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La VOCE  ANNO  XIII   N° 10

GIUGNO  2011

PAGINA  c

Il Grande Fiume artificiale in Libia
di Stephen Lendman


Stephen Lendman
è nato a Boston nel 1934 da una famiglia modesta della classe media. Si è laureato all'Università di Harvard nel 1956 e nel 1960 ha ottenuto un master in "amministrazione d'impresa" presso l'Istituto Wharton dell'Università di Pennsylvania. Durante i successivi sei anni ha operato come analista finanziario per diverse imprese usamericane, per poi entrare a far parte di una piccola azienda a conduzione famigliare, fino al suo ritiro nel 1999.
Da allora ha dedicato il suo tempo all'informazione, a cause progressiste, al sostegno di quelle organizzazioni che lottano per conseguire un mondo più giusto e più umano, soprattutto per i poveri e gli oppressi. In tempi recenti, si è dedicato a scrivere su diversi argomenti di suo interesse, come la guerra e la pace, la uguaglianza sociale, economica e politica, e la giustizia per tutti i popoli oppressi del mondo, come i popoli che stanno soffrendo in Haiti e in Palestina.
Gestisce un blog a http://www.sjlendman.blogspot.com/  e questo è il suo indirizzo di posta elettronica: lendmanstephen@sbcglobal.net.
Può essere ascoltato a Lendman News Hour on RepublicBroadcasting.org dal lunedì a venerdì, e al giovedì e alla fine settimana a Progressive Radio News Hour . In queste trasmissioni radio è possibile assistere a conversazioni sull'attualità con ospiti di spicco.


Fonte: http://www.uruknet.de/?s1=1&p=76880&s2=17
Data dell'articolo originale: 15/04/2011
URL dell'articolo: http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=4605

(Traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)
 

Un articolo precedente aveva spiegato come la guerra della NATO e degli Stati Uniti contro la Libia  fosse stata da tempo pianificata. Tutti gli interventi militari richiedono mesi di preparazione, per predisporre:

· la strategia e gli obiettivi del conflitto;
· il conseguimento del sostegno di partner della coalizione;
· la selezione degli obiettivi da colpire;
· la promozione dell'appoggio politico e del consenso dell'opinione pubblica;
· il dispiegamento delle truppe;
· in Libia, il reclutamento, il finanziamento e l'armamento dei cosiddetti ribelli;
· e i piani imperiali post-conflitto.

Washington pretende che un despota venga sostituito con un altro, un utile fantoccio che renda gli onori ed obbedisca agli ordini, non uno come Gheddafi con una mentalità indipendente, che è andato avanti per la sua strada, molto spesso ma non sempre, su tante questioni, alcune così importanti da augurarsi di spodestarlo. Un importante argomento non eccessivamente preso in considerazione viene analizzato qui di seguito.

Altri obiettivi sono la colonizzazione della Libia, la balcanizzazione della Libia sull'esempio della Jugoslavia e dell'Iraq, l'impedire l'emergere della democrazia, la privatizzazione delle imprese di Stato libiche, lo sfruttamento del popolo libico, il posizionamento di nuove basi del Pentagono, il controllo del petrolio, del gas e di altre risorse della Libia, fra cui è necessario investire una qualche attenzione sul Grande Fiume artificiale della Libia (GMMR).

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