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G.A.MA.DI. A.S.S.L.

Gruppo Atei Materialisti Dialettici

Associazione Senza Scopi di Lucro


CHI SIAMO
ATTO COSTITUTIVO
STATUTO
TESSERAMENTO

CHE COS'È G.A.MA.DI.?

Il G.A.MA.DI. (Gruppo Atei Materialisti Dialettici) è una organizzazione di persone che si identificano nel  pensiero filosofico-scientifico del materialismo dialettico, con preciso riferimento a Friedrich Engels e alla sua opera scientifica: LA DIALETTICA DELLA NATURA, testo importantissimo e  scomodo  tanto per  il “Potere clericale-borghese” quanto per la sinistra revisionista i quali, in connubio, lo hanno fatto sparire da tutte le librerie e perfino dalla biblioteca nazionale.

 

Il G.A.MA.DI., organizzazione  culturale, (ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE - Aps)  diffonde i principi della scienza dimostrata al servizio e per la difesa di tutti i popoli.

 

Con la consapevolezza che l’uomo è parte integrante della Natura e che è l’espressione più evoluta della stessa, il G.A.MA.DI.  difende i diritti dei popoli, dei singoli più deboli e sfruttati dal capitalismo. Difende inoltre il fattore ecologico, denuncia gli inquinamenti e la violenza sui  popoli,  sugli animali, l’inquinamento dei mari, del cielo e della terra, a vantaggio dei grossi interessi finanziari internazionali.

 

Il G.A.MA.DI. denuncia la violenza delle guerre e la violenza del terrorismo, entrambe prodotte dall’imperialismo.

 

Il G.A.MA.DI. lotta contro   tutte le istituzioni religiose, portatrici  di guerre e di privilegi individuali ai danni dei popoli, ne denuncia la cultura oscurantista, basata sull’immaginario, opposto  ai valori morali affermati dalla  scienza, ma nel contempo  rispetta le convinzioni dei singoli.

 

Il G.A.MA.DI. è nato in Marzo del 1998 come atto concreto di denuncia per  il giubileo della chiesa cattolica del 2000.

 

Il G.A.MA.DI. produce il mensile La VOCE, 44 pagine divise in otto sezioni: COREA - CUBA - JUGOSLAVIA - MADRE - PALESTINA - RUSSIA - SCIENZA - SCUOLA&EDUCAZIONE.
Inoltre stampa molti opuscoli di semplice lettura per la divulgazione dei principi scientifici e per la conoscenza di scienziati, filosofi, intellettuali, perseguitati dal potere e dalla tirannia della chiesa cattolica.


Presidente Eterna G A MA DI : Miriam Pellegrini Ferri

Presidente G A MA DI : Vincenzo Brandi

Segretario e tesoriere G A MA DI : Linda Galassi

Direttore de La VOCE: Roberto Gessi

Vice-Direttori de La VOCE: Jean-Claude Martini - Davide Tueta

Direttore del Comitato Scientifico: Vincenzo Brandi

G. A. MA. DI. – Via C. Calisse, 25 – 00173 ROMA

La VOCE – Via Gandhi, 1 - 42123 Reggio Emilia

Onorificenza Internazionale Medaglia della Amicizia col Popolo della RPD di Corea alla Partigiana Miriam Pellegrini Ferri.

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CHI SIAMO:

...dal Corollario dello Statuto:
Articolo 1
Il G.A.MA.DI. è un organismo formato da persone che si identificano nell’ateismo materialista dialettico, riconoscendo alla scienza sperimentale, attraverso la dimostrazione delle proprie scoperte, il compito di aiutare l’evoluzione intellettiva e culturale dell’umanità.

Pertanto, il G.A.MA.DI.  si dichiara contro tutte le istituzioni religiose, rispettando le diverse credenze dei singoli.



Per partecipare a questi comitati non è necessario essere iscritti al G.A.MA.DI.: è sufficiente farne richiesta a roberto.opengates@gmail.com

COMITATO AMICI DI CUBA

Riccardo Fortuna






COMITATO CISIS
Comitato Italiano Songun Indindenza Sovranità


David Tueta
Jean-Claude Martini
Riccardo Fortuna
Roberto Gessi


COMITATO PER LA CINA

Riccardo Fortuna
Vincenzo Brandi





COMITATO PER LA JUGOSLAVIA

Andrea Martocchia
Ivan Pavicevac





COMITATO PER LA PALESTINA

David Tueta
Linda Galassi
Vincenzo Brandi


COMITATO SCIENTIFICO

Andrea Martocchia
Jean-Claude Martini
Vincenzo Brandi


COMITATO SCUOLA&RICERCA

Andrea Martocchia
Roberto Gessi
Vincenzo Brandi


La VOCE

Direttore: Roberto Gessi
Vicedirettori:
David Tueta
Jean-Claude Martini


S O C I   O N O R A R I   D E L   G . A . M A . D I .

Prof. FABIO MINAZZI ANDREA CATONE Prof. SILVANO TAGLIAGAMBE Prof. GIUSEPPE ANTONIO DI MARCO

IN RICORDO DI MIRIAM
Il 25 Gennaio 2021, alle ore 16:00 la Partigiana MIRIAM PELLEGRINI ci ha lasciati, dopo aver raggiunto 52.950 visualizzazioni su fb, con il suo ultimo messaggio, che si appella ai NEO RESISTENTI, per riposare infine con il compagno di una vita, il Partigiano SPARTACO FERRI. Era nata a Venezia il 21 settembre 1925. Il 9 Settembre 1998 fondava con Spartaco e Franco Molfese il G.A.MA.DI. e allo stesso tempo nasceva anche il mensile La VOCE: ora il testimone passa a noi, ma non sarà facile andare avanti in un mondo che non sarà più lo stesso senza la loro presenza attiva tra di noi. Per due mesi abbiamo continuato a ricevere condoglianze a testimonianza del suo valore di materialista dialettica, comunista e partigiana. Onore e gloria eterna alla compagna Miriam Pellegrini.
Onore a te Miriam, partigiana comunista, noi ti salutiamo a pugno chiuso e continueremo la tua battaglia per un mondo migliore!!!
Linda Galassi- Vice Presidente del G.A.MA.DI.- a nome di tutti i suoi membri.

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IN RICORDO DI SPARTACO PARTIGIANO "GIRA"
14 Luglio 2012 ci ha lasciati a seguire il suo esempio SPARTACO FERRI
Un uomo valoroso, un instancabile combattente contro tutti i fascismi e imperialismi, un coraggioso partigiano, un convinto comunista, un padre affettuoso e un marito esemplare, che amiamo molto e che resterà per sempre nei nostri cuori.
Co-fondatore. con la moglie, Miriam Pellegrini Ferri, del G.A.MA.DI e del prestigioso mensile La VOCE: le immagini più che per parole possono essere un buon modo per rendergli omaggio:

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RICORDIAMO DEGNAMENTE IL COMPAGNO FRANCO MOLFESE, COERENTE MARXISTA-LENINISTA E FONDATORE DEL CE.S.A.M-L. (Centro Studi e d'Azione del Marxismo-Leninismo), E LO RINGRAZIAMO PER AVERCI GENEROSAMENTE LASCIATO IN EREDITÀ LA SUA PREZIOSA LIBRERIA

