, intendo. Ma nemmeno politicamente. Infatti, sembrano dire, se abbiamo perso vuol dire che voi siete stati più cattivi di noi.

Non si placheranno mai, recrimineranno sempre, inclini a riprodurre i tempi e i modi delle faide o quello della satira politica, tramutando i conflitti in macchiette, come Peppone e don Camillo.
Personalizzano la politica, e poi continuano personalizzando la ricerca.

I vieni avanti cretino della storia agitano falsiscopi, attirano l'attenzione sugli eroi, veri o presunti, da innalzare o da abbattere, ma così facendo ottengono il loro vero scopo: sviare l'attenzione dal vero oggetto, che sono le formazioni, i rapporti, i processi. A seguirli su questa strada ci si pone fuori di qualsiasi discorso storiografico, cioè scientifico.

Perché tutto questo? Perché guerra civile è stata considerata una brutta parola, da non doversi più pronunciare.
Franco Venturi, uno storico, un azionista, mica un bieco comunista, sosteneva che la guerra civile è l'unica guerra a cui è lecito prendere parte. Infatti, c'è stato un tempo in cui la guerra civile era l'unica guerra a cui era lecito, se non doveroso, partecipare. Per esempio, la Guerra Civile Europea che insanguinò, con decine e decine di milioni di morti, il vecchio continente. La si metta come si vuole, da una parte quelli che volevano la sopraffazione del più forte, dall'altra quelli che pretendevano l'uguaglianza formale - certo, con il suo corollario dello sfruttamento capitalistico. Con, all'interno, le guerre civili in ciascuno degli Stati nazionali. In Italia, la Resistenza.

Vengo al punto. La rimozione della Brigata Gramsci. Perché?

La Brigata Gramsci è un unicum, uno scandalo. Era arrivata a contare quasi 500 effettivi, ma al suo interno aveva un battaglione, il battaglione Tito, formato da combattenti jugoslavi. E i battaglioni Tito divennero due. Alfredo Filipponi, nome di battaglia "Pasquale", comunista ternano ne era il commissario politico, ma il comandante militare era Svetozar "Toso" Lakovic. E quegli Jugoslavi erano in gran parte comunisti. Una brigata comunista al quadrato. Un valore aggiunto che altre formazioni più a nord e più a ovest non hanno avuto. E infatti queste risultarono più cielleniste, più ecumeniche, e più attendiste, direi. La Gramsci dichiarò la prima zona libera. Il 9 febbraio in duecento prendono Norcia senza sparare un colpo. Il 15, scrive Filipponi,

«a mezzo manifesto murale, viene proclamata la Repubblica di Cascia, Norcia, Monteleone, comuni dell'alta Valnerina... Pertanto la Brigata Garibaldina Gramsci, unica autorità esistente nella zona della nuova Italia democratica, assume la responsabilità militare e politica di fronte a tutti gli abitanti della zona stessa».

Nelle sue memorie "Toso" Lakovic conferma, estendendo il territorio a Leonessa, e valutando la sua estensione in 1200 kmq.

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