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20 PAESI EUROPEI Tito Boeri
Sono 20 su 27 i paesi membri dell' Unione Europea contro i quali la Commissione europea ha aperto una procedura per disavanzo eccessivo. Quando tutti violano le regole, la sanzione diventa un semplice adempimento burocratico: è come chiedere a tutta la classe di andare dietro la lavagna.
Ma nel caso dell' Italia bisogna evidenziare un doppio paradosso. La manovra del bilancio triennale è stata varata nell' estate del 2008, mentre Bruxelles certificava il nostro rientro dal disavanzo.
Ora questa manovra ci ha portati a una nuova procedura per disavanzo eccessivo. Certo, molte responsabilità vanno addebitate alla crisi. Ma c'è stata anche la volontà di non correggere le misure per adeguare il piano alle nuove condizioni economiche.
Ed ecco il secondo paradosso: si apre la procedura nonostante che il ministro dell' economia Giulio Tremonti sia stato ossessivamente attento ai vincoli europei , diventati anacronistici , con la crisi. Il problema è che invece di concentrare le poche risorse disponibili su pochi provvedimenti significativi, come la riforma degli ammortizzatori sociali o la riduzione della tassazione sul lavoro, è stata scelta la strada dei mille piccoli interventi, coperti da mille nuovi prelievi, per accontentare la lobby di turno.
Insomma, si è guardato al bilancio senza curare l' economia del paese. Ma i problemi strutturati continuano a farci perdere posizione. Secondo le stime del Fondo monetario internazionale, in termini di reddito pro capite e parità di potere d' acquisto l' Italia sarà superata anche da Grecia e Slovenia.
Sembrano lontani i tempi in cui si diceva che finché ci sarà la Grecia in Europa non saremo mai gli ultimi e guardavamo con commiserazione ai paesi provenienti dal socialismo reale.
Noi della redazione abbiamo sempre guardato con vivo interesse ai paesi socialisti dove il popolo aveva un lavoro sicuro, un tetto sicuro, lo studio gratuito fino ai massimi livelli, la sanità pubblica gratuita, non esistevano barboni né prostituzione e i deputati potevano essere destituiti all' istante dallo stesso popolo che li aveva eletti. In quei paesi, in cinquant' anni si è giunti ad una trasformazione progressista e acculturata che i secoli precedenti governati da Monarchie o da borghesia, non si sono nemmeno sognati di
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Le distruzioni globali del capitalismo anche la ricca Gran Bretagna costretta a svendersi
Londra ha annunciato che metterà in vendita una parte dei beni dello stato per un valore complessivo di 17 miliardi di euro. L' obiettivo è di coprire le enormi falle provocate nel bilancio pubblico dai costosi interventi contro la crisi. Alla fine del 2009 il deficit britannico potrebbe arrivare alla cifra record di 235 miliardi di euro, pari al 12% del pil. Uno squilibrio che mette a repentaglio il finanziamento di alcuni servizi pubblici essenziali. I primi beni messi in vendita saranno i prestiti d' onore concessi agli studenti, il tunnel sotto la Manica e la quota nel capitale Urenco, un' azienda che arricchisce l' uranio per le centrali nucleari. Nel mondo degli affari, scrive l'Indipendent, c' è una sola parola per programmi come quello annunciato dal premier Gordon Brown : svendita. E' quello che fa chi ha un bisogno disperato di soldi. I potenziali compratori lo sanno bene e faranno di tutto per ottenere prezzi più bassi di quelli previsti da Londra.
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