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Uno dei temi più importanti di dibattito oggi a Cuba, è appunto quello di come e quale transizione,di come rafforzare il ruolo internazionale negli scambi economico-produttivi e commerciali,e come allargare e rafforzare i rapporti realizzati sul piano internazionale con i paesi dell'ALBA, quale prospettiva e quale economia, quale forma di pianificazione; questi temi sono stati anche dibattuti ad aprile 2010 nel congresso dell'Unione dei Giovani Comunisti e sono oggetto del congresso del Partito.
Per Cuba le relazioni internazionali continuano a rimanere strategiche e sono estremamente importanti con i paesi dell'ALBA, ma vanno incentivate relazioni internazionali forti anche con altri paesi, non solo con la Cina che è storicamente un partner privilegiato, ma ci sono relazioni internazionali molto forti di interscambio commerciale anche con la Russia e con alcuni paesi che si caratterizzano non necessariamente in quanto socialisti, ma che hanno un connotato fortemente di propria autonomia, una propria identità che già da ora favoriscano scambi paritari di collaborazione con Cuba e con i paesi dell'ALBA. Rafforzare quindi tutte le relazioni internazionali che possono facilitare un interscambio che ad oggi è ancora difficile. Pensiamo che il risultato di tale dibattito nel PCC, nel sindacato CTC nei CDR e con tutto il popolo cubano abbia anche delle ricadute notevoli sul rafforzamento dei processi di transizione socialista negli altri paesi dell'ALBA e in genere in tutti i Sud del mondo dove si stanno tentando processi di autodeterminazione e di integrazione a forti connotati antimperialisti, anticapitalisti e, in forme differenziate a specifico carattere socialista.
E' così che lo sviluppo di nuovi processi rivoluzionari anticapitalisti, e alcuni sempre più a carattere socialista , come in Venezuela e Bolivia, e poi la nascita dell'Alleanza dell'ALBA, ha posto all'ordine del giorno una questione centrale politica prima che economica: l'applicazione, la tenuta ed il futuro dei processi di transizione socialista. La chiusura con un epoca forse troppo assistenzialista, la necessità nella fase attuale di dare grande impulso alla produttività del lavoro e all'efficienza socialista per realizzare non solo una migliorata ridistribuzione dei redditi, ma un più equa ridistribuzione della ricchezza sociale prodotta, non solo non si discostano, ma muovono anche nelle difficili condizioni attuali nella direzione e nella volontà di raggiungere uno dei principi basilari del socialismo: da ognuno secondo le proprie capacità ad ognuno secondo il suo lavoro.
Il Partito e il processo rivoluzionario dispone di quadri di una generazione intermedia preparata e capace di dirigere la complessità delle prossime tappe del socialismo,in una condizione ancora più difficile per governare il paese nell'attuale fase di grave crisi sistemica del capitale internazionale,cercando al contempo di creare le condizioni per un'opportunità di cambiamenti nel contesto mondiale in chiave anticapitalista e socialista rivoluzionaria sempre e comunque con il consenso del popolo .
Dimostrare appunto che si può coniugare socialismo ed efficienza, perché spesso l'idea che il socialismo è il regno dell'assistenzialismo e paternalismo in cui si può vivere quasi senza lavorare, qualcuno forse a Cuba lo ha anche pensato. Questo forse potrà essere l'orizzonte utopico del comunismo che noi tutti auspichiamo come fase finale, non dimentichiamo però che il socialismo, anche a livello teorico, è una fase di transizione dal capitalismo al comunismo e come tale a seconda dei momenti, vive anche con alcuni strumenti e categorie momentanei che sono del capitalismo. La razionalità del modello economico deve essere coerente con la razionalità sociale del modello e non viceversa, detto altrimenti la razionalità sociale richiede la razionalità economica come pre
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