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LIBRERIA R.P.D.C.
SEMINARIO JUCHE

SEMINARIO
KIM IL SUNG
SEMINARIO
KIM JONG IL
R.P.D.C.
IL VIAGGIO
SEMINARI INTERNAZIONALI
TESTI MIRIAM


Testi in formato cartaceo

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Testi in formato cartaceo

Icona Data Pubbl. Rif. Gruppo Vol. Titolo Autore Traduttore Descrizione Disponib. Prezzo €.
81 (2005) El Comité Central del Partido del Trabajo de Corea 1 Attraverso il secolo KIM IL SUNG
Cartaceo
MEMORIE - KIM IL SUNG - CAPITULO I: Il Paese nella miseria - II: L'indimenticabile Huadian - III: I miei anni passati a Jilin
1 36.00
1996 960726 G.A.MA.DI. Operai di tutto il mondo, unitevi! - KIM JONG IL -La filosofia dello Juche è una filoofia rivoluzionaria originale G.A.MA.DI. Martina Ferri
Cartaceo
Intervista concessa a Kunroja, rivista teorica del Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea
1 5.00
1997 174 G.A.MA.DI. Lo spirito dello Juche KIM JONG IL Miriam Pellegrini Ferri
Cartaceo
documento Juche di KIM JONG IL – Pyong Yang Corea 1997
1 5.00
2005? 221 G.A.MA.DI. A PARTIRE DAGLI IDEALI JUCHE KIM DJEUNG IL
Cartaceo
1 5.00
2005? 238 G.A.MA.DI. Marta Ferri al Convegno sulle teorie scientifiche dello JUCHE Marta Ferri
Cartaceo
1 5.00
2005? 239 G.A.MA.DI. La filosofia dello JUCHE KIM JONG IL Miriam Pellegrini Ferri
Cartaceo
1 5.00
2006 281 G.A.MA.DI. e CISIS 10 Principi fondamentali per la R.C.D. di Koryo Proposti da KIM IL SUNG KIM IL SUNG Miriam Pellegrini Ferri
Cartaceo
1 36.00

Testi in formato digitale

Icona Data Pubbl. Rif. Gruppo Vol. Titolo Autore Traduttore Descrizione Prezzo €.
28/12/1955 KFA Sull’eliminazione del dogmatismo e del formalismo e l’instaurazione del Juche nel lavoro ideologico KIM IL SUNG KFA - Kim Il Sung, Opere, vol. 9, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 1982, pagg. 402-25 ed. ing.
Digitale
Discorso pronunciato ai propagandisti e agli attivisti del Partito
3.99
29/04/1958 KFA Per l'applicazione della politica giudiziaria del nostro Partito KIM IL SUNG KFA - Kim Il Sung, Opere, vol. 12, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 1983, pagg. 185-201 ed. ing.
Digitale
Discorso pronunciato alla conferenza nazionale dei funzionari della giustizia e della procura
3.99
12/06/1963 KFA Il leader della classe operaia svolge un ruolo determinante nella lotta rivoluzionaria KIM JONG IL
Digitale
3.99
19/07/1963 KFA Un'epoca nuova richiede un'ideologia nuova KIM JONG IL
Digitale
3.99
1966 KFA Per un'analisi e un bilancio corretti della storia della precedente ideologia rivoluzionaria della classe operaia KIM JONG IL
Digitale
3.99
25/5/1967 KFA A proposito dei problemi del periodo di transizione dal capitalismo al socialismo e della dittatura del proletariato KIM IL SUNG KFA - Kim Il Sung, Opere, vol. XXI, Edizioni in lingue estere, Pyongyang 1985, pp. 243-258.
Digitale
Discorso ai quadri del settore di lavoro ideologico del partito 25 maggio 1967
3.99
16/4/1970) KFA Trionfano le grandi idee di Lenin sulla lotta di liberazione nazionale nelle colonie dell’Oriente KIM IL SUNG KFA - Kim Il Sung, Opere, vol. XXI, Edizioni in lingue estere, Pyongyang 1985, pp. 243-258.
Digitale
Articolo pubblicato sulla Pravda, organo del Comitato Centrale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, per il centenario della nascita di V. I. Lenin
3.99
10/01/1972 KFA A proposito della linea politica ed economica immediata della Repubblica Popolare Democratica di Corea e di alcuni problemi internazionali KIM IL SUNG
Digitale
3.99
02/04/1974 KFA Su alcuni problemi posti nell'interpretazione della filosofia del Juche KIM JONG IL KFA - Kim Jong Il, Per sviluppare le idee del Juche, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 1995, pagg. 1-8 ed. fr.
Digitale
Risultati del colloquio coi funzionari della propaganda teorica del Partito
3.99
02/10/1976 KFA Per una comprensione corretta dell'originalità del kimilsungismo KIM IL SUNG
Digitale
3.99
03/09/1977 KFA Colloquio con il Segretario generale dell'Associazione d'amicizia Italia-Corea KIM IL SUNG
Digitale
3.99
KFA Il Presidente KIM IL SUNG sul marxismo-leninismo KIM IL SUNG
Digitale
3.99
03/05/1983 KFA Avanziamo sotto la bandiera del marxismo-leninismo e dell'idea del Juché KIM JONG IL
Digitale
3.99
03/05/1984 KFA PER MIGLIORARE ULTERIORMENTE IL LAVORO DEI SINDACATI KIM JONG IL Jean-Claude Martini
Digitale
Lettera ai partecipanti al corso di formazione nazionale per i lavoratori dei sindacati – 3 maggio 1984
3.99
25/10/1990 KFA Per un'idea ed una conoscenza corretta della filosofia del Juché KIM JONG IL KFA - Kim Jong Il, Opere scelte, vol. 10, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 1999, pagg. 275-82 ed. ing.
Digitale
Risultati del colloquio coi dirigenti del Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea
3.99
20/01/1992 KFA LA LETTERATURA JUCHEANA KIM JONG IL
Digitale
Ultima traduzione realizzata dal Juche Idea Study Center of Italy: nel 30° anniversario della sua pubblicazione, siamo lieti di aver messo a disposizione del pubblico italiano l'immortale del Presidente Kim Jong Il trattato Sulla letteratura Juche (< 주체문학론 >)
3.99
17/04/1992 KFA DIAMO LUSTRO ALLE GRANDI GESTA DELLO STIMATO LEADER COMPAGNO KIM IL SUNG KIM JONG IL
Digitale
Colloquio con i quadri dirigenti del Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea
3.99
01/03/1993 Le calunnie contro il socialismo sono inaccettabili KIM JONG IL KFA - Kim Jong Il, Opere scelte, vol. XIII, Edizioni in lingue estere, Pyongyang 2009, pp. 315-332.
Digitale
Articolo pubblicato su Kulloja, rivista teorica del Comitato centrale del Partito del lavoro di Corea
3.99
6/4/1993 Programma in dieci punti della grande unità di tutta la nazione per la riunificazione del paese KIM IL SUNG KFA - Kim Il Sung, Opere, vol. 44, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 1999, pagg. 140-43 ed. ing.
Digitale
3.99
01/11/1994 KFA Il socialismo è una scienza KIM JONG IL KFA - Kim Jong Il, Opere scelte, vol. XIII, Edizioni in lingue estere, Pyongyang 2009, pp. 410-441.
Digitale
Dissertazione pubblicata sul Rodong Sinmun, organo del Comitato centrale del Partito del lavoro di Corea
3.99
19/06/1995 RPDC DARE LA PRIORITÀ AL LAVORO IDEOLOGICO È L’IMPERATIVO DELL’OPERA SOCIALISTA KIM JONG IL KFA - Kim Jong Il, Opere scelte, vol. 14, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 2014, pagg. 43-77 ed. ing.
Digitale
3.99
25/12/1995 Kim Jong Il, Opere scelte, vol. 14, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 2014, pagg. 101-23 ed. ing. RPDC Rispettare i precursori della rivoluzione è un nobile obbligo morale dei rivoluzionari KIM JONG IL KFA - Kim Jong Il, Opere scelte, vol. 14, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 2014, pagg. 101-23 ed. ing.
Digitale
Trattato pubblicato sul Rodong Sinmun, organo del Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea
3.99
11/02/1996 KFA Il grande Leader compagno Kim Il Sung sarà per sempre col nostro popolo KIM JONG IL
Digitale
3.99
18/4/1998 KFA Riunifichiamo il Paese in modo indipendente e pacifico attraverso la grande unità della nazione KIM JONG IL KFA - Kim Jong Il, Opere scelte, vol. 14, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 2014, pagg. 382-96 ed. ing.
Digitale
Lettera al simposio nazionale in ricorrenza del 50° anniversario della storica Conferenza dei rappresentanti dei partiti politici e delle organizzazioni pubbliche del nord e del sud della Corea
3.99
26-28/2/2002 KFA Per una giusta percezione del nazionalismo KIM JONG IL KFA - Kim Jong Il, Opere scelte, vol. XV, Edizioni in lingue estere, Pyongyang 2011, pp. 242-247.
Digitale
Colloquio con i dirigenti del Comitato centrale del Partito del lavoro di Corea.
3.99
29/1/2003 KFA Il Songun è una grande linea rivoluzionaria della nostra era e la bandiera invincibile della nostra rivoluzione KIM JONG IL KFA - Kim Jong Il, Opere scelte, vol. 15, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 2011, pagg. 320-37 ed. fr.
Digitale
Discorso ai dirigenti del Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea
3.99
06/04/2012 KFA Portiamo vittoriosamente a compimento la causa rivoluzionaria del Juche, onorando il compagno Kim Jong Il quale Segretario Generale Eterno del nostro Partito KIM JONG IL KFA - Kim Jong Un, Verso la vittoria finale, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 2013, pagg. 1-32 ed. ing.
Digitale
Discorso ai dirigenti del Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea
3.99
20/04/2012 KFA Il grande Kim Il Sung è il dirigente eterno del nostro Partito e del nostro popolo KIM JONG UN KFA - Kim Jong Un, Verso la vittoria finale, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 2013, pagg. 49-78 ed. ing.
Digitale
Saggio pubblicato in occasione del centenario della nascita del Presidente Kim Il Sung
3.99
20/04/2012 KFA Il grande Kim Il Sung è il dirigente eterno del nostro Partito e del nostro popolo KIM JONG UN
Digitale
3.99
31/03/2013 PAL G.A.MA.DI. RAPPORTO PRESENTATO ALLA SESSIONE PLENARIA DEL MARZO 2013 DEL COMITATO CENTRALE DEL PARTITO DEL LAVORO DI COREA E RELATIVE CONCLUSIONI Il Comitato Centrale Miriam Pellegrini Ferri
Digitale
Compagni, Teniamo oggi una sessione plenaria del Comitato Centrale del partito chiamata a deliberare su un'importante linea strategica finalizzata ad anticipare la vittoria dell'opera rivoluzionaria del Juché inaugurata sul monte Paektu, come esigono la situazione attuale e lo sviluppo della rivoluzione.
3.99
25/08/2013 KFA Rendiamo immortali la grande idea rivoluzionaria del Songun del compagno Kim Jong Il e le sue gesta KIM JONG UN KFA - Kim Jong Un, Per costruire uno Stato potente e prospero, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 2016, pagg. 33-51 ed. sp.
Digitale
Dichiarazione per il Rodong Sinmun e il Joson Inmingun, organi del Partito del Lavoro di Corea e dell'Esercito Popolare di Corea, in occasione del Giorno del Songun
3.99
25/02/2014 KFA Acceleriamo la vittoria finale tramite un'offensiva ideologica rivoluzionaria KIM JONG UN KFA - Kim Jong Un, Per costruire uno Stato potente e prospero, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 2016, pagg. 125-56 ed. sp.
Digitale
Discorso pronunciato alla VIII Conferenza dei lavoratori ideologici del Partito del Lavoro di Corea
3.99
Juche 105 (2016) KFA UNDERSTANDING WORKERS’ PARTY OF KOREA Editorial Board
Digitale
3.99
01/01/2018 KFA Discorso di Capodanno KIM JONG UN
Digitale
3.99
26/03/2018 KFA Discorso pronunciato al banchetto offerto da Xi Jinping KIM JONG UN
Digitale
3.99
01/01/2019 KFA Discorso di Capodanno KIM JONG UN
Digitale
3.99
12/04/2019 KFA Sull'edificazione socialista e la politica interna ed estera del Governo della Repubblica nella fase attuale KIM JONG UN
Digitale
3.99
14/09/2019 Società Europea per lo Studio dell'Idea Juche (ESSJI) Introduzione al seminario Matteo Carbonelli, Segretario Generale dell'ESSJI
Digitale
Intervento al seminario europeo sull'Idea Juche «Indipendenza, sovranità e cooperazione internazionale» svoltosi a Sofia il 14 e 15 Settembre 2019
3.99
14/09/2019 Società Europea per lo Studio dell'Idea Juche (ESSJI) Due modelli politici, l'UE e la RPDC Edmond Jouve, Direttore Generale dell'ESSJI
Digitale
Intervento al seminario europeo sull'Idea Juche «Indipendenza, sovranità e cooperazione internazionale» svoltosi a Sofia il 14 e 15 Settembre 2019
3.99
14/09/2019 Società Europea per lo Studio dell'Idea Juche (ESSJI) Discorso d'apertura del Seminario Juha Kieksi
Digitale
Intervento al seminario europeo sull'Idea Juche «Indipendenza, sovranità e cooperazione internazionale» svoltosi a Sofia il 14 e 15 Settembre 2019
3.99
14/09/2019 Istituto Internazionale dell'Idea Juche Il Kimilsungismo-Kimjongilismo e la nuova Europa Ogami Ken-ichi, Segretario Generale dell'Istituto Internazionale dell'Idea Juche
Digitale
Intervento al seminario europeo sull'Idea Juche «Indipendenza, sovranità e cooperazione internazionale» svoltosi a Sofia il 14 e 15 Settembre 2019
3.99
14/09/2019 Gruppo di Studio dell'Idea Juche di Berlino L'idea Juche illumina il cammino dell'indipendenza dei Paesi Europei Mihael Kort Vicepresidente del Gruppo di Studio dell'Idea Juche di Berlino, Presidente della Piattaforma Antimperialista di Germania
Digitale
Intervento al seminario europeo sull'Idea Juche «Indipendenza, sovranità e cooperazione internazionale» svoltosi a Sofia il 14 e 15 Settembre 2019
3.99
14/09/2019 Società Europea per lo Studio dell'Idea Juche (Austria) L'UE dovrebbe essere trasformata in un'alleanza di Paesi europei sovrani Thomas Lösch Direttore della Società Europea per lo Studio dell'Idea Juche (Austria)
Digitale
Intervento al seminario europeo sull'Idea Juche «Indipendenza, sovranità e cooperazione internazionale» svoltosi a Sofia il 14 e 15 Settembre 2019
3.99
14/09/2019 Associazione Britannica di Studio della Politica Songun Costruiamo un'Europa indipendente sotto la bandiera dell'Idea Juche Dermot Hudson, Presidente dell'Associazione Britannica di Studio della Politica Songun
Digitale
Intervento al seminario europeo sull'Idea Juche «Indipendenza, sovranità e cooperazione internazionale» svoltosi a Sofia il 14 e 15 Settembre 2019
3.99
14/09/2019 Alleanza delle Società per lo studio dell'Idea Juche e della politica del Songun nell'Est Europa e nell'Asia Centrale Lo sviluppo indipendente del Paese e della nazione è un desiderio secolare delle masse popolari Mikhail Panchenko, Segretario Generale dell'Alleanza delle Società per lo studio dell'Idea Juche e della politica del Songun nell'Est Europa e nell'Asia Centrale
Digitale
Intervento al seminario europeo sull'Idea Juche «Indipendenza, sovranità e cooperazione internazionale» svoltosi a Sofia il 14 e 15 Settembre 2019
3.99
14/09/2019 Associazione dei Sociologi di Corea Discorso di ringraziamento Ri Song Chol, capo-delegazione dell'Associazione dei Sociologi di Corea
Digitale
Intervento al seminario europeo sull'Idea Juche «Indipendenza, sovranità e cooperazione internazionale» svoltosi a Sofia il 14 e 15 Settembre 2019
3.99
14/09/2019 KFA Il grande kimilsungismo-kimjongilismo è la giusta via per la sovranità in Europa Jean-Claude Martini, Presidente KFA Italia
Digitale
Intervento al seminario europeo sull'Idea Juche «Indipendenza, sovranità e cooperazione internazionale» svoltosi a Sofia il 14 e 15 Settembre 2019
3.99
14/09/2019 Comitato Nazionale Romeno per lo Studio dell'Idea Juche Proseguiamo la linea di diffusione dell'Idea Juche Vasile Orleanu, Presidente del Comitato Nazionale Romeno per lo Studio dell'Idea Juche
Digitale
Intervento al seminario europeo sull'Idea Juche «Indipendenza, sovranità e cooperazione internazionale» svoltosi a Sofia il 14 e 15 Settembre 2019
3.99
14/09/2019 KFA Il rafforzamento della solidarietà e delle azioni comuni tra i gruppi di studio del Juche nei Paesi europei Markus Bohmer, KFA Germania
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Intervento al seminario europeo sull'Idea Juche «Indipendenza, sovranità e cooperazione internazionale» svoltosi a Sofia il 14 e 15 Settembre 2019
3.99
14/09/2019 Gruppo di Studio di Madrid dell'Idea Juche Per approfondire e sviluppare ulteriormente lo studio e la diffusione dell'idea Juche in base alle realtà dell'Europa Mikel Vivanko, Direttore del Gruppo di Studio di Madrid dell'Idea Juche
Digitale
Intervento al seminario europeo sull'Idea Juche «Indipendenza, sovranità e cooperazione internazionale» svoltosi a Sofia il 14 e 15 Settembre 2019
3.99
14/09/2019 Associazione d'Amicizia Ceco-Coreana “Paektusan” Difendiamo la RPDC ed il socialismo Alexander Velitš, Vicepresidente dell'Associazione d'Amicizia Ceco-Coreana “Paektusan”
Digitale
Intervento al seminario europeo sull'Idea Juche «Indipendenza, sovranità e cooperazione internazionale» svoltosi a Sofia il 14 e 15 Settembre 2019
3.99
14/09/2019 Bulgaria Incrementare costantemente L'unita e la cooperazione coi Paesi socialisti è la posizione rivoluzionaria mantenuta di fatto dal PLC e dalla RPDC Lyudmil Kostadinov, Bulgaria
Digitale
Intervento al seminario europeo sull'Idea Juche «Indipendenza, sovranità e cooperazione internazionale» svoltosi a Sofia il 14 e 15 Settembre 2019
3.99
14/09/2019 Associazione Ucraina per lo Studio dell'Idea Juche “Spada preziosa del Songun” Indipendenza sovranità e cooperazione internazionale in Ucraina Nikolai Polishk, Presidente dell'Associazione Ucraina per lo Studio dell'Idea Juche “Spada preziosa del Songun”
Digitale
Intervento al seminario europeo sull'Idea Juche «Indipendenza, sovranità e cooperazione internazionale» svoltosi a Sofia il 14 e 15 Settembre 2019
3.99
14/09/2019 Unione Femminile di Russia “Kim Jong Suk” La Russia ha preso la strada dell'indipendenza Elena Babič, Presidentessa dell'Unione Femminile di Russia “Kim Jong Suk”
Digitale
Intervento al seminario europeo sull'Idea Juche «Indipendenza, sovranità e cooperazione internazionale» svoltosi a Sofia il 14 e 15 Settembre 2019
3.99
15/09/2019 LETTERA FINALE A KIM JONG UN
Digitale
Intervento al seminario europeo sull'Idea Juche «Indipendenza, sovranità e cooperazione internazionale» svoltosi a Sofia il 14 e 15 Settembre 2019
3.99
04/12/2020 KFA ACCELERIAMO L’EDIFICAZIONE DI UN PAESE FIORENTE APPLICANDO IL PATRIOTTISMO DI KIM JONG IL KIM JONG UN
Digitale
Discorso ai dirigenti del Comitato Centrale
del Partito del Lavoro di Corea
26 luglio Juché 101 (2012)
3.99

Testi in spagnolo

Icona Data Pubbl. Rif. Gruppo Vol. Titolo Autore Traduttore Descrizione Disp. Prezzo €.
82 (2005) El Comité Central del Partido del Trabajo de Corea 2 Attraverso il secolo KIM IL SUNG NON ANCORA TRADOTTO
Cartaceo
MEMORIE - KIM IL SUNG - CAPITOLO IV: Alla ricerca di una nuova via - V: Un popolo in armi - VI: Un anno di prove
1 36.00
1993 83 (1998) El Comité Central del Partido del Trabajo de Corea 3 En el Transcurso del Siglo KIM IL SUNG NON ANCORA TRADOTTO
Cartaceo
MEMORIAS KIM IL SUNG - CAPITULO VII: El mundo del pueblo - VIII: Bajo la bandera antijaponesa - IX: La primiera expediciòn a Manchuria del norte
1 36.00
1993 84 (1998) El Comité Central del Partido del Trabajo de Corea 4 En el Transcurso del Siglo KIM IL SUNG NON ANCORA TRADOTTO
Cartaceo
MEMORIAS KIM IL SUNG - CAPITULO X: Con la convicciòn de la independencia - XI: Punto de cambio en la revoluciòn - XII: Encuentro en la primavera de la restauraciòn
1 36.00
1994 85 (1998) El Comité Central del Partido del Trabajo de Corea 5 En el Transcurso del Siglo KIM IL SUNG NON ANCORA TRADOTTO
Cartaceo
MEMORIAS KIM IL SUNG - CAPITULO XIII: Asia el monte Paektu - XIV: Pobladores de Changbai - XV: Ampliaciòn del frente clandestino
1 36.00
1995 86 (1998) El Comité Central del Partido del Trabajo de Corea 6 En el Transcurso del Siglo KIM IL SUNG NON ANCORA TRADOTTO
Cartaceo
MEMORIAS KIM IL SUNG - CAPITULO XVI: Cruzando y recruzando el rio Amrok - XVII: Corea esta viva - XVIII: Con la guerra de resistencia antijaponesa de toda la naciòn
1 36.00
1996 87 (1998) El Comité Central del Partido del Trabajo de Corea 7 En el Transcurso del Siglo (Continuaciòn) KIM IL SUNG NON ANCORA TRADOTTO
Cartaceo
MEMORIAS KIM IL SUNG - CAPITULO XIX: Pasando por las cumbres de la prueba - XX: Por un nuevo auge de la revoluciòn - XXI: Disparos de la operaciòn de la maniobra circular con grandes destacamentos
1 36.00
1996 88 (1998) El Comité Central del Partido del Trabajo de Corea 8 En el Transcurso del Siglo (Continuaciòn) KIM IL SUNG NON ANCORA TRADOTTO
Cartaceo
MEMORIAS KIM IL SUNG - CAPITULO XXII: Mantegamos hasta el fin la bandera de la revoluciòn - XXIII: En alianza con las fuerzas antimperialistas internacionales - XXIV: Con la guerra de resistencia antijaponesa de toda la naciòn
1 36.00
2002 Pyongyang, Korea KIM JONG IL - On the Juche philosophy KIM JONG IL NON ANCORA TRADOTTO
Cartaceo
On some question in understanding the Juche philosophy - On correctly understanding the originality of kimilsungism - On the Juche Idea - On some problems of the ideological foundation of socialism - On having a correct viewpoint and understanding of the Juche philosophy - The Juche philosophy is an original revolutionary philosophy
1 36.00
2006 683115 RPDC Pyongyang, Corée 2 KIM JONG IL BIOGRAPHY NON ANCORA TRADOTTO
Cartaceo
CHAPTER 14: 1974, A PIVOTAL YEAR - 15: FOR MODELLING THE ENTIRE ARMY ON THE JUCHE IDEA - 16: THE BUILDINGOF THE WORKERS' PARTY OF KOREA AS A MOTHERLY PARTY - 17: INHERITING AND DEVELOPPING THE REVOLUTIONARY TRADITIONS OF JUCHE IN AN ALL-ROUND WAY - 18: FOR KOREA'S STYLE OF REVOLUTION AND CONSTRUCTION -19: DEVOTION TO THE GOOD OF THE PEOPLE - 20: ON THE OCCASION OF THE SIXTH CONGREES OF THE WORKER'S PARTY OF KOREA - 21: TO PASS ON KIM IL SUNG'S REVOLUTIONARY EXPLOITS THROUGH GENERATIONS - 22: CREATION OF THE "SPEED OF THE '80S" - 23: HOLDING HIGHER THE BANNER OF JUCHE-ORIENTED SOCIALISM - 24: THE EFFLORESCENCE AND DEVELOPMENT OF SOCIALIST CULTURE - 25: LOFTY LOVE FOR FELLOW COUNTRYMEN - 26: FOR INDIPENDENCE, PEACEAND FRIENDSHIP
1 36.00
2011 ISBN:978-984-90036-0-1 Aroma Printing Pulication 1 SONGUN INTERNATIONALE M. Jahangir Khan NON ANCORA TRADOTTO
Cartaceo
1: KIM IL SUNG, the admired Leader - 2: KIM JONG IL, Brilliant Commander - 3: Songun Internationale
1 36.00
2012 2835048 RPDC Pyongyang, Corée KIM JONG IL GRAND HOMME Naenara NON ANCORA TRADOTTO
Cartaceo
1: Profil humain exceptionnel - 2: Guide de l'époque - 3: Illustre doyen de la politique contemporaine - 4: Illustre général légendaire - 5: Patriote sans égal - Ere de l'immortalité de Kim Jong Il
1 36.00
2014 Global Songun Study Group 2 SONGUN INTERNATIONALE M. Jahangir Khan NON ANCORA TRADOTTO
Cartaceo
1: Choice of Korea - 2: What is the Songun politics - 3: Wonders Brought by Songun - 4: Songun moves World
1 36.00
2016 Communist Party of Nepal People's Revolution Communist Party of Nepal NON ANCORA TRADOTTO
Cartaceo
Selected works of JANAKRANTI Vol 1 and 2
1 5.00

Testi digitali in francese e inglese

Icona Data Pubbl. Rif. Gruppo Vol. Titolo Autore Descrizione Prezzo €.
23/10/1953 Speech before the Officers and Men of Unit No. 256 of the Korean People’s Army WORKING PEOPLE OF THE WHOLE WORLD, UNITE! 256 ON A HISTORIC VICTORY IN THE FATHERLAND LIBERATION WAR AND THE TASKS OF THE PEOPLE’S ARMY KIM IL SUNG
Testi digitali in francese e in inglese
3.99
19/06/1955 KFA GIVING PRIORITY TO IDEOLOGICAL WORK IS ESSENTIAL FOR ACCOMPLISHING SOCIALISM KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
3.99
18/03/1964 WORKING PEOPLE OF THE WHOLE WORLD, UNITE! Foreign Languages Publishing House DPR Korea Juche 112 (2023) THE STATUS AND ROLE OF THE COUNTY IN SOCIALIST CONSTRUCTION KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
3.99
18/10/1964 KFA LET THE AIR FORCE PILOTS BE COMPLETELY PREPARED BOTH POLITICALLY AND MILITARILY KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
3.99
27/04/1965 KFA GIVING WIDE PUBLICITY TO THE LEADER،¯S GREATNESS AMONG THE SOUTH KOREAN PEOPLE KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
3.99
07/02/1966 KFA DEVELOPING A NEW TYPE OF REVOLUTIONARY LITERATURE KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
3.99
10/02/1967 KFA CREATING REALISTIC TYPIFICATION OF HUMAN CHARACTER AND LIFE THOROUGHLY KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
3.99
07/02/1969 Speech Delivered at the National Conference of Agricultural Workers Foreign Languages Publishing House DPR Korea ON FURTHER ACCELERATING SOCIALIST RURAL CONSTRUCTION KIM IL SUNG KFA - Kim Il Sung, Opere, vol. XXI, Edizioni in lingue estere, Pyongyang 1985, pp. 243-258. 3.99
1970 205 KFA LET US CREATE MORE REVOLUTIONARY FILMS BASED ON SOCIALIST LIFE KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
3.99
12/02/1971 KFA A FEW PROBLEMS ARISING IN FILM PRODUCTION KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
3.99
29/10/1971 kfa FOR THE CELEBRATION OF THE 60TH BIRTHDAY OF THE LEADER AS THE GREATEST NATIONAL HOLIDAY KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
3.99
06/05/1975 KFA FOR THE FURTHER DEVELOPMENT OF OUR JUCHE ART KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
3.99
05/09/1977 Published at the 14th Plenary Meeting of the Fifth - Central Committee of the Workers’ Party of Korea THESES ON SOCIALIST EDUCATION KIM IL SUNG
Testi digitali in francese e in inglese
3.99
31/03/1981 KFA FOR THE DEVELOPMENT OF JUCHE-ORIENTATED LITERATURE AND ART KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
3.99
1981 215 KFA ON FURTHER IMPROVING PARTY IDEOLOGICAL WORK KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
3.99
31/03/1982 WORKING PEOPLE OF THE WHOLE WORLD, UNITE! ON THE JUCHE IDEA KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
Treatise Sent to the National Seminar
on the Juche Idea Held to Mark the 70th Birthday
of the Great Leader Comrade Kim Il Sung
March 31, 1982
3.99
1983 206 KFA LET US ADVANCE UNDER THE BANNER OF MARXISM-LENINISM AND THE JUCHE IDEA KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
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1984 214 KFA ON FURTHER IMPROVING THE WORK OF THE TRADE UNIONS KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
3.99
1985 207 KFA ON THE FURTHER IMPROVEMENT OF THE HEALTH SERVICE KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
3.99
1986 213 KFA LIFE AND LITERATURE KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
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1986 212 KFA LET US STEP UP THE THREE-REVOLUTION RED FLAG MOVEMENT KIM JONG IL
Tradotto da KFA 04/12/2020 si trova nei Testi in formato digitale
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1987 209 KFA THE CINEMA AND DIRECTING KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
3.99
1987 208 KFA ON ESTABLISHING THE JUCHE OUTLOOK ON THE REVOLUTION KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
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1988 210 KFA THE PRESENT TIMES AND THE TASKS FACING YOUNG PEOPLE KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
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1990 104 KFA On some problems of the ideological foundation of socialism KIM JONG IL
30 Maggio 2022: traduzione del Centro Studi sul Juche; trattasi di uno dei discorsi più importanti di Kim Jong Il sulla caduta di alcuni dei Paesi socialisti, nonché, personalmente, il mio preferito, anche per la lucidità con cui tratta questioni inerenti anche al movimento comunista occidentale. Si intitola Su alcune questioni relative alle basi ideologiche del socialismo.
Lo abbiamo messo a disposizione del pubblico italiano oggi per il 32° anniversario della sua pubblicazione. Jean-Claude Martini.
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1990 107 KFA Socialism of our country is a socialism of our style as the embodiment of the Juche Idea KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
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1991 100 KFA For a free and a peaceful new world KIM IL SUNG
Testi digitali in francese e in inglese
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05/05/1991 Talk to the Senior Officials of the Central Committee of the Workers’ Party of Korea OUR SOCIALISM CENTRED ON THE MASSES SHALL NOT PERISH KIM JONG IL WORKING PEOPLE OF THE WHOLE WORLD, UNITE
Testi digitali in francese e in inglese
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1992 558 KFA SOCIALISM IS THE LIFE OF OUR PEOPLE KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
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07/04/1992 WORKING PEOPLE OF THE WHOLE WORLD, UNITE! LET US GLORIFY THE GREAT ACHIEVEMENTS OF THE RESPECTED LEADER COMRADE KIM IL SUNG KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
Talk to the Senior Officials of the Central Committee of the Workers’ Party of Korea
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14/07/1992 Foreign Languages Publishing House DPR Korea Juche 113 (2024) ON RAPIDLY DEVELOPING SCIENCE AND TECHNOLOGY KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
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10/10/1992 WORKING PEOPLE OF THE WHOLE WORLD, UNITE! ON THE FUNDAMENTALS OF REVOLUTIONARY PARTY BUILDING KIM JONG IL Treatise Written on the Occasion of the 47th Anniversary of the Founding of the Workers’ Party of Korea
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1993 202 KFA With the century - Complete KIM IL SUNG
Testi digitali in francese e in inglese
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01/03/1993 Official Magazine of the Central Committee of the Workers’ Party of Korea ABUSES OF SOCIALISM ARE INTOLERABLE KIM JONG IL Discourse Published in Kulloja
Testi digitali in francese e in inglese
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11/07/1994 WORKING PEOPLE OF THE WHOLE WORLD, UNITE! 3051 LET US HOLD THE GREAT LEADER COMRADE KIM IL SUNG IN HIGH ESTEEM AS THE ETERNAL PRESIDENT OF OUR REPUBLIC KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
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1995 109 KFA The Worker's Party of Korea is the party of the great leader comrade Kim Il Sung KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
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1995 101 KFA Giving priority to ideological work is essential for accomplishing socialism KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese Traduzione in Italiano del 11/2/2024 a cura di jucheitalia
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11/02/1996 Talk to Senior Officials of the Central Committee of the Workers’ Party of Korea THE GREAT LEADER COMRADE KIM IL SUNG WILL ALWAYS BE WITH OUR PEOPLE KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
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1996 105 KFA Respecting the forerunners of the revolution is a noble moral obligation of revolutionaries KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
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1996 110 KFA Let us exalt the brilliance of Comrade Kim Il Sung's idea on the Youth Movement and the achievements made under his leadership KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
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24/08/1996 WORKING PEOPLE OF THE WHOLE WORLD, UNITE! LET US EXALT THE BRILLIANCE OF COMRADE KIM IL SUNG’S IDEA ON THE YOUTH MOVEMENT AND THE ACHIEVEMENTS MADE UNDER HIS LEADERSHIP KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
Discourse Given to Chongnyon Jonwi, Organ of the Central Committee of the Kim Il Sung Socialist Youth League, on the Fifth Anniversary of the Youth Day August 24, 1996
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1997 111 KFA On preserving the Juche character and national character of the revolution and construction KIM JONG IL
Tradotto da jucheitalia il 19 Giugno 2020, in occasione del 23 ° anniversario della sua pubblicazione.
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1997 112 KFA Let us carry out the Great Leader Comrade Kim Il Sung's instructions for national reunification KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
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1997 102 KFA Kim Jong Suk, the Anti-Japanese Heroine KIM OK SUN
Testi digitali in francese e in inglese
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04/08/1997 WORKING PEOPLE OF THE WHOLE WORLD, UNITE! LET US CARRY OUT THE GREAT LEADER COMRADE KIM IL SUNG’S INSTRUCTIONS FOR NATIONAL REUNIFICATION KIM JONG IL
Tradotto da KFA il 27/04/2021
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1998 103 KFA Kim Jong Il, Brief History Foreign Languages Publishing House
Testi digitali in francese e in inglese
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2001 204 KFA DPRK-Russia Declaration DPRK Government
Testi digitali in francese e in inglese
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April Juche 91 (2002) Foreign Languages Publishing House SONGUN POLITICS OF KIM JONG IL Kim Chol U This book is a translated version of the book Songun Politics of Kim Jong Il written by Kim Chol U, south Korean professor of politics.
Testi digitali in francese e in inglese
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2003 203 KFA Withdraw of the Nuclear Non Proliferation Treaty DPRK Government
Testi digitali in francese e in inglese
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29/06/2003 WORKING PEOPLE OF THE WHOLE WORLD, UNITE! THE SONGUN-BASED REVOLUTIONARY LINE IS A GREAT REVOLUTIONARY LINE OF OUR ERA AND AN EVER-VICTORIOUS BANNER OF OUR REVOLUTION KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
Talk to the Senior Officials of the Central Committee of the Workers’ Party of Korea January 29, Juche 92 (2003)
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2011 February 1992–December 1994 FOREIGN LANGUAGES PUBLISHING HOUSE - PYONGYANG, KOREA 13 SELECTED WORKS KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
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JUCHE 101 (2012) Foreign Languages Publishing House - Pyongyang, Korea - Juche 101 (2012) HISTORY OF REVOLUTIONARY ACTIVITIES OF PRESIDENT KIM IL SUNG
Testi digitali in francese e in inglese
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JUCHE 101 (2012) Foreign Languages Publishing House - Pyongyang, Korea - Juche 101 (2012) FOR A FREE AND PEACEFUL NEW WORLD
Testi digitali in francese e in inglese
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April 6, Juche 101 (2012) 1 LET US BRILLIANTLY ACCOMPLISH THE REVOLUTIONARY CAUSE OF JUCHE, HOLDING KIM JONG IL IN HIGH ESTEEM AS THE ETERNAL GENERAL SECRETARY OF OUR PARTY KIM JONG UN
Testi digitali in francese e in inglese
Talk to Senior Officials of the Central Committee of the Workers’ Party of Korea - April 6, Juche 101 (2012)
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July 26, Juche 101 (2012) 2 LET US STEP UP THE BUILDING OF A THRIVING COUNTRY BY APPLYING KIM JONG IL’S PATRIOTISM KIM JONG UN
Ora tradotto da KFA: lo trovate nei Testi in formato digitale alla data 04/12/2020
Talk to Senior Officials of the Central Committee of the Workers’ Party of Korea - July 26, Juche 101 (2012)
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2019 Foreign Languages Publishing House DPR Korea YOUNG PEOPLE OF KOREA IN KIM JONG UN ’S ERA
Testi digitali in francese e in inglese
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28/10/2019-04/11/2019 Seminario Nord-europeo Socialism is a Science Alejandro Cao de Benos (Es)
Testi digitali in francese e in inglese
Intervento al seminario nord-europeo nel 25° della pubblicazione sul Rodong Sinmun de "Il socialismo è una scienza" di KIM JONG IL con particolare riferimento a "L'accuratezza scientifica e la verità della teoria del socialismo orientata a Juche"
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28/10/2019-04/11/2019 Seminario Nord-europeo JUCHE IDEAS – SCIENTIFIC COMMUNIST TEACHING Aleksandr Shapovalov (Ua)
Testi digitali in francese e in inglese
Intervento al seminario nord-europeo nel 25° della pubblicazione sul Rodong Sinmun de "Il socialismo è una scienza" di KIM JONG IL con particolare riferimento a "L'accuratezza scientifica e la verità della teoria del socialismo orientata a Juche"
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28/10/2019-04/11/2019 Seminario Nord-europeo Socialism is sure to be victorious due to its scientific character and truth Anders Kristensen (Dk)
Testi digitali in francese e in inglese
Intervento al seminario nord-europeo nel 25° della pubblicazione sul Rodong Sinmun de "Il socialismo è una scienza" di KIM JONG IL con particolare riferimento a "L'accuratezza scientifica e la verità della teoria del socialismo orientata a Juche"
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28/10/2019-04/11/2019 Seminario Nord-europeo Characteristics and Vitality of Juche-oriented Theory of Socialism Andrei Jerzev (Ru)
Testi digitali in francese e in inglese
Intervento al seminario nord-europeo nel 25° della pubblicazione sul Rodong Sinmun de "Il socialismo è una scienza" di KIM JONG IL con particolare riferimento a "L'accuratezza scientifica e la verità della teoria del socialismo orientata a Juche"
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28/10/2019-04/11/2019 Seminario Nord-europeo In defense of scientific socialism – an immortal work of historic significance Christer Lundgren (Swe)
Testi digitali in francese e in inglese
Intervento al seminario nord-europeo nel 25° della pubblicazione sul Rodong Sinmun de "Il socialismo è una scienza" di KIM JONG IL con particolare riferimento a "L'accuratezza scientifica e la verità della teoria del socialismo orientata a Juche"
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28/10/2019-04/11/2019 Seminario Nord-europeo Concluding remarks The Swedish group for the studie of the Juche Idea
Testi digitali in francese e in inglese
Intervento al seminario nord-europeo nel 25° della pubblicazione sul Rodong Sinmun de "Il socialismo è una scienza" di KIM JONG IL con particolare riferimento a "L'accuratezza scientifica e la verità della teoria del socialismo orientata a Juche"
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28/10/2019-04/11/2019 Seminario Nord-europeo Korean style Socialism with Juche oriented view is the most superior and scientific socialism Daniel E Svensson (Swe)
Testi digitali in francese e in inglese
Intervento al seminario nord-europeo nel 25° della pubblicazione sul Rodong Sinmun de "Il socialismo è una scienza" di KIM JONG IL con particolare riferimento a "L'accuratezza scientifica e la verità della teoria del socialismo orientata a Juche"
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28/10/2019-04/11/2019 Seminario Nord-europeo Contribution to Swedish Seminar on the 25 anniversary of the publication of “Socialism Is A Science” Dr. Dermot Hudson (UK)
Testi digitali in francese e in inglese
Intervento al seminario nord-europeo nel 25° della pubblicazione sul Rodong Sinmun de "Il socialismo è una scienza" di KIM JONG IL con particolare riferimento a "L'accuratezza scientifica e la verità della teoria del socialismo orientata a Juche"
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28/10/2019-04/11/2019 Seminario Nord-europeo Comrade Kim Jong Il Stood in Defence of Socialism at Historic Turning Point Dmitri Kochenko (Ru)
Testi digitali in francese e in inglese
Intervento al seminario nord-europeo nel 25° della pubblicazione sul Rodong Sinmun de "Il socialismo è una scienza" di KIM JONG IL con particolare riferimento a "L'accuratezza scientifica e la verità della teoria del socialismo orientata a Juche"
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28/10/2019-04/11/2019 Seminario Nord-europeo “Socialism will achieve final victory” Dmitry Remizov (Ru)
Testi digitali in francese e in inglese
Intervento al seminario nord-europeo nel 25° della pubblicazione sul Rodong Sinmun de "Il socialismo è una scienza" di KIM JONG IL con particolare riferimento a "L'accuratezza scientifica e la verità della teoria del socialismo orientata a Juche"
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28/10/2019-04/11/2019 Seminario Nord-europeo Socialism Is A Science Doglachev (Ru)
Testi digitali in francese e in inglese
Intervento al seminario nord-europeo nel 25° della pubblicazione sul Rodong Sinmun de "Il socialismo è una scienza" di KIM JONG IL con particolare riferimento a "L'accuratezza scientifica e la verità della teoria del socialismo orientata a Juche"
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28/10/2019-04/11/2019 Seminario Nord-europeo Scientific character and veracity of the socialist theory of Juche Jaime Gómez Arjona (Es)
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Intervento al seminario nord-europeo nel 25° della pubblicazione sul Rodong Sinmun de "Il socialismo è una scienza" di KIM JONG IL con particolare riferimento a "L'accuratezza scientifica e la verità della teoria del socialismo orientata a Juche"
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28/10/2019-04/11/2019 Seminario Nord-europeo ”SOCIALISM IS A SCIENCE” IS A GREAT MASTERPIECE BY CHAIRMAN KIM JONG IL AND THE “COMMUNIST MANIFESTO” OF THE 20TH CENTURY” Jean-Claude Martini (It)
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Intervento al seminario nord-europeo nel 25° della pubblicazione sul Rodong Sinmun de "Il socialismo è una scienza" di KIM JONG IL con particolare riferimento a "L'accuratezza scientifica e la verità della teoria del socialismo orientata a Juche"
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28/10/2019-04/11/2019 Seminario Nord-europeo The struggle for the independence in Northern Europe requires common ideology Juha Kieksi (Fi)
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Intervento al seminario nord-europeo nel 25° della pubblicazione sul Rodong Sinmun de "Il socialismo è una scienza" di KIM JONG IL con particolare riferimento a "L'accuratezza scientifica e la verità della teoria del socialismo orientata a Juche"
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28/10/2019-04/11/2019 Seminario Nord-europeo The scientific accuracy and truthfulness of the socialist theory of Juche Lukáš Vrobel (Cz)
Testi digitali in francese e in inglese
Intervento al seminario nord-europeo nel 25° della pubblicazione sul Rodong Sinmun de "Il socialismo è una scienza" di KIM JONG IL con particolare riferimento a "L'accuratezza scientifica e la verità della teoria del socialismo orientata a Juche"
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28/10/2019-04/11/2019 Seminario Nord-europeo Socialism based on Juche is invincible Lyudmil Kostadinov (Bu.)
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Intervento al seminario nord-europeo nel 25° della pubblicazione sul Rodong Sinmun de "Il socialismo è una scienza" di KIM JONG IL con particolare riferimento a "L'accuratezza scientifica e la verità della teoria del socialismo orientata a Juche"
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28/10/2019-04/11/2019 Seminario Nord-europeo The actuality of Kim Jong Uns font „Socialism is a science“ Dr. Markus Fiedler (De)
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Intervento al seminario nord-europeo nel 25° della pubblicazione sul Rodong Sinmun de "Il socialismo è una scienza" di KIM JONG IL con particolare riferimento a "L'accuratezza scientifica e la verità della teoria del socialismo orientata a Juche"
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28/10/2019-04/11/2019 Seminario Nord-europeo The Great Leader Comrade KIM JONG IL is the Brilliant Teacher of Socialism Martin Lötscher (Ch)
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Intervento al seminario nord-europeo nel 25° della pubblicazione sul Rodong Sinmun de "Il socialismo è una scienza" di KIM JONG IL con particolare riferimento a "L'accuratezza scientifica e la verità della teoria del socialismo orientata a Juche"
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28/10/2019-04/11/2019 Seminario Nord-europeo Scientific character and veracity of the socialist theory of Juche About Socialism is Science Mikel Vivanko (Es)
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Intervento al seminario nord-europeo nel 25° della pubblicazione sul Rodong Sinmun de "Il socialismo è una scienza" di KIM JONG IL con particolare riferimento a "L'accuratezza scientifica e la verità della teoria del socialismo orientata a Juche"
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28/10/2019-04/11/2019 Seminario Nord-europeo WPK in the fight against Khrushchev revisionism Mikhail Vikulin (Ru)
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Intervento al seminario nord-europeo nel 25° della pubblicazione sul Rodong Sinmun de "Il socialismo è una scienza" di KIM JONG IL con particolare riferimento a "L'accuratezza scientifica e la verità della teoria del socialismo orientata a Juche"
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28/10/2019-04/11/2019 Seminario Nord-europeo Socialism is a science – introduction and analysis Nils O Mollberg (Swe)
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Intervento al seminario nord-europeo nel 25° della pubblicazione sul Rodong Sinmun de "Il socialismo è una scienza" di KIM JONG IL con particolare riferimento a "L'accuratezza scientifica e la verità della teoria del socialismo orientata a Juche"
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28/10/2019-04/11/2019 Seminario Nord-europeo The scientific accuracy and truth of the Juche-orientated theory of socialism 2019: North European Juche seminar
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Intervento al seminario nord-europeo nel 25° della pubblicazione sul Rodong Sinmun de "Il socialismo è una scienza" di KIM JONG IL con particolare riferimento a "L'accuratezza scientifica e la verità della teoria del socialismo orientata a Juche"
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28/10/2019-04/11/2019 Seminario Nord-europeo Socialism is a science Phil. Vasile Orleanu (Ro)
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Intervento al seminario nord-europeo nel 25° della pubblicazione sul Rodong Sinmun de "Il socialismo è una scienza" di KIM JONG IL con particolare riferimento a "L'accuratezza scientifica e la verità della teoria del socialismo orientata a Juche"
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28/10/2019-04/11/2019 Seminario Nord-europeo Contribution to the Swedish seminar on the 25th anniversary of the publication of "Socialism is a science" Roberto Gessi (It)
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Intervento al seminario nord-europeo nel 25° della pubblicazione sul Rodong Sinmun de "Il socialismo è una scienza" di KIM JONG IL con particolare riferimento a "L'accuratezza scientifica e la verità della teoria del socialismo orientata a Juche"
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28/10/2019-04/11/2019 Seminario Nord-europeo The Scientific and the Truthfulness of the Socialist Theory of Juche Thomas Lösch (Au)
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Intervento al seminario nord-europeo nel 25° della pubblicazione sul Rodong Sinmun de "Il socialismo è una scienza" di KIM JONG IL con particolare riferimento a "L'accuratezza scientifica e la verità della teoria del socialismo orientata a Juche"
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28/10/2019-04/11/2019 Seminario Nord-europeo Scientific Character and Veracity of the Socialist Theory of Juche Trever Aritz Ubillos Hill (Es)
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Intervento al seminario nord-europeo nel 25° della pubblicazione sul Rodong Sinmun de "Il socialismo è una scienza" di KIM JONG IL con particolare riferimento a "L'accuratezza scientifica e la verità della teoria del socialismo orientata a Juche"
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Juche 109 (2020) Foreign Languages Publishing House - DPR Korea ON SOME POINTS OF THE JUCHE IDEA KIM IL SUNG
Testi digitali in francese e in inglese
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Juche 109 (2020) Foreign Languages Publishing House -DPR Korea FOR THE PEOPLE KIM JONG UN Excerpts from Works by Kim Jong Un
Testi digitali in francese e in inglese
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Juche 109 (2020) Foreign Languages Publishing House - DPR Korea LOVE THE FUTURE KIM JONG UN
Testi digitali in francese e in inglese
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Juche 109 (2020) Foreign Languages Publishing House -DPR Korea ON GIVING PRECEDENCE TO SCIENCE AND TECHNOLOGY KIM JONG UN
Testi digitali in francese e in inglese
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Juche 109 (2020) Foreign Languages Publishing House -DPR Korea EDUCATION IN THE DPRK
Testi digitali in francese e in inglese
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Juche 109 (2020) Foreign Languages Publishing House -DPR Korea MAKING SELFLESS, DEVOTED EFFORTS FOR THE GOOD OF THE PEOPLE
Testi digitali in francese e in inglese
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Juche 109 (2020) Foreign Languages Publishing House -DPR Korea SPEECH AT THE MILITARY PARADE CELEBRATING THE 75 TH ANNIVERSARY OF THE FOUNDING OF THE WORKERS’ PARTY OF KOREA KIM JONG UN
Testi digitali in francese e in inglese
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Juche 109 (2020) Foreign Languages Publishing House -DPR Korea THE JUCHE IDEA IS AN IDEA THAT HAS INHERITED AND DEVELOPED THE PROGRESSIVE IDEOLOGIES OF MANKIND KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
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Juche 110 (2021) Foreign Languages Publishing House -DPR Korea WE WILL BRILLIANTLY CARRY FORWARD THE GREAT HEROIC SPIRIT OF THE VICTORIOUS WARTIME GENERATION KIM JONG UN
Testi digitali in francese e in inglese
Speech at the Seventh National Conference of War Veterans July 27, Juche 110 (2021)
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Juche 110 (2021) Foreign Languages Publishing House -DPR Korea KIM IL SUNG AND HIS MENTOR
Testi digitali in francese e in inglese
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Juche 110 (2021) Foreign Languages Publishing House -DPR Korea FOR A FREE AND PEACEFUL NEW WORLD
Testi digitali in francese e in inglese
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February Juche 111 (2022) Published by Foreign Languages Publishing House, DPR Korea THE PEOPLE’S LEADER Kim In Chol Edited by An Chol Gang, Jang Hyang Ok Translated by Cha Kwang Hyok, Choe Kyong Nam, Choe Kwang
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September 8, Juche 111 (2022) WORKING PEOPLE OF THE WHOLE WORLD, UNITE!- Foreign Languages Publishing House DPR Korea POLICY SPEECH AT THE SEVENTH SESSION OF THE 14TH SUPREME PEOPLE’S ASSEMBLY OF THE DEMOCRATIC PEOPLE’S REPUBLIC OF KOREA KIM JONG UN
Testi digitali in francese e in inglese
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Juche 111 (2022) Foreign Language Publishing House DPRK Korea IN THE EMBRACE OF KIM IL SUNG Pak Kum Sun
Testi digitali in francese e in inglese
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Juche 111 (2022) Foreign Language Publishing House DPRK Korea LET US SERVE THE PEOPLE KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
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Juche 111 (2022) Foreign Languages Publishing House, DPRK International Friendship Exhibition House International Friendship Exhibition House
Testi digitali in francese e in inglese
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Juche 111 (2022) Foreign Languages Publishing House DPR Korea THE REVOLUTIONARY CAREER AND EXPLOITS OF THE GREAT COMRADE KIM IL SUNG WILL SHINE FOR EVER KIM JONG UN
Testi digitali in francese e in inglese
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Juche 111 (2022) Foreign Languages Publishing House DPR Korea THE WORKERS’ PARTY OF KOREA IS A PARTY THAT MAKES SELFLESS, DEVOTED EFFORTS FOR THE PEOPLE KIM JONG UN
Testi digitali in francese e in inglese
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Juche 112 (2023) Foreign Languages Publishing House CONGRATULATIONS ON THE GREAT VICTORY IN THE FATHERLAND LIBERATION WAR KIM IL SUNG
Testi digitali in francese e in inglese
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Juche 112 (2023) Foreign Languages Publishing House DPR Korea THE EXPLOITS OF THE GREAT VICTORS WILL REMAIN WITH US FOR EVER KIM JONG UN
Testi digitali in francese e in inglese
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Juche 112 (2023) Edited by Yun Yong Il and Jang Hyang Ok - Translated by Cha Kwang Hyok and Jong Myong Jin - June 25, l950-July 27, 1953 Foreign Languages Publishing House DPR Korea The Great Victorious War Tells Kim Su Ryon
Testi digitali in francese e in inglese
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Juche 112 (2023) Edited by Kim Kuk Chol - Translated by Kim Yong Nam Foreign Languages Publishing House DPR Korea LEADING THE FATHERLAND LIBERATION WAR TO VICTORY Rim Ok
Testi digitali in francese e in inglese
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Juche 112 (2023) Edited by An Chol Gang - Translated by Cha Kwang Hyok Foreign Languages Publishing House DPR Korea Journey of Devotion for the Good of the People Pak Chol Jun and Ri Kwang Hun
Testi digitali in francese e in inglese
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Juche 112 (2023) Foreign Languages Publishing House DPR Korea KIM JONG IL: Anecdotes of His External Activities KIM JONG IL
Testi digitali in francese e in inglese
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Juche 112 (2023) Foreign Languages Publishing House DPR Korea - Juche 112 (2023) Journey of Devotion for the Good of the People KIM JONG UN
Testi digitali in francese e in inglese
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Juche 112 (2023) Foreign Languages Publishing House DPR Korea - Juche 112 (2023) Cradle of Happiness for the People KIM JONG UN
Testi digitali in francese e in inglese
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Juche 113 (2024) Congratulatory speech at a dinner held at the end of the meaningful year 2023 in appreciation of the efforts of members of the central leadership body of the Party December 31, Juche 112 (2023) Foreign Languages Publishing House DPR Korea LET US REDOUBLE OUR EFFORTS FOR THE GOOD OF OUR GREAT STATE AND PEOPLE KIM JONG UN
Testi digitali in francese e in inglese
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Seminario Juche

Breve Corso dell’Idea Juche
Il corso è tenuto dalla maggiore esperta coreana di Juche, mia coetanea, la professoressa Mun Jong Suk
Quando era ancora bambina Mun Jong Suk fu presentata al Grande Presidente Kim Il Sung per la sua vivace intelligenza e così il Presidente stabilì che avrebbe potuto continuare gli studi nella più prestigiosa università di Pyongyang. Infatti la giovane Mun Jong Suk potè laurearsi all’università Kim Il Sung.

Naturalmente qui faremo solo un accenno all’Idea Juche in quanto lo sviluppo del pensiero Juche viene demandato alla pagina appositamente dedicata in questo menù

IDEA JUCHE

Perché Juche e non marxismo-leninismo?
La situazione storica della Corea era molto diversa da quella Russa.
Il problema fondamentale della Corea non era quella di liberarsi di una classe dominante che vessava le classi sociali più deboli in un rapporto sociale di semi-schiavitù, ma quello di liberarsi dalle invasioni straniere.
La Corea aveva conosciuto molto presto l’aggressività Yankie.
Infatti, fin dagli anni successivi alla elezione del primo presidente (Ulysses S. Grant) dopo la guerra di secessione, già il nonno di Kim Il Sung aveva dovuto combattere per scacciare l’esercito USA che aveva invaso la Corea (1871) uccidendo 350 coreani, ritirandosi in ciò che i coreani chiamano Sinmiyangyo, ritenendola un paese di rilevanza strategica irrinunciabile per la sua vicinanza sia alla Cina che alla Russia, anche se il pretesto fu un combattimento di quattro giorni, avvenuto nel 1866 in quanto una nave mercantile statunitense dotata di un potente armamento militare, che si era arenata vicino a Pyongyang, avendo ricevuto l’ordine di andarsene da parte di ufficiali coreani, aveva invece ingaggiato una battaglia uccidendo quattro coreani e rapendo un ufficiale militale, e fu quindi data alle fiamme dalla marina coreana.
Kim Il Sung poi, nella guerra ventennale (1925-1945)di liberazione dai Giapponesi aveva perso in guerra sia il padre che il fratello e non si era potuto trattenere al capezzale della madre morente, incitato da lei stessa a tornare ai suoi doveri patriottici.
Infine la vittoria con la liberazione del territorio a Nord del 38° parallelo da parte di Kim Il Sung sulla più devastante guerra che la Corea abbia subito a causa dei bombardamenti americani dal 1950 al 1953, che la rasero completamente al suolo, diede a Kim Il Sung la possibilità di fondare la Repubblica Popolare Democratica di Corea.
La storia della Corea si estende dai tempi del Paleolitico inferiore fino ai giorni nostri.
Fin dal 676 Silla aveva conquistato la maggior parte della penisola coreana, ma già il precedente regno Goguryeo aveva sconfitto le invasioni cinesi.
Tra l’892 e il 936 vi fu un tumultuoso periodo dei tre regni, ma nel successivo periodo Goryeo la Corea vide la codificazione delle leggi, l’introduzione di un apparato amministrativo statale e la fioritura del buddhismo. Nel 993-1019 la dinastia khitana dei Liao invase Goryeo, ma fu respinta. Nel 1238 fu la volta dell’Impero mongolo che invase la penisola iniziando una guerra di quasi trent’anni, al termine della quale le due parti firmarono un trattato di pace.
Nel 1392, a seguito di un colpo di Stato, il generale Yi Seong-gye fondò la dinastia Joseon (1392-1910). Re Sejong il Grande (1418-1450) promulgò l’hangul, l’alfabeto coreano (ma fu poi Kim Il Sung a trasformarne la scrittura da sinistra a destra inceve che dall’alto in basso). Tra il 1592 e il 1598 il Giappone invase la Corea, ma fu infine respinto grazie agli sforzi degli eserciti e della marina guidata dall’ammiraglio Yi Sun-shin. Negli anni 1620 e 1630 Joseon subì invasioni dalla dinastia manciù dei Qing.
Durante il XIX secolo la Corea tentò di porre un freno all’influenza straniera chiudendo le frontiere a tutte le nazioni eccetto la Cina.
Nel 1866 la Francia pensò bene di invadere porzioni dell’isola Ganghwa della Corea per le restrizioni che questa aveva imposto al proselitismo cattolico di missionari francesi, ma non vi rimasero a lungo.
Nel 1895 l’imperatrice Myeongseong fu assassinata da agenti giapponesi. Nel 1897 Joseon fu ridenominato Impero coreano (1897-1910) e re Gojong divenne l’imperatore Gojong.
Nel 1905 i giapponesi dissero di aver costretto la Corea a firmare il trattato di Eulsa che trasformava il Paese in un protettorato e successivamente, nel 1910, un secondo trattato che annetteva direttamente la Corea all’Impero giapponese, sebbene nessuno dei due accordi sia considerato legalmente valido (in quanto risultò un falso storico). La resistenza coreana all’invasione nipponica si manifestò in maniera non violenta nel massiccio movimento del 1º marzo del 1919. In seguito il movimento di liberazione coreano, coordinato dal governo provvisorio della Repubblica di Corea in esilio, fu largamente attivo nelle confinanti Manciuria, Cina e Siberia ad opera del padre di Kim Il Sung e di Kim Il Sung stesso.
Infatti l’Idea Juche stabilisce l’indipendenza dell’uomo sia rispetto al mondo naturale che a quello di governi stranieri.

Perché l’Idea Juche funziona meglio del marxismo-leninismo sia a livello individuale che sociale?
Perché l’Idea Juche pone il singolo uomo con la sua creatività al centro della propria autodeterminazione. Non viene accettata una sorta di fatalismo nei rapporti di classe di una società capitalistica che in Corea non si presentò.
Questa filosofia riguarda sia la singola persona che sarà determinante per la propria carriera scolastica e quindi lavorativa, per così dire rimboccandosi le maniche, anche di fronte a ostacoli molto ardui da superare, ma comunque sempre senza mai chiedere aiuti esterni, che normalmente gli si rivolterebbero contro.Cioè si rivolterebbero contro la più grande aspirazione dell’uomo che per l’Idea Juche è quella della propria audeterminazione.
Ma riguarda anche la successiva entità sociale, la famiglia (riconosciuta anche dal marxismo) che unisce i propri sforzi al raggiungimento di un obiettivo comune, il proprio benessere socio-culturale.
Infine coinvolge tutta la società di una nazione che aspira a realizzare gli stessi identici principi di indipendenza e autodeterminazione del singolo individuo, senza aiuti ’pelosi’ da parte di Paesi stranieri.

Perché nell’Idea Juche funziona questo collegamento tra privato e sociale?
Perché l’Idea Juche implementa il principio della ruota.
Il mozzo, ovvero il centro della ruota rappresenta l’unità di intenti ed è impersonato dal Leader.
I raggi della ruota sono personificati delle strutture di partito che devono riportare al Leader le istanze della base, che a sua volta personifica il cerchione sul quale ruota cammina. Senza le istanze vissute sulla propria pelle dei singoli individui e che determinano in essi delle priorità irrinunciabili la ruota non andrebbe da nessuna parte. Senza i raggi la ruota si sfascierebbe e senza un mozzo non potrebbe andare nella direzione voluta. Un Leader non amato dal proprio popolo o che non fosse illuminato dal partito sulle istanze popolare sarebbe un tiranno.
Ecco perché funziona, perché il Leader è solo la personificazione della volontà popolare che si esprime attraverso il partito.
Per intenderci meglio, la qualità maggiormente riconosciuta al più grande dei Leader coreani, Kim Il Sung, è stata la sua grande modestia, oltre all’onestà.
Jimmy Carter, l’unico presidente statunitense che visitò la Corea Democratica, ebbe a dichiarare che non aveva mai conosciuto un uomo più onesto di Kim Il Sung, e che neppure assommando l’onestà di due presidenti americani come Jefferson e Washington si poteva eguagliare l’onestà di Kim Il Sung.

Cosa protegge la ruota nel suo percorso da ingerenze esterne?
Il Songun.

Che cos’è il Songun?
Quando Kim Il Sung ricacciò i Giapponesi a casa loro e a distanza di pochi anni respinse la devastante invasione invasione Yankie oltre il 38° parallelo, il suo eroismo, già noto in tutto il Paese (i suoi soldati l’avevano dapprima nominato Stella, dandogli l’importanza di una stella che guida il suo popolo con sicurezza verso la vittoria, ma poi lo rinominarono Sole, questo significa Sung, Kim Il Sole, perché il suo pensiero illuminava il cammino non solo dei suoi militari, ma di tutti i popoli nel mondo che l’avessero messo in pratica), il suo eroismo dicevo salì alle stelle. E il Grande Kim, per la sua innata modestia, volle anche per via pratica indirizzare tutta la riconoscenza della popolazione liberata, nei confronti dell’esercito.
In pratica il Songun diventa la modalità di realizzazione del Juche. L’eroico esercito coreano, che non ha mai conosciuto sconfitte, ben può non solo rappresentare l’unità monolitica del Paese, ma proteggere questa unità monolitica, non scalfibile, del proprio popolo, unità di intenti, unità di amore per il proprio leader, unità di rispetto reciproco, unità di difesa verso le aggressioni esterne.
Il Songun è il principio che mette al centro l’esercito, non solo nello sviluppo di strategie di difesa e di studio e realizzazione degli armamenti necessari, ma anche di ogni aspetto della vita pubblica, dalla semina dei campi, alla pesca, alla costruzione delle case.
L’esercito occupa ogni ganglio della vita civile, e rappresenta la massima espressione in ogni campo, dalla ricerca alla fabbricazione. Come si fa a non amare le persone che ti costruiscono la casa con tanta cura e dedizione e ti raccolgono il mais o il riso per il tuo sostentamente. E’ naturale che nella repubblica democratica di Corea l’esercito sia tanto amato e rappresenti per ogni Coreano la propia fiducia nello Stato, nel Leader e giustezza dell’Idea Juche.

LO STUDIO DELL'IDEA JUCHE

Vorrete scusare se le parti che seguono hanno un linguaggio e una sintassi non propriamente ortodosse, ma dovete capire che le lezioni in diretta erano per me tradotte dal coreano in spagnolo e da me ritradotte in simultanea in italiano mentre le scrivevo e quindi dato che ho dimenticato la stenografia e che lo spagnolo non è la mia lingua madre, vi chiedo di accontentarvi perché ho creduto lo stesso valesse la pena riportavi almeno parzialmente il pensiero di quella che considerano la più grande filosofa vivente di Juche, Mun Jong Suk.
In seguito, se ci sarà un’adeguata richiesta vedremo di organizzare un corso che entri più in profondità.

La scintilla dell’Idea Juche, "l’uomo è il padrone di tutto (da cui la parola composta ju-ché) e decide tutto", è scoccata nella mente del Presidente Eterno Kim Il Sung durante la guerra per la liberazione della sua patria contro la dominazione giapponese negli anni '30 del secolo breve e con la sua cultura politica, capacità umana di ascolto e intelligenza, Kim Il Sung è stato in grado di maturarla fino a costituire un completo impianto filosofico originale e completo in ogni sua sfumatura e implicazione, dandone poi contezza al mondo intero il 28 dicembre 1955 nel suo discorso "Eliminazione del dogmatismo e del formalismo e il costituirsi del Juche nel lavoro ideologico". Da questa scintilla Kim Il Sung fece nascere la fiaccola che illumina il Mondo con la sua Luce e che è il monumento al centro di Pyongyang e nel cuore di ogni coreano.
La genialità e l’acutezza filosofica di Kim Il Sung può stare orgogliosamente al confronto con Marx, Engels, Lenin, Stalin, Mao ecc. e in genere con i più grandi pensatori socialisti, anzi, probabilmente li sovrasta tutti se il suo socialismo continua e si rinforza ancora dopo tre generazioni, mentre gli altri socialismi sono crollati alla morte dei loro fautori.
L’Idea del Juche è una filosofia centrata sull’uomo che spiega la sua posizione ed il suo ruolo nel mondo.

L’uomo è dunque ’padrone del mondo’ e ’della storia’, egli può modificare la natura e governare i processi storici.
La filosofia marxista pose i rapporti tra la materia e la coscienza, tra l’essere e il pensiero come problema essenziale della filosofia e dimostrò la preminenza della materia e dell’essere; pertanto essa accertò che il mondo è costituito di materia, si trasforma e si sviluppa grazie al movimento della materia. La filosofia del Juché, invece, pose come problema fondamentale della filosofia il rapporto tra il mondo e l’essere umano nonché la posizione e il ruolo che spettano all’uomo nel mondo; essa determinò il principio filosofico secondo cui l’uomo è padrone di tutto e decide di tutto, principio che le servì da base per chiarire la più giusta via per modellare il destino dell’uomo.
La filosofia del Juché, per la prima volta nella storia, chiarì in modo scientifico gli attributi essenziali dell’essere umano; quindi trovò in lui l’essere superiore e il più potente al mondo e propose un nuovo punto di vista sul mondo secondo cui l’uomo domina e trasforma il mondo.

L’INDIPENDENZA
Il centro di gravità, il nerbo portante, l’albero maestro, il pilastro che sostiene tutta l’impalcatura dell’Idea Juche è l’indipendenza.
Quando gli occidentali parlano dell’uomo o dell’umanità si riferiscono alla singola persona, al singolo uomo o alla singola donna, gli orientali al contrario quando si riferiscono all’uomo intendono l’intera umanità.
Pertanto l’indipendenza orientale è quella dell’intera umanità, anche quando si tratti dell'indipendenza di una singola persona o di un singolo popolo, l'indipendenza in oriente viene vissuta nella sua accezione più alta, come una conquista dell’umanità, con un affrancamento dalle difficoltà naturali o sociali.

L’Idea Juche non deve essere considerata un’evoluzione del marxismo, ma un’idea originale e completa.
Infatti la critica di Kim Il Sung a Marx è quella di aver calato l’uomo in un rapporto sociale imprescindibile, che storicamente spiega perfettamente l’evoluzione dell’umanità fin dagli albori, in tutte le sue fasi evolutive (il matriarcato, il patriarcato, le guerre tribali, lo schiavismo, la costituzione dei regni, delle democrazie, e via via fino ai giorni nostri con la grande influenza delle religioni dal patriarcato in poi e fino all’industrializzazione), ma di non averne mostrato altro che l’aspetto economico (mentre l’uomo esiste anche su altre dimensioni, come ad ad esempio su quella culturale), anche se Marx stesso arriverà ad affermare che gli scienziati potrebbero essere una classe sociale alla quale sia facilmente possibile affrancarsi dai gioghi del capitalismo.
In effetti la Storia naturale dell’uomo nell’"Origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato" è sì una perfetta esegesi della storia dell’umanità, ma Kim Il Sung fa un passo ulteriore, pur condividendo appieno le analisi di Marx ed Engels, si chiede: "Perché l’uomo, ovvero l’umanità deve lasciarsi irretire da questi meccanismi, perché non deve ribellarsi all’oppressione del più forte, perché l’uomo, ovvero l’umanità, l’animale che si ritiene il più intelligente mai esistito in natura, non può trovare in se stesso la forza di uscire, di liberarsi da queste gabbie sociali?"

Già la recente Rivoluzione Francese, e poi le rivoluzioni di ispirazione marxista-leninista in Russia e maoiste in Cina avevano indicato una strada di liberazione dalle gabbie sociali delle società medioevali dei re e degli imperatori, ma il grande intellettuale redattore del "Il Capitale", nonostante lo sprone continuo del suo grande amico Engels, rimaneva scettico sul buon esito delle rivoluzioni tout-court (troppe ne aveva viste fallire miseramente nel corso della storia umana): ne aveva la certezza quando non era coinvolto il proletariato (come era successo con la recente Rivoluzione Francese che alla fine aveva favorito la borghesia) e quando non puntava al comunismo come era stato prima della Rivoluzione Bolscevica, ma soprattutto Marx pensava che quando le rivoluzioni non scoppiavano per gravi crisi economiche non aveva senso farle scoppiare forzatamente perché non avrebbero portato a nulla ed anzi arrivava ad affermare che non c’era alcun motivo di forzare la mano spingendo i popoli a fare la rivouzione perché questa sarebbe scoppiata automaticamente a causa delle sempre più frequenti e gravi crisi capitalistiche (pertanto è innegabile una sorta di tacito fatalismo soprattutto nel pensiero di Marx).
Rivoluzioni di successo nella storia dell’umanità ve n’erano state tante, dall’alimentazione vegetariana a quella onnivora, dalla caccia alla coltivazione e così via, ma sempre quando l’uomo era stato spinto a nuove conquiste o a nuovi affrancamenti.
Marx risponde esaurientemente a questo impianto e spiega esattamente a cosa deve mirare la rivoluzione sociale, inoltre le tre leggi di Engels ne stabilitsco in certo qual modo anche la ragione logico-filosofica.
Però con tutto ciò non si può non notare che per Marx, Engels e Lenin:
L’uomo possa far leva solo sulla propria sofferenza (e non sul proprio orgoglio come propone Kim Il Sung, l’orgoglio di essere indipendente, ossia di contare sulle sole proprie forze. di esserne orgoglioso ed essendolo sapere di non dover nulla a nessuno se non alla propria forza, intelligenza e fantazia)
Che ogni alleanza che porti allo scopo sia percorribile, come dimostreranno Lenin e Stalin (e non che ci si debba fidare solo delle proprie forze per evitare aiuti "pelosi" come li chiama Kim Il Sung, se ne comprende bene il significato e aggiungerei che se ne son visti gli esiti ad esempio in tutta l’America latina finché ha accettato aiuti dagli Yankee)
Che dopo una breve transizione dalla società capitalistica si debba presto arrivare ad una società comunista, come voleva Marx e come nessuno è mai riuscito a realizzare sulla faccia della Terra (e non avere la lungimiranza di Kim Il Sung che avendo constato che il raggiungimento del comunismo in costituzione era fonte di continuo stress psicofisico da parte della popolazione per non esserci ancora arrivati, decide di toglierlo proprio dalla Costituzione. perché l’indipendenza è la prima aspirazione di ogni uomo, ma tutte le altre aspirazioni sono secondarie e quindi sacrificabili sull’altare dell’indipendenza se necessario, pur appunto di non perdere l’indipendenza).

L’indipendenza inoltre non ha soltanto un valore individuale (l’uomo diventa adulto solo quando si rende indipendente dalla famiglia d’origine) e anche il bambino cresce se riesce a staccarsi dal latte materno e si affranca nella società dei suoi coetanei, ma l’indipendenza ha anche un fortissimo valore sociale in primo luogo come indipendenza dall’occupazione straniera (e la Corea ne ha subite di occupazioni straniere dolorosissime per durata e crudeltà subite).
La sovranità è la caratteristica principale di uno Stato legittimo. Un Paese senza sovranità non non occupa neppure una posizione legittima nella comunità internazionale, non può elaborare proprie linee politiche ed istituzionali in totale indipendenza e con completa sovranità paritetica nelle relazioni con gli altri Paesi.
Inoltre lo spirito indipendente rappresenta la combattività, l’indomabilità e l’invincibilità della razza umana.
La ricerca dell’indipendenza di un popolo è il collante della sua omogeneità, della sua saggezza e della sua cultura, intelligenza, coraggio, patriottismo e risolutezza.
L’indipendenza di per sé è in grado di segnare il percorso storico univoco e unitario di un popolo e la costante tensione al successo vittorioso dei propri obiettivi, anche nel riconoscimento di altri popoli omogenei con gli stessi ideali e con i quali unirsi idealmente per il rafforzamento globale dell’idea di indipendenza dei popoli.
Infine l’indipendenza richiama la libertà della Rivoluzione Francese, in quanto ogni successo nell’ottenimento di una maggiore indipendenza libera gli uomini da vincoli che trattenevamo prima la propria libera autodeterminazione.
Allo stesso tempo l’indipendenza richiama anche l’egalité francese in quanto solo l’unione delle indipendenze di tutti gli uomini può giustificare la creazione di un Paese indipendente, dove appunto tutti gli uomini possa godere di indipendenze analoghe, ovvero dove regni l’uguaglianza.
La fraternità scaturisce dalla identità di intenti, dalla granitica coesione, come dice Kim Il Sung.

Le maggiori conquiste dell’uomo sono sempre state conquiste di indipendenza, ossia di affrancamento da troppo ristretti vincoli precedenti.
L’indipendenza dalla foresta, l’indipendenza dall’alimentazione vegetariana, l’indipendenza dalla coda e dal quadrumanismo, l’indipendenza dagli habitat naturali, l’indipendenza dalle religioni, l’indipendenza dalla gravità e così via.
Inoltre l’indipendenza come continua evoluzione, ossia continua ricerca di affrancamento dalle limitazioni imposte dalla natura (calamità, malattie ecc.), dalle società umane (tentativi di sopraffazione, di invasione e di sfruttamente da parte dei nemici della Corea o anche più semplicemente dall’imperialismo capitalistico) e l’affrancamento dall’istino di sopraffazione dell’uomo sull’uomo e dell’uomo sulla donna sono motori perfetti per instaurare le tre leggi di Engels, che garantiscono una rivoluzione continua e non scadono in sclerotici burocratismi come avvenuto in altre rivoluzione che avendo avuto la tendenza a cristallizzarsi sono poi finite miseramente.

Anche la rivoluzione sociale del proletariato non ha prospettive di durata se non ha ben chiaro quale meccanismo debba instaurare dopo il proprio avvio e dopo aver preso il potere, ossia se non riesce ad instaurare un processo rivoluzionario continuativo.

Con l’anelito all’indipendenza Kim Il Sung fornisce una motivazione reale e percorribile a tutti i popoli per affrancarsi dal capitalismo e dall’imperialismo, una motivazione peraltro di segno di positivo, quindi che non scaturisce da una privazione materiale o da un abbruttimento morale e civile, ma dalla presa di coscienza di sé come essere umano, come animale all’apice della catena alimentare, in grado di piegare gli altri animali e spesso anche le forze naturali al suo volere, che non teme nessun tipo di minaccia, neppure quelle che momentaneamente sembrano più grosse di lui perché con la forza di volontà, la costanza dello sforzo, l’impulso caparbio, la fantasia e la scienza prima o poi non c’è nulla che gli possa resistere a lungo, si tratti di ostacoli naturali, di intoppi matematici, o di dominazioni straniere.

Ogni massa popolare oppressa od umiliata si può riappropriare del proprio destino attraverso l’analito naturale alla propria indipendenza: infatti i padroni della rivoluzione e della costruzione del socialismo sono le masse popolari, che ne sono quindi motore e forza.
Secondo il principio di indipendenza ognuno è padrone e artefice del proprio destino e ognuno gioca il decisivo ruolo di cambiare il mondo e trasformare il proprio destino.
Inoltre questo anelito all’indipendenza e all’autodeterminazione (un sinonimo in campo sociale) non ha le limitazioni del marxismo (che finora ha dimostrato la sua validità solo nel passaggio da società feudali a società socialiste: il passaggio al socialismo non si è mai verificato in una società industriale capitalistica) e non presenta alcuna ipotizzabile difficoltà di realizzazione neppure in una società industrialmente avanzata o post-industriale.

Certo vivere conformemente secondo l’attributo essenziale dell’uomo, l’indipendenza, senza padroni, richiede di opporsi ad avere padroni e ad ogni tentativo di sopraffarla. L’uomo per vivere con naturelezza la propria vita deve mettersi contro ogni tentativo che ostacola la sua indipendenza.
Questo può richiedere, soprattutto nelle classi meno acculturate delle campagne o delle montagne, lontane dai centri culturali più importanti, una sorta di educazione ad una propria se non altro maggiore indipendenza sia dall’habitat naturale che da eventuali tentativi umani di limitazione delle proprie libertà di scelta. Però certo il messaggio della propria indipendenza è più facile da comprendere rispetto a quello del sollevarsi dalla propria condizione di sudditanza perché connaturato alla natura umana.
La controprova della centralità dell’indipenza come valore naturale fondamentale dell’uomo la ritroviamo nel mondo industriale capitalistico che ha coniato e realizzato il termine di dipendenza per le classi lavoratrici subalterne.
Un termine che dà fastidio in quanto richiama altre più gravi dipendenze, dall’alcool, dalla droga, dal gioco... ma dal lavoro? perché chiamare dipendenti i lavoratori? È un termine che ho sempre considerato intollerabile, ancora prima di conoscere il primcipio dell’indipendenza dell’Idea Juche ed ora capisco meglio il perché.

Però l’indipendenza, al contrario della ribellione, è di per sé un processo rivoluzionario continuativo in quanto come abbiamo visto la continua ricerca dell’indipendenza non finisce mai, e riguarda ogni attività e stato umano, compresa la ricerca scientifica.
Mentre la ribellione termina in se stessa, l’indipendenza è invece un processo continuo e non solo, la ribellione è un processo totalizzante, nel senso che non ci si può ribellare un poco, mentre l’indipendenza può cominciare anche dalle piccole cose e ampliarsi anche nel corso di tutta la nostra vita.
Quindi è un vero processo rivoluzionario permanente. Se si mette al centro l’indipendenza non occorre chiedersi e dopo cosa faremo, come potrebbe succedere invece con la ribellione, in quanto i traguardi dell’indipendenza non sono mai definitivi e raggiunto un successo si è già sulla base di partenza per il successivo.

L’indipendenza assunta a valore assoluto dell’umanità comporta come conseguenza l’aspirazione all’amicizia e alla pace nei principi fondamentali di politica estera, dato che il valore dell’indipendenza viene riconosciuto a tutti, ad ogni uomo e ad ogni Paese nel mondo.
Pertando i paesi che accettano il principio universale dell’indipendenza garantiscono anche la cooperazione paritaria e ogni forma di relazione che possa garantire la pace e la sicurezza nel mondo.

Indipendente è la posizione di risolvere tutti i problemi secondo decisioni proprie e risolverle con le proprie forze e sotto la propria responsabilità.
Come chi ha la responsabilità di decidere, determinare e realizzare e farlo con le proprie capacità così deve fare il popolo.
Per mantenere le posizioni indipendenti vanno osservati quattro principi:
1.L’ideologia Juche è a capo della rivoluzione.
2.Il principio di indipendenza politica difende la liberazione nazionale e pratica le politiche che rafforzano il proprio popolo. Se si perde l’indipendenza è come essere morti come esseri sociali.
3.Il principio di costruzione di una economia che poggi la propria forza su ciò che serve al popolo e che si appoggi alle sue proprie forze. Se questo principio non viene applicato si è destinati a subire la dipendenza da altre economie e quindi ad essere succubi di dominazioni straniere. Non si deciderebbe più il proprio destino.
4.Il quarto principio è quello dell’autodifesa ossia della difesa del proprio Paese con le proprie forze, risolvendo tutti i problemi e l’iter relativo secondo le capacità del proprio popolo.
Per materializzare l’Idea Juche il metodo creatore è quello di risolvere ogni cosa con la spinta acceleratrice delle masse popolari. Significa che tutti i problemi si devono risolvere con le capacità delle proprie masse popolari senza altri interventi.
Mantenere le ideologie è la principale direttiva per risolvere i problemi delle masse popolari.
Per risolvere la trasformazione ideologica significa che il lavoro ideologico, favorendo la coscienza politica delle masse popolari, deve essere anteposto ad ogni altro lavoro. Le masse popolari sono le responsabili di dare la precedenza al lavoro politico.
Juche può seguire il cammino della vittoria grazie all’Idea Juche, per quanto sia difficile realizzarla. Se seguiamo l’Idea Juche possiamo contare sulla vittoria della rivoluzione.

Nella RPDC si comincia già dalle scuole elementari a formare la coscienza, l’educazione morale e comportamentale degli alunni.
L’educazione ideologica e di presa di coscienza è la pricipale formazione offerta ai bambini. Da ciò derivano gli obiettivi di individuare che cosa è importante e perché, quindi derivano l’amore per la Patria, il rispetto per il leader, confidare nel partito, apprezzare il proprio regime, la propria storia e le proprie tradizioni per conoscere il proprio passato ed avere una visione più chiara del proprio presente.

A sua volta l’indipendenza trova la sua giustificazione psicologica in tre qualità umane costitutive: la creatività, la coscienza e l’impegno, che equivale alla progettualità, alla capacità di capire le fasi di costruzione di un risultato.

LA CREATIVITÀ
La creatività è l’attributo umano essenziale che pone l’uomo in grado di essere creatore del proprio destino.
Per essere creatori del proprio destino gli uomini devono creare le condizioni necessarie e cambiare quelle sfavorevoli alla propria realizzazione.
Superare gli ostacoli che si frapponessero alla propria autodeterminazione o mutarli in risorse e trasformare la realtà contingente, come quando per proteggersi dal caldo torrido della savana imparò a scavare delle buche per terra per ripararsi dal caldo insopportabile (e poi ricordò questa esperienza quando nei suoi pelegrinaggi di caccia arrivò alle montagne e scopri che c’erano già delle buche adatte per lui scavate nella roccia: le grotte), sempre attraverso la propria capacità creativa, come quando abbandonando la foresta per la savana dovette imparare ad alzare la testa per vedere eventuali predatori in agguato passando gradualmente da quadrumane a bipede , sempre trasformando le negatività ambientali in risorse (la terra della savana è più facile da scavare di quella della foresta), ossia in situazioni utili alla propria sopravvivenza.

La creatività, in tutti i campi, artistico, scientifico, sportivo, amministrativo offre tutte le condizioni necessarie al lavoro occorrente per l'educazione da offrire alle masse popolari perché possano rinfrescare la loro coscienza: la coscienza dell'indipendenza del popolo gioca un ruolo decisivo nella lotta rivoluzionaria.

LA COSCIENZA
La coscienza è l’attributo che definisce la capacità di capire e trasformare il mondo. La coscienza è la fondamentale attività del cervello per ottenere, trasmettere e definire ciò che si vuole, ossia per avere un’idea esatta di quello che si vuole e conformemente all’impegno per l’indipendenza occorrente al processo di lavoro sul linguaggio, sull’educazione, sulle famiglie, sulle sucietà, un lavoro complesso che approfondisce la sua attività come attributo sociale per ottenerlo.
L’uomo deve tenere un punto di vista del mondo e allo stesso tempo vive nel mondo e trasforma la sua vita nel mondo.
Solo seguendo l’Idea Juche l’uomo può avere un’idea precisa del mondo in quanto il principio di indipendenza definisce come trattare l’uomo e come trattare il mondo, ovvero che è l’uomo il solo in grado di trasformare il mondo e non viceversa.
Il mondo è formato con l’uomo, la capacità terraformante dell’uomo non vale solo per i pianeti meno ospitali della galassia, ma a maggior ragione anche sulla terra dove siamo: solo se l’umanità si rende artefice della trasformazione della società e del mondo dimostrerà di essere in grado di dominarli.
Non si deve avere nessun timore per questa affermazione (però si tenga presente quanto il concetto abbia assunto un valore assolutamente negativo nel mondo occidentale e imperialista, ma negativa solo perché lì si sta canibalizzando il pianeta rendendolo meno vivibile all’uomo e non viceversa come vuole invece l’Idea Juche). Se l’uomo, ovvero l’umanità (così a noi occidentli è più comprensibile) controlla la natura e la società ponendoli al proprio servizio ogni uomo ne trarrà benefici. In effetti non è l’umanità che controlla le società nel mondo capitalistico, ma sono i capitalisti e questo è l’unico motivo per cui quelle società sono tanto ostiche, matrigne all’uomo.
A noi che viviamo in una società capitalista è difficile capire che non siano i soldi e quindi chi li detiene in maggior misura ad essere padrone del mondo, in quanto pensiamo che con i soldi si possa comprare tutto, ma non è così perché con i soldi non si può comprare la nostra indipendenza se non siamo noi stessi a svenderla.
Pertanto secondo l’Idea Juche è l’uomo il padrone del mondo e non i capitalisti.
Afferma pertanto l’Idea Juche che l’uomo è il padrone del mondo, ma che non tutto il mondo è per l’uomo. Ci sono zone nel mondo non adatte in natura ad ospitare l’uomo, inoltre ci sono calamità naturali che ostacolano la serenità della vita dell’uomo; analogamente non tutte le società sono accoglienti alla vita dell’uomo, come ad esempio succede nelle società che sviluppano differenze sociali.
Però l’uomo, passo passo, ha imparato a dominare il mondo e mai ha avuto tanta influenza sul mondo come ora, così pian piano il mondo servirà sempre di più all’uomo.
Oggi, ad esempio l’uomo non teme più gli animali, anzi ne protegge l’habitat, l’uomo solca i mari e i cieli senza grandi difficoltà, sa difendersi dalla maggior parte delle calamità naturali e sa prevedere il clima con giorni di anticipo.
Così allo stesso modo ha saputo passare dalle società schiaviste alle società socialiste, che sono al servizio dell’uomo e che sono dominate e controllate dall’uomo.
Pertanto l’uomo deve avere una coscienza ovvero una consapevolezza ben precisa di come deve trattare il mondo e le società.
In primo luogo adattarlo ai propri interessi, la naturelezza deve essere assecondata e protetta solo se serve all’umanità: questo è il punto di vista essenziale.
A chi è vissuto per molti anni in una società capitalistica questi concetti sono difficili da comprendere tanto che se nella frase precedente avessi sostituito al termine umanità quello di uomo, molti avrebbero frainteso e quindi allo scopo di una maggiore comprensione faccio un esempio di quello che si intende per "servire all’uomo" se l’uomo lo vorrà.
Nei tre anni di guerra contro gli Yankee, questi avevano bombardato ogni edificio della Corea Popolare Democratica, senza distinzione, fabbriche, abitazioni, ospedali, nessuna pietra era rimasta sull’altra, gli Yankee avevano provocato in tre anni una devastazione che non si era mai vista prima, neppure nella guerra trentennale contro il Giappone. Moltissimi coreani caddero sotto i bombardamenti. Pertanto si può ben comprendere che quando il nemico Yankee con i suoi lacché fu ricacciato oltre il trentottesimo parallelo c’era una gran necessità di ricostruire, le difficoltà erano tantissime e importanti e per farlo sarebbe occorso tantissimo acciaio.
Una fornace, che esisteva già al tempo della guerra contro i Giapponesi, era però rimasta ancora in piedi, ma Kim Il Sung diede ordine di farla esplodere perché era stato informato che il processo produttivo, che risaliva a tantissimi anni prima, era nocivo all’uomo, ossia in primo luogo alle persone che vi lavoravano e anche a chi abitava nelle vicinanze.
I Coreani hanno rinunciato al ferro che poteva essere lì prodotto in grandi quantità e che sarebbe stato tanto utile per la ricostruzione per il solo fatto che faceva male alla salute e hanno preferito rinviare la ricostruzione a quando fossero approntate nuove fornaci con processi di produzione che mettessero in primo piano la salute di chi ci avrebbe lavorato, piuttosto che procedere immediatamente ad una tanto urgente e gigantesca ricostruzione del Paese sulla salute anche solo di pochi uomini che ci avrebbero lavorato e di chi abitava in zona.
Questo è l’esempio più chiaro di cosa si voglia intendere quando si afferma che la natura va assecondata (e allo stesso modo le società) solo quando servono all’uomo.
Si comprenda bene che non si intende che per la salute di un singolo uomo si sacrifichino gli interessi di una intera comunità: le cose non stanno così (e in guerra questo i Coreani l’hanno ampliamente dimostrato), si intende piuttosto che il principio della salute è prioritario rispetto a quello della ricostruzione e quindi non importa se riguarda anche un solo uomo, va rispettato in quanto prioritario in sé e per sé, come direbbe Hegel.
L’interesse superiore fa coincidere quello della singola persona con quello della comunità. Ogni attività umana va posta al giudizio ovvero va giudicata fattibile solo se non danneggia la salute. Ogni attività deve essere giudica solo se convenga contemporaneamente alla salute del singolo uomo come delle masse popolari, ossia dell’umanità. È molto importante stabilire sempre se una attività è positiva per le masse popolari e contemporaneamente per le minoranze.
Di tutto ciò l’uomo deve prendere coscienza e di altro ancora, come ad esempio di quali siano le priorità.
L’uomo deve porre le attività principali al centro delle proprie attività.
Prima di pensare alle macchine e ai beni materiali dobbiamo pensare al cervello che trasforma le cose appoggiandosi alle forze delle proprie capacità.
Solo affidandosi alle forze delle capacità popolari si può trasformare il proprio destino senza chiedere supporto ad altri per realizzare l’indipendenza del proprio Paese.
Partendo dal punto di vista che la massa popolare è onnipotente e che quindi è la sola a poter realizzare la propria indipendenza.
Questo è il principale motivo della grande importanza da attribuire all’educazione per sviluppare la coscienza di sé e delle proprie capacità.
Capiamo a fondo questa priorità educativa solo ribadendoci che il padrone del mondo è l’uomo e l’uomo lo può trasformare.
Facciamo un esempio per capire meglio quello che sto spiegando.
Se non spieghiamo i principi storici del Juche, e chi è il soggetto della storia, e per quale motivo e con quale processo si spiega la storia non potremmo mai avere una coscienza esatta di noi e del mondo.

Storia Sociale.
Si deve capire che il problema delle relazioni sociali è il soggetto fondamentale della storia.
Le masse popolari ed i collettivi sociali che le rappresenano sono uniti nelle domande di indipendenza e creatività.
Per precisione si deve affermare che sono le stesse masse popolari ad affermare che devono essere le persone a materializzare l’indipendenza della nazione che amano, la nazione di cui sono membri appunto le masse popolari.
Non vi è nessun problema più importante delle relazioni sociali, non importa la richezza che si ha, non si tratta di questo, ma di che idea ha l’uomo.
La spiegazione della storia si può rilevare solo quando si tratti di una storia indipendente.
Nel capitalismo il popolo è indipendente solo quando non è governato a proprio danno.
L’indipendenza è quello che il popolo con un’alta coscienza indipendente può ottenere se si associa in una partito monolitico in grado di far valere una sua potente politica.
Inoltre si può avere una direzione certa solo quando il partito e il leader riescono a comunicare le proprie idee al popolo e il popolo le accetta scegliendo il Capo del Governo e dei dirigenti in grado di produrre le trasformazioni sociali e gli interventi necessari a realizzare la dominazione e la trasformazione del mondo da parte dell’uomo.
Il movimento sociale è il movimento dell’uomo che domina e trasforma il mondo, trasforma sia la natura che la società ponendo al centro l’uomo stesso.
La coscienza di indipendenza del popolo gioca un ruolo decisivo nella lotta rivoluzionaria per trasformare e alterare natura e società con la propria creatività in modo che possano offrire sempre maggiore benessere al genere umano, partendo dai compagni di lotta e abbracciando man mano tutti i popoli che fanno propria l’aspirazione all’indipendenza.

Natura - Società - Uomo.
L’uomo deve prendere coscienza che la più importante delle trasformazioni è la trasformazione dell’uomo.
Solo quando è trasformato l’uomo si può trasformare la società e la natura.
Un movimento sociale si realizza e si sviluppa solo quando realizza e difende l’indipendenza delle masse popolari.
Deve dirigersi e realizzarsi in sintonia con le masse popolari per la loro indipendenza.
La modificazioni all’habitat devono avvenire solo per le attività delle masse popolari.
Se le masse popolari si mobilitano nessuna trasformazione è possibile.
La forma ideologica delle masse popolari che hanno una sufficiente coscienza della propria indipendenza possono ottenere qualunque obiettivo per quanto possibile e arduo sia.
Materializzare l’indipendenza delle masse popolari mantiene alte le capacità direttive per lo sviluppo sociale.

Legittimità dello sviluppo sociale
Juche è l’idea di società che si sviluppa per tappe successive con la capacità creativa delle masse popolari come soggetti della storia, la stessa capacità che si eleva dalla sua indipendenza di coscienza.
In pratica non si devono guidare le masse popolari e illuminarle per realizzare il principio rivoluzionario Juche.
Fattore della vittoria della rivoluzione è la lotta organizzativa per realizzare le istanze popolari.
Il movimento che intende con tanta volontà psicologica lavorare per realizzare l’indipendenza, che la forza unita delle masse popolari può rappresentare, è padrone delle rivoluzioni. Dire che le masse popolari sono padrone delle rivoluzioni significa che le masse popolari sono i responsabili e poderosi artefici della rivoluzione, del suo impulso e della sua costruzione e il successo delle rivoluzioni sta nell’effetto che le masse possono fare unitamente al loro partito e al loro leader.
Il meccanismo rivoluzionario funziona secondo la metafora della ruota.
Il leader è il centro delle rivoluzioni perché il leader è il nucleo della rivoluzione.
Il leder è il mozzo della ruota, tutto gira intorno al leader se si vuole che la rivoluzione marci vittoriosa.
Il leader manifesta le idee rivoluzionarie, rappresenta le masse popolari e le dirige perché siano vittoriose.
Questo è decisivo per il successo della rivoluzione.
Il parito rappresenta i raggi della ruota perché deve collegare le masse al leader, riportare al leader le istanze delle masse popolare e farsi portavoce del leader presso le masse popolari. Uno ruota che non avesse raggi non avrebbe nessuna consistenza, il leader girerebbe intorno a se stesso e il cerchione (che rapppresenta le masse popolari) andrebbe a sbattere senza una guida.
Il partito raggruppa le masse popolari intorno al leader e le masse popolari materializzano il percorso diretto dal leader.
Il partito comunica alle masse popolari la linea politica in grado di realizzare le istanze delle masse poopolari medesime, di cui il leader è interprete.
Il leader concerta, attraverso il partito, le idee delle masse popolari con le masse popolari medesime.
Il partito, non solo trasmette al leader le idee delle masse popolari, ma mette in pratica le iniziative per realizzare la rivoluzione come le masse popolari chiedono
Il leader è il garante del successo con il partito e con le masse popolari.
Questo non succede nei paesi in cui le gesta, le iniziative e le realizzazioni di percorsi non sono a favore delle popolazioni.
Juche realizza esclusivamente quello che vogliono le masse popolari.
Le idee Juche sono il capo della rivoluzione.
Il partito e il leader non potrebbero esistere senza le masse popolari.
Il leader che non avesse un partito non potrebbe realizzare le istanze delle masse popolari e il partito non potrebbe proprio esistere senza le masse popolari.
Il partito conosce le istanze delle masse popolari e deve trovare le forme per realizzarle.
Il partito presta la massima attenzione alle masse popolari perché solo con la loro forza è possibile realizzare la rivoluzione.
Il leader si relaziona intimamente con le masse popolari perché si realizzi l’Idea Juche.
Solo se c’è unitatarietà monolitica del leader con le masse popolari si può vincere.
Il leader dipende dal Paese sapere quale tipo di socialismo realizzare.

Liberazione nazionale - liberazione classista - liberazione classista.
Secondo l’Idea Juche in tutto il mondo, a prescindere dal tipo di processo di storico, la liberazione dell’uomo si sviluppa attraverso i tre passaggi idicati nel titolo del paragrafo.
La liberazione dell’uomo è la lotta per realizzare la liberazione dagli stranieri imperialisti. Kim Il Sung realizzò la rivoluzione antifeudale e di liberazione nazionale.
La liberazione classista è uno dei passaggi fondamentali per arrivare alla liberazione dell’uomo.
Alla liberazione dell’uomo si deve avere l’indipendenza dell’uomo dalle schiavitù sociali.

L’IMPEGNO
Il massimo impegno progettuale è messo nell’ideologia.
Seguendo la formazione del sistema socialista Kim Il Sung definì le tre aree rivoluzionarie che il popolo coreano doveva perseguire nello spirito dell’indipendenza, quindi senza mai arrestarsi: la rivoluzione ideologica, quella tecnica e quella culturale


Appunti per lo studio dell’Idea Juche: seconda lezione. [2 di 2].
Lo juche nella nostra costruzione.
Kim Jong Il dice che l’Idea Juche è costi quel costi l’idea direttrice della rivoluzione coreana.
La storia della rivoluzione coreana e le idee della materializzazione delle Idee Juche sono incentrate sulle masse popolari antimperialiste.
Il nostro popolo difese all’estremo le idee Juche ed ora è in grado di accellerare sotto la bandiera socialista: occorre seguire e realizzare le Idee Juche in tutte i campi della Costituzione e del percorso rivoluzionario.
Ogni risultato ottenuto è dovuto allo Juche.
Innanzitutto bisogna mantenere la posizione indipendente nella rivoluzione e nella Costituzione.
Seguire il cammino dell’indipendenza è il cammino per costruire l’autodeterminazione e l’autodecisione delle proprie istanze.
Per mantenersi indipendenti seguendo lo Juche significa che le persone devono avere la coscienza di essere responsabili del proprio destino e risolvere con la propria intelligenza, con le proprie forze e con il proprio spirito.
La vittoria si può raggiungere solo quando si superano le difficoltà sempre con lo spirito proprio.
Tutti i problemi si risolvono a stile proprio, non con la forza di altri, ma esclusivamente con la propria forza: questo è punto principale dell'Idea Juche.

Occorre attenersi all’Idea Juche per mantenersi indipendente avendo coscienza che siamo noi a determinare il nostro destino.
L’attività nazionale e la vita del Paese assumono il popolo e il suo lavoro a divinità nazionale.
Tutto il popolo tiene in grande attenzione l’orgoglio di appartenere ad un popolo con un grande leader e con una ideologia tanto importante.
Il servilismo schiavista alle grandi nazioni non ci compete in quanto noi facciamo conto solo sulle nostre forze.
Fossero anche grandi potenze si rovinerebbe il Paese e il Partito del lavoro di Corea non sarebbe più indipendente: noi non accettiamo il dogmatismo straniero.
In questo processo il servilismo fu tolto dalla mente delle persone nel punto di vista ideologico del modo di pensare delle persone.
Noi pratichiamo la politica di indipendenza salvaguardando la sovranità nazionale di fare gli interessi del popolo e appoggiandosi soltanto alla forza del popolo, risolvendo i problemi contando esclusivamente sulla forza del proprio popolo.
Le esigenze delle masse popolari in primo luogo sono perseguiti dai nostri leaders.
Questa politica va seguita come una luce che porta alla vittoria.
Kim Il Sung in un primo momento era tanto severo da non fare alcuna eccezione: in nessun caso accettare l’aiuto esterno, ma solo facendo leva sulla potenza del proprio popolo.
Il grande dirigente Kim Jong Un disse: "tutto il lavoro del grande generale Kim Jong Il di continuare il cammino del socialismo di Kim Il Sung è una condizione non compatibile soltanto con il capitalismo".
La Corea prima era assoggettata alle grandi potenze vicine, ridotta a colonia dei Paesi vicini.
La Corea era al centro di interessi di potenti Paesi che occupavano il nostro suolo.
La Corea di oggi è differente. Il primo luogo oggi siamo un miracolo nel mondo rispetto a prima e abbiamo raggiunto questi risultati attraverso la sovranità e l’indipendenza e come potenza mondiale in grado di contrattare con i leaders dei maggiori Paesi del mondo.
Anche nell’economia si applica la stessa indipendenza che fa conto solo sul proprio popolo e con la forza del proprio Paese.
Indipendenza e creatività sono possibili solo con la indipendenza economica del Paese.
Solo con una economia indipendente una Nazione può essere indipendente.
Non è una cosa facile, ma senza fare così non saremmo potuti essere e non potremmo essere indipendenti.
Dal 1950 attuammo la nostra propria linea politica e la nostra costruzione economica di dare priorità a trasformare ogni forma agricola in un’industria leggera come passaggio necessario.
Ci dissero che non potevamo costruire macchine moderne, che dovevamo comprarle all’estero e così saremmo diventati dipendenti dall’estero.
A questo punto si decise dell’indipendenza e della subordinazione. Così abbiamo scelto l’indiendenza.
I revisionisti occidentali fracassarono il loro percorso al socialismo. Così fu in Russia come in Italia.
Abbiamo accelerato la nostra economia e l’industria tecnica di punta come nostro obiettivo principale.
Così possiamo prosperare senza l’aiuto dei Paesi stranieri.
Ora stiamo costruendo il destino delle masse popolari, la luce dello sviluppo popolare è quello che seguiamo per il progresso.
Gli imperialisti si rapportano con la forza con gli altri Paesi.
Se non si ha la forza di resistere per difendere la propria indipendenza non si può che subire le politiche di sfruttamento altri e se ciò avviene si può solo piangere, non c’è altro da fare.
Ora noi abbiamo la potenza sufficiente ad autodifenderci, anche militarmente, dalle maggiori forze del mondo.
Il nostro esercito può rispondere ad ogni rappresaglia straniera in cielo, in mare e per terra e abbiamo uno scudo che ci difende e che assicura la pace mondiale.
Abbiamo materializzato il metodo nella nostra rivoluzione e trasformato la società in questo spirito creatore della rivoluzione e abbiamo dato questo impulso alla storia.
Abbiamo superato mille difficoltà appoggiandoci alle nostre possibilità e il nostro popolo ha capacità illimitate di forze per far fronte a qualunque problema.
Non c’è altro sistema che appoggiarsi alle masse popolari per modificare il proprio destino. Anche nelle maggiori difficoltà.
La storia della rivoluzione coreana è la storia orgogliosa di avere ottenuto ogni vittoria appoggiandosi solo sulle proprie forze.
Gli imperialisti si sono armati fino ai denti contro di noi e noi abbiamo fatto altrettanto per garantire la pace e l’indipendenza: questo miracolo è stato capace di realizzare il nostro popolo avendo contro il Paese che ha posto termine alla seconda guerra mondiale con due bombe atomiche.
2000000 di militari sono stati messi in campo nella guerra contro la Corea. In questo confronto il nostro esercito ha vinto sulle forze imperialiste.
Inoltre abbiamo lottato contro la Corea del Sud aiutata da quindici Paesi capitalisti.
La Corea è il faro mondiale che non cambia il proprio socialismo. La situazione attuale si equivale ad una guerra mondiale ed anche ora otteniamo successi ogni volta che c’è un confronto economico.
Nonostante le difficoltà dell’embargo chiesto dagli yankee e dai loro vassalli. Kim Jong Un ha dichiarato che il cammino del popolo e che la grandezza del Partito rappresentano la grandezza del popolo. In questo modo facendo leva sulla forza del popolo proteggiamo il nostro destino da ogni manovra esterna.
Noi trasformiamo i nostri problemi secondo la nostra particolare situazione. La trasformazione creativa deve tener conto della realtà particolare, differente di ogni Paese, della psicologia, della tradizione, dei modi di vivere e di sviluppo economico.
Nessun percorso può essere uguale ad un altro. Non esiste una formula onnipotente.