Franco Molfese è nato a Roma nel 1916 e si è laureato in Giurisprudenza e Scienze politiche.
È stato vicedirettore della Biblioteca della Camera dei deputati.
Fra le sue opere citiamo il saggio Lo scioglimento dell'Esercito Meridionale apparso nel 1960 su Nuova rivista storica e l'intervento al Secondo convegno di studi gramsciani raccolto nel volume Problemi dell'Unita' d'Italia (1962).
Ha collaborato alla rivista Studi storici.
I meridionali lo ricorderanno sempre, soprattutto per il suo impegno dalla parte del Sud e per questa sua Storia del Brigantaggio dopo l'Unita'.
Franco Molfese, Il brigantaggio meridionale post-unitario: I. Le Reazioni dell'autunno 1860-inverno 1861, in Studi Storici, Anno 1, 5 pp. 944-1007, Fondazione Istituto Gramsci, Ott-Dic 1960.
Franco Molfese, Il brigantaggio meridionale post-unitario: II. La rivolta contadina del 1861, in Studi Storici, Anno 2, 2 pp. 298-362, Fondazione Istituto Gramsci, Apr-Giu 1961.
Franco Molfese, Storia del brigantaggio dopo l’Unità, Giangiacomo Feltrinelli Editore, 1966.
Franco Molfese, Storia del brigantaggio dopo l'Unità, Milano, Feltrinelli 1974 (seconda edizione), 8°, pp. 482. (Sottolineature a matita, ma buon esemplare).
Il grande classico sulla storia delle primitive forme di rivolta sociale nel Mezzogiorno d'Italia.
Il brigantaggio che flagellò il Mezzogiorno continentale dal momento stesso dell'unificazione fin verso il 1870, costituisce una delle pagine più fosche e meno note della storia dell'Italia moderna.

Il G.A.MA.DI. può vantare tra i suoi soci e assidui collaboratori, con la carica di Presidente Onorario, il Prof. Franco Molfese, vicedirettore della Biblioteca della Camera dei deputati, autore di "Lo scioglimento dell'Esercito Meridionale garibaldino", "Problemi dell'Unità d'Italia", "Storia del brigantaggio dopo l'Unità", opera unica sull'argomento e di eccezionale interesse storico, che ha raccolto, custodito, arricchito e divulgato un importante patrimonio librario del pensiero comunista e dell'esperienza di lotta e di conquiste del movimento comunista e operaio nazionale ed internazionale, e che alla sua morte ci ha lasciato in eblueità una parte importante della sua libreria, il cui catalogo può essere consultato dagli studiosi interessati scrivendo a roberto.opengates@gmail.com.

Storia del Brigantaggio dopo l'Unità di Franco Molfese - 12 agosto 2007
Franco Molfese, nelle considerazioni conclusive del suo monumentale e tuttora fondamentale libro sul brigantaggio dopo l'Unità d'Italia, si chiede se era possibile evitare l'immane sperpero di vite umane e di ricchezze, provocati dal brigantaggio contadino e dalla repressione statale. Se esisteva nel Sud la possibilità di una diversa soluzione dei rapporti tra classe borghese-liberale e masse contadine.
Consapevole comunque che una risposta a tali domande appare sul terreno storiografico sempre azzardata, perché la storia non si scrive con i "se" del senno di poi. Tuttavia, essendo implicito nei fatti storici anche il possibile che non si è realizzato, un ripensamento del genere arricchisce certamente la comprensione dell'accaduto.
La risposta del Molfese è che il grande dramma del brigantaggio avrebbe potuto essere, se non evitato, certamente di molto ridotto nel tempo e nell'intensità da una differente politica dei governi unitari succedutesi nel decennio 1860-1870, guidati da Cavour, Ricasoli, Rattazzi, Farini, Minghetti, La Marmora, Menabrea, Lanza.
Evitare completamente il brigantaggio era impossibile, dal momento che esso era stato partorito spontaneamente dalla generale crisi meridionale ad opera di fattori economico-sociali, strutturali e contingenti.
Ma se la politica dei moderati al Governo (piemontesi e fuoriusciti napoletani filo-cavouriani) avesse accolto le istanze dei democratici, nelle loro aspirazioni fondamentali: impieghi, sviluppo economico, sicurezza pubblica, il brigantaggio sarebbe stato ridotto e la costruzione dello Stato unitario avrebbe poggiato nel Sud su fondamenta più solide.
Ma cosa non fu.
La Destra moderata, minoritaria nel Sud, fece ricorso alla dittatura militare per reprimere l'offensiva del grande brigantaggio contadino.
I salariati-briganti aspiravano al pane, alla libertà , anche alle vendette come forma di rozza giustizia, dibattendosi nelle strette del carovita, della disoccupazione, dei bluediti insufficienti.
La risposta governativa fu una repressione armata in funzione anti-contadina ed anti-popolare.
I contadini del Sud combatterono per anni, contro forze preponderanti, una lotta senza speranza, condannata all'insuccesso.
Ma posti di fronte all'alternativa di vivere asserviti in ginocchio o di morire in piedi, scelsero la seconda.
Il libro del Molfese parte dalle prime ondate della guerriglia contadina sviluppatasi dall'autunno del 1860 a tutto l'inverno del 1861, quando agli spontanei movimenti contadini comincia a soprapporsi la reazione borbonico-clericale imprimendo loro un orientamento politico.
Il brigantaggio consegue rapidi successi nel Beneventano, nel Molise, in Terra di Lavoro, negli Abruzzi.
I moti contadini si intensificarono e si radicalizzarono successivamente in Calabria, Basilicata, Puglia.
Lo scioglimento dell'esercito meridionale garibaldino, con la conseguente frustrazione per le speranze deluse, infoltirono sia di uomini che di rivendicazione le bande brigantesche.
La fine del Regno borbonico delle Due Sicilie, con la resa finale di Gaeta, Messina, Civitella del Tronto e la fuga di Francesco II a Roma presso la corte pontificia, fu un altro elemento che si intersecò con il brigantaggio.
I Borboni in qualche modo tentarono di sfruttarlo ai fini di un improbabile tentativo di restaurazione del Regno di Napoli.
Intanto bande armate si andavano costituendo dappertutto, capitanate da valenti e coraggiosi capibanda.
Il Molfese, nell'appendice terza del suo libro, pubblica un elenco delle bande brigantesche attive fra il 1861 e il 1870 e ne individua ben 388 (trecentottantaotto), dalle piccole, composte di pochi individui (5-15), fino alle grandi, che raggiunsero e superarono talvolta i 100 uomini, con punte fino a 300-400.
Fra le grandi bande, Molfese cita quelle di Giovanni Piccioni, Giacomo Giorgi, Berardo Stramenga nell'Abruzzo Teramano ed Aquilano; di Pasquale Mancini e Salvatore Scenna, Domenico Valerio [Cannone] e Policarpo Romagnoli, Giovanni Di Sciascio, Domenico Saraceni (Pizzolungo) nell'Abruzzo Chietino; di Domenico Coja (Centrillo), Luigi Alonzi (Chiavone), Cedrone, Capoccia, Alessandro Pace, Francesco ed Evangelista Guerra, Domenico Fuoco, Luigi Andreozzi, Tristany nella Terra di Lavoro, Sorano e Stato Pontificio; di Nunzio di Paolo, Giuseppe Schiavone nel Molise, Sannio e Beneventano; di Cipriano e Giona La Gala, Agostino Sacchitiello nell'Irpinia e Salernitano; di Carmine Donatelli (Crocco), Giuseppe Nicola Summa (Ninco-Nanco), Giovanni Fortunato (Coppa), Paolo Serravalle, Pasquale Cavalcante, Donato Tortora, Angelo Antonio Masini, Giuseppe Caruso in Basilicata; Michele Caruso, Angelo Maria Villani (lo Zambro) in Capitanata; Sergente Romano in Terra di Bari e Terra d'Otranto; Mittica in Calabria; Vincenzo Barone in Provincia di Napoli.
Sproporzionato appare il numero di quasi 120.000 soldati impegnati dallo stato piemontese nell'opera di repressione, ma questo testimonia come il brigantaggio in quegli anni sia stato un fenomeno di massa, che andava ben al di là dei briganti alla macchia.
Questa forza imponente, che rappresentava quasi i due quinti dell'intero esercito italiano, non riusciva, però, a venire a capo della ostinata guerriglia contadina condotta da un numero infinitamente minore ed estremamente fluttuante di armati.
Nel dicembre 1862, dal parlamento torinese, venne istituita la Commissione Parlamentare d'Inchiesta sul Brigantaggio (CPIB), con l'obiettivo di indagare le cause del brigantaggio, studiare l'oggettiva situazione sul campo e proporre i mezzi per sconfiggerlo.
Della Commissione facevano parte due parlamentari della sinistra democratica, un indipendente di sinistra, quattro moderati e governativi, due generali dell'esercito (ex garibaldini).
Le Relazioni conclusive della Commissione d'inchiesta vennero presentate alla Camera dei deputati nel maggio 1863.
Il 15 agosto 1863 venne promulgata "la legge Pica" che dava ai tribunali militari la competenza a giudicare i briganti e i loro complici e comminava la fucilazione a chi avesse opposto resistenza a mano armata.
Ebbe cosa inizio una legislazione eccezionale che durò fino al 31 dicembre 1865.
Quanti furono i cosiddetti briganti fucilati o uccisi?
Il numero preciso non lo si saprà mai, ma furono tantissimi.
Molfese, dal secondo bimestre del 1861 e tutto il 1865, ne documenta 5.212.
Ma vi è chi ha scritto che i guerriglieri caduti in combattimento in quel decennio furono 155.620 e i fucilati o morti in carcere 120.327.
Un massacro.
L'olocausto del Sud.
La Storia del Brigantaggio del Molfese è un libro che richiede grande fatica nella lettura; ma chi vuol capire cosa veramente è accaduto in Italia nel decennio 1860-1870, non può fare a meno di leggerlo.
Sono riportati e sintetizzati i numerosi dibattiti che si tennero in quegli anni nel parlamento italiano sulla questione del brigantaggio, sono spiegate le ragioni per le quali agli spontanei movimenti contadini andarono pian piano a sovrapporsi le ragioni dei borbonici e degli ambienti clericali, sono riportati dettagliatamente i moltissimi episodi della guerriglia contadina che i Briganti combatterono in tutto il Sud.
Il libro fu pubblicato dalla Feltrinelli nel 1964.
Raffaele Nigro, nel suo recente libro "Giustiziateli sul campo", scrive che quello del Molfese è un saggio destinato a far luce su alcuni aspetti mai chiariti del Risorgimento italiano, e aggiunge: "Un progetto di rivisitazione della storia d'Italia operata da Giangiacomo Feltrinelli e tendente a dimostrare come l'Unità d'Italia fosse nata a scapito dei contadini meridionali".
Noi abbiamo letto la ristampa a cura delle edizioni Nuovo Pensiero Meridiano del 1983, stampata a Madrid.


