LA VOCE   COREA   CUBA   JUGOSLAVIA   SCIENZA 

GIÙ

Stampa pagina

 Stampa inserto 

LA VOCE 1104

  P R E C E D E N T E   

    S U C C E S S I V A  

La VOCE  ANNO XIII  N° 8

APRILE 2011

PAGINA  III

parse due mesi dopo che la medicina era stata rintracciata nel sangue.
"Il Dott. Falke ed i suoi colleghi hanno discusso la possibilità di rivelare le informazioni senza il permesso di Milosevic", Parker ha spiegato. Ma tale spiegazione è irragionevole poiché niente ha impedito a Falke di rilevare tutte le informazioni. Era ancor più irragionevole dire che, le informazioni sul Rifampicin sono state nascoste da Milosevic. In primo luogo, questa spiegazione in se, confuta tutte quelle precedenti (se Milosevic non a sapeva del Rifampicin, perché avrebbe dovuto essere contrario a che queste informazioni fossero rilevate?). Secondariamente, nel suo rapporto Parker dice che "il Dott. Falke non ha informato Milosevic sul Rifampicin nel suo sangue, in conformità con le regole olandesi sull'anonimato in medicina".
Tre giorni prima della sua morte Slobodan Milosevic ha scritto in una lettera al ministero degli esteri russo: "il fatto che il mio sangue contenga Rifampicin, un antibiotico che è usato normalmente per trattare la lebbra e la tubercolosi, dimostra che nessuno di questi medici ha diritto a curarlo... Ho difeso il paese contro di loro ed ora vogliono che taccia per sempre". Il fatto che la corte ha sospeso tutte le indagini senza studiare le cause della morte di Milosevic, incita a pensare che l'ICTY abbia organizzato l'omicidio o abbia coperto i criminali.


Oggi è per chiunque difficile credere che gli assassini di Milosevic possano essere presi e giudicati. Ma sono sicuro che tale missione dovrebbe esistere, non importa se sia impossibile. Bene, ora quei criminali si godono il potere a L'Aia,  ma non sarà per sempre. Slobodan Milosevic ha dimostrato che la resistenza è possibile. Gli uomini di tale tempra sono rari al giorno d'oggi, ecco perché la loro morte è percepita come una tragedia personale.

Non dimenticate mai il presidente Slobodan Milosevic!

www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 24-01-11 - n. 348
da Partito Comunista di Grecia - http://inter.kke.gr/News/news2011/2011-01-22-balkan-joint-statement
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 

Incontro dei Partiti Comunisti e Operai nei Balcani 2011 - Dichiarazione congiunta
Sviluppo nella regione dei Balcani e del Mediterraneo orientale e i compiti dei Comunisti
 

Salonicco, 22 gennaio 2011

Il 22 gennaio a Salonicco, su iniziativa del KKE, si è svolto un Incontro di 10 Partiti Comunisti e Operai provenienti da 8 paesi balcanici: Albania, Bulgaria, Grecia, Croazia, Repubblica di Macedonia, Romania, Serbia e Turchia.
Questo incontro ha contribuito allo scambio di opinioni sulla situazione che si è sviluppata nei Balcani e nel Mediterraneo orientale, nel quadro della crisi economica capitalistica internazionale, dell'intensificazione delle aggressioni imperialiste e delle contraddizioni interimperialiste.
I Partiti Comunisti e Operai dei Balcani ritengono che la causa reale della crisi si trova nell'acuirsi della contraddizione fondamentale del capitalismo: quella tra il carattere sociale della produzione e l'appropriazione privata dei suoi risultati. Anche i problemi sociali nel loro complesso si stanno aggravando: l'indigenza è cresciuta e l'impoverimento, assoluto e relativo, colpisce una larga percentuale della popolazione nei paesi balcanici.
La scoperta di nuove fonti energetiche nel Mediterraneo orientale e nei Balcani e l'intensità del loro sfruttamento da parte del capitale, non solo non porteranno pace e stabilità alla regione, come sostenuto dagli imperialisti e dai loro governi, ma, al contrario, favoriranno nuove più aspre rivalità. Allo stesso tempo, i popoli pagheranno molto di più l'elettricità, la benzina, il gas naturale, perché i ricchi giacimenti di energia della nostra regione non sono proprietà del popolo, ma sono depredati dai monopoli e dai gruppi affaristici nazionali ed esteri.
In queste condizioni i Partiti Comunisti e Operai dei Balcani plaudono alle lotte che sono state ingaggiate in Grecia, Romania e altrove, perché sia la plutocrazia e non il popolo a pagare per la crisi del capitalismo. Acclamano anche le lotte contro l'imperialismo, per la difesa della classe operaia e dei diritti e le conquiste popolari, contro il nazionalismo e il razzismo, per i diritti degli immigrati che hanno avuto di recente luogo della nostra regione. I Partiti Comunisti e Operai devono porsi in prima linea nell'organizzazione di tutte queste lotte.
I partecipanti a questo Incontro hanno anche dichiarato la loro disponibilità a confrontarsi e lottare contro la propaganda su vasta scala e alle intimidazioni della NATO e dell'UE volti alla piena adesione e completa integrazione dei paesi balcanici ai piani imperialisti, sulla base del cosiddetto "Nuovo Concetto Strategico della NATO" recentemente approvato a Lisbona.
L'illusoria propaganda per l'ingresso nella NATO e nell'Unione europea è svolta sia da queste organizzazioni che dalle classi borghesi dei paesi aspiranti all'adesione, dalle ONG e dalle forze opportuniste, come il cosiddetto Partito della Sinistra europea.

L'adesione dei paesi dei Balcani nell'UE e nella NATO, l'allargamento di queste due organizzazioni imperialiste ai Balcani, non solo non porterà benefici ai popoli, né pace o prosperità, ma l'esatto contrario. Inoltre, i popoli dei paesi dei Balcani e di altri paesi europei già membri hanno maturato sufficienti esperienze negative per testimoniare come l'integrazione nella NATO e nell'UE porta la classe operaia e il popolo all'impoverimento, garantendo nel contempo privilegi e una redditività ancora maggiore al grande capita

  P R E C E D E N T E   

    S U C C E S S I V A  

 LA VOCE   COREA   CUBA   JUGOSLAVIA   SCIENZA 

SU

Stampa pagina

 Stampa inserto 

LA VOCE 1104