In conclusione non esiste una formula imitabile salvo quella di applicare uno stesso metodo ugualmente efficace su immagini differenti.
In matematica è diverso.
Ogni Paese deve avere un proprio stile di passaggio al socialismo. Ogni scelta dipende da queste differenze.
Sempre però rispettando l’autodifesa e l’indipendenza secondo l’Idea Juche.
Noi raccontiamo il nostro percorso, ma non può andare bene in altre civiltà; tutte le teorie che presentiamo dipendono dalle nostre particolari situazioni; scienza, tecnica, potenza intellettuale e politica costituiscono i fattori delle nostre condizioni particolari.
Non esiste altra possibilità che comprendere qual’è il proprio stile per arrivare al socialismo.
La cocienza ideologica è il pensiero fondamentale per trasformare il destino del Paese di ogni popolo.
Se non si presta attenzione alla coscienza ideologica non si può trasformare il destino di una nazione.
Anteponiamo il lavoro di dare un’alta coscienza ideologica al nostro popolo.
Tutto quello che fa la potenza, anche la potenza acconomica, è fatto dagli uomini e quindi la più importante cosa da fare è trasformare il pensiero ideologico delle persone e armarle di coscienza ideologica indipendente.
L’educazione è fondamentale perché il popolo intenda la superiorità del socialismo.
La forza che governa il mondo non è denaro nè sulla bomba atomica, ma le idee delle persone e se questa idea è unitaria diventa la più grande foza mondiale.
Il nostro popolo si è confrontato con le crisi, in bilico tra vita e morte, anche quando esistere era già un miracolo in Corea, e il nostro popolo ha dimostrato di avere una forza che a costo della vita non volle rinunciare alla propria indipendenza.
Ogni persona si alzò in piedi con la propria volonà e cambiò il male in bene e fece delle proprie difficoltà la propria forza.
Contro gli imperialisti oppose la forza del socialismo.
Nel secolo scorso abbiamo anteposto il lavoro ideologico a quello di accettare aiuto esterno e finalmente ora non ne abbiamo più neppure bisogno di questo aiuto e abbiamo realizzato la piena indipendenza del popolo, economica, intellettuale, militare, politica, educativa e morale.
Trasformare il destino del nostro popolo dipende da come si educa e da come si mobilitano le persone.
Per esempio nella marcia del 1956 comincia la costruzione del fondamento socialista e avevamo molte difficoltà.
Kim Il Sung incontrò con il popolo, si cofrontò ed esortò la classe operaia perché producesse al massimo possibile per avanzare più rapidamente.
La classe operaia si mobilizzò, infaticabile, e produsse 200000 tonnellate di acciaio con una struttura che poteva produrne solo 60000 tonnellate.
Oggi abbiamo intrapreso con questo esempio la marcia attuale.
Questo è lo spirito, il cavallo che può farci ottenere ogni vittoria sul futuro e sulle difficoltà.
Il reparto scientifico attuale è stato creato con questo spirito.
Kim Il Sung ci guida anche oggi. Creiamo miracoli grazie al fatto che il nostro popolo ha messo il cuore nel progresso, come auspicato da Kim Il Sung.
Il futuro sarà ancora più brillante e corre così veloce perché corre sulle idee di Kim Il Sung.
E’ un orgoglio da mostrare a tutto il mondo. Lo spirito coreano palpita con i cuori della nostra giovenù che si antepone ad ogni difficoltà: ogni difficoltà può essere superata.
La nostra esperienza dimostra concretamente che l’Idea Juche è scientifica, ossia dimostrata chiaramente e il mondo potrà continuare a sperimentarla attraverso tutti voi.



LA FILOSOFIA DEL JUCHÉ È UNA
FILOSOFIA RIVOLUZIONARIA ORIGINALE
Articolo pubblicato su Kulloja, rivista teorica del
Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea

26 luglio 1996
Recentemente si è saputo che certi nostri sociologi hanno espresso delle vedute erronee, contrarie alle idee del nostro partito, nell’interpretazione della filosofia del Juché, vedute che si son fatte strada anche all’estero.
Essi avrebbero interpretato i princìpi fondamentali della filosofia del Juché alla luce della legge universale dello sviluppo del mondo materiale anziché cercar di chiarire a tal fine la legge propria del movimento sociale. Essi giustificano questa posizione dicendo di voler presentare la filosofia del Juché come un nuovo sviluppo del materialismo dialettico marxista. Ebbene, non abbiamo bisogno, per diffondere la filosofia del Juché, di persuadere chicchesia d’una tale idea. È certo vero che il nostro partito, lungi dal considerare il materialismo dialettico marxista in modo dogmatico, l’ha studiato ed analizzato dal punto di vista jucheano, potendo così dare un nuovo chiarimento su numerosi problemi. Ciò non toglie che lo sviluppo apportato al materialismo e alla dialettica non costituisce il contenuto essenziale della filosofia del Juché.
La filosofia del Juché è una dottrina originale sviluppata e sistematizzata coi suoi propri princìpi. Il suo grande merito nell’evoluzione della storia della filosofia è d’aver stabilito dei nuovi princìpi filosofici incentrati sull’essere umano, e non d’aver sviluppato il materialismo dialettico marxista.
La filosofia marxista pose i rapporti tra la materia e la coscienza, tra l’essere e il pensiero come problema essenziale della filosofia e dimostrò la preminenza della materia e dell’essere; pertanto essa accertò che il mondo è costituito di materia, si trasforma e si sviluppa grazie al movimento della materia. La filosofia del Juché, invece, pose come problema fondamentale della filosofia il rapporto tra il mondo e l’essere umano nonché la posizione e il ruolo che spettano all’uomo nel mondo; essa determinò il principio filosofico secondo cui l’uomo è padrone di tutto e decide di tutto, principio che le servì da base per chiarire la più giusta via per modellare il destino dell’uomo. Mentre la filosofia marxista si diede il compito principale di determinare l’essenza del mondo materiale e la legge generale del suo movimento, la filosofia del Juché si propone di accertare le caratteristiche essenziali dell’uomo e la legge del suo movimento, vale a dire del movimento sociale. Come si può constatare, la filosofia del Juché è una dottrina originale che differisce fondamentalmente della filosofia marxista per il suo compito e i suoi princìpi. Perciò è un errore considerarla come il prolungamento del materialismo dialettico, provare a dimostrare la sua originalità e la sua superiorità ingaggiando, in un modo o nell’altro, delle discussioni sull’essenza del mondo materiale e la legge universale del suo movimento accertate dalla filosofia marxista. La filosofia del Juché ha stabilito dei princìpi filosofici nuovi; perciò è escluso d’interpretarla nel quadro della filosofia precedente. Un tale atteggiamento potrebbe solo seminar confusione ed impedirebbe non soltanto di dimostrare la sua originalità, ma anche di comprendere esattamente la sostanza della filosofia del Juché.
La filosofia del Juché, per la prima volta nella storia, chiarì in modo scientifico gli attributi essenziali dell’essere umano; quindi trovò in lui l’essere superiore e il più potente al mondo e propose un nuovo punto di vista sul mondo secondo cui l’uomo domina e trasforma il mondo.
La filosofia del Juché con la sua nuova concezione del mondo non è una negazione della concezione materialistica e dialettica del mondo. Essa l’assume come premessa. La nuova nozione del mondo secondo cui l’uomo domina e trasforma il mondo è concepibile solo a partire dall’interpretazione materialistica e dialettica dell’essenza del mondo materiale oggettivo e della legge universale del suo movimento. Se, come fa l’idealismo, si considerasse il mondo come alcunché di misterioso, non si potrebbe concluderne che l’uomo ha la capacità di dominare il mondo; se, come vuole la metafisica, si concepisse il mondo come alcunché d’immutabile, non si potrebbe trarne la conclusione che l’uomo ha il potere di modificarlo. L’idea che l’uomo domini e trasformi il mondo è accettabile solo se si ammette l’interpretazione materialistica e dialettica secondo cui il mondo è formato di materia e non cessa di cambiare e di svilupparsi. Malgrado i limiti e le imperfezioni del materialismo e della dialettica marxista, i loro princìpi fondamentali appartengono alla scienza e alla verità. È la ragione per cui affermiamo che la filosofia del Juché ha come premessa la concezione materialistica e dialettica del mondo.
Che questa concezione del mondo sia la premessa della filosofia del Juché non vuol dire che questa filosofia rappresenti semplicemente il prolungamento e lo sviluppo del materialismo dialettico. Se è escluso di pensare di conoscere scientificamente il mondo e di poterlo trasformare senza una conoscenza materialistica e dialettica del mondo materiale oggettivo, bisogna nondimeno riconoscere che il principio materialistico secondo cui «il mondo è formato solo di materia» e il principio dialettico secondo cui «il mondo non cessa di cambiare e di svilupparsi» non portano da soli alla conclusione che l’uomo occupa la posizione di padrone nel mondo e gioca un ruolo decisivo nella trasformazione del mondo. La posizione e il ruolo eccezionale di padrone e di trasformatore del mondo assegnati all’uomo possono spiegarsi giudiziosamente solo se le caratteristiche essenziali dell’uomo, quelle che lo distinguono sostanzialmente dagli altri esseri materiali, vengono messe in luce. È la filosofia del Juché che ha infine determinato scientificamente le particolarità essenziali dell’uomo, essere sociale provvisto di Chajusong, di creatività e di coscienza, dalle quali deriva il principio filosofico secondo cui l’uomo occupa la posizione di padrone nel mondo e gioca un ruolo decisivo nella sua trasformazione.
Elaborando una concezione nuova della storia sociale alla luce del principio incentrato sull’uomo, la filosofia del Juché sormontò i limiti della vecchia concezione della storia ed apportò un cambiamento radicale alle vedute che vertevano sulla storia.
La filosofia marxista applicò alla storia la legge universale dello sviluppo del mondo materiale, stabilendo così una concezione materialistica e dialettica della storia. Inutile dire che non neghiamo il merito storico che spetta alla concezione materialistica della storia. Questa concezione recò un apporto importante alla battaglia contro la concezione reazionaria e irrazionale della storia basata sull’idealismo e sulla metafisica. D’altronde, è vero che la legge universale dello sviluppo del mondo materiale influenza i fenomeni sociali, giacché l’uomo vive nel quadro del mondo materiale oggettivo e la società è intimamente legata alla natura. E però si avrà per forza una conoscenza imperfetta della storia se si applica meccanicamente la legge universale dello sviluppo del mondo materiale ai fenomeni sociali senza pensare che intervenga una legge propria del movimento sociale.
Il movimento sociale si evolve e si sviluppa in virtù della sua propria legge.
Il movimento sociale è quello dell’uomo, essere che domina e modifica il mondo. L’uomo si dedica a lavori di trasformazione della natura al fine di dominare e di modificare il mondo materiale oggettivo. Trasformando la natura, egli produce beni materiali e crea le proprie condizioni di vita materiale. Trasformare la natura e creare beni materiali ha lo scopo di sopperire ai bisogni sociali ed è realizzabile solo per mezzo della collaborazione sociale. L’uomo cerca parimenti di trasformare la società al fine di migliorare e di perfezionare i rapporti di collaborazione sociale. È l’uomo che trasforma la natura, è parimenti l’uomo che trasforma la società. Dedicandosi alla trasformazione della natura e della società, egli non cessa di trasformare e di sviluppare se stesso. In definitiva, il dominio e la trasformazione del mondo da parte dell’uomo si compiono con la trasformazione della natura, della società e dell’uomo, e le masse popolari ne sono le responsabili. Le masse popolari creano tutti i beni materiali e culturali della società e sviluppano i rapporti sociali.
Con le masse popolari come forza motrice, il movimento sociale ha le sue particolarità che lo distinguono dal movimento della natura. Il movimento sociale nasce e si sviluppa grazie all’azione e al ruolo attivo degli uomini mentre il movimento della natura si produce spontaneamente in seguito all’interazione dei fattori materiali oggettivi. Ecco perché, se si applica meccanicamente alla storia i princìpi del materialismo dialettico che stabilì la legge universale dello sviluppo del mondo materiale, non si può delucidare né l’essenza della società né la legge universale del movimento sociale. Il principale limite del materialismo storico è che non mise in luce la legge universale propria del movimento sociale e sviluppò i princìpi del movimento sociale tenendo conto principalmente del tratto comune al movimento della natura e al movimento sociale, entrambi movimenti materiali.
Il materialismo storico marxista divise la società in essere sociale e coscienza sociale ed accordò un’importanza determinante all’essere sociale nei rapporti fra di essi; scompose la struttura sociale in forze produttive e rapporti di produzione, in struttura e sovrastruttura, ed accordò un’importanza decisiva alla produzione materiale e ai rapporti economici. Era il risultato dell’applicazione meccanica alla storia della società del principio materialistico e dialettico secondo cui il mondo è composto di materia, si trasforma e si sviluppa in virtù della legge universale del movimento materiale. Applicando nel campo storico-sociale la legge universale del mondo materiale, i fondatori del marxismo avevano in vista un mondo in cui la natura, l’uomo e la società hanno come tratto comune la loro materialità. Se si applica alla storia la legge universale del movimento del mondo materiale considerando l’uomo come una parte del mondo materiale, piuttosto che come un essere sociale dotato di Chajusong, di creatività e di coscienza, si giungerà per forza a identificare il movimento storico-sociale col processo di evoluzione della natura.
È certo vero che la società si trasforma e si sviluppa in virtù di certe leggi, e non secondo la buona volontà dell’uomo. Tuttavia le leggi della società agiscono in modo affatto diverso da quelle della natura. Mentre nella natura le leggi intervengono spontaneamente, senza dipendere dall’azione dell’uomo, nella società le leggi intervengono attraverso l’attività sovrana, creatrice e cosciente dell’uomo. Fra le leggi della società, talune agiscono in tutte le società senza distinzione di regime, altre intervengono solo in un regime determinato. Tutte le leggi della società, operando mediante l’uomo, possono, a seconda dell’azione dell’uomo, operare senza scosse oppure venir represse o limitate.
Che le leggi della società intervengano tramite l’uomo non significa che siano senza carattere oggettivo o che la spontaneità sia esclusa dal movimento sociale. Se vi sono determinate condizioni socio-economiche, le corrispondenti leggi della società entrano ineluttabilmente in gioco, di conseguenza esse rivestono un carattere oggettivo come le leggi della natura. Se si parla di spontaneità nel movimento sociale, è in quanto il Chajusong, la creatività e la coscienza dell’uomo sono relativamente poco elevati e non è stato instaurato un regime capace di valorizzarli a sufficienza. Man mano che il Chajusong, la creatività e la coscienza dell’uomo aumentano e se viene instaurato il regime necessario a liberarli, l’uomo sarà in grado di agire conformemente alle leggi oggettive e il raggio d’azione della spontaneità si ridurrà. Lo sviluppo della società è un processo di sviluppo del Chajusong, della creatività e della coscienza delle masse popolari; più questi attributi si sviluppano e il regime si perfeziona in accordo con la loro volontà, più la società si svilupperà grazie alle attività coscienti delle masse popolari. Ciò significa che entra in gioco su tutti i piani la legge del movimento sociale che evolve grazie all’azione e al ruolo positivo degli uomini.
I fondatori del marxismo applicarono alla storia della società la legge universale dello sviluppo del mondo materiale per elaborare la concezione materialistica e dialettica della storia, ma riscontrarono nella realtà del movimento sociale numerosi problemi che la legge universale del mondo materiale non bastava a risolvere. Ecco perché proposero certe teorie, in particolare quella della reazione della coscienza sociale alle condizioni materiali ed economiche che l’hanno generata e quella della reazione della politica all’economia che l’ha determinata. Tentarono così di sormontare il carattere unilaterale della concezione materialistica e dialettica della storia. E tuttavia la concezione materialistica marxista della storia rimase segnata dall’importanza essenziale che accorda ai tratti comuni al movimento della natura e al movimento sociale, e la teoria che generò non poteva che soffrire di un limite identificando lo sviluppo della società con l’evoluzione della natura.
La differenza fondamentale tra la filosofia del Juché e la filosofia marxista trae origine dalla loro interpretazione diversa dell’uomo.
La filosofia marxista definì l’uomo come un insieme di rapporti sociali, senza giungere però a delucidare le particolarità di questo essere che vive in società. Se questa dottrina sviluppò i princìpi del movimento sociale, incentrandoli sulla legge universale dello sviluppo del mondo materiale, è in quanto non mise in luce i tratti caratteristici essenziali dell’essere umano. È la filosofia del Juché che ha chiarito perfettamente questo problema.
Com’è indicato nei documenti del nostro partito, l’uomo è un essere sociale dotato di Chajusong, di creatività e di coscienza; e nessuno muove obiezioni a questo riguardo. Tuttavia certi sociologi continuano a dibattere a torto la questione di saper come l’uomo poté divenire un essere sociale dotato di Chajusong, di creatività e di coscienza. Essi considerano ancora le caratteristiche essenziali dell’uomo in rapporto al suo livello di sviluppo come essere materiale ed auspicano che si cerchi l’origine del suo Chajusong, della sua creatività e della sua coscienza nella diversità dei componenti della materia e nella complessità della struttura della loro combinazione. È, a dire il vero, una veduta che considera le caratteristiche essenziali dell’uomo come un’evoluzione della sua natura biologica, come il suo sviluppo e il suo perfezionamento. Quando si tratta dell’uomo come organismo vivente, si può paragonarlo ad altre materie viventi e discutere delle particolarità dei suoi componenti biologici e della sua struttura. Ebbene, l’uomo di cui è questione nella filosofia del Juché non è soltanto un essere organico altamente evoluto, ma anche vivente ed agente, dotato di Chajusong, di creatività e di coscienza, qualità di cui sono sprovvisti tutti gli altri esseri viventi. L’origine di queste tre specificità bisogna cercarla non nello sviluppo dei suoi tratti comuni con altri esseri materiali, ma nei suoi tratti specifici, che non può avere nessun altro essere materiale. È in quanto vive e agisce nella società in mezzo ai rapporti sociali che l’uomo poté acquisire il Chajusong, la creatività e la coscienza. Questi attributi sociali si formarono e si svilupparono nel corso del processo storico in cui l’uomo agisce in mezzo ai rapporti sociali. Certo, queste caratteristiche sono impensabili senza un organismo altamente sviluppato. Con un tale organismo, l’uomo può essere considerato come il compimento supremo dell’evoluzione e l’essere materiale più sviluppato. Però, quantunque sviluppato sia il suo organismo, se l’uomo non avesse vissuto e agito nella collettività sociale e nei rapporti sociali, non sarebbe mai giunto a diventare un essere indipendente, creatore e cosciente. Senza vita l’uomo non può beneficiare dell’integrità socio-politica, ma la vita non può mai dare origine da sola all’integrità socio-politica. Analogamente, il Chajusong, la creatività e la coscienza sono impensabili senza l’organismo sviluppato dell’uomo, ma le sue particolarità biologiche non generano da sole questi attributi sociali. Le caratteristiche sociali dell’uomo poterono formarsi e svilupparsi solo attraverso la comparsa e lo sviluppo dell’essere sociale di cui trattasi, vale a dire attraverso lo sviluppo storico delle sue attività e dei suoi rapporti sociali. Che la storia dello sviluppo della società equivalga alla storia dello sviluppo del Chajusong, della creatività e della coscienza dell’uomo significa che queste caratteristiche dell’uomo sono attributi che si sono formati e sviluppati nel corso della storia della società. Perciò, per studiare l’uomo in filosofia, bisogna sempre considerarlo in quanto essere sociale.
Che certi nostri sociologi sollevino discussioni sui componenti della materia e sulla struttura della loro combinazione che legano alle caratteristiche essenziali dell’uomo e lascino intendere che si tratta di una parte importante della filosofia del Juché è un’espressione del deviazionismo che tende ad assoggettare la filosofia del Juché allo stampo del materialismo dialettico marxista per interpretarla; è solo un tentativo di giustificare l’erronea veduta evoluzionista che considera le caratteristiche essenziali dell’uomo come il risultato dello sviluppo e del perfezionamento dei suoi attributi biologici.
È importante farsi una nozione giusta dell’essere sociale quando si tratta delle caratteristiche essenziali dell’uomo. I fondatori del marxismo studiarono l’essenza dell’uomo nei rapporti sociali, ma attribuirono il termine essere sociale alla nozione delle condizioni materiali della vita sociale e dei rapporti economici che esistono oggettivamente e si riflettono nella coscienza sociale. Certo, dato che consideravano l’uomo come una componente delle forze produttive e come un insieme di rapporti sociali, l’essere sociale di cui parlavano comprendeva parimenti l’uomo. Tuttavia non impiegarono il termine essere sociale come il termine che determina le particolarità essenziali dell’uomo.
Formulando la filosofia del Juché, abbiamo impiegato il termine essere sociale in un senso particolare considerandolo come determinante le caratteristiche essenziali dell’uomo. Secondo i princìpi di questa filosofia, l’uomo è il solo essere sociale al mondo. Ebbene, certi sociologi auspicano ancora che s’includa nella nozione di essere sociale le ricchezze e i rapporti sociali, il che cancella la differenza tra l’uomo, le ricchezze e i rapporti sociali. Le ricchezze e i rapporti sociali si creano e si sviluppano grazie all’uomo, perciò è impensabile includerli nella nozione che definisce le particolarità dell’uomo. Certo, si può impiegare il termine essere sociale nel senso attribuitogli dai fondatori della filosofia marxista quando si parla di questa filosofia. Tuttavia, se si interpreta il termine essere sociale nel vecchio senso, allorché si parla della filosofia del Juché, si getterà la confusione sulle caratteristiche essenziali dell’uomo. La filosofia del Juché essendo una filosofia nuova che ha il suo proprio sistema e il suo proprio contenuto, bisogna guardarsi dall’interpretare la sua terminologia secondo il vecchio senso.
Una delle cause principali delle deviazioni commesse da certi sociologi nella spiegazione di questa filosofia è che non hanno tenuto conto degli imperativi della pratica rivoluzionaria nelle loro ricerche filosofiche.
La teoria deve poggiare sulla pratica e servirla. Una teoria separata dalla pratica è incapace di far luce sulla verità; essa non vale niente.
Il Presidente Kim Il Sung ha sempre tenuto conto delle esigenze della pratica rivoluzionaria nelle sue ricerche filosofiche; è dando chiarimenti scientifici sui pressanti problemi d’ordine ideologico e teorico sollevati dalla pratica della rivoluzione che diede vita alla filosofia del Juché. E il nostro partito, generalizzando i dati sperimentali ricchi e profondi forniti dalla pratica della rivoluzione, ha formulato sistematicamente e su tutti i piani la filosofia del Juché e l’ha sviluppata ancora.
La pratica rivoluzionaria è una lotta per l’emancipazione delle masse popolari, che ne sono direttamente incaricate; perciò l’importante nelle ricerche filosofiche è riflettere fedelmente le loro rivendicazioni e le loro aspirazioni, generalizzare i dati sperimentali forniti dalla loro lotta per sviluppare la teoria e portarle a farla propria. Nella società basata sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo la classe dominante cerca, approfittando della filosofia per difendere e giustificare il regime di dominio reazionario, di farne l’appannaggio dei filosofi che rappresentano i suoi interessi; del resto, essa considera le masse popolari come degli ignoranti che non hanno niente a che vedere con la filosofia e sono pure incapaci di comprenderla.
Vedendo nelle masse popolari le padrone di ogni cosa e gli esseri più intelligenti, il nostro partito mise a punto la filosofia del Juché e la sviluppò riflettendo i loro bisogni e le loro aspirazioni e generalizzando i dati sperimentali tratti dalla loro lotta, e ne fece la loro arma. Ecco perché questa filosofia è una verità assoluta che risponde alle rivendicazioni e alle aspirazioni sovrane delle masse popolari; ecco perché è una filosofia popolare, facile da comprendere per loro e che gli serve da arma nella loro lotta.
Ebbene, certi sociologi si abbandonano a discussioni che non hanno pressoché nulla a che vedere sul piano pratico col problema del destino delle masse popolari. Lo scopo dei nostri studi filosofici è di trovare i princìpi e i metodi da applicare per sviluppare la società e plasmare il destino delle masse popolari. È la politica che orienta lo sviluppo della società, ed è la filosofia del Juché che delucida i princìpi fondamentali della più giusta politica per lo sviluppo della società. La filosofia del Juché è in questo senso, si può dire, una filosofia politica.
Ho saputo che certi sociologi presentano la filosofia del Juché come lo sviluppo del materialismo dialettico marxista al fine di adattarsi alle necessità particolari della diffusione delle idee del Juché all’estero; è opportuno far ben comprendere che è una filosofia nuova a carattere rivoluzionario ed evitare di diffondere l’idea che si tratti semplicemente di uno sviluppo della filosofia marxista. Cercare, col pretesto di rispettare le particolarità dell’informazione all’estero, di assoggettare la filosofia del Juché allo stampo della filosofia marxista è altrettanto falso che assimilare alla filosofia del Juché degli elementi eterogenei, perdendo di vista i suoi princìpi fondamentali. Al giorno d’oggi si assiste al porsi su scala mondiale di una serie di questioni d’ordine teorico e pratico che attendono una risposta pertinente basata sui princìpi della filosofia del Juché. Perché disconoscere allora questi problemi nell’informazione estera e discutere di problemi sprovvisti d’importanza politica e di significato teorico e pratico evidente? Al livello della diffusione delle idee del Juché all’estero è opportuno spiegare giudiziosamente in legame con le questioni d’attualità che la filosofia del Juché è del tutto originale, è una dottrina rivoluzionaria nuova. Non bisogna più che si manifestino deviazioni non soltanto al livello dell’informazione estera, ma anche nella ricerca, nello studio e nell’insegnamento della filosofia del Juché.
La filosofia del Juché mette in luce la base filosofica delle idee del Juché, ideologia direttrice del nostro partito, nonché dei princìpi fondamentali della rivoluzione: è la filosofia rivoluzionaria, la filosofia politica del nostro partito. L’atteggiamento nei confronti della filosofia del Juché non concerne semplicemente una teoria filosofica, ma verte sul punto di vista e sull’atteggiamento nei confronti delle idee del partito. È opportuno accettare le idee del partito come verità indiscutibili, difenderle gelosamente e farne la propria fede rivoluzionaria per comprendere esattamente la filosofia del Juché, interpretarla a giusto titolo e spiegarla con competenza.
Dobbiamo trarre grande fierezza dalla filosofia del Juché, filosofia politica di cui disponiamo, ed assimilare a fondo i suoi princìpi per applicarli perfettamente nella rivoluzione e nello sviluppo del paese. Dobbiamo appoggiarci strettamente ai princìpi della filosofia del Juché nell’analisi e nell’apprezzamento di tutti i fatti sociali e conformarci alle sue esigenze per raggruppare strettamente le masse popolari attorno al partito e rinvigorire il ruolo giocato dalla forza motrice per dare un energico impulso alla rivoluzione e allo sviluppo del paese.
Se la filosofia del Juché è quella che i nostri ricercatori e il nostro popolo devono studiare e assumere come guida, essi devono nondimeno conoscere le idee filosofiche del marxismo-leninismo. È soprattutto il caso dei sociologi. Nello studio di questa filosofia è importante discernere i limiti e le immaturità accanto agli aspetti progressivi e positivi. Bisogna conoscere non soltanto i meriti storici della filosofia marxista, ma parimenti i suoi limiti dovuti alla sua epoca e all’immaturità delle sue idee e delle sue teorie se si vuol evitare di trattare con spirito dogmatico questa teoria e riconoscere a fondo l’originalità e il valore della filosofia del Juché. I sociologi assimileranno la filosofia del Juché, poi provvederanno, guidati dai suoi princìpi, a farsi un’idea chiara dei limiti e delle immaturità della filosofia marxista in rapporto ai suoi meriti.
Nel contempo bisogna premunirsi strettamente contro tutte le correnti filosofiche eterogenee contrarie alla filosofia del Juché e preservare questa in tutta la sua purezza. La filosofia del Juché possiede un valore e una vitalità superiore, giacché riflette le esigenze della pratica della rivoluzione e la sua verità e la sua giustezza sono state confermate. Oggi l’interesse crescente che suscita e l’allargamento dei ranghi dei suoi partigiani sulla scena internazionale provano che essa dà la risposta più pertinente alla pratica della rivoluzione. I nostri sociologi devono analizzare ed apprezzare tutte le teorie filosofiche alla luce della filosofia del Juché, convinti della scientificità, della verità, dell’originalità e della superiorità di questa filosofia, per impedire alla minima corrente d’idee eterogenee d’impregnare la filosofia del Juché.
Tutti i nostri sociologi sono invitati a studiare e a spiegare in lunghezza e in profondità la filosofia del Juché come vuole il nostro partito, evidenziando così la sua grandezza ed innalzando la sua forza d’ispirazione.


La letteratura jucheana

gennaio 20, 2022
LA LETTERATURA JUCHEANA

20 gennaio 1992
Ad oggi il nostro popolo avanza vigorosamente e pieno di speranze verso il XXI secolo. Il progresso della storia può incontrare difficoltà e vicissitudini temporanee, ma il percorso del cammino dell'indipendenza e del socialismo da parte dell'umanità costituisce una tendenza irresistibile dei tempi. La letteratura deve mantenersi al passo con questo grande indirizzo dell'epoca e apportare un contributo attivo alla causa dell'indipendenza delle masse.
Per far sì che la letteratura possa adempiere al suo onorevole dovere dinanzi all'epoca e al popolo, bisogna effettuare un cambiamento fondamentale nella sua creazione al fine di soddisfare le aspirazioni e le esigenze delle masse popolari fautrici dell'indipendenza. I cambiamenti nel campo letterario possono verificarsi soltanto tramite una rivoluzione nell'arte e nella letteratura. Detta rivoluzione richiede un'idea e una teoria profonde che mostrino le sue prospettive. Una rivoluzione priva di un'idea, di una teoria e di un metodo direttivi per forza di cose oscilla, smarrendo la via come una nave priva di bussola. Il faro che illumina la direzione che la letteratura dei nostri tempi deve seguire sono le grandi idee del Juche.
Sin dal giorno in cui abbiamo dichiarato l'inizio della rivoluzione nell'arte e nella letteratura sotto la bandiera delle idee del Juche, abbiamo eliminato ogni sorta di rimasugli vetusti in ambito letterario, abbiamo instaurato il nostro tipo di principi creativi e una legge della struttura rappresentativa basata sulla nostra fede e la nostra volontà, materializzandola alla lettera nella pratica. La storia della nostra rivoluzione nell'arte e nella letteratura è stata una storia di creazione e di costruzione di una nuova arte e una nuova letteratura jucheane, una storia di orgogliose vittorie che hanno inaugurato un'auge dell'arte e della letteratura jucheane. In quel periodo storico, la validità e la vitalità della teoria del nostro Partito sulla letteratura jucheana sono state dimostrate dai brillanti successi nella creazione.
La teoria della letteratura jucheana è una nuova teoria che riflette con chiarezza le aspirazioni e le esigenze delle masse per il compimento della causa dell'indipendenza, l'ideale dell'umanità. È soltanto allorché si aderisca a questa teoria che la nostra letteratura nazionale socialista può mantenere la sua purezza e il suo carattere rivoluzionario, e migliorare costantemente la sua funzione e il suo ruolo militanti quale potente arma ideologica che contribuisce grandemente al trionfo della causa dell'indipendenza delle masse.
Anche in futuro dobbiamo trovare soluzioni uniche a ogni problema che sorga nella creazione e nell'edificazione della letteratura basata sulle nostre convinzioni e la nostra volontà, così da sviluppare ulteriormente la teoria della letteratura jucheana e porre la creazione letteraria sul giusto binario. In questo modo dobbiamo aprire continuamente nuove vie alla letteratura jucheana. L'avanzata della letteratura jucheana, che approfondisce lo sviluppo dei tempi e conduce le masse al trionfo della causa del socialismo e del comunismo, continuerà per sempre con l'avanzata della storia.

1. L'EPOCA E LA CONCEZIONE DELL'ARTE E DELLA LETTERATURA

1) I NUOVI TEMPI RICHIEDONO LA CONCEZIONE JUCHEANA DELL'ARTE E DELLA LETTERATURA

La nostra arte e la nostra letteratura, che hanno conosciuto il loro apogeo negli anni '70 sotto la direzione del Partito, hanno prodotto un gran numero di opere anche negli anni '80 e '90, opere dalle alte qualità ideologiche e artistiche che hanno toccato il cuore del popolo, contribuendo enormemente alla causa rivoluzionaria del nostro popolo per la vittoria completa del socialismo e la riunificazione indipendente e pacifica del paese. Attualmente gli imperialisti e i reazionari tentano più spudoratamente che mai di obliare l'arte e la letteratura socialiste e di diffondere quelle borghesi, ma la nostra arte e la nostra letteratura mantengono sino in fondo i principi rivoluzionari e la purezza ideologica senza il minimo tentennamento.
I tempi avanzano incessantemente e le esigenze del popolo circa l'arte e la letteratura crescono ogni giorno. Queste devono svilupparsi col progresso dei tempi e guidare la lotta delle masse per l'indipendenza. Solo quell'arte e quella letteratura che dirigano la lotta dei popoli per una vita indipendente sulla prima linea dell'era che avanza potranno svolgere fedelmente il loro ruolo di pregevole manuale di vita e di arma ideologica che mobilita potentemente le masse alla rivoluzione e alla costruzione. La nostra arte e la nostra letteratura devono compiere la loro missione per la rivoluzione guidando la corrente storica dell'era vibrante con dinamismo.
Se l'arte e la letteratura vogliono compiere soddisfacentemente il loro dovere, gli scrittori e gli artisti devono studiare la gente dei nostri tempi e le loro vite da un nuovo punto di vista prima di ritrarla. La nuova era richiede un nuovo tipo di arte e di letteratura che le si confaccia, e un nuovo tipo di arte e letteratura può essere creato solo sulla base di una nuova concezione dell'arte e della letteratura.
La nostra è una nuova epoca storica in cui le masse, un tempo oppresse e sfruttate, sono divenute padrone della storia, trasformando il mondo in base alla loro volontà e alle loro esigenze e forgiando il proprio destino indipendentemente e creativamente. Ad oggi, nessuno Stato e nessuna nazione ha voglia di vivere sotto la subordinazione e il dominio altrui. Il fatto che un paese o una nazione voglia oggi dar forma al proprio destino sulla base della propria fede e della propria forza è la tendenza principale dello sviluppo storico che nessuna forza può arrestare.
Il nostro è un popolo eroico che ha sconfitto due imperialismi nel periodo di una generazione sotto la direzione del grande Leader e del grande Partito, nonché un popolo rivoluzionario che ha costruito sulla propria terra la società socialista di tipo coreano incentrata sulle masse, mettendo in gioco lo spirito rivoluzionario di fiducia in sé e forza d'animo. Si è verificato un cambiamento fondamentale nella coscienza ideologica e nei tratti mentali e morali del nostro popolo. Le nobili qualità spirituali ed etiche del nostro popolo trovano espressione nella sua illimitata fiducia e infallibile fedeltà al Partito e al Leader, nel suo ardente amore e nel servizio devoto nei confronti della madrepatria e dei compatrioti, nella sua volontà indomita di portare a compimento la causa comunista, nel suo ottimismo rivoluzionario, nel suo alto senso del dovere rivoluzionario verso il Leader e nel suo caloroso cameratismo. Ai nostri giorni, serbando l'orgoglio per il quale il nostro Leader, il nostro Partito e il nostro paese sono i migliori, esso sente profondamente una ferma determinazione ad affrettare la vittoria completa del socialismo e la riunificazione indipendente del paese sotto la bandiera rivoluzionaria delle idee del Juche, senza alcun cambiamento a prescindere dalle circostanze.
Basandoci sulla vecchia concezione dell'arte e della letteratura sarebbe impossibile riflettere accuratamente nelle opere artistiche e letterarie i cambiamenti epocali dei nostri tempi e le aspirazioni del nostro popolo. La nuova epoca storica richiede una nuova concezione dell'arte e della letteratura.
La concezione dell'arte e della letteratura che i nostri tempi richiedono è la concezione jucheana di esse. Questa include, in breve, il punto di vista e la posizione per l'approccio dell'arte e della letteratura incentrate sull'uomo. Si basa sulle idee del Juche.
La concezione dell'arte e della letteratura significa, in generale, il punto da cui si osservano e si approcciano l'arte e la letteratura. Essa è il punto di partenza della definizione della loro essenza e della loro missione, i principi e i metodi del lavoro creativo e il valore sociale delle opere artistiche e letterarie. Essa si incarna nei lavori letterari e artistici attraverso l'intero processo di creazione, dalla scelta del seme alla sua rappresentazione. Lo stesso argomento dello stesso periodo è rappresentato in maniera diversa a seconda della concezione degli scrittori e degli artisti in merito all'arte e alla letteratura.
La concezione jucheana dell'arte e della letteratura è quella ideale per i nostri tempi, per la creazione di arte e letteratura dal genuino realismo, in quanto produce una descrizione quanto più veritiera dell'uomo, concepisce le masse come padrone del mondo e del loro destino, e le serve.
Questa concezione rappresenta le aspirazioni e le esigenze delle masse dell'era dell'indipendenza.
Ogni periodo dello sviluppo storico richiede un'arte e una letteratura ad esso corrispondenti. Pertanto, un corretto apprezzamento del periodo storico, così come una comprensione esatta dei suoi requisiti, è di grande importanza nella definizione di una concezione dell'arte e della letteratura della classe che rappresenta il periodo in questione.
Le esigenze dei tempi non sono altro che quelle della classe progressista e delle masse, le quali spingono in avanti lo sviluppo storico-sociale ponendosi al centro dell'epoca. Nell'era del capitalismo, l'esigenza elementare delle masse era quella di liberarsi dalle catene e dal soggiogamento del capitale. Ma la nostra era ha proposto un nuovo compito storico diverso da quello dei periodi precedenti. Le esigenze dei nostri tempi sono quelle delle masse, diventate padrone del mondo e del proprio destino. Nell'era dell'indipendenza, il compito storico emerso come fondamentale è quello di conseguire l'emancipazione nazionale, di classe e umana e di realizzare l'indipendenza delle masse in tutto il mondo. L'arte e la letteratura di oggi devono naturalmente dare una giusta risposta alle nuove richieste dei tempi attuali.
Questo compito può essere soddisfacentemente svolto solo quando gli scrittori e gli artisti acquisiscano una visione dell'arte e della letteratura basata sulla concezione jucheana del mondo. Allora sarà possibile sradicare ogni sorta di arte e letteratura reazionarie e i loro rimasugli lasciati dalle classi sfruttatrici lungo molti secoli e costruire così una vera arte e una vera letteratura per le masse. Allo stesso tempo, si potrà produrre un'immagine dell'uomo-tipo, dell'uomo indipendente, che l'arte e la letteratura delle epoche precedenti non hanno mai rappresentato, facendo comprendere al popolo il vero valore dell'uomo, l'essere sociale più potente e dignitoso del mondo, e instillare fede e coraggio rivoluzionari nella gente del nostro tempo che combatte per l'indipendenza.
Questa concezione incarna il personaggio della classe operaia nella sua posizione e nella sua attitudine riguardo l'arte e la letteratura.
Poiché ciascuno entra in contatto con l'uomo e con la vita in maniera diversa secondo la propria appartenenza sociale e di classe, allo stesso modo la concezione dell'arte e della letteratura riflettono in modo naturale le esigenze e gli interessi di una data classe. La classe operaia possiede una concezione rivoluzionaria dell'arte e della letteratura che serve al compimento della sua missione storica. Questa concezione ritiene che la vera essenza e il vero valore dell'arte risiedano nel loro contributo alla lotta delle masse lavoratrici per l'indipendenza. Ma la concezione borghese al riguardo riflette gli interessi della classe sfruttatrice che cerca di mantenere i vetusti rapporti sociali di oppressione, sottomissione e dominio. Pertanto, questa concezione distorce la natura dell'arte e della letteratura e le considera come un mezzo per il divertimento e il profitto della classe borghese. Questa visione infonde alle persone un egoismo estremo e l'immoralità di far ricorso a qualunque mezzo nell'ottica dell'indolenza e dello sfarzo, e quindi svolge un ruolo reazionario poiché riduce la gente a schiavi del denaro, paralizzando la loro coscienza rivoluzionaria e di classe.
La concezione jucheana dell'arte e della letteratura richiede la presentazione del carattere nazionale nell'arte e nella letteratura.
Ogni nazione ha il proprio carattere nazionale storicamente formatosi, così come il proprio peculiare senso estetico ed emotivo che deriva da questo carattere. Il carattere nazionale, proprio a nessun'altra nazione o da esse distinto, si esprime nettamente nello stile di vita, nel linguaggio, nei costumi, nell'ambiente e nelle maniere di ciascuna nazione. Il valore di un'opera letteraria o artistica dipende in larga misura dal fatto che rifletta correttamente il carattere e la vita di quella nazione e manifesti un gusto nazionale nella rappresentazione. Il nostro popolo ha il suo proprio carattere nazionale. Non importa quanto sia buono il seme alla sua base o quanto importante sia il problema nella società di cui tratti, essa sarà inutile qualora non riesca a descrivere la vita in base ai gusti del nostro popolo.
Il nocciolo della concezione jucheana dell'arte e della letteratura sono la posizione e l'attitudine jucheane nei confronti dell'essenza dell'arte e della letteratura in quanto ambito umanistico.
Come concepire la letteratura è una questione fondamentale della concezione dell'arte e della letteratura nonché la base sulla quale chiarire la posizione e l'attitudine verso ogni problema letterario.
La concezione jucheana considera l'umanistica del Juche come l'autentica letteratura dei nostri tempi. L'umanistica del Juche è un nuovo tipo di letteratura che contribuisce a portare a termine la causa dell'indipendenza delle masse sollevando la questione dell'indipendenza, la questione dell'uomo indipendente, e a creare il prototipo dell'uomo di tipo jucheano.
L'umanistica del Juche si approccia all'uomo nel contesto dei rapporti sociali, ma non si limita a questo; essa descrive l'uomo come forza motrice che trasforma la natura e la società come richiesto dalla sua peculiarità dell'indipendenza. L'archetipo di un tale uomo è l'uomo indipendente, l'uomo comunista di tipo jucheano.
Soltanto allorché sollevi una significativa questione relativa all'essere umano e vi trovi una soluzione coerente con l'intrinseca natura dell'uomo la letteratura può trovare il suo valore umanistico. Una questione significativa concernente l'umanità è la questione di qual è l'obiettivo della vita di un uomo, di quale tipo di vita sia il più dignitoso e pregevole e quale cammino l'uomo dovrebbe seguire per raggiungere il suo obiettivo. L'umanistica jucheana considera la questione dell'indipendenza la più significativa questione umana, la tratta nelle opere letterarie e artistiche e vi fornisce una soluzione artistica profonda.
Un aspetto importante della concezione jucheana dell'arte e della letteratura è costituito dalla posizione e dall'attitudine jucheane verso la bellezza.
Una concezione della letteratura e dell'arte consta di una posizione e di un attitudine riguardo alla natura della letteratura così come all'essenza della bellezza. Attraverso la rappresentazione di uomini-tipo e delle loro vite, le opere artistiche e letterarie definiscono ciò che è bello, nobile o tragico e ciò che è cattivo, volgare o comico. Non esiste un'opera artistica o letteraria che non abbia a che vedere con la bellezza.
La concezione jucheana dell'arte e della letteratura esige che la bellezza sia vista, trattata e rappresentata dal punto di vista e dalla posizione jucheane. Quando viene considerata dal punto di vista della concezione jucheana, la bellezza diviene la vita e la lotta dell'uomo indipendente. Poiché l'indipendenza è ciò che mantiene l'uomo in vita in quanto essere sociale, la vita dell'uomo indipendente che combatte per la sua indipendenza è la più bella. Non importa quale epoca o quale società descriviamo nelle opere artistiche e letterarie, noi dobbiamo scoprire ciò che è bello nella vita dell'uomo che lotta per la sua indipendenza ed eseguirne una raffigurazione veritiera. Certo, la lotta delle masse per l'indipendenza nella società sfruttatrice è una lotta ardua e sanguinosa piena di ostacoli. La lotta per l'indipendenza può accompagnarsi a strazianti fallimenti e sacrifici, da agonie e sciagure insopportabili. Ma se affrontiamo e descriviamo tali agonie e sciagure, fallimenti e sacrifici come cose futili e meramente tragiche, queste opere non potranno mostrare la vera bellezza della vita o insegnare al popolo il reale significato della bellezza. L'arte e la letteratura devono naturalmente porre in rilievo quelle persone che sono cadute in azione nella lotta per l'indipendenza delle masse come eroi dell'epoca e ritrarre le loro emozionanti vite in modo dinamico, come vite degne e pregevoli, piene di ottimismo rivoluzionario.
Altri aspetti importanti della concezione jucheana dell'arte e della letteratura sono la posizione e l'attitudine jucheane verso il lavoro creativo.
La posizione e l'attitudine verso la creazione letteraria e artistica sono di grande significato nella garanzia delle qualità ideologiche e artistiche delle opere.
È di primaria importanza nel lavoro creativo avere una posizione e un'attitudine corrette relativamente a che tipo di opera dobbiamo creare e per chi. La concezione jucheana dell'arte e della letteratura richiede che tutti i problemi che sorgono nella creazione vengano visti e studiati mettendo al centro le masse e risolti in base al principio di mettere l'arte e la letteratura al servizio del popolo. Gli scrittori e gli artisti devono porre gli interessi delle masse al di sopra di ogni altra cosa e dedicarsi anima e corpo alla creazione di eccellenti opere artistiche e letterarie che possano contribuire al rafforzamento della forza motrice indipendente della rivoluzione.
Nella creazione artistica e letteraria è importante avere una visione corretta della forza motrice del lavoro creativo. La concezione jucheana dell'arte e della letteratura considera gli scrittori e gli artisti come i maestri della creazione e identifica il fattore fondamentale che decide del successo della creazione nella loro coscienza ideologica. Noi sosteniamo che l'ideologia è la cosa più importante anche nella creazione letteraria ed artistica. Come negli altri ambiti, l'ideologia decide tutto nella creazione artistica e letteraria. La concezione jucheana considera il lavoro creativo come un lavoro rivoluzionario e non una semplice professione, e sostiene che solo i veri rivoluzionari immancabilmente fedeli al Partito e al Leader, i ferventi patrioti illimitatamente devoti alla loro patria e al popolo, possono creare delle eccellenti opere artistiche e letterarie che siano genuinamente rivoluzionarie e popolari. Le opere prodotte dagli scrittori e dagli artisti che mancano di educazione ideologica e considerano la creazione come una mera professione non riescono a contenere l'entusiasmo rivoluzionario che arde nei loro cuori. Solo quegli scrittori e artisti che siano dotati della concezione jucheana del mondo e considerano la creazione come un lavoro rivoluzionario possono produrre opere artistiche e letterarie rivoluzionarie. Gli scrittori e gli artisti devono mantenere questa posizione e produrre capolavori che si trasmetteranno di generazione in generazione.
Gli scrittori e gli artisti, padroni del lavoro creativo, devono avere una giusta concezione dell'arte e della letteratura; solo in questo modo potranno produrre con successo opere artistiche e letterarie dalle grandi qualità ideologiche e artistiche che il Partito vuole e che riflettano le esigenze dei tempi e le aspirazioni del popolo.
Al fine di instaurare la concezione jucheana, essi devono come prima cosa dotarsi dell'idea jucheana di arte e letteratura. Questa idea incarna tutti i requisiti delle idee del Juche. Pertanto, allorquando si dotino di questa idea, costoro possono trovare una soluzione per ogni problema che si ponga nella creazione e nell'edificazione dell'arte e della letteratura. Inoltre, possono definire l'orientamento jucheano, incarnare la natura umanistica dell'arte e della letteratura, preservare lo spirito di fedeltà al Partito, alla classe operaia e al popolo, e combinare armoniosamente le qualità ideologiche e artistiche nel loro lavoro creativo.
Per far prevalere la concezione jucheana dell'arte e della letteratura è importante che assimilino la teoria jucheana dell'arte e della letteratura. Questa teoria spiega chiaramente tutti i problemi, dalle questioni di principio che sorgono nella creazione e nell'edificazione dell'arte e della letteratura dell'era dell'indipendenza al seme quale perno dell'opera, il tema, gli elementi di dettaglio della descrizione come la caratterizzazione e la presentazione della vita, così come i metodi della creazione. La teoria rende gli scrittori e gli artisti capaci di risolvere nel nostro modo tutti i problemi pratici della creazione e dell'edificazione dell'arte e della letteratura dell'era dell'indipendenza, liberi dalle convenzioni e dalle idee stereotipate. Essa fa inoltre sì che possano risolvere la questione di proseguire la tradizione dell'arte e della letteratura rivoluzionarie del nostro Partito, la questione dell'eredità del patrimonio culturale della nazione da un punto di vista critico e la questione di far sì che le ampie masse creino e godano davvero dell'arte e della letteratura. Inoltre, rende possibile trattare il nuovo principio dell'organizzazione drammaturgica i cui contenuti principale sono l'organizzazione delle emozioni, le caratteristiche dei conflitti nelle opere che parlano della realtà socialista e l'umore delle opere che rivela il tono emotivo della vita, affinché si conformino ai requisiti dei tempi e ai gusti estetici moderni del popolo.
Al fine di far prevalere la concezione jucheana dell'arte e della letteratura è necessario conoscere alla perfezione l'essenza e le esigenze del metodo jucheano di attività artistico-letteraria e osservarlo nella pratica.
Il metodo jucheano significa, in breve, risolvere tutti i problemi della creazione e della direzione dell'arte e della letteratura a modo nostro, assumendo una posizione jucheana. Se vogliamo creare e costruire un'arte e una letteratura che soddisfino i requisiti dell'era dell'indipendenza, dobbiamo avere un'idea e una teoria artistiche e letterarie e instaurare la teoria e la metodologia della direzione di partito su di esse. Come nel caso degli altri settori della rivoluzione e dell'edificazione, l'arte e la letteratura non potrebbero fare neanche un passo in avanti senza la direzione del Partito. È soltanto qualora si rafforzi la direzione del Partito sull'arte e la letteratura e gli scrittori e gli artisti le siano fedeli che l'arte e la letteratura possono svilupparsi in un'arte e una letteratura jucheane, in cui l'ideologia unica del Partito, le idee rivoluzionarie del Leader, vi siano incastonate. Come parte del lavoro ideologico del Partito, la creazione artistico-letteraria è un'opera importante che ha a che vedere con le idee dell'uomo ed esercita una tangibile influenza politica e ideologica sulla sua vita; è questo il motivo per cui va condotta sotto la direzione unificata del Partito. Assicurare la direzione unificata del Partito sulla creazione artistico-letteraria rende possibile difendere e applicare le idee e la teoria artistico-letterarie del Partito senza oscillazioni in ogni avversità, e sviluppare la nostra arte e la nostra letteratura in un'arte e una letteratura genuine e jucheane che sostengano la causa rivoluzionaria del Partito attraverso le generazioni, nell'arte e nella letteratura modello del socialismo e del comunismo.
Nel rafforzamento della direzione del Partito sull'arte e la letteratura è molto importante instaurare un sistema e un metodo di creazione corretti. Dirigendo la rivoluzione nella produzione cinematografica negli anni '60, il nostro Partito definì per la prima volta il nostro tipo di detto sistema e metodo in questi campi, cosicché gli scrittori e gli artisti potessero mantenere un atteggiamento da padroni e mettere in gioco la loro creatività e la loro saggezza collettiva a pieno regime nel lavoro creativo. I funzionari del settore artistico e letterario devono anch'essi, come gli scrittori e gli artisti, soddisfare i requisiti dei suddetti sistemi e metodi del nostro stile, l'incarnazione del grande spirito e del grande metodo di Chongsanri e del metodo di lavoro Taean nella creazione e nell'edificazione dell'arte e della letteratura.
L'opera di instaurazione della concezione jucheana dell'arte e della letteratura è inseparabilmente collegata al lavoro di affermazione della concezione jucheana del mondo. Poiché la concezione dell'arte e della letteratura è regolata e definita dalla concezione del mondo, la concezione jucheana dell'arte e della letteratura si afferma sulla base della concezione jucheana e rivoluzionaria del mondo. Dato che il processo nel quale l'affermazione della concezione rivoluzionaria del mondo propria del popolo non è un processo semplice, parimenti la concezione jucheana dell'arte e della letteratura non si forma facilmente attraverso una o due sessioni di studio e basta o tramite l'apprendimento delle relative teorie. Questa concezione diverrà solida unicamente quando sia resa parte della propria incrollabile fede tramite una formazione ideologica stabile e una continua attività creativa.
Gli scrittori e gli artisti devono continuare a sforzarsi di affermare la concezione jucheana dell'arte e della letteratura durante tutta la loro vita. Dovranno perseguire con sincerità quest'opera, formandosi quali ferventi patrioti, rivoluzionari comunisti degni di fare da portabandiera dei tempi e di interpreti della mente umana.

2) CONTRIBUIRE ALLA CAUSA DELL'INDIPENDENZA DELLE MASSE È LA MISSIONE ELEMENTARE DELLA LETTERATURA

La letteratura è indispensabile nella vita umana. Attraverso la letteratura rivoluzionaria le persone giungono a comprendere profondamente la vita, a rendersi conto dei problemi d'importanza sociale sotto vari aspetti, ad acquisire una corretta visione del mondo e a far progredire la rivoluzione e l'edificazione. Più la società si sviluppa, più ricca diviene la vita del popolo, più cresce la coscienza indipendente delle masse, più aumenta l'esigenza della gente per la letteratura e più grande si fa l'influenza della letteratura sulla vita. Profondamente consci del loro onorevole dovere dinanzi all'epoca e alla rivoluzione, gli scrittori devono produrre molte opere letterarie degne dell'umanistica.
La natura essenziale della letteratura come branca dell'umanistica è quella di descrivere l'uomo e la sua vita e di servire realmente le masse. Per quanto produca una descrizione veritiera dell'uomo e della sua vita, un'opera sarebbe inutile se non contribuisse ad armare il popolo di idee progressiste e a far nascere in esso un'etica nobile e delle belle emozioni.
Contribuire alla causa rivoluzionaria del Juche, alla causa della difesa e della realizzazione dell'indipendenza delle masse, è la missione elementare della nostra letteratura.
La causa rivoluzionaria del Juche è un lavoro onorevole di edificazione e trionfo della società comunista, il più alto ideale dell'umanità, sotto la bandiera delle grandi idee del Juche. Questa causa, inaugurata dal grande Leader compagno Kim Il Sung, ha già completato due fasi della rivoluzione sociale: la rivoluzione democratica antifeudale e antimperialista e la rivoluzione socialista, e va procedendo adesso a una nuova fase di trasformazione di tutta la società sulle idee del Juche. La letteratura dovrà naturalmente produrre una descrizione veritiera delle gesta eroiche e delle imprese lodevoli che hanno avuto luogo nella lotta per il trionfo della causa rivoluzionaria del Juche, la lotta per il compimento delle tre rivoluzioni (ideologica, tecnica e culturale), a un alto livello ideologico e artistico, dando così una risposta corretta alla questione di come la gente dovrebbe vivere, lavorare e combattere. Solo la letteratura che risponde correttamente alle problematiche sollevate dai tempi può servire da potente arma di educazione ideologica, da mezzo affidabile per l'acquisizione di una conoscenza della vita e da intima amica della formazione culturale ed emotiva.
Il contributo della letteratura alla causa rivoluzionaria del Juche consiste nel suo rafforzamento della forza motrice indipendente della rivoluzione.
La nostra letteratura deve servire in ogni modo al rafforzamento dell'unità del leader, del Partito e delle masse, l'organismo socio-politico, e ad aiutare il nostro popolo a mantenere un'eterna integrità socio-politica.
In particolare, è molto importante creare un'immagine artistica del dirigente della classe operaia.
Nel passato prevaleva una teoria per la quale, al fine di adempiere al proprio dovere, la letteratura socialista deve anzitutto produrre immagini di prototipi di rivoluzionari comunisti. Va da sé che questo è essenziale nella letteratura socialista. La rappresentazione di comunisti-tipo rende possibile far assimilare al popolo le idee rivoluzionarie della classe operaia e incoraggiarlo alla lotta rivoluzionaria. Da questo punto di vista, la letteratura del passato considerò ciò come il compito primario della letteratura socialista e si preoccupò prioritariamente di trovare una soluzione a questo problema. Tuttavia, la letteratura socialista non può compiere la sua missione limitandosi a ritrarre comunisti-tipo. Soltanto producendo una profonda descrizione delle attività rivoluzionarie del leader essa può mostrare la vera natura della causa rivoluzionaria della classe operaia e il processo scientifico della sua vittoria sia in portata che in profondità, e contribuire a formare le persone come rivoluzionari comunisti immancabilmente fedeli al leader.
La letteratura socialista deve produrre una descrizione veridica del rapporto tra il Leader, il Partito e le masse, che formano un insieme unico incentrato sul Leader.
Per contribuire alla causa dell'indipendenza del popolo, la letteratura deve migliorare le sue funzioni didattiche politiche, ideologiche, culturali ed emotive, così come il suo ruolo di diffondere la conoscenza della vita.
Ciò che è di particolare importanza a questo riguardo è la funzione dell'educazione ideologica.
La nostra letteratura è un'arma ideologica sotto il controllo del Partito e un potente mezzo al servizio dell'educazione ideologica e della trasformazione del popolo. Soltanto quando si valorizzi questo aspetto la letteratura può svolgere la sua missione e il suo ruolo di arma ideologica che contribuisce realmente al modellamento dell'intera società sulle idee del Juche.
La letteratura deve riflettere correttamente le idee del Juche e la loro applicazione, le linee e le politiche del Partito, gli unici principi direttivi della rivoluzione e dell'edificazione e il punto di partenza di ogni nostro pensiero e azione. Chiunque voglia creare una rappresentazione veritiera della nostra grande realtà e delle nuove questioni che sorgono nei tempi attuali, deve affidarsi alle idee del Juche e alle politiche del Partito. Senza una conoscenza di queste non si può avere una comprensione corretta dello sviluppo della rivoluzione coreana, del movimento in avanti del nostro popolo, dei brillanti successi di oggi e delle fulgide prospettive per il futuro, né si può raffigurare veridicamente la lotta per difendere e realizzare l'indipendenza dei popoli. Affinché la letteratura descriva bene quanto rapidamente la nostra rivoluzione si è sviluppata sotto la guida del Partito e del Leader e la realtà vibrante di oggi, e ispiri il popolo alla lotta rivoluzionaria e al lavoro di costruzione, essa deve riflettere a fondo le grandi idee del Juche e la loro applicazione, le politiche del Partito. Solo una tale letteratura può servire come un potente mezzo per formare le persone a diventare comunisti, rivoluzionari di tipo jucheano che combatteranno per il compimento della causa rivoluzionaria del Juche e la riunificazione indipendente del paese.
La nostra letteratura dovrà anche contribuire a innalzare lo spirito del primato della nazione coreana. Ciò è di grande importanza nell'incrementare il ruolo ideologico ed educativo della letteratura. Quest'ultima deve effettuare una raffigurazione vivida della grandezza della nazione coreana, così da spronare il nostro popolo a un maggiore entusiasmo nella rivoluzione e nell'edificazione, con l'orgoglio e la dignità di essere coreano, la fierezza e la fiducia nelle creazioni eccellenti, nella forza e nell'inventiva della sua nazione e una salda fede nel futuro della sua nazione. L'educazione allo spirito del primato della nazione coreana è più urgente che mai al giorno d'oggi, allorquando gli imperialisti manovrano sempre più perfidamente per disintegrare il sistema socialista dall'interno e alcuni paesi socialisti cercano di restaurare il capitalismo, smarrendo la fiducia nella rivoluzione. Senza un orgoglio e una dignità nazionali non possiamo vivere in maniera indipendente in base ai nostri principi, difendere le conquiste rivoluzionarie e portare al trionfo la causa rivoluzionaria del Juche. Le opere letterarie devono ritrarre con profondità il nostro popolo come una nazione degna con una grande ideologia, eccellenti tradizioni e una lunga storia: una nazione dotata delle idee del Juche, le grandi idee nella storia del pensiero umano e l'ideologia direttrice dell'era dell'indipendenza, una nazione dalla gloriosa tradizione rivoluzionaria di aver sconfitto due potenze imperialiste in una generazione, e una nazione piena di risorse con 5.000 anni di storia una cultura eccelsa. In particolare, le opere letterarie devono cantare a piena voce le lodi dell'idea che il nostro Leader e il nostro Partito sono i migliori. Solo opere simili possono far sentire al popolo l'orgoglio per la grandezza della propria nazione e mettere in gioco un eroismo e un ottimismo rivoluzionario senza pari nel corso della grande costruzione socialista per il trionfo della causa rivoluzionaria del Juche con un grande senso di coscienza e la fede di esaltare questa grandezza.
Al fine di contribuire sostanzialmente alla causa dell'indipendenza delle masse, la letteratura deve migliorare la sua attività di diffondere la conoscenza della vita. Solo allora sarà di aiuto al popolo affinché comprenda la vita più profondamente e si mobiliti attivamente nella lotta per creare una vita più ricca.
La letteratura impartisce profonde cognizioni circa la vita umana. Tramite l'immortale capolavoro Mare di sangue la gente si è resa conto della realtà del nostro paese negli anni '30 come se l'avesse vissuta in prima persona, e ne ha acquisito una ricca conoscenza. Mare di sangue dà un'idea precisa della realtà sociale di quei tempi, piena di contraddizioni e di vizi, attraverso una descrizione onnicomprensiva della vita di una madre; ella non sa perché gli imperialisti giapponesi avevano invaso il nostro paese, che cosa fosse la rivoluzione e perché uno dovrebbe farla, ma, influenzata da suo marito e dai suoi figli, giunge gradualmente a comprenderla e si unisce alla lotta. Commentando La commedia umana di Balzac, Engels scrisse che quest'opera, una rappresentazione condensata della storia della società francese, fornisce un'elaborazione più dettagliata della realtà economica di quanto tutti gli storici, gli economisti e gli statistici di quel periodo avessero fatto nei loro lavori. Questo è un buon esempio del ruolo didattico della letteratura.
Allorché si accinge alla creazione di un'opera, lo scrittore deve considerare con cura ogni cosa e incanalare sforzi diligenti di modo che l'opera divenga un potente mezzo di didattica della vita. Ciò che conta a questo riguardo è mostrare profondamente la vita sotto vari aspetti. Se un'opera viene rappresentata in maniera monotona, in un modo solo, questa non può esporre la vita sotto le molteplici sfaccettature che possiede. Gli oggetti della descrizione letteraria comprendono non soltanto la lotta delle masse per l'indipendenza, ma anche tutte le altre sfere della vita. Neppure in un'opera sola le sfere della vita sono limitate; esse si intrecciano l'una con l'altra in vari modi. Solo ritraendo la complessa vita umana per come è la letteratura può presentare la vita in modo diversificato e profondo.
Affinché sia un mezzo potente per far conoscere la vita, la letteratura deve rifletterne l'essenza e la legge del suo sviluppo. La descrizione veritiera della vita è il requisito naturale della letteratura. Separata dalla verità, essa non può spiegare l'essenza della vita né raggiungere il suo obiettivo di impartire conoscenze. Se un'opera si propone di mostrare la vita degli operai di un'acciaieria, deve dare una vivida descrizione generale della vita nella “città del ferro”, che riverbera dell'entusiasmo rivoluzionario e dello spirito militante della classe operaia. Perciò, essa deve far percepire a chi non è stato nell'acciaieria i sentimenti degli operai per come sono e far sì che li faccia propri come un'esperienza di vita.
Al fine di essere d'aiuto alla causa dell'indipendenza delle masse, la letteratura deve migliorare il suo ruolo didattico culturale ed emotivo.
La letteratura è un buon mezzo per educare culturalmente ed emotivamente le persone, nonché un'arma possente per la loro educazione politica e ideologica e per fornire loro delle conoscenze sulla vita. Il proposito della creazione di opere letterarie non è solo quello di far sì che la gente comprenda correttamente il mondo e le idee giuste, ma anche quello di fare in modo che coltivino le proprie emozioni. La nostra educazione culturale ed emotiva è parte dello sviluppo di sentimenti rivoluzionari ed emozioni nazionali appropriati ai gusti estetici dell'era dell'indipendenza. La letteratura deve contribuire a infondere emozioni belle e nobili nel popolo e a migliorare il loro livello culturale e la loro natura umana. Il successo nell'educazione culturale ed emotiva è di grande importanza nella coltivazione dei sentimenti e delle emozioni con cui riconoscere ciò che è bello ed elevato nella vita e rifiutare ciò che è cattivo e scadente. L'uomo di tipo jucheano, il comunista dei nostri tempi, è l'uomo ideologicamente sano che ha conseguito alti traguardi culturali e prova emozioni intense. La persona insensibile che non conosce nessuna poesia e non ha mai letto un romanzo non può avere un cuore grande. Questo tipo d'uomo non può essere popolare né nel lavoro né nella vita, e non mostra umanità.
Allo scopo di produrre una profonda descrizione dell'alto spirito rivoluzionario e della calorosa umanità del popolo dei nostri tempi e di usarla nella sua opera didattica culturale ed emotiva, gli scrittori non devono limitarsi a buttar lì termini o parole d'ordine politiche nude e crude; essi devono creare immagini dettagliate e vivaci delle idee, dei sentimenti e della vita dell'uomo vero.
Gli scrittori devono creare un maggior numero di opere letterarie dalle alte qualità ideologiche e artistiche che contribuiscano grandemente alla causa dell'indipendenza delle masse, incoraggiando così con forza il nostro popolo che combatte vigorosamente per il compimento della causa rivoluzionaria del Juche.

3) LA LETTERATURA DELL'ERA DELL'INDIPENDENZA DEV'ESSERE UMANISTICA JUCHEANA

Già da molto tempo abbiamo esposto l'idea originale per cui la letteratura dell'era dell'indipendenza dev'essere umanistica jucheana.
Sin dall'esordio di questa idea gli scrittori hanno iniziato a vedere la letteratura sotto una luce nuova e si sono verificati cambiamenti nel loro lavoro creativo. Con una comprensione corretta della letteratura, molti scrittori hanno creato opere eccellenti che soddisfano i requisiti dei tempi nuovi. I romanzi della serie La storia immortale, come L'alba della rivoluzione, L'Ardua Marcia e L'area dell'aspra battaglia, i canovacci de La stella della Corea, Il Sole della nazione e Certezza, lo spettacolo in più atti Seguendo la bandiera della vittoria e i poemi lirici Patria mia e Madre: tutti questi sono capolavori di alto valore ideologico e artistico che riflettono le esigenze dei nostri tempi e le aspirazioni del nostro popolo. Queste opere differiscono quanto a semi e forme, ma tutte soddisfano i requisiti dell'umanistica jucheana.
Creando una letteratura nuova per i tempi nuovi, non dobbiamo cercare di modellarla sulla base della letteratura classica. Possiamo avvalerci degli aspetti buoni dei classici, ma questi non possono in alcun modo essere di esempio per la letteratura dei nostri tempi, poiché divennero tali riflettendo la realtà sociale dei loro tempi. Nessuna opera letteraria può oltrepassare i limiti della propria epoca.
I tempi nuovi richiedono una letteratura nuova e la letteratura dei nostri tempi deve impregnarsi dell'umanistica jucheana.
L'umanistica jucheana è un nuovo ingrediente letterario che ha fatto la sua comparsa rispondendo alle esigenze dell'era dell'indipendenza. Naturalmente, non siamo noi i primi ad aver sostenuto l'opinione per cui la letteratura dev'essere pregna di umanistica. Nel passato, spiegando l'essenza della letteratura, molti hanno sottolineato che la letteratura stessa è umanistica. Ma nessuno scrittore o teorico letterario in nessun paese e in nessun periodo ha spiegato la vera essenza della letteratura come umanistica. Dacché le idee del Juche sono nate nella nostra epoca, esse hanno potuto farne un'elaborazione corretta. Basandoci sulle idee del Juche, abbiamo avanzato l'idea per la quale l'essenza della letteratura in quanto umanistica è descrivere l'uomo e la sua vita ponendosi al suo servizio.
La caratteristica essenziale dell'umanistica Juche, una nuova letteratura che riflette le esigenze dell'era dell'indipendenza, si distingue da quella della letteratura del passato per la sua base filosofica. L'umanistica jucheana, fondata sul principio filosofico delle idee del Juche, illustra la natura dell'uomo, che considera l'indipendenza come la propria linfa vitale, e tratta le problematiche umane che sorgono da quella natura, mettendo così in risalto l'uomo come padrone del mondo e del proprio destino e aiutandolo ad adempiere alla sua responsabilità e al suo ruolo in quanto tale.
Per assimilarsi all'umanistica jucheana, la letteratura deve concepire l'uomo e descriverlo da una prospettiva corretta.
La letteratura è l'arte di ritrarre l'uomo, e il ritratto dell'uomo è la sua faccia. L'approccio all'uomo e la descrizione di questi sono il criterio che decide se la letteratura è umanistica oppure no, come anche del suo valore ideologico e artistico. Il fatto che la letteratura si divide in varie correnti si spiega con le differenze nel concepire e descrivere l'uomo. Sia il realismo che il naturalismo riflettono il mondo da un punto di vista oggettivo, ma si contraddicono reciprocamente perché approcciano e descrivono l'uomo da vari angoli e sulla base di principi diversi. Il realismo considera l'uomo un essere sociale e compie una descrizione veridica del suo carattere sociale, mentre il naturalismo guarda all'uomo come a un semplice essere naturale e raffigura i suoi istinti animali. Basandosi sulle idee del Juche, la nostra letteratura ha trovato una giusta soluzione alla questione di concepire e descrivere l'uomo quale essere indipendente, creativo e cosciente.
Cionondimeno, alcuni scrittori descrivono ancora l'uomo da un punto di vista superato.
Considerando l'uomo come un mero insieme di rapporti sociali, essi confinano i loro sforzi alla rappresentazione delle esigenze dei tempi, dell'essenza di classe e delle caratteristiche peculiari dell'uomo come individuo, che egli reca con sé nel proprio carattere. Di conseguenza, alcuni personaggi di certe opere letterarie non sono rappresentati come uomini di tipo nuovo; sebbene diversi per nomi e aspetto, essi assomigliano ai personaggi delle opere letterarie del passato. Il classico tipo d'uomo della letteratura dei tempi passati non può sempre essere un prototipo della rappresentazione dei personaggi. I lettori di oggi vogliono vedere nella letteratura un uomo di tipo nuovo, un tipico uomo indipendente che trasforma creativamente la natura e la società in base alla propria volontà e alle proprie esigenze, con la coscienza di essere padrone del mondo e del proprio destino. Che sia o meno rappresentata un'immagine artistica del prototipo dell'uomo di tipo nuovo, il quale ha raggiunto un livello superiore a quello dei personaggi dei classici, dipende dall'approcciarvisi o meno da un nuovo punto di vista, come richiesto dalle idee del Juche, e ritratto sulla base di un nuovo principio.
L'umanistica jucheana richiede che la tipizzazione si basi sulla vera natura dell'uomo.
Anche in passato la letteratura realista considerava la tipizzazione come essenziale nella raffigurazione dell'uomo, ma non riuscì a soddisfare questo requisito poiché non si disponeva, a quei tempi, di una chiarificazione scientifica della vera natura dell'uomo. La tipizzazione è una questione attinente a quanto profondamente e veridicamente l'uomo è descritto in quanto esempio della sua classe o del suo strato, quindi non si può dire che il requisito della tipizzazione sia stato pienamente soddisfatto senza addentrarsi in profondità nella vera natura dell'uomo.
I tratti mentali e morali e le qualità dell'uomo in quanto essere sociale si basano sulla sua vera natura e sono da essa controllati. La letteratura deve seguire il cammino della creazione di nuovi personaggi, descrivendo la vera natura dell'uomo in profondità e, su questa base, realizzare l'unità della generalizzazione e dell'individualizzazione.
Al fine di ritrarre un personaggio come prototipo, il requisito della generalizzazione dev'essere correttamente soddisfatto nella letteratura.
La generalizzazione della rappresentazione del personaggio deve basarsi sulla reale natura dell'uomo. Questa, che comprende la sua indipendenza, creatività e coscienza, si esprime precisamente all'interno e all'esterno del suo lavoro. L'atteggiamento confacente a un padrone della rivoluzione e dell'edificazione è anch'esso un'espressione specifica della vera natura umana. Stesso dicasi per lo spirito di apprezzare l'integrità socio-politica più della vita fisica e di essere infallibilmente fedele al Partito e al leader, alla società e al collettivo, lo spirito di opporsi al servilismo e combattere fino alla fine per difendere l'indipendenza del paese e della nazione, lo spirito di forgiare il proprio destino con le proprie mani, di risolvere creativamente tutti i problemi in base alla propria realtà senza farsi imbrigliare da formule convenzionali o schemi superati, e lo spirito di trovare soluzioni a tutti i problemi che sorgono nelle relazioni tra il collettivo e gli individui sulla base del principio della lealtà e del cameratismo. La letteratura deve trovare e addentrarsi nell'aspetto in cui la natura dell'uomo può rivelarsi più intensamente e generalizzare così nello specifico la vera immagine dell'uomo quale essere sociale.
È una deviazione nella rappresentazione di figure positive o negative il pensare di aver conseguito la generalizzazione chiarificando la loro appartenenza e le loro esigenze di classe. Certamente, esporre queste cose è un prerequisito della rappresentazione dei personaggi. Tuttavia, se li si ritrae esclusivamente dal punto di vista dei loro interessi di classe, questi possono tramutarsi in esseri distorti che non possiedono i tratti mentali e morali dell'uomo. Talvolta in alcune opere appaiono personaggi asciutti e rigidi che mancano di sentimenti ed emozioni umane, e ignorano il significato della vita. Ciò si spiega in larga misura col fatto che gli scrittori tendono unicamente a esporre l'appartenenza e le esigenze di classe dei personaggi. Al fine di mostrare l'immagine di un uomo in quanto essere sociale in modo soddisfacente è necessario dare una descrizione profonda dei suoi tratti mentali e morali così come delle sue esigenze di classe. Le qualità mentali e morali di un uomo sono definite dalla sua coscienza ideologica dell'indipendenza. Il suo carattere di classe e nazionale, un aspetto importante dei tratti mentali e morali dell'uomo, è anch'esso un espressione della sua coscienza ideologica dell'indipendenza. Più profonda e ampia è la descrizione della coscienza ideologica dell'indipendenza di un personaggio, e più chiaramente si spiega il suo carattere di classe e nazionale.
Per ritrarre un carattere quale prototipo bisogna soddisfare il requisito dell'individualizzazione oltre a quello della generalizzazione. Poiché nessuno al mondo ha lo stesso volto di un altro, allo stesso modo nessuno ha la stessa individualità di un altro. In questo senso, ritrarre le persone nella letteratura significa descrivere ciò che le distingue a livello personale. Ciò che conta è come descrivere le peculiarità personali delle parti.
Attualmente, in alcune opere compaiono dei personaggi dalla personalità incongrua col loro mondo mentale, un altro dalla personalità non chiara, un altro in cui essa emerge troppo in ogni scena e un altro ancora che ne ha una talmente inconsistente da sembrare un personaggio in una scena e uno diverso in un'altra. La principale ragione di ciò è che gli scrittori non hanno una comprensione corretta della vera natura dell'uomo e della sua individualità.
La personalità di un uomo è la manifestazione al dettaglio della sua natura. La natura delle persone si esprime in maniera diversa a seconda della loro formazione, delle loro condizioni di lavoro e dei loro ambienti di vita. In generale, un uomo dal forte spirito indipendente, creativo e cosciente rivela marcatamente la sua individualità. È normale che coloro che difendono fino in fondo la dignità umana e le esigenze di indipendenza e che pensano e agiscono sempre creativamente in ogni circostanza rivelino spiccatamente le proprie personalità. Allo scopo di raffigurare i personaggi come esseri individuali da questo punto di vista, le loro caratteristiche peculiari personali devono sostenersi sul soddisfacimento delle loro esigenze intrinseche. Solo in questo modo le individualità dei personaggi, in stretto legame col loro mondo interiore, possono trasmettere un'impressione profonda in maniera coerente lungo tutta l'opera.
Per compenetrarsi dell'umanistica jucheana, la letteratura deve rappresentare correttamente i rapporti tra l'uomo e il mondo.
La letteratura deve descrivere il mondo mettendo al centro l'uomo. Questo significa che ogni cosa al mondo viene descritta come preziosa solo quando serva l'uomo, e i cambiamenti e gli sviluppi del mondo si spiegano sulla base delle attività dell'uomo.
Per descrivere il mondo basandosi sull'uomo, la letteratura deve delineare in profondità l'atteggiamento di quest'ultimo verso il mondo. In altre parole, deve produrre una descrizione veridica dell'immagine dell'uomo che approccia il mondo non in modo fatalistico, bensì rivoluzionario, e non passivamente ma attivamente, trasformando il mondo non alla cieca ma con scienza e coscienza.
A tal fine, è importante spiegare in modo corretto le relazioni tra l'uomo e il suo ambiente. Questo problema è stato lungamente dibattuto come una questione estetica di grande significato nella creazione letteraria. La letteratura realista del passato sollevò anch'essa la creazione di un prototipo di personaggio in un prototipo di ambiente come un'esigenza basilare. Tuttavia, il processo di risoluzione di questa questione ha rivelato una deviazione consistente nel non aver spiegato correttamente i legami tra il personaggio e l'ambiente. Alcuni hanno sottolineato il ruolo determinante dell'ambiente rispetto al personaggio, ma non sono riusciti a chiarificare la reazione positiva e il ruolo attivo del personaggio nei confronti dell'ambiente. Costoro hanno evidenziato principalmente la restrizione e il controllo da parte dell'ambiente sul personaggio. Infatti, molti hanno ritenuto l'ambiente il fattore decisivo che determina il carattere e l'azione dell'uomo. La “teoria del predominio dell'ambiente” si affermò come prevalente sostenendo che l'uomo sia dominato dalle circostanze e che il suo carattere e le sue azioni sono limitate e influenzate da queste ultime. Ciò ha portato quale risultato la comparsa di varie tendenze che hanno sepolto il carattere nell'ambiente. Facendo ricorso a questa teoria non si può spiegare correttamente la natura dell'uomo né creare una letteratura veramente realistica che possa contribuire a valorizzare la sua posizione e il suo ruolo nel mondo.
Va da sé che, poiché l'uomo vive e agisce nel mondo, la letteratura dovrà descrivere a un livello appropriato le diverse influenze che l'ambiente naturale o le condizioni sociali esercitano sulla vita e sulle azioni dell'uomo. Tuttavia, la letteratura deve porre l'accento principale sulla lotta dell'uomo, che non si limita ad adattarsi all'ambiente circostanze o alle condizioni esistenti, ma li trasforma per soddisfare le sue esigenze tramite le sue attività indipendenti, creative e coscienti. L'unità del personaggio e dell'ambiente nella letteratura deve conseguirsi col personaggio, e non con l'ambiente, quale protagonista; allora potrà diventare autentica e congrua con la natura dell'uomo, la sua posizione e il suo ruolo.
Nella descrizione dell'ambiente incentrata sull'uomo, è altresì importante prendere in considerazione la logica obiettiva dell'ambiente né più né meno delle esigenze dell'uomo. Non dobbiamo ignorare la logica oggettiva col pretesto che le circostanze naturali o le condizioni sociali sono controllate e trasformate dall'uomo. Se facciamo ciò per il desiderio soggettivo di dare risalto ai personaggi, non potremo produrre un'autentica descrizione della vita e delle figure, per non parlare dell'ambiente stesso, ma finiremo per rovinare la rappresentazione nel suo insieme.
L'ambiente nella letteratura dev'essere una condizione indispensabile per l'esistenza dei personaggi e l'oggetto delle loro attività, prima ancora che un mezzo per mostrare il loro mondo interiore. Allorché la letteratura descrive le circostanze naturali e le condizioni sociali per soddisfare le esigenze e le aspirazioni dell'uomo nella vita e il suo scopo nel trasformarle può dare un'immagine veritiera dell'uomo che vive e lavora nella natura e nella società.
Rappresentando il processo di trasformazione della natura e della società da parte dell'uomo, la letteratura deve sorreggere chiaramente la natura dell'uomo, svolgere una descrizione profonda del suo mondo interiore e mostrare la sua forza sempre crescente, valorizzando la sua posizione e il suo ruolo di dominatore e trasformatore del mondo. La letteratura deve descrivere i cambiamenti e gli sviluppi delle circostanze naturali e delle condizioni sociali basandosi sulle attività positive dell'uomo, il quale trasforma il mondo di proposito e coscientemente per soddisfare la sua volontà e le sue richieste.
Chiarendo dal punto di vista artistico la natura dell'uomo e la sua posizione e il suo ruolo di dominatore e trasformatore del mondo, l'umanistica jucheana ha aperto un nuovo cammino per l'espressione della dignità e del valore dell'uomo al più alto livello e ha svolto con successo il compito letterario dei nostri tempi in cui le masse sono divenute padrone del loro destino e della storia. Questo è un grande merito dell'umanistica jucheana, che nessun'altra letteratura si è mai guadagnato prima.

4) IL CARATTERE JUCHEANO È LA VITA DELLA LETTERATURA

Al fine di edificare la nostra letteratura in una letteratura nazionale conforme alle aspirazioni e alle esigenze dell'era dell'indipendenza, dobbiamo inserirvi a fondo il carattere jucheano.
Il carattere jucheano nella letteratura è il riflesso dello spirito dell'indipendenza nazionale. Riproporre questo spirito nella letteratura significa impersonare le aspirazioni e l'esigenza di indipendenza del proprio popolo nella creazione e nell'edificazione della letteratura e creare immagini artistiche confacenti alle emozioni e ai sentimenti estetici peculiari della nazione.
Si può dire che il carattere jucheano è il volto e l'anima della letteratura nazionale. Esso sta alla base delle caratteristiche della letteratura nazionale e assicura una chiara espressione dello spirito e dell'audacia della nazione.
Impersonare il carattere jucheano nella letteratura è, anzitutto, un requisito indispensabile che discende dalla carattere umanistica della letteratura che ritrae il popolo e si pone al suo servizio. Soltanto riflettendo correttamente le aspirazioni e le esigenze del popolo, il quale vuol vivere e svilupparsi indipendentemente come padrone del proprio destino, la letteratura può mostrare fedelmente l'uomo e la sua vita e contribuire concretamente a formarlo a diventare un essere degno e potente. Al giorno d'oggi vi sono molti tipi di letteratura nazionale al mondo; ciò si spiega col fatto che la letteratura nazionale di ciascun paese riflette le esigenze nazionali e le aspirazioni dei rispettivi popoli. La letteratura nazionale di ogni paese è la cristallizzazione artistica delle aspirazioni e delle esigenze nazionali del suo popolo. Ovunque prevalga lo spirito nazionale, la letteratura nazionale giunge immancabilmente a piena fioritura. Una letteratura nazionale priva di questo spirito è come un corpo senz'anima. In ultima analisi, le sorti della letteratura nazionale di ciascun paese dipende dal mantenimento o meno del carattere jucheano. In questo senso noi sosteniamo che il carattere jucheano è ciò che mantiene viva la letteratura.
I nostri tempi richiedono che la letteratura si sviluppi in conformità alle aspirazioni e agli ideali dell'epoca per l'elevazione del suo ruolo informativo e didattico, cosicché possa contribuire attivamente alla causa dell'indipendenza delle masse. Il carattere jucheano è una sicura garanzia per lo sviluppo della letteratura in base alle aspirazioni dei tempi e il miglioramento del suo ruolo militante. Più se ne valorizza il carattere jucheano, meglio essa si sviluppa in una letteratura rivoluzionaria e popolare che soddisfa le aspirazioni e le esigenze delle masse e più potentemente contribuisce alla loro causa dell'indipendenza.
Innestare il carattere jucheano nella letteratura si presenta come un problema urgente, poiché la letteratura si sviluppa nella cornice del paese e della nazione. La vita propria di una nazione è il terreno di coltura, la sorgente della letteratura nazionale. La letteratura nazionale di ogni paese si sviluppa sulla base della vita locale, perciò possiede un carattere nazionale e individuale. Per mezzo di questo carattere, la letteratura di ogni nazione contribuisce allo sviluppo della letteratura mondiale. Nonostante ciò, i fautori del cosmopolitismo negano il suo carattere nazionale e individuale. Poiché la letteratura nazionale non può esistere ai margini della vita locale di ciascuna nazione, del pari la letteratura mondiale è inconcepibile separata dalla letteratura nazionale. L'unico modo corretto affinché la letteratura di ogni paese si sviluppi e contribuisca in maniera concreta all'arricchimento del patrimonio della letteratura mondiale è il mantenimento integrale del carattere jucheano.
La questione dello sviluppo della letteratura sul principio del carattere jucheano si pone come una questione ancor più urgente in quei paesi un tempo colonie imperialiste o che si trovano collocati tra grandi paesi. Questi paesi devono liquidare i dannosi postumi dell'imperialismo nello sviluppo della loro cultura nazionale e rigettare il nichilismo nazionale e il servilismo, così da applicare il carattere jucheano nell'edificazione della letteratura nazionale.
Mantenere il carattere jucheano nella letteratura è una garanzia di base per l'elevazione dello spirito della letteratura di servire il Partito, la classe operaia e il popolo. Il carattere jucheano e questo spirito sono le caratteristiche essenziali e la fonte del potere della letteratura rivoluzionaria. Questi sono inseparabilmente legati nella letteratura e costituiscono il criterio principale per decidere del suo carattere sociale e del suo valore. Detto spirito riflette le aspirazioni e le richieste delle masse, desiderose di vivere ed evolversi indipendentemente e creativamente, libere da ogni sorta di subordinazione e di ostacoli. Questo spirito nella letteratura mira a impersonare in essa le idee e gli intenti della classe operaia per emancipare non solo sé stessa ma tutti i membri della società da qualsiasi tipo di subordinazione e di ceppo, e realizzare la sua piena indipendenza e le aspirazioni e gli interessi del popolo all'indipendenza. Come la definizione dell'orientamento jucheano è la cosa più importante nella lotta delle masse per la loro indipendenza, così il carattere jucheano è la pietra miliare dello spirito di servizio del Partito, della classe operaia e del popolo nella letteratura. Il primo è il fattore principale che caratterizza il secondo. Allorché si pone l'enfasi sul carattere jucheano, la letteratura può svilupparsi quale genuina letteratura di tipo jucheano dell'indipendenza e divenire una bandiera che incoraggia le masse alla sacra lotta per il trionfo della causa dell'indipendenza.
La cosa più importante a questo proposito è possedere una posizione e un'attitudine con le quali approcciare tutte le questioni che sorgono nella creazione e nell'edificazione della letteratura nazionale incentrata sulla rivoluzione nel proprio paese e nel risolverle coi propri sforzi, attenendosi alla realtà del proprio paese. La trasposizione di questo carattere nella letteratura mira ad aiutare quest'ultima a servire la rivoluzione nel proprio paese in maniera più fedele. Soltanto contribuendovi la letteratura può mantenersi in vita. Trasporre a fondo il carattere jucheano è un prerequisito per lo sviluppo della letteratura in un'autentica letteratura jucheana che apporta un contributo attivo alla rivoluzione nel proprio paese.
Trovare soluzioni a tutti i problemi che sorgono nella creazione e nell'edificazione della letteratura sulla base delle linee e delle politiche del nostro Partito sull'arte e la letteratura è la condizione di base per il mantenimento del carattere jucheano nel suo sviluppo. Le linee e le politiche del nostro Partito sull'arte e la letteratura esprimono in maniera onnicomprensiva le esigenze letterarie del nostro popolo e fornisce soluzioni profonde a ogni problema teorico e pratico che sorge nello sviluppo della letteratura a modo nostro. Soltanto nella misura in cui l'attività letteraria è guidata dalle linee e dalle politiche jucheane del nostro Partito sull'arte e la letteratura, e fintantoché le applichiamo sino in fondo, possiamo sviluppare la letteratura a modo nostro preservando il suo carattere jucheano.
Al fine di tradurre il carattere jucheano nella letteratura è necessario possedere un forte senso di dignità e orgoglio nazionali, conoscere a menadito le nostre cose e apprezzare l'eredità culturale della nostra nazione sviluppandola correttamente. Solamente nutrendo la dignità e la fierezza per cui la nostra nazione non è inferiore alle altre possiamo impiantare lo spirito di indipendenza nazionale in profondità nelle opere letterarie ed edificare con successo la letteratura socialista e comunista. Più forti sono la dignità e l'orgoglio nazionali, più suggestivo diviene il carattere jucheano nella letteratura; in caso contrario, quel carattere non può sorreggersi. Nutrendo un forte senso d'orgoglio di essere l'intraprendente e valorosa nazione coreana e, soprattutto, la fierezza rivoluzionaria di essere il popolo che ha fatto la rivoluzione sotto la guida del grande Leader compagno Kim Il Sung, noi dobbiamo impegnarci al massimo con tutta la nostra forza e la nostra intelligenza nello sviluppo della nostra letteratura nazionale nel modo che ci è confacente. Dovremo inoltre familiarizzarci con la storia del nostro paese e col patrimonio e le tradizioni preziose della nostra nazione. Questo è il modo di risolvere tutte le problematiche che si presentano nell'edificazione di una nuova letteratura dell'era dell'indipendenza in maniera autonoma e creativa per soddisfare le aspirazioni e le esigenze del nostro popolo e gli interessi della nostra rivoluzione.
Al fine di trasporre il carattere jucheano nella letteratura è importante sostenere le caratteristiche nazionali. Ciò significa riflettere la mentalità, le emozioni, la lingua, i costumi e le altre peculiarità uniche che si esprimono precisamente nella vita del popolo di un paese, e questo è essenziale per il miglioramento del carattere jucheano della letteratura. Bisogna perciò porre l'accento sulla rappresentazione veritiera e profonda del carattere nazionale unico del nostro popolo che si è formato storicamente. La nostra è una nazione audace e civile dalla lunga storia, oltreché omogenea. Sin dai tempi più remoti il nostro popolo ha mostrato al mondo i suoi nobili tratti mentali e morali di nazione diligente e valorosa dalla forte volontà, dagli eccelsi talenti e dalle raffinate emozioni. Il carattere nazionale del nostro popolo si è elevato, dalla liberazione, tramite una continua educazione da parte del nostro Partito e attraverso la lotta rivoluzionaria. Le opere letterarie devono rappresentare il carattere nazionale bello e nobile del nostro popolo in maniera profonda, veritiera e vivida. Oltre a ciò, devono altresì ritrarre realisticamente i lodevoli costumi e le buone maniere formatesi e consolidatesi attraverso la nostra lunga storia e i bei paesaggi che il nostro popolo ben conosce. Se vogliamo sviluppare la letteratura su base nazionale, dovremo continuare a creare forme nazionali nuove e peculiari conformi ai gusti e alle emozioni del nostro popolo.
Al fine di impersonare il carattere jucheano nella letteratura dobbiamo lanciare una lotta potente contro il servilismo, il dogmatismo, il nichilismo nazionale e altre idee superate. Il servilismo, il dogmatismo e il nichilismo nazionale sono i veleni più pericolosi che possono obliare il carattere jucheano della letteratura. La lotta per rigettare queste idee e migliorare il carattere jucheano è una questione seria che decide delle sorti della letteratura nazionale. Lottando con forza contro le vecchie idee di ogni risma, come la venerazione delle grandi potenze, e rafforzando il carattere jucheano nella letteratura, dobbiamo portare a felice compimento la storica causa dell'edificazione della letteratura jucheana.
Non dobbiamo però far ricorso allo sciovinismo nazionale, pensando che solo ciò che è nostro è bello e rifiutando la letteratura nazionale altrui col pretesto di valorizzare il carattere jucheano della nostra letteratura nazionale. Mantenendo la posizione jucheana, noi dobbiamo introdurre ciò che è utile allo sviluppo della nostra letteratura tra le conquiste progressive realizzate dalla letteratura di altre nazioni. Quando introduciamo qualcosa da fuori, non dobbiamo né nutrire illusioni al suo riguardo né copiarlo ciecamente. A prescindere da quanto questo qualcosa possa esser buono, noi lo dobbiamo introdurre da un punto di vista critico in base alla nostra realtà.
Trasponendo a fondo il carattere jucheano nella creazione letteraria dobbiamo sviluppare la nostra letteratura in un prototipo della letteratura di nuovo tipo dell'era dell'indipendenza, come una brillante cristallizzazione dello spirito d'indipendenza nazionale del nostro popolo.