Mercoledì 19 Settembre 2007 - Pubblicato da L'Ufficio Stampa del P.C.I.M-L. a 12:25
RICORDIAMO DEGNAMENTE IL COMPAGNO FRANCO MOLFESE, COERENTE MARXISTA-LENINISTA E FONDATORE DEL CE.S.A.M-L., A SEI ANNI DALLA MORTE
Il 21 luglio 2001, all'età di 85 anni, moriva a Roma il compagno Franco Molfese, dirigente comunista marxista-leninista e fondatore del CE.S.A.M-L. (Centro Studi e d'Azione del Marxismo-Leninismo). A sei anni dalla morte lo ricordiamo pubblicando una breve biografia e l'intervento scritto del Consiglio Direttivo del CE.S.A.M-L. letto dal compagno Gennaro Savio alla riunione di Roma del 22 settembre 2001 per ricordare il pensiero e l'opera del compagno Franco Molfese.

BREVE BIOGRAFIA DEL COMPAGNO FRANCO MOLFESE
Franco Molfese, nato a Roma il 19 marzo 1916, ha dedicato tutta la vita alla lotta per la conquista del socialismo nel nostro Paese e nel mondo intero. Iscritto al PCI nel secondo dopoguerra, ne uscì all'inizio degli anni '60 e dedicò le sue migliori energie intellettive alla lotta contro il revisionismo, il riformismo e i falsi partiti comunisti italiani e mondiali e la loro nefasta influenza ideologica e politica sulla classe lavoratrice.
Affermava con orgoglio che il compagno Stalin, dopo la morte di Lenin, è stato l'interprete e il continuatore più coerente del marxismo-leninismo nella costruzione del socialismo.
Laureato in legge e scienze politiche, vicedirettore della Biblioteca della Camera dei deputati, ha scritto varie importanti opere, tra le principali i saggi Lo scioglimento dell'Esercito Meridionale garibaldino, Problemi dell'Unità d'Italia, Storia del brigantaggio dopo l'Unità , opera unica sull'argomento e di eccezionale interesse storico, e tanti altri scritti.
Nel 1997, con altri compagni, fondò il CE.S.A.M-L. (che ha sede a Forio nell'isola d'Ischia in locali propri all'interno di una cornice architettonica comunista e rivoluzionaria appositamente realizzata) con lo scopo primario di raccogliere, custodire, arricchire e divulgare il patrimonio librario e audiovisivo del pensiero comunista e dell'esperienza di lotta e di conquiste del movimento comunista e operaio nazionale ed internazionale.
Era componente del Consiglio direttivo e presidente del Consiglio scientifico.
Muore a Roma il 21 luglio 2001 all'età di 85 anni.

