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La VOCE ANNO XII   N   1 


Gheddafi e la cialtroneria politica italiana
Piero Ancona

Con l'ottusità di modesti politicanti molti esponenti del PD a cominciare da Veltroni e Franceschini si sono uniti agli strilli di tanti ipocriti sepolcri imbiancati che contestano a Gheddafi di non rispettare i diritti umani e che stanno trasformando in una grottesca farsa un momento che poteva e doveva essere di risanamento di una gravissima ferita storica costituita dai crimini mostruosi commessi dall'Italia per oltre un trentennio in Libia (dal 1911 al 1943) che causarono la morte atroce di non meno di centomila cittadini libici. Molti furono deportati in Italia e di loro non resta alcuna traccia. Non se ne è saputo più niente.

La superficie della contestazione orchestrata da diversi partiti a cominciare dai radicali e finire a gran parte del PD che ha mostrato in questa occasione di non avere la struttura culturale e politica necessaria per aspirare alla guida del governo è del tutto ipocrita e riguarda i diritti umani e civili che non vengono rispettati dal dittatore libico ma nel profondo emerge l'odio dei colonizzatori che non esitavano a gasare le popolazioni dei villaggi considerandoli essere inferiori o, come amano dire gli ebrei in segno di profondo disprezzo per coloro che odiano "bipedi parlanti. Emerge l'odio dell'Italietta fascista vile e assassina che ieri si è riversata sui popoli nordafricani e che oggi dà vita ad una legislazione orribilmente persecutoria verso i migranti.
Ha sbagliato Gheddafi a offrire collaborazione poliziesca e repressiva all'Italia per i respingimenti e la clausura in Libia dei respinti. Avrebbe dovuto chiedere accordi di cooperazione con l'Europa e sottoporsi a garanzie internazionali per la tutela dei migranti dalle sevizie inflitte dalla sua polizia e dai nostri lagers.

Tuttavia Gheddafi si trova in Italia per concludere una operazione iniziata dal governo Prodi e portata avanti dall'attuale governo sia pure allo scopo di crearsi un alleato nella repressione dei clandestini e nel business finanziario che ha innanzitutto il carattere di una riappacificazione alla quale l'Italia è avvantaggiata dal momento che agevola i suoi interessi strategici anche di lungo periodo e dal momento che chiude senza il giusto e opportuno atto di pentimento pubblico un capitolo fascista della nostra infame storia in Africa. Berlusconi non si è inginocchiato come Willy Brandt difronte al sacrario del ghetto di Varsavia. Probabilmente non esiste in Libia un sacrario per i martiri del colonialismo italiano di fronte al quale il nostro governo dovrebbe compiere un rito di riconoscimento dei propri errori ed orrori.

E' stata grave la decisione del Senato di non accogliere Gheddafi dopo averlo formalmente invitato. Ancora più grave la ridicola decisione del gruppo senatoriale del PD di disertare l'aula. Tutto questo strillare per i diritti umani avviene nel giorno stesso in cui il governo chiede ed ottiene la fiducia sulla legge liberticida della stampa e della informazione e sul divieto delle intercettazioni telefoniche ed all'indomani di un successo della Lega che ha fatto le sue fortune elettorali alimentando xenofobia e odio contro gli islamici ed i rom, in una Italia che parla di democrazia mentre ha svuotato di qualsiasi dignità e funzione il proprio Parlamento ridotto ad approvare le leggi ad personam di Berlusconi ed a votare la fiducia praticamente su ogni atto del governo.

L'Italia è stata una democrazia. Oggi non lo è più anche se resta ancora il suo impianto costituzionale seppur svuotato di contenuti e contraddetto da una legiferazione e da un concreto operare del governo autoritari, anti sindacali, antioperai. Diritti civili e diritti sociali sono in parte scomparsi e quanto rimane è in pericolo. Oggi l'Italia è una oligarchia che potrebbe degenerare in un sultanato.

Non si può proprio dire che la gente che grida ha le carte in regola per trattare la Libia da stato
canaglia ed il suo rappresentante come un indesiderabile beduino . Il termine beduino non è in sè dispregiativo. Indica un popolo del deserto meritevole di rispetto. Nella bocca di tanti leghisti e di autorevoli giornali che formano il comune sentire della destra italiana beduino è dispregiativo sinonimo di rozzezza, ignoranza, mancanza di igiene.

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