5) BISOGNA COMBINARE LE QUALITÀ IDEOLOGICHE E QUELLE ARTISTICHE

Combinare le qualità ideologiche e artistiche è un principio elementare da mantenersi nella creazione letteraria. Non si tratta di un mero requisito del lavoro creativo ordinario, ma di una questione di principio che si presenta nella trasformazione della nostra letteratura in una letteratura rivoluzionaria di tipo jucheano sia nella forma che nel contenuto.
Le deviazioni di sinistra e di destra nella letteratura si esprimono particolarmente nella concezione dei rapporti tra le qualità ideologiche e quelle artistiche.
Ignorare le qualità artistiche e sottolineare solo quelle ideologiche nella creazione letteraria è una deviazione di sinistra, mentre evirare le qualità ideologiche e dare risalto solo a quelle artistiche è una deviazione di destra. Sia la tendenza sinistroide, consistente nel fare della letteratura un mezzo per propagandare soltanto l'ideologia, che quella destrorsa di farne un'arte per l'arte al di fuori dell'ideologia, sono tendenze reazionarie che distruggono il ruolo informativo ed educativo della letteratura.
Gli imperialisti e i loro servi calunniano la letteratura socialista affermando che è soffocata dalla politica. Ma questo non è altro che un sofisma volto a mascherare la natura reazionaria della letteratura borghese. Alcuni scrittori non si impegnano a migliorare le qualità artistiche dei loro lavori, dicendo che si possono tollerare alcuni difetti nella loro descrizione artistica, ma non devono commettere errori per quanto attiene ai loro aspetti politici e ideologici. Questi lavori non sono letteratura nel vero senso della parola. Un'idea che non viene rappresentata artisticamente è la morte di un'opera letteraria. Se si mette l'accento soltanto sull'ideologia, questo non solo sminuirà la qualità artistica dell'opera ma finirà anche con l'alimentare le denigrazioni imperialiste e reazionarie contro la letteratura socialista.
Nella letteratura le qualità ideologiche e artistiche non si escludono mai l'un l'altra. Senza la prima la seconda non può esistere e viceversa. Sostenerne una a spese dell'altra è il modo migliore per distruggerle entrambe.
Combinare le due qualità è un'esigenza irrinunciabile che emana dalla natura essenziale della letteratura.
In origine, la lettura che riflette artisticamente la vita presuppone l'unità delle qualità ideologiche e artistiche. L'unione delle due qualità decide del valore di un'opera letteraria. Va da sé che il metro con cui giudicare il valore delle opere letterarie differisce a seconda delle nazioni e delle epoche storiche. Le nazioni che posseggono costumi, tradizioni, caratteri e passatempi diversi non osservano la letteratura dalla stessa prospettiva; le persone percepiscono in maniera diversa la letteratura in base alla loro coscienza e alle loro conquiste culturali e approcciano la letteratura a livelli diversi quanto all'apprezzamento del valore delle opere letterarie secondo la propria appartenenza di classe e le proprie convinzioni. Dette differenze si palesano più nettamente tra la classe operaia e la classe borghese e tra i veri rivoluzionari e gli opportunisti.
Tra i letterati borghesi reazionari esistono opinioni diverse a proposito di che tipo di letteratura dovrebbe essere ritenuta eccellente ed esemplare. Coloro che formano la corrente principale propugnano l'arte per l'arte che persegue una bellezza formale “pura” e il naturalismo che copia meccanicamente la vita nella natura, a prescindere di come vi si rifletta l'essenza della vita sociale. Queste vedute sono identiche in quanto entrambe ignorano le qualità ideologiche dell'opera letteraria e considerano soltanto quelle artistiche come metro di giudizio per valutarla. Costoro contraddicono fondamentalmente la natura essenziale della letteratura.
Le qualità ideologiche sono un attributo importante della letteratura e il primo criterio per giudicare del suo valore. L'uomo descritto nelle opere letterarie non è altro che un essere sociale dotato di coscienza ideologica. L'attività umana per comprendere scientificamente il mondo e trasformarlo indipendentemente è la manifestazione della sua coscienza e il suo ruolo nel mondo è deciso dalla sua coscienza ideologica. Pertanto, è normale che nella letteratura che ritrae la vita e la lotta dell'uomo possegga delle qualità ideologiche. A seconda dello scrittore, ogni fenomeno della vita può essere rappresentato in modo veritiero oppure distorto, come anche in maniera positiva oppure negativa. L'opera letteraria è la creazione dello scrittore che sceglie l'oggetto in conformità alla sua esigenza e alle sue aspirazioni e lo raffigura in base al suo ideale estetico.
Come tutte le altre attività coscienti dell'uomo, anche la creazione letteraria è tenuta in piedi da un certo obiettivo. Gli scrittori della classe operaia producono opere letterarie per instillare le idee rivoluzionarie nel popolo e dargli un'ampia conoscenza del mondo, così da aiutarlo ad apportare maggiori contributi al trionfo della causa socialista e comunista. Al giorno d'oggi, gli scrittori reazionari borghesi vanno diffondendo un egoismo e una decadenza estremi in seno al popolo, allo scopo di deformarlo spiritualmente. L'obiettivo che lo scrittore persegue nella creazione si riflette naturalmente nel contenuto ideologico delle sue opere. Poiché il contenuto ideologico è un elemento essenziale della letteratura, le qualità ideologiche vengono ad essere un metro di giudizio importante per stimare il valore delle opere letterarie.
Le qualità ideologiche della letteratura vengono decise dalla concezione del mondo dello scrittore. Oggi i nostri scrittori lavorano sulla base della concezione jucheana del mondo. Creare opere basate sulla concezione jucheana del mondo, la più scientifica e rivoluzionaria, è una sicura garanzia del livello qualitativo ideologico delle opere letterarie.
Le qualità artistiche sono un attributo della letteratura. Se un'opera letteraria possedesse solamente qualità ideologiche senza qualità artistiche, perderebbe il suo valore in quanto letteratura e non differirebbe da un testo didattico o dall'editoriale di un giornale.
Alte qualità ideologiche combinate con raffinate qualità artistiche sono il solo ed unico criterio giusto per decidere del valore di un'opera letteraria. Valorizzare sia le une che le altre al massimo livello è l'obiettivo della nostra creazione letteraria.
Abbiamo la giusta politica del Partito sull'arte e la letteratura, delle belle opere modello come gli immortali capolavori e una forza creatrice eccellente formata politicamente e praticamente. Tutto ciò fornisce un'affidabile certezza per lo sviluppo delle qualità ideologiche e artistiche delle nostre opere a uno stadio superiore.
Dobbiamo lavorare positivamente per produrre opere perfette dal punto di vista ideologico e artistico, tenendo presente che combinare ad alto livello le qualità ideologiche con quelle artistiche è un'opera volta a battere l'opportunismo di sinistra e di destra nel settore letterario e il compito basilare per il miglioramento della dignità della letteratura jucheana.
Assicurare l'unità del contenuto e della forma nelle opere letterarie è molto importante nella combinazione delle qualità ideologiche e artistiche.
Nella letteratura, le qualità ideologiche sono legate principalmente al contenuto dell'opera e quelle artistiche lo sono alla forma. L'orientamento del contenuto decide della qualità ideologica dell'opera e la composizione della forma decide di quella artistica. Quanto più profondo e rivoluzionario è il contenuto di un'opera, tanto più alta è la sua qualità ideologica; quanto più peculiare e raffinata è la sua forma, tanto più è alta la sua qualità artistica. La particolarità delle opere eccellenti le cui qualità ideologiche e artistiche sono correlate a un alto livello risiede nell'unità perfetta di un contenuto nobile e di una forma raffinata che si conformano alle esigenze dei tempi e alle aspirazioni del popolo. Soltanto quelle opere che uniscono in armonia il contenuto relativo alla lotta eroica del popolo per l'indipendenza con una raffinata forma nazionale possono conquistare i cuori dei nostri contemporanei e incoraggiarli vigorosamente a far trionfare la causa dell'indipendenza.
Bisogna sempre trovare una soluzione corretta ai rapporti tra il contenuto e la forma nella creazione.
In questi rapporti il contenuto è decisivo. Un'opera deve recare in sé un profondo seme filosofico, descrivere un tema e un'idea socialmente significanti e raffigurare la personalità del tipico uomo dei tempi.
Più di una volta ho sottolineato che la soluzione per il carattere di un capolavoro rivoluzionario va trovata non nella sua portata ma nel suo contenuto. La caratteristica essenziale di un capolavoro risiede nella profondità filosofica del suo contenuto ideologico. Questo è un requisito che non si limita soltanto alla creazione di capolavori. Tutte le opere letterarie, capolavori e non, devono essere fedeli al loro contenuto. La tendenza a intrecciare episodi diversi per compiacere gli incolti senza scegliere un seme adeguato, la tendenza a concentrarsi soltanto sul rendere piacevoli gli eventi senza addentrarsi nei caratteri umani e quella di evidenziare questioni umane che chiunque conosce sono tutte sintomo di un atteggiamento formalistico verso la creazione, che ignora il contenuto.
Nelle opere letterarie il contenuto e la forma sono strettamente legati l'uno all'altra. Come la forma non può esistere senza il contenuto, così il contenuto separato dalla forma è inconcepibile. Il contenuto decide e circoscrive la forma e questa segue ed esprime quegli. Il contenuto può esprimersi correttamente soltanto tramite la forma ad esso più appropriata. Una forma eccellente reagisce attivamente al contenuto, rivelandolo vividamente e grandiosamente. La scelta di un buon seme e la descrizione di una questione umana e di caratteristiche umane significative non equivalgono a una soluzione spontanea della questione della forma. Gli scrittori devono fare uso di ogni mezzo e metodo di rappresentazione come il linguaggio, la trama, l'umore e la forma; solo in questo modo possono rivelare appieno il contenuto. Più variegati sono i mezzi e i metodi della rappresentazione utilizzati nella creazione, più concretamente può mostrarsi il contenuto. Posto che lo scrittore possegga una giusta concezione del mondo e una ricca esperienza di vita, egli può spiegare il contenuto del suo lavoro in modo soddisfacente oppure no, a seconda di quanto padroneggi i mezzi e i metodi e dell'efficacia con cui ne faccia uso.
Assicurare l'unità della generalizzazione e dell'individualizzazione è una questione importante che si presenta nella combinazione delle qualità ideologiche e artistiche.
Per mezzo di una generalizzazione che riveli la natura di una certa epoca, società, classe o strato ed esponga l'essenza scientifica dello sviluppo della vita, una data opera letteraria si dota di un certo contenuto ideologico; con l'individualizzazione che dà una vivida descrizione della vita umana attraverso ciò che è individuale e specifico, essa acquisisce un'aura artistica. L'unità di generalizzazione e individualizzazione è un requisito elementare della tipizzazione e allo stesso tempo un'esigenza di principio per la combinazione delle qualità ideologiche e artistiche dell'opera in questione.
Il solo ed unico criterio per trovare ciò che è essenziale e legittimo nella nostra società e raffigurarlo nelle opere letterarie sono le grandi idee del Juche. Le idee del Juche forniscono la direzione più scientifica per tutti i settori della rivoluzione e dell'edificazione. Soltanto la generalizzazione artistica basata sulle idee del Juche può esporre correttamente la quintessenza della vita e della lotta in un'opera letteraria e assicurare le sue alte qualità ideologiche. Gli scrittori non devono né farsi condizionare da fenomeni contingenti che non hanno niente a che vedere con le caratteristiche peculiari della nostra società né occuparsi delle quisquilie della vita. Essi devono immergersi nei fondali della vita, laddove le masse lottano dinamicamente per modellare l'intera società sulle idee del Juche.
Nella letteratura l'essenza e la natura scientifica della vita sociale si rivelano attraverso i tratti individuali. Le qualità artistiche della letteratura dipendono in larga misura dal livello della sua individualizzazione. Gli scrittori devono addentrarsi in profondità nella realtà e scoprire quei fenomeni peculiari che possano suscitare nuove impressioni nella gente, così da rappresentare, per loro tramite, l'essenza dei tempi e della società in maniera vivida e grandiosa.
Nella combinazione delle qualità ideologiche e artistiche è importante conseguire l'unità del carattere politico e del carattere artistico.
Le qualità ideologiche della letteratura trovano un'espressione concentrata nel suo carattere politico, la sua più alta espressione. Le idee di un uomo, essere sociale, si rivelano più chiaramente nel suo atteggiamento verso i problemi socio-politici e l'orientamento ideologico di un'opera letteraria si esprime più nitidamente nell'obiettivo politico che si propone. Pertanto, far spiccare il carattere politico si pone come un requisito importante nel miglioramento delle qualità ideologiche e artistiche di un'opera.
La letteratura è al servizio della politica. La prima è strettamente legata alla seconda ed è inimmaginabile divisa da essa. Gli scrittori riflettono nelle loro creazioni il sistema politico e le idee politiche della società in cui vivono, affermandoli o negandoli. Quanto più forte è la volontà dello scrittore di fare della letteratura un mezzo per difendere gli interessi della sua classe e del suo sistema, tanto più distinto sarà il carattere politico delle sue opere.
Al fine di migliorare il carattere politico delle loro opere, gli scrittori devono analizzare e valutare la vita in maniera decisa su ferme posizioni di classe e mantenere un saldo principio politico nei loro lavori. Il carattere politico di un'opera dipende da quanto correttamente e profondamente essa riflette le idee e le politiche del Partito. Allorquando si trovano a descrivere un dettaglio della vita, gli scrittori devono sviscerare in profondità la sua essenza e il suo significato politico; parlando di un uomo, devono presentare chiaramente i suoi punti di vista politici.
Il fatto che la letteratura sia al servizio della politica non significa che si debba mettere in evidenza solo il carattere politico dell'opera. I lavori che parlano soltanto di politica, senza alcuna interpretazione artistica, non sono letteratura. In seno al popolo non esiste una politica considerata come un concetto astratto. Le vedute politiche di un uomo si esprimono costantemente nella sua vita quotidiana e lavorativa. La politica è legata alle sorti di ogni uomo e incastonata nei dettagli della sua vita. Attraverso l'osservazione del livello di pensiero e del modo di vivere di un popolo si può perfettamente intuire la politica del suo paese. Creando un'opera, lo scrittore non deve pensare in primo luogo al significato astratto della politica, ma studiare profondamente le caratteristiche di dettaglio delle persone e delle loro vite e, in questo processo, permettere al contenuto politico di rivelarsi spontaneamente.
Conseguire l'unità di ciò che è filosofico e di ciò che riguarda la vita è un'esigenza importante che si presenta nella combinazione delle qualità ideologiche e artistiche. Di base la filosofia è strettamente legata alla letteratura. Naturalmente, l'una è diversa dall'altra, ma c'è un nesso tra le due nel senso che entrambe forniscono alle persone una concezione del mondo e della vita.
Poiché la letteratura deve dare un'immagine completa dell'uomo e delle sue attività di dominatore e pioniere del mondo, essa non può che spiegare da quale prospettiva egli vede il mondo e come approccia l'essere umano, la società e la natura. Per via del fatto che tratta le questioni della concezione del mondo e della vita propria dell'uomo, la letteratura contiene inevitabilmente degli elementi filosofici. Quanta più profonda filosofia un'opera letteraria racchiude, tanto più ricco è il suo contenuto ideologico e tanto più grande è la sua influenza sulla concezione del popolo riguardo il mondo e la vita.
Ciò che vi è di filosofico nella letteratura non può sussistere senza ciò che vi è riguardo alla vita. Se la letteratura seguisse solo la logica, come si fa in filosofia, col pretesto di includere l'aspetto filosofico, essa non potrebbe sostenere le qualità artistiche e, peggio ancora, neppure garantire il suo carattere filosofico. Il livello ideologico e artistico di un'opera letteraria viene deciso principalmente dal suo essere o meno filosofico e verosimile. Un'opera che possieda queste due caratteristiche riscuoterà successo.
Le parole della canzone Il mio paese è il migliore, creata di recente, sono davvero eccellenti. Molte canzoni che cantano le lodi della patria e dell'idea del primato della nazione coreane sono uscite finora, ma poche sono così realistiche e filosoficamente profonde come questa. Essa non possiede né espressioni poetiche altisonanti né frasi retoricamente sofisticate. Contiene parole come campo, fiore, acqua, primavera, sole, stelle e altri termini riferiti a fenomeni assolutamente comuni che chiunque vive in questa terra può vedere, udire e sentire in ogni momento tutti i giorni. Tuttavia, queste semplici e realistiche parole toccano le corde del cuore della gente in modo tanto forte perché mostrano in profondità l'esperienza diretta dell'eroe lirico che sente in cuor suo che i fiori nel campo di una terra straniera non sono belli come i fiori del suo paese, che un bicchier d'acqua offerto dagli amici stranieri non è così dolce come l'acqua del suo villaggio natio, e che, poiché ama la melodia dell'Arirang, lo canta con nostalgia anche trovandosi all'estero. Nelle sue semplici ma dirette parole, il testo della canzone loda il fervente amore per la patria e il grande orgoglio per il miglior paese, sentimenti che possono provare coloro che hanno vissuto all'estero, lontani dalla loro terra natale, o anche chi ha solo visitato un paese straniero. La profonda idea per cui “il mondo è vasto ma il mio paese è il migliore” è non soltanto una sensazione dei compatrioti d'oltremare o di chi si reca in visita in un paese straniero, ma un sentimento unanime di tutto il nostro popolo. Questa è la ragione per cui la canzone ha catturato i cuori del nostro intero popolo non appena è stata cantata. Un'opera letteraria può essere un'opera significativa e preziosa allorché faccia della filosofia attraverso la vita ed esponga un'idea filosoficamente profonda tramite una descrizione artistica priva di fronzoli e aderente alla vita.
Che ci sia o no vita in un'opera dipende principalmente da che la descrizione artistica segua la logica della vita e della caratterizzazione e vi siano dettagli accurati che ricordino alle persone la vera vita da un punto di vista realistico e caratteristico. Il flusso di ogni vita e l'attività di ogni uomo possiede naturalmente la propria logica vitale e caratteristica, che sono oggettive e indipendenti dalla volontà soggettiva dello scrittore. Questi non può far altro che seguire fedelmente la logica obiettiva propria delle personalità dei suoi personaggi e dello scorrere della vita. Qualora vi si introducesse anche solo un grammo di desiderio soggettivo dell'autore, producendo così qualcosa di innaturale e irrazionale, l'opera verrebbe considerata priva di vita.
Lo scrittore non deve sopravvalutare le proprie intenzioni nel suo lavoro. Nel caso in cui dovesse esprimere apertamente persino una problematica futile o cercasse di spiegare quanto vi è di filosofico direttamente nei dialoghi o nella narrazione delle sue emozioni, egli non potrebbe creare qualcosa di profondo nella sua opera. L'attrazione della rappresentazione artistica risiede nell'immersione delle intenzioni dell'autore nella vita e nel far sì che queste si rivelino in modo naturale. Far sentire al popolo ciò che vi è di filosofico in maniera genuina in una descrizione vivida e sorprendente è il talento dello scrittore.
Nel conseguire l'unità di ciò che è filosofico e di ciò che riguarda la vita è importante non saltare alle conclusioni prima della descrizione artistica. La conclusione va tratta dai lettori, non dallo scrittore. Giungere alle conclusioni prima e poi descrivere la vita in base ad esse equivale a cercare di adattare il piede alla misura della scarpa anziché il contrario.
Un'opera letteraria non dev'essere scritta in modo che la vita cominci e termini con l'inizio e la fine della storia. La vita è eterna fintantoché esiste l'umanità e i suoi orizzonti sono estremamente vasti. La vita è esistita prima dell'inizio della storia e finirà dopo che questa sarà terminata. Lo scrittore, nella sua opera, includerà solo una fase o una parte di questa eterna e vasta vita. Egli dovrà spiegare questa fase in relazione ad altre fasi diverse. Solo così la sua opera potrà mostrare la vita veridicamente e vividamente, sorreggere la bellezza tridimensionale della rappresentazione artistica e lasciare un'impressione durevole.
Al fine di combinare le qualità ideologiche e artistiche bisogna prestare una profonda attenzione all'unificazione armoniosa delle idee e delle emozioni.
L'unità di ciò che è logico e di ciò che è sensuale è un attributo basico della descrizione artistica. L'immagine artistica nelle opere letterarie si ottiene con l'unità delle idee e delle emozioni sulla base della meditazione logica e dei palpabili sentimenti dello scrittore. Nella letteratura, le emozioni staccate dalle idee sono prive di significato e le idee separate dalle emozioni sono niente più che un concetto sterile e astratto. Solo un'idea che si riveli artisticamente attraverso il flusso delle emozioni può toccare le corde del cuore delle persone e trasmetter loro una profonda impressione. La potenza della letteratura prende forma allorquando una grande idea è sostenuta da una nobile emozione. Quando si vede o si approccia un oggetto o un fenomeno, si esprime una certa veduta ideologica oppure una posizione emotiva. Lo scrittore deve produrre una descrizione veritiera e delicata delle idee e delle emozioni, come l'affermazione e il diniego, l'amore e l'odio, la difesa e la denuncia, che si esprimono nelle posizioni e negli atteggiamenti dei personaggi verso la vita.
Lo scrittore può valorizzare le emozioni dell'opera letteraria tramite la descrizione oggettiva delle idee e delle emozioni dei personaggi e, allo stesso tempo, attraverso le proprie inclinazioni sentimentali nei loro confronti. Quanto più chiare, acute e fervide sono le posizioni dello scrittore nei riguardi dei fenomeni della vita che si presentano nell'opera, tanto più sensibilmente egli può commuovere le persone. Ovviamente queste posizioni possono essere espresse o tramite la narrazione diretta dello scrittore o, indirettamente, riflettendosi negli oggetti della descrizione. Ma, a prescindere dai metodi espressivi, un'opera può commuovere a dovere i cuori delle persone soltanto quando il cuore dello scrittore arda di una fervente affermazione dei tempi, di una devozione illimitata alla causa rivoluzionaria, di un amore bruciante per la brava gente e la vita elevata, e della critica di tutto ciò che è superato.
La questione delle qualità ideologiche e artistiche racchiude peraltro un'ampia gamma di contenuti e forme nel loro insieme, pertanto abbiamo molti punti da discutere. Tuttavia, se conseguiamo l'unità di contenuto e forma, di carattere politico e carattere artistico, di ciò che è filosofico e di ciò che riguarda la vita e di idee ed emozioni, possiamo soddisfare il requisito di combinare le qualità ideologiche ed artistiche ad alto livello.

6) L'INFILTRAZIONE DI TENDENZE IDEOLOGICHE ESTRANEE NEL SETTORE LETTERARIO DEV'ESSERE EVITATA

Al giorno d'oggi gli imperialisti vanno alzando i toni dell'anticomunismo agitandosi ancor più freneticamente, approfittando della complessa situazione in cui l'equilibrio di poteri nel mondo è stato distrutto. Essi vanno lanciando un'offensiva ideologica e culturale dalla brutalità senza precedenti contro i paesi socialisti. Su quest'onda, i rinnegati della rivoluzione manovrano per obliare la letteratura socialista e resuscitare le letteratura borghese reazionaria. In questa situazione, evitare l'infiltrazione di tendenze ideologiche estranee di ogni sorta e difendere i principi rivoluzionari della nostra letteratura è un compito urgente che incombe al settore letterario. La situazione attuale richiede che lottiamo più risolutamente che mai contro ogni tipo di tendenza ideologica estranea. Di base, combattere contro la cultura retrograda della società sfruttatrice è un requisito della legge dell'edificazione della letteratura nazionale socialista. La creazione e l'edificazione della letteratura socialista si accompagna a un'acuta lotta di classe volta a sradicare i rimasugli delle idee antiquate nel settore letterario e a rigettare ogni sorta di tendenza ideologica estranea infiltrantesi dall'esterno. Soltanto sventando l'offensiva ideologica e culturale dei nemici di classe all'interno e all'esterno la letteratura socialista può svilupparsi conformemente alla natura intrinseca della classe operaia e difendere a fondo gli interessi delle masse.
La tendenza borghese dell'arte letteraria è una tendenza ideologica reazionaria della classe sfruttatrice. Diretta principalmente a diffondere le idee reazionarie della classe sfruttatrice, essa rifiuta una rappresentazione fedele del popolo e della sua vita. Le tendenze borghesi che prevalgono attualmente nel mondo sono diverse, ma tutte si basano sulla concezione reazionaria del mondo propria della classe sfruttatrice, la quale tenta freneticamente di omettere o distorcere l'essenziale ed esagerare o abbellire ciò che è superfluo.
Il naturalismo è una delle correnti principali della letteratura borghese.
Copiando meccanicamente ciò che è contingente e secondario, esso travisa l'essenza e la verità della vita. Deformando quest'ultima, esso mira ad accecare la gente dinanzi alle contraddizioni della società sfruttatrice, paralizzando la loro coscienza di classe e predicando l'«eternità» del capitalismo.
I teorici della letteratura borghese sostengono che non vi siano differenze nei metodi creativi del realismo e del naturalismo poiché entrambi descrivono obiettivamente la vita. Oggigiorno nei paesi capitalisti si producono a grande tiratura opere letterarie raffazzonate in cui si mescolano realismo e naturalismo, e queste opere proliferano nei paesi rivoluzionari sotto varie coperture. Dobbiamo approcciare questi lavori con estrema vigilanza.
Si potrebbe pensare che il realismo e il naturalismo abbiano un comune denominatore in quanto entrambi descrivono la vita in modo obiettivo, ma in realtà sono assai diversi nella loro essenza. Il criterio più importante per distinguere i metodi creativi è la concezione del mondo sulla quale questi si basano, così come i loro principi ideologici ed estetici. Il realismo si fonda su di una concezione del mondo progressista e rivoluzionaria, mentre il naturalismo trae origine da concezioni del mondo antiscientifiche e reazionarie come il positivismo e il pluralismo sociale. Il realismo rappresenta in modo caratteristico una vita essenziale e significativa e la natura sociale dell'uomo, mentre il naturalismo assegna una priorità assoluta agli aspetti secondari e inessenziali della vita e agli istinti biologici dell'uomo. Come si vede, questi sono completamente diversi non solo nella concezione del mondo cui si ispirano, ma anche nei loro principi fondamentali di rappresentazione della realtà e nelle loro funzioni informative ed educative. Cionondimeno, i teorici letterari borghesi operano per sfumare la linea di demarcazione tra i due metodi creativi e mescolarli. La loro vera intenzione è quella di paralizzare la coscienza rivoluzionaria dei popoli, diffondere lo stile di vita borghese e magnificare la società capitalista.
Dobbiamo vedere chiaramente la differenza fondamentale tra il realismo e il naturalismo. I nostri scrittori hanno una comprensione teorica del realismo e del naturalismo, ma possono commettere questo o quell'errore di naturalismo nella pratica. La tendenza a mostrare senza alcun motivo una lunga scena sanguinolenta di tortura o di esecuzione col pretesto di rappresentare le atrocità del nemico, la tendenza a distorcere l'essenza dell'oggetto usando metafore inopportune a caso, la tendenza a cercare di descrivere la realtà rivoluzionaria del nostro paese come malinconica e pastorale con la scusa di sostenere il lirismo dell'opera, la tendenza a soffermarsi soltanto sulle questioni d'amore e sulle relazioni consanguinee in nome dell'interesse, la tendenza a produrre descrizioni dettagliate di episodi secondari della vita che non possono tipizzare i tempi e la società e la tendenza a produrre un'immagine sentimentale e meccanica della natura senza alcun contenuto ideologico: tutte queste tendenze altro non sono che metodi naturalisti.
Il criterio per distinguere tra realismo e naturalismo è se un'opera generalizza fedelmente l'essenza della vita oppure la distorce. Utilizzandolo, noi abbiamo definito come tendenze naturaliste errori rivelatisi nelle opere come l'uso di metafore sbagliate nella rappresentazione e la descrizione delle atrocità sanguinarie del nemico in maniera tale da suscitare sensazioni di orrore.
Com'è ovvio, le tendenze naturaliste nella letteratura socialista non si esprimono alterando l'essenza della realtà o ritraendo deliberatamente la natura biologica degli esseri umani come nella letteratura borghese. Lo scrittore commette un errore di naturalismo nonostante le sue buone intenzioni perché la sua concezione del mondo non è solida, i suoi pensieri filosofici sulla vita non sono profondi e, soprattutto, perché non è vigile contro il naturalismo mascherato da realismo. Gli scrittori devono tener presente che un elemento naturalista, seppur contenuto in una sola parte dell'opera, può far sì che l'intero lavoro vada in senso contrario alle intenzioni creative originarie. Dobbiamo riconoscere che gli elementi naturalisti che si rivelano nella letteratura socialista e il naturalismo che si palesa nella letteratura borghese sono fondamentalmente identici, sebbene differenti in forme e gradi. La nostra letteratura socialista non deve per nessun motivo tollerare neppure il più insignificante elemento di naturalismo.
Anche il formalismo è una corrente principale della letteratura borghese.
Il formalismo separa la forma dal contenuto e subordina il secondo alla prima, abbassando la qualità delle opere letterarie e danneggiando le loro qualità artistiche. Il formalismo nella letteratura borghese moderna stacca la forma dal contenuto e la assolutizza, snaturando e danneggiando così la forma stessa. Già solo il modernismo, che può definirsi l'apice del formalismo, si divide in varie scuole, ma tutte queste ritraggono il proprio mondo soggettivo, che il popolo non può capire, in forma astratta. Pertanto, esse rendono oscuro il contenuto ideologico della letteratura e paralizzano la sua funzione informativa ed educativa. I formalisti mettono in risalto le poesie nominali, un mero sfoggio di parole insensate e difficili, come una vetta della poesia, ma di fatto non si tratta di altro che del perseguimento della forma per la forma e dell'abilità per l'abilità. Il formalismo nella letteratura borghese assolutizza la forma e ignora il contenuto, poiché mira principalmente a nascondere la realtà della società capitalista, piena di immoralità e contraddizioni, e a paralizzare la coscienza di classe delle persone.
Nel nostro mondo letterario il formalismo come corrente letteraria non esiste, ma i suoi elementi possono comparire sotto varie tipologie nella pratica. La prassi di cercare di produrre grandi opere, considerando la forma prima del contenuto e tentando di ottenere fama tramite la loro voluminosità senza definire il rapporto tra il contenuto e la forma in base ai principi della vita, è un'espressione di formalismo. Un'opera priva di contenuto non può commuovere la gente, a prescindere da quanto sia estesa. La tendenza a creare un'immagine artistica solo tramite una trama sofisticata e parole ricercate, anziché addentrarsi nel seme, nel tema, nell'idea e nelle personalità dei personaggi dell'opera, e quella di abbellire la realtà e idealizzare gli eroi sono anch'esse manifestazione di tendenze formalistiche nella creazione.
Non dobbiamo tollerare neppure la minima espressione formalistica, ma al contrario lanciare una lotta contro di esse cosicché non possano più presentarsi nella prassi della creazione.
La punta di lancia della lotta contro l'infiltrazione delle tendenze ideologiche estranee nella sfera letteraria dev'essere diretta prima di tutto a sventare l'infiltrazione ideologica e culturale dell'imperialismo.
Detta infiltrazione è uno dei metodi principali dell'invasione oltremare degli imperialisti. Parallelamente al ricorso alla forza militare, essi intensificano l'infiltrazione ideologica e culturale sotto l'abbagliante insegna dell'«elevazione culturale». Il fatto che gli imperialisti considerino l'arte e la letteratura un mezzo importante a questo scopo è da attribuirsi alle sue caratteristiche, che le fanno svolgere un ruolo importante nella formazione della concezione del mondo dell'uomo. Poiché l'arte e la letteratura agiscono non soltanto sul pensiero logico ma anche sulle emozioni umane, esse esercitano una grande influenza sulla vita ideologica e culturale dei popoli, in particolare sui giovani e sui bambini, che si trovano nel periodo della formazione di una propria concezione del mondo. Gli imperialisti manovrano astutamente per usare queste caratteristiche dell'arte e della letteratura al fine di celare la loro natura aggressiva, di far nutrire ai popoli illusioni su di loro, di paralizzare il loro spirito di indipendenza nazionale e di rivoluzione e di bloccare lo sviluppo culturale delle altre nazioni. Per dimostrarlo basta guardare alla realtà della Corea del Sud, in cui dilaga la cultura yankee corrotta e degenerata. Attualmente, a causa della politica degli imperialisti americani e dei loro servi di obliare la cultura nazionale in Corea del Sud, l'antica cultura coreana viene calpestata senza pietà a beneficio della corrotta cultura yankee, distruggendo così il mondo spirituale del popolo.
Oggigiorno gli imperialisti fanno ricorso ad ogni mezzo e metodo per smerciare pure nella parte settentrionale della Corea l'arte e la letteratura borghesi reazionarie, le quali predicano la frode e l'inganno, l'assassinio e il furto, l'immoralità e la corruzione, e istigano al razzismo e alla misantropia.
Se non riuscissimo a impedire fin da subito l'infiltrazione ideologica e culturale degli imperialisti, la cosa potrebbe avere gravi conseguenze per la nostra rivoluzione e la nostra edificazione. Se fallissimo in ciò, non potremo sviluppare in maniera sana l'arte e la letteratura nazionali socialiste e, peggio ancora, potremmo mettere a rischio le conquiste rivoluzionarie conseguite a costo del sangue. Questa è una seria lezione tratta dall'esperienza storica del movimento comunista internazionale. L'attuale sconfitta del socialismo da parte dell'offensiva controrivoluzionaria degli imperialisti e dei reazionari è dipesa dal fatto che l'arte e la letteratura borghesi reazionarie sono state trapiantate e la cultura occidentale va diffondendosi con rapidità grazie a scrittori e artisti negativi, incantati dalla “liberalizzazione” borghese. Aprire le porte agli imperialisti in campo ideologico e culturale equivale al suicidio. Noi non dobbiamo lasciare il minimo spazio all'ideologia e alla cultura borghesi, questa pianta velenosa in un giardino di erbe mediche, affinché mettano radici. Dobbiamo sradicare anche i suoi elementi più irrilevanti prima che sia troppo tardi.
È imperativo altresì lanciare una potente lotta contro il revisionismo nella sfera letteraria.
Come ha detto il grande Leader compagno Kim Il Sung, il revisionismo e lo stile di vita occidentale sono cugini. È normale che chi segue il revisionismo introduca lo stile di vita occidentale e chi è ammaliato dallo stile di vita occidentale segua il revisionismo. Oggi il revisionismo va sotto vari nomi, ma sono soltanto varianti dell'ideologia borghese. Vi sono poche differenze tra loro in quanto, poiché al servizio dell'imperialismo, aprono le porte all'infiltrazione ideologica e culturale dell'imperialismo e svolgono il ruolo di sue portavoce. Lo si può vedere chiaramente nelle azioni dei traditori della rivoluzione, i quali introducono all'impazzata l'arte e la letteratura reazionarie e corrotte e lo stile di vita capitalista che paralizza lo spirito rivoluzionario dei popoli e li deforma mentalmente, e vanno rimodellando a gran velocità l'arte e la letteratura sullo stile borghese e occidentale all'insegna della “liberalizzazione”. Essi presentano ciò come un'emancipazione ideologica. L'introduzione dell'ideologia e della cultura borghesi, che esaltano l'oppressione e lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e deformano mentalmente le persone, non può in alcun modo essere un'emancipazione ideologica.
La natura reazionaria della letteratura revisionista si esprime anche nel rifiuto dello spirito di partito, operaio e popolare.
I revisionisti moderni non tracciano una linea di demarcazione tra la letteratura rivoluzionaria della classe operaia e la letteratura reazionaria della borghesia; essi propagandano la letteratura cosmopolita che trascende le classi sociali e sostengono che lo spirito di classe non è affatto necessario nella letteratura.
La fucina della letteratura revisionista è l'ideologia borghese. Poiché affonda le sue radici in questa ideologia, essa non differisce nella sua essenza dalla letteratura borghese. Sia il revisionismo classico che il revisionismo moderno agiscono per far degenerare la letteratura della classe operaia nella letteratura borghese. I revisionisti classici svolsero il ruolo guida per l'introduzione di soppiatto della letteratura borghese sotto il manto del socialismo, mentre i revisionisti moderni hanno rivelato il loro vero volto rivendicando apertamente la restaurazione borghese e spalancando le porte agli imperialisti.
La cosiddetta “letteratura al disopra delle classi” e la “letteratura cosmopolita” che i revisionisti propugnano nel tentativo di paralizzare la funzione sociale della letteratura quale arma della lotta di classe sono semplicemente una cortina fumogena per nascondere la loro natura reazionaria di traditori degli interessi della classe operaia. Dato che l'uomo in generale è inconcepibile al di fuori delle classi, la “letteratura cosmopolita” aliena alle classi non può esistere. La classe operaia è la forza più progressista che gradualmente rimuove le distinzioni tra le classi non con l'indebolimento della sua direzione o dissolvendosi in altre classi o strati, bensì mantenendo fermamente le sue posizioni e trasformando le altre classi e strati secondo il proprio esempio. La negazione della natura di classe della società socialista e la rivendicazione di una “letteratura cosmopolita” è, in ultima analisi, un sofisma volto a difendere e promuovere gli interessi degli imperialisti, i quali propagandano una “letteratura pura” al di sopra delle classi col pretesto demagogico che quella attuale è un'epoca senza classi.
La natura reazionaria della letteratura revisionista si presenta anche nel rifiuto della direzione del partito e del leader sulla letteratura e nella professione della “libertà di creazione”.
La cosa fondamentale a questo riguardo è che essa nega il ruolo del dirigente della classe operaia ed evira le tradizioni rivoluzionarie da egli instaurate. Per sua natura, il nucleo della natura reazionaria del revisionismo è la sua denigrazione dell'autorità e dell'opera del dirigente della classe operaia. I revisionisti moderni dei giorni nostri infangano i fondatori del marxismo-leninismo, attribuendo la colpa degli errori emersi in passato nell'edificazione socialista alla loro ideologia, così da distruggere la fiducia del popolo nella causa del socialismo inaugurata dai dirigenti e giustificare le loro manovre controrivoluzionarie per far sì che i popoli abbandonino il socialismo e tornino al capitalismo. Partendo da questa motivazione reazionaria, essi invocano l'«autonomia delle arti» e la “libertà di creazione”, e negano la direzione del Partito sulla letteratura nel suo insieme, censurando questa direzione come “interferenza amministrativa” e “controllo maligno” sul lavoro creativo. Essi tentano di indebolire la funzione di controllo degli organi amministrativi dello Stato sulla letteratura e l'arte, istituzioni della dittatura del proletariato, e cercano di trasformare l'unione dell'arte e della letteratura, organizzazione degli scrittori e degli artisti, in un circolo, condannando al contempo la direzione politica dell'attività creativa degli scrittori e degli artisti nell'intento di liberalizzare completamente la creazione letteraria.
I revisionisti rifiutano la direzione del Partito sull'arte e la letteratura e predicano l'amicizia e il compromesso con gli imperialisti, creando illusioni nei loro confronti. Le loro opere diffondono fobia della guerra, pusillanimità e pacifismo, alimentano l'egoismo e l'indisciplina e propagano l'indolenza e la degenerazione, inducendo le persone a odiare il lavoro, la lotta e la partecipazione alla rivoluzione. In alcuni paesi la letteratura revisionista sta portando gli operai e i giovani alla degenerazione, facendo fermentare ogni sorta di crimine nella società e dilagare lo stile di vita borghese e l'immoralità. Questa è una fosca realtà creata dai revisionisti moderni i quali ricorrono alla “ricostruzione” e introducono sconsideratamente la cultura reazionaria borghese.
Noi non dobbiamo rimanere indifferenti di fronte a un tale fenomeno, considerandolo come qualcosa che riguarda soltanto gli altri. Grazie all'avveduta direzione del Partito e del Leader, neppure il più insignificante elemento di revisionismo è spuntato nel nostro paese. Tuttavia, non possiamo dare per certo che non esista spazio di radicamento per il revisionismo. Anche in futuro dovremo restare vigili contro l'infiltrazione del revisionismo, non riducendo neanche per un momento i nostri sforzi nella lotta antirevisionista.
Al fine di prevenire con successo l'infiltrazione di tendenze ideologiche estranee nella sfera artistica e letteraria, è importante lanciare una lotta dinamica contro la venerazione delle grandi potenze, il dogmatismo e il nichilismo nazionale.
Dobbiamo proseguire vigorosamente la nostra lotta per spezzare la diffusione delle tendenze ideologiche eterogenee di ogni risma nel campo della letteratura, così da mantenerci stretti ai principi rivoluzionari della nostra letteratura.

2. RETAGGIO E TRADIZIONE

1) VI È UNA TRADIZIONE DOPO IL RETAGGIO

L'eredità e lo sviluppo appropriati del patrimonio culturale nazionale è una questione importante nell'edificazione dell'arte e della letteratura jucheane. L'arte e la letteratura di ciascuna epoca non possono venir create dal nulla. Esse possono svilupparsi per soddisfare le aspirazioni e le esigenze di una nazione soltanto allorché si basino sul patrimonio della cultura nazionale tramandato dalle generazioni precedenti ed ereditino giudiziosamente i suoi contenuti e le sue forme progressiste e popolari.
Ereditare la cultura nazionale in modo consono è quanto mai urgente nella nostra era. Il solido collettivo del popolo, principale unità della vita sociale, sono il paese e la nazione, e l'esistenza e l'evoluzione delle masse sono inseparabilmente legate ai destini del paese e della nazione. Al giorno d'oggi, quando la lotta per realizzare l'indipendenza viene condotta più ferocemente che mai con lo Stato nazionale quale unità di base, la questione della nazione è diventata un problema fondamentale che decide della vittoria della rivoluzione e dell'edificazione e delle sorti delle masse. La posizione nei riguardi della nazione trova un'espressione tipica nell'atteggiamento verso il patrimonio della cultura nazionale. Un'attitudine nichilista nei confronti di detto patrimonio reca con sé la venerazione delle grandi potenze, che porta la nazione alla rovina. Il sentimento di dignità e orgoglio del patrimonio nazionale è un'importante espressione di amor proprio nazionale e del principio del primato della nazione. Soltanto facendo tesoro del nostro patrimonio culturale nazionale ed ereditandolo adeguatamente potremo sviluppare l'arte e la letteratura in modo jucheano coerentemente con le aspirazioni della nostra nazione e preservando saldamente il suo carattere.
Tutto ciò è di somma importanza nel nostro paese, il cui territorio e la cui nazione sono state divisi in due da forze straniere. Non è vero che il patrimonio culturale nazionale è diviso in due perché lo è il paese o perché qualcuno l'ha diviso a suo piacimento. Fintantoché il nostro popolo forgerà il suo destino congiuntamente, preservando la propria linea di sangue sullo stesso territorio, la sua nazione e la sua cultura continueranno ad essere una sola. Amare il proprio paese e la propria nazione e apprezzare il proprio patrimonio culturale nazionale è un'emozione comune a tutti i membri di una nazione. Ciononostante, i separatisti all'interno e all'estero tentano di mantenere il sagace e antico patrimonio della nostra cultura nazionale diviso permanentemente in due, approfittando della divisione temporanea del paese e della nazione. Dobbiamo frustrare i tentativi criminali anti-riunificazione e antinazionali dei separatisti e preservare ed ereditare appropriatamente il prezioso patrimonio della nostra cultura nazionale.
Risolvere in modo corretto la questione del patrimonio culturale nazionale è di grande importanza nell'apertura di una fase favorevole alla realizzazione della grande unità della nazione e della riunificazione. Al fine di conseguire la riconciliazione e l'unità della nazione divisa, il nord e il sud devono risolvere tutti i problemi sulla base dell'ideale dell'indipendenza nazionale. Il popolo sudcoreano e i coreani residenti all'estero che visitano la parte settentrionale della Corea con un sentimento di ammirazione per essa, apprezzano grandemente il fatto che stiamo applicando splendidamente l'ideale dell'indipendenza nazionale in tutti i campi della rivoluzione e dell'edificazione. Che costoro rendano un supporto attivo alle nostre proposte per la riunificazione con un maggior sentimento di risposta alla nostra volontà per la riunificazione è legato in larga misura al fatto che noi apprezziamo correttamente il patrimonio della cultura nazionale e lo ereditiamo brillantemente. Negli anni scorsi un gran numero di sudcoreani e di coreani all'estero ritenevano i comunisti delle persone dalla mente chiusa che consideravano il patrimonio culturale nazionale come un rimasuglio della vecchia società e cercavano di eliminarlo. Ma, vedendo la cultura e l'arte nazionali fiorire nella parte settentrionale del paese, costoro non contengono la loro ammirazione. Più sviluppiamo correttamente il retaggio della cultura nazionale, più il carattere jucheano della nostra arte e letteratura si consoliderà (questo è fuor di dubbio) e più i sudcoreani e i coreani all'estero verranno permeati di dignità nazionale e aspirazione alla riunificazione.
Dobbiamo tenere ben presente il fatto che la questione dell'eredità della cultura nazionale non è solo una questione confinata all'arte e alla letteratura ma una problematica politica importante che attiene ai requisiti elementari dell'era dell'indipendenza e della linea del nostro Partito sull'indipendenza nazionale, e risolvere tutti i problemi che sorgono nella sua raccolta secondo l'intento del Partito.
Il patrimonio culturale nazionale è la ricchezza spirituale e materiale che le generazioni precedenti di una nazione hanno creato nella storia e tramandato ai posteri.
Nel patrimonio è incluso ciò che va ereditato, ciò che va preservato e ciò che va scartato. Ciò che va ereditato è precisamente la tradizione.
Il patrimonio consta del bagaglio della cultura rivoluzionaria creato nella lotta rivoluzionaria per il socialismo e il comunismo così come del patrimonio della cultura classica creato dai nostri antenati nelle epoche passate. È erroneo considerare solo quest'ultimo come materia del patrimonio culturale nazionale. Trattare il primo, cioè il patrimonio culturale rivoluzionario, come un concetto esterno alla terminologia del patrimonio culturale nazionale col pretesto della sua importanza è illogico. La ricchezza culturale, che sia stata creata dai nostri avi o dai rivoluzionari, è lo stesso identico patrimonio culturale nazionale della stessa nazione e parimenti tramandato ai posteri.
Sostenendo di tracciare una linea di demarcazione tra le tradizioni dell'arte e della letteratura rivoluzionarie e il patrimonio della cultura nazionale, alcuni discriminano tra retaggio e tradizione come se fossero irrilevanti l'uno per l'altra. Noi sottolineiamo che vi dovrebbe essere una netta linea di demarcazione tra di essi solo per preservare la purezza della tradizione dell'arte e della letteratura rivoluzionarie senza mischiare la tradizione col patrimonio della cultura classica nazionale. Asserendo di star espandendo le tradizioni rivoluzionarie del nostro Partito in maniera generale, certuni hanno insistito in passato che le tradizioni patriottiche del passato andrebbero trattate come parte della tradizione rivoluzionaria e che la letteratura della Scuola Silhak e della KAPF (Korea Artista Proleta Federacio) dovrebbe essere considerata come parte della tradizione rivoluzionaria della nostra letteratura. Si tratta di una veduta priva di senso che ignora il concetto di ciò che la letteratura rivoluzionaria realmente è e un sofisma reazionario volto a fare delle tradizioni rivoluzionarie un buglione e a scompigliare i successi del Leader che ha creato dette tradizioni.
Le tradizioni dell'arte e della letteratura rivoluzionarie devono essere viste nel contesto del patrimonio culturale nazionale. Questo è corretto dal punto d vista scientifico e anche ragionevole nel senso dell'elevamento della posizione delle tradizioni dell'arte e della letteratura rivoluzionarie.
Le tradizioni dell'arte e della letteratura della classe operaia non sono qualcosa di caduto dal cielo o creato da un'altra nazione. Esse sono state create nientepopodimeno che dai comunisti coreani. I nostri predecessori rivoluzionari erano figli e figlie eccelsi della Corea prima ancora che comunisti. L'ideale del comunismo non esclude in alcun modo l'ideale nazionale e il primo non può esistere separato dal secondo. L'edificazione del socialismo e del comunismo viene condotta con lo Stato nazionale quale unità e il popolo vivrà nella società comunista col paese e la nazione quale unità generale. Le tradizioni dell'arte e della letteratura rivoluzionaria vengono create dai comunisti, ma non sono una ricchezza di cui abbisognino soltanto i comunisti. Le nostre tradizioni al riguardo sono un bagaglio di cui necessita l'intera nazione coreana e un patrimonio nazionale che l'intera nazione coreana dovrebbe ereditare e sviluppare di generazione in generazione. Nel senso che queste tradizioni sono state create dai buoni figli e figlie della nazione coreana e sono una ricchezza comune della nazione, queste devono essere incluse nel patrimonio culturale nazionale.
Vedere queste tradizioni come un contenuto del patrimonio culturale nazionale non significa sottostimare il valore e il significato delle tradizioni. Soltanto considerando dette tradizioni come un'importante componente del patrimonio della cultura nazionale le sue posizioni e il suo valore storici possono essere adeguatamente apprezzati dal punto di vista della storia della nazione nel suo insieme ed elevarsi la posizione del patrimonio culturale nazionale. A esser franchi, è veramente una fonte d'onore e d'orgoglio che delle tradizioni tanto gloriose come l'arte e la letteratura della rivoluzione antigiapponese vengano incluse nel patrimonio della nostra cultura nazionale.
Non bisogna né considerare soltanto il patrimonio culturale nazionale come patrimonio della cultura classica, né mescolare le tradizioni dell'arte e della letteratura rivoluzionarie col vecchio patrimonio della cultura nazionale, e nemmeno mettere la posizione che la tradizione occupa nel suddetto patrimonio sullo stesso piano degli altri suoi aspetti. La tradizione costituisce il nucleo e la spina dorsale del patrimonio culturale nazionale.
Le tradizioni dell'arte e della letteratura rivoluzionarie, nel contesto della loro qualità, sono l'apice del patrimonio culturale nazionale. Queste tradizioni del nostro Partito sono state create nel corso del bilancio generale del patrimonio culturale nazionale che i nostri antenati hanno creato lungo centinaia di anni e della creazione della nuova arte e letteratura dell'era dell'indipendenza. Pertanto, la tradizione comprende non solo tutti i contenuti eccellenti, progressisti e popolari del patrimonio culturale della nazione creato dai nostri avi attraverso generazioni, ma apre anche un nuova e superiore fase dell'arte e della letteratura che il patrimonio classico non poté raggiungere. La tradizione consiste nelle idee e nelle teorie jucheane sull'arte e la letteratura, nell'esperienza e nei successi ottenuti e nelle qualità mostrate nell'edificazione dell'arte e della letteratura rivoluzionarie e in altri contenuti eccezionalmente profondi.
Le idee e le teorie che il grande Leader compagno Kim Il Sung avanzò ai tempi della lotta rivoluzionaria antigiapponese sono grandiose in quanto hanno aperto la fase più alta nella storia dell'arte e della letteratura dell'umanità e sono linee direttrici corrette che danno una soluzione scientifica a ogni problema che si presenta nell'edificazione dell'arte e della letteratura nazionali dell'era dell'indipendenza. Nelle circostanze inauditamente ardue della lotta contro gli aggressori imperialisti giapponesi, i partigiani consideravano l'arte e la letteratura come un'arma della rivoluzione e la produzione di arte e di letteratura come parte del lavoro rivoluzionario, componevano canzoni e scrivevano drammi col fucile nell'altra mano. Questo spirito militante del lavoro creativo è un esempio prezioso per tutti i lavoratori creativi che oggi creano dell'arte e della letteratura nazionali indipendenti. Sia nelle loro qualità ideologiche e artistiche che nei valori cognitivi ed educativi, i capolavori immortali e altre opere d'arte e di letteratura della rivoluzione antigiapponese e i film, le opere liriche e i romanzi riadattati da questi immortali capolavori sotto la direzione del nostro Partito hanno raggiunto un livello superiore rispetto al patrimonio culturale nazionale classico, evocando grande ammirazione in tutto il mondo.
La tradizione ha toccato l'apice del patrimonio culturale nazionale anche nel suo valore e nella sua praticità. Il patrimonio nazionale della cultura classica è stato creato nella nostra storia di 5.000 anni, ma non può essere ereditato così com'è poiché ha dei limiti dal punto di vista della classe operaia e dei tempi. Per quanto eccelsa sia, un'opera classica nazionale va ereditata in modo critico per venire incontro alle esigenze dei tempi attuali e alle aspirazioni dei nostri contemporanei. Invece, tutti i contenuti della tradizione dell'arte e della letteratura rivoluzionarie devono essere ereditati e sviluppati in modo completo sia in teoria che in pratica. La tradizione è il prototipo dell'arte e della letteratura nazionali jucheane, la loro vita e la loro pietra di paragone.
In base all'intenzione del Partito, noi dobbiamo avere un'idea corretta del patrimonio culturale nazionale e delle tradizioni dell'arte e della letteratura rivoluzionarie, e portare la nostra arte e letteratura nazionali a una nuova vetta.

2) LE TRADIZIONI DELL'ARTE E DELLA LETTERATURA RIVOLUZIONARIE DEVONO ESSERE EREDITATE E SVILUPPATE IN MANIERA BRILLANTE

È la coerente politica del nostro Partito quella di difendere e sviluppare di generazione in generazione le brillanti tradizioni dell'arte e della letteratura rivoluzionarie che il grande Leader compagno Kim Il Sung ha creato ai tempi della lotta rivoluzionaria antigiapponese.
I nostri scrittori e artisti, sotto la direzione del Partito, hanno ottenuto grandi successi in quest'opera.
Abbiamo scoperto e diffuso in seno al popolo un gran numero di opere artistiche e letterarie della rivoluzione antigiapponese, opere che erano rimaste sepolte o andate perdute per lungo tempo a causa della politica degli imperialisti giapponesi mirante a estinguere la cultura della Corea, loro colonia, e agli errori commessi da alcuni nostri funzionari dopo la liberazione. I capolavori immortali e altre opere artistiche e letterarie create ai tempi della rivoluzione antigiapponese sono oggi diventati una bandiera che infondono fiducia e forza di volontà nel nostro popolo e lo incoraggiano a imprese eroiche.
Il nostro Partito ha condotto il lavoro di difesa e sviluppo delle tradizioni artistiche e letterarie della rivoluzione antigiapponese in stretto legame col compito di compiere una rivoluzione nell'arte e nella letteratura. Effettuare una rivoluzione nell'arte e nella letteratura è stata un'iniziativa volta a ereditare le tradizioni dell'arte e della letteratura create negli anni della lotta rivoluzionaria antigiapponese ed edificare un'arte e una letteratura nuove che incarnassero le idee del Juche. Nel corso di questo impegno abbiamo adattato i capolavori immortali per il grande schermo, creando così una brillante tradizione dell'arte cinematografica rivoluzionaria. In questa cornice abbiamo anche dato slancio all'adattamento dei capolavori immortali in romanzi, opere liriche e drammi, creando modelli di romanzo rivoluzionario e inaugurando una nuova era delle opere sullo stile di Mare di sangue e di drammi sullo stile del Tempio. Il debutto di romanzi e film rivoluzionari, di opere sullo stile di Mare di sangue e di drammi sullo stile del Tempio sono stati un'eredità brillante delle tradizioni dell'arte e della letteratura della rivoluzione antigiapponese e un prezioso frutto della rivoluzione artistico-letteraria.
Nella lotta per ereditare e sviluppare le tradizioni gloriose, la nostra arte e la nostra letteratura sono fiorite in un'arte e una letteratura realmente rivoluzionarie e popolari che hanno ereditato il sangue puro del Juche e hanno conosciuto un'auge. Consolidando i successi sin qui ottenuti, dobbiamo continuare a ereditare e sviluppare le tradizioni.
Difendere e sviluppare le tradizioni dell'arte e della letteratura rivoluzionarie è un problema fondamentale che decide delle sorti dell'arte e della letteratura jucheane.
La tradizione è la radice storica di questa causa. Che quest'ultima venga portata a compimento o lasciata a metà dipende da che la tradizione venga ereditata e sviluppata sino in fondo oppure no. La nostra arte e la nostra letteratura possono evolvere incessantemente lungo la via indicata dalle idee del Juche soltanto allorché ereditino le gloriose tradizioni della rivoluzione antigiapponese.
Oggi la questione dello sviluppo delle tradizioni è quantomai urgente, poiché sta avvenendo un ricambio generazionale nel campo dell'arte e della letteratura. L'opera di edificazione dell'arte e della letteratura jucheane è una causa storica che va proseguita di generazione in generazione. Con l'avvicendamento di generazioni nel settore dell'arte e della letteratura, la seconda generazione della rivoluzione, cresciuta dopo la liberazione, e la terza che è nata nel periodo in cui si stava compiendo la rivoluzione nel cinema e nell'opera lirica, si sono configurate quali pilastri dell'arte e della letteratura jucheane. La terza generazione non è ancora ben cosciente di come le tradizioni artistiche e letterarie del nostro Partito si sono formate e sviluppate in mezzo a lotte ardue e sfiancanti, e non capisce del tutto quanto preziose esse siano. Alcuni componenti della seconda generazione che hanno partecipato alla rivoluzione nel cinema e nell'opera lirica si stanno indebolendo quanto a quella passione e a quell'audacia militanti con le quali hanno fatto le ore piccole sul palco o nello studio di produzione. Se segnassimo il passo o arretriamo nell'opera di eredità delle tradizioni dell'arte e della letteratura rivoluzionarie ora che una generazione viene sostituita da un'altra, potremmo causare conseguenze irrecuperabili e la linea rivoluzionaria potrebbe eclissarsi. Questa è l'esperienza storica e la cruda realtà di oggi. Senza dimenticare le lezioni della storia, dobbiamo continuare a ereditare e sviluppare le tradizioni della nostra arte e della nostra letteratura rivoluzionarie.
Le nostre tradizioni artistiche e letterarie rivoluzionarie sono un glorioso retaggio che il grande Leader compagno Kim Il Sung ha creato nei giorni della lotta rivoluzionaria antigiapponese. Le tradizioni dell'arte e della letteratura rivoluzionarie della classe operaia vengono create al momento di una nuova svolta storica da parte del dirigente della classe operaia, il quale ha aperto il cammino della rivoluzione. In quel preciso momento in cui incominciava l'era del Juche, il grande Leader compagno Kim Il Sung ha avanzato una nuova idea sull'arte e la letteratura che veniva incontro alle esigenze dei tempi e alle aspirazioni delle masse e, applicandole a fondo in tutti gli ambiti del lavoro creativo e della costruzione dell'arte e della letteratura rivoluzionarie, ha creato le gloriose tradizioni artistiche e letterarie rivoluzionarie del nostro Partito.
Le nostre sono tradizioni nuove di tipo jucheano, create nel corso dell'edificazione dell'arte e della letteratura del Juche, diverse dall'arte e dalla letteratura convenzionali, al tempo in cui l'era dell'indipendenza si trovava ai suoi albori. Dette tradizioni, brillante applicazione delle esigenze dell'era dell'indipendenza per la prima volta nella storia, constano delle idee e della teoria artistiche e letterarie e del sistema e del metodo di lavoro creativo da considerarsi quali bussole nell'intero corso storico dell'edificazione dell'arte e della letteratura comuniste, nonché ricche esperienze e preziosi successi. Per l'originalità e la verosimiglianza del contenuto ideologico, il carattere rivoluzionario e i vantaggi del sistema e del metodo di lavoro creativo, la ricchezza della sua esperienza e la grandezza dei suoi successi, la nostra tradizione possiede una vitalità imperitura, orientando l'intero processo di edificazione dell'arte e della letteratura jucheane e spingendole in avanti.
Le brillanti tradizioni artistiche e letterarie rivoluzionarie del nostro Partito sono le più gloriose, poiché hanno preso forma allorquando il grande Leader compagno Kim Il Sung creava capolavori immortali di suo pugno al tempo della lotta rivoluzionaria antigiapponese. Le tradizioni artistiche e letterarie rivoluzionarie della classe operaia si formano, in generale, nel periodo in cui nuove opere d'arte e di letterature vengono create sulla falsariga dell'ideologia rivoluzionaria del leader e sotto la sua direzione, opere che possono rendere servigi al trionfo della causa rivoluzionaria da egli inaugurata. Questo è il processo scientifico della formazione delle tradizioni dell'arte e della letteratura rivoluzionarie della classe operaia.
Alcuni insistono che tali tradizioni della classe operaia possono crearsi soltanto quando vi siano opere modello create dal suo leader. Questo non è del tutto vero. Nella storia dell'arte e della letteratura rivoluzionarie della classe operaia non vi sono molte opere modello create dai suoi dirigenti. Anche se il dirigente non produce opere artistiche e letterarie in prima persona, le tradizioni possono formarsi se vi sono opere modello che incarnino la sua ideologia. Ma le tradizioni create dalle sue idee originali in materia d'arte e di letteratura e i capolavori, cioè le sue produzioni, possono dirsi più grandi di ogni altra tradizione dell'arte e della letteratura rivoluzionarie. Non è vero che ogni paese annovera capolavori immortali creati dal suo leader. Il compagno Kim Il Sung, dotato di una saggezza ideologica e teorica insuperata e nato con eccezionali predisposizioni artistiche, ha dato alla luce dei capolavori immortali. In questo frattempo si è formato un nuovo tipo di tradizione artistica e letteraria che include in modo ampio le idee, la teoria, il metodo e i successi dell'arte e della letteratura jucheane. I capolavori immortali che egli ha creato ai tempi della lotta rivoluzionaria antigiapponese sono l'essenza della nostra arte e della nostra letteratura rivoluzionarie e una linfa vitale eterna che trasmette l'arte e la letteratura jucheane ai posteri. Questi capolavori sono motivo di grande onore e gioia di cui solo il nostro popolo può godere.
Per il carattere profondo e rivoluzionario dei suoi contenuti, le tradizioni artistiche e letterarie del nostro Partito raggiungono il posto più alto ed eccelso nelle tradizioni artistiche e letterarie generate dalla classe operaia.
La profondità dei suoi contenuti può riscontrarsi, sin dall'inizio, nelle idee artistiche e letterarie jucheane che il compagno Kim Il Sung ha creato nel periodo della lotta rivoluzionaria antigiapponese. Basate sulla concezione del mondo incentrata sull'uomo, queste idee sono la teoria più rivoluzionaria e popolare che rende capaci di osservare e approcciare tutti i problemi che sorgono nella creazione e nell'edificazione dell'arte e della letteratura mettendo al centro le masse, e mette l'arte e la letteratura al servizio delle masse.
La sua grandezza emerge nelle gesta immortali che il compagno Kim Il Sung ha compiuto nel corso della creazione e dell'edificazione dell'arte e della letteratura della rivoluzione antigiapponese.
Tra queste gesta, è di particolare rilevanza la produzione di fulgide opere artistiche e letterarie, prototipi di arte e letteratura dell'era dell'indipendenza.
Il valore della tradizione artistica e letteraria è definito anche dalle opere artistiche e letterarie che essa contiene. L'arte e la letteratura della rivoluzione antigiapponese sono genuine in quanto ritraggono l'uomo e la vita sulla base delle idee del Juche. Esse hanno presentato per la prima volta nella storia dell'arte e della letteratura umane le masse popolari come forza motrice della storia e hanno descritto ad alto livello la posizione e il ruolo che i popoli occupano e svolgono nello sviluppo sociale e nella formazione del destino dell'uomo. Così, queste hanno esposto la verità per la quale i padroni del proprio destino altri non sono che loro stessi, e sono la loro coscienza ideologica dell'indipendenza e le loro attività creative che spingono in avanti il movimento della storia sociale. Quanto profondamente esse raffigurino la questione del destino dell'uomo e della rivoluzione si può chiaramente vederlo in capolavori immortali come Il tempio, La fioraia, Mare di sangue e Il destino di un membro del corpo d'autodifesa.
Sin dal suo esordio esse hanno generato, sulla base della concezione rivoluzionaria del leader, opere eccellenti che cantano le lodi del leader della rivoluzione. Il canto rivoluzionario La stella della Corea è un'opera monumentale in cui il nostro popolo celebra ampiamente la grandezza del compagno Kim Il Sung. Questo capolavoro poteva venir creato a quei tempi poiché vi era l'autorità assoluta del compagno Kim Il Sung, il quale, dotato di una saggezza ineguagliata, di una capacità di direzione eccezionale e di nobili virtù comuniste, guidava sul cammino della vittoria la rivoluzione coreana che aveva sofferto rovesci, e il suo infinito amore per i suoi compatrioti e anche perché vi erano dei giovani comunisti come Kim Hyok e Cha Kwang Su che lo avevano riconosciuto come il grande dirigente della rivoluzione, il sole della nazione e il centro dell'unità e della coesione, così come l'immutata fedeltà del nostro popolo nei suoi confronti. Sin dal primo giorno della loro nascita, l'arte e la letteratura della rivoluzione antigiapponese hanno considerato quale loro prima missione impersonare in modo approfondito l'ideologia rivoluzionaria del compagno Kim Il Sung ed educare il popolo alla concezione rivoluzionaria del leader. Dal momento che si sono avute opere artistiche e letterarie rivoluzionarie già dai primi giorni della causa rivoluzionaria del Juche, i nostri scrittori e artisti sono stati capaci di produrre immediatamente dopo la liberazione del paese quel canto rivoluzionario immortale che è il Canto del Generale Kim Il Sung, il poema epico Monte Paektu e altre opere eccellenti che veneravano colui che aveva fatto ritorno a casa dopo aver portato al trionfo la causa della liberazione nazionale quale patriota senza pari, eroe leggendario e sole della nazione.
L'altra cosa importante nei successi dell'arte e della letteratura della rivoluzione antigiapponese è che si raggiunse il livello supremo di realismo, il metodo di lavoro creativo del realismo socialista del nostro stile.
Nei primi giorni della sua lotta rivoluzionaria il compagno Kim Il Sung ha assegnato un'importanza significativa al ruolo che l'arte e la letteratura svolgono nella lotta rivoluzionaria e nel lavoro costruttivo, ha creato capolavori classici di suo pugno e ha dato una direzione energica alle attività artistiche e letterarie dei giovani comunisti e dei partigiani antigiapponesi. In questo contesto egli ha difeso il metodo di lavoro creativo del realismo socialista e lo ha sviluppato in maniera innovativa. Applicando le idee del Juche in tutti i campi dell'arte e della letteratura ha creato un nuovo metodo di lavoro creativo, ovverosia il metodo di lavoro creativo del realismo socialista del nostro stile. Questo metodo ha aperto nuovi orizzonti alla nostra arte e alla nostra letteratura nel periodo della lotta rivoluzionaria antigiapponese e gli ha dato modo di evolversi in maniera jucheana dopo la liberazione.
Le tradizioni artistiche e letterarie rivoluzionarie del nostro Partito sono state create dal grande Leader ed ereditate e sviluppate sotto la direzione del Partito. Il grande Leader ha ulteriormente arricchito queste tradizioni durante l'edificazione di una nuova cultura nazionale democratica dopo la liberazione, creando un'arte e una letteratura rivoluzionarie e militanti ai tempi della Guerra di liberazione nazionale e ha sviluppato ancor più l'arte e la letteratura socialiste dopo la guerra. Dirigendo la grande rivoluzione nell'arte e nella letteratura, come nel cinema, nell'opera lirica e nella drammaturgia, il nostro Partito ha difeso risolutamente le tradizioni dell'arte e della letteratura della rivoluzione antigiapponese e le ha sviluppate al fine di soddisfare l'esigenza di modellare l'intera società sulle idee del Juche. Lavorando per ereditare e sviluppare queste tradizioni, le idee e la teoria jucheane del nostro Partito sull'arte e la letteratura si sono maggiormente sviluppate ed è nata la nostra scuola di romanzi e film rivoluzionari, le opere liriche sullo stile di Mare di sangue e i drammi sullo stile del Tempio; così, le tradizioni rivoluzionarie della nostra arte e letteratura si sono arricchite e abbiamo guadagnato nuove esperienze e successi nel lavoro creativo e nell'edificazione dell'arte e della letteratura comuniste basate sui principi jucheani dell'umanistica. I preziosi meriti che il Leader si è guadagnato dirigendo l'opera di creazione e di edificazione di una nuova arte e letteratura socialista e nazionale dopo la liberazione e i successi e le esperienze ottenuti dal nostro Partito nella costruzione di un'arte e una letteratura jucheane hanno tutti contribuito al felice sviluppo delle tradizioni della nostra arte e letteratura rivoluzionarie.
L'esperienza storica dell'arte e della letteratura jucheane, cresciute da una radice storica profonda e forte, hanno progredito su di un cammino vittorioso, e la situazione prevalente in patria e all'estero richiede che difendiamo le tradizioni artistiche e letterarie del nostro Partito più risolutamente che mai e che le sviluppiamo di generazione in generazione. Ciò che è molto importante qui è che si difendano le gesta rivoluzionarie imperiture che il grande Leader ha compiuto al tempo della Lotta rivoluzionaria antigiapponese e i successi e le esperienze che il Partito ha ottenuto dirigendo il lavoro nel campo dell'arte e della letteratura, e che li si applichi a fondo nel lavoro creativo.
I successi ideologici e teorici del nostro Partito vanno difesi e applicati nel lavoro creativo. Le idee e la teoria del nostro Partito sull'arte e la letteratura jucheane espongono in modo onnicomprensivo i problemi teorici e pratici che sorgono nella creazione e nell'edificazione dell'arte e della letteratura jucheane, come l'idea dell'umanistica jucheana e la teoria del seme dell'opera. La nostra arte e la nostra letteratura devono essere guidate soltanto dalle idee e dalla teoria jucheane al riguardo e portare avanti le gloriose tradizioni artistiche e letterarie rivoluzionarie del nostro Partito nella loro forma pura; solo allora potranno evolversi invariabilmente in arte e letteratura jucheane.
Il sistema jucheano di direzione del lavoro creativo e il sistema di lavoro creativo instaurati nel corso della realizzazione della rivoluzione artistica e letteraria sotto la direzione del Partito devono essere difesi e sviluppati. Questi sono i sistemi per la realizzazione della direzione unificata del Partito nel lavoro artistico e letterario, per far sì che gli scrittori e gli artisti adempiano alle loro responsabilità e al loro ruolo di padroni del lavoro creativo e per l'applicazione del principio del collettivismo in questo lavoro. Gli scrittori e gli artisti devono applicare questi sistemi nel lavoro creativo in modo approfondito cosicché possano dimostrare il loro valore nella pratica.
Lo stile rivoluzionario del lavoro creativo e della vita mostrati ad alto livello durante la rivoluzione nel cinema, nell'opera lirica e nella drammaturgia devono essere ereditati e sviluppati. Lo stile rivoluzionario creato nelle fiamme della realizzazione della rivoluzione è una brillante eredità dello stile dei partigiani antigiapponesi. Dimostrando una fedeltà alta e impeccabile verso il Partito e il Leader e lo spirito rivoluzionario di fiducia in sé e forza d'animo, gli scrittori e gli artisti devono superare coi propri sforzi le difficoltà e le asperità che incontrano e dare vita a uno slancio continuo nel lavoro creativo.
Il lavoro di adattare capolavori classici in vari generi di arte e letteratura per tramandarli ai posteri e l'opera di preservare gli alti livelli ideologici e artistici delle creazioni rivoluzionarie prodotte sotto la direzione del Partito vanno proseguiti. Gli scrittori e gli artisti dovranno diffondere o eseguire attraverso le generazioni i romanzi e i film rivoluzionari, le opere liriche sullo stile di Mare di sangue e i drammi sullo stile del Tempio adattati dai capolavori rivoluzionari sotto la guida del Partito, scoprendo e verificando i capolavori e riproducendoli così da tramandarli alle generazioni più giovani così come a quelle del lontano futuro, di modo da esaltare il fulgore delle nostre tradizioni artistiche e letterarie rivoluzionarie lungo i posteri.
A questo proposito bisogna intensificare l'educazione alle tradizioni rivoluzionarie tra gli scrittori e gli artisti.
In questo tipo di educazione l'accento va posto sull'educazione alla grandezza del Partito e del Leader e alle loro gesta. In questo modo tutti gli scrittori e gli artisti saranno ben informati sulle nostre tradizioni artistiche e letterarie rivoluzionarie, l'apice di questo tipo di tradizioni della classe operaia, e su quanto preziose sono le gesta che i primi hanno compiuto.
Con un alto senso di dignità e d'orgoglio per il possesso delle più radianti tradizioni artistiche e letterarie jucheane al mondo, noi dobbiamo far evolvere la nostra arte e letteratura in un'arte e una letteratura rivoluzionarie che ereditino il più puro carattere jucheano.

3) IL PATRIMONIO ARTISTICO E LETTERARIO NAZIONALE VA APPREZZATO DA UN PUNTO DI VISTA JUCHEANO

Attraverso la sua storia pentamillenaria, il nostro popolo ha creato una ricchezza culturale di cui possiamo vantarci davanti al resto del mondo. Il brillante patrimonio artistico e letterario è motivo di grande orgoglio per la nostra nazione e un bene prezioso per il continuo sviluppo dell'arte e della letteratura nazionali. Gli scrittori e gli artisti dovranno sviluppare il patrimonio dell'arte e della letteratura nazionali del passato per soddisfare le esigenze dei tempi presenti ereditando e arricchendo al contempo le splendide tradizioni artistiche e letterarie rivoluzionarie.
Questo patrimonio è costellato di varie e complesse problematiche circa il suo apprezzamento e la sua eredità. Nel patrimonio artistico e letterario classico sono incluse opere che riflettono le realtà sociali dei tempi antichi, medievali e moderni, del periodo del dominio coloniale dell'imperialismo giapponese e quelle create dalle masse e dalla classe sfruttatrice. Poiché rappresentano varie epoche e vari stadi dello sviluppo sociale, e poiché contengono un miscuglio di progressista e conservatore, di popolare e di reazionario, noi non possiamo approcciare il patrimonio nazionale dell'arte e della letteratura classiche su un piede di parità e nemmeno possiamo riprenderlo così com'è. Dobbiamo far nostro da un punto di vista critico ciò che è progressista e popolare e svilupparlo secondo il sentire estetico moderno.
In questo compito dobbiamo aderire coerentemente al principio di fedeltà alla verità storica e a quello dell'accettabilità per la sensibilità moderna.
Aderire al principio della fedeltà alla verità storica nell'ereditare il complesso dell'arte e della letteratura nazionali significa analizzare, valutare e trattare ogni componente del patrimonio in maniera imparziale nel contesto delle condizioni sociali e storiche dell'epoca data. Conformarsi al principio del principio di compatibilità con la sensibilità moderna vuol dire risolvere tutti i problemi che si presentano nell'eredità dell'arte e della letteratura nazionali in conformità alle esigenze dei tempi e alle aspirazioni del popolo. Non si devono trascurare le caratteristiche storiche del patrimonio formatosi nei secoli né disprezzare le esigenze dei tempi moderni che sorgono nella sua ripresa e del suo sviluppo.
Nel far nostro e sviluppare questo patrimonio dobbiamo guardarci dal restaurazionismo e dal nichilismo nazionale.
Il restaurazionismo è una tendenza ideologica reazionaria che dimentica le esigenze dei tempi e del principio di classe, restaura senza discernimento le cose del passato e le indora con la scusa dell'eredità del patrimonio dell'arte e della letteratura nazionali. Una volta che si dà il via libera al restaurazionismo, la linea della classe operaia nella creazione e nell'edificazione dell'arte e della letteratura viene messa da parte, gli elementi ideologici arretrati e malsani lasciati dalla vecchia società alzano la testa e le idee feudali, confuciane e borghesi ricompaiono. Dobbiamo stroncare le tendenze restaurazioniste ed ereditare e arricchire da un punto di vista critico il patrimonio secondo le esigenze dei tempi e la rivoluzione in sviluppo, oltre che con le idee, i sentimenti e le emozioni delle masse.
Dobbiamo inoltre restare vigili contro il nichilismo nazionale.
Nel passato, col pretesto di opporsi al restaurazionismo, alcuni individui nel settore artistico-letterario consideravano insignificante la letteratura della Scuola Silhak e della KAPF e altre parti del patrimonio dell'eccellente arte e letteratura nazionali del nostro popolo, e tentarono di bloccare lo studio, la pubblicazione e la diffusione delle opere classiche di arte e letteratura. Sotto questa influenza, alcuni accademici artistici e letterari, sostenendo di combattere contro le idee feudali e confuciane, non trattarono la nostra arte e la nostra letteratura nazionali come avrebbero dovuto. Nei casi in cui le opere classiche venivano trattate nel contesto della storia dell'arte e della letteratura o sui mass media, ci si riferiva di sfuggita ai loro aspetti positivi soffermandosi invece estremamente a lungo su quelli negativi. Giudicando i classici in questo modo, non ci sarebbe stato alcun bisogno di spingersi a parlare del patrimonio artistico e letterario nazionale nel contesto della storia dell'arte e della letteratura o sui mass media. Se non riusciamo a insegnare ai lavoratori e ai giovani la storia della nostra arte e della nostra letteratura e delle opere classiche nazionali col pretesto di combattere le idee feudali, confuciane e borghesi, costoro non sapranno con certezza quali classici e quali scrittori famosi si sono avuti nella storia del loro paese. Abbiamo assestato un duro colpo alla tendenza al nichilismo nazionale prima che fosse stato troppo tardi e abbiamo apprezzato e trattato le opere classiche artistiche e letterarie nazionali dal punto di vista jucheano.
Coloro che non apprezzano e non mettono in risalto il patrimonio culturale del loro paese e della loro nazione sono, senza eccezione, dei nichilisti nazionali. Il nichilismo nazionale era molto radicato nel nostro paese. Una volta il paese si trovava in rovina per colpa del nichilismo nazionale e della venerazione delle grandi potenze e furono queste malattie ideologiche a esercitare l'influenza più dannosa sulla rivoluzione e sull'edificazione dopo la liberazione. Poiché il nichilismo nazionale si radica a fondo ed è duro a morire, non gli si deve fare la benché minima concessione nella lotta contro di esso.
Alcuni sminuivano il nostro patrimonio artistico e letterario nazionale ritenendolo insignificante, in gran parte perché erano pregni dell'idea “eurocentrica”. Questa è un concetto ideologico borghese antiscientifico e razzista col quale gli europei insistevano che l'Europa svolgesse il ruolo dirigente nello sviluppo della storia e della cultura dell'umanità, ritenendo che tutto ciò che era loro fosse superiore e che le cose a loro non appartenenti fossero inferiori, senza distinzione. A un certo punto questa idea prese a diffondersi in lungo e in largo nel mondo e causò gravi danni allo sviluppo delle culture nazionali dei vari paesi. L'ondata di questa idea colpì anche il nostro paese nel passato, facendo sorgere i nichilisti nazionali e i cultori delle grandi potenze i quali misero in circolazione la “teoria del trapianto della cultura occidentale”, considerando l'antico patrimonio della nostra cultura nazionale come cosa da poco. In seguito alla lotta del nostro Partito per instaurare il Juche nell'edificazione della cultura nazionale dopo la liberazione, quest'idea è stata in larga parte estirpata.
Cionondimeno, le opinioni nichiliste nazionali e servili ancora si presentano in alcune persone. Col pregiudizio per cui ciò che è europeo sia buono a prescindere, essi, partendo da ciò, tentano di inquadrare e valutare ciò che è coreano. Allorquando studiano il punto di partenza dell'era moderna nella nostra storia, il carattere e la posizione della letteratura contemporanea e molti altri fenomeni sociali, storici e culturali, alcuni non prendono in considerazione le caratteristiche della nostra storia e dello sviluppo della nostra storia, comparandole meccanicamente alla storia e alla cultura europee nello stesso periodo e nella stessa epoca, e così cercano di sminuire ciò che è nostro come arretrato e futile. Per dire le cose come stanno, il nostro popolo, quale nazione audace e omogenea, ha sviluppato un'arte e una letteratura elevate sin dai tempi antichi. Paragonata alla letteratura europea, la nostra ha delle caratteristiche nazionali superiori. Fin dall'inizio, i nostri classici letterari hanno raffigurato lavoratori poveri e maltrattati, esprimendo sentimenti di affetto e simpatia sinceri per loro, riflettendo un forte spirito contro l'aggressione e patriottico. Considerare mediocre la nostra letteratura a paragone meccanico con quella europea, anziché vedere i suoi aspetti eccelsi, è un'espressione di nichilismo nazionale. Alcuni lavoratori creativi cercano di leggere soltanto opere straniere, poco sapendo della nostra arte e letteratura classiche, pensando di poter diventare colti unicamente attraverso una vasta conoscenza dell'arte e della letteratura straniere. Anche questa è un'espressione dell'idea eurocentrica. Colui che resta infatuato dalla cultura europea manca di patriottismo e di rispetto per la sua nazione. Con l'idea eurocentrica quale metro di giudizio, non si può né apprezzare correttamente il patrimonio della nostra cultura nazionale né valutare adeguatamente le opere classiche europee.
Noi dobbiamo aderire fermamente alla posizione jucheana nel giudicare il patrimonio della nostra arte e letteratura nazionali.
Dal momento in cui si è incamminato sulla via della rivoluzione, il grande Leader compagno Kim Il Sung ha risolto tutti i problemi sorti nella lotta rivoluzionaria e nel lavoro costruttivo dal punto di vista jucheano. Egli ha inoltre dato esempi pratici nell'apprezzamento della nostra storia e della nostra cultura e ha rimesso sul giusto binario i problemi sorti nella sua ripresa dalla stessa posizione. Dobbiamo eliminare la tendenza sbagliata di tentar di paragonare le nostre antiche opere nazionali artistiche e letterarie a quelle europee in modo meccanico, e valutarle dal punto di vista jucheano al fine di ereditarle e svilupparle appropriatamente.
La letteratura della KAPF va giudicata e trattata in maniera corretta.
Al momento, la valutazione della letteratura della KAPF è molto ambigua nell'ambito letterario. Alcuni non la definiscono un tipo di letteratura realista critica, né un tipo di letteratura realista socialista. Dicono che è semplicemente letteratura proletaria. In quanto definizione ambigua, questo è un giudizio ingiusto della letteratura della KAPF. Le opere prodotte dalla KAPF includono quelle di realismo critico e di realismo socialista. Soprattutto i lavori usciti nel periodo successivo a quando la KAPF avanzò un nuovo programma vanno visti principalmente come opere di realismo socialista. Jo Myong Hui, Song Yong, Ri Ki Yong, Han Sol Ya, Ryu Wan Hui, Kim Chang Sul, Pak Se Yong, Pak Phal Yang e molti altri scrittori della KAPF sostenevano il marxismo e aspiravano alla liberazione del proletariato. Le opere da essi prodotte negli anni successivi al 1927 furono perlopiù socialiste nei loro contenuti. Le loro produzioni (i romanzi Villaggio natio e Crepuscolo, il romanzo breve Il fiume Raktong, la commedia Niente da dichiarare, le poesie Le colonne delle masse in marcia, Saccheggiare il più possibile, Rondine, Azalea e altri) riflettono le loro aspirazioni all'emancipazione sociale della classe operaia e degli altri diseredati delle masse.
Nelle loro opere gli scrittori della KAPF criticavano il sistema sociale di quel tempo, battevano sulla liberazione nazionale e di classe del nostro popolo, descrivevano i predecessori del proletariato come uomini tipici e raffiguravano gli ideali socialisti. A causa della crudele repressione e della censura degli imperialisti giapponesi, molte cose rivoluzionarie furono cancellate o messe in secondo piano nei loro scritti; ma nel complesso questi erano socialisti quanto ai loro contenuti. Ciò dimostra che la letteratura della KAPF ha formato una tendenza del realismo socialista nel nostro paese. Certo, questa organizzazione non fu dotata della direzione del partito rivoluzionario della classe operaia e i limiti dei suoi scrittori nella loro concezione del mondo restrinsero il loro lavoro creativo in questo o quel modo. Nonostante ciò, non possiamo dire che questa letteratura non rappresenti il realismo socialista in base al pretesto che questa organizzazione non fu diretta dal partito della classe operaia. L'origine e lo sviluppo del realismo socialista differiscono in ciascun paese secondo le condizioni storiche e le caratteristiche concrete di quest'ultimo. Sebbene non fossero guidati dal partito della classe operaia, gli scrittori della KAPF proposero il programma della loro organizzazione dal punto di vista rivoluzionario della classe operaia e, nelle loro opere, presentarono i problemi e li risolsero dalla posizione rivoluzionaria della classe operaia. Inoltre, la letteratura della KAPF degli anni '30 puntava a riflettere i sinceri sentimenti del popolo di reagire e offrire sostegno alla Lotta rivoluzionaria antigiapponese sotto l'influenza della rivoluzione. Che un'opera letteraria appartenga al realismo socialista oppure no non è una questione decisa dalla sua ipotetica perfezione ideologica e artistica. Tra le opere create con lo stesso metodo, ve ne sono le cui idee e raffigurazioni artistiche sono talvolta perfette e ve ne sono altre in cui lo sono meno. Il punto sta nell'identificare il loro principio di lavoro creativo e la loro tendenza ideologica. La letteratura della KAPF dopo la sua riorganizzazione possedeva taluni punti deboli, ma per la maggiore tendeva a riflettere la concezione operaia del mondo; per questo motivo si può includerla nel genere del realismo socialista. Tra gli scrittori individuali che hanno lavorato nello stesso periodo per la KAPF, ma al di fuori di questa organizzazione, molti hanno prodotto opere di realismo socialista, come Kang Kyong Ae, autore del romanzo I problemi di un essere umano.
È errato pensare che, se si definisce la letteratura della KAPF come realismo socialista, può sorgerne confusione nell'interpretazione delle tradizioni della nostra arte e letteratura rivoluzionarie. L'arte e la letteratura della rivoluzione antigiapponese, sorgente dell'arte e della letteratura rivoluzionarie nel nostro paese, hanno avuto origine e si sono sviluppate sin dall'inizio come una nuova letteratura del realismo socialista del nostro stile con le idee Juche quale base della sua concezione del mondo. La nostra arte e la nostra letteratura odierne sono realismo socialista del nostro stile e le loro radici storiche possono essere rintracciate nel nuovo realismo socialista del nostro stile creato ai tempi della Lotta rivoluzionaria antigiapponese. In quest'ottica, riconoscere la tendenza al realismo socialista della letteratura della KAPF non significa tracciare una linea di demarcazione ambigua tra il retaggio e la tradizione o includerlo nella tradizione dell'arte e della letteratura rivoluzionarie. Seppur basata sul metodo di lavoro creativo della fase precedente del realismo socialista, la letteratura della KAPF appartiene da sempre al patrimonio della nostra migliore letteratura del passato.
Assieme alla letteratura della KAPF va valutata correttamente anche la letteratura di nuova tendenza. Questa, esemplificata dalle opere dei primi Choe So Hae, Ri Sang Hwa e Ri Ik Sang, i quali hanno creato una nuova corrente nella prima metà degli anni '20 nel nostro paese sotto la bandiera della letteratura proletaria, ha aperto un orizzonte al realismo critico affinché diventasse realismo socialista.
La questione dell'origine e dello sviluppo della letteratura del realismo critico nel nostro paese deve anch'essa essere risolta adeguatamente dalla prospettiva jucheana.
Attualmente alcuni tendono a vedere questo problema nella cornice del concetto prestabilito degli stranieri, anziché studiare approfonditamente il carattere specifico dello sviluppo della storia del nostro paese e le circostanze concrete della sua evoluzione letteraria. La teoria artistico-letteraria ha finora sostenuto che il realismo critico è stato creato e sviluppato dagli scrittori progressisti nel periodo storico in cui le contraddizioni e la corruzione della società borghese si erano palesate e la lotta del popolo contro di essa si pose all'ordine del giorno, e in base a ciò ha prestato l'attenzione principale all'analisi dettagliata della società borghese e alla critica delle sue contraddizioni e incoerenze. È nell'ordine delle cose che questa teoria si accordi ai fatti storici e sia in certo modo scientificamente logica, poiché il realismo critico ha avuto origine anzitutto nei paesi capitalisti sviluppati. Ma non si deve insegnare che questa teoria si conformi allo stato dell'evoluzione letteraria di ogni regione e di ogni paese nel mondo. Gli scrittori dei paesi europei che hanno intrapreso la via capitalista in ritardo rispetto ad altri paesi su quel continente si ispiravano al realismo critico contemporaneamente ai loro colleghi di questi ultimi. Poiché le contraddizioni e la corruzione delle società dei loro paesi non si erano ancora completamente rivelate, essi avevano diretto la punta di lancia della loro critica anzitutto allo smascheramento dei rapporti feudali di quelle società e alle loro piaghe sociali. Infatti vi sono molte opere di realismo critico nella storia della letteratura mondiale, opere che criticano aspramente la natura corrotta e reazionaria delle società dispotiche feudali, la natura sfruttatrice e disumana dei nobili feudali e dei burocrati e le contraddizioni e l'irrazionalità di quelle società. Non si può dire che queste opere non appartengano al genere del realismo critico perché non criticano le contraddizioni e la corruzione della società capitalista. Il punto sta nell'identificare quanto profondamente il realismo critico nato a una certa fase dell'era moderna ha criticato e quanto veridicamente esso rifletta le contraddizioni e l'irrazionalità dei rapporti sociali che si rivelavano nelle realtà concrete dei paesi in questione, indipendentemente dal fatto che criticassero i rapporti sociali capitalisti o quelli feudali. Attraverso il realismo critico originatosi nella società capitalista, lo scrittore realista diresse invariabilmente la punta di lancia dei suoi attacchi verso la denuncia delle contraddizioni e della corruzione della società feudale degenerata e della natura sfruttatrice e disumana dei signori feudali e dei burocrati, allorquando le contraddizioni e l'irrazionalità del capitalismo non si erano ancora mostrate ma i ceppi feudali antiquati e degradati si dimostravano essere il principale ostacolo alle aspirazioni delle masse all'indipendenza, e nutrì un odio profondo nei loro riguardi. Cionondimeno, non tutte le opere che riflettano fortemente questa critica appartengono necessariamente al realismo critico. Ogni opera che rispecchi la situazione di una società sfruttatrice critica realisticamente la società in questo o in quel modo. Ma le singole produzioni che non riflettano detta tendenza ideologica non possono essere definite opere di realismo critico, né può il metodo della loro creazione collegato al realismo critico per quanto forte sia la loro critica. La critica nel realismo critico deve negare nettamente i mali della società feudale e di quella capitalista e il principio artistico di riflettere la vita (dal seme, il tema e l'idea al compito del componimento e della raffigurazione) deve essere pregno di veridicità e di critica. La letteratura del realismo critico rifletteva veracemente le realtà ad un alto livello di rappresentazione di ciò che era tipico rispetto al realismo precedente, ma si limitò a denunciare e censurare duramente i mali della società; non riuscì a evidenziare la loro origine sociale e a indicare il giusto metodo per eliminarli. È da questa prospettiva che dobbiamo osservare e risolvere correttamente la questione dell'origine e dello sviluppo del metodo di lavoro creativo del realismo critico nel nostro paese.
Le opere letterarie prodotte all'inizio del XX secolo nel nostro paese devono essere scoperte in numero maggiore e giudicate equamente.
Indicando che non abbiamo molte opere artistiche e letterarie degli anni '10 e '20, il grande Leader compagno Kim Il Sung ha dato direttiva di mettersi vigorosamente a scovare opere di quel periodo. Nel corso dell'attuazione della sua direttiva i letterati ne hanno scoperte in gran quantità. Queste sono state incluse nella storia dell'arte e della letteratura e le più importanti sono state pubblicate. Ma questo è solo un inizio. Dobbiamo resuscitare un maggior numero di opere letterarie che furono distrutte o sotterrate dalla politica coloniale degli imperialisti giapponesi volta a estinguere la nostra cultura nazionale, e dare il dovuto giudizio a loro e ai loro autori dal punto di vista dello sviluppo della storia della nostra arte e letteratura.
Partendo da queste posizioni, già da tempo abbiamo fatto sì che non solo uno scrittore come Ri Hae Jo, ma anche Ri In Jik, il quale svolse un ruolo da pioniere nella scrittura di romanzi di nuovo tipo all'inizio del XX secolo, fosse incluso nella storia della nostra letteratura, e i loro lavori compresi nelle Opere scelte della letteratura coreana. Ri In Jik scrisse romanzi di tipo nuovo di media lunghezza (come Lacrime di sangue, La voce del fantasma, Il monte Chiak e tante altre), creò un teatro di nome Wongaksa e si immerse nel movimento della drammaturgia di nuovo tipo. La sua produzione di romanzi moderni di nuovo archetipo fu un notevole contributo allo sviluppo della letteratura.
Allo scopo di dare un'equa valutazione agli scrittori e alle loro opere letterarie, non dobbiamo approcciarle con pregiudizi, facendoci problemi a proposito della loro origine sociale o familiare e dei loro trascorsi sociali e politici. Anche se discutibili nella loro origine sociale, essi e i loro lavori devono essere apprezzati e messi in primo piano senza remore se propedeutici allo sviluppo della nostra arte e letteratura e alle vite culturali e affettive del nostro popolo.
Dobbiamo dare il dovuto riconoscimento ai romanzi di Ri Kwang Su e alle poesie di Choe Nam Son. I primi romanzi di Ri, come Il pioniere, prototipo del romanzo del nostro paese negli anni '10, rispecchia in una certa misura lo scontento per le piaghe sociali di quei tempi. A un certo punto il compagno Kim Il Sung ricordò di aver letto Il pioniere allorquando partecipava al movimento giovanile alla Scuola media di Yuwen a Jilin, e che questo esprimeva scontento verso la società di quel tempo, e anche che nel suo posteriore romanzo La moglie di un rivoluzionario, Ri rivelò che questi era diventato un traditore. Poiché i suoi primi racconti confessavano la sua insoddisfazione per la realtà sociale di quegli anni e rappresentavano il nostro romanzo degli anni '10, non è sbagliato includere i loro aspetti positivi nella storia della letteratura. Quanto a Choe Nam Son, il fatto che in gioventù abbia composto una nuova forma di poesie che sono servite allo sviluppo della nostra poetica nazionale è da valutarsi positivamente. Le poesie di Choe, introducendo la nuova tendenza del suo tempo, hanno apportato un certo contributo al risveglio del popolo e allo sviluppo di una nuova forma poetica. Pertanto è giusto che i suoi primi lavori vengano inseriti nella storia della letteratura.
Abbiamo inoltre fatto sì che persone come Sin Chae Ho, Han Ryong Un, Kim Ok, Kim So Wol e Jong Ji Yong, autori di libri progressisti, i romanzieri Sim Hun e Ri Hyo Sok, chiamati “compagni” della KAPF, lo scrittore Pang Jong Hwan, il quale ha reso servigi alla nascita e allo sviluppo della moderna letteratura per ragazzi, Mun Ho Wol, creatore di molte canzoni folkloriche, come Il lungofiume di Nodul, e Ra Un Gyu, creatore dell'Arirang e di molti altri lungometraggi progressisti (tutti scrittori e artisti che hanno lavorato ai tempi del dominio coloniale imperialista giapponese), hanno ricevuto una valutazione imparziale nella storia dell'arte e della letteratura.
L'inclusione di scrittori dei tempi antichi e delle loro opere nella storia dell'arte e della letteratura è volta a far sì che i nostri scrittori, i nostri artisti e la giovane generazione imparino che nella storia della nostra arte e letteratura vi sono stati scrittori e relative opere che hanno apportato un contributo positivo allo sviluppo dell'arte e della letteratura dei loro tempi, di modo da infondere dignità e autostima nazionali nei loro cuori e al contempo tramandar loro le esperienze e le lezioni della storia passata. Un'opera letteraria è creazione di un individuo, ma una volta che viene amata dal popolo per aver abilmente soddisfatto le esigenze dei tempi e le aspirazioni di quest'ultimo, diviene sua proprietà e una preziosa ricchezza della nazione. Nonostante i possibili alti e bassi degli ultimi anni di uno scrittore, il valore ideologico e artistico di ciò che ha scritto prima rimane nella storia. Pertanto, allorché si inseriscono nella storia dell'arte e della letteratura gli scrittori e gli artisti del passato, ci si deve soffermare sugli aspetti positivi delle loro opere e gli aspetti negativi vanno analizzati logicamente sulla base del principio storico-sociale delle idee del Juche e dello spirito del primato della nazione coreana.
La letteratura moderna, ivi inclusa quella del periodo illuminista, va anch'essa apprezzata e trattata adeguatamente.
La letteratura di quei tempi occupa un posto molto importante nella storia della nostra letteratura nazionale. Essa è patriottica in quanto possiede un forte carattere antifeudale e ostile all'aggressione. Le opere create nel periodo illuminista riflettono l'aspirazione alla riconquista della sovranità del paese, rubata dagli imperialisti giapponesi e da altri aggressori stranieri, e all'evoluzione del nostro paese in un paese “indipendente, sovrano e civile”, l'idea della difesa dei diritti del popolo contro le catene del feudalesimo, la sua elevazione e il suo risveglio alla coscienza di classe. La letteratura di quei tempi possiede alcuni limiti quanto al suo carattere operaio per via dei tempi in cui fu prodotta, ma dopotutto ha molti elementi progressisti e patriottici.
Dobbiamo risolvere in modo scientifico, in combinazione con le peculiarità dello sviluppo della nostra letteratura, il problema delle origini e dell'evoluzione della letteratura moderna, comprendendovi il periodo illuminista, i suoi periodi, le sue caratteristiche di rappresentazione artistica, il suo metodo di lavoro creativo nonché la sua posizione e il suo significato nella storia della letteratura.
La letteratura della Scuola Silhak deve anch'essa essere apprezzata appropriatamente.
Lamentando la corruzione degli aristocratici, i loro vuoti discorsi e l'arretratezza dello Stato feudale in disfacimento, la corrente Silhak combatté per il progresso sociale e la civilizzazione sotto la parola d'ordine: «Studiare ciò che serve nella pratica» e produsse eccellenti opere d'arte e di letteratura, contribuendo all'inaugurazione dell'alba della nostra letteratura moderna. La teoria della riforma sociale e le opere letterarie di Pak Yon Am e Jong Ta San sono state create 200 anni fa, ma costoro erano dei veri progressisti di quel tempo e noi possiamo esserne fieri.
Com'è naturale che sia, gli scrittori che facevano parte di questa scuola, a causa dei loro limiti di classe (provenivano dalla classe aristocratica), si limitavano a criticare individualmente i nobili corrotti e incompetenti e i burocrati malvagi; non riuscirono a rappresentare gli interessi fondamentali delle masse lavoratrici e a ribadire l'idea di una riforma integrale. Nel passato alcuni apprezzavano soltanto gli aspetti positivi della letteratura della Silhak e li ingigantivano, senza scorgere i suoi limiti.
Sminuire o negare la letteratura della Silhak o non valutare correttamente i suoi successi è un'espressione di nichilismo nazionale. Dobbiamo mettere in risalto tutti gli scrittori e gli artisti di talento che la nostra nazione ha generato e sentircene fieri.
Il settore dell'arte e della letteratura dovrà ripubblicare le opere prodotte dagli scrittori della Silhak e far loro un'ampia pubblicità. Essa può anche organizzare conferenze allo scopo di studiarle.
Dobbiamo portare alla luce non solo le opere degli scrittori della Silhak ma anche le eccelse produzioni degli scrittori e degli artisti noti dell'era antica, di quella medievale e di quella moderna, come Choe Chi Won, Ri Kyu Bo, Kim Si Sup, Jong Chol, Ho Kyun e Kim Man Jung, e opere i cui autori non sono noti, come Il racconto di Chun Hyang, Il racconto di Hungbu, Il racconto di Sim Chong, e pubblicizzarle largamente tramite varie forme e metodi. Dobbiamo soprattutto riscoprire le molte opere che sono state pubblicate nel XIX secolo ma poi sepolte. Dobbiamo far sapere al mondo che il nostro paese ha dato i natali a scrittori, compositori e pittori eccellenti e a opere superbe che hanno apportato contributi al patrimonio della cultura umana. Soltanto allora potremo infondere dignità nazionale e autostima nei cuori della generazione ventura e apprezzare il patrimonio dell'arte e della letteratura nazionali, ereditandolo e sviluppandolo sul giusto binario.
Dobbiamo avere una comprensione corretta delle canzoni folkloriche che il nostro popolo ha creato e apprezzare questo retaggio in modo giusto.
Le canzoni folkloriche formano la parte principale del patrimonio musicale della nostra nazione. Poiché riflettono in maniera concentrata le emozioni nazionali proprie del nostro popolo, esse verranno amate dalla nostra nazione tanto nel lontano futuro quanto lo sono oggigiorno.
Alcune delle nostre canzoni folkloriche hanno un'aura antiquata poiché sono state create molto tempo fa, ma non dobbiamo sminuirle o scartarle senza discernimento. Alcune di queste canzoni “antiquate” sono state grandemente amate e cantate dal nostro popolo per secoli. Questi canti vanno rieseguiti in base alle aspirazioni dei contemporanei e dei sentimenti estetici moderni. È importante riscriverne bene i testi. Ma ciò non significa che vadano riscritte alla stessa maniera delle canzoni moderne, bensì allo scopo di preservarne i semi e di raffigurare principalmente i paesaggi naturali e la vita. I testi originali possono essere rifatti da capo. Nella storia dello sviluppo delle canzoni folkloriche vi è un certo numero di esempi di canzoni folkloriche cantate con testi diversi nella stessa melodia, in base ai tempi e alle regioni. Le parole della Ballata di Singosan non erano le stesse quando la si cantava negli anni '30 e '40, nel periodo immediatamente successivo alla liberazione e al tempo della Guerra di Liberazione della Patria. Una canzone folklorica famosa viene cantata di generazione in generazione con testi diversi a seconda dei periodi e delle regioni. Anche in futuro dovremo definire, per le canzoni folkloriche più note, testi che rispecchino i nobili tratti spirituali e morali e i genuini sentimenti del popolo della nostra era, per far sì che siano cantate conformemente al sentire estetico moderno.
Lo stile Sijo del passato dev'essere giudicato e trattato correttamente.
Nato ai tempi di Koryo, il Sijo è un tipo di poesia peculiare della nostra nazione, creato da gente di vari strati sociali attraverso secoli. Il debutto della nuova e originale forma di Sijo nazionale, cantato in lingua coreana, ai tempi del feudalesimo quando si venerava la poesia composta in cinese a causa di idee servili, ebbe un grande significato nello sviluppo della nostra letteratura. Esso, però, divenne monopolio virtuale dei nobili feudali per un certo periodo dopo la sua nascita; per questa ragione non si sviluppò in modo integrale. La maggior parte delle canzoni in stile Sijo predica apertamente la dottrina feudale del confucianesimo, cerca di inculcare concezioni morali feudali, descrive gli affari privati dei nobili feudali o venera uno scenario naturalistico puro. Per tutte queste ragioni, non dobbiamo rigettare del tutto lo stile Sijo. Nel corso della diffusione di questo stile, opere da esso caratterizzate e contenenti elementi progressivi furono create da personalità progressiste e patriottiche. Le opere di Kim Jong So, Nam I e Ri Sun Sin riflettono un forte spirito di ostilità all'aggressione e patriottismo, mentre le opere prodotte dai letterati di origine più umile sottolineano i bei tratti morali dell'uomo a dispetto del loro contenuto leggero.
In un certo periodo i restaurazionisti non pensarono di studiare gli aspetti positivi del Sijo a scopo di ricerca. Lodando le canzoni in stile Sijo che raffiguravano la vita decadente dei nobili feudali, essi tentarono di inculcare le idee feudali e confuciane nei cuori del popolo. È colpa loro se lo stile Sijo è stato a lungo rifiutato come qualcosa di negativo.
Il Sijo si è accompagnato al canto sin dai suoi albori. Gran parte delle canzoni in stile Sijo venivano canticchiate dai nobili feudali, coi loro tipici cappelli alti, mentre bevevano. Questo stile di canzoni che gli antichi studiosi cantavano nei loro studi non si accordano con la situazione odierna. Pertanto, non c'è necessità di resuscitarle tali e quali.
A causa della sua struttura ritmica stereotipata, il Sijo possedeva molti limiti nell'espressione dei suoi contenuti, ma allo stesso tempo aveva dei punti di forza in quanto poteva racchiudere un profondo significato nei suoi versi stringati e sottili.
Poiché le conseguenze delle idee diffuse dai restaurazionisti nel settore artistico-letterario sono state completamente superate e il sistema ideologico unico del Partito è stato fermamente instaurato in seno al popolo, dobbiamo compiere uno studio approfondito degli aspetti positivi dello stile Sijo quale forma letteraria, così da farvi riferimento sviluppando ulteriormente la letteratura poetica. Al contempo dobbiamo creare poesie brevi e poemi lirici del nostro tempo, avvalendoci delle caratteristiche artistiche del Sijo.
Dobbiamo inoltre apprezzare e trattare adeguatamente l'arte di palazzo dei tempi antichi.
Dobbiamo smascherare e criticare, sulla base dei principi della classe operaia, la natura antipopolare dell'arte di palazzo che serviva i re e i nobili feudali, e non dobbiamo fare il minimo compromesso con la tendenza a restaurarla così com'è. Non dobbiamo però concludere affrettatamente e sconsideratamente che la musica e i movimenti di danza dell'arte di palazzo siano feudali e antipopolari. La fonte della musica di palazzo e dei movimenti dei balli di palazzo sono la musica popolare e la danza nazionale. Anche se il patrimonio dell'arte e della letteratura nazionali progressiste e popolari sono state cambiate in peggio per adattarle ai gusti dei re e dei nobili feudali, questo non ha smarrito completamente la sua natura popolare. I movimenti e i ritmi popolari che non hanno potuto essere sradicati sono elementi preziosi che la nostra arte e la nostra letteratura devono ereditare e sviluppare per venire incontro alle esigenze dei tempi attuali. Dobbiamo identificare la sostanza progressiva e popolare nella musica di palazzo e nella danza di palazzo così da farne uso nello sviluppare appieno la nostra arte e la nostra letteratura su base nazionale.
Le opere letterarie create dopo la liberazione del paese devono essere valutate correttamente sulla base della linea di classe e di massa del nostro Partito.
Il nostro Partito ha coerentemente mantenuto il principio di giudicare equamente le opere di uno scrittore e di risparmiarle se costui non ha deliberatamente tradito il Partito, la rivoluzione, la sua patria e il suo popolo. Gli scrittori che sono cresciuti sotto la sollecitudine del grande Leader compagno Kim Il Sung dopo la liberazione sono risorse preziose della nostra rivoluzione. Nonostante una provenienza familiare ambigua, i trascorsi sociali e politici e gli errori commessi in un dato momento, qualsiasi scrittore può salire alla ribalta e veder salvate le proprie opere se queste sono abbastanza eccelse da poter contribuire al Partito, alla rivoluzione, alla patria e al popolo. Non dobbiamo mai spingerci a distruggere le opere di uno scrittore che abbia commesso un singolo errore. Più opere eccellenti vi sono nella storia dell'arte e della letteratura della gloriosa era del Partito del Lavoro, meglio è; non serve a niente distruggere opere eccezionali per questo o quel motivo arbitrario. Quanti più sono i lavori ideologicamente e artisticamente ottimi, tanto più ricco e più luminoso sarà il patrimonio della nostra arte e della nostra letteratura.

