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La VOCE ANNO  XII N° 4

DICEMBRE    2009

PAGINA 6

GUARDATE CHI HA CREATO LA CRISI
a cura di Tony Braschi



Due le anime che si contrappongono - ora, come al tempo del breve pontificato di papa Albino Luciani - all'interno della Chiesa: da un lato la potente Opus Dei, che proprio da Wojtyla ottenne il riconoscimento della prelatura personale. Sul fronte opposto i gesuiti, tradizionali depositari del potere politico fra i cattolici. L'Opus Dei, ufficialmente è una prelatura personale, in pratica è un'autonomia giuridica dentro la Chiesa, anche detta Octopus Dei, "la piovra di Dio", in  riferimento alla struttura mafiosa dell'istituzione quanto mai segreta.

In un'intervista a Panorama il socialista Rino Formica dichiarò: <<sarebbe un centro di potere parallelo e può diventare eversivo>>. Nel 1993 Giuseppe Corigliano, portavoce romano della setta, a chi gli chiedeva se il Vaticano avesse dato un particolare incarico all'Opus Dei, rispondeva con un capolavoro di sintesi: "l'obiettivo 1° è l'Europa".

Già negli ultimi anni, secondo quanto essa stessa ha sostenuto, l'organizzazione ha esponenti che lavorano presso oltre 600 giornali, riviste e pubblicazioni scientifiche sparsi in tutto il mondo e presso oltre 50 stazioni televisive e radiofoniche. Ma non solo. Un'autentica multinazionale della fede, l'Opus Dei, a gennaio 2005, ha aggiunto un importante tassello all'imponente geografia del suo patrimonio immobiliare in ogni angolo del pianeta: il nuovo polo oncologico annesso al Policlinico del Campus Biomedico (una delle due università dell'Opus nella capitale), costato oltre 7 milioni di euro «messi a disposizione - precisano i comunicati ufficiali - dalla Regione Lazio e da un pool di donatori».

Ignoti i loro nomi, così come segrete restano le lunghe liste degli affiliati e la nomenklatura interna, ad eccezione del vertice massimo, il prelato Javier Echevarría, e del suo stretto entourage. A fine dicembre, intanto, era stata varata un'intesa di cooperazione scientifica ai massimi livelli tra l'Università Campus Biomedico, il Weizmann Institute France Europe of Science e la  Fondazione per le Bioscienze. Tre i progetti messi in campo, per un valore iniziale di tre milioni di euro. Il patto era stato sottoscritto a Palazzo De Carolis, sede di Capitalia, e presentato da Giancarlo Elia Valori, all'epoca presidente di Confindustria Lazio e della Fondazione per le Bioscienze, alla presenza, fra gli altri, di Francesco Cossiga, del presidente del Campus Paolo Arullani e di Massimo Vari, vice presidente emerito della Corte Costituzionale.

Con il sistema bancario l'Opus ha per tradizione sempre intrattenuto stretti rapporti. A cominciare dalla parentela fra Mariano Fazio, rettore dell'altro ateneo opusdeista nella capitale, la Pontificia Università della Santa Croce (con facoltà di Teologia, Diritto Canonico, Filosofia e Comunicazione Sociale Istituzionale) ed Antonio Fazio, all'epoca nominato da Silvio Berlusconi presidente "a vita" della Banca d'Italia. Antonio Fazio fra i leader di un'altra "creatura" tutta business & chiesa: si tratta della fondazione Sorella Natura, che si ispira alle prescrizioni evangeliche del poverello di Assisi per fondare una Banca etica, acquistare e ristrutturale immobili come la Chiesa di Santa Croce ad Assisi, stringere intese con partner come la Popolare di Lodi, ma anche colossi del calibro di Unicredito, Sanpaolo Imi, Monte Paschi di Siena e Banca Sella, per citarne solo alcuni.

Lo IOR (ufficialmente "Istituto per le Opere di Religione") nel 2006 ha presentato una memoria in cui si dice che lo IOR stesso non ha controlli esterni, essendosi autodelegato all'auditing interno. I revisori dei conti dello IOR sono gli stessi che li falsificano.

Lo IOR assolve la stessa funzione criminosa, all'interno della monarchia del Vaticano, che assolvono le banche centrali nei confronti dei governi degli altri Stati europei: la manipolazione del potere attraverso il controllo della moneta e dell'economia. Nonostante i pomposi e rituali discorsi contro l'usura del Papa di turno, lo IOR rimane assolutamente indipendente ed al di fuori del controllo del monarca porporato. La Chiesa vive parassitariamente del signoraggio derivante dalla stampa delle monetine denominate in euro, della tassa dell'otto per mille sull'IRPEF, e, presumibilmente, dei proventi del meccanismo della riserva frazionaria. Ma non basta: chiedono pure l'elemosina.

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