DOCUMENTO DEL CONSIGLIO DIRETTIVO DEL CE.S.A.M-L. SCRITTO PER RICORDARE IL PENSIERO E L'OPERA DEL COMPAGNO FRANCO MOLFESE.
Cari compagne e compagni, è con la sofferenza e la commozione d'animo propria dei coerenti comunisti marxisti- leninisti, che noi compagni del CE.S.A.M-L, oramai orfani del Maestro, siamo qui a ricordare il pensiero e l'opera del nostro compagno e combattente rivoluzionario per il socialismo Franco Molfese.
La morte del compagno Molfese è una grave perdita per tutto il movimento operaio e marxista-leninista italiano e mondiale.
Con lui viene a mancare una insigne figura di studioso, di teorico e di attivista del comunismo, di storico della classe lavoratrice e per la vittoria del socialismo e di dirigente del movimento operaio e comunista.
Caro Franco, stamattina a esprimere questi sentimenti e questi ricordi alla tua memoria toccava al compagno di pensiero e di azione a te più vicino, al compagno che tra noi del CE.S.A.M-L. più di tutti ti ha conosciuto scambiandovi fraternamente sentimenti ed esperienze di vita, speranze, amarezze, delusioni, incomprensioni e rifiuti, il tutto, naturalmente, analizzando gli avvenimenti della vita e del mondo con la saggezza dell'"ottimismo della volontà e il pessimismo della ragione".
Questo compagno è il presidente onorario del CE.S.A.M-L. Domenico Savio, che in questo momento a Toronto, in Canada, sta partecipando a un Congresso mondiale di Partiti e Organizzazioni comuniste per l'amicizia e la solidarietà coi popoli ex sovietici e per la ripresa della lotta per il socialismo nel mondo.
La partecipazione a questo Congresso è stata, nei primi mesi di quest'anno, l'ultima decisione politica di Franco assunta telefonicamente assieme ai compagni del CE.S.A.M-L. e partecipandovi abbiamo onorato pure la sua volontà.
Franco nella sua vita politica ha pensato, ha scritto e agito da fervente e coerente marxista-leninista, con tutto quello che ciò significa nei comportamenti e nelle scelte di vita, è stato un educatore del marxismo-leninismo e ci ha insegnato ad esserlo sino in fondo e a qualunque costo.
Ha sostenuto con forza che il compagno Stalin, dopo la morte di Lenin, è stato il più fedele interprete e continuatore del marxismo-leninismo e costruttore del socialismo e diceva: "Per sapere se un compagno è un revisionista o meno chiedetegli cosa ne pensa di Stalin, se si esprime favorevolmente è un marxista-leninista, diversamente è un revisionista e un opportunista" e aggiungeva: "Il pensiero e l'opera di Stalin costituiscono lo spartiacque tra marxismo-leninismo e revisionismo-opportunismo".
Egli ha condotto una dura e ferma battaglia ideologica e politica contro le varie forme attuali del revisionismo e dell'opportunismo e contro l'estremismo. Caro Franco, noi continueremo a portare avanti il tuo insegnamento nell'attività del CE.S.A.M-L. e del Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista, di cui pure condividesti la nascita come strumento di attività politica territoriale e in attesa della ricostruzione del Partito Comunista Rivoluzionario a livello nazionale, pur non partecipando al suo lavoro per l'età e gli acciacchi vari.
Tra Franco e i compagni di Ischia c'è stata una intensa collaborazione lunga 12 anni, durante la quale il giornale l'Uguaglianza ha pubblicato importanti suoi scritti come "Il termidoro della Rivoluzione d'Ottobre", "Il Manifesto dei comunisti", "Riflessioni su Stalin", eccetera.
Da questa piena sintonia ideologica e politica, pur nel necessario e utile confronto dialettico ma sempre riconducendolo a sintesi unanime nell'assumere decisioni e promuovere iniziative, il 16 maggio 1997 è nato il glorioso CE.S.A.M-L. con lo scopo di raccogliere, custodire, salvaguardare e divulgare il patrimonio librario, documentario e audiovisivo della cultura comunista e dell'esperienza storica del movimento comunista e operaio nazionale e internazionale promovendo con discussioni e dibattiti approfondimenti e riflessioni sulla storia delle lotte delle classi.
Franco ne è stato fondatore e sostenitore assumendo la carica, sino alla morte, di Presidente del Consiglio Scientifico e di componente del Consiglio Direttivo.
Noi cercheremo di dare la massima continuità al pensiero e all'azione politica di Franco, ripubblicando i suoi scritti, organizzando convegni e con scritti che pubblicheremo sul nostro giornale"Comunismo".
Nei locali propri del CE.S.A.M-L. oggi già operante vi è sistemata una vasta e ricca Biblioteca di circa 5000 volumi in fase di catalogazione informatizzata. Vi sono custoditi i testi del pensiero e dell'esperienza storica del movimento comunista e operaio nazionale ed internazionale, vi è una modesta ma preziosa videoteca di carattere storico e una emeroteca comunista e rivoluzionaria, il tutto viene visitato e consultato da studenti, ricercatori vari, turisti e curiosi.
Nel giorno dell'inaugurazione della sede del CE.S.A.M-L, il 9 maggio 1998, giornata in cui i popoli dell'URSS festeggiavano la vittoria sul nazi-fascismo, Franco così concludeva il suo intervento titolato"SOLDATO" e dedicato ai milioni di proletari e di lavoratori che hanno combattuto dalla parte giusta nella"guerra fblueda": "La guerra continua sempre; il comunismo non può morire, deve ancora salvare l'umanità intera.
Vecchi, stanchi, amareggiati per la grande sconfitta ma non domati, i blueuci non si arrendono, cercano di capire, accumulano armi utili nel presente " i libri della storia, della scienza e del progresso " per poter assalire di nuovo i vecchi e cadenti baluardi dell'egoismo e degli inganni. Ecco perché, oggi in questa piccola ma preziosa isola, accumuliamo le nostre armi più efficaci " i libri della scienza e del progresso " e riprendiamo l'opera grande e difficile accendendo una ben piccola scintilla!"
Caro Franco, noi tutti del CE.S.A.M-L., col tuo e nostro fraterno compagno Domenico Savio, continueremo a raccogliere, custodire e divulgare queste "nostre armi più efficaci", affinché nel tempo più ravvicinato possibile esse possano far crollare l'infame sistema capitalistico e sulle sue macerie far nascere la nuova società socialista sulla strada dell'edificazione di quella comunista degli uomini tutti finalmente liberi ed uguali.Cercheremo, caro Franco, come qualche volta tu e noi ci siamo lasciati sognare, di far vivere e agire il CE.S.A.M-L., la sua sede e il suo patrimonio di sapere comunista sino e oltre la futura vittoria del Socialismo nel nostro Paese.
Franco, ancora un saluto fraterno e comunista nel nome e per il trionfo del Comunismo sulla Terra: VIVA IL MARXISMO-LENINISMO! VIVA LA RIVOLUZIONE PROLETARIA! VIVA LA CONQUISTA DEL POTERE POLITICO DA PARTE DELLA CLASSE LAVORATRICE! VIVA LA COSTRUZIONE DELLA SOCIETA' SOCIALISTA SULLA STRADA DELL'EDIFICAZIONE DI QUELLA COMUNISTA!
Roma, 22 settembre 2001.
Il Consiglio Direttivo del CE.S.A.M-L.

Vincenzo Brandi, Presidente G.A.MA.DI.



ATTO COSTITUTIVO:










STATUTO DELL’ASSOCIAZIONE
“G.A.MA.DI. GRUPPO ATEI MATERIALISTI DIALETTICI”:


Costituzione denominazione e sede

Articolo 1
Ai sensi della Costituzione, del Codice Civile, degli art. 36 e segg. degli articoli del Tuir sugli enti non commerciali è costituita in Roma l’Associazione senza scopi di lucro "G.A.MA.DI. (Gruppo Atei Materialisti Dialettici) ", quale espressione di partecipazione, democrazia e pluralismo nell'ambito di tutto il territorio nazionale e internazionale.

Articolo 2
L’Associazione ha sede in ROMA (RM). Il trasferimento della sede legale non comporta modifica statutaria se avviene all’interno dello stesso Comune e deve essere deliberata dal Consiglio Direttivo.
Con deliberazione del Consiglio direttivo possono essere istituite sedi operative dove articolare le proprie attività senza vincoli territoriali secondo le esigenze organizzative.
Il distintivo del G.A.MA.DI è composto da un profilo di testa d'uomo nel quale spicca un punto di domanda simbolo del pensiero e della sua libertà, come raffigurato nelle tessere di adesione.

Finalità

Articolo 3
L’Associazione non persegue scopi di lucro e vieta la distribuzione, anche in forma indiretta, di utili o avanzi di gestione nonché di fondi, riserve o capitale durante la vita dell’Associazione stessa, salvo che la destinazione o la distribuzione non siano imposte dalla legge.
L'Associazione persegue finalità e obiettivi di utilità sociale, in particolare il contrasto ai pregiudizi e all'ottusità confessionale, e la rinascita di un pensiero critico e scientifico ispirato al materialismo dialettico.
Gli utili o gli avanzi di gestione sono impiegati esclusivamente per la realizzazione delle attività istituzionali e di quelle ad esse direttamente connesse.
L'Associazione è a struttura democratica e si ispira ai principi fondamentali
di uguaglianza, giustizia sociale, libertà e partecipazione e ripudia ogni forma di razzismo e fascismo, è apartitica e quindi non è consentito agli associati di partecipare alle competizioni elettorali o candidarsi alle elezioni politiche e/o amministrative per conto dell'Associazione ed utilizzare a tali fini i simboli o la sede stessa.