3. LA CONCEZIONE DEL MONDO E IL METODO DI LAVORO CREATIVO

1) LA STORIA DELLA NOSTRA ARTE E DELLA NOSTRA LETTERATURA RIVOLUZIONARIE È LA STORIA DEL REALISMO JUCHEANO

Si discute, oggi, tra i nostri teorici e lavoratori creativi nel settore artistico-letterario, la questione del metodo di lavoro creativo su cui poggiano la nostra arte e la nostra letteratura.
Definire questo metodo correttamente dal punto di vista jucheano è un problema assai significativo e pressante. Ma la discussione di questa problematica necessita di prudenza poiché si tratta di un tema importante legato alla chiarificazione del rapporto tra il metodo di lavoro creativo su cui si basano la nostra arte e la nostra letteratura e all'identificazione della natura e delle caratteristiche essenziali della nostra arte e letteratura. Inoltre, se si tratta con imprudenza questa questione, potremmo dare l'impressione che il nostro paese rifiuti il realismo socialista, proprio come gli imperialisti e i traditori della rivoluzione vanno oggi denigrando quest'ultimo come se fosse un'invenzione imposta da qualcuno, una fucina di stereotipi, schemi rigidi e idealizzazioni, e un rimasuglio logoro non adatto ai tempi.
Di base il metodo di lavoro creativo del realismo socialista è un metodo rivoluzionario e militante creato come riflesso delle esigenze della lotta rivoluzionaria della classe operaia. Originatosi all'inizio del XX secolo, il realismo socialista è un metodo di lavoro creativo realista che ha analizzato da un punto di vista critico e sulla base del marxismo-leninismo il romanticismo rivoluzionario, il realismo critico e altri metodi convenzionali e progressivi di lavoro creativo, sviluppandoli su di un piano superiore.
Il metodo di lavoro creativo del realismo socialista è scientifico e corretto in quanto ha impostato quale suo requisito fondamentale la raffigurazione veritiera delle vite e delle lotte della classe operaia e del resto delle masse nel contesto dello sviluppo della rivoluzione e della storia concreta. Sulla base del realismo socialista sono state prodotte opere artistiche e letterarie rivoluzionarie in gran quantità, apportando un grande contributo alla causa rivoluzionaria della classe operaia concernente la liberazione del proletariato dallo sfruttamento e dell'oppressione.
La nuova era, in cui le masse sono emerse quali padrone della storia, ha richiesto un metodo di lavoro creativo con cui le loro vite e le loro lotte indipendenti e creatrici potessero essere descritte in maniera più soddisfacente in conformità alla natura indipendente dell'uomo.
Il grande Leader compagno Kim Il Sung, già nei primi anni della sua lotta rivoluzionaria, percepì chiaramente le esigenze dell'era dell'indipendenza e creò le immortali idee del Juche; su questa base sviluppò il metodo di lavoro creativo del precedente realismo socialista in un nuovo modo e alla nostra maniera, dando vita alle brillanti tradizioni dell'arte e della letteratura rivoluzionarie. Il metodo di lavoro creativo su cui la nostra arte e la nostra letteratura rivoluzionarie, le quali riprendono l'arte e la letteratura della rivoluzione antigiapponese e le loro brillanti tradizioni, si basano, è un metodo qualitativamente diverso da quello del precedente realismo socialista. Sotto l'aspetto della descrizione verace delle vite e delle lotte della classe operaia e delle altre masse lavoratrici e dell'ispirarle con forza alla rivoluzione e all'edificazione, il metodo di lavoro creativo del nostro stile di realismo socialista può essere definito come appartenente alla stessa categoria del metodo del precedente realismo socialista. Ma è fondamentalmente diverso da questo per quanto attiene alle differenti esigenze dei rispettivi tempi e alla concezione del mondo sulla quale si imperniano.
Il metodo del nostro stile di lavoro creativo si distingue dal precedente realismo socialista anche per le circostanze storico-sociali della sua formazione, la sua base filosofica e i suoi principi estetici. Il nostro stile è il realismo jucheano, il metodo di lavoro creativo del realismo jucheano.
Il metodo di lavoro creativo è frutto dell'epoca. Una nuova era richiede un nuovo metodo di lavoro creativo. In quanto cambia il primo, cambia anche il secondo. La tendenza di lavoro creativo dei lavoratori del relativo settore che agiscono in un dato periodo storico con gli stessi principi estetici forma una corrente comune dell'arte e della letteratura, e su questa base viene a crearsi un metodo di lavoro creativo. Questo metodo si sviluppa e si perfeziona con l'evoluzione dei tempi.
Considerando la questione del metodo di lavoro creativo, si deve prendere in considerazione anzitutto il contesto storico-sociale in cui esso ha avuto origine e le esigenze dell'epoca che raffigura.
Il realismo socialista ha visto la luce nel periodo storico in cui il capitalismo è entrato nella fase dell'imperialismo e la rivoluzione socialista è diventata una questione della massima urgenza come riflesso dell'esigenza della classe operaia di rovesciare il capitalismo e costruire una nuova società libera dallo sfruttamento e dell'oppressione. Facendo la sua prima comparsa nella storia dell'arte e della letteratura dell'umanità, il realismo socialista si è dato il compito storico di servire la liberazione delle masse lavoratrici dalle catene del capitale e dal giogo imperialista. Facendo il bilancio del precedente realismo da un punto di vista critico, esso ha ritratto realisticamente l'essenza della vita e la legge che governa lo sviluppo della storia sulla base della concezione marxista-leninista del mondo, apportando un contributo attivo alla causa rivoluzionaria della classe operaia. La sua comparsa è stata un evento storico dal significato epocale nello sviluppo dell'arte e della letteratura rivoluzionarie della classe operaia, l'arte e la letteratura progressiste dell'umanità.
Il realismo jucheano ha avuto origine nel nostro paese come riflesso dell'esigenza del nuovo periodo storico, diverso da quello precedente: l'era dell'indipendenza in cui le masse, prima sfruttate e oppresse, sono emerse quale padrone della storia e forgiano in maniera indipendente il proprio destino. Esso si è assunto la propria messa al servizio della completa realizzazione dell'indipendenza delle masse quale suo compito storico. La nuova arte e letteratura al servizio della completa realizzazione dell'indipendenza delle masse richiedeva che si risolvesse in maniera indipendente e creativa tutti i problemi che sorgessero nella loro creazione e nella loro edificazione in base alle condizioni concrete con una posizione e un atteggiamento consoni a dei padroni.
Poiché il compagno Kim Il Sung ha risolto da una ferma posizione jucheana e in modo originale tutti i problemi presentatisi nella pratica dell'arte e della letteratura della nostra era sin dai primi giorni della sua direzione sulla rivoluzione coreana, nel nostro paese il realismo socialista si è sviluppato per la prima volta nel nostro stile di realismo socialista, il realismo jucheano.
Il metodo di lavoro creativo è inseparabile dalla concezione del mondo.
Questo è un principio estetico su cui il lavoratore creativo si basa per comprendere e giudicare la vita, ma non è che lo copia e basta. La vita viene descritta da un certo principio creativo condizionato dalle opinioni politiche e dalle idee estetiche del lavoratore creativo. Ciò che conta nella comprensione, nel giudizio e nella raffigurazione della vita è la concezione del mondo propria del lavoratore creativo. Questa concezione definisce la sua posizione e il suo atteggiamento verso la vita, controlla il suo lavoro creativo e regola i principi e i metodi della descrizione artistica. È la base del metodo di lavoro creativo e il fattore fondamentale che influenza quel metodo.
Da quale posizione il lavoratore creativo osserva e approccia la realtà e come lo generalizza nella raffigurazione artistica dipende in tutto e per tutto dalla sua concezione del mondo. Se si guarda alla storia dell'arte e della letteratura dell'umanità, possiamo vedere come in generale lo scrittore con una concezione progressista del mondo si ispira al metodo progressista nelle sue attività, mentre lo scrittore dalla concezione reazionaria prende le mosse dal metodo reazionario. Il metodo progressista del lavoro creativo si basa sulla concezione progressista del mondo. Con lo sviluppo dei tempi, la concezione del mondo si è evoluta e parallelamente anche il metodo di lavoro creativo è assurto a una fase superiore. Poiché il metodo scaturisce dalla concezione del mondo, l'essenza del metodo e la posizione e il ruolo che esso occupa e svolge nello sviluppo dell'arte e della letteratura sono definiti dalla natura scientifica e rivoluzionaria della concezione del mondo.
Il realismo socialista affonda le sue radici nella concezione materialista dialettica del mondo, mentre il realismo jucheano emerge dalla concezione del mondo incentrata sull'uomo. Dacché la questione dell'origine del mondo è stata chiarita dal materialismo, le idee del Juche hanno definito la posizione e il ruolo dell'uomo quale questione filosofica fondamentale e hanno gettato luce sul principio per il quale l'uomo è padrone di tutto e di tutto decide, strutturando così una concezione filosofica del mondo incentrata sull'uomo. Per il fatto di aver delineato un atteggiamento verso il mondo con l'uomo quale fattore primario e aver dato alla luce un'idea e una posizione relativa al mondo mettendo l'uomo al centro, la concezione jucheana del mondo ha raggiunto lo stadio più alto dello sviluppo delle concezioni del mondo. Il fatto che il realismo jucheano si basi su questa concezione del mondo è la caratteristica fondamentale che lo rende qualitativamente diverso da quella del precedente realismo socialista.
Cionondimeno, questo non significa che il realismo jucheano non abbia niente a che vedere col precedente realismo socialista. Esso vi è profondamente legato per via della comunanza dei loro ideali di classe e del metodo socialista di raffigurazione. Entrambi hanno avuto origine e si sono sviluppati nell'acuta lotta contro le teorie borghesi idealiste e metafisiche sull'arte e la letteratura, il naturalismo, l'arte per l'arte e altre tendenze artistico-letterarie reazionarie. Il realismo jucheano e il realismo socialista sono metodi di creazione artistica e letteraria al servizio della causa rivoluzionaria delle masse lavoratrici per la costruzione di una nuova società libera dallo sfruttamento e dell'oppressione. Essi riflettono la realtà sul principio del realismo e considerano la veridicità quale propria linfa vitale.
L'origine e lo sviluppo del realismo jucheano è inconcepibile al di fuori dei successi e delle esperienze del primo realismo socialista. Per tutti questi motivi, non va visto come un mero lascito ereditario del primo. L'eredità è una precondizione del rinnovamento e dello sviluppo. Il realismo jucheano possiede un significato tanto maggiore in quanto ha rinnovato e ulteriormente sviluppato il metodo di creazione dell'arte e della letteratura per venire incontro alle esigenze dell'era dell'indipendenza rispetto all'aver ereditato le preziose esperienze del realismo socialista convenzionale. È un realismo di tipo nuovo che possiede un carattere e un aspetto fondamentalmente differenti da quelli dei precedenti realismi di ogni tipo. Questi sono esattamente l'originalità e il significato innovativo del realismo socialista del nostro stile, il realismo jucheano. È importante, nella comprensione del rapporto tra il realismo jucheano e il precedente realismo socialista, mettere l'accento principale sull'originalità, osservandolo contemporaneamente in correlazione ai suoi derivati.
La storia che la nostra arte e la nostra letteratura hanno attraversato per più di mezzo secolo sotto la saggia direzione del grande Leader compagno Kim Il Sung dai tempi della Lotta rivoluzionaria antigiapponese ad oggi è un fiero corso in cui si è creato il metodo di lavoro creativo del realismo socialista del nostro stile, il realismo jucheano, sviluppandolo senza posa. Si sono messe integralmente in mostra la veridicità e la superiorità del metodo originale di lavoro creativo del realismo del nostro stile che si basa sulla concezione del mondo della filosofia jucheana. Facendo leva su questo metodo, la nostra arte e la nostra letteratura sono diventate un modello di arte e letteratura rivoluzionarie e popolari e hanno inaugurato un'auge di prosperità senza precedenti nella storia umana dello sviluppo dell'arte e della letteratura.
Avremmo dovuto definito e formalizzato molto tempo fa il nuovo metodo di lavoro creativo su cui si basano la nostra arte e la nostra letteratura. Ma questo non lo si fa per insistenza di qualcheduno. Applicare questo metodo nel lavoro creativo e renderne pubblica la formalizzazione sono questioni diverse. La formalizzazione di un nuovo metodo di lavoro creativo si realizza non soltanto su delle solide fondamenta ideologiche e teoriche ma anche attraverso il lavoro congiunto e di lunga durata di scrittori che condividano la stessa idea di creare opere che possano caratterizzare il metodo; e questo verrà riconosciuto allorché si produrranno lavori modello che connoteranno la loro epoca.
Le basi ideologiche e teoriche del realismo jucheano sono già state gettate dalle idee del Juche che il compagno Kim Il Sung ha creato nel primo periodo della Lotta rivoluzionaria antigiapponese e dalle idee sull'arte e la letteratura il cui pilastro sono quelle del Juche. Il problema delle opere d'avanguardia che caratterizzano il realismo jucheano è stato risolto dai capolavori classici che egli ha personalmente creato a quei tempi.
Sulla base delle idee e delle teorie jucheane sull'arte e la letteratura e dei classici immortali creati al tempo della Lotta rivoluzionaria antigiapponese, il realismo jucheano è stato strenuamente difeso e sviluppato nel nostro paese nel difficilissimo e complicato contesto del post-liberazione. In quel periodo il compagno Kim Il Sung avanzò la linea di costruire un'arte e una letteratura nazionali jucheane e socialiste e a ogni fase della rivoluzione in sviluppo illuminò il cammino che la nostra arte e letteratura avrebbero dovuto intraprendere; egli inoltre lesse o prese visione dei lavori artistici e letterari che gli scrittori e gli artisti avevano prodotto, insegnando loro il principio e il metodo che avrebbero dovuto mantenere nella creazione delle opere. Grazie alle sue idee e alle sue teorie jucheane sull'arte e la letteratura, le quali hanno dato risposte profonde e onnicomprensive a tutti i problemi teorici e pratici sorti nella creazione e nell'edificazione dell'arte e della letteratura socialiste e comuniste, la nostra arte e la nostra letteratura hanno potuto aprire la via del realismo socialista del nostro stile, il realismo jucheano, e ottenere un brillante successo percorrendola.
Ciò che è di grande significato nella lotta per sviluppare ulteriormente il metodo di lavoro creativo del realismo jucheano è che si è verificata una rivoluzione nell'arte e nella letteratura sotto la direzione del Partito. Il nostro stile e il nostro metodo di lavoro creativo nato dalle grandi idee del Juche quale base della sua concezione del mondo e con le idee e le teorie jucheane sull'arte e la letteratura quali sue fondamenta ideologiche ed estetiche. Questo metodo, però, non è stato applicato a fondo nella nostra arte e letteratura dopo la liberazione. Il settore artistico-letterario non si è liberato dal restaurazionismo, dagli elementi capitalistici e dalle tendenze servili e dogmatiche.
A meno che queste correnti eterogenee nell'arte e nella letteratura e queste tendenze rivelatesi nel lavoro creativo siano eliminate, non è possibile applicare il metodo jucheano nel lavoro creativo. Il nostro Partito ha lanciato una rivoluzione per spazzar via ciò che di obsoleto la società sfruttatrice aveva lasciato in ogni ambito dell'arte e della letteratura: contenuti, forme e sistemi e metodi di lavoro creativo. Fu così che si conquistò un grande successo nel perfezionamento del metodo di lavoro creativo del realismo jucheano. Adattando i capolavori classici ai vari generi dell'arte e della letteratura, abbiamo ereditato le tradizioni rivoluzionarie artistiche e letterarie nel loro insieme, perfezionato il metodo di lavoro creativo del realismo jucheano e sviluppato la nostra arte e la nostra letteratura come un nuovo genere del suo tipo che incarna completamente il metodo del realismo jucheano. Negli anni '70 la nostra arte e la nostra letteratura sono state dotate in tutto e per tutto di un nuovo carattere e di un nuovo aspetto quali arte e letteratura jucheane nettamente diverse dal realismo socialista del passato, dimostrando da ogni punto di vista la loro originalità e la loro potenza a tutto il mondo.
I vantaggi del nostro stile di socialismo incentrato sul popolo, nel quale il Leader, il Partito e le masse hanno conseguito l'unità unanime di un organismo socio-politico, vengono oggi pienamente messi in gioco. Questa grande realtà e il lavoro creativo pratico hanno imposto l'urgente compito di definire in modo nuovo e dalla posizione jucheana il nostro stile e il nostro metodo di lavoro creativo e di chiarificare in modo globale la sua natura e le sue caratteristiche essenziali. Dobbiamo migliorare ulteriormente le qualità ideologiche e artistiche della nostra arte e letteratura e rafforzare il loro ruolo cognitivo ed educativo per rispondere alle esigenze della situazione attuale in cui la causa di modellare l'intera società sulle idee del Juche va sviluppandosi a un livello superiore. A tal fine, gli scrittori e gli artisti devono avere una comprensione corretta dell'essenza del metodo di lavoro creativo del realismo jucheano e applicarlo a fondo nella pratica. Solo gli scrittori e gli artisti che padroneggino detto metodo possono creare opere d'arte e di letteratura rivoluzionarie e popolari che soddisfino le esigenze dei tempi e le aspirazioni del popolo.

2) IL REALISMO JUCHEANO È IL METODO DI LAVORO CREATIVO BASATO SULLA CONCEZIONE DEL MONDO INCENTRATA SULL'UOMO

Il realismo jucheano è un metodo irreprensibilmente corretto di lavoro creativo nella nostra era in quanto è stato creato nel corso dell'applicazione dei principi delle grandi idee del Juche nella creazione artistica e letteraria.
Esso approccia e descrive la realtà mettendo l'uomo al centro.
Poiché esamina l'uomo e la vita sulla base della concezione del mondo della filosofia jucheana e li ritrae veridicamente, esso rende l'arte e la letteratura capaci di servire fedelmente le masse.
La differenza fondamentale tra il realismo jucheano e il realismo socialista del passato risiede nel loro approccio verso l'uomo. Quest'ultimo, nel raffigurarlo, lo considerava principalmente come un insieme di rapporti sociali, mentre il primo lo ritiene un essere sociale dotato di indipendenza, creatività e coscienza. In questa divergenza di vedute vi è una differenza sostanziale tra i due metodi di lavoro creativo nell'esame e nella descrizione dell'uomo.
Come l'uomo e la sua vita vengono visti e descritti è il fattore principale che definisce il metodo di lavoro creativo. In base all'idea e alla prospettiva da cui si trattano e si descrivono l'uomo e la sua vita, il materiale scelto, il contenuto dell'opera e il principio di raffigurazione si diversificano.
Ovviamente, il metodo di lavoro creativo del realismo del passato sosteneva che l'uomo dovesse collocarsi al centro della rappresentazione in quanto vedeva l'uomo come un insieme di relazioni sociali. Ma, anche in questo caso, esso non riuscì a far emergere l'esigenza di trattare e descrivere la realtà sulla base della posizione e del ruolo dell'uomo nel mondo.
Questo limite del metodo impiegato dal precedente realismo nel lavoro creativo è legato al limite della concezione del mondo su cui si basa.
Come dovrebbero essere osservati e raffigurati l'uomo e la sua vita? Questa questione fondamentale dell'arte e della letteratura ha potuto essere completamente risolta dal realismo jucheano, il quale affonda le sue radici nella concezione del mondo incentrata sull'uomo.
Poiché si basa sul principio filosofico delle idee del Juche per il quale l'uomo è padrone di tutto e di tutto decide, il realismo jucheano considera l'uomo come dominatore e trasformatore del mondo e rende possibile descrivere nel modo più corretto tutti i processi di trasformazione e di sviluppo del mondo con l'uomo al centro, e ritrarre la dignità e il valore dell'uomo al livello più alto. Questo è precisamente il vantaggio essenziale e il significato innovativo del realismo jucheano.
Che l'uomo o la materia siano messi al centro nell'esame e nella valutazione della realtà è questione di vedute e prospettive fondamentalmente diverse tra loro.
Osservare e dipingere la realtà con al centro l'uomo significa osservarla e dipingerla con gli interessi dell'uomo quale metro di giudizio e il processo di trasformazione e sviluppo della realtà con le sue attività in primo piano.
Il realismo jucheano richiede che ogni cosa nella realtà sia trattata e descritta dal punto di vista dell'esigenza d'indipendenza dell'uomo e che la trasformazione e lo sviluppo della natura e della società lo sia da quello delle attività positive dell'uomo.
Questo è un principio fondamentale a cui il metodo del realismo jucheano si attiene inflessibilmente nel suo lavoro creativo.
Prendere in esame e rappresentare la realtà con al centro l'uomo non significa sottolineare, in un'opera, soltanto il ruolo positivo dell'uomo e negare o trascurare le condizioni materiali oggettive. Se si negano o si tralasciano gli effetti delle condizioni materiali adducendo che l'uomo decide di tutto, si cade preda dell'idealismo e della metafisica. Considerando e descrivendo la realtà con l'uomo al centro, il realismo jucheano presta una profonda attenzione a che si dia la dovuta importanza al ruolo svolto dalle condizioni materiali e alla descrizione grafica e veridica dell'ambiente attorno all'uomo.
Il realismo jucheano è un metodo che osserva e ritrae la società e la storia con le masse al centro.
Ciò significa che esso vede e raffigura le masse come la forza motrice dello sviluppo della società e della storia e il movimento storico e sociale come un movimento indipendente, creativo e cosciente delle masse.
Naturalmente, non è che la letteratura del realismo socialista del passato non abbia prodotto raffigurazioni artistiche con le masse in primo piano o non abbia descritto il loro ruolo nello sviluppo della storia. Non le ha però descritte come la forza motrice dello sviluppo della storia, come padrone dei propri destini.
La forza motrice del movimento sociale e dello sviluppo della storia sono le masse. Il movimento sociale e lo sviluppo della storia sono inconcepibili separatamente dal ruolo delle masse. Il realismo jucheano esige che le masse siano poste al centro della rappresentazione quale forza motrice della storia e della storia e che si ritragga in profondità la grande verità che la natura viene trasformata, la società si sviluppa e la storia umana avanza tramite le loro esigenze d'indipendenza e le loro attività creative.
Una volta il Teatro di Stato mise in scena il Generale Ri Sun Sin. Il dramma rappresentava le vittorie nelle battaglie navali combattute durante la Guerra patriottica di Imjin come fossero state ottenute dal solo generale. Certo, è vero che Ri, quale generale patriottico e rinomato, ha compiuto grandi gesta nelle battaglie, ma, come dice il detto: un generale da solo non è un generale. Se il popolo non avesse combattuto coraggiosamente per la patria seguendolo, egli non sarebbe emerso vittorioso. È stato il popolo ad aver svolto il ruolo decisivo nella vittoriosa Guerra patriottica di Imjin, poiché ha combattuto sacrificando le proprie vite senza esitazione per difendere la sua cara madrepatria dagli aggressori stranieri. Le opere che parlano di storia devono ritrarre in netto rilievo l'idea che la storia viene fatta e la società si sviluppa non grazie a individui grandi o a uomini eccezionali ma dalle masse popolari.
Anche se le masse sono la forza motrice della storia, la loro posizione e il loro ruolo non sono identici in ogni periodo e in ogni società. Nelle società sfruttatrici del passato esse crearono la ricchezza materiale e spirituale coi propri sforzi, ma non potevano occupare la posizione di padrone; esse soffrirono ogni sorta di maltrattamento, disprezzo, sfruttamento e oppressione. Soltanto quando hanno preso il potere statale e i mezzi di produzione nelle loro mani e instaurato il sistema socialista hanno potuto diventare le padrone genuine della società e la forza motrice indipendente della storia. La loro posizione e il loro ruolo sono diversi persino nelle società sfruttatrici: in quella schiavista, in quella feudale e in quella capitalista. Affidandosi coerentemente al principio storico-sociale jucheano, l'arte e la letteratura devono riflettere correttamente la posizione e il ruolo delle masse lavoratrici nei vari periodi e sistemi sociali come si confà alla statura della loro richiesta d'indipendenza e del loro ruolo creativo, così da mostrare nel modo giusto la legge del processo dello sviluppo storico (la società schiavista viene sostituita da quella feudale, la società feudale da quella capitalista e la società capitalista da quella socialista) con le masse popolari, forza motrice della storia, al centro.
Il metodo di lavoro creativo del realismo jucheano richiede soprattutto che si concretizzi appieno la vita degna e dignitosa che il nostro popolo conduce in qualità di forza propellente della storia e della società socialista del nostro stile, nella quale le idee del Juche sono applicate in toto. Il nostro è il socialismo più vantaggioso che permette a tutti di godere a piacimento di vite politiche, economiche, ideologiche e culturali che soddisfino l'esigenza intrinseca dell'uomo sociale e del suo ideale socialista; è il socialismo incentrato sull'uomo che garantisce la dignità e il valore dell'uomo al livello più alto. L'arte e la letteratura devono descrivere in maniera profonda e globale le qualità essenziali di questo socialismo incentrato sul popolo, dando così un'immagine vivida della vita degna e dignitosa del nostro popolo che è stato formato a diventare la forza motrice della rivoluzione in questo sistema socialista.
Il realismo jucheano raffigura realisticamente una vita tipica sulla base della concezione del mondo incentrata sull'uomo. Esso mantiene al grado più alto il principio della tipizzazione e della veridicità che la letteratura realista ha preservato e sviluppato per tradizione.
Un bersaglio centrale delle calunnie che gli scrittori reazionari borghesi lanciano oggi contro il realismo socialista sono la sua tipizzazione realistica e la raffigurazione veridica della vita. Gli scrittori revisionisti ripetono anch'essi che il metodo del realismo socialista che tipizza veritieramente la vita andrebbe scartato perché antiquato. Difendere il principio della tipizzazione e della verosimiglianza del realismo è una questione importante nella difesa dell'orgogliosa tradizione del realismo che è stata sviluppata dall'arte e dalla letteratura progressiste attraverso un lungo periodo storico, soprattutto la tradizione del realismo socialista che è stata inaugurata dall'arte e dalla letteratura della classe operaia.
Tipizzare e mostrare veridicamente l'uomo e la sua vita è un'esigenza fondamentale della natura essenziale della letteratura realista. Tutti i personaggi delle opere letterarie devono essere persone archetipiche che rappresentano la propria classe o il proprio strato sociale nel dato periodo, e le loro vite devono essere tutte dei prototipi che incarnino le qualità specifiche del periodo e la legge che governa lo sviluppo della storia.
La descrizione archetipica e veritiera dell'uomo e della sua vita hanno raggiunto il loro apice nella letteratura del realismo socialista. Nessuna letteratura del passato ha mai caratterizzato l'uomo come fautore della storia e incarnazione dello spirito dei suoi tempi o rivelato l'essenza dell'uomo, essere sociale, e la sua vita tanto profondamente come la letteratura del realismo socialista. Il realismo socialista ha potuto risolvere a un alto livello il problema della tipizzazione perché ha fatto leva sulla concezione materialista dialettica del mondo che rende possibile osservare correttamente la realtà oggettiva e il carattere sociale e di classe dell'uomo, e ritrarlo appropriatamente.
Il realismo jucheano osserva e analizza l'uomo e la sua vita dalla posizione jucheana, soddisfacendo così l'esigenza della tipizzazione nel modo più approfondito. Esso esamina tutte le cose e i fenomeni nella realtà e il processo della loro trasformazione e del loro sviluppo con l'uomo al centro, e questi e la sua vita con l'indipendenza quale criterio di base. Esso osserva e raffigura come positivo ed essenziale ciò che soddisfa le esigenze delle masse, le quali aspirano all'indipendenza, e come negativo e inessenziale ciò che non lo fa. Nella tipizzazione del carattere dell'uomo esso esige che si realizzi l'unità di generalizzazione e individualizzazione con l'indipendenza quale punto focale. Il carattere di classe dell'uomo è la riflessione dei rapporti sociali instauratisi tra le persone nel corso della lotta per la realizzazione dell'indipendenza. Gli operai, i contadini e gli altri lavoratori sono le tipiche persone che apprezzano l'indipendenza più di ogni altra cosa e combattono in sua difesa, mentre i proprietari terrieri, i capitalisti e gli altri sfruttatori sono i tipici reazionari che disprezzano e calpestano la loro indipendenza. In quanto crea l'immagine dell'uomo tipico con l'indipendenza quale criterio di base, il realismo jucheano raffigura la persona che lotta con dedizione per il suo paese e la sua nazione e per il progresso sociale e la felicità dei suoi compatrioti, quale patriota e rivoluzionario, anche se nato in una famiglia ricca. Gli intellettuali del passato che compaiono nelle nostre opere letterarie altri non sono che archetipi di tipo jucheano raffigurati con l'indipendenza quale criterio. Richiedendo che si esamini e si raffiguri non solo l'uomo, ma anche la vita, con l'indipendenza per criterio, il realismo jucheano osserva e ritrae la vita che soddisfa le aspirazioni e le esigenze d'indipendenza delle masse quale vita esemplare che incarna le qualità essenziali dei tempi e la legge che governa lo sviluppo della storia.
Difendere il principio della tipizzazione e della veridicità con l'indipendenza quale principio fondamentale osservando il mondo, la realtà, la società e la storia con l'uomo e le masse al centro è la caratteristica essenziale del realismo jucheano.

3) IL REALISMO JUCHEANO ESIGE UN CONTENUTO SOCIALISTA IN FORMA NAZIONALE

Come ogni altra cosa e ogni altro fenomeno, l'opera letteraria giunge a compimento tramite l'unità di contenuto e forma. Come e su quale principio essa si produce dipende da quale contenuto viene espresso in quale forma, e da ciò discendono il carattere e il ruolo sociale dell'arte e della letteratura.
In un colloquio col caporedattore della Sekai, una rivista politica e teorica giapponese, il quale si trovava in visita nel nostro paese all'inizio degli anni '70, il grande Leader compagno Kim Il Sung gli raccontò della sua esperienza legata alla questione del realismo socialista. Ai tempi della Guerra di Liberazione della Patria egli visitò un ospedale provinciale dell'Esercito Popolare. Ivi egli vide un quadro sul muro. Era un paesaggio che raffigurava un orso che si aggirava nella neve sotto un grosso albero in Siberia. Egli chiese ai soldati ricoverati se avessero preferito quel quadro piuttosto che uno del monte Kumgang. Essi risposero di prediligere il secondo. Chiese dunque all'ufficiale politico dell'unità il perché dell'aver apposto un paesaggio della Siberia anziché uno del monte Kumgang. L'ufficiale replicò che era l'unico che fosse riuscito a trovare in un negozio di quadri e che quindi dovette comprare quello.
Raccontando questa storia all'ospite, egli disse che i nostri artisti non erano molto consci di ciò che il realismo e il realismo socialista volessero dire, per quanto ne parlassero. Aggiunse di aver definito il realismo socialista nel nostro paese come avente un contenuto socialista in forma nazionale. Quale formalizzazione del realismo socialista basato sulle idee del Juche, esso era assai diverso dalle altre sue definizioni convenzionali che gli scrittori e i teorici letterari conoscevano fino a quel momento. È infatti di una formalizzazione del realismo jucheano che siamo oggi fautori. Il contenuto socialista menzionato in questa definizione è il contenuto rivoluzionario che incarna le idee del Juche.
Il contenuto rivoluzionario che racchiude le idee del Juche comprende tutto ciò che si presenta nell'esposizione della natura sostanziale dell'uomo e nel miglioramento della sua posizione e del suo ruolo: la questione della difesa dell'indipendenza delle masse e della risoluzione creativa di ogni problema dal punto di vista confacente a un padrone, il concetto che l'integrità politica è la prima e principale vita dell'uomo e che la sua ideologia decide di tutto, la questione dell'instaurazione della concezione jucheana sulla rivoluzione e il collettivo e sulla vita, ecc. Il contenuto riguarda la lotta tra il nuovo e il vecchio. La storia delle lotte delle masse per l'indipendenza è la storia dell'eliminazione del vecchio e della creazione del nuovo. Che il nuovo emerga vittorioso e il vecchio perisca è una legge irreversibile della storia. Il punto sta nella prospettiva e nella posizione da cui si considerino il nuovo e il vecchio. Il nuovo cui qui facciamo riferimento sono le cose che contribuiscono alla realizzazione dell'indipendenza delle masse e il vecchio sono quelle che ostacolano quest'opera. Queste sono precisamente la prospettiva e la posizione jucheane sul nuovo e sul vecchio.
Poiché possiede un contenuto rivoluzionario, socialista, basato sulle idee del Juche, il realismo jucheano è il metodo di lavoro creativo più rivoluzionario e più scientifico che può rappresentare alla perfezione i requisiti della letteratura e dell'umanistica.
La cosa più importante nel contenuto socialista di un'opera artistica o letteraria è la questione dell'indipendenza.
È normale che molti problemi sociali legati alla forgiatura del destino dell'uomo sorgano nella letteratura, in quanto questa raffigura l'uomo e la vita. Tutti i problemi sociali e umani, come quelli che si pongono nelle vite politiche, economiche e culturali delle masse, possono essere trattati come significativi e urgenti in base all'idea progettata e al tema dell'opera artistica o letteraria. Tra questi, la chiarificazione della natura essenziale dell'uomo e della vita è un compito storico che si è discusso sin dalle origini della letteratura.
Il realismo jucheano ha fatto chiaro che l'indipendenza è la natura essenziale dell'uomo e della vita, risolvendo così con successo il compito storico che si presentava all'arte e alla letteratura dei nostri tempi e indicando la via lungo la quale l'arte e la letteratura possono rendere un vero contributo alla realizzazione della causa dell'indipendenza delle masse.
La questione relativa all'indipendenza è una problematica umana che si accorda interamente ai requisiti essenziali della letteratura e dell'umanistica. L'indipendenza è la vita dell'uomo sociale e l'attributo elementare che lo distingue dalle altre materie organiche. Seppur vivo, l'uomo in quanto essere sociale è come morto se non forgia indipendentemente il suo destino ma si adatta al mondo circostante o vive subordinato ad altri. Pertanto, l'arte e la letteratura devono concepire il problema dell'indipendenza dell'uomo come il più importante nell'indicazione del cammino per plasmare il destino dell'uomo.
L'indipendenza è la vita dell'uomo e allo stesso tempo la vita di un paese e di una nazione. L'indipendenza del paese e della nazione è la garanzia di base per la difesa della sovranità del paese e della dignità della nazione; è un prerequisito per la realizzazione dell'indipendenza dell'uomo. La lotta dell'uomo per l'indipendenza viene condotta col paese e la nazione quale unità e la sua integrità socio-politica e il suo destino sono strettamente legati al destino del suo paese e della sua nazione. Se questi ultimi vengono soggiogati da altri, egli non potrà sfuggire alla miseria dello schiavo, né potrà realizzare la sua indipendenza. Affinché l'arte e la letteratura compiano la loro missione di umanistica, devono prestare la dovuta attenzione alla questione dell'indipendenza del paese e della nazione come anche a quella dell'uomo indipendente.
Il capolavoro classico La sanguinosa conferenza internazionale è un'opera modello che tratta nel modo giusto la questione dell'indipendenza del paese e della nazione. L'atto patriottico di Ri Jun, un martire antigiapponese, di cui parla il dramma è un fatto storico. Il contenuto ideologico dell'opera differirà a seconda del metodo impiegato nella rappresentazione di questo fatto storico. Se fosse stato rappresentato sul palcoscenico del realismo critico, l'opera si sarebbe limitata a denunciare e criticare l'occupazione della Corea da parte degli imperialisti giapponesi e i complotti delle forze reazionarie internazionali sue alleate e a descrivere l'inesauribile risentimento nazionale dell'eroe e il suo spirito di resistenza; e se fosse stata raffigurata dal punto di vista del realismo socialista, avrebbe fatto un passo avanti trovando la ragione dei limiti ideologici del protagonista e della passività del suo metodo di lotta nella sua appartenenza di classe e nella sua concezione del mondo, sottolineando l'idea che la libertà e l'indipendenza di una nazione possono essere conquistate solo attraverso la lotta organizzata delle masse guidate dalla classe operaia. Poiché è stato messo in scena attraverso il realismo jucheano, il dramma ha presentato al centro dell'opera l'idea per la quale fare affidamento sulle forze straniere è la via per la rovina nazionale e ha delineato il lodevole atto dell'eroe più in profondità e meravigliosamente dalla prospettiva dell'indipendenza.
Non si deve ritenere, sulla base del fatto che il realismo jucheano esponga un tema dal punto di vista dell'indipendenza, che lo scopo del contenuto di un'opera sia limitato o che necessariamente richieda che si parli solo dell'indipendenza. L'obiettivo della questione dell'indipendenza dell'uomo, del paese e della nazione è incommensurabilmente ampio, e un'opera non deve necessariamente trattarla in maniera diretta. Qualsiasi problema umano che si presenti nella vita sociale può essere scelto dallo scrittore per la rappresentazione se ha un significato e un'urgenza. Non c'è nessun problema se la loro rappresentazione finisce col risolvere la questione dell'indipendenza. Lo scrittore deve gestire tutti i problemi umani partendo dall'assunto di presentare la questione dell'indipendenza dell'uomo, del paese e della nazione e di risolverla. Ogni problematica che abbia un significato nel perfezionamento dell'indipendenza dell'uomo, anche se non necessariamente legata all'indipendenza, può essere trattata in un'opera.
Effettuando una minuziosa raffigurazione della verità della rivoluzione e dell'edificazione fatta emergere sulla base del principio filosofico del Juche, gli scrittori devono esplorare incessantemente la variegata verità della vita dell'uomo, la verità basata sui profondi principi delle idee del Juche, e trattarne nei loro lavori.
La questione dell'indipendenza da gestirsi nelle opere d'arte e di letteratura si risolve con la tipizzazione dell'uomo indipendente, dell'uomo che aspira all'indipendenza.
Il realismo jucheano crea l'immagine dell'archetipo comunista di tipo jucheano, l'uomo rappresentativo dei nostri tempi, rendendo così possibile la felice soluzione del problema di creare il modello della nuova era storica. L'uomo indipendente comune è colui che considera l'indipendenza socio-politica come la sua vita e combatte con dedizione per la realizzazione dell'indipendenza delle masse lavoratrici. L'uomo che possiede l'irriducibile spirito dell'indipendenza e un'alta coscienza rivoluzionaria, e che lotta strenuamente per l'indipendenza del suo paese e della sua nazione, è l'uomo più elevato e nobile e il prototipo genuino che l'umanità considera ideale. Nessuno è più maestoso e nobile di un simile uomo.
Il problema della creazione dell'immagine di un archetipo di uomo che difende e aspira all'indipendenza non è un requisito relativo alle opere che trattano della realtà odierna. Di uomini del tipo ideale possono trovarsene attraverso la storia. Nel lungo corso dello sviluppo dell'umanità sociale i popoli hanno lottato incessantemente per liberarsi dalle catene sociali. Vi sono stati, nelle società antiche, uomini ordinari che hanno combattuto per liberarsi dall'oppressione disumana dei proprietari di schiavi. Nel medioevo tali uomini hanno lottato contro la crudele repressione dei signori feudali per una vita indipendente e, ai tempi delle aggressioni stranieri, costoro si sono battuti per salvaguardare l'indipendenza del loro paese e della loro nazione. Certamente vi furono differenze nel grado della loro coscienza dell'indipendenza in base ai tempi in cui sono vissuti, ma si sono distinti per la loro aspirazione all'indipendenza. Parlando di storia, la letteratura deve scoprire il rappresentante emblematico del periodo in questione tra gli uomini che hanno combattuto per l'indipendenza.
Ciò che conta nella caratterizzazione di un uomo per l'indipendenza è l'esecuzione di un dettagliato ritratto della sua coscienza ideologica dell'indipendenza. Le idee sono un fattore fondamentale che connotano le qualità di un uomo e la personalità di un uomo è data dalla sua coscienza ideologica dell'indipendenza. Creando l'immagine dell'archetipo dell'uomo indipendente, dobbiamo sempre prestare l'attenzione principale alla descrizione dettagliata della sua coscienza ideologica dell'indipendenza. Assieme a questa, i suoi raffinati tratti spirituali e morali sono un criterio importante che caratterizza la dignità e il valore dell'uomo sociale.
È il comunista di tipo jucheano che incarna perfettamente la coscienza ideologica e i tratti spirituali e morali dell'uomo indipendente. Egli è un vero uomo che ha assimilato appieno le grandi idee del Juche e considera la fedeltà al Partito e al Leader come il suo primo e più importante dovere. È inoltre un rivoluzionario incrollabile che combatte con dedizione per la gloria della sua patria e del suo popolo e per la realizzazione della causa rivoluzionaria del Juche.
I comunisti di questo tipo sono venuti alla luce nel nostro paese nel primo periodo della sua rivoluzione. Ai tempi in cui la rivoluzione coreana si trovava all'inizio, i giovani comunisti sostennero il grande compagno Kim Il Sung quale cervello della rivoluzione e centro dell'unità e della coesione e dedicarono la loro gioventù e la loro vita al compimento della causa rivoluzionaria del Juche da egli inaugurata. Essi furono comunisti esemplari di tipo jucheano. La loro immancabile fedeltà al loro Leader e il loro nobile obbligo morale e il loro cameratismo rivoluzionario furono ereditati dai partigiani antigiapponesi. La loro perfetta concezione rivoluzionaria del leader, il loro inflessibile spirito rivoluzionario e la salda fede rivoluzionaria dei predecessori della rivoluzione antigiapponese vengono a loro volta fatte proprie dal nostro popolo sin dalla liberazione del paese. Oggi, nel nostro paese, allorché la causa del modellamento dell'intera società sulle idee del Juche vanno sviluppandosi a un livello superiore, innumerevoli comunisti di tipo jucheano, con infallibile fedeltà al Partito e al Leader, lavorano strenuamente a un ulteriore consolidamento della forza motrice della rivoluzione e affrettano la riunificazione indipendente e pacifica del paese. Il lungo ed arduo corso che la rivoluzione coreana ha attraversato è un'orgogliosa storia di produzione e crescita continue di comunisti di tipo jucheano. La nostra arte e la nostra letteratura devono agire attivamente per creare immagini di fulgidi comunisti modello di tipo jucheano che sorgono di generazione in generazione.
Il realismo jucheano esige l'applicazione della forma nazionale alle opere artistiche e letterarie.
La forma nazionale dell'arte e della letteratura sono il mezzo, la tecnica e l'abilità di raffigurazione che si confanno ai sentimenti estetici e alle esigenze della nazione in questione e che da essa vengono apprezzati.
Per natura, l'arte e la letteratura assumono un carattere nazionale. Poiché l'arte e la letteratura di ogni paese vengono create e godute dal suo popolo, il loro mezzo di rappresentazione sono la lingua nazionale e il linguaggio artistico ad essa propria. Che si tratti di arte e di letteratura del genere realista o no, la forma acquisisce un carattere nazionale in un modo o nell'altro. L'arte e la letteratura del realismo jucheano che contribuiscono all'implementazione della causa dell'indipendenza delle masse devono far propria a dovere una forma nazionale quale mezzo di rappresentazione.
La forma nazionale si è creata lungo la storia e in tal modo ha assunto una relativa solidità. Anche se i tempi cambiano e i sistemi sociali si susseguono uno dopo l'altro, la forma nazionale resta virtualmente tale e quale per lungo tempo, trasformandosi e sviluppandosi gradualmente. Di conseguenza, essa presenta ancora elementi vetusti e stantii e non si conformano ai sentimenti estetici moderni. Alcuni che in passato venivano ritenuti positivi oggi vengono considerati negativi. Com'è ovvio, la nuova forma nazionale che soddisfa i sentimenti ideologici della classe operaia e le sue esigenze ideologiche hanno iniziato a emergere con la comparsa del metodo di lavoro creativo del realismo socialista, ma le forme convenzionali sono ancora in uso nel mondo.
Il fatto che l'arte e la letteratura utilizzino tuttora forme nazionali arretrate dal punto di vista dei sentimenti estetici moderni persino al tempo della rivoluzione socialista è dovuto ai rimasugli della radicata venerazione delle grandi potenze e del dogmatismo. A causa di queste malattie ideologiche, la forma dell'opera lirica il cui principale mezzo di rappresentazione sono l'aria e il recitativo, tipo di drammaturgia del XIX secolo, e le altre forme logore e superate sono rimaste a lungo nell'arte e nella letteratura socialiste. Dobbiamo superare l'atteggiamento servile e dogmatico nel campo dell'arte e della letteratura, far nostra la forma nazionale e svilupparla creativamente per soddisfare le esigenze e le aspirazioni delle masse all'indipendenza. Scartare ciò che è vecchio e logoro nella forma nazionale e sviluppare incessantemente ciò che è progressista e popolare per adeguarsi ai sentimenti estetici, creando così nuove forme richieste dalla nuova era e dalla nuova vita, è la posizione di principio a cui il nostro Partito si attiene con coerenza.
Partendo da questa posizione abbiamo creato molto tempo fa nel campo dell'opera lirica la tipologia dell'opera lirica nello stile di Mare di sangue, nel campo della drammaturgia il dramma nello stile del Tempio, nel campo della musica il metodo della composizione basato sulle melodie nazionali, il metodo di cantare nel nostro stile e la tecnica che preserva le caratteristiche degli strumenti nazionali, nel campo delle arti visive un nuovo tocco realistico basato sul dipinto coreano e nel campo della danza il nostro stile di danza che ha sviluppato i tipi e i ritmi di movimento tradizionale coreano che si conformano al sentire estetico moderno. Nell'uso della lingua in ambito letterario abbiamo sradicato la pratica di usare parole straniere, come quelle cinesi, e di affinare il linguaggio popolare, usando principalmente parole di origine coreana.
Più tempo passa, più la situazione si sviluppa, e più grandi e nuovi devono essere i contenuti dell'arte e della letteratura. Parallelamente, nuove forme nazionali vanno esplorate senza interruzione. Gli scrittori e gli artisti non devono accontentarsi delle nuove forme nazionali del nostro stile che stanno dimostrando la propria efficacia; essi devono compiere incessanti sforzi per esplorare forme nazionali più fresche per venire incontro alle esigenze sempre maggiori dei tempi.
In quanto metodo di lavoro creativo incentrato sull'uomo, sul popolo, il realismo jucheano è una potente arma ideologica e metodologica che consente di creare un'arte e una letteratura genuina che apportino un contributo quanto più completo ed eccelso al compimento della causa dell'indipendenza delle masse. La creazione del nuovo e potente metodo di lavoro creativo che simboleggia globalmente le esigenze dell'era del Juche è un grande evento nella storia dell'arte e della letteratura dell'umanità e un motivo di grande orgoglio per il nostro popolo, per i nostri scrittori e artisti.

4. L'ORGANISMO SOCIO-POLITICO E LA LETTERATURA

1) L'ORGANISMO SOCIO-POLITICO È LA SORGENTE DELLA RAPPRESENTAZIONE ARTISTICA DELLA NOSTRA LETTERATURA

La letteratura ha considerato l'uomo e la sua vita quale suo soggetto sin dai tempi più antichi. La letteratura riflette l'uomo e la sua vita e, così facendo, si pone al suo servizio. Storicamente, la letteratura ha raffigurato principalmente la vita della classe che dirige lo sviluppo dei tempi e si è posta al suo servizio. Ogniqualvolta una nuova classe rappresentante dei tempi abbia fatto la sua comparsa, l'oggetto primario della rappresentazione letteraria è mutato anch'esso. Con l'avvento dell'era dell'indipendenza, la letteratura ha scoperto per la prima volta un oggetto che debba rappresentare e servire per sempre, cioè l'organismo socio-politico, il creatore indipendente della storia.
L'organismo socio-politico si è formato nel lungo corso della lotta delle masse per la realizzazione dell'indipendenza. La storia dello sviluppo dell'umanità è la storia della lotta per l'indipendenza dell'uomo; è anche la storia in cui la forza dell'unità delle masse, creatrici della storia, è incessantemente cresciuta. Nella lotta per realizzare l'indipendenza il nostro popolo ha formato un organismo socio-politico, la più solida forza motrice indipendente della storia. Questo organismo è un collettivo che ha raggiunto lo stadio più alto nella storia dello sviluppo delle comunità sociali.
Che un collettivo mantenga o meno la sua integrità dipende interamente dalla sua unità e dalla sua coesione. Tutte le comunità sociali aspirano all'unità e alla coesione, ma nessuna di queste l'ha realizzata del tutto in passato. Il desiderio del popolo di conseguire un'unità e una coesione complete ha visto la sua perfetta realizzazione grazie alla formazione dell'organismo socio-politico.
Un importante metro di giudizio per misurare la natura progressiva e la superiorità di una comunità sociale è quanto il collettivo si conformi agli interessi del popolo per l'indipendenza e da quanto grande è la sua forza di realizzare l'indipendenza delle masse. Finora non si è mai avuto né un collettivo organizzato con l'ambizione di realizzare appieno l'indipendenza delle masse né uno che abbia avuto la forza sufficiente per raggiungere del tutto questo scopo.
Oggi il corpo unico del Partito, del Leader e delle masse nel nostro paese costituisce l'esempio tra gli esempi di collettivo socio-politico, per la sua perfetta e incrollabile unità unanime e la sua capacità di realizzare pienamente l'indipendenza delle masse. L'organismo socio-politico è il successo più prezioso e più fiero ottenuto nel lungo corso della lotta delle masse per la realizzazione dell'indipendenza. Pertanto, difenderlo energicamente è il sacro dovere della nostra letteratura.
La formazione di un organismo socio-politico nel nostro paese ha reso imperativo definire di nuovo il rapporto tra la vita e la letteratura. Oggi la nostra letteratura ha assunto quale fonte di rappresentazione un nuovo mondo che la letteratura in generale non ha mai conosciuto prima, una grande realtà in cui l'intera società ha formato una grande famiglia col Leader quale suo padre. Nella nostra realtà i rapporti tra il Leader e il popolo, oltrepassando quelli tra dirigente e diretto, sono diventati rapporti tra padre e figlio, relazioni di sangue ottenute con l'unità di pensiero, respiro e azione. I rapporti tra ogni membro di questa società sono rapporti basati sull'obbligo morale e sul cameratismo rivoluzionari. In questa grande famiglia sociale i cui membri sono unanimemente uniti col Leader quale loro padre, uomini di tipo nuovo, comunisti di tipo jucheano, escono fuori uno dopo l'altro e le nuove relazioni comuniste tra gli uomini fioriscono sotto all'insegna dell'«uno per tutti e tutti per uno!». Questa realtà avanza nuove esigenze relativamente alla letteratura, esigenze assai diverse da quelle del passato.
La formazione dell'organismo socio-politico richiede che non solo la fonte della rappresentazione letteraria, ma anche la sua missione e il suo ruolo siano definiti in maniera innovativa; essa esige inoltre un nuovo metodo di esame e raffigurazione della realtà per il lavoro creativo. Soltanto risolvendo tutti i problemi della letteratura in modo innovativo e in conformità ai principi dell'esistenza e delle attività dell'organismo socio-politico sulla base delle idee del Juche potremo splendidamente realizzare la storica causa dell'edificazione della letteratura comunista.
Nella nostra letteratura l'organismo socio-politico costituisce l'eterna fonte della rappresentazione. L'organismo socio-politico è un oggetto duraturo che la nostra letteratura deve considerare quale obiettivo della sua rappresentazione e difendere e servire coerentemente non solo oggi ma anche nel futuro.
La questione della fonte della raffigurazione letteraria è una questione legata all'oggetto dei suoi servigi. In partenza, uno scrittore definisce l'oggetto della raffigurazione in base agli interessi e alle esigenze della classe di cui è al servizio. Lo scrittore che lavora per la realizzazione dell'indipendenza delle masse considera l'organismo socio-politico, forza motrice indipendente della rivoluzione, quale oggetto basilare della rappresentazione.
I rapporti tra il Leader, il Partito e le masse costituiscono l'elemento principale nei rapporti sociali del nostro paese oggi. Senza prendere in considerazione questi rapporti è impossibile comprendere la realtà del nostro paese o chiarificare la sua essenza. Al fine di presentare un ritratto veridico della situazione del nostro paese, la letteratura è tenuta a porre al centro i rapporti di unità unanime tra il Leader, il Partito e le masse.
La cosa importante nel raffigurare l'organismo socio-politico è applicare il principio di unità tra il Leader, il Partito e le masse.
Applicare questo principio nelle opere letterarie è il requisito fondamentale che scaturisce dalla missione della letteratura jucheana di contribuire alla causa del modellamento dell'intera società sulle idee del Juche, opera volta a realizzare appieno l'indipendenza delle masse permeando alla perfezione tutta la società delle idee del Juche del grande Leader in modo completo sotto la direzione del Partito. È una causa che avanza ed emerge vittoriosa tramite l'unità unanime del Leader, del Partito e delle masse. Il processo di modellamento dell'intera società sulle idee del Juche è precisamente il processo di consolidamento e sviluppo incessanti dell'organismo socio-politico.
Affinché la letteratura renda un contributo positivo al rafforzamento e allo sviluppo dell'organismo socio-politico, essa deve mostrare al popolo in profondità e con verosimiglianza il fattore fondamentale che assicura l'esistenza dell'organismo socio-politico e la sua potenza.
Il nostro organismo socio-politico è il frutto più prezioso maturato nel corso della lotta unita e del lavoro costruttivo del nostro popolo sotto la direzione del grande compagno Kim Il Sung e del Partito. È un invincibile organismo che si è formato e consolidato superando ogni sorta di sfide della storia. Il nostro organismo socio-politico è scaturito dallo sconfinato affetto del Leader per il popolo; sue fondamenta sono le relazioni forgiate nel sangue tra il Partito e il Leader che si affidano al popolo e lo amano infinitamente, e quest'ultimo che li sostiene con fedeltà e pietà filiale come farebbero con i propri padri. L'unità unanime del Leader, del Partito e delle masse basata sul più nobile obbligo morale e sull'affetto cameratesco: questa è l'essenza e l'incomparabile vantaggio del nostro organismo socio-politico.
La nostra letteratura deve ritrarre nel dettaglio e con veridicità i legami di affinità tra il Leader, il Partito e le masse unite in un organismo.
Le opere letterarie possono produrre una rappresentazione integrale del Leader, del Partito e delle masse in modo unificato oppure separato. Ad ogni modo, comunque, i rapporti di unità del Leader, del Partito e delle masse vanno trasposti con assoluta coerenza. Se dette opere non riuscissero a rappresentare in profondità e realisticamente i rapporti tra il Leader, il Partito e le masse che condividono lo stesso destino, non potrebbe dirsi che si è applicato il principio della loro unità anche se si ritraesse direttamente il Leader e si concretizzasse la linea dell'organizzazione del Partito. Persino nelle opere che descrivono soltanto le masse e non ritraggono direttamente il Leader e la linea dell'organizzazione del Partito, la grandezza del Leader e il ruolo dirigente del Partito possono essere nitidamente mostrati se la lotta del popolo per applicare incondizionatamente a fondo le politiche del Partito così da risolvere i problemi che gravano sul Partito e sul Leader viene ritratta realisticamente e minuziosamente. La questione dell'applicazione del principio di unità tra il Leader, il Partito e le masse nelle opere letterarie attiene alla descrizione realistica e profonda dei rapporti di sangue e non dal fatto che li si raffiguri insieme o separatamente.
La cosa fondamentale nella raffigurazione dell'organismo socio-politico nelle opere letterarie è ritrarre le sue aspirazioni ed esigenze in modo efficace.
Queste sono incluse globalmente nell'ideologia del Leader. Nella comunità socio-politica che forma un organismo con la forza di un'unica ideologia, di un proposito comune e dell'unità di volontà e azione, l'ideologia del Leader è esattamente la volontà del Partito e la fede del popolo. Lo sforzo degli scrittori di comprendere le aspirazioni e le esigenze dell'organismo socio-politico deve iniziare con un profondo studio dell'ideologia del Leader e, su questa base, essi devono giungere a comprendere in profondità ciò che il Partito vuole in ogni periodo e ciò che vuole il popolo.
Nel nostro paese le idee e i progetti del Partito e del Leader e le aspirazioni del popolo vengono trasmessi alle masse attraverso i mezzi di informazione del Partito e i sistemi didattici. Attraverso ciò che vedono, sentono, leggono e studiano ogni giorno, gli scrittori possono sapere ciò che il Leader vuole adesso e quali problemi il nostro Partito e il nostro popolo intendono risolvere. Essi devono comprendere non solo teoricamente ma anche esteticamente quali sono le aspirazioni e le esigenze del collettivo socio-politico e come soddisfarle. Soltanto allorché avranno una comprensione estetica profonda delle intenzioni del Leader, delle esigenze politiche del Partito e delle aspirazioni delle masse potranno sviluppare delle feconde visioni artistiche e far sì che nella loro mente giungano ad assommarsi idee artistiche. Se essi non hanno l'abilità di percepire i tempi nelle loro rispettive caratteristiche finiranno col venir considerati insensibili a prescindere se di quanto profondamente siano in teoria coscienti delle volontà e delle richieste del Leader, del Partito e delle masse. Cionondimeno, non tutti i problemi possono venir risolti con la sola sensibilità. La necessità urgente per gli scrittori è che questi siano fermamente determinati a condividere le loro sorti con quelle dell'organismo socio-politica e che siano dediti e interessati senza riserve alla materializzazione indefettibile delle aspirazioni e delle esigenze dell'organismo socio-politico, considerandole come vitali.
I nostri scrittori hanno soddisfatto splendidamente le aspettative del Partito ogniqualvolta questi ha formulato nuove richieste e nuovi compiti al popolo. Quando il Partito ha richiesto una campagna di velocità in tutti gli ambiti dell'edificazione socialista, essi hanno prodotto opere che raffiguravano i pionieri del movimento per la creazione di una nuova velocità. Quando il Partito ha richiesto che il popolo viva e lotti da eroe, essi hanno creato un gran numero di capolavori che ritraevano i veri eroi dei nostri tempi. Quando ha sollevato l'istanza di condurre il Movimento per la Bandiera Rossa delle Tre Rivoluzioni e di applicare a fondo la sua linea di massa, essi hanno prodotto opere che l'hanno onorata eccelsamente. I nostri scrittori devono continuare a produrre, negli anni che rimangono di questo secolo e nel prossimo, opere eccellenti in gran quantità, che vengano incontro alle intenzioni e ai requisiti del Partito e del Leader e alle aspirazioni del nostro popolo.
Affinché la letteratura prenda l'organismo socio-politico quale fonte eterna della sua rappresentazione, bisogna definire una corretta direzione del lavoro creativo.
La direzione generale del nostro lavoro letterario è raffigurare la causa sacra del nostro Partito di modellare l'intera società sulle idee del Juche e rendere indipendente il mondo intero. Le trame di tutte le opere devono essere problemi concreti che discendano da questa direzione generale.
La nostra letteratura ha definito le tre rivoluzioni (ideologica, tecnica e culturale) quali suoi maggiori compiti tematici. Queste tre rivoluzioni sono i metodi fondamentali per il modellamento dell'intera società sulle idee del Juche. La letteratura dovrà afferrare i problemi urgenti e significativi nell'implementazione delle tre rivoluzioni e dar loro risposte appropriate.
La letteratura deve ritrarre la storia rivoluzionaria del Leader, del Partito e delle masse e le gloriose tradizioni rivoluzionarie create nel corso della loro lotta rivoluzionaria. Le tradizioni rivoluzionarie create del Leader sono le radici storiche della comunità socio-politica e la pietra angolare che assicura le sue sorti. La nostra letteratura deve dirigere un grande sforzo alla raffigurazione la fulgida storia rivoluzionaria del grande Leader compagno Kim Il Sung e la storia della lotta rivoluzionaria del nostro popolo che ha combattuto sotto la sua direzione.
La causa della riunificazione nazionale deve anch'essa essere un compito tematico importante della nostra letteratura. La lotta del nostro popolo per la realizzazione della riunificazione nazionale guadagna in intensità come mai prima d'ora. Tutti i compatrioti coreani nel nord, nel sud e all'estero si sono mobilitati in una lotta nazionale per la riunificazione con l'ardente desiderio e la volontà di conseguire indefettibilmente la riunificazione nazionale. Gli scrittori devono fare la loro parte nella lotta per la riunificazione nazionale.
La nostra letteratura deve anche ritrarre in profondità la lotta del nostro popolo e dei popoli rivoluzionari nel resto del mondo per la causa dell'indipendenza globale.
Perché la letteratura faccia dell'organismo socio-politico un'eterna fonte di rappresentazione, gli scrittori devono mantenere fermamente la posizione di difendere quest'organismo.
Gli scrittori devono considerare l'organismo socio-politico come corpo madre dell'integrità politica di tutti i membri della società e quale fonte dell'invincibile potenza che decide della prosperità del paese e delle sorti della nazione, salvaguardarlo fermamente e combattere per il suo rafforzamento e il suo sviluppo. La posizione e l'atteggiamento degli scrittori che difendono l'organismo socio-politico dovrà trovare espressione nella creazione letteraria. Affermare e difendere l'organismo socio-politico nel lavoro creativo significa considerare il dirigente della classe operaia come ente supremo, omaggiarlo, cantare le lodi del partito della classe operaia ed elogiare le masse unite attorno al partito e al leader. In questo senso, la nostra letteratura dev'essere una letteratura che afferma la realtà.
Pensare che solo le opere che negano o criticano qualcosa possano suscitare l'interesse del popolo è una veduta distorta e un modo retrogrado di pensare che contrasta con la situazione reale. Il positivo è diventato dominante nella nostra realtà molto tempo fa e il negativo è divenuto secondario. Pertanto, è assolutamente possibile produrre molte opere eccellenti che dipingano il positivo come tipico e lo difendano. Ritraendo l'organismo socio-politico, un corpo puro e solido formatosi nel nostro paese, il positivo va innalzato come cosa principale in conformità alla natura di questo organismo. La nostra letteratura può pure criticare apertamente ciò che di negativo esiste nella nostra realtà. Ma, fintantoché la critica non assume una natura ostile, questa non va trattata nel senso di rovesciarla o sovrastarla. Il negativo va rappresentato a tutti gli effetti come superato e la cooperazione e l'unità cameratesca come ulteriormente rafforzata.
La sceneggiatura di Certezza è un'opera che ha dimostrato potentemente la giustezza e la vitalità della linea di massa del nostro Partito. La sceneggiatura ha criticato sia il negativo che alcuni funzionari del Partito. Non è vero che tutti i funzionari del Partito siano uomini perfetti. Come da essa mostrato, alcuni funzionari non conducono appropriatamente il lavoro con le masse dall'incerto passato coerentemente con la linea di massa del nostro Partito; altri tendono a identificare i demeriti degli altri anziché i propri; altri ancora non si sono ben familiarizzati con le idee del popolo e la situazione attuale poiché si rinchiudono nel lavoro a tavolino. Certo, essi devono essere criticati, ma non si devono rappresentare soltanto funzionari con difetti nelle opere. Così facendo si distorcerebbe la realtà, facendo passare le nostre organizzazioni di Partito come piene di cose negative, e si finirebbe col denigrare il Partito stesso, oltrepassando la sfera della critica dei singoli funzionari. Se si mettono al centro delle opere letterarie i funzionari di Partito esemplari, come nella sceneggiatura di Certezza, nessun grosso problema si presenterebbe, anche qualora si criticassero singoli funzionari.
Nelle opere che parlano della realtà, non tutti i caratteri attorno all'eroe vanno dipinti come negativi col pretesto di sostenere quest'ultimo. Ritrarlo in un'opera basata sulla realtà come un uomo che lavora duramente da solo perché tutti quelli che lo circondano sono negativi è una tendenza erronea che falsifica la realtà. Le opere di questo tipo devono descrivere profondamente il corso attraverso il quale il negativo viene superato e trasformato grazie agli sforzi attivi dell'eroe positivo.
Il nostro organismo socio-politico, permeato delle immortali idee del Juche e unanimemente unito sulla base dell'obbligo morale e del cameratismo rivoluzionari, è invincibile e godrà di vita eterna assieme alla causa rivoluzionaria del Juche. La nostra letteratura dovrà mantenersi al passo con la vigorosa avanzata del collettivo socio-politico del nostro paese che va sviluppandosi incessantemente con la corrente storica dell'era dell'indipendenza.
Proprio come l'organismo socio-politico è immortale, la nostra letteratura del Juche, su di esso basata, sarà anch'essa imperitura.

2) PRODURRE UNA RAFFIGURAZIONE ARTISTICA DEL LEADER È IL MASSIMO COMPITO DELLA NOSTRA LETTERATURA

Creare una rappresentazione artistica del Leader è il compito elementare nell'edificazione della letteratura jucheana. La nostra letteratura dovrà aderire alla linea principale della creazione della raffigurazione del Leader.
Poiché la nostra letteratura è un'arma ideologica al servizio del compimento della causa rivoluzionaria del Juche, essa deve porsi quale compito generale l'opera di modellare l'intera società sulle idee del Juche, le idee rivoluzionarie del grande Leader compagno Kim Il Sung. Soltanto considerando quale prima e principale incombenza la creazione della raffigurazione artistica del Leader può apportare un contributo positivo alla sacra causa della trasformazione dell'intera società come richiesto dalle idee del Juche.
Il Leader è l'esempio tra gli esempi di comunisti rivoluzionari di tipo jucheano che rappresentano i tempi e le masse. Il Leader è un grande uomo che incarna i tratti e le qualità dei comunisti di tipo jucheano al più alto livello, e pertanto la letteratura jucheana dovrà rendergli un alto omaggio. Tramite la brillante raffigurazione artistica del Leader, il popolo perviene a conoscere il nobilissimo mondo spirituale del rivoluzionario e apprende dalle sue qualità con profonda emozione.
Creare un'elevata raffigurazione artistica del compagno Kim Il Sung è un desiderio impellente del nostro popolo e dei rivoluzionari del resto del mondo, oltre che la loro più grande speranza.
Nel nostro paese la letteratura che ritrae il Leader ha avuto origine nella letteratura lirica e nelle leggende relative al monte Paektu. L'inno rivoluzionario La stella della Corea è un canto rivoluzionario che ha esaltato il dirigente della classe operaia per la prima volta nel nostro paese. Venendo a sapere che i suoi compagni rivoluzionari avevano composto questo canto, il grande Leader cercò di dissuaderli, ma i giovani comunisti la scrissero lo stesso e la diffusero ampiamente.
Mentre l'inno rivoluzionario La stella della Corea fu composto sull'onda del volere e del desiderio dei giovani comunisti, le leggende legate al monte Paektu sono state create spontaneamente dal popolo. Dette leggende sono racconti orali sul grande Generale Kim Il Sung e i partigiani antigiapponesi. Il fatto che un gran numero di leggende sul grande Leader abbiano formato un gruppo di esse relativo al monte Paektu dimostra quanto sinceramente ed entusiasticamente il popolo lo rispettasse e lo onorasse già a quei tempi.
Il tipo di letteratura che raffigura il Leader è entrata in una nuova fase dopo la liberazione del paese con la creazione del Canto del Generale Kim Il Sung, inno rivoluzionario immortale, e del poema epico Monte Paektu. Questi sono prodotti dell'ardente desiderio dei suoi compagni rivoluzionari e del popolo fedeli al Leader, e del volere e del desiderio che emanavano naturalmente dal cuore dei poeti.
Un gran numero di poesie e di canzoni che cantano le lodi del grande Leader vengono oggi create persino dai capi di Stato e dalle personalità di vari paesi del mondo. Le loro lingue e melodie nazionali sono diverse, ma tutte costoro traboccano di genuini sentimenti di riverenza verso il nostro Leader. Le opere letterarie esigono il più alto grado di volontarietà e creatività. Non si possono scrivere opere eccelse che onorino genuinamente il Leader dietro ordine o sentendosi obbligati.
Il problema della creazione della raffigurazione artistica del Leader non si risolve da solo al di fuori della lotta e del lavoro, anche se parte dal desiderio e dalle esigenze del popolo. È impossibile creare intenzionalmente una raffigurazione del dirigente della classe operaia a un livello ampio e audace se la si lascia alla mercé del sentire soggettivo e della spontaneità.
Creare una raffigurazione artistica del Leader può essere un lavoro cosciente e organizzato che viene condotto vigorosamente, con uno scopo e una prospettiva chiari, soltanto sotto la direzione unificata del partito della classe operaia.
Sin dai primi giorni in cui iniziai a dirigere il lavoro dell'arte e della letteratura, ho definito la creazione della raffigurazione artistica del Leader come il fronte principale nel lavoro letterario e ho concentrato la direzione di Partito e la forza dei lavori creativi su di esso. Oggi nel nostro paese è stato inaugurato un apogeo della letteratura rivoluzionaria che presenta una raffigurazione artistica del Leader sotto la direzione del Partito. Della serie La storia immortale sono stati completati i romanzi sul periodo della Lotta rivoluzionaria antigiapponese e si stanno pubblicando uno dopo l'altro quelli che parlano del periodo seguito alla liberazione del paese; è stato prodotto il film La stella della Corea. È stato instaurato un sistema ben collaudato di direzione e di lavoro creativo per la produzione di una rappresentazione artistica del Leader, gettandosi a tal fine delle solide fondamenta. Oggi, la creazione di una raffigurazione artistica del Leader è divenuta il nucleo dell'edificazione della letteratura jucheana e la nostra letteratura va sviluppandosi con la creazione di tale raffigurazione quale sua linea principale.
Il settore letterario deve difendere fermamente i successi ottenuti nella creazione di una raffigurazione artistica del Leader e farle onore. Questi successi sono grandi, ma non vi è alcun motivo per il quale dovremmo accontentarcene. Ci sono ancora molti problemi da studiare e da risolvere in modo innovativo in questo lavoro. I nostri scrittori, quali portabandiera della creazione di una raffigurazione artistica del Leader, dovranno adempiere con onore al dovere che si sono assunti dinanzi ai tempi e alla storia.
Ciò che più importa sopra ogni altra cosa nella raffigurazione del dirigente della classe operaia è l'eccelsa descrizione della sua grandezza.
La letteratura che produca una rappresentazione artistica del Leader dovrà ritrarre dettagliatamente la sua grandezza di pensatore e di teorico eccezionale.
Le opere che ritraggono il compagno Kim Il Sung dovranno contenere in profondità le sue grandi idee rivoluzionarie e sottolineare distintamente la loro autenticità, originalità e invincibile vitalità.
Lo scrittore dovrà raffigurare globalmente e profondamente il processo nel quale il grande Leader ha creato e sviluppato le immortali idee del Juche, le teorie rivoluzionarie originali e i metodi di direzione.
I romanzi L'alba della rivoluzione e La galassia, della serie La storia immortale, descrivono con profondità filosofica come le grandi idee del Juche che indicano il cammino che i tempi e la rivoluzione devono seguire sono state create e quali notevoli cambiamenti queste idee immortali hanno generato nella concezione del mondo della gente, descrivendo vividamente la realtà sociale della seconda metà degli anni '20. Esse quindi danno un quadro sorprendente delle grandi qualità del Leader, dotato di un'ideologia e di una teoria profonde e di una brillante saggezza.
Non è soltanto quando ritrae il processo di creazione di una teoria che un'opera può mostrare la grandezza del Leader quale pensatore e teorico. Il mattino scintillante, della serie La storia immortale, non parla principalmente del processo di creazione di un'idea o di una teoria, ma illumina profondamente la fulgida saggezza ideologica e teorica del grande Leader attraverso la sua audace direzione, vale a dire le misure epocali che ha preso per edificare e trasformare gli intellettuali della vecchia scuola e formare nuovi intellettuali e quadri autoctoni.
La letteratura che raffigura il Leader deve presentare una minuziosa descrizione della sua grandezza di statista, stratega e artista della direzione.
La direzione del Leader sulla rivoluzione e l'edificazione è sostanzialmente la sua direzione politica. Il suo esame di tutti i problemi dal punto di vista politico per risolverli con metodi politici devono essere notevolmente sottolineati nel mostrare i tratti della sua grande direzione. È inopportuno sollevare in un'opera letteraria dei problemi tecnici che neppure gli specialisti dei relativi settori riescono a risolvere e raffigurare il grande Leader risolverli al posto loro. È vero che il nostro Leader padroneggia tutti gli ambiti della politica, dell'economia, della cultura e degli affari militari e che risolve i problemi con ingegno. Ma la cosa più significativa ed essenziale nel ritrarre il Leader è, a tutti gli effetti, mostrare le sue qualità eccezionali di dirigente politico. Le sue profonde conoscenze si basano anch'esse sulla sua grandezza di dirigente politico.
La saggezza del Leader quale grande stratega si manifesta nella sua definizione del giusto scopo e della direzione della lotta, della forza motrice e degli obiettivi, dei compiti e dei mezzi per la loro implementazione ad ogni fase della rivoluzione e dell'edificazione, e nel formare adeguatamente le forze rivoluzionarie.
Il metodo rivoluzionario e lo stile popolare di lavoro costituiscono parti importanti della sua arte di direzione.
Lo scrittore dovrà produrre un ritratto particolareggiato delle grandi politiche dello stimato Leader, della sua grande strategia e della sua arte di grande direzione, così da mostrare a un livello appropriatamente alto le qualità del Leader che dirige alla vittoria la causa rivoluzionaria del Juche.
Le idee, le teorie e i metodi di direzione del grande Leader sono tutti nuovi e originali. Le idee del Juche che egli ha creato sono una grande verità scoperta per la prima volta nella storia del pensiero umano. Tutte le teorie e i metodi rivoluzionari da lui escogitati aventi per quintessenza le idee del Juche sono tutte innovazioni che nessun dirigente del passato ha mai creato. Il Leader ha dato i natali all'idea direttrice della rivoluzione non in uno studio ma durante la lotta pratica della rivoluzione. Sulla base della filosofia dell'amore per l'uomo e della fiducia in esso, il Leader ha iniziato la lotta rivoluzionaria guadagnando compagni e ha vissuto impiegando la tattica di prendere di petto ogni sorta di asperità e difficoltà.
Se si trovano a ritrarre il nostro Leader come il più grande uomo al mondo, gli scrittori devono prestare un'attenzione speciale a queste uniche attività ideologiche e teoriche del Leader e alla sua arte di direzione, e metterle al centro della rappresentazione artistica.
La letteratura che crea una raffigurazione artistica del Leader deve ritrarre in profondità la grandezza delle sue qualità personali.
Per questo, è d'uopo mostrare le relazioni di sangue tra il Leader e i suoi seguaci, tra il Leader e il popolo, attraverso abbondanti dettagli di vita. Il cameratismo genuino evidenzia le sue qualità umane comuniste. La sua storia rivoluzionaria, il tenore della sua rilucente vita, è una storia piena di autentico cameratismo. Il suo nobile obbligo morale e il suo cameratismo rivoluzionari devono stare alla base della rappresentazione artistica nelle opere letterarie sui rapporti tra il Leader e i suoi seguaci, tra il Leader e il popolo.
Una cosa particolarmente importante nella letteratura che raffigura artisticamente il Leader è ritrarre intensamente la grandezza del Leader quale padre benevolo dei suoi adepti rivoluzionari e del popolo.
Oggi, nel nostro paese, le relazioni tra il Leader e i suoi seguaci, tra il Leader e il popolo, sono rapporti tra dirigenti e diretti; allo stesso tempo, sono legami di affinità tra il guardiano politico e i suoi gregari, tra il padre e i figli, nei quali il primo riversa affetto sui secondi e i secondi ne godono, il primo si prende cura delle sorti dei secondi e questi si affidano a quegli.
Il fatto che il dirigente della classe operaia ami sconfinatamente i suoi sostenitori e il popolo e faccia di tutto al fine di costruir loro un futuro discende dal suo dovere di dirigente il quale si assume l'intera responsabilità delle sorti del popolo; è, inoltre, il suo obbligo rivoluzionario nei riguardi di coloro che si fidano di lui e lo seguono. Egli assicura loro la più preziosa integrità politica, li dirige affinché vivano eternamente sul sacro cammino della rivoluzione e si prende amorevolmente cura di loro affinché conducano una vita indipendente e creativa a proprio piacimento. Egli ripone una fiducia assoluta in loro, dimostra loro affetto paterno e guida la rivoluzione alla vittoria facendo affidamento sulla loro forza. La fiducia e l'amore sono i nobili tratti del dirigente.
Lo stimato Leader compagno Kim Il Sung è il modello supremo di un dirigente del popolo in quanto incarna la fiducia e l'amore per i suoi seguaci rivoluzionari e il popolo al livello più elevato e applica da sempre la politica di fiducia e amore.
Poiché egli si fida di loro e li ama, i suoi sostenitori e il popolo gli restano fedeli e devoti. Tra di essi non vi è traccia di riserva o differenza, come negli ordinari rapporti tra genitori e figli. Egli ha sviluppato le relazioni tra i suoi seguaci ed egli stesso come relazioni di fiducia e lealtà, di amore e pietà filiale. Qui sta la grandezza delle sue nobili qualità umane. La letteratura deve ritrarre in profondità queste relazioni instauratesi per la prima volta tra il dirigente e il popolo. Soltanto facendo così può sviscerare la grandezza dei suoi tratti umani.
Per questo è importante descrivere appropriatamente la politica di fiducia e amore che il Leader prova per i suoi soldati rivoluzionari e per il popolo. Tutte le politiche e le misure del nostro Partito sono il giusto riflesso delle opinioni e delle richieste del popolo; esse mirano alla felicità del popolo. Sono permeate del nobile obbligo morale e del genuino amore del Leader che cerca di fare del popolo, il quale ha vissuto una vita indegna nel passato a causa dello sfruttamento e dell'oppressione di ogni tipo causati dalla perdita del paese, il popolo più dignitoso e felice. Nessun dirigente al mondo applica politiche di fiducia e amore come fa il nostro Leader. Le opere letterarie devono addentrarsi in queste grandi politiche, persino nei dettagli della vita, e descriverle vividamente e realisticamente.
La raffigurazione artistica della grandezza delle qualità umane del Leader non va prodotta su schemi preconfezionati o come un fatto compiuto.
Se le opere letterarie descrivessero i rapporti umani tra il Leader e i personaggi attorno a lui come formali, senza immergervisi, la caratterizzazione del Leader risulterebbe arida e formale, dando l'impressione di essere monotona. Quando parla coi funzionari, il Leader spesso fa battute e osservazioni umoristiche. Le opere devono mostrare questi dettagli della sua vita; allo stesso tempo, devono raffigurare le relazioni tra il Leader e i suoi parenti in modo veritiero.
Nelle opere letterarie la personalità del Leader si esprime attraverso le sue azioni e le sue parole, ma si rivela più nettamente tramite la dischiusura del suo mondo interiore. È difficile svelare esattamente il suo grande aspetto personale a meno di descrivere la ricca e profonda gamma di esperienze del Leader, il quale agisce dopo aver riflettuto più e più volte su di un problema. Raffigurando il Leader, gli scrittori non devono mancare di immergersi a dovere negli alti e bassi del ventaglio psicologico delle sue esperienze finché non raggiungono un risultato, soffermandosi soltanto su quest'ultimo; né devono cercare di ritrarre solo l'aspetto esteriore del Leader che, quando vengono sollevati dei problemi, propone conclusioni sul posto e adotta le misure opportune. Come uomo, lo stimato Leader ha sperimentato prove e inquietudini spirituali più di chiunque altro. Spiegando che gli sono venuti i capelli grigi per colpa dei frazionisti, egli dice spesso che la questione della riunificazione del paese gli toglie il sonno. Le nostre opere letterarie devono ritrarre nitidamente questo profondo mondo spirituale del Leader.
Il Leader possiede qualità umane eccezionali. Gli scrittori devono svolgere un intenso studio del corso delle attività rivoluzionarie del Leader e raffigurare i suoi tratti in modo realistico e autentico.
Le opere letterarie devono rappresentare il Leader nel contesto dei suoi rapporti col Partito e con le masse sul principio di unità tra il Leader, il Partito e le masse. Che l'immagine artistica del dirigente della classe operaia venga creata a un livello adeguato oppure no dipende dal suo raffigurarsi sulla base di questo concetto. Allorché gli scrittori mantengano la prospettiva dell'unità tra il Leader, il Partito e le masse, essi possono descrivere il Leader quale centro dell'organismo socio-politico, osservandolo nel contesto delle sue relazioni di sangue col Partito e le masse. Ma se non agiscono in tal modo, costoro lo rappresenteranno come un individuo staccato dal Partito e dalle masse e finiranno col fallire nel mostrare al livello appropriato la sua posizione e il suo ruolo nell'organismo socio-politico. Il Leader va riprodotto dal punto di vista dell'unità tra il Leader, il Partito e le masse; solo così può essere rappresentato come centro dell'unità e della direzione e come grande dirigente del popolo che valorizza la funzione e il ruolo militanti del Partito, lo stato maggiore della rivoluzione, attraverso un'ideologia eccezionale e un'esperta arte della direzione, unisce le masse come una forza politica risvegliandole alla loro coscienza e organizzandole, difende le loro esigenze e il loro interesse all'indipendenza nel modo più risoluto e ispira il Partito e le masse alla lotta per la realizzazione dell'indipendenza.
Una cosa importante nella raffigurazione del dirigente della classe operaia nel contesto dell'unità tra questi, il partito e le masse è quella di rappresentare le sue attività in mezzo al popolo.
Il nostro Leader è il grande padre del popolo il quale, mescolandovisi per tutta la vita, ha difeso più risolutamente l'esigenza e l'interesse delle masse per l'indipendenza e ha guidato saggiamente la lotta per la loro materializzazione. Durante il periodo estesosi per più di mezzo secolo da quando si è incamminato sulla via della rivoluzione, egli ha percorso il cammino tortuoso della rivoluzione solamente per il paese e il popolo e mischiandosi a quest'ultimo, sempre sul sentiero della direzione sul campo. Lo spirito di Chongsanri, il metodo di Chongsanri, il sistema di lavoro di Taean e il metodo di coltivazione jucheano che egli ha creato racchiudono tutti le aspirazioni e le esigenze del popolo, di cui egli è venuto a conoscenza parlando faccia a faccia con esso. Al fine di ritrarre il Leader nel contesto dell'unità tra il Leader, il Partito e le masse, è necessario rappresentare vivamente le brillanti attività e le nobili qualità del Leader, il quale condivide gioie e dolori col popolo.
Ciò che qui riveste maggior significato è la creazione di una rappresentazione rimarchevole delle indimenticabili storie associate alla direzione sul campo che il Leader ha continuato a dare per tutta la sua vita. Ma queste storie, rappresentate in certe opere, non riescono a trasmettere le stesse sensazioni delle relative memorie raccontate. Ciò è ascrivibile in gran parte al fatto che gli scrittori le hanno riportate senza una comprensione maturata dal profondo del cuore delle sue elevate intenzioni nel dirigere sul campo e del significato di questa prassi. Per quanto buono sia il materiale scoperto da uno scrittore per scrivere della direzione sul campo del Leader, egli non andrebbe oltre la semplice enumerazione dei fatti reali se non prova nel profondo dell'animo le qualità umane del Leader che permeano la direzione sul campo. Io credo che chiunque abbia visitato il Museo della rivoluzione coreana abbia visto il semplice cappotto militare dal colletto logoro che il Leader indossava quando dirigeva sul campo. Ogni volta che osservo quel soprabito consunto, non riesco a non commuovermi alle lacrime. Ciascun ordito di quell'abito dal colletto consumato è impregnato dello strenuo lavoro e del genuino affetto per il popolo da parte del Leader il quale ha percorso un lunghissimo tragitto senza posa per incontrare la gente al fine di salvare le sorti della rivoluzione e i destini del paese dalla crisi e di dare al nostro popolo una vita ricca e progredita. Se uno scrittore crea un'opera contenente storie della direzione sul campo del Leader con le emozioni che riceve dagli innumerevoli aneddoti legati al cappotto, egli produrrà un capolavoro che presenta una profonda rappresentazione della grandezza delle qualità umane del Leader.
Al fine di mostrare i grandi tratti umani del Leader, è altresì imperativo ritrarre in modo sistematico, globale e intenso la sua vita rivoluzionaria e le sue gesta.
La vita e le gesta rivoluzionarie del Leader comprendono le sue eccezionali idee e teorie, la sua avveduta direzione e le sue elevate qualità umane.
La grandezza del Leader in qualità di eccelso pensatore e teorico e di dirigente trovano espressione condensata nella sua fulgida storia rivoluzionaria e nelle sue gesta. La rappresentazione sistematica della sua gloriosa storia e delle sue gesta rivoluzionarie rendono possibile al popolo acquisire una comprensione profonda della sua grandezza.
Al fine di ritrarre la grandezza del Leader in modo sistematico e onnicomprensivo è d'uopo incanalare gli sforzi nella creazione di romanzi sotto forma di cicli.
Si può dire che nel nostro paese il lavoro letterario di creare la raffigurazione artistica del Leader è iniziata a pieno regime con la produzione della serie La storia immortale.
La forma della serie nella letteratura è venuta a crearsi molto tempo fa. Ma il nostro paese è il primo ad aver provato e riuscito a ritrarre il dirigente della classe operaia nelle opere in questa forma.
La storia immortale è una serie che raggruppa sotto un unico titolo i capolavori rivoluzionari che ritraggono in maniera sistematica, generale e profonda la vita rivoluzionaria del grande Leader. Allorché dei romanzi parlino di alcuni grandi argomenti storico-sociali, li si può suddividere in vari volumi; quando questi siano in certo qual modo interrelati quanto ai contenuti, li si può anche qui far uscire in varie parti; ma né in questo caso né nel precedente possono assumere la forma di una serie. Le opere che costituiscono una serie sono interconnesse e allo stesso tempo indipendenti l'una dall'altra. I romanzi di una serie vengono creati sotto uno stesso titolo, ma ciascuno di essi deve possedere la propria rispettiva identità e diventare un'opera perfetta di per sé.
La storia immortale deve sostenere non solo queste caratteristiche generale della letteratura in serie ma anche le sue peculiarità uniche di ritrarre il Leader come suo eroe. Tutti i romanzi di questa serie devono rappresentare ciascuna fase delle attività rivoluzionarie del Leader nel contesto di determinati eventi storici. La vita rivoluzionaria del Leader non va scritta né in forma di cronologia né in forma di biografia. Se la si scrive sotto queste forme, al modo delle biografie dei generali celebri o degli uomini famosi, non potrà che risultarne una piatta enumerazione della sua grande vita e delle sue gesta rivoluzionarie. In tutti i romanzi della serie La storia immortale i rispettivi personaggi, eventi e compiti tematici devono essere ripresi da un racconto all'altro. Poiché i romanzi di questa serie hanno messo il grande Leader nel ruolo di unico eroe e descrivono la sua vita rivoluzionaria sistematicamente e globalmente, questi devono essere strettamente legati l'uno all'altro non solo nelle tematiche ma anche nei lineamenti dei loro personaggi e degli eventi. I personaggi e gli eventi della serie devono essere integralmente coerenti coi fatti e le personalità storiche reali. Non c'è nessun bisogno di unire i tratti dei personaggi di finzione lungo la serie. Ma le qualità personali e la lotta di costoro, storicamente assai noti, devono essere raffigurate realisticamente in base al principio di sostenere i prototipi.
Ora che la parte della Lotta rivoluzionaria antigiapponese per la serie La storia immortale è stata terminata, i romanzi che parlano del periodo successivo alla liberazione del paese devono essere completati quanto prima. La raffigurazione dell'immagine del Leader di quei tempi può trovarsi di fronte a problematiche complesse. Dopo la liberazione del paese, il Leader ha lavorato alla testa del Partito e dello Stato. Ha diretto i settori della politica, dell'economia, dell'esercito e della cultura nel paese in maniera unificata; egli ha altresì operato quale dirigente eccezionale della rivoluzione mondiale e del movimento comunista internazionale. Per cui dobbiamo essere prudenti nella descrizione della sua immagine.
Il compito più lusinghiero e responsabile degli scrittori della nostra generazione è quello di produrre una perfetta raffigurazione dell'immagine del Leader e tramandarla ai posteri. Non possiamo lasciare questa incombenza alle generazioni future. Il lavoro di creazione della raffigurazione artistica del grande Leader dev'essere ultimata nell'era della nostra generazione, mentre coloro che sono stati testimoni e spettatori delle sue attività rivoluzionarie sono ancora vivi.
Oltre a rappresentare l'immagine del dirigente della classe operaia, è doveroso produrre l'immagine artistica del suo successore.
Nel completamento attraverso le generazioni della causa rivoluzionaria inaugurata dal dirigente, il suo successore svolge un ruolo decisivo. La letteratura socialista al servizio della causa rivoluzionaria della classe operaia deve attenersi al suo principale compito di descrivere non soltanto la grandezza del dirigente ma anche quella del suo successore.
La cosa importante nella creazione dell'immagine artistica del successore del dirigente è la raffigurazione minuziosa della sua fedeltà assoluta al dirigente. La fedeltà al dirigente è il tratto principale del successore alla causa del dirigente. Quegli considera la sua prima e fondamentale missione quella di difendere la causa del dirigente nella sua forma pura e portarla a compimento attraverso le generazioni, ed è pertanto indefettibilmente fedele e devoto nei riguardi del dirigente.
Vanno riportati, in modo globale e profondo, non soltanto la sua fedeltà al dirigente ma anche le imprese della sua direzione eccezionale della rivoluzione e dell'edificazione. Il successore è un'eminente ideologo, statista e stratega che ha ereditato le grandi qualità e capacità del dirigente. Nel corso dell'affiancamento del dirigente nelle sue attività e dell'organizzazione e della direzione della lotta rivoluzionaria generale e del lavoro costruttivo a sostegno della causa del dirigente, egli compie gesta rivoluzionarie irreprensibili. Tramite queste ultime la letteratura deve ritrarre con enfasi la grandezza della sua ideologia e della sua direzione e le sue grandi qualità di padre benevolo del popolo. Sebbene sia il successore del dirigente precedente, egli è la guida del popolo, ereditando la posizione e il ruolo del predecessore tali e quali in relazione al popolo. Pertanto, i principi fondamentali della creazione della raffigurazione del dirigente vanno applicati in toto nel ritrarre il suo successore nella letteratura.
Creare la raffigurazione artistica del dirigente della classe operaia è il compito del gruppo specializzato in quest'opera; è parimenti il compito comune di tutti gli altri gruppi creativi e degli scrittori e un compito incombente all'intero Partito e alla società. Gli organi creativi devono alimentare l'entusiasmo degli scrittori che producono la raffigurazione artistica del dirigente e fornir loro delle condizioni adeguate per la raccolta di materiali e per il lavoro creativo. La società intera dovrà assistere e incoraggiare questi scrittori.
Le opere che ritraggono il Leader servono da potente arma e da manuale di rivoluzione nell'impartire al popolo una profonda comprensione della grandezza del Leader e nell'educarlo a un'indefettibile fedeltà verso il Leader. L'auge delle opere letterarie che ritraggono il Leader è un prerequisito per l'apogeo dei circoli letterari.

3) LE OPERE LETTERARIE CHE RAFFIGURANO IL LEADER POSSIEDONO UNA LORO PROPRIA FISIOLOGIA

Le opere letterarie che raffigurano il dirigente della classe operaia devono diventare il modello della letteratura jucheana.
Non è un lavoro facile quello di garantire nel lavoro creativo il più alto livello ideologico e artistico degno di fungere da esempio nella letteratura. Gli scrittori non possono produrre opere immortali che raffigurino il dirigente della classe operaia facendo leva soltanto sulle esperienze e sulle conoscenze cui fanno riferimento quando creano opere ordinarie. Gli scrittori devono essere ben consci del fatto che le opere ritraenti il Leader possiedono caratteristiche estetiche diverse da quelle delle opere ordinarie e impersonano adeguatamente i loro requisiti.
Tutti gli elementi della descrizione letteraria sono interconnessi tanto strettamente quanto lo sono gli elementi di un organismo vivente, e germogliano, crescono e si sviluppano indipendentemente in base alla propria fisiologia. La fisiologia nella letteratura è il principio che armonizza l'immagine artistica come un organismo vivente, insuffla vita dentro di essa e rappresenta realisticamente la vita secondo le proprie caratteristiche. Essa rende viva la letteratura e collega e guida l'immagine dell'opera cosicché questa si muove come un organismo vivente. Se lo scrittore trascura o sminuisce la fisiologia della sua opera secondo il proprio desiderio soggettivo, egli non riuscirà a dar vita alla descrizione e distorcerà i personaggi e la vita. L'intenzione soggettiva dello scrittore deve subordinarsi alla fisiologia dell'opera.
Che le opere che raffigurano il Leader possiedono la propria fisiologia unica è ascrivibile anzitutto all'eccezionale posizione sociale del Leader, il quale si colloca al centro della rappresentazione.
Il dirigente della classe operaia non è un individuo. Dato che la letteratura deve ritrarre un uomo reale e non astratto, essa non deve raffigurare il dirigente della classe operaia come un uomo astratto. Per via della condizione specifica in base alla quale il dirigente va descritto come un uomo ben definito e al contempo non come un individuo, l'opera che ritrae il Leader ha la propria fisiologia specifica. Se si ritrae il Leader come un uomo assoluto in maniera astratta col pretesto di non considerarlo come un individuo, la sua assolutezza può venirne fuori come un fatto compiuto. Se al contrario lo si ritrae come un individuo qualunque con la scusa di rappresentarlo come un uomo concreto, il suo nobile carattere non può venir esposto al giusto livello elevato.
Con una comprensione corretta dell'essenza dell'idea che il Leader non è un individuo, lo scrittore deve metterlo al centro della rappresentazione artistica delle opere letterarie quale centro dell'integrità della comunità socio-politica e uomo eminente che svolge un ruolo positivo nello sviluppo della storia e nella forgiatura del destino delle masse, e produrre una rappresentazione artistica realistica sia del suo grande aspetto di eccelso dirigente, sia delle sue qualità umane di grande uomo che vive e lavora nella vita reale.
La cosa importante nell'opera letteraria che raffigura il Leader è la produzione di una descrizione ragguardevole della posizione e del ruolo del Leader nella rivoluzione e nell'edificazione. Nell'immagine artistica del Leader, il suo aspetto va raffigurato da una prospettiva che si confaccia alla sua posizione. Ciò richiede anzitutto che ci si diano dei compiti descrittivi fondamentali congrui con la grandezza del Leader.
Ogni singolo personaggio in un'opera letteraria ha il suo proprio compito artistico. Quest'ultimo è la parte assegnatagli nello sviluppo del seme, nella soluzione dei problemi di base che originano dal seme e nella composizione della trama dell'opera. Gli aspetti della caratterizzazione e il suo livello artistico dipendono dalle problematiche artistiche sollevate e dal modo con cui vengono risolte. Il compito di ritrarre il Leader differisce da quello di raffigurare l'eroe di un'opera comune; è diverso anche da quello di rappresentare un grand'uomo eccezionale o un eroe rinomato della storia. Il dirigente della classe operaia risolve i problemi più pressanti e decisivi per i destini del suo paese e della sua nazione e per quelli della rivoluzione e dell'edificazione. L'opera letteraria deve darsi compiti descrittivi di rilievo così da far vedere il mondo delle attività del Leader che mobilita la comunità socio-politica e spinge in avanti il grande movimento progressivo della storia.
Il romanzo L'alba della rivoluzione della serie La storia immortale raffigura la grandezza del compagno Kim Il Sung a un livello elevato e in modo dignitoso, poiché si è assegnata un enorme compito descrittivo. Il romanzo racconta la storia delle attività rivoluzionarie che egli ha condotto a Jilin nella sua giovinezza. A quei tempi un pugno di nazionalisti settari e i primi attivisti comunisti degli strati superiori, separati dalle masse, si infognarono in vuoti discorsi e fecero ricorso a ogni sorta d'intrigo nel tentativo di incrementare la forza delle proprie rispettive fazioni. La generazione più anziana, che parlava di “indipendenza” e “rivoluzione”, lottava nelle acque torbide dell'era precedente, e i giovani impulsivi, in cerca di una nuova corrente di pensiero, si domandavano quale cammino dovessero seguire. La rivoluzione coreana stava correndo spedita verso una situazione incontrollabile. Questo grave stato di cose poneva problematiche urgenti come il modo col quale salvare i destini della rivoluzione coreana e quale fosse l'idea rivoluzionaria che rifletteva la tendenza della nuova era se gli ideali della vecchia generazione erano superati. Il compito di creare una nuova idea direttrice e di aprire il cammino della rivoluzione era un compito storico che poteva essere assolto solo da un dirigente rivoluzionario eccezionale. L'alba della rivoluzione ha impostato il compito descrittivo in maniera tale che potesse svolgerlo solo un grande dirigente e vi ha adempiuto con profondità artistica, mostrando così al grado dovuto le qualità dirigenti eccezionali e insolite del nostro Leader compagno Kim Il Sung, il quale divenne noto alla storia per la prima volta.
Altri possono occupare la posizione e svolgere il ruolo di un individuo in sua vece, ma nessuno può far ciò al posto del Leader. La raffigurazione artistica del Leader deve sollevare problemi consoni alla posizione e al ruolo speciali del Leader, che nessuno può prendergli al suo posto. Questi problemi sono vitali per gli interessi fondamentali delle masse e per le strategie e le linee della rivoluzione e dell'edificazione. La cosa più elementare per la direzione del Leader è la formulazione delle strategie e delle linee della rivoluzione e la lungimirante direzione del Partito e delle masse per la loro attuazione. Le strategie e le linee rivoluzionarie della classe operaia possono essere escogitate soltanto dal suo dirigente e realizzate solo tramite la sua direzione unificata. Il suo pensiero e le sue attività sono sempre strettamente correlate ai problemi della strategia e della linea che sono fondamentali e decisivi per il destino della rivoluzione. Una delle principali ragioni per cui il Leader mantiene una posizione assoluta e svolge un ruolo decisivo nella rivoluzione e nell'edificazione è che egli afferra i problemi della strategia e della linea che determinano il destino e il futuro della rivoluzione e dell'edificazione e li risolve.
Certo, è impossibile far emergere in un'opera letteraria l'intera storia delle attività rivoluzionarie del Leader. Lo scrittore non deve tentare di dare uno scopo grandioso all'opera senza una reale sostanza col pretesto di trattare un problema importante legato alla strategia della rivoluzione. Le dimensioni del compito descrittivo non ha niente a che vedere con quello dell'opera letteraria. L'oneroso compito storico relativo ai destini della rivoluzione può essere racchiuso nella raffigurazione artistica del Leader in un'opera di piccole dimensioni. Lo scrittore può scegliere una parte delle attività rivoluzionarie del Leader e rappresentarla nella sua opera. Per esempio, può parlare della direzione sul campo data dal Leader a una piccola fabbrica locale o alla sua formazione di un singolo funzionario. Nel primo caso, lo scrittore può raffigurare il Leader che si rende conto delle condizioni reali dell'industria locale in tutto il paese attraverso una fabbrica locale e afferra una questione profonda relativa alla linea economica del Partito, e nel secondo caso ritrarre il Leader che risolve un problema sociale connesso alla strategia della trasformazione dell'uomo tramite il suo lavoro con un funzionario individuale, per quanto piccolo sia lo scopo della vita di cui si tratta nell'opera letteraria. Il punto è se lo scrittore ha la capacità di indagare un problema spinoso attinente alle strategie e alle linee e di risolverlo.
Un'opera letteraria che ritrae il Leader deve includere una filosofia profonda. Come dimostra la storia, i dirigenti della classe operaia erano tutti dei grandi filosofi. Il Leader fa un bilancio globale dei pensieri filosofici precedenti, ne avanza uno nuovo per venire incontro alle esigenze dei tempi e lo considera l'idea direttrice della rivoluzione e dell'edificazione. Le sue attività ideologiche e teoriche sono il corso dell'instaurazione e dello sviluppo della teoria per l'applicazione del pensiero filosofico e dell'idea direttrice in tutti i campi della politica, dell'economia, della cultura e degli affari militari, e il primo sta alla base della sua direzione della rivoluzione e dell'edificazione.
Il grande Leader compagno Kim Il Sung ha creato le immortali idee del Juche, che si collocano nel posto più alto e rilucente nella storia del pensiero umano. Oggi, i popoli rivoluzionari e le personalità politiche e sociali in tutto il mondo, strabiliate dall'autenticità della filosofia del Juche, esprimono la loro sincera simpatia nei suoi riguardi e ritengono il nostro Leader il più grande pensatore e maestro dell'umanità. Ogni frase delle istruzioni del Leader contiene una filosofia profonda, e l'intero corso del suo pensiero e delle sue attività brilla di una saggezza filosofica eminente. Soltanto quando la letteratura produca una profonda raffigurazione del suo speciale mondo filosofico può far risaltare le sue qualità e le sue gesta eccellenti nella giusta luce. L'Ardua Marcia, un volume della serie La storia immortale, avrebbe potuto diventare un noioso elenco di eventi dal momento che si è proposto quale tema il corso dell'Ardua Marcia che l'Esercito Rivoluzionario Popolare di Corea ha effettuato per 100 giorni. Ma il romanzo ha ricostruito profondamente lo scontro e la lotta tra l'ERPC e il nemico in un corso di forte lotta tra la filosofia jucheana incentrata sull'uomo e la “filosofia di vita” borghese, mettendo in tal modo in rilievo la grandezza del Leader con profondità filosofica.
Al fine di creare un elevato ritratto artistico del Leader è altresì d'obbligo prestare la dovuta attenzione alla raffigurazione di altri personaggi. Questi, nelle opere che ritraggono il Leader, devono essere archetipi che rappresentino dei precisi strati sociali. Le opere letterarie possono mostrare appieno la posizione e il ruolo del Leader quale cervello supremo che controlla e dirige la comunità sociale soltanto quando la raffigurazione artistica del Leader formi una relazione con i personaggi tipici che rappresentano le aspirazioni e le esigenze di certi strati socio-politici. L'autorità del Leader può sostenersi in quelle opere quando i personaggi attorno a lui sono ritratti in modo da elevare e non abbassare il proprio stato. Anche raffigurando i personaggi negativi ostili al Leader le opere letterarie devono ritrarre la loro come una grande forza, così da produrre una stupefacente immagine della grandezza del Leader che li sconfigge.
Che il lavoro di raffigurare il Leader abbia la sua unica fisiologia è legato anche al fatto che esso ritrae un grande uomo realmente esistito nella storia.
Un'opera ordinaria può definire come eroe un personaggio basato su un archetipo realmente esistito o su un personaggio immaginario d'invenzione dello scrittore. Far vestire a un tale archetipo i panni dell'eroe mira a mostrare il tipico uomo della data classe o del dato strato attraverso di lui, non a metterlo da parte. In questo caso non vi è alcuna regola tal per cui soltanto un archetipo debba essere la base della raffigurazione dell'eroe o per la quale si debba parlare solo della sua vita. Un'opera ordinaria, partendo su un prototipo, può al contempo far rappresentare all'eroe varie persone che sono esistite o no sulla base del principio della tipizzazione.
Ma, per via delle sue caratteristiche, le opere letterarie che raffigurano il Leader considerano l'archetipo come assoluto e lo mettono in rilievo, contrariamente alle opere ordinarie che si basano su personaggi tipici generalizzati. Queste opere devono in tutto e per tutto rappresentare così com'è l'immagine del Leader realmente esistito. Questo è tanto più vero nelle opere che descrivono il Leader vivo e nel pieno delle sue funzioni.
Poiché queste opere letterarie ritraggono un grande uomo esistito nella storia, esse devono porre l'immagine del Leader al centro della raffigurazione e concentrare tutti gli elementi costitutivi del ritratto nell'esposizione della sua grandezza. Il seme è il nucleo anche di questo tipo di opere, quindi la fisiologia generale del corso del lavoro creativo (la subordinazione di tutti gli elementi raffigurativi al seme) va mantenuta. Ma il seme viene scelto dalla vita rivoluzionaria del Leader e coltivato nell'ottica di far risaltare le sue grandi qualità a un alto livello. Stesso dicasi per le tematiche e le idee dell'opera. Le tematiche devono essere collegate alle qualità, alle attività rivoluzionarie e alle gesta del Leader, l'idea va espressa quale asserzione ideologica ed estetica dei lavoratori creativi che cercano di cantare le lodi della sua grandezza.
Nelle opere ordinarie le caratteristiche dell'eroe sono importanti, ma nel quadro del loro contenuto non si può dire che i personaggi occupino una porzione maggiore dei semi, delle idee e delle tematiche in esso.
Per le opere letterarie che raffigurano il Leader, gli scrittori devono selezionare i loro semi e chiarire le loro idee e le loro tematiche al fine di mostrare l'immagine del Leader più profondamente e significativamente.
Dal momento che questo tipo di lavori produce una raffigurazione diretta del Leader esistito nella storia, il suo contenuto dev'essere fedele ai fatti storici.
Le attività rivoluzionarie del Leader si tramandano di generazione in generazione e vengono registrate nella storia. La vita rivoluzionaria del grande Leader compagno Kim Il Sung è la storia del nostro Partito e della nostra rivoluzione. In un'opera che ritrae il Leader non c'è alcun bisogno di inventarsi ciò che non è mai avvenuto nella storia. La vita rivoluzionaria del Leader è, per sua natura, una grande storia per il fatto che commuove il popolo. Un'opera che raffigura il Leader ha la stessa valenza di un documento storico che tramanda ai posteri le grandi qualità e le gesta del Leader. Affinché si sostenga la sua caratteristica di documento storico, la trama di fondo dell'opera, ivi incluso il rapporto tra i principali personaggi e l'intreccio, dev'essere coerente coi fatti storici. Il sistema descrittivo dell'opera non deve deviare dalla corrente basilare dei fatti storici; soprattutto, il corso delle attività rivoluzionarie del Leader e i personaggi e gli eventi che il Leader ricorda, devono essere rappresentati così come sono stati.
Creando un'opera che ritrae il Leader, lo scrittore potrebbe scoprire che i materiali sono scomparsi o non gli bastano a causa di tali o tali altre condizioni; è proprio qui che la sua visione artistica e la sua immaginazione sono richieste. La scena della casa del compagno Kim Il Sung a Xiaoshahe ne L'anno 1932 della serie La storia immortale mostra molto bene la vita di quei tempi sulla base dei fatti reali e attraverso la feconda visione artistica dello scrittore.
L'immaginazione artistica nell'opera che ritrae il Leader deve concretizzarsi nella cornice della produzione di una raffigurazione artistica della grandezza del Leader sulla base della realtà storica, della ricostruzione generale dei fatti che non sono stati registrati nella storia e nella direzione di affinare l'opera in modo umanistico per valorizzare il suo fascino artistico.
Un'altra ragione per cui l'opera che ritrae il Leader possiede una propria fisiologia è correlata anche al suo obiettivo creativo.
L'obiettivo di produrre una rappresentazione artistica del dirigente della classe operaia è dare al popolo una comprensione profonda della sua grandezza e far sì che questo lo rispetti e lo sostenga lealmente, aderisca alla sua ideologia e ai suoi intenti e resti fedele alla sua causa.
L'opera che ritrae il Leader presenta come un'esigenza importante il rispecchiamento dell'immenso prestigio del Leader e della fedeltà nei suoi riguardi. Produrre una raffigurazione maestosa delle grandi qualità del Leader e della sua gloriosa vita rivoluzionaria è un principio ferreo del lavoro creativo.
L'umore dell'opera dev'essere acceso e sublime. Rappresentare la mentalità degli altri personaggi in modo pesante e tetro col pretesto di suscitare un'ardente ammirazione per il Leader non è consono alla fisiologia di un'opera che delinea il Leader. Il dirigente della classe operaia è il sole che illumina il futuro pieno di speranze della rivoluzione e il centro che guida il popolo alla vittoria, alla gloria, alla felicità e alla prosperità. Il popolo si avvicina sempre al suo dirigente con emozioni solari ed elevate. Descrivere l'umore dell'opera che lo raffigura come brillante e sublime è un principio creativo che si accorda con le emozioni con le quali il popolo si approccia al dirigente e alla sua immagine artistica.
Nella tipologia di opere letterarie che descrivono il Leader è importante raffigurare appropriatamente le personalità di coloro che lo assistono.
In una tale opera la fedeltà al Leader dovrebbe essere il nucleo di tutti i personaggi. I rapporti tra il Leader e i suoi compagni rivoluzionari nell'organismo socio-politico sono caratterizzati dalla fiducia e dalla lealtà, dall'amore e dalla pietà filiale. Le figure vicine al Leader in un'opera che lo ritrae devono essere descritte come esempi viventi di fedeltà nei suoi confronti.
Detta opera deve raffigurare le tipiche persone fedeli che dividono gioie e dolori con lui, standogli vicino. La storia della nostra rivoluzione ricorda i nomi di molte persone fedeli che, sin dagli albori della rivoluzione, hanno sostenuto la causa rivoluzionaria del Juche come scudi umani per la difesa del Leader, condividendo con lui la stessa sorte al fianco del grande Leader. L'opera deve ritrarre l'aspetto delle persone fedeli che il Leader non ha dimenticato, insieme a quelle del Leader stesso. Tramite i loro volti essa deve chiarire la verità che l'integrità socio-politica garantita dal Leader è imperitura sebbene l'uomo sia mortale, e fare appello al popolo affinché segua il vivo esempio del sostegno al Leader con lealtà e pietà filiale.
Una considerazione importante nella raffigurazione delle caratteristiche delle figure attorno al Leader va fatta al riguardo del sostegno delle loro qualità caratteriali. La fedeltà al Leader deve sempre essere il nucleo dei loro caratteri. Allorquando si combinino armoniosamente i vari aspetti dei loro caratteri su questa base, le loro peculiarità personali possono distinguersi.
Lo studio della raffigurazione artistica di un'opera letteraria che ritrae il Leader con una buona conoscenza della sua fisiologia è un prerequisito per il conseguimento del massimo successo ideologico e artistico in un'opera di questo tipo.
È sbagliato trascurare i requisiti generali della letteratura quale umanistica in un'opera che ritrae il Leader, col pretesto della sua fisiologia unica. Sostenere quest'ultima in modo idiomatico soddisfacendo completamente i requisiti generali della letteratura è un'espressione delle abilità dello scrittore e il segreto per trasformare la rappresentazione in un successo.
In una simile opera il Leader dev'essere posto al centro e il seme dell'opera deve svilupparsi principalmente attraverso la raffigurazione del Leader. L'opera deve affrontare gli eventi storici susseguitisi sotto la direzione del Leader come sua trama principale, mettere al centro i rapporti umani col Leader e mostrare principalmente il lavoro rivoluzionario pianificato, organizzato e diretto dal Leader. In tutto ciò, il Leader non dev'essere fatto comparire in ogni scena o farlo affrontare tutti i problemi, grandi o piccoli che siano. In una tipologia comune di opere l'eroe appare in quasi tutte le scene e tutti i lineamenti, grandi e piccoli, dei personaggi e degli eventi sono collegati a lui. In un'opera che raffigura il Leader, però, questo può funzionare solo se i lineamenti principali sono correlati al Leader.
Un'opera che ritrae il Leader deve inoltre piantare il seme in profondità e definire appropriatamente il tema. Ci sono dei motivi precisi per cui il seme di questo tipo di opere non è chiaro e il compito che si è dato è oscuro. Uno di questi è che gli scrittori copiano dai materiali esistenti in base al principio della registrazione, dicendosi fedeli ai fatti storici, e un altro è che costoro non si dedicano anima e corpo allo studio del seme e del tema, con l'atteggiamento unilaterale per cui tutto ciò che serve è una descrizione eccellente del Leader.
I metodi e le tecniche della descrizione vanno usati in vari modi in un'opera di questo tipo, al fine di garantire appieno la veridicità e la vividezza della raffigurazione. La mancanza di ricchezza nella descrizione del Leader in un'opera letteraria è ascrivibile anche al fatto che i metodi e le tecniche della descrizione non sono applicati in modo variegato. La vita umana in queste opere dev'essere descritta in profondità o dal punto di vista dello scrittore, o da quello di una terza persona, oppure da quello del Leader. La descrizione diretta del mondo mentale del Leader dev'essere più libera e la sua grande immagine va rappresentata sotto più aspetti. Alcune opere di questo tipo sono ancora monotone e aride nelle loro espressioni linguistiche e nella rappresentazione al dettaglio. Il nostro linguaggio ha molte parole che esprimono la risata. Ma i nostri scrittori usano ripetutamente poche facili espressioni come: «Un sorriso radioso si estese sul suo volto» o «Rise di cuore». Per lo sviluppo della letteratura che ritrae il Leader, bisogna effettuare una rivoluzione anzitutto nell'espressione linguistica. Nella creazione di questo tipo di opere, agli scrittori si deve permettere di mettere in gioco la propria individualità e la propria abilità nello scoprire e utilizzare delle espressioni linguistiche ingegnose. Non si deve polemizzare troppo sul loro utilizzo di termini linguistici. La magniloquenza dell'opera deve palesarsi nell'assicurare l'alto livello qualitativo della descrizione in conformità alla dignità e all'autorità del Leader.
Dato che la creazione di un'immagine artistica del dirigente rivoluzionario della classe operaia richiede che si sostenga una fisiologia unica e che si mantenga al contempo il principio generale della letteratura, lo scrittore deve raddoppiare gli sforzi rispetto a quando scrive un'opera ordinaria. Soltanto lo scrittore la cui intelligenza e le cui esperienze emotive abbiano raggiunto l'apice del mondo del grande uomo e sostengano la fisiologia unica di un componimento che ritrae il Leader può produrre un'opera che si tramanderà ai posteri.

