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Il 1º ottobre 1949, proclamandosi la Repubblica Popolare, la Cina non possedeva armi nucleari né la tecnologia militare di punta di cui dispone oggi, con le quali non minaccia nessun altro Paese. Che cosa direbbe ora Occidente? La grande stampa degli Stati Uniti fu, in linea di massima, ostile. I suoi principali organi scritti intitolavano le loro editoriali con frasi come: " scarso interesse per l'ideologia", ". uno spettacolo di potere", la "Cina comunista celebra i 60 anni con uno Show Militare." Tuttavia, non fu possibile ignorare la lotta. Tramite tutti i mezzi si reiterava l'idea che era una dimostrazione di potere. Soprattutto le notizie si centravano sulle immagini della sfilata militare. Non occultavano la loro ammirazione per l'ampia divulgazione della sfilata che la televisione cinese offrì all'opinione pubblica internazionale. Non passò inavvertito, bensì piuttosto fu motivo di stupore il fatto che la Cina presentasse 52 nuovi tipi di armamenti, tra essi l'ultima generazione di veicoli di combattimento e anfibi, radar, aerei di esplorazione e sofisticati apparecchi di comunicazione. La stampa risaltava la presenza dei razzi intercontinentale DF-31, capaci di battere con teste nucleari bersagli situati a 10 mila chilometri di distanza, come i razzi di portata media e le difese antirazzi La 151 aerei caccia, i bombardieri pesanti, mezzi moderni d'osservazione aerea ed elicotteri sorpresero gli avidi cercatori di notizie e tecnici militari. "L'esercito cinese possiede ora la maggioranza delle armi sofisticate che fanno parte degli arsenali dei Paesi occidentali", fu una dichiarazione del Ministro di Difesa cinese che la stampa occidentale sottolineò. I 500 veicoli blindati e le 60 carrozze civili che sfilarono di fronte al mausoleo, causarono un profondo impatto. La moderna tecnologia era una prova irrefutabile della capacità militare sviluppata, che alcuni decenni fa partì da zero. Quello insuperabile era il fattore umano. Nessun Paese occidentale sviluppato potrebbe raggiungere il livello di precisione e d'organizzazione mostrato dalla Cina quel giorno. Con un certo sdegno si parlò di ufficiali e soldati andando a 115 passi d'oca il minuto. Le diverse forze che sfilarono, uomini o donne, lo fecero con portamento ed eleganza insuperabili. Chiunque potrebbe rifiutarsi di credere che migliaia di esseri umani fossero capaci di raggiungere un'organizzazione tanto perfetta. Tanto quelli che andavano a piedi come quelli che sfilavano nei loro veicoli passarono davanti alla tribuna e salutavano con precisione, ordine e marzialità difficili da raggiungere. Se tali qualità sembravano frutto dalla disciplina militare e dal rigore delle pratiche, più di 150 mila cittadini dell'enorme alveare umano di civili, uomini e donne giovani nella sua stragrande maggioranza, sorpresero per la loro capacità di raggiungere in modo massivo il livello d'organizzazione e di perfezione raggiunto dai loro compatrioti armati. L'inizio della commemorazione, ed il saluto alle truppe dal Capo di Stato e Segretario Generale del Partito Comunista, fu una cerimonia impressionante. Si apprezzava un'enorme identificazione tra la direzione ed il popolo. Il discorso pronunciato da Hu Jintao fu breve e preciso. In meno di 10 minuti espresse molte idee. Quel giorno superò a Barack Obama nella capacità di sintesi. Quando parla, rappresenta una popolazione quasi cinque volte superiore di quella del Presidente degli Stati Uniti. Non deve chiudere centri di torture, non sta in guerra con nessun altro Stato, non invia i suoi soldati a oltre 10 mila chilometri di distanza per intervenire ed ammazzare con sofisticati mezzi di guerra, non possiede centinaia di basi militari in altri Paesi né poderose flotte che solcano tutti gli oceani; non deve milioni di milioni di dollari, ed in mezzo ad una colossale crisi finanziaria internazionale offre al mondo la cooperazione di un Paese la cui economia non sta in recessione e cresce a ritmi elevati. Idee essenziali trasmesse dal Presidente della Cina: "Un giorno come oggi, sessanta anni fa, dopo più di cento anni di battaglie sanguinanti ingaggiate dall'inizio della storia contemporanea, il popolo cinese riuscì, finalmente, la gran vittoria della rivoluzione cinese ed il presidente Mao Zedong proclamò in questo stesso posto, davanti al mondo, la fondazione della Repubblica Popolare cinese, quello che permise al popolo cinese, da allora, di mettersi in piede e alla nazione cinese, che ha una storia di civiltà di più di 5.000 anni, di entrare in una nuova era di sviluppo e progresso." "Lo sviluppo e progresso riuscito nei sessanta anni della Nuova Cina ha mostrato pienamente che solo il socialismo può salvare la Cina e che solo la riforma ed apertura possono permettere lo sviluppo della Cina, del socialismo e del marxismo. Il popolo cinese ha la fiducia e la capacità per costruire bene il suo Paese e realizzare le dovute contribuzioni al mondo." "Aderiremo fermamente ai principi di riunificazione pacifica." ". continueremo lavorando, insieme ai diversi popoli del mondo, per spingere la nobile causa della pace e lo sviluppo dell'umanità e la costruzione di un mondo armonico basato sulla pace duratura e la prosperità comune." "La storia ci ha indicato che la via per andare avanti non è mai piana, ma un popolo unito che prende il destino nelle proprie mani supererà, senza nessun dubbio, tutte le difficoltà, creando continuamente grandi epopee storiche." Sono risposte lapidarie alla politica bellicista e minacciante dell'impero.
Fidel Castro Ruz 6 ottobre 2009
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