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gliori la qualità e che garantisca a ciascun cittadino di potervi accedere, se non passando per l'esatto opposto di quanto proposto e attuato da questo governo.
Vogliamo maggiori garanzie di diritti e reddito per chi lavora in modo precario, affinché possa essere libero da ricatti e aspirare a condurre una vita dignitosa.
Vogliamo che sia ridimensionato il peso e il ruolo di tutte quelle componenti che hanno impedito e impediscono oggi a università e scuola di svolgere la funzione di motore dello sviluppo culturale ed economico nel nostro Paese.
Vogliamo ragionare sui grandi obiettivi di scuola e università, sulla qualità della ricerca e della didattica, piuttosto che su temi di bassa ragioneria.
Negli ultimi mesi un massiccio movimento di studenti e di precari dell'università e della scuola, di insegnanti e di ricercatori si è opposto alla deriva del sistema di istruzione italiano.
Questo movimento si salda inevitabilmente a quello di chi crede che, accanto all'acqua, alla sanità e al paesaggio, anche l'istruzione sia un bene comune che non possa essere gestito con logiche gerarchiche e aziendalistiche che ne impoveriscono ogni prospettiva innovativa.
Per queste ragioni, le decine di migliaia di precari che lavorano nelle scuole e nelle università, uniti agli studenti e ai ricercatori dell'università, chiedono con forza che si proclami uno sciopero generale che possa rappresentare l'inizio di un percorso di rilancio del ruolo pubblico dell'istruzione e di affermazione dei diritti di tutti i lavoratori, in questo difficile momento di crisi economica e di allarmante aumento della disoccupazione.
CPU (Coordinamento Precari della ricerca e della docenza - Università) CPS (Coordinamento Precari Scuola) Rete 29 Aprile
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