4) LA GRANDEZZA DEL PARTITO VA RAFFIGURATA DETTAGLIATAMENTE

Raffigurare la grandezza del Partito come la grandezza del Leader è un'esigenza intrinseca e il compito più onorevole della nostra letteratura, la cui missione è contribuire allo sviluppo dell'organismo socio-politico e al trionfo della causa rivoluzionaria del Juche. Il Partito è la spina dorsale dell'organismo socio-politico; esso organizza e dirige la causa rivoluzionaria del Juche al compimento.
Una considerazione importante da farsi nella raffigurazione della grandezza del Partito è quella relativa alla riflessione delle caratteristiche del nostro Partito.
Il Partito del Lavoro di Corea è un partito rivoluzionario di tipo jucheano guidato dalle idee del Juche. È un partito invincibile unito sulla base delle idee del Juche; è altresì un partito militante che lotta con vigore per la vittoria della causa rivoluzionaria del Juche.
La realizzazione dell'insieme integrale del Partito e delle masse è una delle importanti caratteristiche del nostro Partito. Il nostro Partito serve fedelmente il popolo sotto la parola d'ordine: «Siamo al servizio del popolo!»; il popolo a sua volta sostiene il Partito con lealtà, fiducioso che «quando il Partito è deciso, possiamo fare qualsiasi cosa!».
Il nostro è un partito promettente che ha risolto alla perfezione il problema della successione alla causa rivoluzionaria e un partito estremamente risoluto che mantiene invariabilmente le posizioni di classe e i principi rivoluzionari. Il cammino che abbiamo attraversato è stato irto di prove e di difficoltà, ma il nostro Partito ha coraggiosamente difeso in ogni momento i principi rivoluzionari. Grazie alla lotta che il nostro Partito ha condotto in difesa di questi principi, la bandiera del socialismo è stata difesa con fermezza persino nelle circostanze dalla complessità e dalla gravità senza precedenti nelle quali gli imperialisti e i reazionari hanno concentrato i loro attacchi su di noi. Ancora oggi, allorché degli eventi complicati si verificano nel movimento comunista, la nostra rivoluzione segue una linea ininterrotta di vittorie senza la minima oscillazione.
Il lavoro letterario deve ritrarre le caratteristiche uniche del nostro Partito con profondità filosofica e sottolineare così l'idea che il nostro Partito è il migliore al mondo.
Descrivere i successi del Partito nella rivoluzione e nell'edificazione è un compito importante che si presenta nel processo di evidenziamento della grandezza del Partito. La riforma agraria e altre riforme democratiche e l'edificazione dello Stato e delle forze armate dopo la liberazione, la vittoria nella Guerra di Liberazione della Patria, l'apposizione delle fondamenta del socialismo, l'industrializzazione socialista, la lotta per la riunificazione nazionale e altri brillanti successi conseguiti ad ogni fase e in ogni ambito della rivoluzione e dell'edificazione sarebbero inconcepibili al di fuori delle attività del nostro Partito.
Uno dei più brillanti successi del Partito è aver costruito delle fondamenta organizzative e ideologiche granitiche sulle quali portare a compimento la nostra causa rivoluzionaria e trasformare il nostro in un partito eternamente rivoluzionario e militante di tipo jucheano. La letteratura deve presentare una descrizione artisticamente profonda della lotta e delle attività del Partito per gettare le proprie fondamenta organizzative e ideologiche.
La letteratura deve inoltre ritrarre realisticamente le gesta del Partito, che ha reso il nostro un grande popolo, potente e dignitoso. Nessun altro popolo al mondo è buono quanto il nostro. Il nostro popolo è il più forte quanto a spirito di corpo e volontà nel mondo, esso ha un alto morale nella rivoluzione e nella lotta ed è ineccepibile, diligente e disciplinato. Proprio come vi è sempre una buona madre dietro a un brav'uomo, è grazie alla lungimirante direzione e alla sincera sollecitudine del nostro Partito che guida il nostro popolo sul cammino della vittoria, della gloria, della vera vita e della felicità che il nostro popolo, a lungo schiacciato dallo sfruttamento e dai maltrattamenti, è divenuto il popolo più dignitoso al mondo.
La letteratura deve rappresentare le gesta del Partito, che ha edificato il miglior socialismo del nostro stile incentrato sul popolo nel mondo. Attualmente, il nostro socialismo, personificazione delle idee del Juche, è il più stabile politicamente al mondo e ogni suo aspetto trabocca di vigore.
Nel raffigurare la grandezza del Partito è importante chiarificare a dovere la sua posizione e il suo ruolo alla luce dell'unità tra il Leader, il Partito e le masse.
Il partito della classe operaia è lo stato maggiore politico per l'attuazione dell'ideologia e della direzione del Leader ed è un ente politico che combatte per la realizzazione dell'indipendenza delle masse. L'ideologia e la direzione del Leader si realizza attraverso il Partito e le aspirazioni e le esigenze delle masse si realizzano del pari in grembo al Partito.
Nelle opere letterarie il Partito va descritto come avente allacciato legami di sangue con le masse, col Leader al centro. Se si descrive il Partito al di fuori delle sue relazioni col Leader e le masse, ne verrebbe presentato come un mero collettivo d'individui e, in ultima analisi, non si potranno mettere adeguatamente in mostra la sua posizione e il suo ruolo di partito rivoluzionario della classe operaia. Soltanto allorquando il Partito viene ritratto nei suoi rapporti col Leader e le masse può essere raffigurato come un partito che materializza l'ideologia e la direzione del Leader e che si unisce col Leader al centro, che ha affondato profonde radici tra le masse e le mobilita alla lotta rivoluzionaria e all'edificazione.
Ritraendo il Partito nelle sue relazioni col Leader e le masse va sottolineato che nessuna organizzazione politica può sostituire la posizione e il ruolo del partito della classe operaia quale forza dirigente e che solo il partito della classe operaia, supportando l'ideologia e i progetti del dirigente, si prende cura delle sorti delle masse fino alla fine con piena responsabilità. La correttezza delle politiche del Partito, le sue gesta, le sue organizzazioni e i suoi funzionari devono essere descritti sulla base del principio dell'unità tra il Leader, il Partito e le masse. La raffigurazione del Partito su questo principio è un prerequisito per l'evidenziamento della grandezza del Partito in maniera accurata.
Un'altra cosa importante nella descrizione della grandezza del Partito è la valorizzazione decisiva del livello ideologico e artistico dei peana.
La letteratura può ritrarre la grandezza del Partito tramite i romanzi, le poesie e i drammi. Ma anche i peana vengono spesso utilizzati per descrivere il Partito. Le principali poesie che esaltano il Partito direttamente sono peana. Questi comprendono una vastissima parte della nostra letteratura e le loro qualità ideologiche e artistiche si collocano a un livello relativamente alto. Adesso che la grandezza del Partito si dimostra con chiarezza ogni giorno che passa e la fedeltà del popolo al Partito ne risulta incomparabilmente incrementata, è naturale che vengano creati in gran quantità dei peana che cantano le lodi del Partito.
I peana devono lodare la direzione eccezionale del nostro Partito in modo pregnante.
I peana, per loro natura, sono un genere letterario che canta cose ed eventi storici in un modo epico grandioso e solenne. La letteratura dei peana deve ritrarre il Partito con un grado particolarmente forte di emozione e il suo mondo deve trasmettere sentimenti di solennità.
L'aspetto del Partito dipinto in una tale opera dipende dall'esperienza del poeta circa il Partito e la profondità dei suoi pensieri. L'intero nostro popolo vive sotto la savia direzione del Partito e la sua calorosa sollecitudine, ma il grado dei suoi sentimenti nei loro confronti varia. In base al grado dei loro sentimenti e della loro coltivazione, alcuni sentiranno intensamente la grandezza del Partito e altri no. I benefici di cui costoro godono senza esserne coscienti sono più grandi di quelli di cui godono quelli che sanno di goderli in grembo al Partito. Il nostro lavoro letterario deve per tempo far sentire grato il popolo per i benefici di cui incoscientemente dispone e fargli sentire più chiaramente il suo calore anche quando conosce quello di cui usufruisce.
Il poema Dice il popolo è eccellente perché canta la grandezza del Partito con solennità in un mondo di profonda meditazione. Particolarmente impressionanti sono le frasi sul Partito che avanza la politica di primato dell'allevamento in tutto il paese al fine di far sì che il popolo abbia di che sfamarsi e impostando una parte storica nell'anno dell'edificazione volto a fare in modo che il popolo viva in case migliori e una parte che loda la benevolenza del Partito che ha chiamato una rivoluzione pure l'intessitura di vestiti e la produzione di calzature per il popolo.
La grandezza del Partito non va raffigurata in maniera stereotipata. È sbagliato trattare contenuti politici in modo nudo e crudo, abbellire i fatti o fare uso di parole vuote, abusando di metafore e fronzoli enfatici col pretesto di mostrare la grandezza del Partito in maniera imponente.
Dato che le poesie dedicate agli anniversari e pubblicate nei relativi giorni sono anch'esse poemi, queste devono mostrare i tratti caratteristici dei propri eroi lirici e il mondo speciale di cui solo i compositori possono cantare. Il “lirismo” derivato dal senso del dovere non commuoverà la gente.
Non è vero che le espressioni politiche diminuiscono la qualità artistica e non è nemmeno vero che queste la migliorino. Se si rende lirico il contenuto politico senza l'uso diretto della terminologia politica, esso potrà trasmettere un sentimento poetico e, tramite la sua rappresentazione generale, la sua idea potrà percepirsi come veridica.
Un peana per il Partito non richiede assolutamente abbellimenti ed esagerazioni. I poeti devono intrecciare nei loro componimenti gli eventi più emozionanti e le lodevoli imprese delle persone che si svolgono attorno a loro con la stessa semplicità e lo stesso realismo con cui li percepiscono. Al nostro popolo piace il poema Madre perché riflette genuinamente i semplici sentimenti e l'affetto che prova nella sua vita. I peana al Partito, come Madre, devono svolgersi conformemente alla vita e infondere a tutto il popolo delle emozioni vere che evochino le loro profonde esperienze del passato, senza alcuna aggiunta o espressioni frivole. Solo così possono raffigurare contenuti politici in modo artistico.
Molti dei peana al Partito personificano direttamente quest'ultimo. La personificazione e altri metodi figurativi e simbolici possono rivelarsi efficaci nel dare una delineazione vivida del Partito, ma bisogna essere prudenti nell'uso della figurazione. Adesso è comune che le opere letterarie allegorizzino il Leader come il sole e il Partito come una madre. Ma questa figurazione non è una regola. Una tendenza da cui guardarsi è paragonare il Partito a una cosa qualsiasi senza alcun criterio col pretesto di allegorizzare il Partito in modo particolare. La figurazione del Partito dev'essere idiomatica e caratteristica e allo stesso tempo va usata con prudenza di modo che sia convincente. I fenomeni naturali e altre cose cui il Partito e il Leader vengono paragonati nella loro delineazioni devono essere utilizzati sono quando ritenuti appropriati dal punto di vista politico e artistico in seguito alle impressioni che hanno suscitato al popolo e dopo che le varie sfumature dei loro significati originali siano state esaminate su tutti i punti.
La raffigurazione artistica del Partito si realizza anche attraverso la descrizione delle organizzazioni di Partito e dei funzionari esemplari.
L'ideologia e le intenzioni del Partito vengono trasmesse alle masse tramite le sue organizzazioni e le attività dei suoi funzionari e da queste sono messe in pratica. L'aspetto principale nella vita dell'uomo è la sua vita politica e organizzativa per l'esaltazione della sua integrità socio-politica. La vita politica e organizzativa viene condotta sotto la guida e la cura dell'organizzazione di Partito. Pertanto, come definire le funzioni di quest'ultima, la quale si prende cura dell'integrità politica delle persone sotto la propria responsabilità e come ritrarre artisticamente le funzioni rivestono un compito importante da affrontarsi per la letteratura che ritrae la grandezza del Partito.
La letteratura descrive artisticamente le funzioni delle organizzazioni di Partito al fine di impartire al popolo una profonda comprensione del fatto che il Partito stabilisce i legami tra il Leader e le masse e protegge la loro integrità politica, prendendosi cura di loro e dirigendosi così da far risplendere incessantemente la loro integrità. Il Partito, organizzazione politica fondata per l'applicazione dell'ideologia e della direzione del Leader, può essere paragonato a una madre, facendo risaltare l'integrità politica del popolo garantitagli dal Leader. Pertanto, le funzioni delle organizzazioni di Partito fungono da linfa vitale che rendono il popolo capace di far risplendere la propria integrità politica sul cammino lungo il quale condivide le proprie sorti col Leader. Le opere letterarie devono stabilire le funzioni delle organizzazioni politiche come quelle delle organizzazioni di Partito e presentarle adeguatamente; solo così possono mostrare incisivamente la grandezza e la generosità del Partito che permette al popolo di fare onore alla sua integrità politica e lo conduce alla felicità.
Le funzioni dell'organizzazione di Partito possono essere descritte apertamente o implicitamente in base alle caratteristiche del seme e ai requisiti della trama. Ma è sbagliato svelare le relazioni tra l'eroe e il lavoro amministrativo senza ritrarre i suoi rapporti con l'organizzazione di Partito anche nel caso in cui la direzione dell'organizzazione di Partito e la sua influenza vanno sottolineate quale importante linea di presentazione alla luce delle esigenze del tema. Che l'opera descriva apertamente o implicitamente le funzioni dell'organizzazione del Partito, la gente vede l'immagine del nostro Partito direttamente attraverso la sua descrizione, quindi questa questione va affrontata con prudenza.
La letteratura deve raffigurare efficacemente i funzionari esemplari.
La gente si rivolge ai funzionari del Partito non solo quando è felice ma anche quando si trova in difficoltà, perché sa bene che tutti i problemi che arrivano sia sul lavoro che nella vita possono essere risolti con successo solo attraverso l'organizzazione. Certo, i singoli funzionari responsabili delle rispettive organizzazioni non rappresentano le organizzazioni del Partito. La gente si affida ai singoli funzionari e parla francamente dei propri problemi perché ha sperimentato in prima persona che la propria posizione e il proprio atteggiamento verso il Partito sono precisamente la posizione e l'atteggiamento verso il Leader, che l'organizzazione la collega organizzativamente e ideologicamente al Leader, centro dell'organismo socio-politico, e la dirige affinché mantenga pura l'integrità politica datale dal Leader e la esalti. La nostra letteratura deve descrivere dappresso le caratteristiche specifiche dei funzionari di Partito dei nostri tempi partendo da questa posizione e da questo atteggiamento.
Le qualità più importanti dei lavoratori del Partito nella nostra era sono la fedeltà al Partito e al Leader, la quale è divenuta un articolo della loro fede, e lo spirito di devoto servizio nei riguardi del popolo. La letteratura deve rappresentare i tipici lavoratori di Partito genuini della nostra epoca che possiedono una concezione jucheana della rivoluzione, il cui nucleo è la concezione rivoluzionaria del Leader, quale loro concezione rivoluzionaria della vita. La fedeltà dei nostri lavoratori di Partito verso il Partito e il Leader è inconcepibile al di fuori del loro spirito di devoto servizio nei riguardi del popolo. Un uomo fedele al Partito e al Leader è fedele anche al popolo, e un uomo che si dedica al popolo si dedica altresì al Partito e al Leader. I lavoratori di Partito descritti nella letteratura devono essere ritratti come archetipi fedeli al Partito, al Leader e al popolo. Il segretario del comitato di Partito di un complesso industriale che compare nel romanzo Cuore d'oro è raffigurato come un tipico lavoratore di Partito della nostra era. Il romanzo mostra attraverso la sua presentazione che solo quando un uomo nutra fedeltà al Leader e affetto per i suoi compagni può egli diventare un vero rivoluzionario di tipo jucheano e un vero funzionario dei nostri tempi. Gli scrittori devono comporre molte buone opere di questo tipo, le quali possano servire da manuali pratici per i lavoratori di Partito.
Non devono esservi stereotipi nella raffigurazione dei lavoratori di Partito. Nelle nostre opere letterarie quasi tutti i lavoratori di Partito vengono rappresentati come gentili, autorevoli ed esperti in tutti gli ambiti. Di fatto, anche questa è un'impostazione rigida. Alcuni di loro sono gentili, altri tengono i propri sottoposti sul chi va là e altri ancora hanno tale o tal altro demerito che correggono nel proprio lavoro. Nella situazione odierna in cui tutti i funzionari sono tenuti a eliminare il vecchiume e la stagnazione e a lavorare pieni di vigore e di zelo, non è coerente coi tempi delineare i nostri lavoratori di Partito come sempre gentili e autorevoli. I lavoratori di Partito nella nostra letteratura devono essere raffigurati come esseri umani prima ancora che lavoratori del Partito e le loro caratteristiche individuali devono essere rappresentate in vari modi e in maniera innovativa.
I lavoratori letterari possono impartire una comprensione corretta del nostro Partito attraverso la raffigurazione dei membri del Partito e degli altri lavoratori.
Il nostro Partito si manifesta concretamente nella vita dei militanti e degli altri lavoratori e la benevola sollecitudine del nostro Partito raggiunge ogni suo militante e ogni lavoratore. Si dice che l'aspetto di un uomo riflette quello del suo mentore. I tratti del Partito si riflettono tali e quali negli sguardi fieri delle persone da esso cresciute. Come una nazione è formata e come essa vive e lotta dà un quadro esatto del partito di quel paese. Gli scrittori devono addentrarsi in profondità nella vita degli uomini tipici del nostro tempo e soprattutto dei militanti esemplari, così da far sentire al popolo la grandezza del nostro Partito tramite la loro raffigurazione.
Le opere che cantano le lodi della grandezza del Partito elevano i sentimenti di fiducia e ammirazione del nostro popolo per il nostro Partito e incoraggiano grandemente quest'ultimo. La nostra letteratura ha una parte molto grande nel radunare le masse attorno al Partito e nel promuovere la causa del Partito di generazione in generazione. Creando molte opere eccellenti che ritraggono il Partito, gli scrittori dovranno apportare un contributo positivo a che tutti i membri della società nutrano una fiducia infinita nel Partito e si dedichino anima e corpo al trionfo della sua causa.

5) BISOGNA CREARE IMMAGINI ARTISTICHE DEGLI ARCHETIPI JUCHEANI

La nostra letteratura dovrà produrre, assieme alla raffigurazione artistica del dirigente e del partito della classe operaia, una raffigurazione dei tipici comunisti jucheani di modo da rafforzare l'unità unanime tra il Leader, il Partito e le masse e ispirare le masse al trionfo della causa dell'indipendenza.
I prototipi di persone jucheane nella nostra era sono illimitatamente fedeli al Leader, al Partito e alle masse.
La fedeltà al Leader è la qualità principale dei comunisti di tipo jucheano e il fattore di base che assicura la solidità dell'organismo socio-politico. La letteratura dovrà incanalare i suoi sforzi nella raffigurazione delle qualità dell'uomo fedele che dedica tutto sé stesso all'attuazione dell'ideologia e della direzione del Partito e del Leader considerando invariabilmente il Leader quale suo pilastro spirituale.
I comunisti di tipo jucheano mantengono la propria fedeltà al Leader come un articolo di fede.
Questa fedeltà è la nobile qualità del comunista che crede fermamente nella vittoria della causa rivoluzionaria inaugurata dal Leader, accetta l'ideologia e la direzione del Leader come le più corrette e combatte per la loro realizzazione senza risparmiarsi.
La vera fedeltà al Leader non si manifesta nelle belle parole o nei giuramenti solenni. Sono tutti più bravi a esprimere a parole fedeltà al Leader che a metterla in pratica. Sul cammino del sostegno all'ideologia e alla direzione del Leader si devono superare prove difficili e si potrebbe anche dover sacrificare la propria vita. La storia del movimento comunista internazionale e quella della nostra rivoluzione dimostra che, tra coloro che dicevano le parole più belle e giubilavano più rumorosamente di tutti quando le cose andavano per il meglio, diversi si sono rivelati dei traditori quando sono sorte complicazioni e difficoltà. Le persone davvero fedeli sono quelle che non pronunciano parole al miele ma restano fedeli nel proprio animo senza oscillare in alcuna circostanza, che parlano poco ma lavorano in silenzio dedicando i propri sforzi e la propria intelligenza, che si sentono male dal rimorso e dall'angoscia quando commettono il minimo errore nel loro sostegno al Leader e si mantengono al passo con la direzione del Leader, vivendo come richiesto dalla sua ideologia.
La fedeltà al Leader custodita come un articolo di fede non cambia ma rimane eterna. Essa si forma sulla base di una profonda comprensione della grandezza del Leader, della fiducia che la rivoluzione emergerà vittoriosa e che il proprio destino e quello del popolo verrà forgiato allorquando il Leader sia onorato e riverito. Essa valorizza l'autostima e la determinazione del popolo a omaggiare il Leader e seguirlo fino alla fine e afferma la sua volontà di sostenere invariabilmente l'ideologia del Leader e la sua direzione in qualsiasi circostanza. I predecessori rivoluzionari nella storia delle lotte rivoluzionarie del nostro popolo sono stati senza eccezione dei rivoluzionari comunisti di tipo jucheano che hanno mantenuto la fedeltà al grande Leader compagno Kim Il Sung come un articolo di fede. Essi si sono fidati soltanto del Leader e lo hanno seguito sempre e comunque a prescindere dalla direzione verso cui soffiasse il vento, con la fede incrollabile che le sorti del popolo potessero essere salvate e il paese e la nazione potessero prosperare riverendo il Leader. La nostra letteratura dovrà produrre una profonda descrizione di questa infinita fedeltà al Leader, delle qualità ideologiche e spirituali dei comunisti di tipo jucheano, nel contesto del suo rapporto con la loro fede rivoluzionaria.
Per i comunisti di tipo jucheano la vera fedeltà al Leader è parte della loro coscienza.
Solo la fedeltà al Leader come parte della propria coscienza è sincera e pura, priva di formalità ed egoismi. La coscienza è un sentimento col quale ci si sente responsabili per le proprie azioni davanti al paese e alla nazione, alla società e al collettivo. La coscienza è lo specchio dell'azione e un criterio per distinguere tra il vero e il falso. Un uomo onesto vive pieno d'orgoglio anche se ha saltato pasti e sonno per giorni, ma non si sente a proprio agio neanche per un momento se ha abbandonato la propria coscienza. Il nucleo della coscienza di un comunista di tipo jucheano è la coscienza rivoluzionaria con la quale egli sente il senso di responsabilità per le proprie azioni concernenti il sostegno al Leader. Solo la fedeltà al Leader che emana dalla coscienza rivoluzionaria può essere impeccabile e pura. Alla base della fedeltà basata sulla coercizione o sull'obbligo stanno il carrierismo, la ricerca di fama e ricompense; questo tipo di fedeltà può facilmente cambiare con le circostanze e le condizioni. Allorquando si trovavano soli su un'isola deserta o montando sul patibolo, i combattenti rivoluzionari antigiapponesi si sono dimostrati all'altezza del giuramento fatto davanti al Generale Kim Il Sung, dipingendoselo nel pensiero. Queste nobili qualità rispecchiano la loro fede rivoluzionaria così come la loro coscienza rivoluzionaria impeccabilmente pura e limpida per onorare il Leader della rivoluzione dal più profondo del cuore. Un rivoluzionario comunista di tipo jucheano considera la fedeltà al Leader quale suo dovere rivoluzionario e, allo stesso tempo, la dimostra con coscienza rivoluzionaria.
Il comunista di tipo jucheano considera la vera fedeltà al Leader come parte della sua morale.
È impossibile dimostrare invariabilmente fedeltà al Leader con la sola coscienza. Essa deve diventare parte della propria moralità sulla base della coscienza rivoluzionaria; solo così può essere mostrata a un alto livello in ogni tempo e in ogni luogo, anche quando passa inosservata. La fedeltà, come parte della moralità, è la qualità dell'uomo che la considera quale etica di vita e codice di condotta infrangibile e la osserva di proposito nella propria vita per vivere e lavorare come richiesto dall'ideologia e dalle intenzioni del Leader.
La fedeltà al Leader, come parte della morale, può elevarsi al massimo soltanto allorquando l'uomo consideri come suo obbligo naturale riverire il Leader come il proprio stesso padre e restargli fedele e devoto.
Le opere letterarie devono descrivere realisticamente e in profondità la vera fedeltà al Leader come parte della coscienza e della morale, le qualità morali e spirituali più nobili dei comunisti di tipo jucheano.
Questi ultimi fanno della vera fedeltà al Leader un oggetto di preoccupazione quotidiana.
La fedeltà al Leader diventa una prassi e una consuetudine nella vita. Nessuna persona sta ai margini della vita, e le qualità umane più belle ed elevate si formano, si consolidano e si generalizzano nella vita. La nostra vita è un giardino fiorito che consente alla fedeltà al grande Leader di manifestarsi nella pratica; è un luogo che tempra la fede, la coscienza e le qualità morali. Allorché si consideri la fedeltà al Leader quale preoccupazione quotidiana, essa può raffermarsi imperturbata da qualsiasi vento.
Custodire la fedeltà al Leader come un articolo di fede, una morale e una preoccupazione quotidiana è un criterio importante per giudicare della sua veridicità. Questi quattro elementi sono strettamente legati l'uno all'altro. La coscienza e è la morale non possono essere difese senza la fede e viceversa. Non può esserci vita genuina separata dalla fede, dalla coscienza e dalla morale, che si consolidano nella vita. Rendere la fedeltà al Leader parte della propria fede, della propria coscienza, della propria morale e della propria preoccupazione quotidiana è una sicura garanzia che i comunisti di tipo jucheano condurranno una vita genuina e il nostro organismo socio-politico, che ha conseguito l'unità unanime del Leader, del Partito e delle masse, si svilupperà senza sosta.
Questa è una preziosa verità che ho profondamente sentito e verificato nel corso di ciò che ho sperimentato nel corso della rivoluzione per il sostegno alla causa del Leader per lungo tempo. Allorché formiamo tutti i membri della società a diventare persone leali e devote che fanno della fedeltà al Leader una professione di fede, morale, coscienza e preoccupazione quotidiana, il nostro Partito, il nostro popolo e il nostro paese, in tutti i momenti difficili, si manterranno saldi senza niente da temere e nulla che non possano fare.
Se la nostra letteratura si trova a descrivere la vera fedeltà al Leader del comunista di tipo jucheano, deve raffigurare ciò in modo realistico attraverso il corso in cui essa diventa parte della sua fede, della sua coscienza, della sua morale e delle sue preoccupazioni quotidiane.
Per questo, bisogna addentrarsi nel mondo interiore dei personaggi per la descrizione.
Di base, raffigurare in dettaglio il mondo interiore dei personaggi è un'esigenza intrinseca della letteratura, una branca dell'umanistica, ma è quanto mai urgente nelle opere che ritraggono la fedeltà al Leader, una delle qualità fondamentali del comunista di tipo jucheano. Una descrizione approfondita del mondo interiore dell'eroe permetterà di chiarificare correttamente le qualità specifiche della persona fedele, una persona estremamente bella e nobile tipicamente jucheana, e mostrare in maniera vivida e adeguata i tratti umani di quella persona. Quando ha a che fare con l'uomo realmente fedele, la gente ammira le sue azioni lodevoli, e rimane quanto mai impressionata e persino commossa alle lacrime dalla sua fede salda, dalla sua coscienza pura e nobile e dalle qualità morali che stanno alla base della sua ardente fedeltà e pietà filiale verso il Leader. Le opere letterarie devono addentrarsi in profondità nel mondo di fedeltà e pietà filiale dell'archetipo jucheano, fedeltà e pietà filiale divenute parte della sua fede, della sua coscienza, della sua morale e delle sue preoccupazioni quotidiane e si pongono alla base delle sue azioni lodevoli e dei suoi brillanti meriti, ritraendo in modo vivido detto mondo. Una tale opera toccherà i cuori del popolo e contribuirà a formare un gran numero di persone fedeli e devote attraverso un prototipo.
Nel ritrarre il mondo interiore del comunista di tipo jucheano è importante descrivere il corso della fedeltà al Leader che diventa un articolo di fede, coscienza, morale e preoccupazione quotidiana di quella persona in un contesto uniforme. Soltanto quando un uomo custodisca la fedeltà al Leader come parte integrale della sua fede, coscienza, morale e preoccupazioni quotidiane può sostenere fedelmente l'ideologia e la direzione del Leader, lottare con dedizione per la loro attuazione e condurre una vita vera. Le persone genuinamente fedeli nella nostra era sono quelle che fanno la rivoluzione con fermezza fino alla fine anche se devono lavorare in posti difficili e ardui o vivere completamente da soli su isole lontane e deserte, coloro che mantengono immacolata la propria fedeltà e montano orgogliosamente e senza esitazioni sul patibolo dopo esser Stati arrestati dal nemico.
Raffigurando il mondo interiore di un comunista di tipo jucheano è necessario evidenziare con profondità la fedeltà che si è costruita come un'abitudine, assieme a quella diventata parte della fede, della coscienza e della morale. Per un uomo la cui fedeltà al Leader si è eretta come parte integrale della coscienza e della morale, essa diviene l'essenza della coscienza e una regola morale e un codice di condotta inviolabili prima ancora di esser parte di un obbligo morale. Per un uomo che si preoccupa quotidianamente della propria fedeltà al Leader, essa è diventata un'abitudine consolidata; questo tipo d'uomo non si sente a proprio agio se non è riuscito a svolgere un compito per quanto arduo e difficile potesse essere se è ciò che il Leader intendeva e voleva fosse fatto. Quando si trova limitato o impedito nel far ciò, si sente a disagio e dispiaciuto e non riesce a liberarsi del pensiero che gli manchi qualcosa nell'animo. Egli trova la gioia e la felicità della vita nell'innalzare il Leader e prova più intensamente l'orgoglio e il valore della vita quando ha eseguito il compito assegnatogli dal Leader. Le opere letterarie devono approfondire questo mondo interiore dei personaggi e descriverlo in modo profondo.
Il mondo interiore di un personaggio si basa sulla vita e in questa si manifesta. La nostra letteratura deve ritrarre bene la vita al fine di raffigurare la fedeltà genuina dei comunisti di tipo jucheano.
La vita di un rivoluzionario è la più degna in quanto inizia e finisce nella fedeltà al Leader. La vita e la lotta vengono condotte nella fedeltà e nella pietà filiale verso il Leader e queste germogliano e crescono nel corso della vita e della lotta. Partendo da questo punto di vista e da questa posizione, le opere letterarie devono descrivere la vita e la lotta.
La cosa più importante nella rappresentazione degli archetipi jucheani che dotati di vera fedeltà è trovare un ambito della vita che incarni quella fedeltà divenuta articolo della propria fede, coscienza, morale e preoccupazioni quotidiane e descriverlo nitidamente. Se la vita viene trattata nei suoi ambiti sul principio dell'egualitarismo col pretesto di ritrarre in toto l'esigenza di questa fedeltà, sarà impossibile mostrare con profondità anche solo un aspetto di ciò che viene richiesto. Tra le prove della fedeltà genuina di un dato personaggio, va approfondita quella parte della vita che rappresenta le caratteristiche della sua personalità in maniera più concentrata; solo così si può sostenere la descrizione della vita e mettere in evidenza la sua personalità.
Al fine di produrre un quadro ampio e profondo della fedeltà dell'archetipo jucheano, la quale si è fatta componente della propria fede, coscienza, morale e preoccupazioni quotidiane, è necessario descriverla nel processo della formazione della sua concezione del mondo.
Il processo di innalzamento della fedeltà al Leader ad articolo della propria fede, coscienza, morale e delle proprie preoccupazioni quotidiane è inconcepibile separatamente dalla formazione della concezione rivoluzionaria del mondo. Questo tipo di fedeltà non nasce in pochi giorni o tutta d'un colpo. Essa si crea, si sviluppa e si consolida soltanto tramite la lotta rivoluzionaria pratica, piena di difficoltà e di prove, e tramite un'ininterrotta formazione ideologica e rivoluzionaria per la trasformazione rivoluzionaria.
Alcune opere letterarie, anziché raffigurare la fedeltà al Leader in maniera veridica e profonda combinandola strettamente col processo di formazione della propria concezione rivoluzionaria del mondo, mostrano detta fedeltà tramite dialoghi apparentemente veridici e alcune scene drammatiche. Questo metodo descrittivo non può mostrare nettamente le qualità dei veri uomini fedeli della nostra era. Tali opere letterarie in forma estesa come i romanzi, i racconti di media lunghezza, le sceneggiature per i film e i lungometraggi dovrebbero sviluppare i loro intrecci mettendo l'accento principale sul processo di acquisizione della fedeltà al Leader da parte dell'eroe come componente integrale della propria fede, coscienza, morale e preoccupazione quotidiana. Questo dev'essere un principio cui aderire per la nostra letteratura, la quale contribuisce al compimento della causa del modellamento dell'intera società sulle idee del Juche, nella raffigurazione del processo di formazione della concezione rivoluzionaria del mondo nell'uomo. È sbagliato descrivere questo processo di formazione e consolidamento come sequenziale, pensando di rappresentarlo in stretta relazione con quello della formazione della concezione rivoluzionaria del mondo. Che una persona nutra fedeltà come parte della propria fede, coscienza, morale e preoccupazione quotidiana è un importante metro di giudizio per misurare la vera fedeltà di una persona e ogni processo di questa fedeltà che diviene un articolo di queste quattro qualità è interconnesso. Pertanto, tale processo va descritto come unificato e in modo tridimensionale, non spiegandolo passo passo, e in modo generale e non unilaterale.
Ritrarre vividamente e realisticamente, ampiamente e profondamente, l'archetipo jucheano che lavora per custodire la fedeltà al Leader come parte della propria fede, coscienza, morale e preoccupazione quotidiana è il modo per far sì che la nostra letteratura diventi una letteratura rivoluzionaria jucheana che soddisfi i requisiti dei tempi e le aspirazioni del popolo.
Nella creazione dell'archetipo jucheano della nostra era è necessario ritrarre intensamente la fedeltà al Leader sul principio dell'unità tra il Leader, il Partito e le masse. La fedeltà al Leader include la fedeltà al Partito e al popolo. Affinché un'opera letteraria raffiguri la fedeltà al Leader acquisita da un comunista di tipo jucheano, la sua concezione rivoluzionaria del mondo va rappresentata in stretta combinazione con la sua concezione rivoluzionaria dell'organizzazione e delle masse.
La fedeltà al Leader, al Partito e alle masse si basa sulla concezione collettivista della vita che considera quella dell'organismo socio-politico come la linfa vitale di ogni suo singolo membro e ritiene che la vita della comunità sia più preziosa di quella dell'individuo. Le opere letterarie devono tratteggiare tale concezione collettivista della vita dalla parte della gente della nostra era. Questa è un'importante caratteristica della nostra letteratura. Gli eroi anonimi e le persone meritevoli che le nostre opere letterarie hanno raffigurato soprattutto dagli anni '80 sono modelli di veri comunisti; essi dedicano in silenzio tutto sé stessi per il bene del Partito, del Leader, del paese e del popolo e non per la propria fama o per i propri interessi. Gli scrittori dovranno continuare a presentare adeguatamente immagini di queste persone e, allo stesso tempo, a prestare una grande attenzione alla creazione di immagini dei tipici eroi di nuova fattura, che si riscontrano sempre più frequentemente nella nostra era, così da mostrare profondamente la loro concezione collettivista e rivoluzionaria della vita.
L'eroismo di massa dimostrato dai comunisti di tipo jucheano va anch'esso ritratto.
Le persone di tipo jucheano rappresentano gli eroi della nostra epoca che inaugurano il cammino inesplorato della rivoluzione, irto di ogni sorta di difficoltà e prove. Persino nella grave situazione in cui le manovre antisocialiste degli imperialisti e dei reazionari hanno raggiunto l'apice, essi mantengono una salda fede nel socialismo e, sotto la parola d'ordine «Viviamo e lavoriamo tutti da eroi!», accelerano l'avanzata vigorosa creando miracoli e innovazioni strabilianti giorno dopo giorno, per il compimento della causa rivoluzionaria del Juche. La letteratura dovrà ritrarre a grande scala il loro eroismo di massa e le loro gesta creative ad alto livello.
Nella raffigurazione degli eroi della nostra era è necessario farli vedere non come persone straordinarie nate con predisposizioni da eroi ma come lavoratori dalle origini comuni, come persone ordinarie che lavorano e vivono sul posto di lavoro e a casa con altri lavoratori ogni giorno. Inoltre, è imperativo enfatizzare l'idea che se si è determinati a dedicarsi anima e corpo al Partito e al Leader con devozione illimitata alla causa rivoluzionaria si può compiere grandi gesta e diventare degli eroi. Gli scrittori dovranno chiarire realisticamente e verosimilmente come una persona semplice e comune può trasformarsi in un eroe. È importante ritrarre in netta evidenza non solo il carattere semplice dell'eroe ma anche la sua eccezionale caratura spirituale e le sue gesta eccezionali.
L'eroismo della gente della nostra era è l'eroismo di massa e non quello individuale. Nessuno può diventare un vero eroe staccato dalla società e dalla comunità. Vivere e lottare da eroi significa combattere devotamente per la causa rivoluzionaria delle masse e non per gli interessi individuali e la fama del singolo. La letteratura deve creare una delineazione vivida e profonda dell'essenza dell'eroismo di massa che gli uomini della nostra era possiedono e i caratteri degli eroi della nostra letteratura vanno ritratti nelle circostanze tipiche in cui tutti vivono e lavorano da eroi. Le opere letterarie devono sottolineare l'idea che l'eroismo di massa del popolo della nostra epoca si basa sulla concezione collettivista della vita e può estrinsecarsi solo attraverso la guida dell'organizzazione e l'assistenza attiva del collettivo.
Nella creazione dell'immagine dell'archetipo jucheano è importante ritrarre in profondità le sue elevate qualità umane comuniste.
L'uomo dev'essere raffigurato come un vero uomo che apprezza più di tutti i suoi compagni, li ama e lavora sinceramente e coscienziosamente per la società e il popolo, indipendentemente che questo sia riconosciuto dagli altri oppure no, considerando l'essere al servizio del popolo come l'onore più grande e dotandosi di ricche passioni, emozioni, di un'etica e di una morale elevate.
Nelle opere letterarie le qualità umane dell'eroe devono combinarsi con quelle politiche. Far ciò nella caratterizzazione delle figure positive è un principio fondamentale da mantenersi nell'umanistica jucheana. Questa deve raffigurare le qualità umane dell'eroe non come innate ma come formatesi e consolidatesi attraverso i suoi sforzi coscienti sulla base della concezione jucheana della vita. Mettere l'accento solo sull'umanità dell'eroe porterà al fallimento della chiarificazione della natura sociale del suo personaggio, mentre l'enfasi sui soli principi politici dell'eroe impedirà l'esibizione dei tratti umani del suo carattere. Sottolineare soltanto una sola di queste due qualità finirà col diminuire le qualità ideologiche e artistiche dell'opera letteraria.
Ciò che è particolarmente importante nella creazione di un'immagine dell'archetipo jucheano è la descrizione adeguata delle nuove qualità spirituali e morali emerse in seno al nostro popolo con l'ingresso negli anni '90.
Ad oggi, dette qualità del nostro popolo risaltano a un livello mai visto prima.
Di recente, sotto le parole d'ordine «Quando il Partito è deciso, possiamo fare qualsiasi cosa!» e «Diventiamo i Kim Jin e i Ri Su Bok degli anni '90!», gli ufficiali e i soldati dell'Esercito Popolare sono andati a lavorare nei settori più difficili e ardui dell'edificazione socialista e stanno compiendo imprese miracolose senza precedenti nella storia della costruzione del nostro paese. In questo periodo pacifico salgono alla ribalta uno dopo l'altro eroi come il capo plotone Kim Kwang Chol, il quale ha sacrificato la propria vita coprendo una bomba a mano col suo corpo appena prima che esplodesse, per salvare i suoi commilitoni. Nel frattempo, le ragazze smobilitate, che hanno dedicato la loro bella gioventù al servizio militare, si offrono volontarie a gruppi per essere assegnate a lavori difficili e ardui.
Le belle azioni del popolo della nostra era possono trovarsi senza sosta anche tra i lavoratori del Partito, tra gli uomini della pubblica sicurezza, gli intellettuali, i giovani e gli studenti in ogni parte del paese. I giovani si offrono volontari per lavorare nei luoghi gloriosi che hanno ricevuto la direzione sul campo del Leader e sono associati alla storia rivoluzionaria del Partito, oltre che nei settori difficili e complicati. Le ragazze sposano soldati disabili decorati per diventare loro compagne di vita, e i diplomandi delle scuole superiori sono diventati bidelli delle loro classi, un lavoro prima considerato umile. Questi sono divenuti fiori all'occhiello e tendenza irresistibile degli anni '90.
Tra le storie sulle belle azioni compiute da coloro che dedicano tutto sé stessi al Leader, al Partito e alle masse che si diffondono una dopo l'altra, quella che riguarda il direttore dell'Agenzia di commercio del distretto di Jongchon, il quale ha dimostrato una fedeltà sconfinata e una devozione filiale verso il Leader, commuove moltissimo la gente.
In tutti questi atti eroici compiuti nella nuova vibrante realtà della nostra era è compresa la nuova concezione della bellezza, la concezione jucheana della bellezza, che si è formata tra i giovani e le altre genti della nostra epoca.
Una caratteristica importante delle nuove qualità spirituali e morali del popolo della nostra era è che questo considera proprio dovere e obbligo rivoluzionari restare fedele e devoto al Partito e al Leader, al paese e al popolo con tutto sé stesso. L'alto grado di coscienza dei propri obblighi sociali nei riguardi del Leader, del Partito e delle masse e lo spirito di devozione consistente nel sacrificarsi per loro rispecchia l'umanità più bella e nobile che solo il nostro popolo possiede. Ciò riflette altresì la filosofia di vita della gente degli anni '90 e la loro concezione jucheana della bellezza. Poiché il nostro popolo sente intensamente nella propria vita di non poter vivere neanche per un istante separato dal grembo del Leader, esso pensa sempre a ciò che può fare per ripagarlo della sua grande benevolenza e del suo amore per esso, e ritiene come la cosa più bella e nobile quella di rimanere fedele al Leader.
Questa concezione della bellezza del nostro popolo non è venuta alla luce soltanto oggi. La nobile umanità dimostrata in modo nuovo giorno dopo giorno nella nostra società, in cui si è conseguita l'unità unanime del Leader, del Partito e delle masse, ha profonde radici storiche. Il nostro organismo socio-politico si è formato ed è stato difeso dalla prima e dalla seconda generazione della nostra rivoluzione e si sviluppa incessantemente con la terza e la quarta. Nessuna forza può infrangere la volontà del nostro popolo, deciso ad affidare le proprie sorti all'organismo socio-politico per sempre e dividere con esso la vita e la morte anche se il mondo dovesse cambiare dozzine di volte.
Il mondo spirituale bello e nobile del popolo dei nostri tempi, altamente cosciente dei propri elevati obblighi verso l'organismo socio-politico, si estrinsecherà incessantemente ad alto livello anche nel futuro. La letteratura dovrà esplorare e ritrarre questo mondo spirituale in continuo sviluppo, bello ed elevato del nostro popolo dal punto di vista rivoluzionario sulla bellezza basato sulla fedeltà e la devozione filiale verso il Leader.
Per la creazione di una corretta immagine del tipico uomo jucheano, è necessario risolvere il problema della tipizzazione dei personaggi.
Ciò che importa in quest'ottica è la soddisfazione dei criteri dell'individualizzazione e della generalizzazione. Lo scrittore deve sostenere la parte essenziale dei personaggi tagliando o enfatizzando ciò che lo richiede tra i materiali relativi alle persone reali. Se egli si fa ammaliare dai dettagli di poca importanza anziché dalle qualità essenziali dei personaggi archetipici, questi devierà dal principio della tipizzazione. È sbagliato trascurare i fatti reali col pretesto di presentare le cose essenziali e legittime. La tipizzazione dei personaggi non deve permettere l'introduzione scriteriata della finzione totalmente aliena dalla realtà e nemmeno rendere di fantasia tutta l'opera senza neppure fare affidamento sugli archetipi e i materiali basati sui fatti. La nostra letteratura deve considerare quale suo principio la creazione della tipizzazione sulla base degli archetipi e dei fatti reali. Altrimenti, gli scrittori possono tendere a far ricorso alla finzione seduti alla scrivania senza fare esperienza della realtà. Basarsi su archetipi e fatti si conforma alla situazione attuale in cui un gran numero di persone jucheane fanno la loro comparsa ed è di grande importanza nell'instaurazione di una stretta relazione tra la letteratura e la realtà e tra la letteratura e le masse, oltre che nel rafforzamento dell'esperienza reale dello scrittore.
Una cosa importante nella creazione dell'immagine dell'archetipo jucheano è la presentazione vivida delle sue caratteristiche specifiche. Si è sempre sottolineato che l'individualizzazione dei personaggi è un principio fondamentale della tipizzazione. Se la rappresentazione del personaggio è arida e scialba, non si può sentire il respiro della persona reale. La caratterizzazione priva di vita rende sterile tutta l'opera.
Lo scrittore deve scoprire il carattere dell'uomo per la letteratura. Colui che non ha scoperto il carattere eccezionale dell'eroe non ha il diritto di iniziare a scrivere. Egli dovrà produrre in ogni opera nuovi personaggi che può dire essere sue scoperte.
La rappresentazione delle persone diverrà vivida allorquando i loro caratteri e le loro vite saranno raffigurati a tre dimensioni da varie angolature. È errato trascurare l'aspetto della loro natura a beneficio dell'attenzione all'aspetto della loro concezione del mondo. La natura dell'uomo è un elemento importante nella definizione del suo carattere. Nella maggior parte dei casi esso varia. È relativamente solido e non cambia facilmente nella sua vita. Sebbene identiche nella loro concezione del mondo, le persone si distinguono nei loro caratteri se le loro concezioni riflettono differenti nature. È contrario al principio della tipizzazione sottolineare solo la natura innata o deformata che non si accorda alle caratteristiche e ai gusti della nostra nazione o descrivere la natura in modo banale o su un modello rigido.
Lo scrittore non deve sottolineare solo gli aspetti positivi nella creazione di un archetipo. Rendere un elevato omaggio al prototipo positivo nella nostra letteratura è in sé una critica del negativo, ma è sbagliato mettere in evidenza solo il positivo. Nella nostra società, tra la gente, non ci sono solo aspetti positivi ma anche negativi. Al fine di trasformare tutti i membri della società come richiesto dalle idee del Juche è necessario condurre una forte lotta ideologica contro il negativo conducendo un'educazione tramite esempi positivi. Fingere di non vedere i fenomeni negativi che esistono nella realtà non è un atteggiamento da comunisti e va inoltre contro la coscienza dello scrittore che rappresenta la voce della società. Egli deve acquisire lo spirito di difendere ardentemente il positivo e criticare spietatamente il negativo.
La critica del negativo è una lotta per correggere l'ideologia errata che si basa su una concezione arretrata del mondo, pertanto dev'essere sempre priva di compromessi, incrollabile e approfondita. Le opere letterarie trattano i personaggi negativi nella nostra società principalmente per insegnare al popolo la lezione di vita tramite la raffigurazione dei personaggi che trasformano sé stessi grazie alla critica di principio dei loro compagni e del collettivo e al loro sincero amore. Se i personaggi negativi riescono a dare al popolo una seria lezione di vita che non dimenticherà mai, allora la rappresentazione avrà avuto successo.
Quando si raffigura il prototipo positivo bisogna guardarsi dalla tendenza di sottolineare solo i suoi aspetti positivi o di idealizzarlo. Nessuno è privo di demeriti; la differenza sta nel quanto rapidamente li si corregge. Se lo scrittore vuol presentare un personaggio positivo tanto veridicamente come nella realtà, egli dovrà produrre un ritratto veritiero dell'uomo in sviluppo che si coltiva incessantemente e si forma nella vita.

5. LA VITA E LA DESCRIZIONE

1) UNA COMPRENSIONE CORRETTA DEL SEME DELL'OPERA È ESSENZIALE

Abbiamo avanzato la teoria del seme dell'opera artistica e letteraria molto tempo fa. Da allora, questa teoria ha pienamente dimostrato la sua verità e la sua validità nella pratica del lavoro creativo. Questa teoria ha svolto un ruolo importante nell'effettuazione di una rivoluzione nel settore artistico-letterario e nell'inaugurazione dello storico auge di questo ambito. Dovremo applicare a fondo questa teoria anche nel futuro. A tal proposito, siamo tenuti ad avere una comprensione corretta dell'essenza del seme.
Il seme equivale al nucleo di un'opera. È l'essenza vitale che contiene sia il soggetto principale dello scrittore sia il suolo su cui gli elementi dell'immagine possono mettere radici.
Alcuni scrittori, ancora impantanati nei concetti convenzionali, pensano erroneamente che il seme sia qualcosa di identico al tema dell'idea; non la vedono come una categoria appena scoperta. Il tema e l'idea sono stati discussi nella teoria letteraria per molti anni, durante i quali la veduta che il tema e l'idea sono gli elementi più essenziali nel lavoro letterario si è consolidata. Coloro che osservano questa opinione convenzionale scambiano il seme per qualcosa come il tema o l'idea.
L'incomprensione del seme è dovuta in parte al fatto che essi già in passato non hanno avuto una comprensione corretta dell'essenza del tema e dell'idea. In un'opera letteraria gli elementi individuali come il tema, l'idea e la caratterizzazione sono inseparabilmente legati l'uno all'altro e la loro concettualità può essere definita appropriatamente solo nel contesto del sistema generale di raffigurazione artistica. In particolare, l'adeguata chiarificazione delle categorie, che costituiscono il nucleo della letteratura, deve precedere la chiarificazione degli elementi individuali. Il nucleo dell'opera è l'elemento più importante che può germogliare e far crescere tutti gli elementi individuali dell'opera.
In passato, alcuni vedevano giustamente il tema nel problema sociale trasposto nell'opera, ma la maggior parte di essi la consideravano come l'asserzione dello scrittore nell'opera o l'idea che dà l'impulso alla creazione. Questa è l'opinione secondo cui il tema è praticamente la stessa cosa dell'idea oppure il nucleo dell'opera.
Poiché quest'ultimo non è stato chiarito e il concetto del tema non è stato definito appropriatamente in passato, la gente non ha maturato una comprensione corretta dell'idea dell'opera. Pensando che l'idea di base dell'opera è il tema, alcuni hanno definito il concetto di secondaria importanza come l'idea; altri hanno fatto come se il tema e l'idea fossero identici e non due cose diverse.
Certo, ci sono stati alcuni che hanno considerato il tema come un problema sociale e l'idea come l'affermazione ideologica ed estetica dello scrittore. Ma, oscurato da questo o quell'altro difetto, la loro opinione non ha avuto riconoscimenti. L'instaurazione della teoria del seme, nocciolo dell'opera, ha prodotto una soluzione adeguata al problema degli elementi costitutivi della rappresentazione dell'opera.
Il seme differisce sia dal tema che dall'idea.
Al fine di maturare una comprensione corretta dell'essenza del seme è importante, prima di tutto, capire qual è l'essenza ideologica della vita.
L'uomo trasforma la società e conquista la natura con scienza e coscienza, procedendo dalle sue aspirazioni ed esigenze. Quindi, il tale o tal altro fenomeno della vita possiede, senza eccezioni, un certo significato ideologico, e questo è inevitabile. Alcuni significati ideologici sono racchiusi non soltanto negli incidenti o negli eventi storici di grande importanza sociale, ma anche nella vita quotidiana dell'uomo. I fenomeni naturali correlati alle attività dell'uomo, per non parlare dei fenomeni sociali, hanno tutti dei precisi significati ideologici. Divertendosi in un bel giardino fiorito, le persone non solo sentono intensamente la devozione del giardiniere ma capiscono anche la sua concezione della bellezza e i suoi gusti raffinati.
Il tipo di significato ideologico contenuto e a quale livello lo è cambia a seconda dei fenomeni della vita. Nella realtà, alcuni hanno un semplice significato ideologico e altri ne hanno diversi. In generale, i fenomeni della vita non sono semplici; essi si intrecciano in maniera complicata, dando forma a vari significati ideologici. Tra questi, ve n'è uno che è il più importante è determinante e che governa e limita gli altri. Esso è il fattore basilare, il nucleo che garantisce la sua stessa esistenza. Tale nucleo è la vera essenza ideologica della vita.
Tuttavia, non è vero che ogni tipo di essenza ideologica della vita diventa il seme della letteratura. Alcuni si possono affrontare in essa e altri no; alcuni che possono essere trattati nella letteratura lo possono essere in altri ambiti dell'umanistica. Sebbene la letteratura sia l'enciclopedia della vita, essa non può contenere l'essenza ideologica di ogni tipo di vita. Questo perché vi è una legge che governa la rappresentazione artistica che è specifica della letteratura, la legge per cui la vita deve riflettersi artisticamente in forma emotiva.
Alcuni dei nostri scrittori hanno fatto a pugni per molti anni con l'essenza ideologica ingestibile nella letteratura. La principale ragione di ciò è che essi confondono l'idea col seme, pensando in maniera unilaterale che il seme è soltanto l'essenza ideologica.
Il seme è l'essenza ideologica della vita, ma si distingue dall'idea espressa in generale. Esso viene compreso sia dalla ragione che dai sensi ed è l'emozione che simpatizza con esso. Questo ispira peraltro non soltanto il pensiero logico ma anche quello artistico.
L'idea è soggettiva e si manifesta generalmente in forma astratta. Ma ciò che è ideologico e racchiuso nella vita è oggettivo e trova espressione in forma nitida in un oggetto concreto. È inscritto nella natura dell'uomo, negli eventi e nei fenomeni della vita. Si trova in un oggetto concreto e definito. Il seme, che è anche l'essenza vitale ideologica, è distinguibilmente incluso in un oggetto concreto. Questo oggetto è la vita che contiene sia il principale soggetto dello scrittore che il suolo in cui gli elementi dell'immagine affondano le proprie radici.
In quanto tale, il seme gode di simpatia ideologica ed emotiva. L'essenza vitale ideologica che motiva la mente dello scrittore, agita il suo cuore, gli dà l'idea e suscita emozioni in lui è il vero seme dell'opera letteraria.
L'essenza vitale ideologica che non ha né il soggetto principale per lo scrittore né il suolo in cui gli elementi dell'immagine possano mettere radici, e che quindi non può catturare il cuore dello scrittore e risvegliare le sue emozioni, non può essere il seme dell'opera, a prescindere da quanto grande sia il suo significato sociale. Dimenticarsi di ciò porta lo scrittore a impelagarsi in ciò che è puramente ideologico sulla credenza che il seme sia l'essenza ideologica. Solo l'essenza vitale ideologica che accende la passione per la creazione nel cuore dello scrittore e che la alimenta, lo conduce al mondo dell'esperienza emotiva e gli offre una visione creativa che può fungere da seme per un'opera letteraria.
È altresì necessario avere una comprensione corretta dei rapporti tra il seme e l'idea dell'opera letteraria.
Che il seme sia l'essenza ideologica della vita non significa che sia identico all'idea dell'opera. L'idea dell'opera si forma su ampia scala. Essa consta dell'insieme integrale del seme, dei contenuti ideologici che vari elementi dell'immagine come la caratterizzazione, gli eventi e i conflitti definiti dal seme possiedono nella vita e dell'idea che di essi ha lo scrittore. In breve, l'idea dell'opera è l'asserzione che lo scrittore vuole avanzare nel corso della coltivazione del seme, il suo apprezzamento della vita descritta nell'opera e la sua conclusione circa i destini dei personaggi. Questo dimostra che il seme non può sostituire l'idea dell'opera sebbene sia la sua essenza ideologica. L'idea dell'opera deriva dal seme ed è determinata dal seme.
Il seme dell'opera letteraria è l'essenza ideologica della vita che contiene il soggetto principale dello scrittore.
Il soggetto principale contenuto nella vita viene approfondito al fine di farlo diventare il tema dell'opera da crearsi. Il tema è il principale soggetto che lo scrittore vuole sviscerare nell'opera. Esso, in veste di questione sociale e umana, si presenta nella vita che racchiude il seme.
Il tema del capolavoro classico Il destino di un membro del corpo d'autodifesa è la questione del destino della nazione in rovina, la problematica vitale della nazione assediata e al bivio tra obbedire agli oppressori oppure resister loro. Questa è stata una questione fondamentale sollevata dalla situazione reale del nostro paese negli anni '30 che incarnava il punto di fondo ideologico per il quale non si poteva evitare l'uccisione indipendentemente dal fatto di unirsi o meno al “corpo d'autodifesa” e, ancor più nel concreto, dalla vita legata al “corpo d'autodifesa”, un'organizzazione fantoccio degli aggressori imperialisti giapponesi. I poveri coreani non poterono trovare un posto in cui vivere nella terra dominata in punta di baionetta dagli aggressori giapponesi. Né avevano un luogo in cui essere sepolti dopo la morte. I coscritti nel “corpo d'autodifesa” dovevano servire da carne da cannone per gli imperialisti giapponesi soltanto per venire ammazzati come cani. E a coloro che non vi entravano toccò la morte per le fatiche sovrumane e la fame. Questa tenebrosa e tragica situazione fece sorgere la questione delle sorti della nazione coreana.
Il seme e il tema sono inseparabilmente legati l'uno all'altro dall'interno della vita. Che l'essenza ideologica della vita possa diventare il seme dell'opera letteraria oppure no è deciso dall'inclusione di una questione umana nella vita. L'essenza vitale ideologica che non si soffermi sul problema umano non può essere il seme di un'opera letteraria. Ciononostante, il tema non determina in alcun modo il seme. Ciò che governa la vita contenendo il soggetto principale dello scrittore è l'essenza ideologica in essa racchiusa. Poiché il soggetto principale ha affondato le radici esattamente nell'essenza ideologica della vita, il tema è limitato dal seme.
Il seme da affrontare nell'opera letteraria è l'essenza ideologica della vita che contiene il suolo in cui gli elementi dell'immagine possono affondare le proprie radici.
Il seme consente allo scrittore di discernere i tratti dell'immagine che si appresta a creare. Esso gli dà un abbozzo dell'immagine primaria della personalità dell'eroe e di altri caratteri principali, dei rapporti tra i personaggi e gli elementi di primo piano dell'immagine come gli eventi, i conflitti e l'intreccio.
Questo presenta la questione di come considerare i rapporti tra il seme e il materiale. Il materiale riguarda la vita e serve da base dell'immagine artistica dell'opera letteraria, mentre il seme è l'essenza ideologica della vita. Sia il materiale che il seme si basano sulla vita, perciò sono strettamente legati tra loro. Francamente parlando, lo scrittore può scoprire per caso la sostanza ideologica della vita nel corso della raccolta dei materiali sulla vita nella realtà e assumerla quale seme dell'opera che si accinge a scrivere. Per questo motivo egli pensa spesso che il materiale e il seme siano simili o identici e, nel peggiore dei casi, confonde il materiale col seme. Se l'essenza ideologica che egli scopre addentrandosi nei materiali sulla vita che egli ha raccolto nella realtà può essere inclusa nell'opera letteraria, allora può ovviamente dire di aver scoperto il seme. Ma se non vi è alcuna sostanza ideologica che può essere affrontata nell'opera letteraria o se lo scrittore non riesce a scoprirla in anticipo, i dati della vita non sono altro che il materiale stesso.
I materiali sono i dati fattuali nella vita. Sono sempre concreti. Nel caso del materiale riguardante un uomo, deve trattarsi di qualcosa che dia risposte alla questione di quando e dove ha fatto cosa e come e, nel caso del materiale relativo a un evento, alla questione di quando, dove e come è successo e per quale motivo. Pertanto, nel momento in cui ha scelto il materiale, lo scrittore può avere un quadro concreto e nitido delle figure o degli eventi singoli. Nondimeno, il materiale non può dare il quadro generale dell'immagine dell'opera e, inoltre, non può neanche determinare gli elementi dell'immagine come le personalità dei personaggi, i rapporti tra di loro, gli eventi e i conflitti, né indicare come e in quale direzione vanno raffigurati.
A differenza del materiale, il seme non dà un quadro concreto degli elementi della raffigurazione. Il seme fa solo immaginare gli elementi alle persone tramite l'associazione. Ma il seme, a differenza del materiale, determina la selezione degli elementi individuali, dà un suggerimento di come usarli e in quale ottica e dà un quadro integrale dell'immagine dell'opera da scriversi. Il materiale stesso è determinato dal seme. Questo perché il seme è l'essenza ideologica della vita che contiene il suolo in cui gli elementi dell'immagine possono mettere radici.
Al fine di maturare una comprensione corretta dell'essenza del seme dell'opera letteraria è necessario capire che il seme è il nucleo del sistema dell'immagine dell'opera.
Chiarificare il nucleo dell'opera è un problema importante nel corso delle attività creative e della teoria artistico-letteraria. Le attività creative di successo e le qualità ideologiche e artistiche di un'opera dipende da cosa viene concepito per nucleo.
In passato alcuni scrittori prendevano il tema, l'idea o la caratterizzazione per il nucleo dell'opera e alcuni drammaturghi consideravano i conflitti come la vita dell'opera teatrale. Questa incomprensione del nucleo dell'opera ha portato alla produzione di opere con un barlume di idea ma senza la caratterizzazione di persone reali, opere con caratterizzazione ma scevre di un'idea significativa e opere piene di inutile tensione ma prive di un'idea e di una caratterizzazione fondate. È vero che il tema, l'idea, la caratterizzazione e i conflitti occupano posti importanti nel sistema della raffigurazione. Ma nessuno di questi può occupare lo stesso posto del seme.
Il seme scelto dalla vita e artisticamente coltivato costituisce il nucleo dell'opera. Ciò significa che il seme è la sostanza principale che forma il centro di tutti gli aspetti dell'immagine.
Al fine di avere una comprensione corretta del fatto che il seme è il nucleo dell'opera, è importante afferrare il fattore del nucleo. L'essenza del seme non può essere chiarita se quest'ultimo viene definito come il nucleo dell'opera sulla base della sua funzione nel sistema della raffigurazione. Naturalmente, la funzione è una ragione importante per cui il seme diviene il nucleo dell'opera, ma vi è anche il fattore principale che garantisce anche quella. Gli scrittori devono saperlo. Solo così potranno afferrare l'essenza del seme.
Il fattore principale per cui il seme è il nucleo dell'opera riguarda la sostanza ideologica che incarna la più profonda essenza della vita riflessa nell'opera. Senza questa sostanza, la vita presentata nell'opera diventa secca e la sua immagine artistica verrà privata del suo colore. La sostanza ideologica è l'anima e il cuore della vita riflessa in un'opera. In quanto tale, il seme costituisce il solo ed unico centro che determina, unifica e dirige tutti gli elementi costitutivi dell'immagine di quell'opera.
L'esperienza pratica dimostra l'importanza del ruolo che il seme svolge nelle attività creative dello scrittore e nel sistema artistico di un'opera. Tutti gli elementi costitutivi dell'immagine dell'opera formano un quadro unificato in quanto si mettono in moto per coltivare il seme. Il contenuto e la forma dell'opera si saldano sulla base del seme e le sue qualità ideologiche e artistiche si combinano col seme quale fondamenta. Il seme è il vero nucleo dell'opera.
Il corso nel quale il seme il seme diventa il nucleo dell'opera dalla sostanza ideologica della vita è il corso del lavoro creativo dello scrittore e della delineazione di un nuovo mondo artistico. Solo il seme e nient'altro che il seme può unificare il corso del lavoro creativo e della rappresentazione artistica e fungere da criterio base nella soluzione delle problematiche sorte in questo corso. Per questa ragione il seme è associato a una sola opera e muore se staccato da essa. Il motivo principale per cui le opere letterarie differiscono le une dalle altre è che sono fiorite dai semi ad esse peculiari.
Scegliere il giusto seme e coltivarlo adeguatamente nel lavoro creativo è il problema fondamentale che decide le sorti dell'opera. Scegliere il giusto seme e creare un'immagine artistica sulla base di questo dev'essere la fisiologia e la regola ferrea della creazione letteraria.
Lo scrittore sente l'urgenza di creare in varie occasioni nella vita. La scoperta di un'idea o di personaggi significativi, un evento o dei dettagli interessanti possono motivarlo a scrivere. Indipendentemente da ciò che ha scoperto o da ciò che lo ha catturato di primo acchito, lo scrittore deve pianificare il suo lavoro e scrivere solo dopo aver afferrato il seme. Quando ha scelto il seme, deve rivedere tutti i personaggi e gli eventi alla luce delle esigenze del seme e scartare ciò che non vi si conforma, anche se lo ha scoperto come prima cosa.
Dove c'è vita c'è un seme che può estrinsecarsi in un'opera. Nella nostra vita degna che brulica di creazioni e innovazioni, vi sono innumerevoli semi di valore che eccitano lo scrittore e gli danno ispirazione creativa. Ma il seme da contenersi in un'opera letteraria non si coglie facilmente sempre e ovunque. Il corso della scoperta del seme nella vita si accompagna al processo di penetrazione nell'essenza della vita. Lo scrittore studia anatomicamente la vita, spremendosi le meningi per scoprire la sua essenza e i problemi umani in essa racchiusi, perciò può afferrare l'essenza della vita meglio di chiunque altro. Ma alcune essenze sono difficili da raffigurare accuratamente per lo scrittore e altre, seppure siano stati esposti i loro esatti significati, non attraversano più in ogni momento la sua mente. L'essenza della vita che egli ha già scoperto gli passa per la testa nell'istante in cui è nuovamente testimone di un evento significativo della vita. Questo perché il fenomeno della vita agisce da stimolatore per la descrizione dell'essenza della vita che ha nella sua testa. Proprio in questo frangente egli può afferrare il seme. Non è che lo scrittore può far suo il seme soltanto ricordandosi in un certo momento l'essenza della vita che aveva già trovato; egli può scoprire dal nulla l'essenza della vita di cui non è cosciente mentre assiste a un fenomeno e studiandolo profondamente. Questa essenza può divenire il seme dell'opera.
Il seme non giace sulla superficie della vita, ma è nascosto nei suoi bassifondi. Non si rivela facilmente in una vita ordinaria priva di eccitazioni e cambiamenti. Esso compare nitidamente quando si rompono le consuetudini della vita per via dei subbugli provocati nella vita da un certo impulso scioccante o quando avviene un cambiamento notevole nel destino di un uomo. Il fattore fondamentale che cambia il corso della vita o pone in essere un drastico cambiamento nel destino dell'uomo incorpora il seme, la sostanza ideologica della vita. Lo scrittore non deve farsi incantare dai tumulti che avvengono sulla superficie della vita; deve esplorare ulteriormente e studiare il fattore fondamentale di detto tumulto. Così facendo, egli coglierà il seme della sua opera.
Il corso dell'esplorazione dell'essenza ideologica della vita è quello della penetrazione dell'essenza a partire dal fenomeno. Lo scrittore non deve limitarsi all'esame dei fenomeni della vita, ma avere la capacità di pensare e studiare da un punto filosofico e, con questa capacità, addentrarsi in profondità nell'essenza della vita dal fenomeno fino alla fine. Soltanto quello scrittore che pensa filosoficamente alla vita può scoprire un seme significativo e ricco. Tutte le pregevoli scoperte artistiche registrate nella storia umana della letteratura sono frutti preziosi di un profondo pensiero filosofico da parte degli scrittori famosi che si sono immersi in profondità nella vita dei loro tempi.
Una volta scelto un buon seme, lo scrittore dovrà concentrare tutti gli elementi artistici su di esso e sviluppare a fondo il suo potenziale narrativo.
La selezione appropriata del seme non equivale al compimento di un buon lavoro. La scoperta del seme serve solo da condizione preliminare e da base della creazione letteraria. Un buon seme è in grado di condurre alla produzione di una buona opera. Ma se ne possono anche produrre di mediocri pur con un seme scoperto dopo uno sforzo immane.
Il seme va coltivato in modo artistico cosicché possa germogliare spontaneamente attraverso una descrizione realistica e nitida. Un'opera letteraria può acquisire valore allorché sia chiara nelle sue intenzioni ideologiche e profonda filosoficamente, ed eserciti un effetto persistente sulla vita.
L'essenza ideologica della vita non dev'essere espressa crudamente a dispetto della logica della vita, col pretesto di sviluppare il seme, né questi va mostrato in modo diretto tramite il discorso o la narrazione, come fanno alcuni romanzi e opere teatrali. Certamente, le parole o la narrazione possono mettere in risalto il seme. Alcune delle opere prodotte recentemente sottolineano la sostanza ideologica tramite le parole dell'eroe, rendendo così chiari i loro contenuti ideologici. Se il seme si è sviluppato appieno nel processo di presentazione artistica dell'opera, la sua sostanza ideologica può esprimersi nelle parole o nella narrazione nel senso di sottolinearla una seconda volta. Gli scrittori non devono pensare che sia un metodo efficace di sviluppare il seme quello di aggiungere dopo dopo aver investito meno sforzi sulla concentrazione degli elementi descrittivi e nel loro arricchimento in base ai suoi requisiti, oppure sottolineare l'essenza ideologica in una parte importante. Il seme deve rivelarsi genuinamente attraverso la principale linea descrittiva.
Lo scrittore non deve cercare di creare un'immagine artistica con un'idea astratta che non dà un quadro artistico. Se egli cade nel soggettivismo, il seme muore. Per lo scrittore, il seme dev'essere la scoperta delle scoperte. Al contempo, la caratterizzazione, gli eventi, i dettagli e gli episodi che vengono rappresentati sulla base del seme devono anch'essi essere nuovi e originali.
Gli scrittori devono trovare semi pregiati capaci di soddisfare le aspirazioni dei tempi e le richieste delle masse, creando in tal modo opere davvero realiste e rivoluzionarie in cui qualità ideologicamente alte e artisticamente raffinate si combinino.

2) CHE COSA È DECISIVO: IL PERSONAGGIO O L'EVENTO?

Come l'uomo viene osservato e descritto è il punto di partenza della creazione letteraria.
Nella letteratura l'uomo deve collocarsi saldamente al centro della raffigurazione, guidando positivamente le complicate e variegate correnti della vita. È l'uomo che crea la vita e ne beneficia. Tutti i fenomeni sociali accadono grazie alla sua azione e i cambiamenti e gli sviluppi sono dovuti al suo ruolo positivo. La letteratura che osserva e descrive la realtà dal punto di vista del Juche deve porre l'uomo al centro della raffigurazione e ritrarlo in notevole rilievo.
L'uomo non può esistere separato dalla vita, ma l'uomo e la vita non stanno nella stessa posizione. L'uomo occupa il ruolo di padrone della vita. Può esserci vita soltanto ove vi sia un essere umano. Nella letteratura tutti i fenomeni della vita dovranno aver luogo con l'uomo al centro e subordinarsi alla raffigurazione dell'uomo.
Che la letteratura ritrae l'uomo significa che raffigura il suo carattere. Che la letteratura debba porre l'uomo al centro della raffigurazione vuol dire che quest'ultima dev'essere eseguita ponendo la principale enfasi sul suo carattere. La letteratura deve creare una rappresentazione mettendo l'accento sul personaggio, non sull'evento.
Trattando l'uomo come parte del mondo materiale, la letteratura del passato non ha tracciato una linea di principio tra l'uomo e gli altri oggetti. Quanto al personaggio e all'evento, essa mise in primo piano sul loro rapporto di unità e li affrontò nel contesto della raffigurazione dell'uomo. Come risultato dell'enfatizzazione di questa relazione tra il personaggio e l'evento priva di una linea di demarcazione tra questi, essa non riuscì a definire il principio del lavoro creativo nell'accentuazione particolare del personaggio.
Se non si dà rilievo al personaggio, l'opera letteraria non si confarà alla vera natura dell'umanistica. Anche se l'opera ritrae il personaggio, l'evento non gli si subordinerà in ogni caso, né lo seguirà linearmente. Se l'opera risolve inappropriatamente la questione del rapporto tra il personaggio e l'evento, quest'ultimo potrebbe prevalere sul primo.
Il personaggio e l'evento sono organicamente legati l'uno all'altro e allo stesso tempo hanno caratteristiche diverse. Che l'evento si verifichi e si sviluppi per via dell'azione del personaggio e che il personaggio si riveli ed evolva tramite l'evento vuol dire che vi è un rapporto organico tra di loro. Ma esistono nette distinzioni tra i due. Il personaggio è più interno ed essenziale, mentre l'evento è più esterno e fenomenico. Il personaggio è più attivo, l'evento è più passivo. Che si consideri come il problema di fondo il personaggio o l'evento è il risultato di cosa si ritiene e si mette in evidenza come principale: l'essenziale o il fenomenico, l'attivo o il passivo. Considerare il personaggio come l'aspetto positivo nel rapporto tra questi e l'evento è considerare l'uomo come l'ente principale tra gli esseri oggettivi, e dare la priorità all'essenziale sul fenomenico.
Assegnare un significato fondamentale al personaggio sull'evento nella letteratura è il giusto requisito dello sviluppo di quest'ultima e di quello della coscienza estetica delle masse.
Nella fase inferiore dello sviluppo dell'essere umano, la cui abilità di pensiero astratto era ancora lungi dal prendere forma, l'uomo percepiva il mondo attorno a lui soltanto visualmente e le opere artistiche che rispecchiavano la coscienza di quei tempi erano semplici imitazioni delle cose e dei fenomeni del mondo circostante. Più i tempi sono maturati, più si è elevata la capacità dell'uomo di capire le cose e i fenomeni. Ma ciò è avvenuto molto lentamente e gradualmente. Così, le tracce dell'arte che riflettevano il mondo circostante così com'era sono rimaste nella cultura umana per lungo tempo.
La gente della nostra era, che ha una coscienza sana, cerca di studiare l'essenza di tutto; essa non osserva le cose visualmente. Essa legge opere letterarie poiché attratta dai caratteri dei personaggi, non per leggere una storia piena di incidenti in una cornice divertente. La letteratura può soddisfare il senso moderno di bellezza soltanto allorché metta l'accento sui personaggi.
Al fine di dare la priorità al personaggio sull'evento, è essenziale incrementare decisivamente il livello di caratterizzazione delle opere letterarie.
Il problema di far risaltare la caratterizzazione non si risolve anche se il personaggio è relativamente più cospicuo dell'evento in un'opera letteraria. Sminuire l'evento credendo di mettere in luce il personaggio è il miglior modo per rovinare l'opera stessa. Bisogna incanalare grandi sforzi nel miglioramento della raffigurazione del personaggio così da far sì che le persone siano attratte più dai personaggi che dagli eventi.
Allo scopo di considerare primariamente il personaggio rispetto all'evento è d'uopo concentrare le esigenze del seme sulla caratterizzazione.
Poiché il seme guida la falsariga principale della raffigurazione di un'opera, il personaggio può essere ritratto su questa linea soltanto in stretto legame col seme. Il seme, per sua natura, si sviluppa attraverso la raffigurazione dei caratteri dell'eroe e di altre figure. Pertanto, non può evolversi adeguatamente se non si sostengono i caratteri delle figure, nonostante una storia interessante e un dramma strettamente amalgamato. Per tutte queste ragioni, la caratterizzazione non è il mezzo per sviluppare il seme soltanto. In quanto centro dell'immagine, essa fa la sua parte e agisce positivamente su tutti gli altri aspetti dell'immagine, conseguendo il suo specifico scopo informativo ed educativo. Essa deve impersonare l'esigenza del seme in modo concentrato per svettare al centro dell'immagine e svolgere il ruolo dirigente nella chiarificazione del tema e dell'idea dell'opera.
Il capolavoro immortale Mare di sangue descrive le operazioni “punitive” che gli imperialisti giapponesi eseguirono a Jiandao, un'operazione che i guerriglieri antigiapponesi eseguirono per attaccare una città fortificata, un'insurrezione coordinata dall'organizzazione rivoluzionaria clandestina e molti altri eventi. Certo, questi eventi sono descritti genuinamente e significativamente sulla base degli eventi storici occorsi a quel tempo. Ma la loro caratterizzazione dà un'impressione più profonda rispetto agli eventi, più che altro perché incarnano in modo concentrato l'esigenza del seme relativamente alla trasformazione del “mare di sangue” delle prove nel “mare di sangue” della lotta. Quest'opera mostra chiaramente che quando la caratterizzazione rappresenta l'esigenza del seme in maniera concentrata, si può sostenere non solo il seme ma anche la caratterizzazione.
Al fine di mettere l'accento sul personaggio piuttosto che sull'evento, la trama dell'opera dev'essere composta in modo da diventare la storia dello sviluppo del personaggio.
Adesso alcuni pensano che l'intreccio sia la stessa cosa della linea degli eventi, ma si sbagliano. La storia di un'opera consta di eventi, episodi, dettagli di vita e psicologia e del percorso individuale dei personaggi. In altre parole, essa può includere tutti i contenuti che formano il flusso della vita. Il processo di inizio, sviluppo e conclusione degli eventi non è altro che un aspetto dell'intreccio. Questi non è un semplice raggruppamento di tali o tali altri eventi, ma il corso inevitabile dello sviluppo dei caratteri delle personalità e della vita dei personaggi. La trama si intreccia insieme alla formazione e allo sviluppo dei rapporti umani nel corso dell'inizio e dello sviluppo della storia. Quindi essa va strutturata di modo che i rapporti tra i personaggi e il corso di evoluzione delle loro personalità si intreccino in una trama. La trama della storia va composta in base al processo di sviluppo delle caratteristiche dei personaggi con l'eroe al centro e l'intreccio concepito in modo da far sì che gli eventi, i conflitti e gli episodi si verifichino e si sviluppino attraverso i rapporti tra le personalità.
Che l'organizzazione delle emozioni dev'essere la cosa principale nella trama deriva dall'esigenza in base alla quale essa dev'essere composta mettendo l'accento sulla caratterizzazione. L'organizzazione delle emozioni è un metodo descrittivo volto a rivelare l'essenza di un personaggio dal punto di vista emotivo. Poiché l'emozione forma il mondo interiore dell'uomo assieme all'idea, è impossibile chiarificarlo appropriatamente separato da essa e, dunque, creare un ritratto verosimile del suo carattere. Le emozioni ben ordinate possono sostenere i caratteri di tutti i personaggi e renderli quanto più realistici. La letteratura incentrata sugli eventi si appiglia a questi ultimi, ritenendo la loro organizzazione l'elemento principale della trama. Stando così le cose, essa non riesce a ritrarre in profondità le idee e i sentimenti dell'uomo e, nella maggior parte dei casi, riempie la storia di eventi rivolti principalmente all'intrattenimento. L'organizzazione degli eventi getta solo le fondamenta della vita che formano i rapporti umani e condizionano le azioni dei personaggi. Solo quando diventa la base dell'organizzazione delle emozioni può essa contribuire alla caratterizzazione e commuovere la gente.
L'eroe è il primo personaggio che necessita uno sforzo nella rappresentazione delle figure. Poiché l'eroe rappresenta il gruppo dei personaggi ritratti nell'opera letteraria, la qualità generale della caratterizzazione dipende da come il suo carattere è descritto. Per quanto sia difficile comporre la trama in base al corso dello sviluppo del carattere umano, la caratterizzazione nel suo insieme può venire oscurata dal corso degli eventi a meno che non si metta in rilievo l'eroe.
L'eroe deve stare al centro della trama, collegando e dirigendo i caratteri. Al fine di sostenere l'eroe, egli deve svolgere il ruolo guida nella risoluzione del principale problema dell'opera e collocarsi al centro delle relazioni umane, cosicché gli altri personaggi lo seguano nelle sue mosse.
Il problema di comporre la trama considerando primariamente il personaggio si presenta quantomai urgentemente nel romanzo e nelle altre opere dotate di un gran numero di elementi epici. Storicamente parlando, il problema di ciò che è decisivo nella letteratura, il personaggio o l'evento, si è presentato seriamente nei generi della letteratura romanzata e drammaturgica. È necessario prestare maggiore attenzione alla soluzione dei rapporti tra il personaggio e l'evento nei romanzi e nelle opere teatrali che trattano con un numero assai maggiore di incidenti rispetto agli altri generi letterari.
È altresì importante gestire gli eventi in maniera efficace nella letteratura, mettendo al contempo l'accento sulla caratterizzazione.
Le opere letterarie affrontano gli eventi di primaria e secondaria importanza, i grandi avvenimenti come quelli storici, e gli episodi tratti dalla vita. Che si accordi una considerazione prioritaria al personaggio non può in nessun modo voler dire che si possano trascurare gli eventi. Questi ultimi sono un elemento della vita in cui il personaggio si manifesta. L'ignoranza degli eventi può dar luogo alla perdita della base vitale per il personaggio. Essi possono mostrare l'essenza e la legge della vita e impartire una conoscenza e un'educazione di vario tipo al popolo. In particolare, allorché si affronta un certo evento o fatto storico, è di grande importanza raffigurarlo appropriatamente al fine di trasmettere una conoscenza profonda della tale storia. I romanzi della serie La storia immortale, che registrano la vita rivoluzionaria del grande Leader compagno Kim Il Sung con gli eventi storici quale intreccio, producono una rappresentazione realistica e profonda di ciascun evento dando la priorità alla raffigurazione dei personaggi. In questo modo essi consentono al popolo di familiarizzarsi in profondità con la sua vita rivoluzionaria.
In un'opera letteraria gli eventi assumono un grande significato, ma non hanno alcun valore a meno che non li si colleghi alla caratterizzazione. Essi sono un mezzo per la raffigurazione del personaggio. Devono essere socialmente significativi e anche descritti in modo da contribuire alla caratterizzazione. Il personaggio va strutturato come crescente e in evoluzione di pari passo con la corrente degli eventi significativi e della vita. La tendenza a mischiare insieme i grandi eventi storici è dovuta al fatto che si mette l'accento sulla sola organizzazione degli eventi alle spese della caratterizzazione. L'uomo è padrone della vita e allo stesso tempo degli eventi. Poiché gli eventi si verificano attraverso i rapporti tra le persone e tramite le loro attività, le caratteristiche dei personaggi devono essere sempre messe al centro della descrizione degli eventi.

3) LA POTENZA DELL'INTERPRETAZIONE CONSISTE NELLA SUA VERIDICITÀ E NELLA SUA FILOSOFIA

La veridicità è un requisito intrinseco della letteratura. Soltanto un'opera letteraria che rifletta veritieramente la vita umana può sopravvivere per sempre nella storia culturale dell'umanità, mantenendo la sua eterna vitalità. Un'opera priva di una rappresentazione veridica della vita, per quanto raffinata nella sua descrizione e rigorosa nella trama, non ha alcuna utilità. Essa è uno dei problemi più importanti nella produzione di opere letterarie. Persino a un'opera in cui sia incluso il principio politico e nella quale si manifesti nitidamente l'intenzione ideologica dell'autore sarà precluso l'amore della gente se la sua interpretazione non è verosimile.
La veridicità dell'opera letteraria è un criterio con cui misurare se e quanto la sua rappresentazione della vita aderisce alla realtà. Quando è così, essa è veritiera, altrimenti no.
Affinché un'opera letteraria sostenga la sua verosimiglianza, essa deve riflettere l'essenza della vita nella sua interpretazione. Se la presentazione dell'opera va contro l'essenza della vita, anche se identica ad essa superficialmente, essa non può garantire la veridicità dell'opera stessa. Soltanto quando l'interpretazione si accordi pienamente con l'essenza della vita e trabocchi dei suoi dettagli essenziali può, l'opera, diventare veridica.
Al fine di assicurare l'accordo tra l'interpretazione dell'opera e l'essenza della vita, è importante acquisire una comprensione corretta della correlazione tra l'essenza e il fenomeno. Naturalmente, non si può dire che i nostri scrittori non ce l'abbiano, e stesso dicasi per quanto riguarda il modo di assicurare l'interpretazione veritiera dell'opera. Essi la conoscono molto bene in via teorica, purtuttavia non riescono a creare un'interpretazione verosimile della vita nei loro lavori concreti, il quale fatto può spiegarsi sia col loro atteggiamento verso il lavoro sia con le loro qualifiche.
Che si crei o no un'immagine veridica della vita è un problema di maggiore importanza che ricade direttamente sulla coscienza dello scrittore, prima ancora di concernere il lavoro creativo pratico.
Esattamente come solo un vero uomo può dire la verità, soltanto uno scrittore può scrivere un'opera veritiera. Lo scrittore deve assumere un atteggiamento coscienzioso verso la società e influenzare le masse rappresentando la coscienza dei tempi. Uno scrittore che abbia sporcato la propria coscienza non può familiarizzarsi sinceramente con la realtà, e di conseguenza adornerà il suo lavoro di sole ipocrisie e falsità. Lo scrittore deve diventare una vera persona esemplare, rappresentante della coscienza pura, immacolata e immutabile, così da creare un quadro esatto della realtà con un corretto punto di vista in merito.
La coscienza dello scrittore riguardo al suo lavoro trova espressione nel suo atteggiamento di assumersi la responsabilità del proprio lavoro dinanzi al popolo. Egli deve pensare a fondo circa gli effetti che la sua opera può produrre sul popolo. Se il suo lavoro non aderisce alla realtà, potrebbe avere influenze negative sulla gente. Egli deve tenere ben presente che assicurare la veridicità di un'opera letteraria non è un problema di mero miglioramento delle sue qualità ideologiche e artistiche ma un problema legato alla sua trasformazione rivoluzionaria e all'educazione delle masse.
La rappresentazione veridica della vita dipende in gran parte da quanta esperienza lo scrittore ha guadagnato nella vita stessa.
Ciò che importa qui è eliminare la pratica di fare del lavoro letterario soltanto nel proprio studio o al modo di un giornalista. L'interpretazione di un'opera svolta nell'ignoranza o in opposizione alla realtà non può accordarsi con la vita vera. Colui che è riluttante a entrare in contatto col nocciolo delle cose e si limita a raccogliere materiali tutt'al più come un articolista, anziché sperimentare la realtà in prima persona, si siederà semplicemente alla scrivania, elaborando il suo progetto di scrittura relativamente a quale personaggio trattare in che modo e attraverso quale canale, e quale evento sviluppare tramite quali alti e bassi, prima di conformarlo ai materiali sulla realtà. Ogni lettore potrebbe facilmente intuire, per quanto attiene a questo tipo di lavoro, che ne sarà di quale carattere ed evento, anche senza leggerlo fino in fondo. Lo scrittore può anche prevedere che fine faranno le sue figure e i suoi eventi, ma non deve stabilirla in anticipo. Dopo aver deciso le figure e gli eventi, egli dovrà addentrarsi persistentemente nel processo del loro sviluppo secondo la logica della vita e della caratterizzazione, cosicché possano raggiungere spontaneamente la loro direzione.
L'opera letteraria non deve essere soltanto veritiera nella sua rappresentazione ma anche profonda nella sua qualità filosofica.
Oggi il mondo ideologico e spirituale del nostro popolo è a un livello molto alto e i loro sentimenti nella vita sono anch'essi ricchi ed elevati. Il popolo richiede opere eccellenti in cui possa visualizzare emotivamente il denso mondo della vita umana bella e nobile e pensare continuamente sul vero senso della vita. Al fine di conformarsi alle esigenze estetiche del popolo e condurlo ad acquisire punti di vista corretti sulla rivoluzione e sulla vita, bisogna creare opere filosoficamente profonde.
Assicurare la qualità filosofica dell'interpretazione è un requisito basilare ed essenziale che discende dalla natura della letteratura. La letteratura è una filosofia di vita che dà una risposta alla questione del destino umano tramite la raffigurazione artistica. La questione del destino umano è ciò che tanto la letteratura quanto la filosofia devono affrontare. Ogni problematica ad esso attinente non può essere trattata al di fuori dal punto di vista e dall'attitudine filosofici nei riguardi dell'uomo. Per questa ragione, la letteratura che dà una risposta alla questione del destino umano assume un carattere filosofico.
Affinché la letteratura divenga una filosofia di vita che trova una soluzione ai problemi del destino umano, essa deve ampliare le proprie qualità filosofiche.
La qualità filosofica di un'opera letteraria è lo spessore della verità della vita nuovamente scoperta e sviluppata in profondità attraverso la sua interpretazione da parte dello scrittore.
Il termine “qualità filosofica” può essere utilizzato nel lavoro letterario sia per una certa opera presa nel suo insieme sia come “dettaglio filosofico” o “parola filosofica” per un certo particolare o per una certa parola. La qualità filosofica sia di un lavoro nel complesso sia di uno specifico dettaglio o parola è indicativo tanto del significato che ciascuno di essi contiene una nuova scoperta dello scrittore quanto del significato che la verità della vita scoperta dallo scrittore è vasta. Soltanto un'opera in cui la questione del destino umano sollevata sia seria, l'idea che le dà una risposta sia profonda e l'interpretazione renda possibile la comprensione di dieci o cento cose attraverso una sola, può dirsi dotata di qualità filosofiche.
La qualità filosofica di un'opera non emerge soltanto perché un'opera contiene della filosofia o si distingua per un umore filosofico. In passato molti scrittori e teorici nel settore artistico-letterario chiamavano le opere che o trattavano problemi filosofici o contenevano della filosofia “opere filosofiche” e “opere di qualità filosofica”; tra l'altro, un tempo fece la sua comparsa in Europa persino una forma di romanzo chiamata “romanzo filosofico”. Tra le opere che chiamavano “filosofiche”, tuttavia, solo poche trasmettevano emozioni artistiche realmente grandi ai lettori, trascinandoli intensamente nel mondo della speculazione filosofica.
La sceneggiatura de La famiglia di Choe Hak Sin è un'opera che non tratta di logiche filosofiche, né assume un umore filosofico. Tuttavia, dà una chiara spiegazione filosofica della profonda verità della vita per cui non possiamo respirare lo stesso ossigeno degli imperialisti USA, tramite la sua descrizione del tragico destino della famiglia di un prete che credette nell'imperialismo americano come in Dio per tutta la vita, finendo soltanto in rovina. La qualità filosofica è la profondità della filosofia di vita che emerge in un'opera.
La qualità filosofica di un'opera letteraria è strettamente legata alla qualità dell'interpretazione veridica. Nel lavoro letterario, quanto più veritieramente si descrive la vita, più profondamente se ne rappresentano le qualità filosofiche e più l'idea importante e profonda viene compresa nella rappresentazione, tanto più integralmente se ne garantirà l'aderenza alla vita.
Per impersonare delle qualità filosofiche nella letteratura, va selezionato e coltivato bene il seme di dette profonde qualità. Scegliere il seme della profondità filosofica è una precondizione per l'assicurazione della qualità filosofica di un'opera, che dipende dalla profondità dell'idea e dell'interpretazione che chiarisce l'essenza della vita e la legge di sviluppo del suo processo. L'ampiezza filosofica di un'opera viene garantita soltanto quando ponga la questione seria e incisiva di che cos'è la vera vita di un uomo, dove risiede la felicità genuina e come l'uomo deve vivere e lottare per forgiare il suo destino, e dia una risposta articolata a tutto ciò ad un alto livello artistico. Il seme è precisamente il nocciolo ideologico della vita che lo scrittore ha scoperto e impiantato nel suo lavoro. Pertanto, che tipo di seme lo scrittore ha scelto determina la profondità filosofica della sua opera.
L'ampiezza della questione umana è un fattore centrale per garantire la profondità filosofica di un'opera, che dipende grandemente da quanto importante ed estesa è la questione umana trattata dall'opera in questione.
Tutti gli elementi dell'interpretazione, dall'opera e dai dettagli fino al discorso, vanno sviluppati intensamente e in modo idiomatico. Solo così è possibile assicurare una profondità filosofica all'intero procedimento che va dalla scelta del seme fino alla sua fioritura e alla sua fruizione.
Lo scrittore deve diventare un filosofo, un ricercatore energico della vita e uno specialista del vocabolario artistico. Soltanto lo scrittore dotato di vaste conoscenze politiche e di intuito filosofico può produrre opere eccelse piene di veraci rappresentazioni che portino i lettori a immergersi in pensieri circa la vita genuina e i modi per forgiare il proprio destino.