Attività

Articolo 4
L’Associazione persegue finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale attraverso lo svolgimento delle seguenti attività di interesse generale a favore degli associati, loro familiari e di terzi, avvalendosi in modo prevalente degli associati:
a) organizzazione e gestione di attività culturali, artistiche o ricreative di interesse sociale, incluse attività editoriali, di promozione e diffusione della cultura scientifica e in particolare della conoscenza e dell’approfondimento del materialismo dialettico.
In particolare, per la realizzazione dello scopo prefisso e nell'intento di agire in favore di tutta la collettività, l'Associazione persegue tali attività di interesse generale mediante:
1) svolgimento di attività di studio, documentazione e informazione di carattere sociale, culturale e politica;
2) realizzazione di un sito dedicato all’analisi critica e alla raccolta di materiali e documentazione sulla realtà sociale, culturale e politica;
3) promozione e organizzazione di attività culturali, artistiche, educative, formative e di informazione sui temi connessi con gli obiettivi statutari;
4) promozione e facilitazione dell’aggregazione delle realtà che condividono lo spirito del presente statuto e che intendono contribuire alle attività associative;
5) promozione della divulgazione dell'ateismo materialista dialettico.
L'Associazione si propone, inoltre, di divenire punto di riferimento, divulgazione di una cultura scientifica in opposizione ai dogmi delle diverse religioni, sette e superstizioni e a tale scopo di diffondere e produrre materiale appropriato, anche attraverso il proprio mensile La VOCE e le librerie pubblicate "online" dei testi sugli argomenti di cui al presente articolo.
L’Associazione è un laboratorio di cultura politica e sociale per favorire la rinascita di un pensiero libero e critico, e di buone pratiche per sollecitare le coscienze a liberarsi di qualunque tipo di pregiudizio, a guardare ogni cosa in profondità, a documentarsi prima di esprimere giudizi, a proteggere i diritti dei più poveri, delle donne, degli emarginati e delle classi sociali più disagiate, a lottare per contrastare le diseguaglianze, ad essere solidali con i popoli che perseguono la propria autodeterminazione o che sono perseguitati dall’imperialismo con embarghi criminali allo scopo di minarne la stabilità politica e sociale.
L’Associazione può esercitare anche attività di raccolta fondi - attraverso la richiesta a terzi di donazioni, lasciti e contributi di natura non corrispettiva - al fine di finanziare le proprie attività di interesse generale e nel rispetto dei principi di verità, trasparenza e correttezza nei rapporti con i sostenitori e con il pubblico.
L’Associazione svolge inoltre attività di sensibilizzazione ed informazione del pubblico sui temi attinenti alle proprie finalità, si avvale di ogni strumento utile al raggiungimento degli scopi sociali ed in particolare della collaborazione con gli Enti Locali, anche attraverso la stipula di apposite convenzioni, ovvero con altri enti aventi scopi analoghi o connessi con i propri.
Per il perseguimento dei propri scopi, l’associazione può svolgere ogni ulteriore attività anche di carattere economico organizzare o favorire riunioni, convegni, seminari ed ogni altra iniziativa anche editoriale rispondente alle finalità istituzionali.
Gli associati svolgono in modo personale, spontaneo e gratuito l’attività per la realizzazione degli scopi dell’Associazione, quale deliberata dagli organi sociali e ad essi consensualmente assegnata.
Non è ammesso per gli associati stipulare con l’Associazione alcun tipo di contratto avente come oggetto rapporti di lavoro dipendente o autonomo. Al socio possono essere rimborsate soltanto le spese effettivamente sostenute per l’attività prestata, salvo opposizione del Consiglio Direttivo, che deve essere preventivamente informato.

Durata

Articolo 5
La durata dell’Associazione è illimitata e la stessa potrà essere sciolta solo con delibera dell’Assemblea Straordinaria degli Associati secondo le modalità previste all’art. 19.

Soci

Articolo 6
Possono essere soci dell’Associazione tutti coloro (senza alcuna distinzione di sesso, di genere, etnia, nazionalità, stato di apolide o stato giuridico) che, condividendone lo spirito e gli ideali, intendono impegnarsi personalmente per il raggiungimento delle finalità previste dal presente Statuto. Il numero degli associati non può essere inferiore al minimo stabilito dal Codice del Terzo Settore; in caso contrario la compagine associativa deve essere integrata entro un anno.
Il rapporto associativo e le modalità associative sono volte a garantire l’effettività del rapporto medesimo; pertanto la partecipazione alla vita associativa non potrà essere temporanea.

Criteri di ammissione ed esclusioni dei soci

Articolo 7
Sono associati dell’Associazione coloro che hanno partecipato alla costituzione e quanti altri, su domanda scritta, verranno ammessi dal Consiglio Direttivo e verseranno la quota di associazione annualmente stabilita dal Consiglio Direttivo. Nella domanda di ammissione, l’interessato dichiara di conoscere ed accettare integralmente il presente Statuto, gli eventuali regolamenti e di attenersi alle deliberazioni legalmente adottate dagli organi associativi.
Il Consiglio Direttivo delibera sulla domanda secondo criteri non discriminatori, coerenti con le finalità perseguite e le attività di interesse generale svolte.
La deliberazione di ammissione deve essere comunicata all'interessato e annotata, a cura del Consiglio Direttivo, nel libro degli associati dopo il versamento della quota associativa.
In caso di mancato accoglimento della domanda di ammissione, il Consiglio Direttivo deve, entro 60 giorni, motivare la deliberazione di rigetto e comunicarla all’interessato il quale, entro 60 giorni dal ricevimento della comunicazione, può chiedere che sull’istanza si pronunci l’Assemblea, la quale, se non appositamente convocata, delibererà in occasione della prima riunione successiva.
La quota annuale a carico degli associati non è trasmissibile, né ripetibile in caso di recesso o perdita della qualifica di socio. Il numero dei soci non è soggetto a limiti quantitativi.
L’adesione all’associazione è a tempo indeterminato, fatto salvo quanto previsto nel successivo art. 10.
La qualità di socio è intrasmissibile.

Diritti e doveri dei soci

Articolo 8
Tutti gli associati hanno uguali diritti e uguali obblighi nei confronti dell’Associazione.
I soci hanno diritto di:
a) informazione e controllo stabilito dalle leggi e dallo Statuto;
b) partecipare a tutte le attività promosse dall’Associazione;
c) partecipare alle assemblee e, se in regola con il versamento della quota sociale, hanno diritto di voto in proprio e per delega, di eleggere ed essere eletti alle cariche sociali;
d) di consultare i libri sociali facendone richiesta scritta al Consiglio direttivo.

