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LE LEGGI PEGGIORI "PASSANO" D'ESTATE
Il timore che il governo delle destre approfittasse della chiusura degli atenei per far passare il DdL Gelmini al Senato era giustificato: il 29 luglio 2010 il Senato ha approvato il testo, (1) e le critiche sul momento sono state flebili o del tutto assenti.
Già da fine giugno infatti i principali "blog" del movimento dei ricercatori e degli studenti si erano "spenti", e le prime iniziative di protesta della nuova stagione (si parla di 9000 ricercatori che si asterranno dall'insegnamento) mentre scriviamo (1 ottobre 2010) devono ancora partire.
E' proprio vero che "il nemico non va mai in vacanza": la "lobby pro-Gelmini" - che comprende a pari titolo politici e baroni accademici, non solo di destra ma anche del PD, con i loro patròn economisti e giornalisti legati a Confindustria (la "premiata ditta Giavazzi e Co" come la definisce Guido Martinotti) - ha fatto il suo sporco lavoro nel pieno dell'estate.
Subito la Conferenza dei Rettori (CRUI - o per essere più precisi: la loro parte maggioritaria, perchè la CRUI è spaccata) con un documento emesso il 3 agosto 2010 "esprime una valutazione positiva" sul DDL, riservandosi solo di giudicare in seguito la "quantificazione" delle risorse finanziarie che saranno messe a disposizione. Anche l'opportunismo di chi tiene solamente alla propria carriera non conosce vacanze estive...
E l'Opposizione, cosa dice? Sull'Unità del 23 luglio 2010 il senatore del PD Mauro Ceruti, professore ordinario, ha affermato che "i principi ispiratori che volevano essere alla base del progetto di riforma Gelmini" sono "condivisi dal Partito Democratico, così come dalle parti sociali, dalla Confindustria che ha fortemente sostenuto questa riforma, e dagli attori del mondo accademico".
Più chiaro di così! E quali sono questi "principi"? Sono, in sostanza, la privatizzazione dell'Università ed il contestuale svilimento del suo ruolo sociale e democratico. Un anno fa, il già senatore per il PDS-DS Franco De Benedetti - fratello del più noto Carlo - ad una conferenza pubblica aveva chiesto esplicitamente la privatizzazione generalizzata delle Università. (2) Con l'introduzione dell'Agenzia per la Valutazione (AVNUR) e con la riforma del Consiglio di Amministrazione (CdA) - che la Legge Gelmini prevede aperto a soggetti esterni, quali gli imprenditori, e dotato di poteri assoluti - si rafforza la lottizzazione (politica e/o accademico-feudale) degli Atenei.
Anche solo limitandoci a considerare la prima novità, quella della cosiddetta "valutazione", ne traiamo motivi di grande preoccupazione. Carlo Galli (che pure non è contrario alla riforma, né all'AVNUR) su Repubblica del 5 agosto 2010 prevede una
<< quasi inevitabile tendenza dei revisori a promuovere alcune linee di pensiero o di ricerca - certo, le più autorevoli e consolidate (mainstream) - e a scoraggiarne altre.
Ed ecco che proprio dallŽinterno della scienza rispuntano possibili censure, o almeno pressioni e orientamenti che fanno si che la ricerca e il sapere siano esposti, come minimo, al potere che da essi stessi promana.
Si dirà che questi condizionamenti esistevano anche prima che si parlasse di valutazione; ed è vero. Ma la valutazione li enfatizzerà, e spingerà gli studiosi a pubblicare fin troppo, e a cercare di scrivere su riviste prestigiose e diffuse anche al prezzo di sacrificare qualche idea troppo originale. (...) [La valutazione] potrà es
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