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La VOCE  ANNO XIV N°  2

OTTOBRE     2011

PAGINA 2

degli  abitanti.

È stata devastata a causa di una guerra così  incredibilmente distruttiva che delle sue città non rimase nulla, e  quando uno dice niente è niente; è come i piccoli villaggi che gente  come Merob Sosa e Sánchez Mosquera bruciava qui, e dei quali non  rimaneva nient'altro che cenere.

Così rimase, ad esempio, Pyongyang,  che è una città di un milione di abitanti.

Oggi non si vede un solo  resto di tutta quella distruzione; tutto è nuovo. L'unico ricordo  che resta sono, in tutte le strade, i buchi delle bombe che cadevano  una dopo l'altra.

Essi mi hanno mostrato molte fabbriche, tutte ricostruite ed altre  nuove, e ogni fabbrica aveva subìto fra 30 e 50mila bombe.

Se ci  facciamo un'idea di ciò che erano 10 o 12 bombe sganciate attorno a  noi nella Sierra, che significava un bombardamento terribile, e  bisognava avere una bella dose di coraggio per sopportare queste  bombe, immaginate cosa significano 30mila bombe lanciate in uno spazio  di terra a volte minore di quello di una caballería (unità di misura  utilizzata in Spagna e in Sud America: la caballerìa cubana equivale a  13.420 ettari.
NdT).

La Corea del Nord uscì dalla guerra senza nemmeno un'industria in  piedi, perfino senza animali.

In un'epoca in cui la superiorità  aerea dei nordamericani era tanto maggiore, ormai non avevano  nient'altro da distruggere, quindi gli aerei si divertivano uccidendo bovini e ciò che incontravano.

Era davvero un'orgia di morte quella  che si abbatté sulla Corea del Nord in soli due anni, al terzo anno  apparvero i Mig-15 e la cosa cambiò, però questi due anni di guerra  significarono forse la distruzione sistematica più barbara mai  compiuta.

Tutto ciò che si può raccontare sulla Corea del Nord sembra una  falsità.

Per esempio, nelle foto si vede gente con odio, quest'odio  dei villaggi quando arriva alla parte più profonda dell'essere, che  si possono vederevedere in certe  foto delle caverne dove entrano 200, 300 o 400 bambini,  di un'età

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