Articolo 9
Gli associati hanno l’obbligo di:
a) osservare lo Statuto;
b) rispettare le decisioni degli Organi dell’Associazione;
c) tenere un comportamento coerente con la natura e le finalità dell’associazione;
d) corrispondere le quote associative, nell’ammontare fissato dal Consiglio Direttivo, tra il primo ottobre e il trentuno dicembre di ogni anno con validità a partire dall’anno successivo.
Tali quote non sono trasmissibili né rivalutabili.
La quota associativa rappresenta unicamente un versamento periodico vincolante a sostegno economico del sodalizio; non costituisce pertanto in alcun modo titolo di proprietà o di partecipazione a proventi e non è in nessun caso rimborsabile, trasmissibile o rivalutabile;

Articolo 10
La qualifica di socio non è temporanea e si perde per :
1. Decesso.
2. Dimissioni: ogni associato può recedere dall'associazione in qualsiasi momento dandone comunicazione scritta al Consiglio Direttivo; tale recesso avrà decorrenza immediata. Resta fermo l'obbligo per il pagamento della quota associativa per l'anno in corso.
3. Decadenza: la decadenza viene dichiarata dal Consiglio Direttivo per mancato pagamento della quota associativa, trascorsi 60 giorni dal sollecito scritto.
4. Espulsione: la qualità di associato si perde inoltre nel caso in cui la persona compia atti in violazione delle previsioni dello Statuto, dell’eventuale regolamento nonché delle delibere approvate dagli organi associativi, tenga un comportamento lesivo dell’immagine dell’Associazione, o qualora intervengano gravi motivi che rendano incompatibile la prosecuzione del rapporto associativo. Il Consiglio Direttivo delibera il provvedimento di espulsione, previa contestazione degli addebiti e sentito l’associato interessato, se richiesto dallo stesso. Il provvedimento di esclusione dovrà essere comunicato con lettera raccomandata all’interessato, che potrà ricorrere entro trenta giorni all’Assemblea. In tal caso il Presidente deve provvedere alla convocazione dell’Assemblea entro quindici giorni dal ricevimento della richiesta e l’Assemblea deve essere tenuta entro trenta giorni dalla convocazione.

Articolo 11
La perdita, per qualsiasi motivo, della qualità di socio non dà diritto alla restituzione di quanto versato all’Associazione.

Articolo 12
Il decesso del socio non conferisce agli eredi alcun diritto nell’ambito associativo.

Organi associativi

Articolo 13
Sono organi dell'Associazione:
a) l'Assemblea dei Soci;
b) il Consiglio Direttivo
c) il Presidente;
d) Organo di controllo (eventuale).
Tutte le cariche associative sono elettive e hanno durata triennale.

Assemblea dei Soci

Articolo 14
L’Assemblea dei Soci è l’organo sovrano dell’Associazione: è composta da tutti i soci iscritti e il diritto di voto in assemblea è riservato solo a tutti i soci già iscritti alla data in cui è stabilita l’Assemblea.

Articolo 15
L’Assemblea è convocata dal Presidente almeno una volta l’anno entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio sociale per l’approvazione del rendiconto economico-finanziario annuale e, comunque, ogni volta che il Consiglio Direttivo lo ritenga opportuno, ovvero quando venga fatta richiesta da almeno il quaranta per cento dei soci, purché in regola con i versamenti delle quote associative.
La convocazione dell’Assemblea deve essere effettuata almeno quindici giorni prima della data della riunione mediante invio telematico / lettera e pubblicazione dell’avviso sulla “home page” del sito web dell’Associazione / affissione dell’avviso in maniera ben visibile nei locali in cui vengono svolte le attività associative, o comunque essere certi che ogni socio è stato raggiunto dalla convocazione.
L’avviso di convocazione deve contenere il giorno, l’ora ed il luogo della prima e della seconda convocazione, nonché l’ordine del giorno, oltre che le esatte modalità di convocazione in caso di assemblea "online".

Articolo 16 Possono intervenire all’Assemblea (ordinaria o straordinaria), con diritto di voto, tutti i soci purché in regola con il pagamento delle quote associative; a ciascun socio spetta un solo voto, salvo quanto previsto nel seguito di questo articolo.
È ammesso l’intervento per delega da conferirsi per iscritto esclusivamente ad altro socio: Ogni socio non può avere più di una delega. Le votazioni dell’Assemblea avverranno, su indicazione della stessa, per alzata di mano, per appello nominale o con voto segreto.

Articolo 17
All’Assemblea dei Soci spettano i seguenti compiti:
IN SEDE ORDINARIA:
a) approvare il rendiconto economico-finanziario dell’anno trascorso;
b) eleggere tra i soci il Consiglio Direttivo, stabilendone il numero dei componenti tra tre e nove, e provvedere, in caso di dimissioni o di sopravvenuta impossibilità, alla sostituzione dei suoi componenti e deliberare sulla sua eventuale revoca totale o parziale, nonché eleggere l’eventuale Organismo di Controllo
c) eleggere tra i soci ogni ulteriore organismo sociale previsto;
d) definire le linee generali del programma di attività;
e) deliberare sulla responsabilità dei componenti degli organi sociali e promuovere le eventuali azioni di responsabilità nei loro confronti;
h) decidere sui ricorsi contro i provvedimenti del Consiglio Direttivo in tema di reiezione delle domande di ammissione di nuovi soci e di esclusione dei soci ai sensi del precedente art. 10;
i) deliberare su ogni altro argomento previsto dallo Statuto o proposto dal Presidente, dal consiglio direttivo o da almeno il quaranta per cento dei soci.
j) deliberare su ogni altro argomento di carattere ordinario e di interesse generale posto all’ordine del giorno;
k) individuare le eventuali attività diverse, secondarie e strumentali da realizzare.
IN SEDE STRAORDINARIA:
a) deliberare sulla trasformazione, fusione e scioglimento dell’Associazione;
b) deliberare sulle proposte di modifica dello Statuto (che deve avvenire nel rispetto dei principi fondamentali enunciati agli artt.3 e 4);

Articolo 18
L’Assemblea Ordinaria, presieduta dal Presidente dell’Associazione è validamente costituita in prima convocazione con la presenza del cinquanta per cento più uno dei soci, in seconda convocazione qualunque sia il numero dei soci presenti.
L’Assemblea Ordinaria delibera validamente sia in prima che in seconda convocazione, con la maggioranza semplice dei presenti su tutte le questioni poste all’ordine del giorno.

Articolo 19
L’Assemblea Straordinaria è presieduta dal Presidente; in sua assenza ne fa le veci il vicepresidente, se eletto, o il socio più anziano per età.
Per modificare lo Statuto occorre la presenza della maggioranza degli associati in Assemblea Straordinaria e il voto favorevole dei due terzi di essi, intervenuti in proprio o per delega.
Per deliberare lo scioglimento dell’Associazione e la devoluzione del patrimonio, occorre il voto favorevole di almeno i tre quarti degli associati.

Articolo 20
Tutte le delibere assembleari e i rendiconti, oltre ad essere debitamente trascritti nel libro dei verbali delle assemblee dei soci, sono pubblicizzati ai soci con l’esposizione per sette giorni dopo l’approvazione nella sede dell’Associazione / invio telematico alle loro “e.mail”.
Le deliberazioni dell’Assemblea devono constare da verbale sottoscritto dal Presidente dell’Assemblea e dal Segretario. Ogni associato ha diritto di consultare i verbali delle riunioni redatti.
È ammessa la possibilità che la riunione avvenga per via telematica mediante strumenti di videoconferenza o audioconferenza od altri strumenti tecnologici alle seguenti condizioni di cui si darà atto nei relativi verbali:
a) che sia consentito al Presidente della riunione di accertare l'identità degli intervenuti, regolare lo svolgimento della riunione, constatare e proclamare i risultati della votazione;
b) che sia consentito al soggetto verbalizzante di percepire adeguatamente gli eventi della riunione oggetto di verbalizzazione;
c) che sia consentito agli intervenuti di partecipare alla discussione ed alla votazione simultanea sugli argomenti all'ordine del giorno, nonché di visionare, ricevere o trasmettere documenti.