4) BISOGNA ARRICCHIRE IL MONDO INTELLETTUALE DELLA LETTERATURA

L'opera letteraria è frutto della creazione intellettiva dello scrittore. Essa non si limita a riprodurre passivamente il mondo obiettivo ma riflette la posizione e l'atteggiamento dello scrittore nei suoi riguardi. Le qualità delle opere che trattano un medesimo fenomeno sono determinate dal livello al quale gli scrittori lo giudicano e lo rappresentano. Un'opera il cui autore abbia ben analizzato e interpretato la realtà, a un alto grado delle sue qualifiche intellettuali, può raggiungere un livello elevato relativamente alle sue qualità ideologiche e artistiche e ispirare positivamente il popolo.
Il grado della qualità intellettiva della letteratura è un criterio importante per esprimere il livello di civiltà del paese e della nazione in cui viene prodotta. È indicativo del livello culturale di una determinata epoca e del livello di civiltà del dato paese e della data nazione. La letteratura non solo esprime il grado delle conquiste culturali e civili dell'uomo, ma svolge anche il ruolo d'avanguardia di migliorarle continuamente. Allorquando si elevi il livello intellettivo della letteratura, questa può far evolvere l'uomo in un essere civile e raffinato dotato di grandi facoltà intellettuali.
Arricchire il mondo intellettuale della letteratura è un'esigenza estetica impellente del popolo nell'era attuale. La coscienza ideologica e le conquiste culturali dell'uomo si sviluppano incessantemente assieme ai tempi. Lo sviluppo della coscienza ideologica e dell'abilità creativa dell'uomo significa lo sviluppo paritario del livello intellettuale dell'uomo. Nella nostra realtà, in cui le tre rivoluzioni (ideologica, tecnica e culturale) e l'intellettualizzazione dell'intera società compiono vigorosi progressi e la scienza e la tecnica si sviluppano rapidamente, il livello intellettuale dell'uomo va migliorando come mai prima d'ora. L'interesse dell'uomo nell'arte e nella letteratura va anch'esso aumentando sensibilmente. Adesso che le attività letterarie e artistiche sono state popolarizzate e che le opere artistiche e letterarie vengono diffuse ampiamente attraverso la televisione, non soltanto i giovani ma anche gli anziani e i bambini hanno la possibilità di goderne ogni giorno. Come può essere testimoniato da chiunque, anche i bambini e gli anziani comuni possono apprezzare i film trasmessi alla televisione, indicandone pregi e difetti. Con i loro metodi interpretativi vecchi e convenzionali, gli scrittori non sono in grado di interpretare il mondo intellettuale dei nostri contemporanei in modo consono e soddisfare le elevate esigenze di intellettualità. Migliorare il livello intellettuale della letteratura è, sul lungo periodo, un'esigenza scientifica dei tempi che si sviluppano.
Il livello intellettuale della letteratura significa, in breve, un livello ragionevolmente alto d'interpretazione. In generale, ciò che attiene all'intellettualità è inscindibile da ciò che appartiene alla ragione. L'interpretazione letteraria è costituita dall'unità tra il ragionevole e il sensibile. Inutile dire che la letteratura, per la sua natura estetica in sé, assegna un'importanza estrema agli elementi sensuali, i quali, tuttavia, non possono apportare alcun contributo al miglioramento della qualità ideologica e artistica di un'opera senza l'azione principale degli elementi razionali. La statura del razionale che svolge una funzione importante nella garanzia della qualità ideologica e artistica dell'opera è precisamente il livello intellettuale di un'opera.
Che questo livello sia alto o basso è deciso da quanto più profonda e ricca è la conoscenza che contiene rispetto alle cognizioni degli uomini comuni, da se apre o no un mondo di elegante bellezza che possa evocare grande ammirazione da parte delle persone e da quanto alto è il livello della sua abilità interpretativa e delle sue conquiste culturali, cioè, da che il mondo dell'opera sia ricco oppure no.
Il mondo intellettuale di un'opera si esprime globalmente attraverso tutti gli elementi del suo contenuto e della sua forma.
Poiché la qualità di base di un intellettuale è il suo nobile obiettivo, un'opera letteraria può anch'essa garantire il proprio ricco mondo intellettuale soltanto allorquando il suo contenuto ideologico sia profondo ed elevato. L'arricchimento del mondo intellettuale delle opere è la tendenza della letteratura moderna, ma i modi a tal riguardo sono molto diversi l'uno dall'altro in base all'atteggiamento e alla posizione di classe verso la bellezza. Gli scrittori reazionari borghesi non lesinano energie per infarcire le loro opere in maniera artificialmente complicata e oscura, pretendendo di elevare l'intellettualità dei loro lavori e cercando di far discendere quest'ultima dalla loro interpretazione, la quale è separata dal suo contenuto e difficile da comprendere. Essi ritengono che solo i contenuti complicati e oscuri possono accordarsi ai gusti delle persone particolarmente “intelligenti” e solo queste opere possono diventare produzioni intellettuali comprensibili soltanto dagli “intellettuali”. Le opere incomprensibili alle masse non valgono nulla e un mondo intellettuale attinente a questi lavori è fuori discussione. Essi imbastiscono deliberatamente i concetti in modo arzigogolato ed equivoco per l'unica ragione in base alla quale l'idea che intendono mostrare tramite la loro rappresentazione è volgare e reazionaria. Qualsiasi artificio si utilizzi con la bellezza formale, il mondo intellettuale delle opere nel loro insieme è naturalmente povero laddove i contenuti siano poca roba. Un'opera letteraria dovrebbe quantomeno superare il senso comune in termini del suo livello di rappresentazione della vita ed essere ideologicamente sano e artisticamente elegante.
Per arricchire il mondo intellettuale della letteratura, se ne deve aprire uno nuovo di filosofia e di bellezza.
Che un'opera letteraria sia o meno pregna della nuova filosofia di vita scoperta dallo scrittore è una questione che attiene alle sue qualità filosofiche e al tempo stesso un criterio importante della sua intellettualità. La scoperta filosofica è la cristallizzazione delle attività razionali dell'uomo. Soltanto quando un'opera affronti un tema profondo e originale sulla preziosa verità della vita, le persone possono percepire la sua elevata intellettualità. Un'opera pregna di una nuova, profonda filosofia di vita attrae i lettori nella speculazione. Ogni opera dovrebbe contenere una questione seria capace di trascinare tutti nel mondo della meditazione profonda. Che l'opera contiene una filosofia di vita significa che reca con sé la riflessione del pensiero dello scrittore, la profondità della quale decide esattamente dell'intellettualità dell'opera.
Si deve svelare un mondo di bellezza elegante e sublime nell'opera letteraria. La letteratura è una forma di coscienza sociale che scopre e interpreta la bellezza della vita umana. Ciò che lo scrittore ritiene bello nella realtà e quanto alto sia il livello al quale la interpreta è un criterio principale dell'intellettualità della sua produzione. La concezione jucheana della bellezza professa che l'uomo, dotato di un alto senso di coscienza dell'indipendenza e di abilità creativa, dev'essere considerato come l'essere più bello al mondo e che la sua vita indipendente e creativa sia considerata la più bella. La nostra letteratura deve adottare l'uomo indipendente e la sua vita come oggetto dei suoi studi estetici e interpretarli come ideale di elevata qualità estetica. L'ideale estetico dello scrittore riflesso in un'opera letteraria dev'essere abbastanza fine e nobile per evocare una risposta positiva da tutti i lettori e abbastanza alta da soddisfare l'esigenza estetica della nostra era.
Al fine di arricchire il mondo intellettuale della letteratura bisogna includere ricchi contenuti profondi ed educativi nelle opere letterarie.
Le opere letterarie devono essere avvolte da una conoscenza nuova e accettabile per l'uomo. Leggendo un libro, l'uomo non soltanto riceve un'educazione ideologica ed emotiva, ma acquisisce anche una nuova comprensione di ciò che prima ignorava rispetto agli esseri umani, alla società e alla natura e aumenta in profondità la sua accumulazione di conoscenze. Tanto più alto è il livello che un'opera raggiunge nella sua intellettualità, quante più nuove conoscenze uno ne può trarre. Soltanto allorquando l'uomo giunga a conoscere il mondo intellettuale di un libro, un mondo il cui livello è più elevato del suo, può egli esserne attratto.
Lo scrittore non deve commettere deviazioni come la trascrizione di frammenti di informazioni raccolti qua e là sulla storia antica del mondo o di informazioni scientifiche nel suo lavoro con la scusa di voler infondere ricche conoscenze in esso. Sfoggiare la propria cultura non ha niente a che vedere col miglioramento dell'intellettualità. Vantarsi dei propri successi negli studi è di per sé una prova della propria ignoranza; ciò può solo danneggiare le qualità intellettuali della propria fatica. La conoscenza del mondo che viene trattata in un'opera deve rivelarsi genuinamente come un elemento integrale del contenuto.
Al fine di arricchire il mondo intellettuale della letteratura, le caratteristiche intellettuali dei personaggi vanno sostenute appropriatamente. Questo è uno dei più essenziali requisiti per la raffigurazione dei contemporanei.
Il miglioramento la qualità delle opere letterarie e il tipo d'uomo che si prenda per oggetto dell'interpretazione non corrispondono in ogni caso. Le opere letterarie possono ritrarre o un personaggio intellettualmente raffinato o un personaggio intellettivamente povero. Ciò che conta sono i canoni di valutazione e di pensiero dello scrittore a proposito di quale tipo di personaggio egli ritragga. Anche qualora si raffiguri un carattere di scarso intelletto è possibile garantire appieno la qualità intellettuale dell'opera se il personaggio viene rappresentato a un alto livello nel contesto del mondo intellettuale dell'opera.
Tuttavia, non si può dire che la selezione del personaggio e del livello intellettivo siano così irrilevanti l'uno per l'altro. Il realismo richiede che si rappresenti il tipico uomo dei tempi nelle opere letterarie. Sottolineare nelle opere i personaggi che non sanno mettere in mostra le caratteristiche dei tempi e le qualità essenziali della società sono sintomo, in senso stretto, di atteggiamento superficiale e ignoranza da parte dello scrittore, ciò che risulta in un danno fatale per la qualità intellettuale delle opere.
Quando addita degli esempi tipici dei contemporanei, lo scrittore deve naturalmente evidenziare il loro aspetto intellettuale. Nel periodo della riforma democratica dopo la liberazione, un uomo come Kwak Pa Wi, un personaggio del romanzo integrale Terra era considerato un tipico contadino di quei tempi, e durante il periodo della trasformazione socialista uno come Kim Chang Hyok, personaggio del romanzo Una nuova primavera a Sokkaeul, era ritenuto l'immagine del tipico contadino dell'epoca. Tuttavia, il prototipo del contadino degli anni '80 o '90, parecchi anni dopo, dev'essere un intellettuale il cui livello di coscienza ideologica e le cui cognizioni scientifiche e tecniche siano di gran lunga più alte sia di quelle di Kwak Pa Wi che di quelle di Kim Chang Hyok. Stesso vale per i personaggi negativi che possono fare la loro comparsa nella nostra società. Quanto a questi ultimi nell'interpretazione della vita moderna, va messo in risalto l'aspetto della loro intelligenza e il processo della loro trasformazione attraverso l'educazione va descritto più seriamente e in modo più caratteristico.
Allo scopo di arricchire il mondo intellettuale delle produzioni letterarie, lo scrittore deve anche pensare a fondo all'elaborazione e allo sviluppo dell'interpretazione.
Fare buon uso dei mezzi, dei metodi e delle abilità interpretative è una condizione importante per il miglioramento dell'intellettualità delle opere. Gli scritti che denotano goffaggine, libri scritti a forza di luoghi comuni e lavori che non mostrano alcun talento straordinario da parte dello scrittore sono tutti, senza eccezione, giudicati dal popolo come opere di scarsa qualità in termini di intellettualità.
Il mondo intellettuale di un'opera letteraria non può spingersi oltre le qualifiche intellettuali dell'autore. Esso viene determinato dalle conquiste intellettuali di quest'ultimo.
Lo scrittore insegna al pubblico. Pertanto, egli deve saperne di più del popolo. Egli deve conoscere cento cose per insegnarne una e non deve cercare di insegnarne una conoscendo solo quella e nient'altro. La conoscenza superficiale rivela immediatamente la sua superficialità.
La ricchezza di sole conoscenze non basta. Non è vero che le persone colte hanno tutte delle grandi qualità intellettuali. Vaste conoscenze devono combinarsi con elevati traguardi ideologici e culturali. Lo scrittore dalle ampie conoscenze e dagli elevati modelli culturali producono solo buone opere dalle notevoli qualità intellettuali.
Lo scrittore deve diventare un uomo dalle ricche conoscenze sulla vita e un uomo di cultura di grande volontà ed erudizione e acquisire un'intuizione filosofica dell'essenza della vita, una facoltà di pensiero intellettuale e una grande abilità interpretativa, così da apportare possenti contributi all'ulteriore miglioramento del livello intellettuale della nostra letteratura.

5) UNA TRAMA BEN INTRECCIATA SOSTIENE L'OPERA

Le persone intrecciano strette relazioni le une con le altre in mezzo agli avvenimenti e vivono in un flusso costante di cambiamenti e sviluppi nella vita. In un'opera letteraria che voglia presentare la vita tanto concretamente e nitidamente come nella realtà, si deve prestare grande attenzione alla pianificazione della trama che mostri i legami tra gli uomini e il processo del loro cambiamento e sviluppo.
Le idee di uno scrittore circa la sua produzione si integrano e si sviluppano in una cornice unica nel processo di composizione della trama. A volte lo scrittore devia nella riscrittura daccapo della sua opera poiché il suo precedente lavoro era andato a gambe all'aria; questo perché non aveva pianificato adeguatamente la trama, trama che forma per la maggiore l'ossatura dell'opera. Una casa su dei pilastri instabili crollerà. Per quanto buono sia il seme di un'opera e per quanto eccellente sia la sua interpretazione, se la sua trama non è ben composta l'opera si sgretolerà allo stesso modo di come talvolta fa una torre, pur costruita con sforzi immani.
In letteratura è estremamente importante non soltanto comporre correttamente la trama per venire incontro alle esigenze del seme, ma anche svilupparla in accordo con la fisiologia dell'interpretazione artistica.
Si supponga che l'opera letteraria sia un organismo vivente; il seme che fa germogliare gli elementi descrittivi, così come la caratterizzazione che costituisce il centro dell'immagine artistica, hanno le loro qualità fisiologiche inerenti alla vita e alla respirazione come fossero veri. La fisiologia inerente all'interpretazione artistica si applica non soltanto al seme e alla caratterizzazione ma anche alla trama.
Sviluppare la trama in base alla fisiologia dell'interpretazione artistica significa sviscerare i rapporti umani, i conflitti e l'intreccio secondo il flusso della vita inerente all'interpretazione artistica come un organismo vivente.
Non si deve tentare di comporre soggettivamente la trama, a dispetto delle qualità fisiologiche concrete di un'opera richieste dal seme. Indagare soltanto la cruda logica, comandati dal soggettivismo, risulterà in un disaccordo tra la trama e la fisiologia dell'interpretazione artistica e nella scarsa interpretazione dell'opera nel suo insieme.
La fisiologia dell'interpretazione artistica ha un certo supporto logico. La fisiologia è inconcepibile al di fuori della logica. L'unica differenza riguarda il fatto che la logica sia astratta o inerente a un'interpretazione veridica che possa paragonarsi a un organismo.
La logica della composizione della trama di un'opera letteraria dipende dalle sue caratteristiche formali. Ogni opera si basa sul suo proprio principio attinente alla composizione della sua trama governata dalle caratteristiche della sua forma. La trama di un romanzo è diversa da quella di un poema e anche nello stesso stile letterario del romanzo, i romanzi brevi, medi e integrali differiscono gli uni dagli altri quanto alla trama.
La logica nella costruzione della trama è legata anche alle caratteristiche del seme di un'opera e del suo contenuto: la vita umana. Il seme è la base su cui costruire il contenuto dell'opera e coordinare gli elementi formali di pari passo con quest'ultimo. Vi è una sola forma ottimale di trama richiesta dal seme. Anche nel caso della costruzione delle relazioni di un singolo personaggio e di un episodio, lo scrittore deve studiare in dettaglio si accordano o no col requisito del seme. Le opere differiscono l'una dall'altra per quanto riguarda la logica che sta alla loro base, secondo le diverse vite umane di cui trattano. Ogni singola personalità o vita di varia forma nella realtà ha le proprie qualità specifiche né più né meno della legge generale comune alla società e al collettivo.
Per via di tutti questi requisiti, la logica della trama non può essere decisa dal punto di vista soggettivo dell'autore.
Lo scrittore deve comporre la trama di modo da poter conseguire un'armonia tra le sue proprie intenzioni ideologiche ed estetiche, la caratterizzazione nell'opera e l'esigenza della vita, e risolvere questi problemi in modo integrale. Nell'elaborazione della trama nel corso della creazione, può darsi un caso in cui lo scrittore voglia far morire il suo personaggio principale in base alle sue personali intenzioni ideologiche ed estetiche ma non può farlo in nessuna maniera nell'ottica della logica del carattere del personaggio. In questo caso il personaggio non va raffigurato in questo modo, a meno di non alterare la definizione del personaggio principale. I requisiti per la composizione di una trama sono rigorosi e oggettivi. Per quanto grande sia l'ambizione dello scrittore, questa sarà inutile se non si accorda alla fisiologia dell'interpretazione artistica.
Le trame possono essere diverse da opera a opera solo quando corrispondano con la fisiologia dell'interpretazione artistica. La fisiologia cambia anch'essa a seconda dell'opera. Per quanto talento possa avere lo scrittore, questi non potrà muovere neppure un passo in avanti nella composizione della trama a meno che non abbia acquisito una conoscenza della fisiologia dell'interpretazione artistica attinente all'opera in questione. I rapporti umani, i conflitti e l'intreccio composti per soddisfare la fisiologia peculiare dell'opera sono ciò che rende originale la trama.
Le trame possono essere veridiche soltanto allorquando corrispondano alla fisiologia dell'interpretazione artistica. Armonizzare la prima con la seconda equivale, sul lungo periodo, a far sì che la trama soddisfi appieno le esigenze della vita concreta contenuta nell'opera. Solo elaborando la trama in conformità alla fisiologia dell'interpretazione, libero da punti di vista soggettivi, lo scrittore può presentare la vita in maniera autentica.
Una trama ben congegnata, come si confà alla fisiologia dell'interpretazione, è caratterizzata da uno stretto legame organico di modo che neppure un solo elemento di essa possa venir rimosso o sostituito. Quali che siano le ragionevoli opinioni che possano venir fuori dall'esame delle opere, esso non può essere forzato arbitrariamente solo perché ogni opera possiede la sua fisiologia peculiare. Lo scrittore deve far funzionare la sua opera come un ingranaggio organico cosicché neanche un singolo elemento o parte possa venire in alcun modo rimpiazzata o tolta.
La trama di un'opera letteraria deve non solo accordarsi con la fisiologia dell'interpretazione ma anche essere ben intrecciata.
Soltanto quando la trama è profonda il contenuto dell'opera può diventarlo a sua volta. Alcuni autori compongono le trame delle loro opere lungo una sottile linea di fraintendimento. La maggior parte di queste opere manca di veridicità e profondità. Il metodo di presentare l'incomprensione può essere efficace, posto che sia usato con giudizio. Tuttavia, nel momento in cui l'intera opera si svolga lungo una serie di malintesi, il suo contenuto diventa solitamente inconsistente, causando lo scontento dei lettori. Le primissime pagine di certe opere letterarie già ne fanno capire la fine. Questo significa che le loro trame sono banali. La profondità filosofica di un'opera letteraria è legata anche alla profondità della sua trama. Una trama profonda presenta un contenuto ideologico altrettanto profondo.
Nella determinazione dell'ampiezza della trama, è importante effettuare uno studio approfondito dei rapporti tra i personaggi come rapporti della loro concezione della vita.
I rapporti tra i personaggi in un libro non devono essere semplici rapporti professionali ma relazioni formate dalla loro ideologia e dal loro destino. A tal fine, esse vanno definite intimamente sulla base della loro concezione della vita. In realtà tutti hanno la propria concezione della vita, la quale si manifesta spontaneamente nel corso dei loro reciproci rapporti. È soltanto allorché i rapporti tra i personaggi vengano mostrati nettamente di modo da far emergere la loro concezione individuale della vita che diviene possibile chiarire in dettaglio il problema del loro destino.
Attualmente il nostro popolo vive e lavora sulla base di una sola ideologia e di un solo ideale, solidamente unito attorno al Partito e al Leader. A prescindere da qualunque cosa, le opere dai temi riguardanti la realtà non devono fallire nel fare una profonda inchiesta nell'essenza della personalità, diversa per ognuno, considerando le concezioni delle persone sulla vita come fossero identiche. Persino individui educati alla stessa idea sono diversi l'uno dall'altro quanto alla ricchezza della propria concezione della vita, a seconda della loro preparazione.
I libri che parlano di conflitti di ostilità tra amici e nemici devono anch'essi addentrarsi nelle opinioni politiche e negli atteggiamenti del nemico. Ovviamente si può dare un'interpretazione caricaturale del nemico nella creazione delle opere. Tuttavia non va fatta per sottovalutare il nemico, né formalizzarla come uno stereotipo. Nella raffigurazione dei personaggi negativi ostili vi è la tendenza di interpretarli in modo deformato come esseri indecenti o come animali. Il nostro popolo non ha vinto lottando contro esseri deboli e indecenti o contro animali. La sottovalutazione del nemico non aggiungerà alcunché all'interpretazione dei vincitori. I nemici che il nostro popolo ha incontrato nella storia non erano deboli. Anche questi hanno la loro concezione e filosofia della vita. Anche loro amano i propri genitori, le proprie mogli e i propri figli e sono pronti a combattere a rischio della loro vita per la loro classe. Le due guerre che il nostro popolo ha combattuto furono di un'asprezza senza precedenti e il cammino che la nostra rivoluzione ha seguito è stato impervio, perché i nemici che ci trovammo di fronte erano tutti forti. Le opere letterarie dovranno necessariamente riprodurre tali fatti storici così come si sono verificati. Non solo si deve sottolineare la perfidia e la vulnerabilità del nemico, ma si deve anche condurre un'accurata inchiesta sul processo di confronto tra noi e il nemico quanto alle loro concezioni e filosofie di vita.
Nell'assicurare la profondità della trama è importante pianificarla in modo tridimensionale, di modo da presentare la sua bellezza formativa.
La composizione di una trama monodimensionale e piatta è priva di bellezza formativa e tridimensionale e pertanto non può sostentare la sua profondità. La trama di un'opera letteraria dev'essere costruita in modo da seguire una linea principale ordinata e distinta e, allo stesso tempo, le linee secondarie che preponderano visualmente e spazialmente vanno strettamente legate alla linea principale.
La deviazione di non riuscire a concepire una trama tridimensionale trova la sua espressione nella semplificazione dei rapporti dei personaggi. La tendenza a dividere i personaggi in positivi e negativi sin dall'inizio o di dare a quelli positivi dei nomi belli e orecchiabili e a quelli negativi dei nomi assurdi va evitata. Poiché i personaggi positivi e quelli negativi si rivelano nelle opere, che ne sarà di loro è chiaro sin dall'inizio. Nella realtà, però, i rapporti umani tra il positivo e il negativo non sono assolutamente così semplici. In una parola, anche il personaggio positivo tradisce del negativo, mentre parecchi tra i personaggi negativi hanno più di un aspetto positivo. Nella nostra società socialista, in cui i rapporti sociali sono caratterizzati principalmente dall'unità e dalla cooperazione cameratesche, un uomo non nasce positivo o negativo e anche chi ha dei difetti non è predestinato a diventare un elemento negativo. Se lo scrittore non vede questa reale situazione della società e definisce le relazioni tra il positivo e il negativo come un fatto compiuto all'interno di una certa cornice o banalizza questi rapporti, il suo lavoro diverrà scialbo e finirà per distorcere la realtà.
Più grandi sono gli sforzi che lo scrittore compie per la sua composizione della trama, più eccellenti saranno i risultati che la sua opera otterrà.

6) L'INTERPRETAZIONE DEL LINGUAGGIO È UNA CHIAVE PER IL SUCCESSO LETTERARIO

La letteratura è un'arte del linguaggio. Solo attraverso il linguaggio la letteratura descrive l'uomo e la sua vita e trasmette i suoi sentimenti ideologici ed emotivi. Per questa ragione, l'opera letteraria dev'essere scritta in un modo che possa portare la gente a leggerla frase per frase e ricordarsele tutte a memoria, attratta dalla dialettica dello scrittore. Per quanto grande sia l'idea alla base di un'opera, questa non riuscirà comunque a catturare i lettori se le sue frasi non sono degne di essere lette.
Non un singolo scrittore incapace nell'interpretazione linguistica ha mai scritto un'opera di successo in termini di qualità ideologiche e artistiche. I noti scrittori di ogni tempo erano tutti esperti oratori e pionieri dello sviluppo delle loro lingue nazionali. Anche nel nostro paese abbiamo molti scrittori che hanno lasciato brillanti patrimoni quali artisti del linguaggio.
I capolavori immortali e altre opere create nel periodo della rivoluzione antigiapponese costituiscono uno splendido modello che incarna il carattere jucheano e l'identità nazionale della nostra lingua e ha sviluppato in modo originale le funzioni del linguaggio al passo con le esigenze delle masse per l'indipendenza. Le orazioni e i versi dei classici immortali sono il prezioso patrimonio linguistico che la nostra letteratura deve proseguire e sviluppare attraverso le generazioni. Gli scrittori devono portare avanti le brillanti tradizioni delle nostre parole letterarie per compiere una svolta decisiva nel miglioramento del livello dell'interpretazione linguistica della letteratura.
Attenersi all'atteggiamento jucheano è di somma importanza nell'inchiesta e nell'interpretazione del linguaggio.
Il linguaggio è un potente mezzo della vita umana. Poiché quest'ultima è impossibile al di fuori del linguaggio, allo stesso modo sono inconcepibili i rapporti degli esseri umani quali esseri sociali al di sopra del ruolo svolto dal linguaggio. Questo funge da potente strumento nella lotta per conseguire l'indipendenza delle masse. Solo con una lingua parlata e scritta è possibile educare efficacemente il popolo come uomini e donne di tipo jucheano e trasformare la natura, la società e l'uomo come richiesto dal Juche attraverso lo sviluppo dell'economia e della cultura, della scienza e della tecnica. La lingua svolge un ruolo molto importante nella preservazione e nello sviluppo del carattere nazionale. Un popolo può dirsi nazione unica e unificata soltanto quando la lingua, così come il sangue, sia la stessa; solo quella nazione che tramandi la purezza della sua lingua può svilupparsi indipendentemente. La lingua nazionale è vitale per una nazione. Per questo motivo, l'aggressione degli imperialisti contro altri paesi è sempre seguita dal loro perseguimento di una politica volta a obliare la lingua nativa di questi ultimi. Dobbiamo lanciare una lotta attiva per frustrare il tentativo degli imperialisti americani per l'eterogeneità tra il nord e il sud e mantenere la purezza e la comunanza della nostra lingua nazionale.
Tenendo ben presente che il problema linguistico non è meramente un problema di interpretazione artistica delle loro opere ma una questione relativa all'indipendenza della loro nazione e del loro popolo, gli scrittori devono scegliere le parole e affinare le frasi sempre con un'attitudine jucheana.
Al fine di mantenere l'atteggiamento jucheano verso l'interpretazione linguistica, è importante studiare e adoperare parole che si accordino con la volontà e le esigenze delle masse.
Parlare e scrivere in modo consono alle emozioni e ai gusti estetici del nostro popolo significa stabilire l'orientamento jucheano nel linguaggio. L'interpretazione letteraria di quest'ultimo è diverso dal modo individuale di parlare. Poiché le parole delle opere letterarie sono concepite per le masse, gli scrittori dovranno sempre studiare il linguaggio immaginando di parlare al popolo.
Il linguaggio letterario dev'essere facile da capire. Le opere letterarie vanno scritte con parole lineari e semplici, intelligibili per le larghe masse popolari dal diverso livello culturale. La semplicità del linguaggio è un criterio centrale del carattere popolare delle opere letterarie. La gente ama e ammira lo scrittore che sa esprimere la verità della vita in termini semplici.
Il linguaggio letterario dev'essere colto. Se si vuole che un'opera letteraria si confaccia ai gusti delle masse, essa dev'essere tanto colta quanto facile da comprendere. La qualità culturale del linguaggio letterario si manifesta sotto vari aspetti.
Il linguaggio utilizzato nelle opere letterarie dev'essere esatto nelle sue espressioni. In esse, l'espressione più appropriata per un oggetto particolare è una e una sola. L'abilità dello scrittore sta proprio nel trovarla tra molte altre simili. Gli sforzi dell'autore per estrarre il vocabolo appropriato che svisceri l'essenza di un dato oggetto sono come trovare un grammo d'oro tra pile di rifiuti in una miniera d'oro. Solamente lo scrittore che si dedichi anima e corpo all'affinamento delle sue frasi può trovare le parole e le espressioni corrette che brillino come gemme. La nostra letteratura dovrà dare l'esempio nell'osservazione delle regole del linguaggio colto. Esse definiscono i principi cui aderire da parte di tutti quanti nell'uso delle parole, generalizzando le caratteristiche e i requisiti della lingua nazionale. Le parole scorrette che discordano dalle regole del linguaggio hanno un effetto dannoso sulla canonizzazione del linguaggio in tutta la società.
Il linguaggio letterario dev'essere corretto, conciso e chiaro. A tal proposito bisogna evitare la pratica di aggiungere spiegazioni superflue alle frasi. Sia il verso nell'opera rivoluzionaria La fioraia in cui una luna brilla nel cielo ma diverse persone la guardano, e l'orazione nella sceneggiatura Il segretario distrettuale del Partito per cui sia gli uomini fedeli che i voltagabbana sono tra noi sono succinte nelle espressioni eppure significativi. Il linguaggio letterario dev'essere adoperato con espressioni sintetiche e chiare, ognuna delle quali possa difficilmente essere sostituita da dieci o cento parole.
Allo scopo di migliorare le qualità culturali del linguaggio è importante scartare le parole incolte rimaste dai tempi passati. In quanto patrimonio tramandato di generazione in generazione sin dai tempi più remoti, la lingua conserva un certo numero di vecchie vestigia. Gli antichi costumi linguistici sono duri a morire. Spazzar via i vecchi refusi rimasti nella lingua ed edificare una nuova cultura in questo campo è una rivoluzione. Gli scrittori dovranno essere i portabandiera della rivoluzione nella lingua, assumendo l'iniziativa nella rimozione di ogni sorta di parole volgari e incolte.
Ciò che conta nell'inclusione delle esigenze delle masse nell'interpretazione linguistica è fare ampio uso del linguaggio parlato di ogni giorno. Utilizzare in gran quantità gli aspetti positivi del linguaggio parlato nello scritto così da accorciare la distanza tra il linguaggio scritto e quello parlato è un compito importante per lo sviluppo della nostra lingua in modo jucheano. Le lingue nazionali hanno origine dal linguaggio parlato. I linguaggi scritti si sono sviluppati sulla base di quelli parlati. In passato la scrittura era una proprietà esclusiva della classe dominante. Come risultato, la lingua scritta nelle mani della classe dominante iniziò a divergere grandemente da quella che la maggioranza del popolo parlava. Adesso che le masse sono diventate padrone delle lettere e della scrittura, la grande differenza tra il linguaggio scritto e quello orale, una vestigia della vecchia società, non è più tollerabile. I letterati devono accettare attivamente gli elementi ricchi ed eccelsi delle parole popolare per sviluppare ulteriormente la lingua scritta e indurre quest'ultima a svolgere il ruolo di punta nel miglioramento del livello culturale di quella orale. I colloquialismi creatisi e affinatisi dal nostro popolo attraverso la sua lunga storia sono una fonte inesauribile di arricchimento del nostro linguaggio letterario. Gli scrittori devono mescolarsi al popolo e imparare continuamente dal suo linguaggio con totale sincerità e serietà. Soltanto quando si trovino espressioni nobili e belle nel linguaggio popolare diviene possibile creare eccelse interpretazioni linguistiche comprensibili e accettabili per le masse.
Al fine di mantenere l'atteggiamento jucheano verso l'interpretazione linguistica, bisogna incanalare gli sforzi nel sostegno e nell'utilizzo delle nostre parole autoctone per quanto possibile.
Le parole autoctone di una nazione sono un linguaggio che trattiene le sue qualità nazionali più peculiari, le quali caratterizzano la sua creazione e il suo sviluppo da parte della nazione in questione attraverso le generazioni, senza farsi influenzare da alcuna lingua esotica. Le parole autoctone costituiscono il nucleo di una lingua nazionale. In qualità di elementi linguistici che rispecchiano la psicologia e le emozioni particolari di una nazione, esse sono efficaci nel sostentamento della sfumatura nazionale delle parole e dei sentimenti della nazione. Le nostre parole autoctone sono i mezzi linguistici ottimali per sostenere le qualità interpretative e liriche di un'opera letteraria perché la loro eufonia conserva toni emotivi ricchi e delicati, le loro espressioni sono variegate e i loro suoni sono belli. La maggior parte delle opere letterarie scritte sulla base delle nostre parole autoctone sono ricche in lirismo, dando così un'impressione rinfrescante della rappresentazione. Nostalgia, un capolavoro immortale, è un'opera musicale modello che ha innalzato l'elevata bellezza interpretativa ed evidenziato i bei sentimenti lirici sul proprio luogo natio facendo uso delle nostre parole autoctone. Sia la sua prima strofa (Allorché lasciai la casa, mia madre mi disse in lacrime davanti alla soglia di fare un buon viaggio / E la sua voce ancora risuona nelle mie orecchie), che la seconda (Non lontano da casa mia scorre un piccolo fiume e i miei fratellini giocavano lì / E i loro volti sono ancora impressi nella mia memoria) suscitano i calorosi sentimenti di affezione per i loro paesini di origine e il paesaggio della loro patria, poiché si basano sulle nostre parole autoctone. Le nostre opere letterarie devono essere tutte di tipo coreano e sostenere il vero gusto delle nostre parole autoctone.
Allo stesso tempo, è importante cambiare e affinare le parole prese a prestito.
Pochi paesi al mondo sono rimasti intonsi dall'influsso di parole straniere. In particolare, le ex colonie degli imperialisti e i piccoli paesi incastonati tra paesi grandi sono più esposti all'influenza di queste ultime. In questi paesi è impossibile preservare la purezza del linguaggio nazionale a meno che non si rimuovano i rimasugli delle parole straniere dalle loro lingue parlate e scritte.
Il nostro paese compie oggi uno sforzo positivo, da una parte per sostenere le nostre parole autoctone e dall'altra per rivedere le parole straniere, tra cui quelle cinesi, che si sono insediate nella nostra lingua. Questo è un modo importante non solo per mantenere le caratteristiche nazionali della nostra lingua ma anche per impedire che essa diventi eterogenea al nord e al sud. Adesso che lo sviluppo della nostra lingua nazionale si trova gravemente interdetto al sud e i connazionali del nord e del sud non riescono a effettuare scambi linguistici a causa della loro lunga separazione, sorge il pericolo che la nostra lingua perda la sua comunanza. In questa situazione, se entrambi il nord e il sud lasciano la gente a sé stessa nella pratica linguistica, persino l'uniformità del linguaggio, criterio base di una nazione, potrebbe andare perduto. Anche senza scambi linguistici rimane possibile evitare una simile possibilità, posto che tanto il nord come il sud adottino un criterio unico e un principio solo e su questa base sviluppino la loro lingua. Allorquando ambedue le parti del paese sviluppino la lingua definendo il principio basilare con le uniche parole coreane quale criterio e sul principio di rivedere i prestiti linguistici per sostituirli con parole coreane, sarà possibile scongiurare l'eterogeneità linguistica e mantenere la purezza della lingua. Nel passato, le parole autoctone coreane venivano usate estensivamente sia nel nord che nel sud della Corea, ma la situazione è cambiata con la divisione del territorio nazionale da parte degli imperialisti USA. Oggi la nostra lingua al sud sta smarrendo gradualmente la sua purezza, per trasformarsi in un calderone linguistico. Persino il dialetto di Seul, considerato come “lingua standard” fino alla liberazione del paese, è degenerato in un miscuglio di parole prese dall'inglese, dal giapponese e dal cinese, e la sua cadenza e la sua intonazione si sono estraniate dal tradizionale gusto estetico della nostra nazione. Solo nella parte settentrionale della Corea le parole coreane autoctone, usate sin dal passato più remoto, restano nella loro forma pura, evolvendosi in base alle esigenze dei tempi, grazie alla corretta politica del nostro Partito sulla lingua. Pyongyang, la capitale della rivoluzione, è il centro della lingua colta che ha garantito la preservazione e lo sviluppo delle caratteristiche nazionali della nostra lingua parlata e scritta nella forma più pura. Se si prende come punto di riferimento il dialetto di Pyongyang, un nuovo sviluppo, sarà possibile sostenere la purezza e il carattere jucheano della nostra lingua e farla progredire in modo sano. Il linguaggio raffinato di Pyongyang è la cristallizzazione degli eccellenti elementi linguistici della nostra lingua nazionale creati e perfezionati dagli sforzi congiunti del popolo intero nella metà settentrionale della Corea, uno sviluppo che ha anche assorbito i buoni elementi della lingua tradizionale, ivi compreso il dialetto di Seul che viene usato in tutta la Corea del Sud. Non è un caso che i nostri compatrioti in Corea del Sud e all'estero, visitando Pyongyang, si profondano in lodi dell'eccelso linguaggio colto di Pyongyang. Gli scrittori devono comprendere la validità della politica del nostro Partito sulla lingua più a fondo di chiunque altro e sostenere attivamente la lingua colta di Pyongyang nelle loro opere.
La tendenza a fare largo uso di parole prese a prestito nel lavoro creativo è dovuta alla vecchia concezione degli scrittori a proposito della lingua. Nel passato gli alti funzionari dei vari governi feudali del nostro paese hanno sottovalutato la nostra lingua coreana e dato la precedenza alle parole cinesi, considerando colti soltanto coloro che conversavano in cinese. Tale retrograda concezione ha ostacolato considerevolmente lo sviluppo della nostra lingua nazionale da dopo la liberazione e i suoi rimasugli persistono ancora.
Al fine di usare meno prestiti, è importante acquisire una conoscenza assoluta dei loro equivalenti in coreano. Le parole di origine straniera vengono adesso sistematicamente riviste e sostituite con parole coreane. La posizione degli scrittori nella diffusione delle parole riviste tra le masse è importante. Costoro devono creare un glossario di parole riadattate per farne ampio uso nella produzione di opere. Non appena venga adottata una nuova revisione, gli scrittori devono essere i primi a usarla nei loro lavori.
Per attenersi alla posizione jucheana verso lo studio e l'interpretazione linguistici è d'uopo imparare dallo stile rivoluzionario di scrittura del compagno Kim Il Sung.
Il grande Leader ha creato lo stile di scrittura più rivoluzionario e popolare della nostra era nel corso delle sue incessanti attività ideologiche, teoriche e di scrittura. Il suo è l'epitomo dello stile di scrittura rivoluzionario e popolare che ha soddisfatto al più alto livello i requisiti di principio per lo sviluppo della nostra lingua orale e scritta in modo indipendente per venire incontro alle esigenze delle masse.
Se vogliono imparare dal suo stile di scrittura, gli scrittori devono assimilare le sue idee e le sue teorie originali sulla linguistica e leggere le sue istruzioni e le sue opere, acquisendo una profonda comprensione teorica circa la piacevolezza di ogni frase, di ogni parola e di ogni espressione. Studiando le sue istruzioni e le sue opere, gli scrittori devono attivamente impersonare nelle loro produzioni gli aspetti in cui le caratteristiche nazionali della nostra lingua vengono messi a pieno regime, gli aspetti nei quali i problemi sono stati posti e risolti a fondo dal punto di vista del Partito e della classe operaia, quelli dal profondo significato espressi in termini semplici e comprensibili per il popolo e il brillante esempio che egli ha dato nel libero uso delle parole attraverso il suo studio di vocaboli originali e nuovi.
Nello studio linguistico e nell'interpretazione è importante impersonare appieno il principio del realismo.
Il linguaggio costituisce una fondamentale linea di demarcazione tra il realismo e l'antirealismo, tra la letteratura progressiva e la letteratura reazionaria. I fautori dell'arte per l'arte e del formalismo di tutti i tempi hanno impostato il problema linguistico come la questione fondamentale e hanno professato sofismi come la “forma pura” separata dal contenuto. Anche oggi essi persistono nelle loro rivendicazioni metafisiche sul contenuto e la forma, sul pensiero e il linguaggio. I nostri scrittori devono prestare un'attenzione particolare al mantenimento del principio del realismo per far fronte all'offensiva montante degli scrittori reazionari borghesi contro la letteratura realista relativamente al problema del linguaggio.
L'aspetto principale del principio del realismo nell'uso delle parole è l'impostazione dell'unità organica tra il contenuto e la forma.
Le parole eufemistiche dallo scarso contenuto sono un mero formalismo. Gli scrittori che mancano di sentimenti ideologici e di contenuto della vita da trasporre nelle loro opere, ciò che deriva dalla loro assenza d'inchiesta profonda nella vita, tendono a restare ancorati alle loro scarse abilità oratorie. Coprire i contenuti mediocri con un abile uso delle parole per abbellirli non è altro che una presa in giro verso le masse. Di contro, lo scrittore che non è capace di esprimere ciò che vuole dire per mancanza di parole, pur avendo molte cose da raccontare e tentando magari di esporre un'idea significativa, non è qualificato per essere un artista delle parole. Un'opera scritta senza immani sforzi linguistici è insipida anche per quanto attiene al suo contenuto. I piatti buoni stimolano appetito per il cibo che contengono. Sia l'opera dal contenuto insufficiente scritta con parole ampollose sia quella composta con un vocabolario scadente si equivalgono nel loro affievolire le qualità ideologiche e artistiche della letteratura.
Uno studio e una speculazione profondi riguardo alla vita sono requisiti per lo stabilimento di un'unità organica tra il contenuto e la forma nell'uso disinvolto delle parole. La vita offre allo scrittore il contenuto, il quale richiede una forma corrispondente. Non si arriva per caso alle espressioni linguistiche eccellenti, ma le si scoprono nel corso di questo studio e di questa speculazione profondi sulla vita. Le espressioni significative e discrete non attraversano mai le menti degli scrittori che hanno una conoscenza scarsa della vita, che sono aridi di sentimenti ideologici e fanno affermazioni vaghe. Gli scrittori, anziché pensare a giocare con le loro capacità dialettiche, dovrebbero esser capaci di vedere attraverso gli oggetti di cui intendono parlare e acquisire una conoscenza straordinariamente vasta sulla loro essenza e sul loro significato. L'uomo può esprimere solo ciò che sa. Come dice il detto, la quantità di vocaboli che un uomo conosce equivale alla quantità di ciò che egli capisce e pensa. Un oggetto che lo scrittore non abbia visto e un'essenza che non abbia compreso non possono essere trasmessi al popolo, a prescindere dalle parole ricercate che si utilizzino per esprimerli. Pertanto, il primo procedimento del suo studio per la creazione di un'interpretazione linguistica eccellente dovrà sempre cominciare dalla maturazione di una ricca esperienza e comprensione dell'oggetto che si appresta a descrivere.
L'interpretazione linguistica dovrà contenere un profondo significato.
Rendere significativa l'interpretazione linguistica significa di per sé combinare il contenuto e la forma a un alto livello. La qualità elementare dei passaggi, delle espressioni e delle orazioni eccelsi consiste nel profondo significato che rivestono. Per questa ragione si dice che le parole scritte e i discorsi possiedono connotati che vanno oltre il loro senso evidente. Il linguaggio letterario deve comporsi di frasi, espressioni e orazioni eccellenti che abbiano tutte un significato profondo. Il talento di comporre frasi ed espressioni dal profondo significato si può riscontrare solo in quello scrittore che sia capace di acquisire una conoscenza ampia ed estesa del senso della vita e di esprimerlo in sintesi.
Gli scrittori devono dirigere un'attenzione particolare all'interpretazione del discorso. Di tanto in tanto s'intravede la tendenza a fare un eccessivo uso di battute nei copioni dei film e nei romanzi, la qual cosa è in parte dovuta all'atteggiamento sbagliato degli autori che lo vedono come mezzo principale dell'interpretazione cinematografica e romanzesca, ma perlopiù ai loro tentativi di mostrare le loro intenzioni ideologiche non attraverso la linea degli eventi nel film o attraverso la descrizione nel romanzo, ma in modo diretto e facile per solo tramite delle battute. Tale pratica risulta in un eccesso di discorsi superflui e una carenza di parole significative filosoficamente profonde. L'uso scriteriato ed eccessivo delle battute va evitato.
Va compiuto uno studio delle espressioni congrue alle circostanze e agli oggetti in questione per assicurare una combinazione organica del contenuto e della forma nel libero uso delle parole. I principali personaggi della nostra letteratura rappresentano le persone dotate tanto di principi politici quanto di umanità. Le battute dovranno rispecchiare le idee politiche e l'individualità del personaggio in modo concentrato e, allo stesso tempo, accordarsi appieno con l'atmosfera e le circostanze in cui la conversazione ha luogo. Lo stesso vale anche per le parole descrittive dell'autore, per la narrazione delle sue emozioni e per l'esposizione. Ciascuna espressione dello scrittore deve conformarsi all'oggetto e alle sue circostanze così come ai sentimenti ideologici dell'autore e all'umore della sua scrittura. Se lo scrittore elenca parole a suo piacimento per soggettivismo, con la scusa che si tratta del suo discorso personale, ciò potrebbe esagerare o sminuire l'oggetto e le circostanze ad esso relative e, a lungo termine, portare alla dissonanza tra il contenuto e la forma.
Al fine di presentare un quadro chiaro e veritiero della vita e della fase di una data epoca, la prassi linguistica di quest'ultima dev'essere riflessa accuratamente. Nel caso delle parole usate dallo scrittore in un'opera dedicata a dei fatti storici, i vocaboli di quell'epoca specifica non possono essere adoperati tali e quali erano. Per quanto riguarda le opere del genere storico, le parole dello scrittore devono essere scritte principalmente nel coreano colto attuale, mentre i vocaboli convenzionali e il registro linguistico della relativa epoca storica vengono utilizzati solo nell'ottica di dare un'idea dei tempi. Ciò che necessita di particolare attenzione per la trasposizione del registro linguistico è la selezione e l'impiego di espressioni appropriate che rappresentino il corrispondente sistema socio-politico, i rapporti economici e i livelli culturali e morali. È vero che la vita del passato va compresa e descritta significativamente dal punto di vista dei tempi moderni, ma creare qualcosa di nuovo o presentare ciò che c'era nel passato riscrivendolo arbitrariamente al di fuori del principio della fedeltà ai fatti storici non dev'essere assolutamente consentito.
Subito dopo quanto a importanza nella trasposizione del principio del realismo nel libero uso delle parole è lo studio di espressioni nuove e caratteristiche.
Proprio come i sentimenti ideologici e i canoni culturali e morali dell'uomo, la sua occupazione, il suo bagaglio intellettuale, i suoi interessi e i suoi passatempi si esprimono nella vita quotidiana perlopiù a parole, così la concezione del mondo propria dello scrittore e le sue peculiarità creative si rivelano attraverso il linguaggio. Quest'ultimo può essere paragonato a una “finestra” tramite la quale i pensieri più intimi dell'uomo possono essere visti o presentati all'esterno. A differenza del linguaggio formale usato nel lavoro d'ufficio, nell'informazione e in ambito scientifico e tecnico, le parole letterarie assumono le caratteristiche interpretative della nitidezza, dell'emotività e della specificità. Tra queste, la specificità è l'aspetto principale. Solo le parole peculiari possono rendere viva ed emotiva l'interpretazione. Non con l'intenzione di parlare o esprimersi quanto più distintamente dagli altri si esegue una peculiare interpretazione linguistica, bensì nel corso dell'impegno a esprimere le proprie esperienze vissute e i propri sentimenti ideologici quanto più vividamente e veridicamente essi possano interpretare la vita. La specificità dell'interpretazione linguistica decide in larga misura dell'originalità e della freschezza di un'opera letteraria. Se le parole di un'opera letteraria non sono innovative, non può esserlo neanche il contenuto.
Per principio gli scrittori non dovrebbero usare di nuovo espressioni già impiegate in opere precedenti. Per quanto artisticamente raffinata possa essere, una frase o un discorso eccelsi non possono avere valore che una volta soltanto; non si tratta di un criterio assoluto a cui tutti gli scrittori debbano aderire. Gli autori devono concepire qualcosa di nuovo al massimo delle loro abilità e scegliere nuove espressioni e nuovi vocaboli. Un buon esempio di discorso caratteristico si può trovare nella scena dei tre ministri che bisticciano l'un l'altro per bramosia di una posizione elevata nel classico immortale I tre pretendenti. Pak insiste che l'unificazione delle forze armate delle tre fazioni è l'unica via per far fronte all'aggressione da parte del Paekma e salvare il paese. Al contempo, Mun sostiene che il debole e il forte sono tali per natura e, pertanto, chiedere rinforzi a un grande paese è una decisione saggia, mentre Choe ribadisce che in caso di emergenza si dovrebbe fare un passo indietro per affrontare la situazione e guadagnare in forza. I loro discorsi contengono tutti delle parole specifiche che esprimono le loro personalità individuali, presentando così un quadro nitido dei loro volti di traditori che combattono ferocemente l'uno contro l'altro per il trono, ciascuno facendo ricorso all'accondiscendenza e all'intrigo, all'inganno e alla frode, alla perfidia e al tradimento della nazione. Già solo leggendo i loro discorsi, la gente può chiaramente scorgere, anche senza osservare direttamente la scena sul palco, le personalità dei tre ministri: Pak, uomo dalla corporatura robusta e dall'aspetto marziale, che perde il controllo e sguaina la spada alla minima provocazione; Mun, il gobbo che purtuttavia si dà arie di sufficienza e vanta di continuo la sua posizione di membro della famiglia reale; e Choe, personaggio scaltro ed estremamente feroce.
Per gli scrittori, sviluppare il proprio peculiare stile di scrittura è il modo risolutivo per garantire appieno la specificità dell'interpretazione linguistica nella nostra letteratura. Pochi tra i nostri autori hanno il proprio caratteristico stile di scrittura al momento. Colui che non possiede il proprio specifico stile di scrittura non è un vero scrittore. Colui che si definisce scrittore dovrebbe avere la propria specificità linguistica ben distinta e creare sempre, per ciascuno dei suoi lavori, un'interpretazione linguistica peculiare differente da quella di tutti gli altri. Jo Ki Chon, autore dell'epopea Monte Paektu, può essere definito un poeta di talento dotato dello stile di scrittura suo proprio. Le sue espressioni poetiche sono troppo idiomatiche e straordinarie per essere imitate. Anche le alterazioni più piccole, seppure non frutto di un plagio, tradiscono ben presto il fatto di essere imitazioni delle espressioni poetiche originali. Lo scrittore deve conquistarsi una fama letteraria con la sua faccia, sul suo terreno linguistico peculiare che sfida le imitazioni.
Che gli scrittori lavorino col proprio specifico stile di scrittura e con un'interpretazione linguistica fresca oppure no dipende dalle loro qualifiche e dalle loro abilità.
Il segreto di un abile uso delle parole è condizionato interamente dal talento dello scrittore. La potenza del veicolo linguistico capace di espressioni e generalizzazioni sufficienti è deciso da come e a che livello lo scrittore fa uso delle parole. Soltanto allorché si sia familiarizzato con i mezzi e i metodi interpretativi gli scrittori potranno utilizzarli al meglio come vogliono e sviluppare il proprio stile di scrittura specifico. Nessun altro all'infuori degli scrittori dev'essere il padrone di una ricchezza colossale in vocaboli ed esperto nell'uso delle parole.

6. FORME DI LETTERATURA E PRATICA CREATIVA

1) LE POESIE DEVONO ESSERE LA BANDIERA DELLA LOTTA CHE DIRIGE L'EPOCA

Le poesie progressiste incoraggiano fortemente la lotta delle masse per l'indipendenza. Sin dal primo periodo in cui lanciò la lotta per infrangere le catene del capitale, la classe operaia ha considerato la poesia come un'arma potente e militante che infiamma i cuori di tutto il popolo come un tamburo o una tromba che squilla sul campo di battaglia. Al giorno d'oggi, quando la lotta delle masse per l'indipendenza prosegue con vigore e la loro coscienza ideologica e le loro qualifiche culturali si sono affinate oltremisura, la funzione militante e il ruolo agitatore della poesia ne risultano più incrementati che mai. Una poesia rivoluzionaria può prendere il posto di milioni di lance e spade. La nostra rivoluzione esige con urgenza che simili poesie rivoluzionarie vengano create in gran numero.
La nostra causa rivoluzionaria del Juche avanza ora verso un nuovo e superiore obiettivo e chiama il nostro popolo a imprese e innovazioni incessanti. La situazione attuale è diversa da quella di ieri e il modo di pensare e di lavorare della gente cambia ogni giorno che passa. La nostra letteratura poetica deve riflettere sensibilmente la realtà che compie notevoli progressi ed essere la bandiera della lotta che dirige l'epoca.
Affinché la letteratura poetica adempia alla sua funzione militante e svolga il suo ruolo di bandiera di lotta, bisogna migliorare decisivamente il lirismo.
Il lirismo è la caratteristica fondamentale e la linfa vitale della poesia. I romanzi catturano i cuori della gente con storie interessanti e grafiche, e le opere teatrali col fascino drammatico, mentre le poesie toccano il loro cuore con del ricco lirismo.
Il lirismo è una rappresentazione artistica delle emozioni stimolate dalla vita. La parola “emozione” è largamente usata nella vita quotidiana, ma “lirismo” si usa principalmente nell'interpretazione artistica. Quest'ultima parola viene a volte usata nella vita di tutti i giorni, più che altro nei casi in cui un oggetto viene descritto in modo artistico.
Le emozioni che le persone esprimono comunemente non si presentano direttamente come il lirismo nelle opere letterarie. Tra le emozioni che si provano nella vita, alcune riflettono l'essenza dei tempi e altre no. Persino un'emozione che contenga lo spirito dei tempi può conformarsi o meno al seme di un'opera che il poeta si appresta a scrivere. Questi sceglie l'emozione tipica e la rappresenta in base alle caratteristiche e ai requisiti del suo lavoro; questo è il lirismo.
Le emozioni nella vita si basano su una certa concezione del mondo. La gente prova delle emozioni rapportandosi alla realtà. Anche se la vita reale è la fonte dei sentimenti e questi sono una forma speciale di riflesso della realtà, non tutti gli oggetti in essa ne suscitano. Persone diverse possono avere impressioni diverse di fronte a uno stesso oggetto e il loro livello di esperienza di esso è assai differente. I fattori fondamentali che decidono della natura dei sentimenti che le persone provano relazionandosi alla realtà e al livello della loro esperienza costituiscono la loro concezione del mondo e della loro formazione spirituale.
Le emozioni e le idee sono strettamente legate le une alle altre. L'emozione si forma sempre insieme a una data idea e tramite questa si rivela. Pertanto, il lirismo di una poesia non deve essere visto come un semplice prodotto dell'emozione. È un frutto del pensiero artistico che combina il sentimento con l'aspirazione ideologica.
Al fine di migliorare il lirismo nella letteratura poetica, i sentimenti d'avanguardia dei tempi devono essere raffigurati minuziosamente.
I sentimenti d'avanguardia devono riflettere la tendenza principale dei tempi e le aspirazioni emotive delle masse. Essi constano di contenuti ricchi e diversificati; la fedeltà al Partito e al Leader posseduta dal nostro popolo, il suo ardente desiderio di custodire le idee del Juche come un articolo della sua fede e impersonarle a fondo in tutti gli ambiti della rivoluzione e dell'edificazione, il suo sconfinato orgoglio di vivere nel paese socialista del nostro stile incentrato sul popolo, il suo entusiasmo di fare indefettibilmente onore al suo sistema socialista, il suo odio per i nemici di ogni sorta che tentano di calpestare l'indipendenza del suo paese, il suo bruciante desiderio di riunificare il paese e altre emozioni tipiche che emergono nella sua lotta per il compimento della causa rivoluzionaria del Juche. Particolarmente importante riguardo alla rappresentazione dei sentimenti d'avanguardia dei tempi è la creazione di un'immagine dettagliata del fervente mondo emotivo del nostro popolo, sensibile ai problemi impellenti che il grande Leader compagno Kim Il Sung si sforza di risolvere al momento attuale e ai requisiti delle politiche del Partito, e che lavora sodo per risolverli in tempo utile.
La poesia lirica Patria mia, un'opera eccellente che canta dell'amore per la patria, è un modello di raffigurazione profonda dei sentimenti d'avanguardia dei tempi. Abbiamo molte poesie che celebrano l'amore per la patria, ma poche lo fanno tanto eccelsamente e sulla base dei sentimenti d'avanguardia dei tempi come questa lirica. Essa non si limita a inneggiare alla terra dove siamo nati e cresciuti, ma a quella ove l'indipendenza dell'uomo e l'indipendenza del paese e della nazione sono assicurate. Essa descrive l'amore per la patria in modo profondo e verace sulla base della concezione rivoluzionaria del leader. Solo questo tipo di poesie può soddisfare lo spirito dei tempi attuali e il senso estetico del nostro popolo.
I poeti devono diventare cantori e trombettieri dei tempi. Soltanto coloro che ardano nel più profondo dei loro cuori delle aspirazioni dei tempi e operino strenuamente per respirarne lo spirito possono essere veri poeti.
Allo scopo di migliorare il lirismo della poesia è necessario che si riveli nitidamente l'individualità del poeta.
Per sua natura il lirismo rappresenta le emozioni dettagliate e delicate della vita, per cui è inevitabile che abbia le sue peculiarità. Il lirismo di una poesia si distingue da quello delle opere degli altri generi artistici e letterari. Esso è l'emozione che il poeta stesso esprime. La poesia rivela direttamente l'individualità del poeta, che si presenta come l'eroe lirico della poesia. Un componimento poetico privo dell'individualità del suo autore è un'opera mancata. La poesia deve rivelare nettamente il volto del suo eroe e svelare un mondo emotivo unico come altri non potrebbero fare.
In questo senso, la poesia lirica Perdonami può essere definita una buona poesia. Essa rivela le esperienze di vita del poeta accumulate dai tempi in cui era studente ed esprime sentitamente il giuramento solenne che ha fatto alla patria dopo aver fatto il bilancio della sua vita. Il poeta chiede perdono per gli errori che ha commesso in gioventù, ma chiede alla patria di non perdonarlo mai qualora tradisse la grande sollecitudine con cui essa lo ha cresciuto. Egli aggiunge che non tradirà mai il Partito e la patria, ma li ripagherà a rischio della sua vita. Il poeta canta questa idea con emozioni ricche e fresche. Un poeta deve svelare il mondo lirico attraverso la sua originale individualità, anche se scrive una sola poesia. Celebrare i sentimenti d'avanguardia dei tempi nel mondo caratteristico e peculiare dell'esperienza è un requisito fondamentale per il miglioramento del lirismo della poesia.
Si richiede un lavoro strenuo per valorizzare il carattere musicale della poesia.
La poesia trae le sue origini dall'arte della canzone e il carattere musicale è sempre stato ritenuto un attributo ad essa inerente. Se la musica è un canto della vita, la poesia può essere anch'essa definita tale. In una poesia il lirismo scorre lungo ritmi raffinati e belli e le parole e le frasi poetiche si adeguano al ritmo e al tempo musicali. Per le sue ricche emozioni musicali, il suo bel suono e la sua raffinata leggiadria ritmica, una poesia è uno spartito musicale scritto in lettere.
Una poesia scritta in prosa non può sostenere il suo carattere musicale. Quest'ultimo è un suo attributo centrale. Essa dev'essere scritta in modo da poter incitare la gente a recitarla o impararla a memoria, come una buona canzone che ci si sente portati a cantare immediatamente al suo ascolto. Le poesie devono essere eleganti, chiare e scorrevoli come brani musicali.
La qualità lirica delle poesie si distingue dal lirismo delle opere di altri generi letterari in quanto possiede ritmo. Se non c'è ritmo nelle poesie non ci sarà carattere musicale, e un emozione priva di carattere musicale non può costituire il lirismo delle poesie. Nella scrittura poetica, avere una comprensione chiara dell'essenza del ritmo e del suo metodo di formazione, insieme alla loro applicazione in base alle regole delle forme poetiche del nostro stile, si pone come un problema molto importante.
Il ritmo di una poesia è un concetto che mette in evidenza la tonalità sillabica dei suoni vocali. Il flusso e il tempo sono le principali componenti del ritmo. La tonalità sillabica dei suoni vocali in una poesia consta di flusso e di tempo esattamente come la melodia nella musica. Essi stanno in una relazione inseparabile e organica l'uno con l'altro. Il tempo fornisce le unità del ritmo con controparti e ripetizioni regolari, mentre la tonalità dà il ritmo con varie andature e vibrazioni. Il ritmo di una poesia deve scorrere fluentemente e armoniosamente su una base regolare man mano che il tempo viene regolato e moderato.
Il ritmo in una poesia non può sostenersi tramite un mero arrangiamento delle parole e una spezzettatura razionale dei versi quando viene scritta. Certo, è importante regolare le sillabe delle parole poetiche e la lunghezza dei versi di una poesia nella preservazione del suo ritmo. Quest'ultimo può prender forma soltanto quando le parole poetiche siano scelte e arrangiate in considerazione del numero e del timbro delle sillabe e della lunghezza delle strofe di una poesia siano regolate per una facile respirazione. Tuttavia, le cose più importanti sono la forte esperienza emotiva che il poeta matura nella vita e il contenuto emotivo decisamente elevato della poesia. Il ritmo dimostra il suo valore solo quando valorizza ad alto grado il lirismo. Per natura, l'uomo quando si emoziona e si appassiona sente il battito del suo cuore e il suo respiro, che non potrebbe sentire in uno stato emotivo normale. Allo stesso modo il lirismo di una poesia può armonizzarsi spontaneamente col ritmo solo quando ne sia altamente esaltato. Privo di una profonda esperienza emotiva, il poeta non può produrre del ritmo ma solo una ripetizione meccanica, per quanto abbia provato ad arrangiare il numero delle parole e a regolare le strofe. Questo è un tipo di formalismo nella scrittura poetica. Quando il poeta cerca di spiegare qualcosa senza rappresentarne il lirismo, egli finisce col tirar fuori una quantità eccessiva di frasi descrittive e, con ciò, distrugge il ritmo.
Al fine di rendere ritmica una poesia bisogna usare abilmente vari mezzi linguistici nazionali. Il metodo di arrangiamento ritmico dipende largamente dalle caratteristiche della lingua nazionale. Facendo il massimo uso delle eccellenti caratteristiche della nostra lingua, i poeti devono organizzare dei ritmi fluenti e belli che soddisfino i gusti e le emozioni estetiche del nostro popolo e continuare a creare ritmi originali, vigorosi, nobili e vivaci che si accordino con l'era rivoluzionaria.
Utilizzando efficacemente le caratteristiche peculiari della poesia è necessario sviluppare in modo generale le sue diverse forme.
Non si devono scrivere solo poesie liriche ma anche epiche ed epopee. Scrivendone i testi non vanno utilizzate solo una o due, ma molteplici forme, come quelle lunghe e quelle corte del tipo dei sonetti. Le poesie possono essere sia lunghe che brevi. Anche le poesie brevi possono svolgere adeguatamente la loro funzione. Sebbene ne sia una forma breve, il Sijo [poesia lirica tradizionale coreana ─ ndt] ha tutte le caratteristiche che una poesia lirica deve avere. Sin dalle sue origini, il contenimento di un ampio e profondo contenuto in forma breve è stata una delle principali caratteristiche della poesia lirica. Infatti, più una lirica è breve e meglio è.
La scrittura di poesie in forma di racconto in lai dev'essere incoraggiata. Vi è un'ampia gamma di argomenti poetici e drammatici nella vita e il lai è una forma adeguata per rappresentarli in una poesia.
Si richiedono anche poesie dal carattere politico dallo spiccato senso educativo, poesie che impartiscano lezioni significative e poesie che cantino la bella natura del paese. È dannoso, nelle poesie, esaltare la natura così com'è, separata dalla vita umana, ma è buono svelare i meandri del mondo umano tramite la raffigurazione di belle nature. Come vi è una forma di pittura paesaggistica, ce ne dev'essere anche una di poesia bucolica.
Si deve prestare una profonda attenzione alla scrittura di testi per le canzoni.
I canti rivoluzionari svolgono un ruolo enorme nella direzione dei tempi sulla giusta via e nella mobilitazione delle masse. Dove vi è lotta vi sono canti, e dove vi sono canti si avrà sempre un'abbondanza di ottimismo rivoluzionario e di passione militante. I nostri canti rivoluzionari ispirano al popolo un entusiasmo militante su ogni cantiere socialista e apportano un grande contributo alla creazione di un'atmosfera rivoluzionaria nell'intera società, incoraggiando il progresso dei nostri tempi.
Affinché i nostri canti siano un mezzo potente della lotta rivoluzionaria e per l'educazione delle masse, bisogna compiere un'innovazione radicale anzitutto nella composizione dei loro testi.
Il testo di una canzone dev'essere una fine poesia.
Il testo di una canzone non dipende dalla musica ed è giusto che non sia così. Quale campo della poesia, esso deve possedere di suo delle caratteristiche ideologiche e artistiche perfette. Deve contenere un seme originale, la chiara affermazione del poeta, le sue specificità e un lirismo fresco e ricco scoperto dal poeta stesso. Il testo dev'essere scritto in modo tale da poter eccitare il popolo anche se non trasposto in musica.
Che le parole di una canzone debbano essere una fine poesia significa che devono traboccare di emozioni. La canzone Una ragazza di città si sta per sposare è stata scritta sulla semplice base di una ragazza di città che, sposandosi, entra a far parte di una famiglia della campagna socialista, ma raffigura ottimamente l'idea che i villaggi rurali si vanno sviluppando così da non dover invidiare le città, grazie alle tesi sulla questione rurale socialista esposte dal compagno Kim Il Sung. Il testo di una canzone come questa, che esprime un'idea profonda tramite emozioni concrete e nitide, può essere definito un testo genuino che si è tramutato in una fine poesia.
Nella creazione di un canto, impostare la musica sui testi dev'essere una prassi in ogni caso. A volte una buona canzone viene creata con l'impostazione della musica sul testo, ma in questo frangente il poeta, limitato dalle esigenze del compositore, non può dimostrare appieno la sua creatività né scrivere un buon testo per la canzone poiché i suoi sforzi sono concentrati sull'ideazione di sillabe ritmiche. Il compositore è responsabile per questo tipo di pratica irregolare nella creazione delle canzoni poiché è interessato soltanto al suo punto di vista. Ma la colpa non è soltanto sua. Il poeta che scrive i testi delle canzoni deve conoscere di suo la musica. Il testo di una canzone scritto da un poeta che padroneggia la musica può essere compreso dal compositore e sviluppare la sua idea melodica. È proprio perché il poeta non scrive il testo della canzone pieno di ricche emozioni che possano soddisfare il compositore che quest'ultimo compone la musica prima che il poeta ne scriva il testo.
Ci ricordiamo ancora bene i testi e le melodie delle canzoni che abbiamo prodotto dopo la liberazione, come il Canto dell'aratura, Il trionfale Primo Maggio e Andiamo in montagna e al mare, nonché i capolavori immortali quali il Canto della Corea e Nostalgia, scritti molto tempo fa. Ripensando al testo di Nuova primavera, la gente, prima ancora che la conoscesse, canticchiava di continuo tra sé e sé: La primavera è arrivata, la primavera è arrivata. Le canzoni devono essere costruite in modo che chiunque si trovi a cantarle senza rendersene conto.
Per questo il testo deve essere scritto in modo vivace. Le parole di una canzone che riflettono la vita pratica che un uomo può testimoniare e sperimentare e contenere emozioni vitali a lui note possono venire amate dalla gente.
Affinché il testo di una canzone si insedi quanto prima nelle bocche del popolo, dev'essere facile da cantare e da comprendere. Le parole semplici possono assolutamente esprimere una profonda filosofia di vita.. Il testo di una canzone è una poesia da cantarsi per mezzo della melodia, perciò non vanno utilizzate espressioni complicate. Quando scrivono il testo di una canzone, i compositori si spremono le meningi per trovare espressioni mirabolanti come se stessero facendo una gara. È importante scoprire parole ed espressioni meravigliose per il testo, ma non è la cosa essenziale. Per sua natura il contenuto delle parole di una canzone traslate in musica devono essere facili da capire al primo ascolto. Esse sono come una breve poesia di pochi versi. Francamente parlando, è stupido tentare di rappresentare un'idea profonda infilando una molteplicità di espressioni difficili in una poesia breve. Le espressioni del testo di una canzone devono essere tali da poter essere intese facilmente da chiunque e, seppure estrinsecantesi in parole semplici, farvi rifletter su le persone per lungo tempo sentendosi come colpite alla loro lettura. Il testo della canzone Cade la neve non parla di alcunché di speciale a parte il protagonista che ascolta una storia sui partigiani antigiapponesi seduto alla finestra in una tranquilla notte di neve, ma udendola anche una volta sola si provano l'emozione derivante da una ricca associazione e un'impressione di lunga durata. I poeti non devono tentare di dare troppa enfasi alle espressioni del testo. Essi devono scriverlo di modo da poter dare un quadro nitido e integrale attraverso una raffigurazione generale del testo e produrre così delle associazioni multiformi e impressioni durevoli.
La direzione che la nostra produzione poetica segue è chiara. Il punto sta nel quanto profondamente il poeta consideri la missione che si è assunto per i tempi, pieno di entusiasmo. Allorché i poeti approfondiscano la loro esperienza emotiva della vita e migliorino il livello della loro contemplazione, essi potranno effettuare delle innovazioni incessanti nella poesia e produrre una gran quantità di poesie e testi per canzoni che rimarranno celebri.

2) LA LETTERATURA ROMANZESCA DEV'ESSERE SVILUPPATA SULLA BASE DELLE ESIGENZE DEI TEMPI

Il romanzo è una forma tipica della letteratura. Il livello di quest'ultima e dello sviluppo di un paese si misura principalmente con le qualità ideologiche e artistiche della letteratura romanzesca.
Il romanzo è una delle più popolari forme di letteratura. Non solo i giovani, sensibili al nuovo e dotati di ricche emozioni, ma anche i bambini e gli anziani amano leggere romanzi. Leggendone uno, la gente percepisce la verità della vita e i principi della rivoluzione, alimentando emozioni belle ed elevate. I romanzi esercitano una grande influenza sulla formazione della concezione rivoluzionaria delle persone.
Il valore sociale della letteratura romanzesca è deciso dal giudizio delle masse. In passato i nostri romanzieri hanno prodotto la serie La storia immortale e molti altri romanzi famosi tra la gente. Ma siamo lungi dal dire che il nostro popolo legga con piacere tutti i romanzi scritti dai nostri autori. I romanzieri devono pensare intensamente al perché il popolo non legga con interesse alcuni dei loro lavori.
La differenza tra la vita descritta nei romanzi e la vita reale è una delle ragioni per cui alcuni romanzi non vengono tanto letti. I lettori sono attratti da un romanzo quando sentano qualcosa di vivo e intimo per esso dalla vita dell'eroe.
Uno dei motivi principali per cui alcuni dei nostri romanzi sono percepiti come meno vicini e non si addentrano nella vita dell'uomo è che i loro personaggi vengono più che altro idealizzati. L'immagine di un personaggio che si innalza a una statura incomparabile a quella di un uomo reale non può attirare la simpatia dei lettori. I romanzi devono sempre spingersi oltre la realtà, ma la caratterizzazione fittizia che oltrepassi la realtà finisce per idealizzare e l'uomo e la vita. Gli eroi dei nostri romanzi devono essere persone reali, amichevoli, prossime alle vite dei lettori. I romanzi devono mostrare l'essenza della vita normale che si può osservare in ogni momento nella quotidianità e produrre una raffigurazione tipica del nobile mondo spirituale nei meandri dell'animo della gente comune. L'interesse artistico nasce da una comprensione fresca del profondo significato incastonato nella vita quotidiana e da un'attrazione inconscia verso il nobile mondo della vita.
Alcuni romanzi non sono popolari anche perché non vi è vita in essi. Se diventa difficile leggere la vita pure nei romanzi, i quali possiedono una forza pratica e potente per la rappresentazione da varie prospettive e ad ampio raggio della multiforme vita, non c'è proprio una base per parlare del loro valore. La vita descritta nei romanzi comprende vari aspetti (politico, economico, culturale e familiare), come anche il passato e il futuro. I romanzieri devono avere una profonda esperienza di tutti questi aspetti della vita e descriverli liberamente in modo confacente al seme delle loro opere. La gente non dice che c'è o non c'è vita nelle opere che non prendono in considerazione alcuna vita in particolare. La vita a cui ci riferiamo è la tipica vita che riflette l'essenza dei tempi e della società, nonché la vita nuova e caratteristica scoperta dai romanzieri. Anche se un romanzo mischia insieme tutti i dettagli della vita quotidiana sarà condannato come privo di vita se questi dettagli non sono veridici. L'uomo vive ogni momento. Ciascun uomo ha una profonda esperienza di vita e la sua propria conoscenza di essa. Poiché le masse la creano e ne beneficiano, ne hanno una buona padronanza. Nessuno scrittore può mettersi a discutere con le masse sulla verità della vita rappresentata nell'opera che ha scritto per loro. La più piccola distorsione della vita non ha alcun fascino per il popolo. Peggio ancora, se il popolo non riesce a trovare una vita degna di nota nei romanzi che legge, questi ultimi non possono conformarsi ai suoi gusti.
I nostri romanzi di oggi devono essere un nuovo tipo di letteratura che sfida ogni sorta di vecchiume. Il nostro Partito richiede che si effettui un nuovo cambiamento nella letteratura romanzesca, al passo con l'esigenza d'indipendenza delle masse e con le loro conquiste culturali. In risposta a questa politica, gli scrittori devono eliminare gli elementi retrogradi e gli schemi rigidi di ogni risma che permangono nella letteratura romanzesca e creare un gran numero di romanzi del nostro stile come richiesto dall'era del Juche.
Ciò che conta nella creazione dei romanzi è fare il miglior uso delle loro caratteristiche.
Il romanzo ha il vantaggio di impiegare globalmente i metodi di rappresentazione utilizzati nella letteratura. Non esiste vita umana che non possa essere rappresentata attraverso il linguaggio, il mezzo rappresentativo principale della letteratura; col linguaggio gli scrittori possono produrre una descrizione, una conversazione, una narrativa e un'esposizione. Non in tutte le forme di letteratura si manifesta appieno un'abilità espressiva linguistica illimitata. La poesia esprime le emozioni dell'uomo principalmente attraverso la narrazione e le parole, mentre la letteratura drammaturgica esprime soprattutto la vita umana come può essere visualmente osservata per mezzo delle parole e delle didascalie nel libretto. Solo la letteratura romanzata può delineare tutto ciò che può essere espresso col linguaggio facendo un uso estensivo di mezzi descrittivi come la descrizione, il discorso, la narrazione e la spiegazione. Essa può non soltanto mostrare le immagini dei personaggi che si possono osservare visualmente ma anche la loro psicologia intima e gli aspetti ignoti delle loro vite con la completezza desiderata dallo scrittore. Essa può inoltre descrivere in senso globale un uomo e la sua vita senza farsi limitare né dal tempo né dallo spazio. Poiché intreccia storie di vite con gusto adoperando appieno i mezzi del linguaggio, il romanzo incita il popolo a leggerlo spontaneamente e ha il vantaggio di poter essere letto in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, a differenza delle opere teatrali.
Sebbene il romanzo possegga il privilegio di poter fare un uso globale dei mezzi del linguaggio a paragone di altri generi letterari, non è più facile da scrivere rispetto a un'opera teatrale o a una poesia. Ma ha sempre la possibilità di rappresentare liberamente la vita in ogni suo aspetto.
L'impiego onnicomprensivo di mezzi descrittivi letterari è sia un punto di forza che una caratteristica della letteratura romanzesca. I romanzi devono concentrare i loro sforzi sull'esibizione di tutti gli aspetti dell'uomo e della sua vita in ampiezza e in profondità adoperando in modo globale questi mezzi.
Facendo un uso generale dei mezzi descrittivi della letteratura, il romanzo considera la raffigurazione come sua base in ogni suo aspetto.
Non si deve scrivere un romanzo di modo da far capire la sua storia con la lettura dei dialoghi come nella letteratura drammaturgica. È vero che i dialoghi sono importanti e vengono parecchio usati nel romanzo, ma non sono un metodo fondamentale di rappresentazione. L'intreccio di un romanzo dev'essere composto principalmente attraverso la connessione delle rappresentazioni; i discorsi, le narrazioni e l'esposizione devono avere un effetto puramente aggiuntivo su di esso.
La cosa più importante nella rappresentazione del romanzo è la raffigurazione psicologica. Una descrizione profonda del pensiero dei personaggi è fondamentale per mostrare il loro mondo interiore. Ciò rappresenterà in maniera concentrata le caratteristiche essenziali delle personalità e il loro modo di pensare. L'aspetto dei personaggi, i loro comportamenti e i contesti nei romanzi vanno ritratti in modo da potersi vedere le condizioni psicologiche sia dei personaggi che degli scrittori. La raffigurazione dell'aspetto dei personaggi, dei loro comportamenti e delle circostanze deve rispecchiare e condizioni psicologiche tanto dei personaggi come degli scrittori, permearsi delle loro idee e delle loro emozioni ed essere interpretata col metro di giudizio delle emozioni. Solo così potrà armonizzarsi con le caratteristiche della letteratura romanzesca e attrarre l'attenzione dei lettori.
La descrizione dettagliata dell'uomo e della vita è la forma elementare della descrizione realistica. Essa è fondamentale nei romanzi ove si descrivano personaggi o contesti.
Descrivere la vita come si racconterebbe una storia è un'altra caratteristica di fondo dei romanzi.
Il romanzo è una forma letteraria descrittiva e allo stesso tempo un tipo di letteratura narrativa. La parola “romanzo” deriva dalla parola “storia”. La storia umana della letteratura mostra che in ogni paese il romanzo ha avuto origine dalle opere nella guisa di una storia. Nel corso del suo sviluppo la parte descrittiva è andata gradualmente crescendo e la raffigurazione del personaggio è divenuta il suo elemento centrale. In questo modo la forma del racconto si è trasformata nella forma della descrizione e il contenuto si è evoluto in una storia letteraria con la caratterizzazione come asse. Tuttavia, resta l'infrangibile premessa che l'uomo sia rappresentato e la vita svelata sempre attraverso una data storia.
Deve sempre esserci una certa storia letteraria all'interno di un romanzo.
La storia in un romanzo dev'essere interessante e affascinante. I romanzi non devono soltanto riflettere sensibilmente i problemi più urgentemente sentiti dalle masse nella vita reale e risolverli in conformità alle loro aspirazioni; la loro storia dovrà anche scorrere in modo interessante. Ciò deve accadere in ogni caso, attraendo e commuovendo i lettori senza posa, ora tendendo e ora rilassando la loro attenzione.
Le storie nei romanzi devono fluire assieme a emozioni ben intrecciate. L'organizzazione delle emozioni è un modo importante di attrarre spontaneamente i lettori nel mondo descrittivo componendo la storia in modo emotivo. L'organizzazione delle relazioni affettive tra i personaggi e tra le opere e i lettori può essere definita un'arte.
Per una rigorosa organizzazione delle emozioni, le relazioni emotive tra i personaggi devono essere stabilite in maniera stretta. I sentimenti dell'uomo, a differenza delle sue idee e della sua volontà, sono assai mutevoli e fluidi. Le emozioni di un personaggio in un romanzo si sostituiscono l'una all'altra e cambiano, formando una determinata linea di sviluppo. Questa si intreccia come un corso di sviluppo, generalmente dall'accumulazione allo scioglimento. Tali linee sono strettamente legate l'una all'altra e interagiscono reciprocamente. Gli scrittori dovranno studiare queste interazioni al passo con la logica della vita così da organizzare in modo chiaro le connessioni emotive tra i personaggi.
Formare relazioni emotive tra il mondo descrittivo delle opere e gli scrittori è importante anche nell'organizzazione delle emozioni. Il vero proposito dell'organizzazione delle emozioni è quello di stimolare l'interesse emotivo dei lettori. Se questi non comprendono o non simpatizzano con l'eccitazione che fa sì che i personaggi delle opere ridano o versino lacrime, allora questa eccitazione non avrà alcun significato. Qualora lo scrittore, catturato dalla sua foga soggettiva, trascuri la condizione emotiva dei lettori, vi saranno disaccordi e contraddizioni continue tra i lineamenti emotivi dei personaggi e gli scrittori e, in ultima analisi, l'organizzazione delle emozioni naufragherà. Gli scrittori devono sempre essere in buona confidenza con la psicologia dei lettori, ottenere una profonda conoscenza delle loro emozioni e ritrarre le relazioni affettive tra i personaggi come richiesto dalla logica della vita.
L'organizzazione emotiva è legata al lirismo delle opere. Il lirismo del romanzo è garantito da una descrizione emotiva dettagliata degli oggetti in questione e dalla narrativa ma, prima di questo, può essere migliorata soltanto quando la storia stessa abbia un profondo contenuto emotivo. Il lirismo dell'intreccio del romanzo dipende dall'organizzazione delle emozioni. Lo scrittore deve comporre i lineamenti delle emozioni di tutti i personaggi e strutturare le relazioni tra questi lineamenti in base alle loro personalità e alla logica della vita, cosicché dei sentimenti intensi possano sgorgare nelle opere.
Lo scrittore deve intessere i lineamenti emotivi di tutti i personaggi e le relazioni tra di esse attenendosi alle loro personalità e alla logica della vita, cosicché delle ricche emozioni possano straripare nelle opere.
La formazione dei sentimenti è anch'essa legata alla teatralità. Questa è, naturalmente, un attributo specifico della letteratura drammaturgica, ma è altresì essenziale in un romanzo dotato di una certa storia. Certo, possono esservi romanzi dall'intensa teatralità, dall'umore placido e lirico o principalmente leggero e vivace, a seconda dei casi. Tuttavia, non si può dire per certo se questi due ultimi tipi di romanzo siano drammatici oppure no. In base ai loro umori, i romanzi possono essere drammatici esternamente o internamente. L'organizzazione delle emozioni sarà flessibile e attraente nei romanzi dalle storie drammatiche, attraendo i lettori nel mondo della rappresentazione artistica. I romanzi devono andare oltre i limiti del senso comune e contenere qualcosa che superi le aspettative delle persone e vari aspetti della vita viva e caratteristica.
Ciò che conta nella scrittura dei romanzi è rigettare gli schemi rigidi.
Gli scrittori devono essere audaci nel concepire idee e creare immagini artistiche. Non possono scartare gli stereotipi se pensano solo a cosa ne penserà la gente, come se avessero paura delle conseguenze. Ora come ora i rapporti tra i personaggi in un certo numero di romanzi vengono rappresentati come di educazione data e ricevuta, ma questa non dev'essere una regola per ogni caso. La letteratura mira a edificare le persone, ma questo proposito non si realizza sempre attraverso questa sola impostazione della rappresentazione dei rapporti umani. Le persone vengono educate o quando commosse dal nobile esempio degli eroi o se stimolate da un'acuta critica dei personaggi negativi. Sarà efficace quell'educazione del popolo che venga condotta con vari metodi sotto diversi aspetti.
È uno stereotipo anche quello di sviluppare la storia solamente tramite il sistema di presentazione del contesto, inizio evento, sviluppo, climax e conclusione. La storia dev'essere composta in maniera libera e diversificata secondo il seme dell'opera e l'originalità dello scrittore. Questi deve utilizzare il tipo di trama che riflette veridicamente la vita e si accordi al gusto estetico dei tempi tra le forme che sono state storicamente collaudate. D'altra parte, egli deve continuamente scoprire nuove forme che si adattino alla situazione in sviluppo e alla natura dell'arte e perfezionarle.
L'argomento amoroso viene frequentemente incluso nelle opere sulla base del sostentamento delle emozioni. In sé non è sbagliato. Se la relazione d'amore viene ben rappresentata, questa fornirà una comprensione corretta dell'etica dell'amore dei nostri tempi e renderà emotivamente caratteristiche le opere. Ma sorge un problema se questo tema viene esposto in maniera sgraziata e scialba e secondo schemi rigidi. L'amore viene solitamente ritratto nella guisa di un ragazzo e di una ragazza che s'innamorano, si lasciano per qualche ragione dovuta a incomprensioni o aspirazioni diverse e poi tornano insieme. Gli scrittori tentano di descrivere la loro conoscenza come qualcosa di inevitabile, ma non devono per forza muoversi così. Il primo incontro tra gli innamorati potrebbe essere del tutto casuale e la loro relazione finire con la separazione per via di un disaccordo sugli ideali.
Lo stereotipo è una barriera tra la letteratura e i lettori. Gli scrittori devono creare opere originali di propria invenzione libere da ogni stereotipo.
Bisogna diversificare i metodi rappresentativi nella letteratura romanzesca.
I gusti estetici dell'uomo cambiano e si sviluppano col passare del tempo. È impossibile creare l'immagine artistica di un romanzo che si adatti al nuovo gusto estetico dei nostri contemporanei coi metodi di rappresentazione che si usavano in passato. Una volta che si è definito l'orientamento per un romanzo o una poesia, non c'è bisogno di far ricorso allo stereotipo per il metodo della sua rappresentazione. Gli scrittori devono fare del loro meglio per trovare il metodo rappresentativo più adatto per ogni opera.
Fra i metodi rappresentativi ve ne sono di apprezzati dalle masse e di favoriti dalla classe reazionaria. Noi dobbiamo rigettare categoricamente i metodi di rappresentazione volgari che si confanno al gusto della classe reazionaria, stabilire l'orientamento jucheano e aderire alla posizione della classe operaia nell'impiego dei metodi rappresentativi.
I metodi di rappresentazione letteraria sono efficaci per la creazione di un'immagine artistica generalizzata che duri a lungo. Gli scrittori non devono ricorrere soltanto ai metodi rappresentativi riconosciuti nel passato; devono adoperare attivamente metodologie nuove ed efficaci per venire incontro al senso estetico e alle esigenze del nostro popolo così da allargare audacemente l'ampiezza dell'immagine artistica.
Il metodo di inserire molteplici eroi in un romanzo può essere usato con efficacia. Non esiste alcuna regola tal per cui debba essercene solo uno. Fintantoché il seme dell'opera lo richiede, si possono presentare diversi eroi. Le opere con più eroi possono mostrare con razionalità un quadro immenso dei tempi e della vita in tre dimensioni. Poiché diverse dai romanzi con un solo eroe, la questione di chi è l'eroe in ciascuna di esse non si pone.
Il metodo di creare una rappresentazione senza rivelare l'eroe si può applicare nella scrittura di un romanzo. Quando non lo si presenta direttamente, il suo aspetto sarà interpretato in vari modi al fine di mostrarlo indirettamente. Questo metodo di raffigurazione potrebbe risultare più complicato rispetto all'esposizione diretta del suo volto, ma aumenterà l'interesse e l'aspettativa nei suoi confronti, alimentando l'entusiasmo per il libro.
Il romanzo può collocare un personaggio negativo nella nostra società al centro della rappresentazione. Le opere del tipo delle sceneggiature come Il giorno delle nozze e Il problema della nostra famiglia possono essere scritte nell'ambito del romanzo. Quando si presentano come protagonisti i personaggi negativi della nostra società si deve rendere chiara la loro natura ideologica, così da impartire a chi ha difetti simili una seria lezione di vita, la critica nei loro confronti dev'essere netta e si devono evidenziare con chiarezza gli sforzi sinceri e concreti dei loro collettivi per condurli lungo la retta via della società. Gli scrittori possono inoltre produrre opere che espongano il mondo interiore del nemico mettendo quest'ultimo al centro della rappresentazione.
Si può anche utilizzare, nella scrittura dei romanzi, il metodo di descrivere la vita con l'accento sulla psicologia dello scrittore e dei personaggi. Questo metodo rappresentativo dà il la alla descrizione analitica dell'esperienza psicologica dei personaggi e al monologo interiore dello scrittore. Un uso appropriato di questo metodo può essere efficace nel miglioramento del carattere filosofico delle opere, in quanto lo scrittore può studiare più in profondità le cose interne rispetto a quelle esterne, più l'essenza che il fenomeno. Ciò è assai diverso dal metodo rappresentativo soggettivo. Quando scrivono dei romanzi, gli scrittori non devono mai elencare o mischiare insieme incoerentemente e a caso i pensieri amorfi e indistinti che passano per la loro mente col pretesto di enfatizzare la descrizione psicologica. Questo metodo può essere usato a tutti gli effetti allo scopo di mostrare il mondo spirituale dell'uomo in modo sincero e multiforme in base alla logica della vita e di presentare l'essenza della vita e i pensieri dello scrittore in un modo filosoficamente profondo.
Gli scrittori devono inoltre applicare in maniera creativa e conforme alle esigenze e ai gusti estetici della vita moderna i metodi romantici formatisi nel corso dello sviluppo della letteratura umana e, allo stesso tempo, crearne di nuovi.
Assieme ai metodi di rappresentazione devono svilupparsi diverse forme di romanzo.
È errato pensare che si può essere riconosciuti come romanzieri soltanto scrivendo romanzi di media lunghezza o integrali. Tra gli scrittori che la storia ricorda vi è un numero considerevole di romanzieri che per tutta la vita hanno scritto solo romanzi brevi. Anche una storia breve può diventare a tutti gli effetti un capolavoro se possiede qualità ideologiche e artistiche elevate come richiesto dalle esigenze dei tempi e dalle aspirazioni del popolo.
La situazione in sviluppo richiede urgentemente, inoltre, storie brevi dalla forma concisa, come quelle per i giornali murali, le quali sono un buon mezzo di mobilitazione di massa e di appello militante. Nessun'altra forma di romanzo le eguaglia nel riflettere in modo flessibile i successi e le innovazioni miracolose che si conseguono incessantemente sui luoghi di costruzione in grande stile. Il Munhak Sinmun riporta spesso storie che coprono una o due delle sue pagine. Tuttavia, ciò non è consigliabile per il carattere del giornale, che richiede mobilità, e per il suo spazio limitato. Sarebbe auspicabile che il Munhak Sinmun, il Joson Munhak e altri giornali e riviste letterarie pubblicassero molte storie concise.
Si devono scrivere romanzi epistolari, diari, gialli e polizieschi in gran numero. Certo, queste forme di romanzo hanno dei limiti. Nel caso del romanzo epistolare è difficile raffigurare liberamente le inclinazioni dei personaggi e le loro vite in ampiezza e profondità dal punto di vista di una terza persona. Se lo scrittore supera questi limiti e adopera al meglio i vantaggi di questo genere, egli sarà pienamente capace di produrre eccellenti romanzi di questo tipo.
Le storie basate su fatti reali svolgono un ruolo molto importante nell'educazione del popolo tramite esempi positivi. Fatti degni di lode come salvare il proprio collettivo e i propri compagni nel momento critico sacrificandosi senza esitazione e dare la vita per i compagni che si trovano di fronte alla morte non hanno precedenti nella storia e sono precisamente gli aspetti della degna vita di cui si può essere testimoni soltanto nella nostra società. Da nessuna parte nel mondo gli scrittori possono trovare una realtà tanto meritevole e grande piena di una vita significativa e abbondante come la nostra società, ove le persone si trasformano in uomini e donne nuovi e una vita vivace riverbera. La nostra realtà è senz'altro una fonte inesauribile di materiale per romanzi basati su fatti reali. Il nostro popolo cerca di vedere, attraverso le opere letterarie, il suo nuovo aspetto nella nuova era. Esso ricerca anche lo spirito vibrante della nuova società e della nuova vita così com'è, come lo hanno costruito coi propri sforzi. Sia i romanzi storici che quelli basati su storie vere devono essere integralmente umanistici e, allo stesso tempo, fedeli alle persone e ai fatti reali. Non devono essere una letteratura che registra soltanto fatti uno dopo l'altro col pretesto di basarsi su archetipi ed eventi storici.
Bisogna scrivere anche romanzi di fantasia. Se si allarga l'estensione della rappresentazione in questo tipo di romanzi, persino la vita sociale può essere ritratta usando l'immaginazione. Attualmente tutto il popolo del nostro paese lavora pieno di fiducia raffigurandosi nella mente il futuro della sua patria riunificata. Se gli scrittori producono opere che descrivono immaginariamente il giorno in cui l'emozione per la riunificazione nazionale strariperà, costoro infonderanno grande gioia e speranza nei cuori del popolo e lo incoraggeranno nel suo lavoro e nella sua vita. Il volto futuro della nostra patria, ove la costruzione di una società comunista ideale e il modellamento dell'intera società sulle idee del Juche saranno state portate a compimento, e quello del mondo fattosi indipendente, può essere rappresentato anch'esso in maniera immaginifica. Questo tipo di romanzo è più efficace di una conferenza pubblica sul roseo futuro. L'immaginazione nei romanzi non deve essere un sogno assurdo. Deve basarsi sulle leggi che reggono lo sviluppo della storia e della scienza e sulla verità della vita.
Si necessitano in gran numero romanzi scritti impiegando la personificazione. La nostra letteratura classica possiede un'ampia gamma di questo tipo di romanzi, tra cui Un ratto a processo, che è ottimo. La personificazione è vantaggiosa per la satira sulla vita del nemico e per la presentazione della vita attuale del nostro popolo in modo figurativo e interessante.
Si possono produrre romanzi in versi e cognitivi.
Dobbiamo introdurre, dalla posizione jucheana, altri metodi eccellenti di rappresentazione e vari tipi di romanzo sviluppati dalla letteratura moderna e usarli in modo variegato.
I nostri romanzi devono collocarsi con fermezza al centro della letteratura e rappresentare splendidamente i requisiti dei tempi e della realtà in sviluppo. Gli scrittori devono raddoppiare gli sforzi in modo da dare alla luce nuove innovazioni nella letteratura romanzesca, liberi da ogni sorta di schemi superati.

3) LA LETTERATURA PER BAMBINI DEV'ESSERE CREATA NEL MODO PIÙ ADATTO ALLE LORO CARATTERISTICHE PSICOLOGICHE

Crescere i bambini come comunisti di tipo jucheano ha un impatto sul futuro del paese. I bambini sono i boccioli floreali del paese e i padroni del suo futuro. Il futuro del paese e le sorti della nazione dipendono da come essi vengono cresciuti.
Le opere artistiche e letterarie svolgono un ruolo importante nell'educazione in senso rivoluzionario dei bambini.
Sensibili alle emozioni e assetati di conoscenze, i bambini amano leggere libri. Le opere letterarie rivoluzionarie presentano un buon esempio di studio e di vita per i giovani lettori e danno loro un variegato nutrimento spirituale per la loro crescita in senso rivoluzionario. Il libro consente ai bambini, i quali osservano il mondo umano dalle quattro mura della loro casa, del loro villaggio e della loro scuola, di allargare i loro orizzonti sul mondo e migliorare sotto vari aspetti le cognizioni che hanno acquisito a scuola.
La letteratura per bambini è simile per molti versi a quella per adulti, ma possiede alcune caratteristiche specifiche in quanto ha a che fare coi bambini.
La letteratura per bambini crea un'immagine artistica per i bambini dal loro punto di vista. Le sue caratteristiche trovano espressione nel suo approccio alla rappresentazione, piuttosto che agli oggetti che rappresenta. La sua qualità elementare risiede nel fatto che essa analizza, valuta e ritrae l'uomo e la sua vita dal punto di vista dei bambini. Essa imposta per la maggiore dei ragazzi come protagonisti e rappresenta la loro vita e, talvolta, rappresenta quella degli adulti dal punto di vista del bambino. Ogni aspetto della vita raffigurato nella letteratura per bambini dev'essere il riflesso della comprensione che di esso ha il bambino e della sua esperienza, oppure visto dai suoi occhi. I suoi lettori sono bambini e pertanto il suo valore artistico è deciso dalla bontà della sua raffigurazione del mondo dell'infanzia. Un'opera letteraria per bambini che non si accordi con la loro psicologia non ha alcun valore artistico. La letteratura per bambini deve rappresentare dei contenuti rivoluzionari in base alle peculiarità della loro età e della loro psicologia, oltre che al loro livello.
Gli autori di letteratura per bambini devono essere ben coscienti delle caratteristiche di questi ultimi e creare immagini artistiche di conseguenza.
Il livello di coscienza ideologica dei nostri ragazzi è molto alto.
Il grande Leader compagno Kim Il Sung considera sempre i bambini come i re del paese e dona loro le più belle cose del mondo. I nostri bambini vivono sotto le cure amorevoli del Leader e del Partito sin dalla culla e cantano che loro padre è il Maresciallo Kim Il Sung e la loro casa è il grembo del Partito. Infatti i sentimenti di fedeltà e devozione filiale dei nostri bambini verso il Leader e il Partito è incomparabilmente più alto, più profondo e più caloroso rispetto a quelli dei bambini di qualsiasi altro paese al mondo.
Nel nostro paese tutti ricevono un'educazione rivoluzionaria attraverso la vita organizzativa e collettiva sin dall'infanzia. Pertanto, i nostri ragazzi hanno un forte senso dell'organizzazione, della disciplina e del collettivismo. Sebbene giovani, essi sono profondamente consci della loro integrità politica, il processo di formazione della loro concezione del mondo è rapido e la loro coscienza di essere successori della causa rivoluzionaria è elevata.
La letteratura per bambini è tenuta a creare immagini artistiche in conformità a questo alto livello della loro mentalità.
Cantare di cose rosse, blu o gialle, come alcuni facevano in passato, non si accorda ai gusti ideologici ed estetici dei bambini. Prevale, nell'attuale letteratura per bambini nel mondo, una tendenza a profondersi in panegirici di una “predisposizione pura” al di sopra delle classi, cercando di trovare le qualità dei bambini in qualcosa di innato. Trascurare la natura acquisita e considerare quella innata come assoluta nella rappresentazione delle qualità dei bambini è il modo migliore per costruire una barriera tra la generazione nascente e la società e renderli degli esseri incompetenti per i tempi e la rivoluzione, prigionieri del fatalismo reazionario. La nostra letteratura per bambini deve mantenere alta la guardia contro l'infiltrazione delle tendenze reazionarie del lavoro creativo che contraddicono la natura della letteratura rivoluzionaria e cozzano con la mentalità e le esigenze dei nostri bambini.
La letteratura per bambini deve creare una rappresentazione intensa degli animi fedeli e coscienziosi dei nostri fanciulli, i quali riveriscono e seguono il grande Leader e il benevolo Partito. La loro fedeltà al Partito e al Leader non è ancora diventata parte della loro concezione del mondo e della vita. La letteratura per bambini deve rappresentare veridicamente la grandezza del Partito e del Leader, cosicché i bambini possano sentire vivamente che il nostro Leader e il nostro Partito sono i migliori al mondo. Essa deve inoltre ritrarre i nitidi archetipi dei membri dei Corpi dei Ragazzi che hanno combattuto con coraggio sotto la direzione del Generale Kim Il Sung durante la Guerra di Liberazione della Patria e dei militanti dell'Unione dei Ragazzi ai nostri tempi, sconfinatamente fedeli al Leader, affinché i nostri bambini seguano il loro esempio.
La letteratura per bambini deve produrre una rappresentazione verace dell'elevato senso dell'organizzazione e del collettivismo che emerge tra i nostri bambini nella loro vita organizzativa rivoluzionaria. Deve mostrare veridicamente ai bambini quanto grande è la forza del collettivo e quanto preziosi e importanti siano il loro collettivo e i loro amici, e ritrarre artisticamente i buoni esempi dei veri militanti dell'Unione dei Ragazzi che eccellono nella loro vita organizzativa.
La nostra letteratura per bambini deve altresì impegnarsi a risvegliare i bambini riguardo alla loro posizione e alla loro missione nell'eredità della causa rivoluzionaria del Juche. Gli scrittori devono creare opere attraverso le quali impartiscono ai bambini una chiara comprensione di quanto aspre sono state le difficoltà che la nostra causa rivoluzionaria ha dovuto sormontare per avanzare e di qual è la sorgente della giustizia, della grandezza e dell'invincibilità di questa causa, e far loro assumere la dovuta posizione e il dovuto ruolo nella prosecuzione di quest'ultima. La letteratura per bambini deve produrre, per la generazione nascente, un quadro commovente della realtà in sviluppo della patria socialista e l'elevato mondo spirituale e la lotta dei loro genitori e dei loro fratelli per dar loro un' impressione e un'influenza rivoluzionaria profonde. Come dimostrano l'esperienza in combattimento e le gesta dei membri dei Corpi dei Ragazzi durante la Lotta rivoluzionaria antigiapponese e dei giovani partigiani durante la Guerra di Liberazione della Patria, i bambini sono capaci di contribuire attivamente alla lotta rivoluzionaria. La letteratura per bambini deve suscitare tra di essi un profondo interesse all'edificazione socialista e alla causa della riunificazione nazionale e condurli a fare la loro parte nel lavoro per il paese e il popolo.
L'intelletto generale dei nostri bambini è alto.
Tutti loro crescono godendo dei benefici del sistema educativo. Nessuno di essi svolge lavoro manuale in età scolare o viene espulso dalla scuola per via della tassa d'iscrizione. Si costruisce una scuola per pochi bambini su un'isoletta ed è in servizio un treno scolastico per una dozzina di scolari in un villaggio di montagna. Nel nostro paese, coperto da una rete didattica ben collaudata dal villaggio più remoto a quello insulare, tutti i bambini in età scolare studiano a piacimento grazie al sistema scolastico universale obbligatorio e gratuito di 11 anni. I lettori della nostra letteratura per ragazzi altri non sono che gli studenti delle scuole superiori, primarie e i bambini dell'asilo, i quali ricevono un'istruzione regolare.
Poiché i suoi lettori sono i bambini che hanno imparato precocemente l'alfabeto e acquisito delle conoscenze sistematiche, la letteratura per bambini deve creare una rappresentazione artistica impostato sul loro livello intellettivo. Gli scrittori non devono venirsene fuori con qualcosa di comunemente noto senza uno studio approfondito, o elencare cose banali e insignificanti nelle loro opere prendendo a pretesto il fatto che il livello di comprensione dei bambini è generalmente più basso di quello degli adulti.
Il primo e principale dovere dello studente è studiare con diligenza. La letteratura per bambini deve mettere l'accento sull'instaurazione, tra gli studenti, di un ordine di idee appropriato e di un'abitudine allo studio e incoraggiare il loro impeto all'apprendimento del nuovo, così da assicurare che incanalino gli sforzi allo studio, loro dovere prioritario. Gli scrittori devono prestare un'attenzione particolare a far sì che non vi siano elementi, nelle loro opere, che vadano contro la pedagogia o danneggino lo sviluppo intellettuale degli studenti; d'altro canto, devono stabilire un legame con le scuole di propria spontanea iniziativa in modo da riflettere nelle loro opere, a tempo debito, i problemi urgenti che sorgono nell'istruzione scolastica.
I bambini del nostro paese hanno un cuore puro.
Nel nostro paese non vi è una base sociale che possa contaminare i bambini con elementi malsani. Poiché l'intero paese è unito come un organismo socio-politico e vi prevale una vita salubre, i bambini ricevono ovunque influenze immacolate, che si trovino a casa, a scuola o nella società. Nessun bambino al mondo è puro e sano come lo sono i nostri.
La letteratura per bambini deve rappresentare realisticamente gli animi puri dei nostri bambini. Deve guardarsi dall'infiltrazione delle influenze reazionarie del nemico e dalle idee retrograde affinché non macchino neanche impercettibilmente le menti dei bambini che sono bianche come la neve.
Essa deve prestare la dovuta attenzione al fatto che i nostri bambini non hanno un'idea della vecchia società e non hanno vissuto le difficoltà della lotta rivoluzionaria in quanto vivono felici in un ambiente sociale eccellente che non ha nulla da invidiare a chicchessia. Essi devono percorrere il tortuoso cammino della rivoluzione di lunga durata. Questo cammino può essere irto di difficoltà e prove impreviste. Se vogliamo rendere capace la nuova generazione di combattere fino alla fine, mantenendo sempre una fedeltà pura in ogni circostanza problematica, la letteratura per bambini deve ritrarre con intensità artistica la vita rivoluzionaria del compagno Kim Il Sung, il quale ha attraversato un lungo, lungo tragitto di sangue, così da equipaggiare tutti i bambini con lo spirito rivoluzionario del monte Paektu. Con ciò, essa deve produrre una raffigurazione artistica veritiera della penosa storia del nostro popolo il quale, privato della sua sovranità nazionale, ha sperimentato una vita miserabile e difficile nel passato, di modo che i bambini si risolvano a difendere eternamente la felicità odierna.
Gli scrittori devono trasformare la letteratura per bambini nel nostro stile di letteratura che si conforma alla politica del nostro Partito e alle caratteristiche dei nostri bambini. Solo il nostro stile di letteratura per bambini può contribuire a crescerli come pilastri della rivoluzione coreana armati delle idee del Juche.
Ciò che conta nella scrittura di libri per bambini è sostenere le qualità generali della loro età e della loro psicologia.
Alla loro età, essi fanno in genere dei ragionamenti semplici, onesti, vivi, pratici; non stanno fermi neanche un momento. Assorbono ogni cosa così com'è, come una telecamera, e amano imitare gli altri. Per quanto veloci nel pensiero e nell'azione, mancano di costanza e di pazienza; sensibili ed emotivi, hanno però delle difficoltà a pensare in astratto; delicati e precoci, hanno tuttavia delle vedute ristrette. L'adolescenza è diversa dall'infanzia. Il livello e la qualità delle opere deve pertanto essere variegato in base alle caratteristiche dei bambini in età prescolare e scolare. Lo scrittore di letteratura per bambini deve diventare un pedagogo ben familiarizzato con il mondo dei bambini, di fatto un loro intimo amico.
Poiché la letteratura per bambini è tarata su questi ultimi, i suoi contenuti devono essere interessanti. Questo vale più in questo caso che nella letteratura per adulti. Per natura, ai bambini piace molto ascoltare delle storie interessanti. Essi sono soliti sulle ginocchia di un adulto e assillarlo affinché racconti loro una storia. I bambini leggono libri per divertimento. Questi devono essere scritti di modo che i bambini li leggano di loro spontanea volontà, come le api volano sui fiori fragranti. Se sono costretti a leggere, non ne ricaveranno niente in particolare. Se il primo libro che leggono non è di loro interesse costoro, semplici nel pensare e carenti di costanza, si stuferanno presto di leggerlo e svilupperanno un'avversione per i libri.
La letteratura per bambini non deve inculcare idee nei bambini per via logica; questi ultimi devono essere portati ad accettarle attraverso i loro sensi da una bella figura. Un'idea concettuale non deve, come si fa ora, essere inculcata di forza ai bambini, i quali non hanno maturato un pensiero astratto. Sarà più efficace, dal punto di vista dello scrittore, presentare una piccola idea cosicché possano assimilarla immediatamente coi loro sensi, piuttosto che cercare di mostrare un'idea complicata. L'immagine artistica nella letteratura per bambini dev'essere il più possibile sensibile e musicalmente ritmica, coerente con le caratteristiche e il sentire estetico dei bambini, che sono sensibili e accettano tutto coi sensi.
La letteratura per bambini deve produrre una sensazione di azione in continuo cambiamento e di movimento energico. Ai bambini piacciono i libri pieni di cambiamenti e di animazione. È più razionale che la letteratura per bambini ritragga dei particolari dinamici e sintetici che diano un concetto impressionante e caratteristico rispetto a mescolare insieme delle descrizioni statiche in modo tedioso. È più piacevole l'intreccio di una linea d'azione allegra e divertente, piena di cambiamenti, rispetto alla produzione di una profonda raffigurazione del mondo interiore umano come fa la letteratura per adulti.
La letteratura per bambini dev'essere scritta con parole ed espressioni quanto più possibile semplici, in considerazione delle caratteristiche dei bambini che stanno imparando la lingua parlata e scritta. Le parole devono essere gentili, accessibili e affascinanti. Essa deve esplorare le parole usate per la comunicazione tra bambini nella loro vita, i colloquialismi che questi amano usare e, se possibile, evitare parole ed espressioni astratte che sono difficili da capire per loro. Per tutto ciò, essa non deve produrre una raffigurazione artistica ripetendo continuamente parole semplici o usando una piccola quantità di vocaboli. Per i bambini, che ancora stanno imparando a parlare e a scrivere, un'opera letteraria per loro è in sé un libro di lettura suppletiva che potenzia il loro apprendimento della lingua. Se si trovano davanti a parole che non conoscono, consultano un dizionario o chiedono agli adulti, ampliando così il loro vocabolario. Gli scrittori devono scrivere nell'ottica di inculcare nei bambini parole quanto più raffinate ed espressive possibile.
La letteratura per bambini deve diversificarsi nelle sue forme e nei suoi contenuti per soddisfare le aspirazioni e le richieste dei bambini riguardo alle cose nuove. Nel caso dei romanzi, gli autori possono scriverne di contenenti descrizioni in forma di dialogo comico, di verso, di storie vere, di fiabe e altre forme di romanzo basate sulla fantasia. Lo Studio cinematografico scientifico ha prodotto L'astuto cane procione e altri film eccellenti che impartiscono ai bambini sia delle cognizioni scientifiche che un'educazione ideologica. I produttori di letteratura per bambini dovranno pubblicare libri di questo tipo. Impiegando i metodi principali come la personificazione, l'immaginazione, l'esagerazione e la simbolizzazione in maniera multiforme, essi devono creare con audacia nuovi metodi e tecniche di rappresentazione, esplorando arditamente nuove forme di letteratura che siano gradevoli per i gusti estetici e la mentalità dei bambini dei nostri tempi.
La letteratura per bambini deve mettere adeguatamente in pratica i requisiti generali della creazione letteraria.
La letteratura per bambini deve aderire al principio applicato alla creazione della letteratura in generale. Non deve mettere l'accento soltanto sulle sue particolarità specifiche e ignorare detto principio, con la scusa di sostenere le sue proprie caratteristiche. In un certo senso si può dire che la letteratura per bambini deve essere ancor più fedele al principio generale.
La veridicità è anch'essa un problema quantomai serio nella letteratura per bambini. Questo problema ha un significato non solo per quanto attiene all'aumento del suo valore artistico ma è altresì legato alla questione più seria di alimentare rettitudine nei bambini. Se costoro, inclini a seguire gli altri, leggessero di frequente libri inconsistenti e contro natura che contraddicono le realtà della vita, potrebbero prendere la brutta abitudine di parlare o scrivere in quel modo. Dobbiamo formarli sin dalla più tenera età a essere persone genuine, semplici e sincere.
La questione dell'originalità della rappresentazione artistica è anch'essa molto importante nella letteratura per bambini. Le somiglianze e gli schemi rigidi sono la morte della letteratura in generale e ciò è tanto più vero per la letteratura per bambini. Questi, sensibili al nuovo e inclini a cambiamenti drastici, sono avversi alle ripetizioni e agli stereotipi. La letteratura per bambini dev'essere quanto più possibile originale e fresca.
Uno scrittore di letteratura per bambini è un caro pedagogo in quanto forma i ragazzi a diventare successori della causa rivoluzionaria del Juche. Nella degna opera di proseguire e portare a compimento quella causa, i nostri scrittori di letteratura per bambini deve adempiere con successo alla sua responsabilità e ai suoi doveri onorevoli.

