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L' Europa senza bussola da Le Monde - Francia
Ognuno per sé o tutto per l' Europa. E' tra questi due estremi che oscilla la posizione degli stati dell' Unione europea sull' immigrazione.
Da anni la politica è stata sostituita da scelte dettate dalla cronaca , dal presunto umore dei cittadini o dalle scadenze elettorali.
ora che le elezioni si avvicinano in Francia , Germania e Italia , l' immigrazione si impone come un tema caldo , soprattutto a causa della crisi.
I problemi economici del continente hanno favorito il ritorno a discorsi retorici , di scelte solitarie, di responsabilità rinfacciate al vicino o al solito capro espiatorio : Bruxelles.
Le colpe vengono scaricate sulla Commissione europea definita poco realista quando si batte in favore dei ricongiungimenti familiari e dell' immigrazione per lavoro , o troppo buona quando afferma che la rivolta tunisina e la guerra in Libia dovrebbero obbligare i 27 stati dell' Unione europea ad aprire il loro portafoglio, il loro cuore e le loro frontiere.
Gli europei dovrebbero mostrarsi solidali e assumersi la responsabilità di un probabile esodo di rifugiati e di migranti in fuga dalla povertà.
la loro sorte resta incerta e purtroppo l' Unione ha capito tardi che una vera cooperazione con i paesi di origine potrebbe aiutare i migranti e chi cerca di imitarli rischiando di morire in mare, com' è già successo a migliaia di loro.
La recente disputa franco-italiana sui permessi di soggiorno e i controlli alle frontiere illustra in modo grottesco l' assenza di una politica comune e di una reale solidarietà tra gli europei, incapaci di mettere a punto regole condivise per l' asilo e di affrontare insieme le emergenze.
Incapaci anche di capire che la pressione di migranti si esercita su alcuni paesi più che su altri, i 27 paesi dell' Unione offrono l' immagine desolante di un potere senza linee guida e senza risposte chiare alle sfide di domani.
la dissoluzione del regime di Gheddafi, con il quale era stato concluso un programma di "vicinato" che lo rendeva - almeno fino al 2013- il custode attento e (retribuito) dei flussi, mette gli europei di fronte alle loro responsabilità.
O riusciranno finalmente a coordinare la loro azione e a capire che l' immigrazione legale rimarrà un elemento significativo delle nostre società, o si continuerà sulla strada dell' ognuno per sé, mettendo fine alla cosiddetta Europa "senza frontiere" di Shengen.
E anche a un pezzo del sogno europeo
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