Consiglio Direttivo e Presidente

Articolo 21
Il Consiglio Direttivo è l’Organo esecutivo e gestionale dell’Associazione ed è eletto dall’Assemblea ogni tre anni.
Esso è composto da un minimo di tre ad un massimo di nove membri, ma sempre in numero dispari.
I membri del Consiglio restano in carica tre anni e sono rieleggibili.
Se vengono a mancare uno o più membri, il Consiglio Direttivo provvede a sostituirli nominando al loro posto l’associato o gli associati che nell'ultima elezione assembleare seguivano nella graduatoria della votazione. In ogni caso i nuovi consiglieri scadono insieme a quelli che sono in carica all'atto della loro nomina. Se vengono a mancare consiglieri in numero superiore alla metà, il Presidente deve convocare l'assemblea per nuove elezioni entro quindici giorni e da tenersi entro i successivi trenta.
Il Consiglio Direttivo elegge nel proprio seno il Presidente e l’eventuale Vice Presidente e assegna gli incarichi di Segretario e Tesoriere scegliendo anche quest’ultimi tra i propri membri. Se del caso, con esclusione della rappresentanza legale, potranno essere attribuiti fino a due incarichi ad una sola persona.
Il Consiglio Direttivo può essere revocato dall’Assemblea Soci; esso rimarrà in carica comunque fino all’elezione del nuovo.
Al Presidente, che ha la rappresentanza legale dell’Associazione, potranno essere delegati parte dei poteri spettanti al Consiglio Direttivo.
Gli Amministratori non possono ricoprire la medesima carica in Associazioni di analoga natura.

Articolo 22
Il Consiglio Direttivo è dotato dei più ampi poteri per la gestione ordinaria e straordinaria dell’Associazione.
Al Consiglio Direttivo competono in particolare di:
a. eleggere, tra i propri componenti, a maggioranza assoluta dei voti, il Presidente nonché, se lo ritiene opportuno, uno o più vicepresidenti e provvedere, ove necessario, alla loro revoca e/o sostituzione;
b. nominare tra i propri componenti il Tesoriere e il Segretario e provvedere ove necessario alla loro revoca e/o sostituzione;
c. nominare i o il responsabile e di redazione del sito e del mensile La VOCE, e provvede, ove necessario, alla loro o sua revoca e sostituzione;
Inoltre al Consiglio Direttivo competono:
a) le decisioni inerenti le spese ordinarie e straordinarie, di esercizio e in c/capitale, per la gestione dell’Associazione;
b) deliberare, in caso di particolari necessità, di assumere lavoratori dipendenti o avvalersi di prestazione di lavoro autonomo, anche ricorrendo ai propri associati;
c) le decisioni inerenti la direzione del personale dipendente e il coordinamento dei collaboratori e dei professionisti di cui si avvale l’Associazione;
d) la redazione annuale del rendiconto economico-finanziario da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea entro i sei mesi dalla chiusura dell’esercizio;
e) la predisposizione della relazione annuale sulle attività svolte e gli obiettivi raggiunti da sottoporre all’Assemblea (bilancio consuntivo);
f) la eventuale presentazione di un piano programmatico relativo alle attività da svolgere nel nuovo anno sociale (bilancio preventivo);
g) la determinazione delle quote sociali;
h) la facoltà di nominare, tra i soci esterni al Consiglio, dei delegati allo svolgimento di particolari funzioni stabilite di volta in volta dal Consiglio Direttivo stesso;
i) la redazione e approvazione dei Regolamenti Amministrativi e le proposte di modifica dello Statuto da sottoporsi alla successiva approvazione dell’Assemblea;
j) la delibera sull’ammissione di nuovi soci;
k) ogni funzione che lo Statuto o le leggi non attribuiscano ad altri organi.

Articolo 23
Il Consiglio Direttivo si riunisce almeno una volta l’anno ovvero ogni qual volta il Presidente o almeno il quaranta per cento dei suoi membri lo riterrà necessario.
Le convocazioni del Consiglio debbono essere effettuate con avviso scritto / telematico per “e.mail” da recapitarsi almeno otto giorni prima della data della riunione; tale avviso deve contenere l’ordine del giorno, la data, l’orario ed il luogo della seduta, ovvero le esatte modalità in caso di convocazione "online".
Le riunioni del Consiglio Direttivo sono in unica convocazione, sono valide con la presenza di almeno la maggioranza dei suoi componenti ed il voto favorevole della maggioranza dei presenti.
Sono presiedute dal Presidente o, in sua assenza, da un consigliere designato dai presenti.
Le sedute e le deliberazioni del Consiglio sono fatte seguire da processo verbale sottoscritto da chi presiede e dal Segretario, quindi riportate sul libro verbale del Consiglio Direttivo.
E’ ammessa la possibilità che la riunione avvenga per via telematica mediante strumenti di videoconferenza o audioconferenza od altri strumenti tecnologici alle condizioni di cui si darà atto nei relativi verbali, secondo le modalità previste per l’Assemblea degli associati.

Articolo24
Il Presidente ha la firma e la rappresentanza legale e giudiziale dell’Associazione.
È eletto dal Consiglio Direttivo tra i propri membri, ogni tre anni ed è rieleggibile.
Egli presiede l’Assemblea ordinaria e il Consiglio Direttivo e ne provvede alla convocazione, vigila sull’esecuzione delle delibere dell’Assemblea e del Consiglio Direttivo e, nei casi di urgenza, può esercitare i poteri del Consiglio Direttivo salvo ratifica di quest’ultimo alla prima riunione utile.
In particolare il Presidente:
a) provvede all’esecuzione delle deliberazioni dell’Assemblea e del Consiglio Direttivo;
b) è delegato a compiere tutti gli atti di ordinaria amministrazione dell’Associazione e in particolare aprire conti correnti bancari e postali e operare sugli stessi; compiere ordinarie operazioni finanziarie e bancarie; eseguire incassi di qualsiasi natura da qualsiasi ufficio, ente, persona fisica e giuridica, rilasciando quietanze; effettuare pagamenti di qualsiasi natura, ivi inclusi i pagamenti di salari e stipendi ai dipendenti.
Per le operazioni bancarie e finanziarie il Consiglio Direttivo può richiedere la firma abbinata di altro componente il Consiglio.

Articolo 25
Il Vice Presidente, se eletto, coadiuva o sostituisce il Presidente in caso di assenza o impedimento.

Segretario e Tesoriere

Articolo 26
Il Segretario e il Tesoriere sono eletti dal Consiglio Direttivo ogni 3 anni tra i propri membri, sono rieleggibili e affiancano il Presidente nello svolgimento delle sue funzioni.
Il Segretario ha cura dell'Archivio, della corrispondenza dell'Associazione dei beni dell’Associazione.
Il Segretario redige i verbali delle riunioni degli organi sociali e cura la tenuta dei relativi libri e registri.
Al Segretario spetta, altresì, provvedere alle trattative necessarie per l’acquisto dei mezzi e dei servizi deliberati dal Consiglio Direttivo e predisporre e conservare i relativi contratti e ordinativi. Provvedere, inoltre, a liquidare le spese verificandone la regolarità e autorizzandone il Tesoriere al materiale pagamento.

Articolo 27
Il Tesoriere presiede alla gestione amministrativa e contabile dell’Associazione redigendone le scritture contabili, provvedendo al corretto svolgimento degli adempimenti fiscali e contributivi e predisponendone, in concerto con gli altri membri del Consiglio Direttivo, il rendiconto annuale in termini economici e finanziari.
Egli provvede altresì alle operazioni formali di incasso e di pagamento delle spese deliberate dal Consiglio Direttivo.
Al Tesoriere spetta anche la funzione del periodico controllo delle risultanze dei conti finanziari di cassa, banca, crediti e debiti e l’esercizio delle operazioni di recupero dei crediti esigibili.
Il Tesoriere ha la responsabilità dei valori dei quali è consegnatario e cura la tenuta del conto corrente.

