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Alla fine di agosto Amnesty International denuncia le vendette e le esecuzioni sui pro-gheddafiani prelevati perfino dagli ospedali e uccisi o fatti sparire e indica nei Tawergha un gruppo particolarmente vulnerabile che abbisogna di protezione. Chiede anche ai nuovi governanti di farla finita con l'impunità. Questi ultimi glissano su Tawergha e minimizzano sul resto…

E' ancora il Wsj a riferire che il «premier provvisorioa» del Cnt, Mahmoud Jibril, il 18 settembre in un incontro pubblico a Misurata dà in pratica il via libera alla cancellazione della città: «Su Tawergha ritengo che nessuno debba interferire, salvo la popolazione di Misurata.

Non possiamo riferirci alle teorie della riconciliazione nazionale usate in Sudafrica, Irlanda o Europa dell'Est». Grandi applausi e grida di «Allah u Akbar». In quei giorni molte case della cittadina venivano incendiate, «per evitare che ritornino», spiegava un ribelle.

Il 30 ottobre Human Rights Watch (Hrw) riepiloga la tragedia della città nel suo rapporto «Beatings, Shootings, Deaths in Detention of Tawerghans». «Le milizie di Misurata terrorizzano gli sfollati da Tawergha - abbandonata, saccheggiata e in parte bruciata - e assicurano che non ritorneranno mai». Hwr ha intervistato decine di sfollati in tutto il paese, e fra questi 26 detenuti a Misurata e nei dintorni e 35 sfollati a Tripoli, Heisha e Hun.

Le denunce, definite «credibili», parlano di ferimenti o esecuzioni di persone disarmate, arresti arbitrari e torture su detenuti, fino alla morte in alcuni casi. Secondo l'Alto commissariato Onu per i rifugiati, i 15mila abitanti sono fuggiti in gran parte nella regione Jufra, nelle città di Hun, di Sokna e nelle campagne circostanti, poi verso Bengasi o Tripoli, a Tarhouna, Khoms o nel Sud.

Il 25 ottobre Hrw è stata testimone, nella Tawergha spopolata, di un saccheggio totale e il giorno dopo ha visto diverse case in fiamme, sotto gli occhi delle brigate di miliziani di Misurata.

Molti abitanti di Tawergha sostenevano, anche armi alla mano, Gheddafi durante l'assedio a Misurata. Ma dopo il cambio di regime è stato un susseguirsi di abusi, arresti arbitrari e persecuzione dell'intera comunità.

Molti detenuti di Tawergha incontrati nelle diverse prigioni di Misurata, e altri incontrate dopo il rilascio, mostrano segni di maltrattamenti e raccontano di torture anche con l'elettricità, per obbligarli a confessare di aver combattuto e di aver stuprato.

Ma è un crimine in sé anche aver obbligato un'intera città a fuggire. «Forzare tutti i residenti di Tawergha ad andare via è una punizione collettiva ed è un crimine contro l'umanità», dichiara Hrw, precisando che le autorità dovrebbero processare solo i responsabili dell'assedio a Misurata permettendo ai civili di ritornare nella loro città.

Tre addetti sanitari hanno raccontato che il direttore de facto di un ospedale fra Sirte ed Heisha ordinava ai medici di curare per primi i ribelli feriti, lasciando stare i neri, «che sono di Tawergha», i civili di Sirte, i soldati di Gheddafi, le donne…

Nella città di Jufra miliziani di Misurata sono entrati a più riprese nei campi che ospitavano persone di Tawergha per portare via gli uomini. E' caccia all'uomo. Gli sfollati di un campo hanno dato a Hrw la lista di 50 giovani spariti.

Dureranno per sempre il silenzio e l'impunità?

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