4) TUTTE LE FORME LETTERARIE VANNO SVILUPPATE IN MODO DIVERSIFICATO

Poiché la lotta delle masse per l'indipendenza e la creatività si sviluppa, altrettanto si allarga continuamente la sfera della vita che la letteratura deve rappresentare. Impegnandosi a conquistare la natura, trasformare la società e rimodellare sé stesso, l'uomo apre sempre più vie nella vita. Di pari passo con l'arricchimento della vita umana, la fonte delle descrizioni letterarie e l'ampliamento della loro sfera, le forme di letteratura si sviluppano in modo diversificato. Nel corso dell'edificazione di una nuova società e di una nuova vita, il nostro popolo si è sbarazzato delle catene delle idee e della cultura arretrate e va evolvendosi quale vero possessore delle idee e della cultura rivoluzionarie. I suoi canoni ideologici e culturali in continua crescita richiedono vari tipi di opere artistiche e letterarie dalle alte qualità ideologiche e artistiche.
Sviluppare tutte le forme di letteratura in modo globale è un'esigenza basilare. La storia della letteratura è il processo di cambiamento delle sue tipologie come anche delle sue forme, e parimenti il processo di sviluppo dei suoi contenuti. Le forme letterarie si sono fissate a un certo livello attraverso una lunga storia, ma non sono né perfette né assolute. Parallelamente al cambiamento dei contenuti, anche le forme possono cambiare incessantemente. Solo così la letteratura può mantenersi al passo con le esigenze dei tempi. Una varietà di cibi particolari può sostenere i propri gusti e colori specifici soltanto quando vengano serviti su piatti diversi. Parimenti, si devono usare tutte le forme di letteratura in maniera globale cosicché gli scrittori possano mettere in gioco la loro individualità creativa e la letteratura possa giungere a piena fioritura.
A questo riguardo, gli scrittori devono sbarazzarsi della tendenza ad aggrapparsi a poche forme; essi devono usare tutte quelle che hanno dimostrato i loro vantaggi e la loro vitalità attraverso il loro sviluppo storico e che soddisfino le esigenze dell'era attuale e dei contemporanei.
È essenziale sviluppare in vari modi la letteratura drammaturgica assieme ai poemi, ai romanzi e alla letteratura per ragazzi per venire incontro alle esigenze della nostra realtà, piena di eventi suggestivi.
Una cosa importante a questo proposito è che si possieda una profonda conoscenza di ciò che è suggestivo.
I film e le opere teatrali che vengono prodotti ai nostri tempi delineano principalmente la lotta nella nostra vita tra il vecchio e il nuovo. Ciò dimostra che i nostri scrittori ritraggono veridicamente l'essenza della vita. La vita inizia con la lotta, prosegue nella lotta e nella lotta termina. Essa è spinta avanti dalla lotta tra ciò che si sviluppa e ciò che declina, tra il progressivo e il conservatore e tra l'attivo e il passivo, cioè, in generale, tra il positivo e il negativo. Questo conflitto è il riflesso artistico della lotta nella vita tra il nuovo e il vecchio. È fondamentale che nella descrizione drammaturgica si definisca il conflitto per mezzo di scontri e lotte tra i personaggi positivi e quelli negativi e che vi si intrecci su la storia. Ciò, però, non significa che soltanto le lotte tra il positivo e il negativo possano diventare il tema di ogni opera teatrale. Naturalmente la drammaturgia presuppone certe contraddizioni, ma non si presenta solamente per confronto e scontri diretti tra i personaggi. La teoria per la quale la teatralità può essere assicurata solo da confronti e scontri diretti tra il positivo e il negativo è una teoria vetusta.
La sceneggiatura del film Niente da invidiare è estremamente teatrale anche se non rappresenta scontri di personalità diretti tra i personaggi positivi e quelli negativi. Le sorti del fratello e della sorella che sono divenuti dei buoni artisti sotto le cure del Partito dopo esser stati privati dei genitori durante la Guerra di Liberazione della Patria e l'esperienza dell'eroe che viaggia per tutto il paese per oltre due decenni per trovarli, come da ultimo desiderio del suo commilitone morto eroicamente armi alla mano, sono tutte teatrali. Alla base dell'esperienza dell'eroe vi sono la sua ansia per non esser riuscito a rintracciarli, ansia che prova ogniqualvolta veda degli orfani crescere felicemente senza niente da invidiare al mondo sotto la sollecitudine del Partito, e l'odio e il risentimento radicati contro gli aggressori imperialisti americani che li hanno resi orfani. Anche se la guerra era finita, le ferite spirituali inflittegli dagli aggressori non si sono risanate. La sua drammatica esperienza emotiva è il riflesso di un'accanita lotta tra il nobile umanesimo socialista e la misantropia reazionaria. Perciò l'opera trascina intensamente il pubblico nel mondo del dramma e gli trasmette delle potenti emozioni con la sua forte attrazione drammatica.
Il copione di Niente da invidiare dà un buon esempio di definizione e soluzione dei conflitti. Ma ciò non significa che tutte le opere drammaturgiche che parlano dell'incontro tra familiari separati debbano essere impostate in questo modo. La modalità di sviluppo drammatico delle opere deve distinguersi in base alle caratteristiche e ai requisiti dei loro semi.
Le cose drammatiche della vita si esprimono in molti modi. Quando vedono due familiari incontrarsi dopo una lunga separazione, le persone dicono che è una cosa commovente. Con la tendenza alla riunificazione nazionale che monta come mai prima d'ora, un gran numero di coreani d'oltremare si reca oggi in visita alla sua patria. Questa è diventata un'inclinazione inarrestabile. Tra di essi vi sono genitori che hanno incontrato i loro figli e mariti che hanno rivisto le loro mogli dopo decenni di separazione. Essi non sapevano se fossero vivi o no a causa del dominio coloniale giapponese e degli schemi imperialisti americani di divisione della loro nazione. Le storie commoventi delle loro dolorose riunioni sono assai drammatiche. Costoro hanno bramato ansiosamente il giorno della riunione sin da quando sono stati costretti a lasciarsi e hanno dato tutto sé stessi per anticiparlo. I loro conterranei nella madrepatria hanno lavorato con dedizione per la riunificazione, mentre questi combattevano per la sacra causa della riunificazione dinanzi alle minacce, ai ricatti, alle lusinghe e agli inganni cui hanno fatto i ricorso i separatisti all'interno e all'esterno della penisola coreana. Le loro riunioni sono state il prezioso frutto maturato sul cammino di questa sacra lotta. Questa è la storia estremamente drammatica che la nostra letteratura deve narrare. Le persone parlano di dramma quando ricevono una forte impressione da un evento strabiliante che sorpassa la loro immaginazione. Uno di questi eventi è avvenuto allorquando Rim Su Gyong, studentessa ampiamente nota come “fiore della riunificazione”, ha eroicamente attraversato la Linea di Demarcazione Militare a rischio della sua vita. La storia sui “prigionieri a lungo termine non convertiti” in Corea del Sud riportata recentemente e ampiamente dai mass media è anch'essa qualcosa di inimmaginabilmente drammatico. Si parla di qualcosa di drammatico quando si riceve un risultato inaspettato per caso o quando questo si rivela essere tutta un'altra cosa rispetto alle aspettative. Si è anche soliti percepire come drammatica una storia di tensione a proposito di una questione che sembrava risolta ma che non lo è, oppure il racconto dell'improvviso chiarimento di una reciproca incomprensione.
Queste storie drammatiche hanno qualcosa in comune. Queste nascono dall'interpretazione del regolare flusso della vita e dall'impatto delle aspettative che si fanno caotiche. I lettori non percepiscono teatralità quando la storia si sviluppa seguendo il normale scorrere della vita o le loro aspettative. Una storia drammatica contiene alcune peripezie. Per quanto possa essere scioccante un incidente, esso non potrà produrre un effetto drammatica se appare nella storia senza alcun cenno della sua storia prima della sua uscita di scena. L'effetto drammatico si ha quando vi sono una premessa ragionevole e vari alti e bassi in successione. La storia drammatica dev'essere piena di suspense e attrarre potentemente l'attenzione delle persone. La gente non si sente particolarmente tesa nel flusso lineare della vita quotidiana, ma quando vive un momento scioccante in cui tale flusso si interrompe lo osserva con apprensione e tensione. In una parola, una storia che contenga colpi di scena, suscitando sentimenti di tensione e apprensione nelle persone con l'interruzione del flusso regolare della vita e il turbamento delle loro aspettative, può essere una storia drammatica e un evento che abbia queste qualità può anch'esso essere drammatico.
Gli scrittori dovranno scoprire materiali drammatici nella vita reale da varie prospettive e tratteggiarli in forme e tonalità variegate.
Essi non devono restare attaccati alla drammaturgia convenzionale nell'ambito della letteratura drammaturgica; devono fare un uso globale delle sue varie forme. Abbiamo bisogno di tragedie rivoluzionarie come l'opera rivoluzionaria La storia di un'infermiera e il film L'isola Wolmi, di commedie come Il problema della nostra famiglia ed altre che smascherino e condannino i crimini contro il popolo commessi dai nemici di ogni risma. Scenette letterarie come i dialoghi e i siparietti cabarettistici vanno scritte in gran numero. Nel passato, le squadre artistiche producevano molti dialoghi e siparietti comici amati dal popolo; ispirandosi a questa esperienza, questi tipi di scenette vanno prodotti in gran quantità.
La letteratura satirica va sviluppata.
Una volta si produssero L'America nuda e Il Generale Osso, ma oggi vi sono poche poesie, romanzi od opere teatrali satiriche. Di tanto in tanto alla radio mandano in onda dei monologhi comici. La letteratura satirica ha iniziato a svanire nel periodo in cui gli articoli a puntate scomparivano dai giornali. Vi è una storia sul perché i feuilleton sono spariti dai nostri giornali. Alla fine degli anni '50 i rapporti di produzione capitalisti furono aboliti e quelli socialisti si instaurarono a grande scala nel nostro paese, cosicché fu rimossa la base di ogni sorta di piaga sociale. Questo ha reso dominante il positivo nella nostra società. La nuova realtà richiedeva l'esaltazione degli esempi positivi nell'educazione del popolo. Questo è il motivo per cui gli articoli di giornale e le opere letterarie di tipo feuilletonistico che deridono o ridicolizzano i fenomeni negativi della vita reale sono spontaneamente venuti meno.
Che l'influenza delle persone tramite esempi positivi sia il metodo principale per la loro educazione non vuol dire assolutamente che la letteratura satirica non sia necessaria. La realtà odierna la richiede anzi con maggiore urgenza. I bersagli della letteratura satirica del nostro tempo sono le forze separatiste reazionarie all'interno e all'estero che si oppongono alla riunificazione indipendente e pacifica del paese, il desiderio accarezzato dall'intera nazione, e le forze aggressive imperialiste capeggiate dall'imperialismo USA, le quali ricorrono tenacemente a schemi “anticomunisti” per conquistare la supremazia mondiale. La nostra letteratura satirica deve smascherare davanti al mondo il loro vero volto reazionario e antipopolare, condannare aspramente i crimini che hanno commesso dinanzi alla storia e all'umanità e assestar loro un colpo devastante. La letteratura satirica deve diventare una freccia che trafigge il cuore del nemico e una bomba che fa a pezzi il suo covo.
La letteratura basata su storie di vita vera e sulla fantasia dev'essere sviluppata e bisogna produrre attivamente articoli e scritti brevi.
Il mondo immaginario della nostra letteratura di fantasia non è vasto e i suoi generi non sono variegati. L'immaginazione creativa è necessaria non solo per gli scrittori ma anche per tutti coloro che conquistano la natura e trasformano la società. La letteratura di fantasia costituisce un nutrimento per la loro immaginazione creativa.
Gli scrittori non devono disprezzare gli articoli. Degli articoli ben scritti possono commuovere il popolo molto più di quanto facciano le poesie o i romanzi. Un autore dovrebbe quantomeno scrivere svariati articoli eccellenti che rimangano nella memoria del popolo. Un articolo dev'essere costruito come una lirica raffinata e graziosa scritta in prosa. Se lo si compone nell'ottica di far sapere ciò che lo scrittore ha visto e sentito da qualche parte senza svelare i suoi sentimenti, esso non darà la sensazione di essere un articolo. Nel caso che lo scrittore li riversi nell'articolo, quest'ultimo non varrà la pena di essere letto se costui reitera frasi fatte o effettua una descrizione diretta del contenuto politico. È diventata una prassi quella di citare incondizionatamente le istruzioni del compagno Kim Il Sung a prescindere dal loro contenuto, ma questa non è una regola e un articolo è anch'esso un'opera letteraria. In futuro, è necessario organizzare qualcosa di simile a un concorso di scrittura di articoli eccellenti che diano un'impressione delle individualità dei loro scrittori e che contengano i loro pensieri più profondi, nonché delle emozioni ideologiche ricche e fresche.
Ciò che conta nell'adozione delle forme letterarie tradizionali è il loro incessante rinnovamento al passo con le esigenze della realtà in sviluppo e dei gusti estetici del popolo.
Tra le forme e i generi letterari prestabiliti, ve ne sono alcuni che si tramandano storicamente e altri che spariscono dopo poco tempo. Tra quelli tradizionali, alcuni vengono utilizzati con lo sviluppo dei tempi e della vita e col miglioramento degli ideali e delle esigenze del popolo, e altri no. Non esiste una forma o un genere che sia applicabile a tutti i periodi e a ogni letteratura. Anche quella forma o quel genere la cui superiorità sia stata dimostrata attraverso la storia dev'essere sviluppata coerentemente con le esigenze dei tempi nuovi. Il nostro rinnovamento della letteratura drammaturgica nel corso della rivoluzione nel cinema, nell'opera e nella drammaturgia è scaturita dalle esigenze dei nostri tempi. Il settore letterario deve non solo impiegare attivamente le forme tradizionali prestabilite ma anche creare costantemente nuovi generi in conformità alle esigenze dei tempi e del sentire estetico del popolo.
Al tempo in cui si faceva la rivoluzione nell'opera, nuovi generi artistici come le fiabe, i racconti epici e le epopee musicate e danzate furono creati per la rappresentazione sul palco. Questi costituiscono una forma di arte sincretica che combina letteratura, musica e danza. La letteratura, loro parte principale, è una forma specifica in cui si combinano elementi poetici, drammatici ed epici. Gli scrittori dovranno, sulla base dei successi e delle esperienze già conseguiti, creare nuove forme in base alle richieste della situazione in sviluppo.
In particolare è un'esigenza impellente quella di sviluppare in varie forme la letteratura televisiva.
Sin da quando la televisione si è diffusa in seno al popolo per la sua vita culturale e affettiva, la letteratura televisiva ha ottenuto una grande popolarità. Essa va rapidamente incrementando il suo ruolo in ambito artistico-letterario, attraendo l'attenzione della gente. Anche nel nostro paese, con l'introduzione del servizio televisivo in tutto il territorio nazionale, la funzione sociale della letteratura televisiva è stata considerevolmente valorizzata e il favore del popolo nei suoi confronti è cresciuto grandemente. La letteratura televisiva è nata non molto tempo fa, ma si sta ritagliando uno spazio cospicuo nell'ambito dell'arte e della letteratura. Questo perché la televisione ha il vantaggio di fare un uso globale dei mezzi descrittivi e dei metodi dell'arte sincretica, come il cinema, per non parlare dei metodi descrittivi della letteratura in generale, e di venir fruita ogni giorno da ciascuno. Dobbiamo sviluppare la letteratura televisiva affinché sia più multiforme e incisiva.
Le telenovele, i telefilm e il teleteatro sono diversi, per certi versi, dal romanzo, dal film e dalla drammaturgia in generale. Questi generi possiedono alcune specificità per via delle qualità speciali della televisione nei loro mezzi descrittivi, nell'orario di messa in onda e nel modo della loro presentazione ai telespettatori. In ciò bisogna tenere in considerazione il fatto che la gente li guarda o individualmente o in famiglia. Sorge quindi la necessità di impiegare metodi cinematici a grande scala. Cionondimeno, le telenovele devono sostenere le peculiarità tipiche del romanzo, un tipo descrittivo di letteratura; i telefilm devono mantenere le proprietà delle immagini in movimento, un'arte dell'azione; e il teatro televisivo deve preservare le proprietà dell'arte oratoria.
Il metodo di base della telenovela è la descrizione linguistica dal punto di vista del lettore e si combina con le scene. La descrizione linguistica non ha la priorità assoluta come nel romanzo in prosa; ma, in linea di massima, illustra la storia. La narrazione può essere svolta dietro le quinte da una o più persone e, fintantoché non si distorce la realtà della vita, il narratore può comparire sullo schermo nelle vesti di un personaggio, oppure un personaggio può diventare il narratore. Quando la narrazione sia eseguita in modo multiforme e combinato con le scene in maniera appropriata, la telenovela può diventare molto interessante.
Il mezzo principale del teatro televisivo, a differenza del telefilm, è il discorso. È meno influenzato dai limiti di luogo, tempo e spazio rispetto al dramma tradizionale, ma va fissata l'ambientazione ove si svolgono gli eventi.
Le telenovele, il teleteatro e i telefilm si dividono in varie parti, a differenza del romanzo, del dramma e del film normali, e ogni parte ha la sua rispettiva conclusione. Questa è la loro caratteristica.
Assieme al miglioramento della qualità della letteratura televisiva verso una fase superiore, bisogna sviluppare nuove forme di essa in gran quantità.
Nello sviluppo delle forme della letteratura in maniera diversificata è importante il sostentamento delle sue caratteristiche. Qualsiasi opera artistica o letteraria ha la sua propria forma. La sua raffigurazione si precisa e fa la sua adeguata comparsa in una data forma. Si può dire che la forma dell'arte sia un contenitore della sua rappresentazione. Ogni forma e genere letterario ha le proprie caratteristiche. Anche se i metodi di descrizione letteraria si mescolano e si armonizzano reciprocamente, ciascuno di essi mantiene le proprie specificità. Una poesia scritta in prosa e un dramma combinato con la poesia hanno ognuno le rispettive particolarità. Se l'autore trascura il confine relativo tra ogni forma nel proprio lavoro creativo o idea a caso una forma indefinita col pretesto di svilupparle in modo diversificato, ciò tenderà a confondere lo sviluppo della letteratura.
Dobbiamo sostenere le caratteristiche proprie di ogni forma, che siano convenzionali o nuove, e rendere così più ricco e colorato il giardino fiorito della letteratura jucheana.

5) DOBBIAMO SOSTENERE LE CARATTERISTICHE DEL NOSTRO STILE DI CRITICA

La critica è un potente stimolo allo sviluppo letterario che esplora nuovi campi della descrizione letteraria e orienta il processo del lavoro creativo. Il ruolo dirigente della critica risolve in tempo i problemi teorici e pratici che sorgono nei rapporti tra i tempi e lo scrittore e tra la realtà e la letteratura, e apre la via all'applicazione della politica del Partito sulla creazione di opere letterarie e sullo sviluppo della letteratura.
Storicamente, la letteratura è stata analizzata e giudicata dalla critica. Nella storia della letteratura umana, vi è un buon numero di opere divenute note al mondo come eccellenti grazie a un adeguato giudizio da parte dei critici. Uno scrittore sconosciuto al pubblico è diventato una celebrità e un'opera che era stata al centro dell'attenzione generale per un periodo ha rivelato il suo vero valore ed è andata a far parte dei detriti della storia, in entrambi i casi come risultato di una critica accurata. Con un occhio attento rivolto alla scoperta di un bocciolo che germogli nella creazione letteraria prima degli altri e un'ampia gamma di capacità di sintetizzare e popolarizzare la parte di successo di un'opera, la critica spinge in avanti lo sviluppo letterario.
Non ci si può aspettare alcuno sviluppo sano della letteratura senza la critica. Un attivo lavoro di critica corregge in tempo le deviazioni della creazione letteraria, migliora continuamente le conoscenze politiche e il livello artistico dell'autore e previene gli errori nel lavoro creativo.
È altresì necessario un miglioramento continuo del ruolo militante della critica al fine di rigettare i tentativi imperialisti di infiltrazione ideologica e culturale e il restaurazionismo, e di superare in tempo le tendenze borghesi decadente e la teoria controrivoluzionaria revisionista dell'arte e della letteratura. Se la critica cessa di essere vigile possono resuscitare tendenze arretrate nel lavoro creativo e tendenze letterarie malsane di ogni tipo.
Se il critico, prigioniero dello stile convenzionale, fa della critica in modo antiquato, egli non potrà né ascoltato dagli scrittori né stabilire il corretto principio della critica. Egli dovrà concentrare tutti i suoi sforzi alla costruzione del nostro stile di critica che soddisfa i requisiti in sviluppo dei tempi, dell'arte e della letteratura.
A tal fine, i critici devono possedere una buona conoscenza della natura e delle caratteristiche del nostro stile di critica e impersonarli a fondo nel loro lavoro.
Il nostro stile di critica è stato creato in conformità alle esigenze della situazione reale del nostro paese e dello sviluppo della nostra arte e della nostra letteratura, e si è sviluppato sulla base dell'idea e delle teorie jucheane sull'arte e la letteratura.
La missione basica della critica è quella di svolgere il ruolo dirigente nell'arte e nella letteratura. Il suo compito principale è dirigere la creazione di queste ultime al passo con i requisiti dello sviluppo dei tempi e della storia. In passato si presumeva che soltanto i critici fossero responsabili dell'importante lavoro di direzione dell'arte e della letteratura. Tuttavia, il ruolo guida della critica nell'arte e nella letteratura rivoluzionarie della classe operaia viene adempiuto sotto la direzione del partito e del dirigente. Costoro, generando le idee che guidano la creazione e lo sviluppo dell'arte e della letteratura e formulando linee e politiche per ogni fase dello sviluppo rivoluzionario, illuminano le direzioni e le vie del loro sviluppo e conducono gli scrittori e gli artisti alla loro attuazione. Il ruolo dirigente del nostro stile di critica è fermamente assicurato dalle idee e dalle politiche del Partito sull'arte e la letteratura.
La nostra critica deve dirigere la letteratura nell'ottica di interpretare e spiegare le politiche del Partito sull'arte e la letteratura e di trovare metodi pratici per la loro applicazione. Le politiche del nostro Partito sull'arte e la letteratura sono una bussola che indica il cammino che l'arte e la letteratura dei nostri tempi dovranno seguire. Pertanto, è un'importante missione della critica nel suo ruolo dirigente sulla letteratura quella di difendere, interpretare e diffondere queste politiche. Sostenerle incrollabilmente, propagandarle attivamente e attuarle integralmente è una qualità fondamentale del nostro stile di critica. Questa deve diventare l'avanguardia nella difesa e nell'applicazione di dette politiche e dev'essere un'arma potente che spinge in avanti lo sviluppo dell'arte e della letteratura jucheane.
La cosa principale nel nostro stile di critica è dimostrare la giustezza e la vitalità delle politiche del nostro Partito sull'arte e la letteratura e trovare dei metodi artistici dettagliati per impersonarle nella pratica creativa. La critica deve scrivere molti articoli che provino in modo chiaro la giustezza delle linee e delle politiche del nostro Partito sull'arte e la letteratura e pubblicizzino le brillanti imprese del nostro Partito nel settore artistico-letterario. Impartendo agli scrittori e al popolo una profonda conoscenza di queste politiche, la nostra critica deve apportare un contributo attivo alla personificazione integrale di queste politiche nella prassi creativa.
Al giorno d'oggi, in cui le manovre antisocialiste degli imperialisti e dei reazionari si manifestano apertamente, la difesa incrollabile delle politiche del nostro Partito sull'arte e la letteratura è una questione estremamente seria che riguarda le sorti della letteratura jucheana. I critici devono diventare combattenti che salvaguardano devotamente le suddette politiche dagli attacchi e dall'infiltrazione ideologica e culturale degli imperialisti e dei loro servi sulla prima linea del fronte culturale. Con un acuto discernimento politico, essi devono far sì che nemmeno il più piccolo elemento estraneo a queste politiche penetri nel nostro settore artistico-letterario. Con scarse conoscenze o vedute superficiali, costoro non potrebbero né interpretare e propagandare a fondo la giustezza e la vitalità di queste politiche né difenderle. Essi devono avere una vasta cultura riguardante ogni tipo di teorie e tendenze artistico-letterarie in tutto il mondo, così da essere in grado di individuare abilmente il minimo elemento estraneo nell'opera creativa di uno scrittore e scorgere quale tendenza letteraria o artistica reazionaria vi si cela.
Il ruolo d'avanguardia della critica non viene svolto soltanto attraverso la propaganda delle politiche del Partito sull'arte e la letteratura. Poiché queste politiche indicano la direzione per la creazione e lo sviluppo della letteratura, la critica deve portare soluzioni ai problemi che sorgono nel lavoro creativo sulla base delle idee e delle teorie del Partito sull'arte e la letteratura. La critica deve rapidamente afferrare le esigenze dei tempi e le aspirazioni del popolo e indicare in dettaglio le direttrici tematiche e descrittive del lavoro creativo.
La critica deve dare soluzioni scientifiche ai problemi di principio che sorgono nella teoria dell'arte e della letteratura, di modo da definire una giusta concezione dell'arte e della letteratura in seno agli scrittori. La critica può spiegare approfonditamente dalla posizione jucheana non solo l'attitudine estetica dell'uomo nei riguardi del Partito e del Leader, della sua patria e dei suoi compatrioti, dei suoi doveri rivoluzionari e del lavoro collettivo nella società socialista ma anche dei problemi della psicologia creativa dello scrittore.
La critica dovrà introdurre i successi della letteratura progressista e rivoluzionaria degli altri paesi, consoni alla nostra situazione reale. Dobbiamo essere sempre equi e basarci sul Juche nell'approcciare la letteratura degli altri paesi e imparare dai suoi aspetti positivi con una mente aperta. Affermare che solo la nostra letteratura è la migliore e sminuire quella straniera non ci fa che del male. I critici dovranno studiare intensamente e profondamente la letteratura straniera e scoprirne rapidamente gli aspetti positivi, di modo da aiutare i nostri scrittori ad applicarli in modo creativo nelle loro opere, sulla base del nostro senso estetico.
Il nostro stile di critica deve assumere la posizione di valutare gli scrittori e le loro opere e aiutarli con sincerità.
Il carattere della critica differisce in base ai rapporti sociali tra il critico e lo scrittore. Il lavoro del critico è strettamente legato all'attività creativa dello scrittore. I critici e gli scrittori nel nostro paese sono compagni rivoluzionari che lottano per obiettivi comuni e per gli interessi del socialismo e del comunismo, e i rapporti tra di loro devono essere di tipo cooperativo e basarsi sull'obbligo morale e il cameratismo rivoluzionari. I critici devono aiutare e dirigere con devozione gli scrittori nel loro lavoro creativo e svolgere la critica con l'atteggiamento di apprezzare loro e le loro opere e sentirsi responsabili nei loro confronti.
Ben lontani sono i tempi in cui i critici scrivevano pezzi che denigravano gli scrittori o trovavano da ridire sulle loro opere, o entravano in polemica con loro nonostante gli aspetti positivi di queste ultime. I critici non devono assumere un atteggiamento freddo verso gli scrittori, giudicando le loro buone opere come interamente giuste e criticando quelle insoddisfacenti, né devono lavorare senza opinioni ben precise e facendosi influenzare dalle loro relazioni personali con questi ultimi. Questo stile di critica può avere un senso solo in una società nella quale predominano le relazioni individualistiche tra il critico e lo scrittore. Aiutare e dirigere lo scrittore a cimentarsi nel lavoro creativo con un atteggiamento di principio e sincero sulla base dell'obbligo morale e del cameratismo rivoluzionari, e scrivere critiche dalla posizione di apprezzare gli scrittori e le loro opere sentendosene responsabili, è l'etica del nostro stile di critica.
È vero che la censura è una parte importante della critica. Ma l'obiettivo primario di quest'ultima è aiutare gli autori a scrivere delle buone opere, non censurare e basta. È più efficace fare in modo che gli scrittori correggano i propri errori in tempo che criticarli dopo che sono diventati seri. In base all'intento del Partito, la prevenzione dev'essere l'aspetto principale della nostra critica. Questo significa migliorare la natura dirigente della critica.
La critica deve ricercare nuovi mezzi e metodi rappresentativi necessari al lavoro creativo e generalizzare le buone esperienze nella creazione di opere. È necessario che la critica scopra rapidamente nuovi tentativi e nuove iniziative emerse nell'opera di uno scrittore e dia loro un sostegno e un incoraggiamento attivi. La critica che sa scoprire aspetti nuovi e positivi in un'opera è una vera critica. Essa dovrà essere in grado di afferrare non solo gli aspetti positivi cui lo scrittore ha dato luce con ambizione e molto sforzo, ma anche quelli che ha prodotto senza rendersene conto. Anche se si trova allo stadio di embrione invisibile oppure ha tale o tal altro difetto, il critico deve sostenerlo e generalizzarlo se è invitante e promettente.
La critica non deve chiudere un occhio o essere magnanima verso gli errori rivelatisi per mettere l'accento sulla generalizzazione degli aspetti positivi. La censura nella critica dev'essere di principio e giusta e allo stesso tempo affilata. La cosa importante è che la critica sia imparziale nella valutazione delle opere. I critici devono criticare limpidamente gli aspetti negativi e, giudicando l'opera nel suo insieme, devono essere imparziali e prudenti. La critica deve essere non soltanto tagliente ma anche illuminante, dando agli scrittori una comprensione corretta degli errori fondamentali nelle loro opere e le loro cause e indicando metodi efficaci per la loro correzione.
Il soggettivismo è inaccettabile nella critica. I critici non devono valutare un'opera ricorrendo a formule convenzionali o schemi predefiniti senza curarsi dell'intenzione dello scrittore, né muovere un'accusa politica imprudente nei loro confronti o giudicare le opere da un punto di vista puramente sociologico. La critica di cui la letteratura ha bisogno è, a tutti gli effetti, una critica letteraria ma non una critica sociologica o un commento politico. I critici devono possedere un senso artistico e una visione né più né meno ricca di quella dello scrittore. Allorquando i critici mancano di senso e visione artistici coi quali approcciare la vita e le opere letterarie da un punto di vista artistico, questi seguono unicamente la logica generale astratta. A differenza dei comuni sociologi, i critici devono padroneggiare a dovere la descrizione e la logica artistiche e conoscere bene la psicologia creativa dello scrittore e la fisiologia delle loro opere. Solamente quella critica che converga con la psicologia creativa degli autori e con la fisiologia delle loro opere, e che risolva gli errori, può farsi comprendere e accettare da essi. La modalità di descrizione artistica di un oggetto può differire a seconda di chi scrive e in quel caso diventa impossibile decidere quale è buona e quale è cattiva. I critici non devono cercare di imporre agli scrittori le proprie idee soggettive a proposito dei metodi descrittivi in dettaglio. Essi devono addentrarsi in profondità nel mondo delle opere ed esaminare gli intenti creativi degli scrittori, così da convincerli degli aspetti ai quali non sono riusciti a pensare e di questo o quell'errore.
La critica del nostro stile deve servire attivamente alla formazione delle masse a veri creatrici e beneficiarie dell'arte e della letteratura.
Generalmente parlando, la critica si occupa principalmente degli scrittori e degli artisti e dirige il loro lavoro creativo. Ma, se si dedica soltanto a loro, le masse non potranno goderne nel vero senso della parola. Essa dovrà servire il popolo ed essere da questi amata.
Le masse sono le padrone della cultura e sono loro che portano a compimento la rivoluzione culturale sotto la propria responsabilità. Oggi, nel nostro paese, grazie alle corrette politiche del Partito sull'arte e la letteratura, il popolo crea e beneficia dell'arte e della letteratura. La critica che può essere intesa solo dagli addetti ai lavori e non dalle persone comuni poteva avere un significato unicamente nella vecchia società. La critica nel nostro paese deve soddisfare le esigenze e i gusti del popolo.
La nostra critica deve rappresentare le aspirazioni e le esigenze delle masse per l'arte e la letteratura. Talvolta delle opere molto apprezzate dai critici provocano scontento tra la gente e, altre volte, le opere amate dal popolo vengono bocciate dai critici. Quelle critiche sembrano esser state scritte con nessuna o ben poca considerazione per l'opinione del popolo. Prima di pronunciare il verdetto finale su un'opera, il critico deve prestare l'orecchio all'opinione del popolo. Le masse sono i migliori critici. Un'opera giudicata non favorevolmente dal popolo non può essere una buona opera. La critica deve in ogni momento rispettare e riecheggiare l'opinione della gente. Deve diventare l'intima compagna dello scrittore che lo informa delle richieste del popolo e lo conduce a scrivere libri conformi alle aspirazioni e ai gusti estetici del popolo.
La critica nel nostro paese è un mezzo importante per l'elevamento delle conquiste culturali del popolo. Con l'aiuto della critica la gente ha conseguito una conoscenza più specifica delle politiche del Partito sull'arte e la letteratura, dei meriti che il Partito si è guadagnato in questo ambito, del valore ideologico e artistico e del significato didattico delle opere artistiche e letterarie, e ne ha acquisito a tal riguardo delle ampie cognizioni.
Allo scopo di servire le masse, la critica dev'essere scritta in parole semplici. Utilizzare in quest'ottica delle parole complicate è una brutta abitudine inveterata tramandatasi dal primo giorno della sua comparsa fino ai nostri tempi. I critici devono tener presente che i loro scritti sono per il popolo tale come esso è e dar seguito alle richieste del popolo in ogni aspetto del contenuto e della forma.
La nostra critica assume un carattere organizzativo e collettivista. I nostri critici sono organizzativamente uniti sotto la direzione unificata del Partito e del Leader e le loro attività vengono condotte tramite canali organizzativi. Essi leggono e valutano le opere letterarie con un solo, unico criterio politico. Essi traspongono nel loro lavoro il principio del collettivismo.
Per via di questo carattere la nostra critica è fondamentalmente diversa dalla critica nella società borghese, ove prevalgono i rapporti individualisti tra i critici e ogni singolo critico si attiene alla propria personale concezione dell'arte e della letteratura e ai propri principi creativi. Nel nostro paese i critici non lavorano al modo di un circolo, come fanno i loro colleghi in altri paesi, né creano confusione dicendo ognuno la sua sulla base delle proprie vedute letterarie e dei propri principi creativi che differiscono per ciascuno di essi.
La creatività del critico può dimostrare il suo valore soprattutto quando sorretta da uno spirito organizzativo e collettivista. La critica sporadica non può fornire soluzioni corrette ad alcun problema. Se si organizzano le attività dei critici, il ruolo dirigente della critica ne verrà migliorato.
La Federazione Generale delle Unioni delle Arti e della Letteratura (FGUAL) e l'Unione degli Scrittori (US) devono definire correttamente la direzione principale e il bersaglio della critica a ogni fase e affrontarli uno per uno attraverso sforzi concentrati. Oltre a ciò, queste organizzazioni devono sempre osservare la tendenza dello sviluppo letterario e del lavoro creativo degli scrittori e organizzare in maniera flessibile le discussioni sui giornali e i dibattiti tra i critici e, affidandosi alla loro forza collettiva, risolvere i problemi ideologici e teorici che sorgono nella creazione letteraria. È necessario organizzare discussioni e dibattiti teorici attivi tra i critici. Senza dibattito, né i circoli dei critici né la creazione letteraria possono mantenersi vivi. La FGUAL e l'US devono frequentemente proporre, per i dibattiti, degli argomenti seri da affrontarsi attraverso la critica, coinvolgere i critici nel dibattito e condurre quest'ultimo sul giusto tracciato.
Nel rafforzamento del lavoro della critica è importante elevare il ruolo dei critici nella prassi attiva. Poiché si trovano vicini ai lavori creativi, costoro devono sempre spingere avanti il lavoro in qualità di suoi padroni.
Questo lavoro non va organizzato nel modo di dettare in modo amministrativo ai critici come lavorare. Il critico dovrà avere la sua propria idea e una distinta opinione estetica. Se pensa che un'opera sia mediocre, non deve esitare a scrivere una critica in cui spiega la sua opinione anche se altri critici la ritengono un'opera buona. In questo frangente si svolgono dibattiti e, per loro tramite, non solo gli scrittori e i critici ma anche i lettori in generale possono imparare molte cose nuove. Il lavoro della critica dev'essere organizzato in modo da dare un incoraggiamento attivo ai talenti e alla creatività dei critici e ispirare il loro entusiasmo. Se invece il lavoro viene organizzato nell'ottica di reprimere la loro creatività e di imporre loro qualcosa, esso potrebbe rivelarsi controproducente.
La nostra critica deve fondarsi su un chiaro principio ideologico e teorico coerente con le esigenze delle politiche del Partito sull'arte e la letteratura e sulla profondità teorica dei suoi contenuti, ed essere in grado di esercitare una grande influenza sul lavoro creativo degli scrittori e sulle vite culturali ed emotive del popolo.
La nostra critica dev'essere profonda e ragionevole nella sua logica; solo allora saprà convincere. Soltanto la critica logica permeata dell'ardente entusiasmo del critico nel dedicare tutto sé stesso allo sviluppo della letteratura jucheana catturerà gli animi della gente. I critici dovranno assumere la posizione di assumersi delle responsabilità verso la realtà attuale e lo sviluppo futuro della nostra letteratura e diventare uomini giusti.
Anche la critica è un lavoro creativo. Essa deve avere recare l'impronta della scoperta originale del critico e della sua opinione personale. La critica che ripete le teorie comuni senza alcuna esplorazione non è una critica nel vero senso della parola. Affinché la critica sia marchiata da qualcosa di nuovo i critici devono osare. Allora la critica svolgerà in modo più soddisfacente la sua missione e il suo ruolo.
Le forme della critica vanno cambiate radicalmente. La critica non è né un trattato scientifico, né un discorso, né un comizio. Lo stile della critica letteraria dev'essere tanto logico e artistico quanto fine e interessante. Non vi è alcuna regola tal per cui essa debba essere scritta in forma di editoriale; la si può comporre anche nella guisa di un intervento, di una discussione, di un verso, di un articolo, di una lettera o di una pagina di diario. È inoltre necessario incoraggiare i commenti analitici sulle individualità e le esperienze creative degli scrittori. Questo infonderà un senso d'onore e autostima in loro e, allo stesso tempo, renderà un grande aiuto alla generalizzazione degli esempi di originalità e individualità dimostrati nella scrittura.
Nello sviluppo della letteratura jucheana l'autorità della critica dev'essere valorizzata. La critica deve possedere un'autorità talmente alta da venir definita un manuale di scrittura nei circoli letterari. Questa autorità è determinata dalla sua qualità. Se i critici possiedono delle qualifiche mediocri e, quindi, scarso è il livello della loro critica, quest'ultima non può vantare alcuna autorità. La critica autorevole applicherà la politica del Partito sull'arte e la letteratura nella creazione letteraria e accelererà lo sviluppo della letteratura jucheana.

7. LA DIREZIONE DEL PARTITO E LA CREAZIONE LETTERARIA

1) LA CREAZIONE LETTERARIA DEV'ESSERE CONDOTTA SOTTO LA DIREZIONE DEL PARTITO

La direzione del Partito sul lavoro creativo è un requisito essenziale per l'edificazione della letteratura rivoluzionaria della classe operaia e un fattore basilare che assicura il successo del suo sviluppo. La missione storica della letteratura della classe operaia è quella di apportare un contributo al compimento della causa del socialismo e del comunismo. Quest'ultima è la causa del partito della classe operaia e, pertanto, può essere condotta al trionfo soltanto sotto la direzione del Partito. Questa è la linfa vitale della letteratura rivoluzionaria della classe operaia.
La direzione del Partito sulla creazione letteraria è una direzione orientativa e politica per la creazione e l'edificazione della rivoluzione letteraria della classe operaia. Il partito della classe operaia indica l'orientamento e i mezzi per creare ed edificare una letteratura che incarni le aspirazioni e le esigenze delle masse e guida e aiuta politicamente gli scrittori e gli ampi strati delle masse per far sì che prendano parte attiva alla creazione letteraria. Soltanto sotto la direzione del Partito gli scrittori possono adempiere alle loro responsabilità e al loro ruolo di padroni nell'edificazione della letteratura della classe operaia, e dimostrare appieno la loro intelligenza e il loro entusiasmo creativi. Al di fuori della direzione del Partito essi non possono svolgere il loro lavoro creativo in base alle esigenze dei tempi e alle aspirazioni del popolo.
Se si nega la direzione del Partito sul lavoro letterario e si “liberalizza” quest'ultimo nell'edificazione della letteratura socialista e comunista, quest'ultima si lascerà influenzare dalle tendenze del pensiero reazionario, perderà la sua natura rivoluzionaria e operaia e, infine, verrà restaurata la letteratura borghese. Questa è un'esperienza storica.
Alcuni insistono che la “libertà del lavoro creativo” dev'essere garantita, sostenendo che la direzione del partito leghi gli scrittori mani e piedi e ostacoli lo sviluppo creativo della letteratura. La loro asserzione altro non è che un sofisma volto ad attaccare la letteratura socialista ed evirare la direzione del partito della classe operaia sulla creazione letteraria. La “libertà del lavoro creativo” che essi professano è una falsità. I reazionari affermano che nella società capitalista è garantita la libertà di espressione. Tuttavia, ciò che è realmente consentito in quella società è, di fatto, la difesa del sistema borghese; la libertà di parlare con coscienza e giustizia contro la borghesia e il sistema sfruttatore viene repressa senza pietà. Chi si incaponisce sulla “libertà del lavoro creativo” ritiene, senza eccezione, di opporsi a che la letteratura serva la politica, ma essi stessi parlano in nome della politica borghese.
Se il partito abbandona la sua direzione sulla creazione letteraria, gli scrittori e gli artisti degenereranno e coloro che sono andati nutrendo illusioni sulla letteratura borghese occidentale saranno i primi a sfidare il partito e la rivoluzione in nome della “libertà del lavoro creativo”. La situazione attuale, in cui gli imperialisti stanno lanciando un'offensiva generale contro il socialismo ed eventi anomali si verificano in alcuni paesi, richiede che si intensifichi come mai prima d'ora la direzione del partito sull'arte e la letteratura.
La direzione del partito sul lavoro letterario non tarpa in alcun caso le ali agli scrittori né impone alcuno schema predefinito al loro lavoro. Il nostro Partito agisce sempre al massimo delle sue possibilità per dare pieno sfogo alla creatività e all'individualità creatrice degli scrittori. Quello a cui il nostro Partito si oppone è l'introduzione della letteratura borghese sotto il manto della “libertà del lavoro creativo”, non alla libertà delle attività creatrici e all'individualità creativa. Anche se permettiamo le libere attività creative, non possiamo consentire opere reazionarie che violino gli interessi delle masse. La direzione del Partito sul lavoro letterario mira a far esprimere al massimo l'iniziativa e la creatività degli scrittori, di modo da condurre la letteratura a contribuire più potentemente al trionfo della causa dell'indipendenza delle masse. Per i nostri scrittori è il più nobile onore e la più grande felicità quella di essere posti sotto la direzione della classe operaia, il quale definisce la natura intrinseca e la missione storica della letteratura come richiesto dalle aspirazioni e dalle esigenze delle masse, indica la giusta via per lo sviluppo della letteratura e si prende amorevolmente cura dell'integrità politica e delle attività creative degli scrittori.
Al fine di intensificare la direzione del Partito sul lavoro letterario bisogna definire un corretto sistema di direzione di Partito e migliorare radicalmente il metodo e lo stile di lavoro tra i funzionari di questo settore.
Dev'essere fermamente instaurato il sistema di direzione del Partito nel lavoro letterario. Vi è un detto che recita: “Troppi barcaioli fan sì che la barca scali una montagna”. Se il sistema di direzione del Partito non viene instaurato, il lavoro letterario non può prendere il loro giusto corso, come una barca con troppi barcaioli, segnando il passo o arretrando, e potrebbe venir contaminato da individui con ambizioni politiche e cospiratori. Solamente allorquando la letteratura venga creata ed edificata sotto la direzione del Partito può essa salvaguardare e mettere in pratica le idee le intenzioni del Leader e la politica del Partito sull'arte e la letteratura senza la minima instabilità in mezzo a qualsiasi vento, e conseguire uno sviluppo fiorente soddisfacendo le esigenze dei tempi e della rivoluzione.
La direzione del Partito sul lavoro letterario è, essenzialmente, la direzione del Leader. Il Leader realizza la sua direzione unificata sulla rivoluzione e l'edificazione attraverso il Partito, mentre quest'ultimo, inalberando le sue idee e i suoi intenti e basandosi fermamente su di essi, conduce il lavoro organizzativo e politico a far avanzare con successo la rivoluzione e l'edificazione. Le politiche del Partito sono tutte basate sulle idee e le intenzioni del Leader e mirano a metterle in pratica. Pertanto, tutti i funzionari del settore del lavoro ideologico e tutti gli scrittori devono considerare le intenzioni e le politiche del Partito come assolute e instaurare un rigoroso sistema di risoluzione di ogni problema dietro sola e unica decisione del Partito.
Affinché il Partito diriga appropriatamente il lavoro letterario, esso deve organizzare in dettaglio il lavoro con gli scrittori, lavoro politico, così da dare un incoraggiamento attivo alla loro creatività.
Un lavoro efficace con gli scrittori è molto importante nella direzione del Partito sul lavoro letterario. In vista del successo in ogni iniziativa, la coscienza politica delle masse sue padrone dev'essere valorizzata; ciò farà risaltare la loro forza e la loro creatività inesauribili. Parallelamente allo sviluppo della lotta rivoluzionaria e del lavoro costruttivo, il Partito deve continuamente migliorare la coscienza politica degli scrittori; soltanto così questi possono dimostrare pienamente la loro saggezza creativa e il loro entusiasmo e produrre opere eccellenti dalle alte qualità ideologiche e artistiche.
Nel lavoro con gli scrittori è importante migliorare sempre più il metodo e lo stile di direzione dei funzionari. I funzionari del settore letterario devono tener presente che il loro metodo e il loro stile di lavoro sono legati al prestigio del nostro Partito e applicare a fondo il metodo e lo stile del compagno Kim Il Sung nel loro lavoro.
La direzione politica della creazione letteraria equivale al controllo e alla direzione della creazione letteraria affinché definisca un principio politico corretto in linea con le idee e gli intenti del Partito. La direzione artistica della creazione letteraria significa aiutare gli scrittori nel loro processo creativo in conformità alle caratteristiche della creazione letteraria, cosicché migliorino il livello ideologico e artistico delle loro opere.
Le organizzazioni del Partito e i funzionari dirigenti nel settore della letteratura non devono né imporre le loro vedute soggettive agli scrittori senza considerazione per le caratteristiche delle opere letterarie e delle intenzioni dei loro autori, affermando di dare una direzione politica al lavoro creativo, né compiere l'errore di impostare un principio politico sbagliato col pretesto di dar loro una direzione artistica. I funzionari delle istituzioni che dirigono il lavoro letterario ed esaminano le opere letterarie non devono limitarsi a instaurare un criterio politico e a definire l'orientamento delle opere letterarie, ma guidare e spingere in avanti efficacemente gli scrittori cosicché questi ultimi risolvano a un alto livello i problemi che si presentano nella rappresentazione artistica. Le istituzioni che dirigono il lavoro creativo e valutano le opere letterarie devono essere congegnate in modo da aiutare la creazione letteraria; non devono frenare questo lavoro. Se le suddette istituzioni vogliono essere utili al lavoro creativo, i loro funzionari devono migliorare le proprie qualifiche. Più difficile della creazione letteraria è individuare i pregi e i difetti dell'opera, suggerire controproposte e dirigere in modo da renderle opere di successo. Questi funzionari devono diventare maestri degli artisti creativi e, a tal fine, devono possedere conoscenze politiche e abilità pratiche più alte di quelle dei lavoratori creativi. Essi devono lavorare tramite le proprie abilità pratiche e non con la propria autorità.
Solo i funzionari dotati di una profonda conoscenza politica e di notevoli abilità artistiche e pratiche possono acquisire una comprensione corretta dei requisiti delle politiche del Partito sul lavoro letterario, condurre gli scrittori alla loro attuazione, dar loro un'assistenza sostanziale e, quale risultato, essere oggetto del loro rispetto e del loro amore.
Allo scopo di intensificare la direzione del Partito sul lavoro letterario, bisogna migliorare la funzione e il ruolo delle organizzazioni del Partito in ambito letterario.
Le politiche e le direttive del nostro Partito in materia di arte e di letteratura vengono comunicate agli scrittori e applicate dalle organizzazioni del Partito nel settore letterario, e anche le vite organizzative e ideologiche di ogni scrittore e il lavoro creativo di ciascuno vengono condotte sotto la direzione concreta delle loro cellule di Partito e delle organizzazioni di base del Partito. Dobbiamo edificare le organizzazioni del Partito nel settore letterario e migliorare in ogni modo la loro funzione e il loro ruolo militanti, per far sì che le politiche del Partito sull'arte e la letteratura vengano applicate in ogni campo della creazione letteraria. Le organizzazioni del Partito devono dirigere gli scrittori a difendere e fare onore ai meriti che il nostro Partito si è conquistato dirigendo il lavoro letterario e incoraggiarli a rafforzare le loro vite organizzative e ideologiche e i loro studi così da dar vita a uno slancio continuo nel proprio lavoro creativo.

2) IL MOVIMENTO LETTERARIO VA CONDOTTO CON VIGORE

È importante condurre con vigore un movimento letterario per edificare la letteratura del socialismo.
Condurre un vigoroso movimento letterario è naturale requisito della letteratura socialista. Quest'ultima viene costruita dallo sforzo organizzato e collettivo delle masse sotto la direzione del Partito ed è al servizio degli interessi comuni della società e delle masse. Per uno scrittore il lavoro creativo non è semplicemente una professione; è un lavoro rivoluzionario. Nella società capitalista ogni opera è trattata come una merce, come un mezzo per fare soldi, e il suo autore non può fare a meno di trasformarsi in un produttore di merci che guadagna denaro. Un numero considerevole di scrittori di tal fatta produce opere per i propri interessi e la propria fama anziché per la società e per gli altri. Ma nella società socialista l'opera letteraria non è una merce e pertanto non possono esservi scrittori che ne producono per la propria gloria. Prima ancora di essere scrittori, i nostri autori sono dei rivoluzionari, e la creazione letteraria è per loro un'attività socio-politica, rivoluzionaria. Per via del suo carattere sociale, la letteratura socialista non deve prendere la via della professionalizzazione basata sull'individuo, ma quella del movimento di massa, di movimento letterario basato sul collettivismo.
Si necessita di un movimento letterario anche per far sì che la creazione letteraria soddisfi i requisiti della situazione in continuo sviluppo. La creazione letteraria deve diventare una successione di campagne creative al sensibile seguito dei requisiti delle situazioni in cambiamento quotidiano, per soddisfarli in modo flessibile. A questo scopo si deve condurre attivamente un movimento letterario, radunando così tutti gli scrittori come una forza organizzata, mobilitandoli all'azione e stimolando gli ampi strati delle masse a prestare una profonda attenzione allo sviluppo della letteratura. Se l'intera comunità dei lavoratori creativi si eleva come un sol uomo e le larghe masse prendono parte attiva al movimento, non vi sarà alcuna fortezza che non possa essere espugnata nella creazione letteraria.
Ci troviamo di fronte al compito pesante ma responsabile di generare innovazioni continue affinché la creazione letteraria adempia ai requisiti della trasformazione dell'intera società sulle idee del Juche. Gli schemi stereotipati e gli stili arretrati del lavoro creativo non possono creare innovazioni nella creazione letteraria. La storia della letteratura umana mostra che un movimento letterario che riflette una nuova corrente di pensiero ha preso il via in un contesto di svolta storica in cui la letteratura superata dell'era precedente veniva rimpiazzata dalla letteratura progressiva di quella nuova. Al fine di abolire ogni sorta di rimasugli della letteratura antiquata tramandatasi nei secoli ed edificare una letteratura rivoluzionaria jucheana il prima possibile, dobbiamo avvivare le fiamme di un movimento letterario. Attualmente il Partito e il Leader dirigono saggiamente il lavoro letterario per mezzo delle idee e delle teorie artistico-letterarie jucheane. Inoltre, le file degli scrittori indefettibilmente fedeli al Partito e al Leader sono solidi e l'entusiasmo delle masse nei confronti del lavoro letterario è molto alto. Se organizziamo efficientemente questo lavoro, potremo condurre un vigoroso movimento letterario.
Un movimento letterario è un'opera degna di essere intrapresa in quanto inquadra con maggior forza gli scrittori nella vita socio-politica e nelle attività creative, migliorando così incomparabilmente la funzione sociale e il ruolo della letteratura. La nostra letteratura deve non solo riflettere la realtà, ma deve anche diventare una guida nella vita, una trombettiera della rivoluzione che guidi le masse in avanti. Dobbiamo condurre con forza un movimento letterario per far sì che le voci degli scrittori che sostengono e incoraggiano la lotta rivoluzionaria del popolo risuonino in tutto il paese e che le nostre opere letterarie attizzino di passione i cuori del popolo.
Un movimento letterario è un'impresa rivoluzionaria che organizza le attività creative degli scrittori e mette in gioco a un alto grado il loro senso del collettivismo, dando in tal modo i natali a un'innovazione senza precedenti nel lavoro letterario. Se gli scrittori lavorano nell'isolamento prendendo a pretesto le loro diverse individualità creative, essi non potranno compiere una nuova svolta nel lavoro letterario del proprio paese. Un movimento letterario è un impegno che struttura l'intera forza creativa in una direzione chiara e individua e arruola ognuno di essi nel movimento stesso. È un'operazione e un'azione congiunta per la soluzione di tutti i problemi che sorgono nell'edificazione della letteratura tramite gli sforzi collettivi degli scrittori.
Un movimento letterario è un affare che suscita l'interesse dell'intera società per la letteratura e trasforma quest'ultima in un lavoro delle masse stesse.
Il nostro è un movimento letterario jucheano di nostro stile che ha fatto il bilancio dei successi e delle esperienze del movimento letterario socialista del passato e lo ha sviluppato su di una nuova base. Esso è caratterizzato principalmente dal fatto che è guidato unicamente dalle grandi idee del Juche e dalla loro incarnazione, le idee artistico-letterarie jucheane, e viene condotto col chiaro obiettivo di edificare una letteratura nuova e rivoluzionaria di tipo jucheano.
Non può esistere alcun movimento letterario separato da un'idea che lo guidi. I movimenti letterari di ogni epoca sono stati iniziati sulla base di determinate idee e ideali e condotti come una lotta per la loro realizzazione. L'idea e l'ideale dirigenti sono indicatori che definiscono il carattere e il proposito del movimento letterario e il primo criterio che decide del carattere progressivo e del significato storico del movimento. Un movimento sociale viene lanciato quando si ritiene necessario che certe aspirazioni ed esigenze della società e della comunità siano realizzate fulmineamente. Per natura, anche un movimento letterario possiede ideali e obiettivi di lotta che la società e la comunità cercano di realizzare congiuntamente tramite esso. La caratura del movimento letterario è decisa da quella del suo obiettivo di lotta. Il nostro stile di movimento letterario ha raggiunto uno stadio elevato nella storia dei movimenti letterari in quanto mira, sotto la bandiera delle idee del Juche, a edificare una letteratura che impersoni quanto più soddisfacentemente le aspirazioni e le esigenze dell'era dell'indipendenza.
Non è vero che il nostro stile di movimento letterario ha fatto il suo esordio soltanto oggi. Sviluppando le tradizioni dell'arte e della letteratura rivoluzionarie dei tempi della Lotta rivoluzionaria antigiapponese, il grande Leader compagno Kim Il Sung ha presentato la linea di edificare una cultura nazionale jucheana immediatamente dopo la liberazione e ha strenuamente diretto il nostro stile di movimento letterario.
Sotto la direzione del grande Leader e del Partito il nostro movimento letterario si è sviluppato come richiesto dalle idee del Juche e, in questo corso, ha ottenuto molti successi miracolosi che hanno suscitato ammirazione nei popoli del mondo intero. L'auge dell'arte jucheana, quando si effettuavano le rivoluzioni nel cinema, nell'opera e nella drammaturgia, è anch'essa associata al nostro stile di movimento letterario.
I funzionari e gli scrittori nel settore della letteratura devono avere una visione e un atteggiamento corretti verso il movimento letterario del nostro stile e prendere parte attiva a questo movimento. Essi devono organizzarlo fin nel minimo dettaglio come richiesto dalla situazione reale e spingerlo in avanti. Solo così potranno inaugurare un nuovo auge nel settore letterario, come hanno fatto negli anni '70. Un movimento letterario non lo si realizza a parole. Dev'essere condotto coscientemente e sostanzialmente sulla base di un orientamento chiaro e di una pianificazione concreta, facendo poi un bilancio appropriato dei suoi risultati. Con una nuova determinazione, i funzionari e gli scrittori nel settore della letteratura devono prendere misure decisive per lanciare con maggior vigore il nostro stile di movimento letterario.
Detto movimento letterario dev'essere condotto integralmente sotto la direzione del Partito.
Al di fuori della direzione del Partito, il movimento non può né sviluppare la letteratura come richiesto dai tempi e dalla rivoluzione in sviluppo né arrestare l'infiltrazione delle idee borghesi, del revisionismo e di ogni altra idea eterogenea. Il settore della letteratura deve instaurare più fermamente che mai il sistema di direzione unificata del Partito in base alle istruzioni del Partito. I comitati di Partito negli organi del lavoro creativo devono portare avanti il movimento letterario nelle loro rispettive unità con un atteggiamento responsabile.
Nella conduzione del movimento letterario è importante conseguire l'unità del Partito, dell'organo amministrativo incaricato dell'arte e della letteratura e della FGUAL.
Il movimento letterario può aver successo solo quando, sotto la direzione del Partito, del Ministero della Cultura e delle Arti e di altri organi amministrativi incaricati dell'arte e della letteratura della FGUAL, raggiunga un'unità d'intenti nella formazione ideologica e artistica degli scrittori, incoraggiandoli fortemente a impegnarsi nel lavoro creativo, fornendo loro tutte le condizioni all'uopo e consentendo loro di dare briglia sciolta al loro entusiasmo e alla loro creatività rivoluzionari.
Ciò che conta, nel conseguimento dell'unità dei tre enti del lavoro letterario, è il miglioramento del ruolo della FGUAL e dell'US. Poiché il movimento letterario è un movimento sociale, queste organizzazioni devono prendere l'iniziativa nell'organizzazione e nel dispiegamento di questo movimento sotto la direzione del Partito. Allora esso verrà condotto con successo come un lavoro degli scrittori stessi e alimentato dall'interesse sociale della comunità degli scrittori. Le organizzazioni devono svolgere con efficienza il lavoro di educazione degli scrittori e guidarli e aiutarli nel loro lavoro creativo. Inoltre, devono pubblicizzare regolarmente le linee e le politiche del Partito sull'arte e la letteratura, formare ideologicamente ed esteticamente i loro membri, discutere e decidere l'orientamento a lungo termine del lavoro creativo, le direttrici dei soggetti in ogni periodo e quelle dell'edizione dei loro organi sulla base delle linee e delle politiche del Partito sull'arte e la letteratura e spronare i loro membri a lavorare energicamente secondo queste politiche. Devono organizzare riunioni a cadenza regolare per lo studio delle idee del grande Leader sull'arte e la letteratura, nonché corsi di formazione regolari per gli scrittori e discussioni a livello di dipartimento, di modo da studiare con impegno gli importanti problemi ideologici ed estetici che si presentano nel lavoro creativo. Allo stesso tempo, devono fare un bilancio accurato e tempestivo dei successi e dei difetti rivelatisi nel loro lavoro e dibatterne sinceramente. Devono valutare responsabilmente le opere letterarie per far sì che si proceda a ciò in maniera imparziale, come richiesto dalla politica del Partito.
Il settore letterario non deve guidare il lavoro creativo in modo amministrativo e pragmatico. Il lavoro letterario non può mai venir diretto correttamente attraverso un metodo amministrativo. Questi tipi di metodo sono il fattore principale che fanno sorgere il burocratismo e il soggettivismo nel lavoro letterario. Essi frenano il movimento letterario.
Il settore letterario dev'essere efficiente nell'educazione politica e ideologica degli scrittori e delle masse per spronarli a cimentarsi nel movimento letterario.
Dobbiamo fare un'ampia pubblicità alle politiche del Partito sull'arte e la letteratura tra gli scrittori e tra le masse e mobilitarli alla loro attuazione. In particolare, dobbiamo aiutare gli scrittori ad avere una comprensione globale delle idee e delle teorie jucheane sull'arte e la letteratura avanzate dal grande Leader e dal Partito, e instaurare fermamente il Juche nella creazione letteraria. Oltre a ciò, dobbiamo condurre una campagna vigorosa per eliminare la passività, il conservatorismo, la ricerca della fama, l'egoismo, il servilismo, il revisionismo e ogni altro rimasuglio di idee errate che intralcia il lavoro letterario.
Dobbiamo incoraggiare l'entusiasmo degli scrittori per il lavoro creativo e dare il più libero corso alla loro intelligenza collettiva. Al fine di infiammare il loro zelo per il lavoro creativo, dobbiamo far sì che i libri che scrivono siano pubblicati quanto prima, che si ricompensino le opere eccellenti e che si raccolgano e stampino in volume le opere dei singoli scrittori. Dobbiamo inoltre organizzare il lavoro di pubblicizzare le opere degli scrittori e le loro attività creative. Se facciamo questo lavoro con l'efficienza intesa dalla politica del Partito, possiamo risvegliare il loro fervore per il lavoro creativo e condurre più vigorosamente il lavoro letterario.
Il lavoro di conduzione del movimento letterario dev'essere organizzato nei minimi particolari.
Il settore letterario deve effettuare tutti i preparativi, buttar giù un piano dinamico e applicarlo energicamente e audacemente. Deve anche organizzare il lavoro di creazione di esempi positivi e generalizzarli nel movimento letterario.
Dev'essere instaurato un sistema di lavoro ben collaudato nel movimento letterario, creandovi le condizioni adatte.
Il successo del movimento deve trovare espressione nelle opere letterarie. Non dobbiamo limitarci a far clamore a proposito del movimento, bensì raccogliere un gran quantitativo di capolavori. Ogni fase del movimento letterario dev'essere analizzata considerando in primo luogo la qualità e la quantità di opere scritte. Gli autori che scrivono opere eccellenti vanno messi in primo piano come pionieri del movimento.
I critici devono contribuire in larga misura al movimento letterario. Fintantoché il circolo dei critici è operativo, questo movimento sarà pieno di vitalità. I critici devono diventare l'avanguardia di questo movimento, aprendo un cammino alla lotta per inaugurare un'auge della letteratura jucheana.
Il movimento letterario non deve essere condotto “di schianto”. Compiendo ogni sforzo per inaugurare un'auge della letteratura jucheana, dobbiamo sviluppare di continuo questo movimento anche in futuro, per condurre la nostra letteratura a uno slancio ininterrotto.

3) LA LETTERATURA DEV'ESSERE POSTA SU BASI DI MASSA

Porre la letteratura su basi di massa è una garanzia fondamentale per portare a termine con successo il movimento letterario e per trasformare la nostra in una letteratura rivoluzionaria e popolare che soddisfa le esigenze dell'era del Juche. Soltanto quando si ponga la letteratura su una base di massa il movimento letterario potrà venire anch'esso condotto rapidamente sulla stessa base, e la nostra letteratura stessa svilupparsi secondo le aspirazioni e le esigenze delle masse.
Porre la letteratura su basi di massa è la coerente politica del nostro Partito. Significa coinvolgere gli ampi strati delle masse nella creazione letteraria e consentire a tutti i membri della società di beneficiare della letteratura a proprio piacimento. È un'opera che mira a rendere le masse i creatori e i beneficiari genuini della letteratura.
Porre la letteratura su basi di massa è un'importante esigenza cui si presenta il compito di edificare la letteratura e il movimento letterario. Il successo in ogni iniziativa dipende da quanto le masse, dotate di una saggezza inesauribile e di entusiasmo creativo, sono motivate. L'edificazione e il movimento letterari possono anch'essi svilupparsi come richiesto dai tempi e in conformità alle aspirazioni del popolo allorché si affidino alle masse e mettano pienamente in gioco la saggezza e l'entusiasmo di queste ultime. La forza motrice dello sviluppo della letteratura sono le masse.
L'oggetto della letteratura sono le masse. Essa ritrae le loro vite. Le masse hanno un'esperienza di vita che è più profonda di quella di chiunque altro, della vita che hanno creato e di cui beneficiano. Esse prestano attenzione alle proprie aspirazioni estetiche come nessun altro. La letteratura non può svilupparsi senza instaurare uno stretto legame con le masse, creatrici dirette della vita rappresentata nelle opere letterarie e critiche più eque e più sagge delle opere. Le masse devono svolgere il ruolo di padrone nella creazione della letteratura che riflette in conformità ai loro ideali la vita di cui fanno esperienza, e diventare vere posseditrici e beneficiarie di quella letteratura.
Far sì che la letteratura si doti di una base di massa è un requisito importante per il modellamento dell'intera società sulle idee del Juche. Se si vuol trasformare l'intera società sulle idee del Juche, tutti i suoi membri devono essere anzitutto formati come comunisti di tipo jucheano. Il comunista di tipo jucheano è un comunista di nuovo tipo, globalmente evoluto in ogni aspetto dell'ideologia, della tecnica e della cultura. Nella società comunista, il più alto ideale dell'umanità, l'intelletto dell'uomo raggiungerà lo stadio più alto del suo sviluppo e tutti condurranno una vita colta e abbondante. Al fine di arrivare al livello che corrisponde ai requisiti di questa società ideale, tutti devono continuamente migliorarsi sotto gli aspetti dell'ideologia, della tecnica, della cultura e dell'affettività.
Allo scopo di sviluppare la letteratura su una base di massa bisogna migliorare la diffusione delle opere letterarie.
Diffondere queste ultime tra le larghe masse è un processo importante nella divulgazione della letteratura. Se siamo efficaci in quest'opera, possiamo formare in maniera più completa dei comunisti che siano fermamente dotati della concezione rivoluzionaria del mondo, di un alto livello culturale e di nobili qualità morali e incoraggiarli a partecipare attivamente alla creazione letteraria.
Per migliorare la diffusione delle opere letterarie bisogna valorizzare il senso di responsabilità e il ruolo dei funzionari incaricati della pubblicazione e della divulgazione. Costoro devono elevare la qualità dei libri, delle riviste e dei giornali in base alle esigenze delle masse e aumentare il numero delle tipologie e delle copie delle pubblicazioni. Devono tracciare un piano adeguato per diffondere le opere letterarie al passo con la direzione e le esigenze del lavoro ideologico del Partito avanzate a ogni fase, portare a termine il piano in tempo e senza errori e pubblicizzare i contenuti delle opere letterarie in varie forme e con vari metodi.
È importante far sì che le persone, soprattutto i giovani, assumano la prassi e l'abitudine quotidiana di leggere. I libri sono manuali di vita e di lotta per il popolo impegnato nella rivoluzione e sono un nutrimento importante per la sua trasformazione rivoluzionaria. Essi non devono leggere giusto per ammazzare il tempo; la lettura dev'essere uno dei loro compiti rivoluzionari per coltivarsi.
Se si vuole instaurare l'abitudine di leggere in seno al popolo, dev'esservi un gran numero di romanzi e antologie. Non dobbiamo solo esigere che i lavoratori acquisiscano l'abitudine di leggere; è necessario adottare misure pratiche per incrementare il numero di varietà e copie delle opere letterarie.
Si deve organizzare efficacemente l'opera di emulazione degli eroi della letteratura. Ciò esercita una grande influenza sulla conduzione dei lavoratori e della gioventù all'applicazione nel loro lavoro pratico e nella loro vita della verità della lotta e della vita che apprendono nelle opere letterarie rivoluzionarie. Dobbiamo organizzare tra le masse il lavoro di emulazione degli eroi della letteratura tramite riunioni di discussione delle impressioni circa i romanzi e di recitazione di poesie, serate letterarie ecc., così da fare in modo che le nostre opere letterarie dimostrino il loro valore nelle vite reali delle persone.
Bisogna condurre audacemente la creazione letteraria tra le masse.
Non possiamo soddisfare le esigenze delle masse nei confronti della letteratura con opere create da scrittori professionisti. L'uomo richiede una varietà di opere letterarie e aspira non solo a goderne ma anche a partecipare alla creazione letteraria. Chiunque deve amare la lettura e al contempo saper scrivere.
Gli scrittori amatoriali sono i pionieri che spingono in avanti la divulgazione della letteratura e un'affidabile riserva di scrittori. La cosa più importante nell'inaugurare un nuovo slancio della creazione letteraria da parte delle masse è che si dia un incoraggiamento attivo alle attività dei circoli letterari di massa e si infonda un entusiasmo creativo agli scrittori amatoriali. Costoro sono gli eroi della vita che creano in autonomia la vibrante realtà di oggi. Sono una forza creatrice emergente che non è influenzata dalle tendenze arretrate in fatto di creazione. Essi possono riflettere la vita reale in modo più semplice e veridico rispetto a chiunque altro e portare alla luce qualcosa di nuovo che nessun altro ha immaginato. È un fatto che costoro manchino di esperienza nel lavoro creativo e che le loro abilità artistiche siano basse. Inoltre, potrebbero sentirsi come se fossero sempre a corto di tempo per il fatto di dover scrivere nei momenti liberi. Ma il segreto del successo nel lavoro creativo risiede nell'ideologia e nell'entusiasmo. Proprio come i combattenti rivoluzionari antigiapponesi produssero opere artistiche e letterarie militanti e rivoluzionarie nelle difficili circostanze della lotta contro l'imperialismo giapponese, gli scrittori amatoriali, dimostrando un forte spirito rivoluzionario e un elevato grado di entusiasmo per il lavoro creativo, devono utilizzare efficacemente ogni minuto per scrivere un maggior numero di opere letterarie dalle alte qualità ideologiche e artistiche. I quadri dirigenti degli organi, delle aziende e delle fattorie cooperative devono avere una visione corretta delle attività dei circoli letterari di massa, incoraggiare la loro attività su base regolare e fornire agli scrittori amatoriali tutte le condizioni per la scrittura e la discussione di opere a loro piacimento.
Si deve condurre con vigore il movimento di scrittura tra gli studenti. Questi ultimi devono praticare la scrittura in gran quantità nel periodo dell'istruzione elementare e superiore. Tutte le scuole superiori del paese devono collocare su basi di massa il movimento di scrittura e rendere quest'ultima un'abitudine tra i loro studenti.
Si devono svolgere regolarmente dei concorsi di opere letterarie innalzandone decisamente il livello. Tali concorsi, da svolgersi a premi, ispirano le larghe masse al lavoro creativo e rendono possibile scoprire nuovi germogli fiorenti tra le masse e coltivarli. Questi devono essere organizzati regolarmente per celebrare anniversari importanti come il compleanno del grande Leader compagno Kim Il Sung e il Giorno della fondazione del Partito. Il conferimento di premi alle opere vincitrici dei concorsi va strutturato appropriatamente. Allo stesso tempo, le opere perdenti vanno trattate nel giusto modo. Non devono essere messe da parte; per quanto riguarda quelle in cui si ritiene presente un barlume di validità, vanno assistite finché non siano adeguatamente approntate, così da poter essere pubblicate.
Bisogna migliorare la direzione sulla creazione di massa della letteratura. Non la si deve lasciare soltanto ad alcuni funzionari incaricati di questo lavoro, ma deve trasformarsi nell'opera dell'Unione degli Scrittori, nell'opera di tutti gli scrittori. Poiché gli scrittori a tempo pieno si fanno carico di quelli amatoriali, essi devono rendere un'assistenza effettiva alla produzione di opere da parte di questi ultimi, per quanto possano essere impegnati con i propri compiti creativi. Gli scrittori non devono mai scrivere opere al posto di quelli amatoriali con la scusa di aiutarli, ma devono dar loro un aiuto pratico cosicché possano “camminare sulle loro gambe”.
Il lavoro di sviluppo della letteratura su basi di massa dev'essere rivolto al grande compito di far sì che l'arte prevalga in tutto il paese.
Ciò implica che si rendano le attività artistiche e letterarie una preoccupazione generale e quotidiana quale parte della vita sociale e che si dotino tutti i membri della società di un alto livello culturale e artistico corrispondente ai requisiti della società comunista. Se si svolge bene questo compito, tutto il popolo diverrà il genuino creatore e beneficiario dell'arte e della letteratura, e queste ultime si svilupperanno ulteriormente.

4) GLI SCRITTORI SONO DEI RIVOLUZIONARI CHE CONDIVIDONO LE PROPRIE SORTI COL PARTITO

La letteratura è un'arma ideologica del nostro Partito e gli scrittori stanno nella prima linea del suo fronte ideologico. Essi, a difesa di quest'ultimo, devono sostenere le idee e la direzione del Partito con lealtà in qualsiasi avversità, e le loro penne devono diventare delle spade rivoluzionarie che difendono il Partito in ogni momento.
Grazie alla profonda fiducia politica del grande Leader compagno Kim Il Sung e del nostro Partito, la posizione sociale dei nostri scrittori si è considerevolmente elevata. In considerazione dell'importanza e delle caratteristiche delle attività creative degli scrittori, il nostro Partito li porta su un palmo di mano nella società e accorda loro un trattamento preferenziale.
Le attività degli scrittori nel nostro paese sono strettamente legate al trionfo della causa del Partito e del Leader. Essi sono compagni eterni, assistenti fedeli e buoni consiglieri nell'edificazione e nelle attività del nostro Partito, difensori incrollabili ed esecutori attivi della linea del Partito sull'arte e la letteratura. Provando l'onore, l'amor proprio e la dignità del lavoro nella più alta posizione sociale, di cui gli scrittori di qualsiasi altro periodo e società precedente non hanno mai potuto godere, i nostri scrittori devono adempiere al loro sacro dovere.
Gli scrittori devono diventare i compagni eterni del Partito.
Per compagni eterni del Partito intendo rivoluzionari comunisti di tipo jucheano che affidano interamente le loro sorti al Partito e condividono fino in fondo i loro destini con quelli del Partito. Gli scrittori devono diventare compagni eterni che considerano i desideri del Partito come i propri e dividono vita e morte con esso sul lungo e tortuoso cammino della rivoluzione per il compimento della causa rivoluzionaria del Juche. Essi devono diventare non compagni di viaggio nella rivoluzione, bensì compagni eterni che condividono le sorti del Partito fino alla fine. Solo così possono godere della vita più degna e onorevole. Essi devono diventare persone realmente leali e devote che si fidano e seguono solo il Partito in ogni avversità. Devono seguire invariabilmente la via della fedeltà a sostegno del Partito sino alla fine dei loro giorni affinché si rivelino all'altezza della fiducia e delle aspettative del Partito e del Leader ed essere pronti a dare senza esitazioni persino la propria giovinezza e la propria vita su questa via, anche qualora il cielo dovesse cadere e la terra sprofondare.
Gli scrittori devono diventare gli assistenti fedeli del Partito.
Per fedeli assistenti intendo degli aiutanti affidabili che recano scolpita nel cuore la correttezza e la vitalità degli intenti, dei progetti, dei piani e delle politiche del Partito, le sostengono e le difendono, e che sorreggono la causa del Partito con successi pratici. Gli scrittori devono diventare assistenti fedeli del Partito che sostengono la causa del Partito col proprio talento creativo e la propria intelligenza. Essi devono aderire assolutamente alle idee e alle linee del Partito e metterle in pratica senza alcuna precondizione. Devono vivere solo per il Partito e, quando creano un'opera, devono farlo con la determinazione di supportare le intenzioni del Partito e di tradurle in realtà fino alla fine. Devono pensare prima di ogni cosa alle idee e agli intenti del Partito in ogni tempo e in ogni luogo. Ciò che il Partito ha intenzione e volontà di fare è ciò che richiedono i tempi e la rivoluzione, è ciò che il popolo vuole e ciò che la realtà impone di risolvere urgentemente. Gli scrittori devono capire per tempo quello che il Partito è deciso a risolvere. Se producono opere dalle alte qualità ideologiche e artistiche coi temi che il Partito intende e vuole sottolineare, ciò significa che lo stanno difendendo e assistendo. Essi devono scoprire i semi nei problemi che il Partito intende risolvere con urgenza e condurre il loro lavoro creativo di conseguenza, adempiendo così al loro onore e al loro dovere di fedeli assistenti e affidabili aiutanti del Partito.
Gli scrittori devono diventare i buoni consiglieri del Partito.
Per buoni consiglieri intendo dei pensatori instancabili e degli assistenti attivi del Partito i quali, con salda fiducia nella validità della causa del Partito e nella vittoria della rivoluzione, studiano e propongono mezzi e metodi costruttivi per la soluzione dei problemi che si presentano nelle attività del Partito e nella pratica rivoluzionaria. Con un profondo intuito politico e un'ampia conoscenza, essi devono sempre spremersi le meningi per la prosperità della loro patria socialista e il compimento della causa rivoluzionaria del Juche, e avanzare opinioni costruttive in tempo significa che costoro devono ritrarre nelle loro opere dei personaggi come gli eroi dei tempi e gli archetipi di tipo jucheano. Il Partito può ricavare una comprensione più dettagliata della situazione reale dalle opere prodotte dagli scrittori e riconoscere in esse i problemi che sorgono nella realtà e i mezzi per risolverli.
Se gli scrittori vogliono produrre opere eccellenti che possano consigliare il Partito, essi devono essere sensibili ai suoi piani e ai suoi intenti più di chiunque altro e avere l'abilità di vedere la rivoluzione e l'edificazione nel loro insieme. Solo quello scrittore che abbia queste caratteristiche può afferrare il giusto seme per l'applicazione delle linee e delle politiche del Partito e dare nelle sue opere delle risposte corrette ai problemi che il Partito e il popolo hanno in programma di risolvere con urgenza, guadagnandosi così l'onore di essere un consigliere eccellente che sostiene di tutto cuore la causa del Partito.
Gli scrittori devono difendere incrollabilmente e applicare attivamente la linea del Partito sull'arte e la letteratura.
Per difensori incrollabili intendo i fautori e i difensori della linea del Partito sull'arte e la letteratura che credono fermamente nella validità delle idee e nelle politiche sull'arte e la letteratura avanzate dal Partito, le sostengono costantemente e lottano senza far compromessi contro l'infiltrazione delle tendenze artistiche e letterarie reazionarie di ogni risma. Le idee e le politiche del nostro Partito sull'arte e la letteratura formano il solo ed unico principio direttivo corretto della nostra arte e della nostra letteratura, che incarnano la verità delle idee del Juche e i requisiti della situazione in sviluppo. Soltanto allorquando conducano le loro attività creative basandosi saldamente sulla linea del Partito circa l'arte e la letteratura possono, gli scrittori, produrre opere eccellenti che corrispondano alle aspirazioni dei tempi e delle masse e sviluppare una sana arte e letteratura. È il più grande orgoglio e la più grande gioia dei nostri scrittori quella di avere i principi più scientifici a indicare il nitido cammino che l'arte e la letteratura devono intraprendere. Gli scrittori devono considerare la linea del nostro Partito sull'arte e la letteratura come la sola giusta e farla propria come la loro carne e il loro sangue. Oltre a ciò, essi devono lanciare una lotta senza quartiere contro la minima tendenza a denigrare le linee e le politiche del nostro Partito sull'arte e la letteratura o a introdurre le idee e le tendenze artistico-letterarie reazionarie e borghesi.
Per applicatori attivi intendo esecutori integrali che applicano incondizionatamente e infallibilmente le linee e le politiche del Partito sull'arte e la letteratura. Per quanto corretta e assennata la politica avanzata dal Partito sia, essa rimarrà sulla carta se gli scrittori non la attuano. Il principio di esecuzione incondizionata delle politiche del Partito è una qualità elementare delle persone leali. Gli scrittori devono sostenere le linee e le politiche del Partito sull'arte e la letteratura con un atteggiamento da persone leali in qualsiasi momento e applicarle al loro lavoro creativo integralmente e incondizionatamente.
Nel momento in cui adempiono al loro onorevole dovere di eterni compagni, assistenti fedeli e buoni consiglieri dell'edificazione e delle attività del Partito, essi possono essere definiti dei veri lavoratori rivoluzionari e jucheani dell'arte e della letteratura che condividono con corpo ed anima le loro sorti col Partito.
Per diventare dei tali rivoluzionari, uomini jucheani d'arte e di lettere, essi devono formarsi politicamente e ideologicamente.
Devono assimilare più a fondo di chiunque altro la concezione rivoluzionaria del leader. Il partito della classe operaia è il partito del dirigente e la fedeltà al Partito trova la sua espressione concentrata nella fedeltà al Leader. Dobbiamo essere efficienti nell'inculcare agli scrittori la grandezza del compagno Kim Il Sung, fondatore e dirigente del nostro Partito, così da aiutarli a sostenere di tutto cuore la causa del nostro Partito guidato dal Leader ed esaltare il suo fulgore.
Gli scrittori devono essere formati a vedere l'uomo e la sua vita dal punto di vista jucheano. Soltanto addentrandosi nella realtà e scrivendo e parlando coi sentimenti ideologici delle masse dopo essersi preparati appieno sotto gli aspetti ideologici e spirituali, potranno essi produrre prontamente delle opere che siano urgentemente richieste dal Partito e dalla rivoluzione.
Dev'essere lanciata una possente lotta per sradicare le idee arretrate tra gli scrittori. Essi hanno ampie opportunità di entrare in contatto con idee e culture arretrate, ma ne hanno poche per formarsi nella pratica in quanto sono impegnati nel lavoro intellettuale e lavorano collettivamente. È per questo che possono essere facilmente influenzati dai rimasugli delle idee superate. Le vestigia di queste ultime che permangono tra loro sono il terreno su cui le idee e la cultura borghesi e le tendenze artistiche e letterarie revisioniste possono mettere radici. Gli scrittori devono superare le rimanenze delle idee borghesi, del revisionismo, del confucianesimo feudale e altre idee obsolete di ogni sorta, e dotarsi integralmente delle idee del Juche, le idee rivoluzionarie del nostro Partito.
Affinché gli scrittori diventino dei lavoratori genuini dell'arte e della letteratura che condividono le loro sorti col Partito, essi devono essere pienamente formati alla loro professione. Senza qualifiche e talenti letterari, costoro non possono né aiutare il Partito né attuare la sua linea sull'arte e la letteratura. Gli scrittori dalle alte qualifiche letterarie possono compiere innovazioni e progressi incessanti nella creazione di opere. Che uno scrittore crei un capolavoro oppure no dipende in larga misura dal livello delle sue qualifiche letterarie. Se vogliono ritrarre la vita senza un criterio come fanno gli scrittori borghesi, possono creare opere senza molto sforzo. Ma, se desiderano produrre dei lavori eccellenti in cui il contenuto ideologico si combina con la qualità artistica coerentemente con le idee e gli intenti del Partito, devono acquisire un alto livello di abilità professionale. Essi devono studiare e accumulare esperienze di vita più di chiunque altro. Solo allora potranno padroneggiare a dovere la vita e il lavoro creativo.
Tenendo ben presente la loro nobile missione di autentici lavoratori artistici e letterari rivoluzionari di tipo jucheano che dividono le proprie sorti col Partito, essi devono produrre un gran numero di opere di successo di vario tema e genere, opere dalle elevate qualità ideologiche e artistiche. Questo è il cammino sul quale possono dimostrarsi all'altezza della fiducia e delle aspettative del Partito.
La teoria jucheana della letteratura è una nuova teoria che è stata creata e si è approfondita nel fuoco delle lotte difficili e complesse per creare ed edificare, sotto la direzione del nostro Partito, la più raffinata letteratura comunista, l'autentica letteratura jucheana, alla quale l'umanità ha sempre aspirato. La letteratura dell'era dell'indipendenza può essere una letteratura genuinamente rivoluzionaria e popolare che soddisfa i requisiti dei tempi e le aspirazioni del popolo soltanto allorquando applichi la teoria jucheana della letteratura al lavoro creativo pratico.
La creazione letteraria richiede che gli scrittori siano dotati di idee profonde e di un elevato grado di entusiasmo. Solamente lo scrittore con una corretta concezione del mondo, una profonda capacità di pensiero filosofico e un alto grado di entusiasmo creativo e di qualifiche artistiche può creare dei capolavori che saranno tramandati ai posteri godendo dell'amore del popolo.
La teoria jucheana della letteratura è la guida alla creazione e all'edificazione della letteratura dell'era dell'indipendenza e il criterio di esame delle opere letterarie. Essa conduce gli scrittori ad addentrarsi in profondità nel vasto mondo dell'uomo e della sua vita e a chiarire la verità della vita e il valore dell'uomo a un livello elevato, e ispira in loro un ardente entusiasmo creativo. Gli scrittori devono effettuare uno studio approfondito della teoria jucheana della letteratura e metterla interamente in pratica, facendo sì che la nostra letteratura serva da arma di lotta che apporti un grande contributo alla trasformazione dell'intera società sulle idee del Juche e all'indipendenza globale.

― Kim Jong Il, Opere scelte, vol. 12, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 2008, pagg. 307-574 ed. ing.


SEMINARIO KIM IL SUNG
SEMINARIO XXVI ANNIVERSARIO SCOMPARSA KIM IL SUNG DAL TITOLO "I COMPITI DEGLI INSEGNANTI"
  04 Giu 2020-08 Lug 2020

Come ogni anno in occasione della tragica scomparsa l'8 luglio 1994 del Padre della Patria coreana il G.A.MA.DI. vuole organizzare un seminario, che quest'anno sarà realizzato online per le note misure anti-Covid, quindi in occasione del XXVI anniversario Miriam propone di commentare un intervento di KIM IL SUNG del 25 aprile 1961 alla Conferenza degli attivisti dell’insegnamento dal titolo I COMPITI DEGLI INSEGNANTI

Discorso pronunciato alla Conferenza degli attivisti dell’insegnamento il 25 aprile 1961.