Articolo 28
Le funzioni di Segretario e Tesoriere possono essere conferite anche alla stessa persona.
Qualora esse siano attribuite a persone diverse, il Regolamento Amministrativo può prevedere che in caso di impedimento del Tesoriere a svolgere le proprie funzioni, ovvero nell’ipotesi di dimissioni o di revoca del medesimo, le funzioni di questo siano assunte, per il tempo necessario a rimuovere le cause di impedimento, ovvero a procedere a nuova nomina, dal Segretario o dal vice Presidente.
Il Segretario, temporaneamente impedito, ovvero dimissionario o revocato, è sostituito con le stesse modalità del Tesoriere o del vice Presidente.

Sedi operative territoriali

Articolo 29
Le sedi operative territoriali sono costituite con deliberazione del Consiglio Direttivo.
Le sedi territoriali operano di concerto con gli organi nazionali e sono soggette alle indicazioni stabilite dal Consiglio Direttivo.
Per la costituzione di una sede territoriale è necessario presentare la copertura finanziaria e ottenere l’adesione di almeno due componenti del direttivo che ne determinino e ne curino i materiali e le funzioni con decoro.
Per il funzionamento delle sedi territoriali si applicano, in quanto compatibili, le norme del presente Statuto.

Organo di Controllo

Articolo 30
1. L’Organo di controllo, monocratico, è nominato qualora l’Assemblea lo ritenga opportuno.
Il componente dell’Organo dura in carica tre anni, è rieleggibile e può essere scelto anche fra persone estranee all’Associazione, con riguardo della loro competenza, e deve essere scelto tra i revisori legali iscritti nell'apposito registro.
2. L’Organo di controllo:
• vigila sull'osservanza della legge, dello statuto e sul rispetto dei principi di corretta amministrazione;
• vigila sull'adeguatezza dell'assetto organizzativo, amministrativo e contabile e sul suo concreto funzionamento;
• esercita compiti di monitoraggio dell'osservanza delle finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale.
Il componente dell'Organo di controllo può in qualsiasi momento procedere ad atti di ispezione e di controllo e, a tal fine, può chiedere agli amministratori notizie sull'andamento delle operazioni sociali o su determinati affari.
3. Esso può esercitare inoltre, al superamento dei limiti di cui all’art. 31, comma 1 del D.Lgs. n. 117/2017, la revisione legale dei conti.

Libri Sociali

Articolo 31
È obbligatoria la tenuta, a cura del Consiglio Direttivo, dei seguenti libri sociali:
a) libro dei soci;
b) libro delle adunanze e delle deliberazioni delle assemblee;
c) libro delle adunanze e delle deliberazioni del Consiglio Direttivo.
Il libro delle adunanze e delle deliberazioni degli eventuali altri organi associativi sono tenuti a cura dell’organo cui si riferiscono.

Patrimonio ed esercizio finanziario

Articolo 32
e entrate dell’Associazione sono costituite da:
- quote associative e contributi degli associati;
- erogazioni liberali di associati e terzi;
- donazioni e lasciti testamentari;
- entrate derivanti da attività di raccolta fondi;
- contributi e apporti erogati da parte di amministrazioni pubbliche, compresi rimborsi o entrate derivanti da prestazioni di servizi svolti in convenzione;
- contributi di organismi pubblici di diritto internazionale;
- rendite patrimoniali;
- proventi delle cessioni di beni e servizi agli associati e a terzi;
- entrate da attività diverse, svolte in modalità secondaria e strumentale.
E’ vietato distribuire, anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione nonché fondi, riserve o capitale a fondatori, associati, lavoratori e collaboratori, amministratori ed altri componenti degli organi sociali, anche nel caso di recesso o di ogni altra ipotesi di scioglimento individuale del rapporto associativo.
Il patrimonio dell’Associazione, costituito da beni mobili ed immobili di proprietà dell’Associazione e comprensivo di eventuali ricavi, proventi, entrate comunque denominate è utilizzato per lo svolgimento dell'attività statutaria ai fini dell'esclusivo perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale.
Il bilancio consuntivo è inviato ai soci per Via Telematica / depositato nella sede dell’associazione almeno 15 giorni prima dell’assemblea perché sia possibile controllarlo da parte degli associati.

Articolo 33
L’anno sociale e l’esercizio finanziario hanno inizio il primo gennaio e terminano il trentuno dicembre dello stesso anno.
Il Consiglio Direttivo dovrà predisporre il rendiconto economico e finanziario da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio.
Il rendiconto economico finanziario, oltre a fornire una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell’Associazione, con distinzione tra quella attinente all’attività istituzionale e quella relativa alle attività direttamente connesse, deve contenere una sintetica descrizione dei beni, contributi e lasciti ricevuti.
Indipendentemente dalla redazione del rendiconto economico finanziario annuale, l’Associazione, per ogni attività occasionale di raccolta pubblica di fondi eseguita in concomitanza di celebrazioni, ricorrenze, o campagne di sensibilizzazione, redige entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio un apposito e separato rendiconto dal quale devono risultare, anche a mezzo di relazione illustrativa, in modo chiaro e trasparente, le entrate e le spese relative a ciascuna di dette celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione.

Trasformazione, fusione, scissione, scioglimento o estinzione

Articolo 34
La trasformazione, la fusione, la scissione, lo scioglimento o l’estinzione dell’Associazione è deliberato dall’Assemblea, secondo le modalità indicate dall’art. 11 comma 4 del presente Statuto.
L’Assemblea dovrà provvedere, se del caso, alla nomina di uno o più liquidatori, scegliendoli preferibilmente tra gli associati.
In caso di scioglimento dell’Associazione, tutte le risorse economiche che residuano dopo l’esaurimento della liquidazione non potranno essere divise tra gli associati, ma saranno devolute ad altro ente senza scopi di lucro.

Norme finali

Articolo 35
La decisione su qualsiasi controversia che potesse sorgere tra gli associati, o tra costoro e l’associazione o gli organi della stessa, eccetto quelle che per legge non sono compromissibili con arbitri, sarà deferita al giudizio di tre arbitri, di cui due da nominarsi da ciascuna delle parti contendenti, ed il terzo di comune accordo. In caso di mancato accordo, il Consiglio Direttivo incaricherà il Presidente del tribunale ove ha sede l’associazione di eseguire la nomina del terzo arbitro.

Articolo 36
Per quanto non espressamente previsto dal presente Statuto si applicano gli articoli del C.C. e gli articoli del TUIR per le associazioni non commerciali, nonché le altre leggi dello Stato quando applicabili.
La presente modificazione al precedente Statuto è stato approvato dall’Assemblea dei Soci del 31 luglio 2023

TESSERAMENTO 2023:



GRUPPO ATEI
MATERIALISTI
DIALETTICI

TESSERAMENTO
2023

Con l'iscrizione per l'anno 2023 al G.A.MA.DI. A.P.S. dichiari di aderire ai nostri ideali: iniziative antifasciste, antirazziste e antidiscriminatorie.
Inoltre dichiari l'adesione al materialismo dialettico, all'ateismo e al nostro Statuto.

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Nel caso si trovino difficoltà con il pagamento automatizzato (con carta o PayPal) con i pulsanti rossi si può fare il bonifico al numero IBAN indicato in calce alla pagina.
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