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L'8 dicembre, Mons. Valeri, arcivescovo di Brindisi e Ostumi, spiegava nella sua pastorale: «L'Italia non domandava che un po' di spazio per i suoi figli, aumentati meravigliosamente da formare una grande Nazione di oltre 45 milioni di abitanti, e lo domandava a un popolo cinque volte meno numeroso del nostro e che detiene, non si sa perché e con quale diritto, un'estensione di territorio quattro volte più grande dell'Italia senza che sappia sfruttare i tesori di cui lo ha arricchito la Provvidenza a vantaggio dell'uomo.
Per molti anni si pazientò, sopportando aggressioni e soprusi, e quando, non potendone più, ricorremmo al diritto delle armi, fummo giudicati aggressori».
Nel solco di questa tradizione, don Vincenzo Caiazzo - che ha la sua parrocchia sulla portaerei Garibaldi, dove celebra la messa nell'hangar dei caccia che bombardano la Libia - assicura che «l'Italia sta proteggendo i diritti umani e dei popoli, per questo siamo in mezzo al mare»
(Oggi, 29 giugno 2011). «I valori militari - spiega -vanno a braccetto con i valori cristiani».
Povero Cristo.
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