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previsioni programmatiche del Tomazic. Si era ormai consolidata la collaborazione e l'unita' operativa tra la gioventu' comunista e quella nazional-liberale e cristianosociale; veniva anche mantenuto il collegamento operativo tra i nazionalrivoluzionari ed i comunisti. Nell'estate del 1940 il servizio segreto fascista (OVRA) riusci' a colpire in modo vitale il movimento unitario nella sua fase di sviluppo. Riusci' a scoprire nove depositi clandestini di armi e munizioni, una stazione ricetrasmittente, tre tipografle ed una montagna di pubblicazioni illegali. Vennero arrestate 300 persone; 240 vennero condannate al confino, al domicilio coatto o vennero ammonite in modo formale. I sessanta elementi piu' rappresentativi, considerati come i maggiori responsabili, vennero consegnati dalla polizia al Tribunale speciale fascista, che li divise in tre gruppi: 26 comunisti, 12 nazionalrivoluzionari, 22 intellettuali. Tutti insieme vennero sottoposti al cosiddetto secondo processo triestino, nel dicembre del 1941. Tutto il movimento aveva un fine comune anche se traeva la propria origine in matrici ideologiche diverse, il che emerse chiaramente dagli atti processuali. Il fine comune era rappresentato dalla liberazione di tutte le comunita' nazionali iugoslave dalla dittatura fascista. Il processo si svolse tra il 2 ed il 14 dicembre del 1941, quando nel Litorale gia' divampava la lotta di liberazione nazionale. Le condanne del Tribunale speciale furono molto dure; il regime fascista voleva cosi' intimorire la popolazione che si stava ormai ribellando apertamente. Il 15 dicembre del 1941 vennero fucilati nel poligono di Opicina il comunista Pinko Tomazic ed i nazionalrivoluzionari Viktor Bobek, Simon Kos, Ivan lvancic e Ivan Vadnal. Essi divennero con Vladimir Gortan ed i quattro eroi fucilati a Basovizza il simbolo della lotta antifascista per la liberazione degli sloveni del Litorale.
La costituzione del fronte di liberazione nazionale sloveno nell'aprile del 1941 segno' l'inizio di una generale resistenza armata che inizio' nel Litorale contestualmente a quella delle altre regioni slovene; il fine era comune: scacciare l'occupatore, riunire tutti gli sloveni e trasformare la struttura sociale. Il fronte di liberazione nazionale non avrebbe potuto comunque svilupparsi tanto rapidamente nel Litorale se nel periodo precedente non vi fosse stato un forte movimento antifascista. La lotta armata non fu che la logica conseguenza della resistenza precedente e si concretizzo' nel 1945 con la sconfitta del fascismo e la liberazione nazionale. (...)
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