Voi conducete con successo l’encomiabile lavoro di educazione e di formazione di 2.500.000 ragazzi e giovani, padroni del nostro avvenire, per farne dei comunisti degni di fiducia.
A nome del Comitato centrale del partito, vorrei innanzitutto esprimere la mia gratitudine a voi insegnanti che vi dedicate all’istruzione e alla educazione dell’infanzia e della gioventù del nostro paese e augurarvi un grande successo per i lavori di questa conferenza.
Vorrei approfittare di questa occasione per parlare brevemente di alcuni problemi relativi all’istruzione ed educazione dei ragazzi e dei giovani.
Come già numerosi compagni hanno detto nei loro interventi, il compito importante che il partito ha affidato ai lavoratori dell’insegnamento è l’educazione e la formazione della nostra giovane generazione in modo che essa divenga la costruttrice del socialismo e del comunismo e affinché i giovani divengano dei comunisti eccellenti. È questo un compito non solo difficile ma anche pesante.
Attualmente voi lottate con abnegazione sostenendo con tutto il vostro animo la politica del partito, registrando così dei grandi successi nel compimento di questo arduo compito. Io sono contento che l’educazione dei ragazzi e dei giovani sia sulla buona strada nel nostro paese, e apprezzo altamente le realizzazioni da voi ottenute. Non occorre dire tuttavia che vi sono anche delle insufficienze nel nostro lavoro. Per condurre con successo questo lavoro così arduo, noi dobbiamo dar prova di una energia e di uno zelo molto maggiori e darci ancor più da fare.
Noi stiamo vivendo in una società nuova. Voi stessi siete uomini di tipo nuovo che sono stati educati e cresciuti tutti nell’epoca del Partito del lavoro. Voi siete degli insegnanti rossi che educano e formano degli uomini di tipo nuovo di una nuova società. A differenza della vecchia società, noi dobbiamo educare gli uomini della nuova società secondo orientamenti e metodi nuovi in temi di educazione. L’orientamento del nostro partito in materia di educazione comunista è un orientamento giusto che noi dobbiamo seguire oggi nell’educazione degli uomini di tipo nuovo.
Il nuovo modello comunista dell’uomo riveste una grandissima importanza nella edificazione della società comunista nella quale tutti potranno vivere felicemente.
La società socialista è la prima fase della società comunista. Per l’edificazione di una società socialista, il rinnovamento della coscienza umana deve andare di pari passo con la creazione delle basi materiali e tecniche. Anche se la trasformazione socialista dei rapporti di produzione è compiuta e una tecnica nuova è introdotta, non si potrà affermare che il socialismo è perfettamente edificato se gli uomini che governano la società e manipolano la tecnica non sono rinnovati.
Ora il rinnovamento dell’uomo è molto più complicato e arduo che non la trasformazione del sistema sociale o lo sviluppo della tecnica.
Anche se la coscienza umana è determinata dalle condizioni materiali della società, i cambiamenti che vengono operati nella coscienza umana sono più lenti dei mutamenti di condizione materiale di una società. Le idee e le abitudini sono molto conservatrici. Anche dopo il cambiamento delle condizioni materiali della vita sociale, le idee e le abitudini cui abbiamo accennato permangono per lungo tempo, si propagano da una persona all’altra e si diffondono.
Inoltre il cambiamento ideologico nella coscienza ha questo in particolare, che non si afferma in maniera così evidente come quello delle condizioni materiali della vita sociale. Quando si costruisce una fabbrica la cosa risulta evidente: un giorno si scavano le fondamenta, all’indomani si costruisce un piano e poi un altro piano e così via. Quando si costruisce una macchina, si nota anche qui ciò che si è fatto e ciò che resta da fare: oggi si fabbrica un determinato pezzo, domami un altro, poi li si unisce. Ma la coscienza dell’uomo non è visibile e noi non siamo in grado di valutare il grado della sua trasformazione. Di conseguenza, l’ideologia di un uomo non può essere giudicata che dai suoi atti. Di più, il grado di sviluppo della coscienza varia a secondo dell’individuo e il contenuto ideologico si ogni persona è molto complesso.
È per questo che il lavoro di rinnovamento della coscienza umana deve essere condotto instancabilmente per un lungo periodo e deve essere intrapreso sulla base di uno studio minuzioso e con metodo scientifico. Il lavoro dell’insegnante è un lavoro molto importante e allo stesso tempo molto difficile.
In tutte le società l’educazione scolastica occupa un posto importante per l’educazione dell’uomo. In particolare più l’educazione socialista avanza e più si ci avvicina alla società comunista, più i compiti della scuola che assume la funzione culturale ed educativa dello Stato, diviene importante.
L’istruzione familiare, l’istruzione sociale e l’istruzione scolastica sono inseparabili; vanno sempre condotte parallelamente e combinate opportunamente. L’educazione dell’uomo comincia nella famiglia, le sue fondamenta sono poste con l’istruzione scolastica e si perfeziona costantemente con l’istruzione sociale.
Le scuole si assumono il compito della educazione dell’uomo durante il periodo della sua infanzia e della sua giovinezza, periodi nel corso dei quali egli è più recettivo, si sviluppa e cresce rapidamente, sia dal punto di vista mentale che fisico. I ragazzi e i giovani sono molto desiderosi di apprendere cose nuove, sono divorati della grande ambizione di intraprendere qualche cosa di grandioso, magnifico, straordinario; sono profondamente impressionati dall’esempio degli altri e amano seguirli.
Inutile dire che in questo periodo l’educazione in seno alla famiglia e quella sociale sono entrambe necessarie, ma la responsabilità maggiore ricade sugli insegnanti. Non è esagerato dire che il fatto che i nostri ragazzi e i nostri giovani divengono o no degli uomini eccellenti dipende dall’educazione loro impartita dagli insegnanti.
Costoro, sostituendosi ai genitori, si assumono il pesante compito di fare dei ragazzi e dei giovani degli uomini eccellenti di cui il partito e lo stato hanno bisogno. È per questo, che dai tempi più remoti, si è sempre considerato il lavoro di insegnamento come sacro e si sono rispettati gli insegnanti che educano le nuove generazioni.
Anche nella nostra società noi rispettiamo gli insegnanti e il partito e lo stato e il popolo intero si attendono molto da loro. Voi stessi dovreste sentirvi onorati della sempre crescente responsabilità che lo stato e il partito vi affidano. Come ha appena detto il compagno direttore della scuola secondaria di Yaksu nel suo intervento, l’insegnamento ai nostri giovani è un glorioso lavoro rivoluzionario.
Per educare e formare gli alunni e per farne dei comunisti, gli educatori stessi debbono, innanzitutto, divenire dei buoni comunisti e rivoluzionari.
Fin dall’antichità si usa dire che occorre servire d’esempio, vale a dire che si deve dare l’esempio con l’attività pratica. Per educare i ragazzi e i giovani, gli insegnanti debbono servire loro di esempio con le loro azioni pratiche. A questo scopo gli insegnanti debbono essi stessi divenire dei buoni comunisti armati dell’ideologia comunista e di una elevata moralità di rivoluzionari. Se un insegnante ha dei difetti sia dal punto di vista ideologico che morale, nessuno lo rispetterà e crederà alla sua parola , per quanto buona essa sia.
I nostri insegnanti che educano la nuova generazione debbono fare completamente sparire ogni sorte di cattive idee legate alla vecchia società e debbono lavorare sul fronte dell’educazione come combattenti rivoluzionari rossi, armati dell’ideologia comunista.
I comunisti non sono uomini straordinari. Chiunque combatta con devozione per emancipare gli uomini da tutte le forme di sfruttamento e di oppressione e per garantire una vita felice al popolo intero, può divenire comunista. A maggior ragione, in una società in cui il popolo è padrone del paese e della società, non è così difficile diventare comunisti. Chiunque combatta risolutamente l’ideologia caduca e faccia sforzi sinceri per armarsi dell’ideologia del nostro partito, può divenire comunista. Soprattutto non vi è il minimo dubbio che voi insegnanti che siete stati costantemente educati dal nostro partito fin dalla liberazione e che avete fatto sforzi instancabili per applicare la linea del partito, voi creerete degli eccellenti comunisti. Io credo fermamente che voi diventerete tutti senza eccezione degli eccellenti insegnanti comunisti armati dell’ideologia rossa del nostro partito.
Qualche parola a proposito dell’educazione comunista dei ragazzi e dei giovani.
Molti considerano l’educazione comunista come qualche cosa di misterioso e, nel passato, la si credeva praticamente impossibile. Ma essendoci cimentati nei fatti con tali problemi e intrapreso praticamente e attivamente questo lavoro, ci siamo resi conto che l’educazione comunista non ha nulla di misterioso. Noi abbiamo già ottenuto dei grandi successi in questo campo e accumulato ricche esperienze.
Secondo la nostra esperienza, la cosa più importante nell’educazione comunista dei giovani e dei ragazzi è coltivare in loro l’amore per il popolo, i compagni, l’organizzazione e la collettività.
Nella società capitalistica gli individui sono in lotta continua tra di loro, si combattano per ostacolare l’avversario allo scopo di condurre da soli una vita di abbondanza, ma nella società comunista, tutti possono avere una vita agiata. Se noi costruiamo il comunismo non è perché qualche individuo possa condurre una vita nella opulenza, ma perché tutti lavorino e possano gioire di una vita felice. Nella società comunista, la gente ha interessi e scopi comuni e allacciano tra loro rapporti di cameratismo. Nella società comunista tutti costituiscono una grande famiglia armoniosa e coerente, unita e che divide gioie e pene sotto lo slogan «Uno per tutti, tutti per uno».
In questa società non c’è posto per l’egoismo che persegue soltanto il soddisfacimento e la gloria individuali.
Con questo spirito egoista non si può costruire una società comunista né vivere nel suo seno. Per diventare comunisti occorre sbarazzarsi dell’egoismo e sapere amare l’uomo.
Occorre amare i propri fratelli e i propri genitori a casa, amare i maestri e i compagni a scuola e, entrando nella società, occorre sapere amare tutti i lavoratori. Noi dobbiamo educare la nostra giovane generazione in modo che essa prenda questa abitudine sin dall’infanzia. Solo colui che sa amare gli altri può gioire dell’amore altrui e condurre una vita armoniosa nella collettività.
Ci capita sovente di incontrare gente che preferisce condurre una vita solitaria. Ci sono alcuni che si compiacciono di possedere una casa esclusivamente propria, che amano divertirsi nella loro solitudine e non amano farlo assieme agli altri compagni.
La gente di questo genere è fredda nei confronti degli altri ed indifferente alla felicità o alle disgrazie altrui. Tali individui non possono divenire dei rivoluzionari.
Per divenire comunisti occorre avere a cuore gli interessi del popolo e della collettività più che i propri, occorre sapersi interessare non solo a se stessi, ma anche ai propri compagni e al popolo. In effetti, quando noi avremo fatto per molto un lavoro rivoluzionario insieme ai compagni, noi saremo portati ad amare i compagni più della nostra famiglia. Nulla ci è più vicino dei compagni rivoluzionari coi quali abbiamo diviso la vita e la morte, la gioia e le sofferenze, aiutandoci reciprocamente nelle situazioni difficili. È perciò che la collettività dei compagni rivoluzionari è più coesa e armoniosa di qualsiasi famiglia. Per i loro compagni, per la loro collettività rivoluzionaria, i rivoluzionari combattono a rischio della loro vita.
Ora, un tale collettivismo si basa, in ultima analisi, sull’amore per l’uomo. Solo coloro che sanno amare i loro compagni e il popolo possono amare la loro collettività. È per questo che è necessario coltivare, per un educazione comunista, nei ragazzi e nei giovani l’amore dei compagni e del popolo, per nutrire lo spirito del collettivismo.
L’eroismo individualista, caratterizzato dalla presunzione e l’arbitrarietà propria di chi si ostina nella sua opinione disprezzando quella degli altri, sono tutte espressioni dell’egoismo capitalista; sono nocive alla unità e alla comprensione della collettività. Per sradicare completamente tali idee dannose, è necessario inculcare l’abitudine ad amare la collettività, sin dall’infanzia.
La famiglia e la scuola sono anch’esse delle collettività.
In casa bisogna insegnare ai ragazzi ad amare i loro genitori, fratelli e sorelle, alla scuola i loro compagni e i loro maestri, e, nel villaggio, i vicini. In questo modo si deve insegnare loro ad amare il paese e il popolo e a consacrarsi interamente a lottare per il partito, lo stato e il popolo. È solo educando la gente in questo spirito che è possibile metterla in condizione di sormontare facilmente tutte le difficoltà, di sviluppare la società ad un ritmo più svelto e farla vivere in maniera felice ed armoniosa nella società comunista.
L’importante nella educazione per il collettivismo è di far conoscere che la forza della collettività è grande. Fin dai tempi del giardino d’infanzia e dalla Organizzazione dei pionieri, è necessario mostrare ai bambini chiaramente che la collettività congiungendo i suoi sforzi, può portare a compimento qualsiasi compito che sarebbe al disopra delle forze di un individuo. Così tutti debbono essere formati in modo da avere fiducia nella forza della collettività, a contare su di essa nella vita e a lottare per essa.
Un altro punto importante nell’educazione comunista è di educare le giovani generazioni nel pieno rispetto dei beni comuni.
I beni più importanti della nostra società sono tutti proprietà comune del popolo. Tutti i mezzi di produzione e di trasporto come officine, miniere, foreste, campi, ferrovie e navi, appartengono al popolo e tutti gli edifici adibiti a servizi culturali e sanitari come le scuole, gli ospedali e i teatri, sono ugualmente proprietà del popolo. Non servono solo la generazione attuale ma serviranno anche a quelle a venire. Questi beni comuni costituiscono un capitale prezioso ed indispensabile affinché tutti i membri della collettività possono usufruire di una vita facile. Di conseguenza, per amare la collettività, occorre saper amare i suoi beni comuni.
Noi dobbiamo amare le strade sulle quali camminiamo; dobbiamo amare gli edifici, le strade e tutte le proprietà dello stato della società. Le case nelle quali noi viviamo oggi possono essere domani occupate da altri. Noi dobbiamo amare le case che abitiamo, le sedie e le scrivanie che noi utilizziamo; dobbiamo amare le scuole dove noi impariamo e le fabbriche dove noi lavoriamo.
Anche il patriottismo è in ultima analisi una espressione del collettivismo. Il patriottismo si manifesta innanzitutto attraverso l’amore per il popolo e l’attaccamento ai beni del popolo. Per divenire patrioti, occorre amare la propria famiglia e i propri compagni, amare gli abitanti del proprio villaggio e paese natale, amare il proprio popolo, amare la propria scuola, la fabbrica e il villaggio e tutte le ricchezze del paese.
L’atteggiamento che consiste nel ritenere valido solo ciò che ci appartiene trascurando i beni comuni è una espressione delle idee borghesi.
Noi abbiamo costruito fino ad ora un gran numero di case scuole e teatri. Ma vi sono casi in cui molti edifici sono rapidamente fuori uso, perché non vengono protetti e conservati come si deve. Ciò è spiacevole.
Anche quando piantiamo un albero, noi dobbiamo sapere che esso è necessario per noi e la gente che verrà, e dobbiamo pertanto averne gran cura.
Si dice che la scuola secondaria Yaksu, durante tutti i corsi gli allievi non hanno fatto nemmeno un graffio sulle sedie, e ciò è molto bene. Si dice che in questa scuola, un visitatore che voleva prendere appunti si mise a fare la punta alla sua matita. Un alunno che stava a guardare tese immediatamente la mano aperta per raccogliere i trucioli. Così gli alunni fanno del loro meglio per tenere pulito quanto è stato ordinato con gran cura. L’uomo che appuntava la sua matita, si dice, fu profondamente toccato. La nostra generazione deve sapersi comportare come quell’alunno.
Il patriottismo non è qualche cosa che è nell’aria. Non si può impartire una buona educazione patriottica accontentandosi di lanciare slogan come questo: «Armiamoci dello spirito del patriottismo socialista». Per educare la gente nel patriottismo, occorre cominciare a far loro amare ogni albero piantato lungo le strade, ogni sedia e ogni banco nelle scuole. Nella educazione della giovane generazione, dobbiamo cominciare con i problemi che essa può mettere in pratica e che riguardano la sua vita, poi, poco a poco condurla a difendere coscientemente gli interessi del paese e del popolo. Non vi è alcun dubbio che colui che è abituato a rispettare i beni comuni dall’infanzia diventerà un eccellente patriota anche da uomo maturo.
Un altro punto importante nella educazione comunista è quello di educare i ragazzi e i giovani all’amore per il lavoro.
Nella società capitalista, i lavoratori sono maltrattati e il lavoro è considerato come una cosa umiliante. È per ciò che i lavoratori trovano buono, loro malgrado, vivere nell’ozio.
Anche nel nostro paese, c’erano molti che pensavano che la migliore fortuna sarebbe stata quella di condurre una vita in ozio. Quando si ammirava un bel bambino, si diceva come per augurio che esso era destinato ad una vita nell’ozio. E si diceva di una ragazza carina che era nata per essere la prima... di una famiglia ricca.
I nostri avi che erano schiacciati da lavori penosi invidiavano gli oziosi e si auguravano che una simile fortuna potesse un giorno sorridere loro.
Anche ai nostri giorni certuni pensano a torto che nella società comunista tutti condurranno una vita oziosa. La società comunista non è quella in cui si vive nell’ozio.
La società comunista è una società in cui tutti lavorano e vivono felici. Non occorre dire che nella società comunista, essendo la tecnica sviluppata, il lavoro sarà molto facile. A questa epoca il lavoro duro e penoso sarà interamente meccanizzato e automatizzato; le disuguaglianze tra lavoro pesante e lavoro leggero e tra lavoro intellettuale e manuale, scompariranno; il lavoro diventerà una gioia e un piacere e non una pena, diventerà una necessità vitale. Tuttavia, anche in questa epoca, il lavoro sarà un bisogno. Ogni ricchezza è il prodotto del lavoro. Senza il lavoro una società non può esistere e progredire.
L’importante è sapere per chi si lavora. Nella società capitalista, i lavoratori operano per i capitalisti e non per sé stessi. Il frutto del loro lavoro non diventa proprietà del popolo ma resta nelle meni degli sfruttatori. In una società simile gli operai non hanno bisogno di mettere zelo nel loro lavoro, poiché questo risulta soltanto penoso. Ma nella società socialista, il frutto del lavoro diviene proprietà dei lavoratori stessi e di tutte le masse popolari. È per questo che nella nostra società il lavoro è un’opera creatrice sacrosanta, un’opera utile per la prosperità dell’insieme del popolo e del paese. Nel nostro sistema, coloro che danno l’esempio nel lavoro godono del rispetto e dell’amore del popolo, perché più di chiunque altro lavorano per il bene del paese e del popolo. Si può dire che gli eroi del lavoro del nostro paese sono degli eccellenti patrioti, che servono fedelmente il loro paese ed il popolo.
Nella società capitalista, ci sono molti che conducono una vita oziosa. Ma nel nostro paese, tutte le forme di sfruttamento dell’uomo sono sparite e l’oziosità è inammissibile. Si può dire che gli oziosi sono i parassiti della società, che vivono a spesa degli altri. Nei paesi capitalisti i lavoratori non possono condurre una vita decente perché esistono molti parassiti di questo genere. Ma nella nostra società, poiché ognuno lavora, si può produrre più ricchezza di quanto non ne produca una società capitalista e tutti possono condurre una vita agiata.
Coloro che conducevano una vita agiata nel passato dicono ancora che la loro vita è meno agiata oggi che hai tempi del capitalismo. Evidentemente a quest’epoca, i proprietari terrieri e i capitalisti erano più ricchi di oggi perché accaparravano il frutto del lavoro di molte persone. Al contrario gli sfruttati allora vivevano nella miseria.
Coloro che si lamentano del fatto che la vita di oggi è meno agiata di prima sono soltanto gli ex proprietari terrieri e gli ex capitalisti che non si sono ancora riadattati.
Alcuni pensano che lo studio non ha alcun rapporto con il lavoro. Ciò è errato. Lo scopo dei nostri studi è in ultima analisi di acquisire le conoscenze e la tecnica necessarie al lavoro. Le conoscenze senza valore pratico non servono a nulla.
In altri tempi, nelle scuole chiamate seudang, c’era gente che non era nemmeno in grado di scrivere una lettera, anche se potevano leggere tutti gli scritti di Confucio e Mencio, come i preti cantano le litanie. In passato vi erano parimenti degli eruditi tra i partigiani antigiapponesi. Ma alcuni di questi non sapevano applicare come si deve le loro conoscenze. Così noi li chiamavamo «bagagli di conoscenze buttate al vento».
Il lavoro intellettuale è utile all’uomo come il lavoro manuale. Coloro che esercitano un lavoro intellettuale possono inventare delle buone macchine. Ma perché questo lavoro intellettuale porti dei frutti, deve essere combinato con il lavoro manuale. Per inventare una macchina, occorre che ci si metta anche davanti ad una macchina per verificare di persona il modo di usarla e per ascoltare i consigli degli operai. Non si potrà ottenere alcun successo abbandonandosi soltanto a dei sogni in un gabinetto di lavoro.
Noi impariamo per lavorare, e lavorando, noi possiamo istruirci ancor meglio.
È perciò che i nostri studi dovranno essere armonizzati con il lavoro.
Noi dobbiamo far comprendere agli alunni che il lavoro è sacro e molto prezioso e inculcare in loro l’odio verso i proprietari terrieri e i capitalisti che non lavorano ma vivono nell’agiatezza sfruttando gli altri. Noi dobbiamo coltivare negli alunni l’abitudine a lavorare bene fin dall’infanzia, dobbiamo insegnare loro tutte le conoscenze collegate al lavoro e guidarli affinché possono consolidare ulteriormente nel loro lavoro le conoscenze che hanno acquisito.
Un altro punto importante nell’educazione comunista è quello di far comprendere agli allievi la superiorità del sistema socialista.
Il sistema socialista che regna nel nostro paese è la più grande conquista rivoluzionaria del nostro paese.
Grazie alla istituzione di un sistema socialista nel quale non esistono né sfruttamento né oppressione e dove il popolo è padrone del potere politico, il nostro popolo può essere felice il nostro paese può prosperare e svilupparsi rapidamente. Noi dobbiamo far conoscere agli allievi il fatto che gran parte dei nostri patrioti e rivoluzionari hanno condotto una lotta ardua per istaurare questo sistema sociale e noi dobbiamo far loro comprendere chiaramente come il nostro regime sia superiore a quello precedente.
È importante spiegare alla giovane generazione la vita sotto il vecchio regime mettendola a confronto con la vita felice del nostro popolo oggi. Per ciò che riguarda l’insegnamento, per esempio, la differenza tra il periodo di prima della liberazione e quello attuale, è enorme. Prima della liberazione i figli e le figlie degli operai e dei contadini non potevano andare a scuola; a maggior ragione non potevano nemmeno sognare di ricevere una istruzione universitaria. Ma oggi, nel nostro paese tutti studiano gratuitamente e ognuno può andare alla scuola superiore. Altri esempi come questo debbono essere citati per spiegare la superiorità del regime socialista ai ragazzi e ai giovani e per inculcare in loro la necessità di amare questo sistema e di lottare per difenderlo.
Attualmente la giovane generazione non ha una idea dei proprietari terrieri e dei capitalisti e non sa bene in che modo il nostro popolo vivesse prima della liberazione.
La rivoluzione non è ancora compiuta nel nostro paese e il regime di sfruttamento da parte dei proprietari terrieri e dei capitalisti continua ad esistere nella metà meridionale della nostra patria. Noi dobbiamo combattere i proprietari terrieri e i capitalisti della metà sud del paese e nell’avvenire edificare anche nella Corea del Sud il socialismo.
Dunque, facendo un confronto tra il passato e il presente del nostro paese, tra la Corea del nord e la Corea del sud oggi, noi dobbiamo far comprendere chiaramente agli studenti la differenza che esiste tra il sistema dei proprietari terrieri e dei capitalisti e il sistema socialista, e educarli in modo che essi combattono per la salvaguardia del nostro sistema socialista e il compimento della rivoluzione coreana. Un altro punto importante è l’educazione della giovane generazione nello spirito dell’amore verso l’avvenire.
L’amore dell’avvenire è una delle caratteristiche importanti di un rivoluzionario. I rivoluzionari non combattono per garantirsi una vita confortevole nel presente, ma per preparare un avvenire luminoso e per assicurare una vita nuova e felice alle generazioni che verranno, superando tutte le prove e tutte le tribolazioni e consacrando alla causa tutto ciò che hanno di più prezioso.
Ma i filistei non si preoccupano che di sé stessi; eludendo la lotta, usando dei trucchi e si sottomettono a forze caduche per mantenere la loro sicurezza e i loro privilegi.
Attualmente gli imperialisti americani nella Corea del Sud predicano che la via che permette all’uomo di condurre una vita più sicura e più felice è quella di bandire i propri ideali, di adattarsi alle circostanze e di cercare in ogni momento il loro piacere. Così essi tentano di paralizzare la coscienza rivoluzionaria dei lavoratori e di corrompere la gioventù. Gli uomini senza ideali, gli uomini che non amano l’avvenire, non possono divenire dei rivoluzionari.
Grazie al loro amore per l’avvenire e il nuovo, i rivoluzionari combattono sempre attivamente contro il vecchio, per la vittoria del nuovo. Gli uomini che amano il nuovo, l’avvenire, non possono essere conservatori e passivi.
Non possono accontentarsi del presente, ma vogliono andare sempre avanti per un avvenire migliore.
Numerosi comunisti sono morti senza aver potuto vedere il mondo di oggi. E pertanto essi hanno sempre combattuto con la ferma convinzione della vittoria del comunismo. Benché non abbiano potuto godere della vita felice di oggi, essi hanno vissuto una vita sublime e degna, e le loro imprese eroiche resteranno immortali.
Il capitalismo ha fatto il suo tempo, sta morendo. L’avvenire appartiene al comunismo.
Ai nostri giorni, combattere per l’avvenire significa lottare per il trionfo del comunismo. Gli uomini che amano il nuovo e l’avvenire diverranno certamente comunisti. I comunisti sono gli uomini che, nutrendo l’ideale della edificazione della società comunista, combattono con energia per la sua realizzazione.
Ciò che vorrei sottolineare in modo particolare in relazione alla questione dell’educazione dei ragazzi e dei giovani nell’amore dell’avvenire, è di coltivare l’ottimismo rivoluzionario.
La rivoluzione è un compito arduo e complesso. Per fare la rivoluzione, in altre parole, per eliminare ciò che è morto e creare il nuovo, occorre superare innumerevoli difficoltà e prove. Se ci si perde d’animo e si diviene pessimisti e tristi ogni qualvolta si incontrano difficoltà, non si potrà divenire dei rivoluzionari. I partigiani antigiapponesi hanno combattuto in mezzo a innumerevoli prove e sacrifici, ma hanno sempre condotto una vita gaia e piena di ottimismo rivoluzionario. Mai i rivoluzionari si sono mostrati pessimisti né hanno perduto il loro coraggio, anche quando sono caduti nelle imboscate del nemico o gettati nelle galere o hanno dovuto salire al patibolo. Ciò avveniva perché essi erano fermamente convinti della giustezza della loro causa, della vittoria della causa comunista e di un avvenire radioso. Ecco l’atteggiamento dei rivoluzionari che amano l’avvenire.
Durante la lotta armata antigiapponese, noi abbiamo incontrato molte difficoltà, ma mai abbiamo versato lacrime, mai una sola volta. Le lacrime sono cadute solo dinanzi alla profonda emozione. Può accadere che si debba subire uno scacco qualche volta nella lotta rivoluzionaria, ma è una sconfitta passeggera. Il comunismo infine trionfa e ciò è certo. È perciò che non bisogna scoraggiarsi dinanzi a una sconfitta momentanea, ma bisogna farvi fronte con una nuova vittoria dando prova di ottimismo rivoluzionario a un livello più alto.
Anche quando abbiamo dovuto indietreggiare temporaneamente durante la guerra di liberazione della patria, noi non abbiamo mai perduto la nostra fiducia nella vittoria. Numerosi compagni stranieri, visitando il nostro paese, hanno espresso la loro ammirazione per il fatto che i coreani erano allegri e vivaci, senza il minimo segno di scoraggiamento, malgrado la crisi che il paese attraversava. Anche se allora avevamo dovuto temporaneamente indietreggiare, noi sapevamo bene di farlo non per mancanza di forze o di combattività, ma a causa della insufficienza delle armi. Noi eravamo animati dalla ferma convinzione che se avessimo avuto più armi avremmo potuto fermare il nemico perché lo spirito di combattimento del nostro popolo era molto elevato e il nostro esercito popolare era coraggioso. Quanto alle armi esse si potevano ottenere da molte parti. Ma un tale spirito combattivo e la fiducia nella vittoria non può essere importato da nessuna parte. Senza quella fiducia, le difficoltà non possono essere superate e la vittoria è impossibile.
Anche dopo l’armistizio abbiamo avuto molte difficoltà. Le canaglie americane pensavano che ci sarebbero occorsi cent’anni per raddrizzarci. Se noi fossimo stati disfattisti, non avremmo fatto che piangere, seduti su mucchi di cenere. Ma il nostro partito e il nostro popolo, ricchi di ottimismo rivoluzionario, hanno condotto una lotta eroica. Hanno portato a termine il lavoro di ricostruzione in due o tre anni e hanno compiuto l’obbiettivo del piano quinquennale in due anni e mezzo, trasformando così radicalmente l’aspetto del nostro paese. Insieme a voi, noi siamo stati tutti testimoni di questo grande movimento in avanti del nostro popolo e noi abbiamo conosciuto la vittoria del nostro popolo prendendo parte noi stessi a questo grande movimento.
Noi dobbiamo combattere risolutamente il disfattismo, il pessimismo, la depressione e la stagnazione; noi dobbiamo vegliare a che tutti siano sempre felici e lavorino con raddoppiato coraggio.
Nell’educazione degli alunni, io credo che sia necessario prestare una profonda attenzione alle questioni che ho accennato a grandi linee. L’obbiettivo del nostro insegnamento scolastico è di formare dei costruttori del comunismo armati della ideologia comunista e dotati delle conoscenze e della tecnica necessaria alla edificazione di una società nuova. Le conoscenze che non sono legate alla ideologia comunista non sono di nessuna utilità per noi, poiché noi andiamo avanti, verso il comunismo. Noi dobbiamo intensificare ulteriormente l’educazione comunista degli allievi e condurli ad imparare e a vivere sempre come dei comunisti.
L’importanza nella educazione dei ragazzi e dei giovani è di far trionfare il positivo sul negativo. Noi siamo fermamente convinti, per la nostra lunga esperienza, che questo metodo è di grande efficacia nell’educazione dell’uomo. Il nostro trionfo sul negativo grazie alla persuasione con esempi positivi è l’incarnazione della linea di massa del nostro partito nella educazione delle masse.
Le masse aspirano al positivo ed esse hanno la forza di sopprimere il negativo e di creare il positivo. Nella educazione delle masse è importante scoprire i loro elementi positivi, divulgarli su larga scala e svilupparli con tutti i mezzi per aiutare a correggere da sole gli elementi negativi.
Nella scuola, sarà bene sostenere attivamente le azioni esemplari degli allievi e educare tutti gli alunni attraverso questi esempi. Criticare gli elementi negativi e punire coloro che hanno commesso errori è ugualmente un metodo di educazione. Ma influenzare con gli elementi positivi le masse è il metodo migliore per educarle.
Di regola le buone azioni si compiono volentieri. Supponiamo che qualcuno abbia fatto del bene. Se lo ha fatto perché costretto ciò non significa che è diventato una buona persona.
Nel passato si è tentato anche nel nostro paese, sotto l’esempio straniero, di denunciare i fenomeni negativi sotto forma di articoli satirici, ma ciò non è conforme alla nostra realtà. Il nostro popolo che ha condotto fin dall’antichità una intensa vita culturale ha una forte volontà di ricerca della verità e un vivo sentimento di amore per la giustizia. Si può dire che è un costume tradizionale che il nostro popolo ha ereditato da tempi molto antichi quello di apprezzare più la verità e la moralità che non la ricchezza e il potere. Per una nazione che possiede il senso morale così elevato, influenza degli esempi positivi è assai più efficace.
Nell’esercito, il sistema dei consigli di disciplina è stato abolito e si è adottato il metodo della persuasione attraverso un fraterno cameratismo e gli esempi positivi. Il risultato è stato un rafforzamento della disciplina e una maggior coesione tra soldati e comandanti.
Il rinnovamento dell’uomo nelle équipes di lavoro Tcheullima è stato condotto ugualmente con il metodo della persuasione e degli esempi positivi. Attualmente i cavalieri di Tcheullima usando questo metodo trasformano con successo individui considerati assolutamente incorreggibili in uomini onesti e avanzati. Si può dire che il metodo di persuasione degli elementi negativi attraverso elementi positivi si è già affermato nella vita come un metodo di educazione molto potente.
Gli allievi, ragazzi o giovani, amano seguire in modo particolare l’esempio dei loro maestri. Sono innocenti e molto sensibili. Desiderano seguire tutti il buon cammino e non quello cattivo. I buoni esempi esercitano una impressione profonda su di loro. Le storie istruttive che i nostri maestri ci hanno raccontato nella infanzia restano anche oggi vive nella nostra memoria. Non è esagerato affermare che gli allievi diventano rapidamente comunisti nella misura in cui i maestri danno loro o no degli esempi positivi. Occorre incoraggiare attivamente gli elementi positivi che aumentano tra i ragazzi e i giovani e fornire loro il maggior numero possibile di esempi positivi.
Un altro punto che io vorrei sottolineare in relazione ai metodi di educazione dei ragazzi e dei giovani è che occorre iniziare con le piccole cose, senza mai trascurarle, per arrivare gradualmente alle grandi cose.
L’educazione comunista dell’uomo è un problema difficile ed importante. Ma il metodo di educazione dell’uomo deve incominciare dalle piccole cose. Non si può fare di un uomo un comunista, insistendo solo su dei principi astratti e trascurando le cose concrete legate alla vita pratica. Per i ragazzi e i giovani in particolare, occorre cominciare con l’insegnamento dei problemi concreti che sono legati alla vita quotidiana. Benché queste cose sembrino futili, esse diventano un problema se le si lascia accumulare.
È per ciò che gli insegnanti debbono penetrare tutti i dettagli della vita dei loro allievi e correggere anche i loro piccoli difetti senza chiudere gli occhi su nulla. Non debbono trascurare nemmeno i più piccoli esempi, bensì debbono aiutare a svilupparli.
Per l’educazione comunista dell’uomo è altresì necessario formare una piattaforma e appoggiarsi su di essa.
La piattaforma deve essere formata sia tra gli insegnanti che tra gli allievi. Se si irrobustisce senza tregua questa piattaforma, si potrà educare tutti nello spirito comunista.
Noi abbiamo enunciato il nuovo obbiettivo della educazione e del rinnovamento di tutte le masse popolari per farne dei comunisti, con il nostro partito inteso come centro coagulatore, e noi lottiamo ora per la sua realizzazione.
Gli insegnanti debbono essere i primi a giocare un ruolo di centro motore nella educazione dei ragazzi e dei giovani. Se si formeranno dei collettivi di insegnanti rossi e se questi gruppi andranno tra gli allievi per ingrossare le file di questo nucleo si otterranno grandi successi nella educazione comunista dei ragazzi e dei giovani.
Ciò che vorrei sottolineare infine è il problema del rafforzamento della educazione e della cultura fisica nelle scuole.
Con una costituzione gracile non si può fare la rivoluzione. È per questo che fin dalla lotta armata antigiapponese, ho sempre sottolineato l’importanza della cultura fisica.
Quando si fanno gli esami nell’esercito essi si svolgono su tre materie: la tattica, il tiro e la cultura fisica. La tattica concerne l’intelligenza nel combattimento contro il nemico; il tiro, la capacità di abbattere il nemico. In altre parole queste due materie riguardano la conoscenza e la tecnica necessarie al combattimento.
Ma colui che è fisicamente debole non può combattere il nemico anche se è molto intelligente e possiede un’altra tecnica. Uno storpio anche se è un tiratore scelto non può né avvicinarsi al nemico né combatterlo.
La stessa cosa vale per l’edificazione socialista. La conoscenza, l’abilità e la salute debbono sempre camminare alla pari. Per mettere in pratica la scienza e la tecnica acquisite alla scuola, noi dobbiamo essere in buona salute. Va da sé che non si potrà fare nulla di utile per il paese se si è deboli di salute e continuamente malati, anche se si ottengono buoni risultati negli studi. Ma certi insegnanti non comprendono bene questa semplice verità e attribuiscono poca importanza alla cultura fisica nell’insegnamento. Una tale tendenza deve essere assolutamente corretta.
Non è a caso che fin dalla antichità si dice che il sapere, la virtù e la salute debbono andare di pari passo.
Educando gli allievi nella ideologia comunista e insegnando loro le conoscenze e le tecniche necessarie, noi dobbiamo immancabilmente attribuire grande importanza al loro stato fisico. Noi dobbiamo spingere gli allievi all’igiene e all’allenamento fisico. In questo modo noi dobbiamo educare e formare gli allievi, al fine di farne degli uomini di tipo nuovo; armoniosamente sviluppati, eccellenti nello studio, nel lavoro e nello sport.
Il nostro partito attribuisce grande importanza allo studio, all’insegnamento e all’educazione dei ragazzi e dei giovani e ne presenta un orientamento corretto. Fermamente uniti attorno al Comitato centrale del partito, voi dovete lottare con energia sempre maggiore per applicare a fondo la politica del partito nel campo dell’insegnamento.
Spero che in occasione di questa conferenza, voi vi scambierete e generalizzerete le esperienze ricche e preziose che avete accumulato nella lotta per l’esecuzione della politica del partito nel campo dell’insegnamento, al fine di sviluppare la vostra azione ad un livello più elevato e di riportare nuovi e brillanti successi nella educazione e la formazione della nostra giovane generazione, per farne i costruttori del socialismo e del comunismo.


Una ferita insanabile!

Il giorno 8 luglio 1994 una terribile notizia straziava il mio cuore: il grande statista, l'unico vero comunista, il coreano Kim Il Sung, ci lasciava: non era più tra noi! Il mio compagno e io entrambi partigiani gramsciani facemmo delle sofferte riflessioni per capire il perché di tanto dolore.
Gramsci teneva molto alla cultura, al sapere, tanto che dice ai giovani: "istruitevi perché abbiamo bisogno del vostro sapere...", mentre Kim Il Sung, tanto amava e credeva nella cultura, che tra il simbolo falce e martello mise la penna.
Gramsci nei suoi scritti parla di UOMO NUOVO e kim Il Sung, grande educatore, parla della necessità di creare con lo studio, con la corretta educazione da impartire ai giovani, un UOMO NUOVO.
Noi abbiamo compreso perché Kim Il Sung facesse parte e fa parte tuttora di me.
Da ricordare come una grande lezione pedagogica il discorso o meglio la lezione che Kim Il Sung tenne agli insegnanti il 25 aprile 1961 esortandoli a comprendere come "insegnare" fosse una vera azione rivoluzionaria.
E anche in questo alto concetto di responsabilità umana, civile, culturale e pedagogica c'è un legame altamente scientifico con Gramsci.
Credo sia doveroso che io rivolga un appello ai giovani e meno giovani che si identificano nella cosiddetta "sinistra" affinché per rispetto verso se stessi imparino a conoscere la scienza JUCHE del grande Kim II Sung per non rimanere orfani di teorie, concetti e azioni che vi appartengono di diritto in quanto Egli era sì un cittadino coreano ma era soprattutto un grande internazionalista con amore per i popoli di tutto il mondo.
Compagni....noi G.A.MA.DI. vi aspettiamo!
Miriam Pellegrini Ferri.


Commento alla lectio magistralis di KIM IL SUNG
alla Conferenza degli attivisti dell’insegnamento del 25 aprile 1961

Quando si afferma che KIM IL SUNG è immortale lo si può constatare leggendo ogni suo scritto.
Questo discorso sull’educazione della gioventù, scritto quasi 60’anni fa, potrebbe essere stato scritto ieri o si potrebbe scrivere domani senza la necessità di cambiare una virgola.
Ma c’è molto di più in questo intervento di KIM IL SUNG, perché io ci sono stato nella Repubblica Democratica di Corea, e questa è forse la cosa più straordinaria, specialmente per noi italiani, ossia il fatto che i bambini e i ragazzi della Repubblica Democratica di Corea sono enormemente amati da tutti, amano il loro Paese e sono straordinariamente motivati, si capisce immediatamente quanta fiducia abbiano nel futuro anche nel rapporto che hanno con gli stranieri, fiducioso, spigliato, maturo e giocoso, si capisce quanto siano considerati preziosi nella società coreana, ossia esattamente il contrario dei nostri ragazzi.
Ecco dove sbaglia la nostra educazione: nessuna stima nei giovani, che comunque dovranno essere i costruttori della nostra società in futuro, solo la richiesta di sacrifici senza alcuna reale prospettiva; nessuna considerazione nemmeno degli insegnanti, che sono costretti a condurre a lungo una vita precaria con stipendi da fame in cambio del loro arduo compito, non solo difficile, ma pesante; come potrebbero i nostri giovani essere divorati dalla grande ambizione di intraprendere qualcosa di grandioso, magnifico, straordinario, impressionati dall’esempio dell’eccellente considerazione che la società ha dei loro insegnanti perché i partiti, lo Stato e il popolo intero si attendono molto da loro? Afferma KIM IL SUNG: “Ciò che vorrei sottolineare in modo particolare in relazione alla questione dell’educazione dei ragazzi e dei giovani nell’amore dell’avvenire, è di coltivare l’ottimismo rivoluzionario”; forse la strategia del capitalismo decadente è stata quella di generare il contrario, di negare ai giovani anche la prospettiva di una vita reazionaria per impedire loro anche solo di immaginare di poter cambiare le cose: con le difficoltà di trovare lavoro anche solo precario, di potersi pagare un’abitazione, di poter mantenere dei figli ogni minima progettualità di vita diventa un’utopia.
Siamo una società vecchia, decadente che si trascina problemi secolari, nonostante la nostra recente costituzione, con una burocrazia borbonica, che non ha fatto i conti con gli obbrobri delle guerre coloniali, che non ha fatto i conti con il fascismo, che ha consentito si formassero partiti ispirati al fascismo fin dal primo dopoguerra, in deroga dalla stessa Costituzione, che ha lasciato i fascisti nella pubblica amministrazione, che non ha mai fatto i conti con la mafia locale e anzi se ne è servita per governare il Paese, che è pronta a depistare ogni indagine che coinvolga un Paese straniero, succubi di tutti gli altri Paesi del Primo Mondo e degli interessi commerciali, senza dignità, che ha nascosto milizie segrete (Gladio) fin dal dopoguerra per impedire che il comunismo, all’acqua di rose, che abbiamo avuto, potesse essere liberamente eletto a governare il Paese, che ha avuto e ora non sappiamo se abbia ancora, ma non abbiamo argomenti positivi per poterlo negare, servizi segreti deviati, che ha sempre premiato i ‘furbi’ con i condoni, che recentemente si è scoperta bubboni anche nell’istituzione che aveva goduto finora del massimo prestigio, la magistratura, che ha messo tasse troppo alte per indurre l’evasione e quindi creare una popolazione che chiude un occhio o anche tutti e due quando qualche politico ruba, perché anch’essa è costretta a rubare al fisco, ma per sopravvivere, che ha ridotto drasticamente la progressività fiscale e quindi generato disuguaglianze insopportabili, che ha consentito l’evasione legalizzata alle industrie multinazionali e ha invece tartassato i dipendenti e i piccoli artigiani; che taglia da decenni la sanità pubblica in favore del privato per poi accorgersi di non essere in grado di contenere una pandemia, che taglia la ricerca, l’istruzione pubblica con scuole piene d’amianto o che cadono a pezzi, che finanzia le scuole private, anche quelle confessionali: se in Italia qualcuno parlasse di ‘uomini nuovi’ nessuno capirebbe neppure il significato, sarebbe più facile far capire i marziani.
Eppure, afferma KIM JONG IL, i comunisti non sono uomini straordinari. “Chiunque combatta con devozione per emancipare gli uomini da tutte le forme di sfruttamento e di oppressione e per garantire una vita felice al popolo intero, può divenire comunista.”. L’educazione comunista non ha nulla di misterioso, continua KIM IL SUNG, la cosa più importante nell’educazione comunista dei giovani e dei ragazzi è coltivare in loro l’amore per il popolo, i compagni, l’organizzazione e la collettività, in una società unita, armoniosa e coerente, che divide gioie e pene sotto lo slogan «Uno per tutti, tutti per uno». L’amore per i propri fratelli e per i propri genitori, per gli insegnanti, per la collettività, per le strade sulle quali camminiamo, per gli edifici, per le bellezze architettoniche e naturalistiche, per le case nelle quali noi viviamo oggi che possono essere domani occupate da altri, per le sedie e le scrivanie che utilizziamo, per le fabbriche dove lavoriamo e per ogni ricchezza del Paese, per ogni albero piantato lungo le strade e per il proprio lavoro.
Continua KIM IL SUNG: “Ciò che vorrei sottolineare in modo particolare in relazione alla questione dell’educazione dei ragazzi e dei giovani nell’amore dell’avvenire, è di coltivare l’ottimismo rivoluzionario.” A proposito di questi così semplici ideali se riferiti alla società italiana mi occorre constatare come le cose più facili siano impossibili per noi.
Quindi per l’Italia è tutto perduto? No, assolutamente no, dice KIM IL SUNG. La sua ‘ricetta’ è di una semplicità straordinaria. Scacciare il pessimismo, non perdersi d’animo, non intristirsi per le difficoltà e neppure per le sconfitte. I partigiani, afferma, in mezzo a innumerevoli prove e sacrifici, hanno sempre condotto una vita gaia e piena di ottimismo rivoluzionario, perché fermamente convinti della giustezza della loro causa e di un avvenire radioso. Si deve combattere risolutamente il disfattismo, il pessimismo, la depressione e la stagnazione.
Grazie KIM IL SUNG, noi italiani più di tutti abbiamo estremamente bisogno di imparare a memoria le tue parole e di non smettere mai di provare a metterle in pratica.


L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE KIM IL SUNG ALLA CONFERENZA DEGLI ATTIVISTI DELL’INSEGNAMENTO DEL 25 APRILE 1961 INDICA CON PAROLE SEMPLICI E CHIARE, MA PROFONDE E DENSE DI SIGNIFICATO, GLI IMPORTANTI COMPITI DEGLI INSEGNANTI NELLA COSTRUZIONE DI UNA NUOVA SOCIETÀ SOCIALISTA E COMUNISTA.

Il discorso del Presidente “eterno”, fondatore della Repubblica Popolare Democratica della Corea dopo una durissima e lunga Guerra di Liberazione contro l’Imperialismo Giapponese ed una seconda devastante Guerra di Difesa contro l’aggressione dell’Imperialismo statunitense, è veramente notevole per la lucidità dell’analisi e per la sua valenza universale. Il discorso, pronunciato quasi 60 anni fa, riesce in maniera estremamente chiara, concisa ed argomentata, ad illustrare l’importanza della formazione culturale, politica e morale, ma anche scientifica e tecnica, dei giovani, e le responsabilità degli educatori, nella costruzione di uno stato socialista moderno che sappia assicurare a tutti i cittadini una vita armoniosa e prospera, degna di essere vissuta.
L’importanza della cultura, della formazione delle idee, dello sviluppo della conoscenza e della Scienza è sempre stata una caratteristica fondamentale della Corea Popolare e Democratica fin dalla sua fondazione. Ciò è avvenuto per volontà del grande capo della Resistenza e Primo Presidente Kim Il Sung, e dei suoi compagni e collaboratori, ed è simbolizzato nella stessa bandiera del Partito del Lavoro della Corea che accanto alla falce ed il martello, simbolo dell’alleanza tra contadini poveri ed operai, mette la penna quale simbolo della cultura e della conoscenza, mentre la stella rossa nella bandiera nazionale rappresenta il simbolo del Comunismo, il rosso lo slancio patriottico e rivoluzionario della nazione, e le fasce blu la volontà di collaborare con gli altri popoli.
Questa grande importanza data alla cultura, alla Scienza, all’insegnamento, ed alla formazione dei giovani, ha un significato universale e profondo. Esso accosta la Corea Popolare Democratica ai grandi movimenti del passato di lotta contro l’oscurantismo, come l’Illuminismo ed il progetto di istruzione per tutti fatto durante la Rivoluzione Francese, quando una parte della borghesia progressista era ancora rivoluzionaria e lottava per eliminare i residui del feudalesimo. Ma oggi la borghesia ha completamente tradito questi ideali; diffonde false teorie ed ideologie, e fornisce notizie manipolate per sostenere le politiche imperialiste; usa la Scienza, la conoscenza e la tecnica solo per aumentare i profitti capitalistici e mantenere i privilegi di una ristretta minoranza di super- ricchi.
Il punto che più colpisce nel discorso del grande leader Kim Il Sung è quello in cui dice che la formazione dei giovani nell’ambito del processo di costruzione di una società socialista e comunista deve avvenire su due grandi indirizzi; e cioè, sia per rinnovare la coscienza umana, sia per sviluppare la Scienza e la tecnica che servono a costruire la base materiale per il benessere del popolo e la difesa della Patria. Già Lenin e Stalin agirono in questo senso per creare le basi morali e materiali dell’Unione Sovietica, fatto che permise allo stato sovietico di resistere all’aggressione nazista. La stessa grande opera è stata compiuta nella Repubblica Popolare e Democratica della Corea in condizioni anche più difficili di quelle dell’URSS, ed ha permesso al popolo coreano di respingere l’aggressione statunitense e dei reazionari sud-coreani, di ricostruire rapidamente il paese dopo le spietate devastazioni effettuate dagli imperialisti statunitensi, e di assicurare al popolo coreano, non solo un grande sviluppo morale e materiale, ma anche di dotarsi di tecnologie di avanguardia e di mezzi di difesa avanzati che sono temuti dagli imperialisti e guardati con rispetto dai cittadini onesti del mondo.
La formazione della coscienza morale dei giovani – dice Kim Il Sung – serve a rinnovare le idee delle donne e degli uomini della Corea in previsione di una società nuova più giusta ed armoniosa, instillando l’amore per il popolo, per i compagni, per l’organizzazione sociale e la collettività, mentre nella società capitalista gli uomini e le donne sono messi in conflitto ed in concorrenza tra loro, e sono spinti a nutrire sentimenti egoistici. Le donne sono spinte a sfruttare solo la loro bellezza per assumere un ruolo subordinato e tutti coloro che per nascita e per la loro collocazione sociale possono godere dei frutti dello sfruttamento capitalista sono indotti ad alimentare un amore per l’ozio, tipico dei parassiti. Al contrario gli insegnanti in una società che costruisce il socialismo ed il comunismo, devono con il loro esempio ed abnegazione alimentare l’amore per i beni comuni, sia costruiti dall’uomo, sia prodotti dalla natura e rappresentati da un semplice albero, e devono promuovere la mentalità che induce alla collaborazione con il prossimo. Contemporaneamente deve svilupparsi anche un bagaglio scientifico e di conoscenze tecniche avanzate messe al servizio del popolo, e non più al servizio dei monopoli capitalistici. Kim Il Sung giunge a prevedere già in un discorso di ben 60 anni fa, per di più svolto in un piccolo Paese, uscito da poco dal colonialismo e da una guerra devastante, che lo sviluppo dell’automazione e delle tecniche più avanzate possono far diminuire i carichi di lavoro più faticosi e le differenze tra lavori intellettuali e manuali.
Dimostrando una visione moderna ed avanzata, afferma che la cultura da dare ai giovani deve essere di tipo avanzato, senza trascurare le attività pratiche e quelle atte a mantenere la forma fisica, emarginando la cultura tradizionale più superata, consistente nel ripetere le vecchie massime di Confucio o Manciò.
Infine, come punto conclusivo, ma forse il primo per importanza, il grande leader rivendica e ribadisce il fatto che la Repubblica Popolare e Democratica di Corea assicura un’istruzione moderna fino ai massimi livelli a tutti i figli degli operai e dei contadini, e non solo ai figli delle classi dominanti come avveniva in passato. Questa massa di giovani donne ed uomini è decisiva per assicurare lo sviluppo sociale, morale, politico, ed anche tecnico e scientifico della Corea avviata verso un futuro socialista e comunista di progresso e prosperità.
Roma 4.06.2020 Vincenzo Brandi (G.A.MA.DI.)


Le parole del Presidente Kim Il Sung sono di estrema importanza per noi affinché facciamo dell'Italia un nuovo paese socialista

Jean-Claude Martini
Direttore del Centro Studi Italiano sull'Idea Juche
Membro della Korean Friendship Association
Il discorso che il Presidente Kim Il Sung ha pronunciato 59 anni or sono, e che tra l'altro è il primo suo che mi è capitato di leggere ormai 9 anni or sono, è di una straordinaria attualità e di una vitalità che può essere facilmente constatata guardando agli ultimi, recentissimi sviluppi della lotta di classe nel nostro Paese.
L'emergenza Coronavirus ha fatto deflagrare e inasprire una crisi già esistente in un modo mai visto e soprattutto generale (non solo sanitaria, ma anche politica, economica e soprattutto sociale) portando strati sempre più consistenti delle masse popolari a mobilitarsi per trovare una via d'uscita da questo marasma. Ricordo che a fine maggio partecipai a una manifestazione indetta dal Comitato Priorità alla Scuola in piazza SS. Annunziata a Firenze: gli insegnanti e i genitori, con bambini al seguito, si sono trovati uniti a chiedere la riapertura delle scuole e la fine dell'inferno burocratico della Didattica a Distanza. Anche negli anni scorsi, il mondo della scuola è stato tra i più martoriati dalla crisi generale e irreversibile del capitalismo: “classi pollaio”, corpo docenti sotto organico, precarietà e incertezza dilaganti, abbandono scolastico, edifici fatiscenti e privi di riscaldamento, ruolo del docente sempre più svilito tramite griglie, tabelle e schemi a fronte di un insegnamento stereotipato e spesso e volentieri senza risvolti pratici per il futuro, oltre alla mai rimarginata piaga del bullismo. Questa non è certamente la “dittatura nordcoreana” di cui sproloquiano i giornalisti a libro paga di John Elkann o Urbano Cairo, bensì la “libera, progredita e civile” società capitalista italiana! Ecco, tornando con la mente a quel pomeriggio di fine maggio e (ri)leggendo il discorso del Presidente Kim Il Sung I compiti degli insegnanti nell'educazione dell'infanzia e della gioventù ho pensato alle rivendicazioni di quei figli delle masse popolari, ai desideri ancora inconsci di quell'embrione della futura generazione quali sono i bambini che allegri scorrazzavano per la piazza a giocare dopo due mesi di confinamento forzato a casa e ho rafforzato ulteriormente la mia convinzione di quale fosse l'unico mondo possibile che potesse realizzarli: la società socialista. Solo nel socialismo essi potranno vedere soddisfatte le richieste che hanno presentato nella manifestazione fiorentina e in tutte le altre mobilitazioni che hanno attraversato l'Italia in questo periodo.
Il discorso del grande Leader ci mostra anche le lampanti differenze che intercorrono relativamente al trattamento riservato ai docenti nel capitalismo e nel socialismo: un peso nel primo, protagonisti attivi dell'edificazione della nuova società nel secondo. Nella società in cui l'istruzione, come ogni altra cosa, è trattata alla stregua di una merce e valorizzata solo se e fin quando genera profitti per i baroni e i manager variamente denominati e collocati, gli insegnanti sono ridotti a un mero numero, a un esubero assieme agli studenti che dovranno diventare i lavoratori di domani. Non a caso la formazione che la scuola di oggi impartisce è di tipo prettamente tecnico e nozionistico, le materie umanistiche vengono progressivamente messe all'angolo e anche chi può “beneficiare” di una simile “formazione” appartiene a una platea che va inesorabilmente restringendosi; la stessa Didattica a Distanza ha di fatto escluso tutti quelli che non hanno (perché non possono permettersela) una connessione internet o, nel caso dei più piccoli, genitori, parenti o baby sitter che potessero star loro dietro. Questo è equivalso a un altro duro colpo vibrato all'istruzione pubblica e al diritto di tutti i cittadini a riceverla. Ancora una volta, sono i figli e i rampolli della borghesia imperialista a uscirne indenni e semmai a trarne guadagni, mentre il “popolo minuto” vede allargarsi sempre più il divario, ormai fattosi voragine, da questo ristretto circolo di privilegiati.
Nella società incentrata sull'uomo, invece, gli insegnanti svolgono un ruolo fondamentale nella formazione delle nuove generazioni di costruttori del socialismo e del comunismo poiché trasmettono ai giovani il loro sapere e la loro esperienza e lo stesso insegnamento è profondamente rivoluzionato. Nella stessa Corea socialista, durante gli anni '70, il Presidente Kim Il Sung lanciò e diresse il Movimento per la Bandiera Rossa delle Tre Rivoluzioni, ovverosia le rivoluzioni ideologica, tecnica e culturale con le quali conquistare le due fortezze: quella del socialismo e del comunismo e quella ideologica e materiale. Non è certamente un caso che alla seconda di queste due fortezze sia stato assegnato un posto di primo piano, soprattutto alla luce del fatto che nella RPDC, come in tutti i paesi socialisti, l'insegnamento teorico sia sempre stato accompagnato dalla sperimentazione pratica. Mentre nelle nostre scuole medie si insegna tutto sugli altiforni e sui processi di produzione della carta senza preoccuparsi quantomeno di portare gli alunni in una qualsivoglia fabbrica, chi nei paesi socialisti insegna le tecniche di coltivazione di una qualsivoglia pianta o frutto o di produzione di una macchina ha come prima preoccupazione quella di portare gli alunni a sperimentare sul campo e a vedere coi propri occhi come ciò avviene. Un grammo di pratica vale più di una tonnellata di teoria: il processo di trasformazione rivoluzionaria delle masse popolari, di creazione dell'uomo nuovo, è infatti un movimento principalmente pratico. È per questo che il grande Leader diede direttive così precise e dettagliate, mettendo sempre al centro la trasformazione degli uomini, i loro interessi, le loro esigenze e necessità.
La preziosa eredità degli insegnamenti del Presidente Kim Il Sung fu raccolta dal Presidente Kim Jong Il, che diresse personalmente lo sviluppo dell'industria e della tecnologia informatiche nel paese, sapendone cogliere, primo al mondo, l'importanza che i computer e l'automatizzazione dei processi produttivi avrebbero avuto negli anni a seguire.
Oggi, la Corea socialista si presenta dinanzi al mondo come un faro di civiltà e cultura, un paese che dà lustro all'era moderna e continua a mantenere alta la bandiera rossa della rivoluzione senza fare alcuna concessione, né nell'ideologia né nell'economia, al capitalismo. Sotto la guida dello stimato Dirigente Supremo compagno Kim Jong Un, la Corea del Juche si appresta a diventare una potenza nel campo della scienza e della tecnica, una nazione altamente moderna e civile in cui tutti godano a piacimento dell'istruzione gratuita e popolare le cui spese sono coperte dallo Stato, in istituti scolastici e universitari liberi da baroni, manager e imprenditori borghesi, liberi dalla dittatura del profitto e incentrati sugli interessi delle masse popolari e le esigenze dell'edificazione socialista e dell'era moderna.


SEMINARIO NEL 109° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI KIM IL SUNG
18 Apr 2021

Introduce Linda Galassi, segretario G.A.MA.DI.
Relatori:
Vincenzo Brandi, presidente G.A.MA.DI.
Marco Tumminaro in rappresentanza di KFA Italia in vece di Jean Claude Martini
Roberto Gessi, direttore La VOCE, organo di diffusione del G.A.MA.DI.
Manca il testo di Vincenzo Brandi perché parlava "a braccio".

INTRODUZIONE 109° ANNIVERSARIO NASCITA KIM IL SUNG


BUONASERA A TUTTI I COMPAGNI E AMICI CHE HANNO DECISO DI SEGUIRCI PER QUESTO EVENTO CHE RICORDA LA NASCITA DI KIM IL SUNG, CI SCUSIAMO PER LA MANCATA DIRETTA DEL 15 APRILE MA ABBIAMO AVUTO PROBLEMI AD EFFETTUARE IL COLLEGAMENTO.
PRIMA DI TUTTO MI PRESENTO, MI CHIAMO LINDA GALASSI FACCIO PARTE DELL'ASSOCIAZIONE G.A.MA.DI. GRUPPO ATEI MATERIALISTI DIALETTICI, E IN PARTICOLARE OLTRE AD ESSERNE IL SEGRETARIO MI OCCUPO DELLA DIFFUSIONE DEL NOSTRO PENSIERO SUI SOCIAL, SOPRATTUTTO FACEBOOK.
IN QUESTA OCCASIONE SONO IN VESTE DI PRESENTATRICE E MI OCCUPERÒ ANCHE DI RIPORTARE AI RELATORI LE DOMANDE CHE CI VORRETE SOTTOPORRE SCRIVENDO SULLA CHAT DI FACEBOOK.
IL 15 APRILE LA REPUBBLICA DEMOCRATICA POPOLARE DI COREA FESTEGGIA LA SUA RICORRENZA PIU' IMPORTANTE LA NASCITA DI KIM IL SUNG, IL FONDATORE DELLA PATRIA, IL PRESIDENTE ETERNO COME LO CHIAMANO I COREANI, IL RAGAZZO DEL SOLE CHE HA GUIDATO IL SUO POPOLO FUORI DAGLI ANNI BUI DELLA DOMINAZIONE GIAPPONESE DURATA 30 ANNI E DALL'INVASIONE DEGLI STATI UNITI NEI PRIMI ANNI 50, ANNI IN CUI LA COREA FU RASA LETTERALMENTE AL SUOLO DAI MISSILI AMERICANI, I MISSILI DEGLI YANKEE COME LORO LI CHIAMMANO CON UNA PUNTA DI DISPREZZO.
QUINDI KIM IL SUNG CONDUSSE UNA LUNGHISSIMA RESISTENZA, DURATA DECENNI RIUSCENDO AD UNIRE TUTTO IL SUO POPOLO E A PORTARLO ALLA INDIPENDENZA .
PERCHÈ QUESTO? PERCHÈ KIM IL SUNG SI TROVAVA IN VISITA IN INDONESIA NEL GIORNO DEL SUO COMPLEANNO QUANDO IL PRESIDENTE INDONESIANO GLI FECE OMAGGIO DI UN FIORE, UNA ORCHIDEA MOLTO BELLA CHE AVEVA FATTO STUDIARE AI SUOI ESPERTI BOTANICI PER CREARE UNA NUOVA SPECIE CUI DARE IL NOME DI KIMILSUNGIA PER FARGLIENE OMAGGIO. IL LEADER ETERNO, NE RIMASE TANTO COLPITO ED ENTUSIASTA, CHE DECISE DI ESTENDERE AL SUO POPOLO QUESTO BELLISSIMO REGALO INDICENDO ANNUALMENTE NEL GIORNO DELLA SUA NASCITA UN FESTIVAL CHE PREMIASSE LE MIGLORI ORCHIDEE KIMILSUNGIE.
QUINDI IL COMPLEANNO DEL GRANDE PADRE DELLA PATRIA NON SI FESTEGGIA CON PARATE MILITARI ESPRESSIONE DI FORZA E POTENZA, MA CON UNA GIORNATA DEDICATA AI FIORI, ALLA BELLEZZA CREATIVA, GIORNATA DI PACE E SERENITA'.
QUESTO CI FA GIA' COMPRENDERE L'UMANITA' DI QUESTO LEADER E QUANTO SIA GRANDE LA DOLCEZZA E DELICATEZZA DI QUESTO POPOLO E DI CHI L'HA' GUIDATO E LO GUIDA TUTTORA.
CERTAMENTE POSSO DIRE CHE E' STATA UNA GIORNATA INDIMENTICABILE, COME AVRETE CAPITO IO AMO MOLTO LA COREA E IL SUO POPOLO.
PASSO ORA LA PAROLA AL NOSTRO PRESIDENTE.
MOLTO BENE, L'INTERVENTO DEL NOSTRO PRESIDENTE CI HA INTRODOTTO UNO DEI PUNTI FONDAMENTALI____________, HO VISTO CHE NON CI SONO PER IL MOMENTO VOSTRE DOMANDE AL RIGUARDO, QUINDI PASSO LA PAROLA A ORA INTERVIENE _____________________ QUESTE TRE RELAZIONI HANNO TRATTATO ALCUNI DEI TEMI FONDAMENTALI LEGATI A QUESTA NAZIONE COSÌ BISTRATTATA NEL RESTO DEL MONDO, SULLA QUALE NON SI DICE MAI LA VERITÀ, PERCHÈ FA PAURA AMMETTERE CHE UN BUON SOCIALISMO PUÒ ESISTERE SE UN POPOLO LO VUOLE, SE C'È UN PARTITO CHE FUNZIONA E SE C'È UN GRANDE LEADER CHE SI METTE A DISPOSIZIONE DEL SUO POPOLO.
SPERIAMO CHE QUESTO MOMENTO DI INCONTRO SIA SERVITO NON SOLO AD APPROFONDIRE TEMI CHE MOLTI DI VOI SICURAMENTE CONOSCEVANO, MA ANCHE A FAR CONOSCERE SEMPRE DI PIÙ IL VERO VOLTO DI QUESTO PAESE E DELLA SUA BELLISSIMA GENTE, DELLA SUA ENORME MODERNITÀ TECNOLOGICA, SCIENTIFICA E SOCIALE UN ESEMPIO PER TUTTI I POPOLI DEL MONDO.
ALLORA CI SALUTIAMO CON L'INTENTO DI RITROVARCI A RIPARLARE DELLA COREA, DEI SUOI GRANDI PRESIDENTI, DEL SUO POPOLO QUANTO PRIMA, MAGARI PER LA PROSSIMA RICORRENZA. BUONA SERATA A TUTTI E UN GRAZIE DI CUORE AI NOSTRI BRAVISSIMI RELATORI.
Linda Galassi, segretario G.A.MA.DI.


109° ANNIVERSARIO NASCITA KIM IL SUNG

Devo ringraziare Pak Myong Gil per avermi richiesto quest'anno di realizzare questo evento, il 109° anniversario della nascita di KIM IL SUNG, online e devo, ancora una volta constatare che ogni handicap, nel caso specifico questa terribile pandemia che ci impedisce di incontrarci di persona per evitare il contagio, si è trasformata in una risorsa, anche grazie alle abilità comunicative della nostra esperta di social, Linda Galassi, che così ci consente di festeggiare questa ricorrenza non tra noi soliti membri del G.A.MA.DI. e i rappresentati della R.P.D. di Corea, ma con centinaia di aderenti a questa iniziativa che potranno fare domande e approfondire il loro interesse sull'Idea Juché e sullo Stato della Corea Popolare.
Pertanto ad uso dei compagni che siamo riusciti a interessare oggi e che desiderano approfondire questi argomenti devo dire che se solo si volese approfondire la personalità e le gesta di questo genio che chiamiamo KIM IL SUNG, KIM IL SOLE, non basterebbe un corso quotidiano di otto ore per un intero anno e a riprova possono considerare le poche righe delle sue memorie che citerò oggi a confronto con le oltre 5000 pagine che riguardano i volumi che ha intitolato 'Nel corso di un secolo', che si stanno ancora pubblicando a cura delle Edizioni in lingua straniera con sede in Pyongyang.
Tante volte è stato ribadito dagli studiosi Juchè della Corea popolare che il più bel regalo che noi potremmo fare al loro meraviglioso popolo sarebbe quello di applicare l'Idea Juchè alla nostra particolare condizione italiana per realizzare anche qui un Stato socialista a modo nostro.
Studiando a fondo l'Idea Juchè sembra così semplice anche da applicare alle diverse realtà che si fatica a capire cosa impedisce ancora a tutto il mondo di divenire una serie di democrazie popolari.
Allora, una importante ragione per spiegare questi impedimenti la possiamo trovare come sempre nelle parole di KIM IL SUNG.
KIM IL SUNG afferma che 'il senso del dovere è una concezione morale dell'essere umano, ma nelle società capitaliste si riproducono valori delle società feudali, si predica la disuguaglianza e l'oppressione delle classi più deboli, che debbono obbedire incondizionatamente alle classi dominanti, ed inoltre viene frenato lo spirito di indipendenza e la creatività dell'uomo.' Eppure ripensandoci un poco a fondo, noi, figli di questo tipo di società, lo sappiamo benissimo, e se non bastasse il sistema capitalistico a cassare il nostro spirito, si infestano i nostri giovani con droghe, circenses e ogni altro mezzo diseducativo per fiaccare anche il nostro senso morale, del dovere e renderci indifferenti ai soprusi, per cui anche quando ci colpiscono personalmente pensiamo che non ci sia niente da fare perché qui le cose vanno così e che il rischio potrebbe essere che possano andare anche peggio di così perché ci sono esempi di Paesi che ci indicano come mete cui tendere in cui la Stato ha anche meno attenzioni rispetto ai propri cittadini, quando proprio non li perseguiti e uccida con troppa facilità come succede negli USA nei riguardi della popolazione nera.
KIM IL SUNG continua: 'Tutto questo cassa a tal punto la fiducia in se stessi e nei propri diritti che anche le giovani generazioni non si sognano neanche più di fare ai loro Governi richieste progressiste, come amore e servizio alle persone. Nel corso della lotta rivoluzionaria abbiamo abolito vari rapporti interpersonali e norme morali feudali ereditate dalle vecchie società, e ne abbiamo stabilite di nuove, comuniste, che abbiamo lasciato in eredità come un bene prezioso alle giovani generazioni. Ciò che governava i rapporti tra superiori e inferiori, tra compagni e tra guerriglieri e la popolazione civile durante la guerriglia anti-giapponese era il senso del dovere comunista basato sull'amore e sulla fiducia.'.
KIM IL SUNG continua affermando che ci sono milioni di leggi nel mondo incalcolabilmente varie ed estese, ma che sarebbe un errore pensare che possano rappresentare un'arma sufficientemente efficace per poter controllare con esse ogni attività umana, in quanto ci sono sfere personali che sfuggono al loro controllo. Questi ambiti che sfuggono al controllo legislativo si riscontrano sia nei pensieri che nelle azioni umane: il ragionamento, l'amore e l'amicizia sono alcuni di questi ambiti.
Invece sono proprio il senso del dovere e la moralità che sono in grado di agire dove la legge non può.
Ecco perché senso del dovere e moralità sono cadute così in basso nei Paesi capitalisti, perché sono controproducenti al perpetuarsi dei soprusi e dello sfruttamento, ecco perché, specialmente in Italia (ognuno parli per il proprio Paese, ognuno faccia la propria autocritica), chi non paga le tasse è un furbo, l'evasione fiscale genera milionari, la corruzione è così alta e la criminalità è tollerata, specie da quando ha capito che conviene non sparare, ma occuparsi di appalti pubblici, contratti internazionali, agganci con i poteri forti, riciclaggio di denaro sporco e così via.
Impariamo da KIM IL SUNG quando afferma:'Abbiamo iniziato la rivoluzione con la ricerca di compagni e continuiamo a portarla avanti, consolidando il senso del dovere e dell'unità tra i nostri compagni e un profondo legame con la gente per stabilire legami inseparabili con loro.
In passato, come oggi, la solidarietà è stata un percorso vitale da cui dipendeva il destino della nostra rivoluzione.
Si potrebbe dire che la gloriosa traiettoria di lotta percorsa dai comunisti coreani nel corso di dozzine di anni è una storia dell'approfondimento dell'amore solidale tra compagni e del senso del dovere.'.
Da noi in Italia tale senso del dovere nei confronti degli altri è caduto così in basso che può succedere che vediamo stuprare una ragazza senza che nessuno intervenga ed è in continuo peggioramento; si vede anche nelle manifestazioni più comuni: chi spazza più la neve davanti al proprio portone? Invece nella Corea Popolare, essendoci stata pochi giorni fa in Cina una polvere desertica molto nociva portata dal vento, nell'eventualità che potesse arrivare anche nel loro Paese, le donne coreane attraverso una comunicazione della loro associazione si sono impegnate per qualche tempo ad alzarsi alla mattina prima di tutti per verificare se questa polvere fosse arrivata e a ripulire le strade in prossimità delle loro abitazioni prima che scendessero i lavoratori per recarsi sul posto di lavoro.
Naturalmente il senso del dovere e la moralità (conosciamo bene la nostra moralità pubblica vero? non c'è neanche bisogno di un esempio perché purtroppo da noi sono quotidiani gli esempi di immoralità e di corruzione) non sono la sola ragione che ci impedisce di applicare qui i principi Juchè a modo nostro come recita questo meraviglioso manuale di istruzioni scritto di KIM IL SUNG per raggiungere il socialismo in qualunque Paese del mondo.
Ed ancora una volta per capirlo ci vengono in aiuto le parole di questo grande eroe, fondatore della patria, quando nelle sue memorie ricorda che durante la guerra di liberazione dai giapponesi:'Non eravamo una milizia riunita per ottenere ricchezze o fini speculativi, ma un'unione di rivoluzionari che perseguivano la stessa aspirazione e lo stesso scopo... Quell'identità di ideologia e ideali ci ha permesso di condividere la vita e la morte sin dall'inizio, motivo per cui nelle nostre file non c'era spazio per gli ipocriti, per le persone dalla doppia faccia.
Proprio quello che manca alla sinistra Italiana (qualche anno fa Linda e io facemmo una ricerca per censire quanti partiti, partitini, movimenti, associazioni, gruppi ben noti ci fossero in Italia che si facevano emblema del pugno chiuso, della bandiera rossa, del comunismo, dell'antifascismo e delle canzoni partigiane: ne censimmo una quindicina ... che si detestavano apertamente con ostentata reciprocità.
Questa divisione della sinistra nasce in seguito ai primi successi della rivoluzione d'ottobre e non so dire, ma per lo più lo si ritiene, quanto sia dovuta ad infiltrazioni straniere, ma fatto sta che intervengono sempre quando un forte partito comunista prende il potere od è molto vicino a farlo, così Stalin si trova a combattere con Trockij, in Italia viene imprigionato Gramsci e ammaestrato Togliatti, Berlinguer sceglie la linea dura con le brigate rosse su Moro, ma non su Cirino Pomicino, e il suo erede sfascia il PC: oggi poi non siamo neanche più allo sfascio ma alla vera e propria polverizzazione della sinistra: più in basso di così non siamo mai arrivati, ma al peggio non c'è mai limite; come potremmo avere un ideale comune, come potremmo avere una stessa aspirazione e uno stesso scopo: ci hanno frantumati anche quelli e non sappiamo neanche più se esista un'aspirazione e uno scopo comune.
Questi sono i leaders che abbiamo avuto in Italia: l'unico che non solo ha disobbedito agli USA, ma anzi ha rischiato di provocare il passaggio dell'Italia dall'altra parte del blocco nella guerra fredda fu Craxi.
Io, a quell'epoca militavo nel PC e lo detestavo, e questo giudizio non è cambiato.
Però da materialista dialettico non posso non riconoscere che il detestabilissimo e corrottissimo Craxi almeno due cose giuste fece nella sua vita con grande coraggio. Infatti fu l'unico dei potenti segretari di partito dell'epoca a schierarsi per la trattativa per la liberazione di Moro, andando tra l'altro contro i propri interessi perché Moro voleva sostituire i socialisti con i comunisti al Governo (pare evidente che invece Berlinguer, come già detto, sia stato 'imbeccato' dagli USA, come lo fu il suo predecessore, Togliatti, o per lo meno non abbia avuto il coraggio di sottrarsi ai diktat yankee).
La seconda cosa per cui, Craxi, merita di essere ricordato fu, sette anni dopo la vicenda di Moro, quella dell'Achille Lauro: la liberazione di Abu Abbas a Sigonella, quando molti poi commentarono che in quell'occasione, Bettino Craxi, rese l'Italia un Paese sovrano, ma non passarono altri sette anni da Mani Pulite, quando, Craxi, fu eliminato dalla scena politica e anche dalla vita.
Possiamo pensare che ci fu qualche 'aiuto' dall'estero a Di Pietro per questi due 'sgarbi' che Craxi aveva fatto agli yankee interessati a farglieli pagare appunto, questi due 'sgarbi imperdonabili? Non lo sappiamo, sappiamo solo che gli USA ci misero circa sette anni ad eliminare anche quasi tutti gli altri protagonisti della vicenda che comportò l'uccisione del loro miliardario Leon Klinghoffer, senza che ci potesse essere al momento qualcuno che la pagasse e forse allora con certe 'soffiate' a Di Pietro gli yankee ottenero anche di far capire in modo definitivo che l'Italia non poteva assolutamtente permettersi di considerarsi un Paese Sovrano. Purtroppo infatti in Italia non c'è stato più nessuno che si sia sognato di fronteggiare gli USA: non abbiamo qui l'orgoglio che i coreani possono trarre da una unità territoriale millenaria, noi siamo uno dei più giovani Stati europei.
I guerriglieri anti-giapponesi al suo comando avevano uno slogan:"Sconfiggeremo il nemico a costo della vita! In vita o in morte saremo assieme! Così hanno scoperto una grande verità, ossia che l'unità è vittoria.
La controprova di origine italiana è che la polverizzazione è sicura sconfitta, ma invece i nostri singoli partitini ci tengono a preservare la loro purezza intellettuale, a distinguersi dal compagno del partito vicino perché soli depositari della verità e della corretta strategia. Come potremmo applicare qui l'Idea Juché? A noi mancano i fondamentali, situazione a cui possiamo anche aggiungere un altro primato stigmatizzato da Gramsci, un nostro grande uomo, nella frase studiate studiate studiate, e infatti siamo il Paese più ignorante d'Europa, quello con meno laureati e quello in cui si legge di meno.
Purtroppo ci mancano i fondamentali. È un vero peccato perché la lotta che ci consentirebbe di fare dell'Italia un Paese socialista non è neanche lontanamente paragonabile alle sanguinose difficoltà occorse ai coreani per liberare la loro patria dal piede straniero, in una delle guerre più cruente di tutti i tempi, ma loro ci sono riusciti perché i fondamentali ce li avevano, da secoli e hanno incontrato un uomo dalle qualità straordinarie che ha saputo non solo condurli alla vittoria nonostante l'inferiorità di mezzi e di tecnologia, ma che ha saputo basare sull'uomo e non sull'economia le ragioni dell’emancipazione del proprio popolo, e anche dei popoli di tutto il mondo.
Ecco qual'è un terzo handicap per gli italiani, l'assoluta mancanza di un leader, ma di più, l'errata convinzione di dover evitare come la peste anche che possa sorgere un leader nel nostro Paese: troppo bruciante è stata l'epoca fascista e nazista con i suoi leader, Mussolini e Hitler, quindi gli italiani ormai associano il concetto di leader al concetto di 'uomo forte', un'assimilazione più difficile da cancellare anche perché in entrambi i casi questi due criminali uscivano da formazioni di sinistra e anche quando Mussolini finì in galera con l'accusa di detenzione di armi e esplosivi fu subito liberato dal senatore liberale Luigi Albertini, a dimostrazione che noi non abbiamo gli anticorpi per fermare certe tipologie di persone. Quello che è difficilissimo da capire in Italia, come immagino anche il Germania, è che un vero leader non deve essere un uomo forte, ma un uomo dolce, un uomo materno, siamo troppo arretrati e infarciti di ideologia cattolica per accettare o anche solo per capire questo concetto, così diffuso invece in Corea e anche in Cina.
Cosa devo dire di più.
Posso solo con modestia, ma anche con ferma determinazione, lanciare un appello.
In occasione dei necrologi per la morte di Miriam Pellegrini Ferri, abbiamo ricevuto quasi 600 messaggi di condoglianze, di singole persone, ma anche di Gruppi e, devo dire, con mia sorpresa molti di questi inneggiavano all'unità della sinistra, quindi io mi rivolgo a questi gruppi e a questi compagni.
Se vogliamo dimostrare la nostra stima per questo generoso popolo coreano che ci ha regalato una filosofia tanto universale in quanto applicabile in ogni Paese a modo proprio e se ci sono persone che mi stanno ascoltando e si considerano sinceramente e seriamente di sinistra mi scrivano, come sapete io sono il direttore de La VOCE, per lavorare ai tre punti che abbiamo preso in considerazione qui (senso del dovere e morale, unità di intenti e cultura, e un grande leader) per cominciare a ripagare il nostro debito nei confronti della Corea popolare con la graduale rimozione di questi tre handicaps che ci impediscono la realizzazione dell'insegnamento di KIM IL SUNG nel nostro Paese, a modo nostro.
Reggio Emilia, 14/04/2021 – Roberto Gessi, direttore La VOCE, del G.A.MA.DI.


109° ANNIVERSARIO NASCITA KIM IL SUNG

Anzitutto ringrazio i compagni del GAMADI che mi hanno concesso l'opportunità di parlare a questa iniziativa che celebra i 109 anni della nascita del Presidente Kim Il Sung, grande dirigente rivoluzionario della Corea e del movimento comunista internazionale. Auguriamo quindi ai compagni e agli amici coreani un felice Giorno del Sole, nella certezza che si aprirà una nuova era di vittorie e di glorie per la Corea sotto la direzione dello stimato compagno Kim Jong Un.
Queste vittorie e questa gloria non sarebbero mai state possibili senza la brillante direzione del Presidente Kim Il Sung il quale, applicando creativamente il marxismo-leninismo alla realtà specifica della Corea, ha concepito l'idea Juche secondo la quale tutto è da risolversi in base ai propri sforzi e facendo leva sulla potenza e la saggezza delle masse popolari, che di tutto sono padrone e di tutto decidono. L'idea Juche è il pilastro del socialismo coreano incentrato sull'uomo, che in quanto essere sociale è dotato di indipendenza, creatività e coscienza, tre attributi con i quali esso si rende padrone del suo destino e lo forgia in autonomia nel contesto del collettivo di cui fa parte.
L'idea Juche è diventata negli anni l'idea unica alla quale si ispira il Partito del Lavoro di Corea fondato e diretto dal Presidente Kim Il Sung, fino a evolversi in una teoria di valenza universale negli anni '70 grazie all'instancabile lavoro teorico condotto dal Presidente Kim Jong Il, il quale ha sintetizzato le idee rivoluzionarie del compagno Kim Il Sung nella cornice del kimilsungismo, terza e superiore tappa del pensiero comunista dopo il marxismo e il leninismo.
Negli anni, il kimilsungismo ha esercitato una forza enorme sullo sviluppo delle lotte rivoluzionarie dei popoli del mondo e della sua utilità nello specifico per il nostro paese ci parlerà più specificamente il compagno Roberto Gessi. Qui ci basti ricordare, a mo' di accenno, la grande diffusione che questa teoria rivoluzionaria ha avuto in Africa e in Asia (un solo esempio: nel Burkina Faso di Sankara le opere di Kim Il Sung erano più diffuse e studiate degli scritti di Fidel Castro), oltre che dei fervidi sostenitori che si è guadagnata in America Latina.
È a partire dai principi fondamentali di queste idee rivoluzionarie che lo stesso popolo coreano lotta a tutt'oggi per la riunificazione del suo paese; molti giornali non certo accusabili di simpatie per la RPDC sono costretti ad ammettere che il “sogno capitalista” sudcoreano va sgretolandosi sempre più ogni giorno che passa e i successi del socialismo della parte nord della Repubblica fanno breccia sempre più potentemente nei cuori delle masse popolari sudcoreane. Queste, infatti, segretamente e sfidando la repressione si riuniscono in numeri sempre maggiori (soprattutto di giovani) per studiare l'idea Juche e le opere del compagno Kim Jong Un. Non potrebbe del resto essere altrimenti: la RPDC è l'unica che da decenni opera e si attiva per la riunificazione indipendente e pacifica della penisola coreana, per mettere fine alla tragica divisione della nazione e delle famiglie operata da forze straniere che si sono arrogate il diritto di decidere sulla pelle e alle spalle dei coreani. Qui vorremmo portare alla vostra conoscenza un brevissimo documento, che leggerà il nostro Marco Tumminaro, Delegato Ufficiale della KFA Italia, firmato dal Presidente Kim Il Sung: il Programma in dieci punti della grande unità di tutta la nazione per la riunificazione del paese, pubblicato il 6 aprile 1993.
Jean-Claude Martini, direttore Centro Studi sullo Juche della Toscana e responsabile di KFA Italia


SEMINARIO NEL 110° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI KIM IL SUNG
15 Apr 2022

Quest'anno abbiamo partecipato ad un Seminario internazionale on line che si è svolto il 10 e il 16 APRILE, organizzato dall'Istituto Internazionale delle idee del Juche in occasione del 110° anniversario della nascita del compagno KIM IL SUNG, Grande Leader del popolo coreano, Fondatore della Repubblica Popolare Democratica di Corea e delle idee di Juche e intitolato "la veridicità e vitalità delle idee di juche, bandiera delle cause dell'Indipendenza dell'umanita" con inizio alle ore 07:45, ora di Città del Messico in entrambi i giorni. Per questo aspetteremo che venga concluso questo importante convegno internazionale prima di postare i nostri interventi sulle nostre pagine. Quindi pubblicheremo anche il convegno internazionale sulle nostre pagine dei contributi internazionali.

Per questo motivo non ci sarà un nostro presentatore e nostri video.

Comunque saranno relatori:
Vincenzo Brandi, presidente G.A.MA.DI.
Jean Claude Martini in rappresentanza di KFA Italia
Roberto Gessi, direttore La VOCE, organo di diffusione del G.A.MA.DI.


IL PENSIERO E L’OPERA DEL “GRANDE LEADER” KIM IL SUNG

Nell’anniversario della nascita del fondatore della Repubblica Popolare e Democratica della Corea, Kim Il Sung, nato il 15 aprile 1912, è necessario ed utile per tutte le persone e le organizzazioni rivoluzionarie e antimperialiste sparse nel mondo ricordare sia l’originale contributo teorico, sia la conseguente opera del “grande leader” coreano.
Dopo una lunga militanza nella resistenza antigiapponese, che lo portò a guidare la lotta armata di liberazione nazionale contro l’occupante imperialista giapponese dalle montagne della Corea Settentrionale, finalmente il 9 settembre 1948, dopo la sconfitta degli imperialisti, Kim Il Sung fu in grado di proclamare la nascita della Repubblica popolare (RPDK), di cui divenne Primo Ministro.
Ѐ molto significativo che tra i primi provvedimenti del nuovo Governo – oltre ad un rafforzamento dell’esercito popolare, cioè di una forza di difesa verso l’esterno, ma anche sempre pronta ad intervenire all’interno in sintonia con i bisogni e la vita reale della popolazione civile – vi fu il pieno riconoscimento dei diritti delle donne. Fu riconosciuta la piena parità di diritti delle donne con l’uomo anche in materia ereditaria, il diritto di voto, il diritto ad un salario uguale a quello maschile a parità di mansioni, il pieno diritto allo studio, il divieto dei matrimoni forzati, ed il diritto alla scelta libera dell’aborto. In questo campo la Corea popolare si pose in una posizione molto più avanzata di tanti Paesi occidentali considerati patria dei famosi “diritti umani”.
Nel 1949 fu proclamata anche la nascita del Partito dei Lavoratori Coreano, di cui fecero parte i militanti comunisti e di altre formazioni della sinistra sia del Nord che del Sud della Corea. Il partito, sotto la guida di Kim Il Sung che ne divenne primo segretario, si ispirò ad una interpretazione originale del marxismo-leninismo che teneva conto della situazione storica, politica e sociale concreta della Corea e della sua tradizione culturale. Questa impostazione culturale portò alla nascita e lo sviluppo dell’ideologia dello Juche.
Questa originale ideologia fu proclamata da Kim Il Sung nel discorso del 28 dicembre del 1955: ”Sull’eliminazione del dogmatismo e del formalismo e la costruzione dello Juche nel lavoro ideologico”, e fu ulteriormente precisata nel discorso tenuto di fronte all’Assemblea Popolare Suprema del 16 dicembre 1967: “Difendiamo maggiormente lo spirito rivoluzionario dell’indipendenza, dell’autosufficienza e dell’autodifesa in tutti i campi dell’attività statale”. In questi discorsi, ed in tutti gli altri interventi del “grande leader”- oltre alla necessità di mantenere la piena indipendenza, l’autosufficienza economica, e un’efficiente forza di difesa per salvaguardare le conquiste del popolo – veniva esposta un’originale teoria rivoluzionaria.
Questa teoria parte dall’affermazione che “l’uomo è il padrone di ogni cosa e decide ogni cosa” e che “è l’essere materiale più sviluppato” della natura che può confrontarsi con la stessa natura considerandola come “l’oggetto del lavoro dell’uomo e anche la fonte materiale della sua vita”. Di conseguenza gli uomini, in quanto esseri sociali, lavorano insieme opponendosi ad ogni forma di sottomissione, difendendo la propria indipendenza, e utilizzando la propria creatività per migliorare la propria vita. Per realizzare questa grande opera utilizzano i doni della natura; e fanno questo in modo cosciente, consapevoli di stare costruendo una società più giusta. Quindi le masse sono artefici del cambiamento grazie al loro sforzo creativo e della costruzione della nazione e di una società nuova, dello sviluppo delle risorse nazionali, e della difesa in stretto collegamento con l’esercito popolare.
In questo sforzo di costruzione creativa son fondamentali la conoscenza e l’istruzione. Kim Il Sung afferma che le masse analfabete e prive di coscienza non possono fare nessuna rivoluzione. Il popolo conduce in modo cosciente la lotta - con l’indispensabile ruolo di direzione strategica di un partito rivoluzionario - contro le classi padronali di sfruttatori e l’imperialismo internazionale.
Questo popolo rivoluzionario comprende sia gli operai e i contadini, sia i lavoratori intellettuali.
Non a caso nel simbolo del Partito Dei Lavoratori coreano compaiono un martello ed una falce, che simboleggiano operai e contadini, ma anche il pennello calligrafico che rappresenta gli intellettuali.
La concezione del Juche, che tiene conto delle peculiarità nazionali, e che sottolinea il ruolo fondamentale della volontà e della creatività delle masse, e dell’istruzione in un’ottica umanistica,ha permesso un grande sviluppo tecnologico e scientifico della RPDK, ed anche una trasformazione e ammodernamento dell’agricoltura e la costruzione di una difesa moderna. Dopo la vittoria ottenuta nella terribile guerra del 1950-1953 – sotto la direzione dello stesso Kim Il Sung nominato Presidente della Commissione di Difesa Nazionale e Comandante dell’Armata popolare – e dopo la ritirata degli invasori statunitensi, Kim Il Sung lanciò un grande piano quinquennale di ricostruzione. Questo piano ha dato grandi risultati nel settore dell’industrializzazione e determinato gli sviluppi ulteriori. Oggi la Corea popolare sta sviluppando anche il settore dei computer ed è stata in grado di produrre missili intercontinentali con potenziale testata nucleare e aerei di produzione nazionale. Questo ha assicurato il rispetto dell’indipendenza coreana anche da parte di stati ostili.
Nel campo della politica estera la RPDK ha aderito dal 1975 al movimento dei non allineati mantenendo la propria indipendenza sia nei confronti dell’imperialismo USA, sia nei confronti degli stati amici, come Cina, URSS e Russia.
Il “grande leader” Kim Il Sung, divenuto anche Presidente della Repubblica nel 1972 e poi “Presidente eterno” dopo la sua morte nel 1994, ha lasciato nelle salde e abili mani del suo successore Kim Jong Il un Paese sviluppato e capace di difendere la propria indipendenza pur avendo dimensioni molto ridotte rispetto alle superpotenze mondiali Il suo pensiero ed il suo esempio sono un insegnamento prezioso per tutti i militanti antimperialisti e le nasse progressiste del mondo.
Roma 21 ottobre 2021, Vincenzo Brandi


IL KIMILSUNGISMO, TERZA E SUPERIORE TAPPA DEL PENSIERO COMUNISTA

Jean-Claude Martini
Direttore del Centro Studi sul Juche – Toscana
e del Gruppo di Studio di Fermo del Kimilsungismo-Kimjongilismo
L'anno 2022, in cui cadono l'80° anniversario della nascita del grande Dirigente compagno Kim Jong Il e il 110° anniversario della nascita del grande Leader compagno Kim Il Sung si presenta come una grande occasione per un decisivo balzo in avanti nell'assimilazione delle idee rivoluzionarie del kimilsungismo-kimjongilismo da parte dei comunisti italiani come di tutti i paesi imperialisti. Esso affonda le sue radici nelle idee del Juche, elaborate dal Presidente Kim Il Sung come linea direttrice per la rivoluzione coreana e l'edificazione indipendente e sovrana del socialismo, a partire dall'applicazione creativa del marxismo-leninismo alla realtà specifica della Corea. Col tempo e con l'elaborazione teorica sia del Presidente Kim Il Sung che del Presidente Kim Jong Il , esse si sono evolute sino a divenire una teoria rivoluzionaria originale e universalmente valida, come afferma lo stimato compagno Kim Jong Un :
«Le grandi idee del Juche, in quanto concezione del mondo incentrata sull’uomo, teoria e metodo rivoluzionari, sono l’ideologia più razionale, universale e valida, con cui tutti coloro che aspirano all’indipendenza possono prontamente identificarsi ed accogliere come propria.
[...]
Le idee del Juche sono un’ideologia rivoluzionaria enciclopedica che rappresenta l’intera storia dell’attuazione della causa dell’indipendenza delle masse, la causa del socialismo, e una grande ideologia che guida l’umanità verso il futuro» 1 .
Le origini del Juche, innestandosi sui principi rivoluzionari per i quali le masse popolari sono le artefici della rivoluzione e che quest'ultima va condotta in modo indipendente e creativo, ha spianato la strada ad altre scoperte e innovazioni teoriche da tradurre e applicare nella pratica concreta della rivoluzione nel proprio paese. Ciò va fatto a partire dai principali apporti del kimilsungismo-kimjongilismo alla scienza comunista, di cui oggi costituisce la punta di lancia e la fase suprema, apporti che io sintetizzo in 13 punti:
1) Il ruolo principale dell'uomo nella rivoluzione e nell'edificazione;
2) La definizione di indipendenza, creatività e coscienza come attributi fondamentali dell'essere sociale che forgia in autonomia il proprio destino;
3) Il ruolo del leader nel processo rivoluzionario e nella costruzione del socialismo;
4) La ridefinizione della questione nazionale e l'essenza e il significato del nazionalismo;
5) La riconduzione su binari scientifici e concreti del materialismo dialettico e del principio di unità e lotta degli opposti;
6) La ridefinizione creativa su base pratica della questione della classe dirigente della rivoluzione e dell'appartenenza di classe;
7) L'indipendenza come cardine di ogni azione del partito comunista sia sul fronte interno che su quello estero;
8) La questione della successione: il leader non deve limitarsi a ereditare il lascito ideologico del suo predecessore, ma anche e soprattutto acquisirne i tratti e le virtù morali;
1
Kim Jong Un, Verso la vittoria finale, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 2013, pag. 63 ed.
ing.9) I comunisti dirigono la rivoluzione basandosi sulle proprie forze e sulla propria responsabilità e partendo dalle specificità del contesto in cui operano, non su ordine di qualcun altro;
10) La teoria dell'edificazione del socialismo tramite le tre rivoluzioni: ideologica, tecnica e culturale;
11) La strategia per l'unità del movimento comunista internazionale (rispetto dell'indipendenza reciproca, lotta contro l'imperialismo e sostegno ai movimenti rivoluzionari);
12) La linea di classe affiancata alla linea di massa;
13) L'analisi dell'imperialismo moderno.
Analizziamo ora più nel dettaglio questi apporti, che, ripetiamo, sono a mio avviso i principali ma non gli unici.
Per il marxismo il ruolo principale è svolto dal movimento economico; la teoria rivoluzionaria del kimilsungismo-kimjongilismo non nega l'importanza del fattore economico ma mette al centro l'azione cosciente dell'uomo. Il materialismo dialettico servì a suo tempo per smascherare il carattere arretrato e reazionario dell'idealismo e della metafisica, che facevano da base ideologica al regime reazionario delle classi sfruttatrici: esso infatti afferma che la coscienza è il riflesso del mondo materiale, ma non giunge a specificare il ruolo della coscienza nelle attività dell'uomo, cosa scoperta solo dopo, dal Presidente Kim Il Sung .
Marx a questo fine prese ciò che di giusto e progressivo c'era nel materialismo e nella dialettica del suo tempo e creò il materialismo dialettico; poi applicò le sue scoperte allo studio dell'evoluzione della società e creò il materialismo storico. Ma non vide la differenza fondamentale che esiste tra il movimento della natura e il movimento della società e quindi né lui né i suoi successori chiarirono la legge alla base di quest'ultimo. È un aspetto fondamentale che è stato spiegato soltanto dalla filosofia del Juche, in base al principio che le masse popolari sono il soggetto della storia e ogni movimento ed evoluzione della società è dato dal loro intervento indipendente, creativo e cosciente.
Ciò vale anche, specificamente, per il principio di unità e lotta degli opposti. I classici del marxismo-leninismo hanno messo al centro questo principio per spiegare le contraddizioni socio- economiche del capitalismo e la legge alla base della lotta di classe, ma non ha senso basarsi su di essa per comprendere le leggi di sviluppo della società socialista.
Il Presidente Kim Jong Il ha chiarito:
«La legge dell’unità e della lotta degli opposti è un importante principio del materialismo dialettico marxista. Ebbene, non bisogna esaminarla semplicemente dal punto di vista scientifico, ma storicamente, dal punto di vista della pratica rivoluzionaria, com’è per tutti i problemi teorici affrontati dal marxismo-leninismo. Se il materialismo dialettico marxista pose l’accento su questo, fu in quanto all’epoca era importante districare dal punto di vista filosofico le contraddizioni socio-economiche del capitalismo e la legge della lotta di classe. È per molti versi irrazionale, a mio avviso, farvi ricorso per delucidare la legge dello sviluppo della società socialista. Perciò non abbiamo menzionato molto questo principio sviluppando la filosofia del Juche» 2 .
Proseguiamo.
Il marxismo-leninismo ha sempre postulato che l'appartenenza di classe è dettata unicamente dalla propria origine di classe. Il Presidente Kim Jong Il ampliò il concetto e la definizione di “masse popolari” mettendo al centro non l'origine di classe (che pure è importante), ma l'ideologia cui ciascuno si ispira.
Egli affermò:
«Le masse popolari comprendono nel loro seno diverse classi e strati sociali, ed è necessario tener conto delle origini sociali di ognuno per giudicare se appartiene o no alle 2
Kim Jong Il, Opere scelte, vol. 10, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 1999, pagg. 276-77 ed.
ing.masse popolari, ma non si tratta di un criterio assoluto. I pensieri e le azioni dell’uomo non sono soggette alla sola influenza della posizione della classe cui appartiene. Chi riceve influenze rivoluzionarie e assimila un’ideologia avanzata può servire le masse popolari, a prescindere dalla posizione sociale della propria classe di provenienza. È l’ideologia cui l’uomo s’ispira, piuttosto che le sue origini sociali, che funge da principale criterio per giudicare se egli appartiene alle masse popolari oppure no. Le idee socialiste e comuniste non sono le uniche a servire da basi ideologiche per costituire le diverse classi in masse popolari. Chiunque ami il paese, il popolo e la nazione può servire il popolo e quindi integrarsi nelle masse popolari» 3 .
Quanto alla forza dirigente della rivoluzione, egli chiarisce che il punto di vista dogmatico della “centralità della classe operaia sempre e ovunque” è errato e bisogna invece guardare a quale classe, in ogni paese, svolge il ruolo dirigente nel movimento rivoluzionario.
Precisamente, egli affermò:
«La questione della forza principale della rivoluzione è uno dei problemi fondamentali nel potenziamento della forza motrice della rivoluzione e nello sviluppo del movimento rivoluzionario attraverso l’accrescimento del suo ruolo. Quale classe, strato o collettivo sociale diventerà la forza principale della rivoluzione è deciso dalla sua stessa posizione e dal suo ruolo nella rivoluzione e nella costruzione, dal suo senso della rivoluzione, dalla disciplina nell’organizzazione e dalle capacità di combattimento. La questione della forza principale della rivoluzione non può restare invariata per ogni era, società o rivoluzione, né è una questione che può essere risolta solo sulla base dei rapporti di classe. In conseguenza, in merito alla classe operaia come forza principale della rivoluzione sempre e ovunque, ribattiamo che si tratta dell’espressione di un punto di vista dogmatico nei confronti delle precedenti teorie e non è inoltre un principio corretto» 4 .
Il kimilsungismo-kimjongilismo ha chiarito anche nella prassi quali sono i metodi universali più giusti per organizzare la forza motrice della rivoluzione, il suo stato maggiore, e condurli alla vittoria. Esso ha fornito una spiegazione scientifica e rivoluzionaria di questioni come quella del nazionalismo e quella del leader, lasciate irrisolte dal marxismo-leninismo, tal per cui il revisionismo moderno ha potuto aprirvi una breccia e creare danni tutt'oggi irrisolti all'interno del movimento comunista.
Per i marxisti, il leader è comunque un individuo. Il Presidente Kim Jong Il specificò: «In rapporto alle masse popolari, il leader occupa la posizione del cervello. Egli è il centro della loro unità e della loro coesione, il centro direttivo, come il cervello dell’uomo controlla l’insieme delle attività vitali del suo organismo. Le masse popolari non possono formare un’unità che non sia incentrata sul leader, senza il quale esse sono come un essere vivente senza cervello. Se esse non si uniscono attorno al leader, saranno smembrate e impotenti.
Il leader dirige le masse popolari, svolgendo così un ruolo determinante nella lotta rivoluzionaria. Egli le impregna delle idee rivoluzionarie rendendole coscienti, le riunisce nell’organizzazione rivoluzionaria ed esercita su di esse una direzione strategica e tattica giudiziosa per condurle alla vittoria. Il ruolo determinante delle masse popolari nella lotta rivoluzionaria non è garantita che dalla direzione del leader, ruolo che gli spetta» 5 .
Il leader è dunque diverso dall'individuo in quanto il primo è il centro dell'unità volitiva e organizzativa delle masse popolari mentre il secondo no. Il limite della concezione marxista del leader ha portato molti, specialmente dopo il XX Congresso del PCUS (in cui non a caso il perno 3
4
5
Kim Jong Il, Opere scelte, vol. 13, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 2011, pag. 440 ed. ing.
Kim Jong Il, Opere scelte, vol. 15, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 2011, pagg. 326-27 ed. fr.
Kim Jong Il, Opere scelte, vol. 1, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 2014, pagg. 322-23 ed. fr.
(ampliata)della nuova linea revisionista si incentrò sulla “lotta contro il culto della personalità”: la destra del Partito sapeva che avrebbe allargato una breccia nel movimento comunista che la teoria rivoluzionaria aveva lasciata aperta), a pensare erroneamente che per la rivoluzione basti il partito e non serva un leader.
Quanto al nazionalismo, i comunisti hanno sempre tracciato una linea di demarcazione netta tra patriottismo e internazionalismo, considerando il nazionalismo come un'ideologia solamente borghese, reazionaria e volta a promuovere divisione e discordia tra i popoli. A quel tempo era effettivamente giusto, perché l'obiettivo era rafforzare l'unità internazionale della classe operaia contro la borghesia imperialista e i suoi Stati nazionali; ma oggi che la borghesia stessa, dopo il '68, è gradualmente divenuta cosmopolita e ostile agli Stati nazionali, difendere la sovranità e la propria identità nazionale è un compito ancor più centrale dei comunisti e delle masse popolari di tutto il mondo, giacché la rivoluzione socialista oggi può trionfare solo come insieme di rivoluzioni nazionali. Il nazionalismo, nel senso kimjongiliano del termine, è da concepirsi appunto come amore e difesa della propria nazione intesa come «comunità sociale che è stata storicamente formata e consolidata sulle basi di una comune discendenza, di una lingua comune, area di stanziamento e cultura» 6 . Oggi, quindi, i comunisti devono non solo essere internazionalisti e patrioti, ma anche nazionalisti. In questo senso, già negli anni '60 il grande Dirigente compagno Kim Jong Il analizzò e ampliò la teoria staliniana della questione nazionale, correggendo l'errore per il quale le nazioni si sarebbero formate nel capitalismo (la nazione coreana ha infatti più di 5000 anni di storia e non si è formata ai tempi della dominazione coloniale giapponese, come si dovrebbe concludere attenendosi alla definizione data in merito dai classici del marxismo-leninismo) e specificando che la concezione jucheana della nazione, per come impostata dal grande Leader compagno Kim Il Sung , si basa sui tratti fondamentali del sangue e della lingua comuni 7 .
Sulla base dell'unità unanime del partito e delle masse attorno al leader per la difesa della nazione e delle sorti del socialismo s'innestano le politiche genuine di un paese socialista. L'indipendenza e la fiducia in sé sono due pilastri della politica interna ed estera della RPDC che i grandi compagni Kim Il Sung e Kim Jong Il , lungi dall'inventarsele a tavolino, trassero dalla loro pratica rivoluzionaria, come anche dal bilancio della storia del movimento comunista internazionale e dei primi paesi socialisti. Costoro hanno sempre agito più sulla base delle indicazioni e delle esperienze dell'Unione Sovietica che sulle loro convinzioni e condizioni specifiche, adottando in blocco modelli che non si confacevano alla loro realtà e rinunciando così, di fatto, alla propria indipendenza.
La storia della rivoluzione coreana insegna precisamente a contare sulle proprie forze e ad avanzare con uno spirito indipendente: è noto l'episodio risalente al 1931, allorquando i rivoluzionari coreani chiesero all'Unione Sovietica di costruir loro una fabbrica di bombe, e questa non si degnò neppure di risponder loro. Da questo fatto, negativo, scaturì l'evento positivo della creazione autonoma, in loco, della bomba Yongil. Il Presidente Kim Il Sung trasse questi insegnamenti dalla sua esperienza rivoluzionaria in Corea, in cui, dagli anni '20 agli anni '40, esisteva come oggi in Italia un movimento comunista debole, frammentato e molto litigioso, con vari piccoli partiti in lotta per la patente di “vero partito comunista”. A differenza di oggi, ognuno di questi partiti si recava alla sede dell'Internazionale Comunista per riceverne il riconoscimento ufficiale e puntava a fare la rivoluzione in Corea sulla base delle sue indicazioni e col suo appoggio ufficiale come precondizione, anziché andare tra le masse, risvegliarle e mobilitarle. Come il grande Leader stesso chiarì anni dopo:
«Nel movimento comunista internazionale non esiste un'organizzazione internazionale chiamata a dirigere in modo unitario le attività dei partiti di tutti i paesi. I tempi sono cambiati e l'epoca in cui il movimento comunista aveva bisogno di un centro internazionale è già superata. Non è più esistita alcuna “direzione” e alcun “centro” del 6
7
Kim Jong Il, Opere scelte, vol. 15, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 2011, pag. 232 ed. fr.
Cfr. Kim Jong Il, Opere scelte, vol. 2, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 2014, pag. 61 ed. fr.
(ampliata)movimento comunista internazionale da dopo lo scioglimento della Terza Internazionale.
Pertanto, è diventato impossibile che un “centro” della rivoluzione si sposti da un paese all'altro. A maggior ragione è impossibile che un paese diventi il “centro della rivoluzione mondiale” o che un partito diventi “partito dirigente” del movimento comunista internazionale» 8 .
Abbiamo ora trattato i principali apporti del kimilsungismo alla scienza comunista, nonché i limiti storici, ideologici e teorici del marxismo-leninismo che esso ha superato.
Non possiamo astenerci dal citare altri di questi contributi, frutto del genio teorico e delle grandi capacità organizzative del Presidente Kim Il Sung : la tattica e la strategia della lotta di liberazione nazionale anticoloniale, i problemi teorici e pratici concernenti la rivoluzione democratica e quella socialista in un paese ex coloniale, la costruzione del partito e del potere popolare, linee direttrici per conquistare la vittoria completa del socialismo e intraprendere l'edificazione del comunismo, la questione della vittoria definitiva del socialismo, la strategia per la rivoluzione mondiale e una serie di questioni di principio sorte nel movimento comunista internazionale e nel movimento operaio nella seconda metà del XX secolo.
Durante la lotta armata antigiapponese, egli arricchì la scienza militare del pensiero comunista trovando risposte originali a numerose questioni tattiche e strategiche della guerriglia (tra cui la definizione chiara dell'obiettivo generale e dell'obiettivo immediato della lotta armata, in linea con il compito fondamentale della rivoluzione ad ogni stadio di sviluppo del contesto oggettivo), l'associazione della lotta armata con la preparazione ideologica e organizzativa per la fondazione del partito e di un ampio movimento unitario, legando la lotta armata a quella clandestina, la creazione e il consolidamento di molteplici basi di guerriglia, la scelta di differenti tecniche di guerriglia a seconda del mutare della situazione, i compiti della rivoluzione e i metodi per costruire dei contingenti di guerriglieri.
Per quanto attiene all'edificazione del socialismo, il Presidente Kim Il Sung elaborò innumerevoli teorie e linee politiche creative e geniali, come la linea per la costituzione della base democratica rivoluzionaria, la linea del compimento in via prioritaria della rivoluzione antifeudale e democratica, la corretta definizione del compito generale del periodo di transizione dal socialismo al comunismo, la politica originale della cooperazione agricola (trasformare le forme economiche secondo parametri socialisti già prima della rivoluzione tecnologica) e quella della riorganizzazione socialista del commercio e dell'industria privata, la linea della costruzione di un'economia nazionale indipendente e la linea fondamentale dell'edificazione economica basata sullo sviluppo prioritario dell'industria pesante, contemporaneamente a quello dell'industria leggera e dell'agricoltura, la linea generale del Partito per la costruzione del socialismo (il Movimento Chollima) 9 e la conquista delle due fortezze del comunismo: quella ideologica e quella materiale, con priorità assegnata in ogni caso al fronte ideologico, grazie alle Tre rivoluzioni (ideologica, tecnica e culturale). Non dimentichiamo, infine, la sua teoria sulla rivoluzionarizzazione, la trasformazione sul modello della classe operaia e l'intellettualizzazione dell'intera società. Il grande Leader ha inoltre apportato enormi contributi per quanto riguarda la scienza giuridica socialista e la lotta contro il burocratismo in regime socialista, come ben emerge dai suoi discorsi Sull'eliminazione del burocratismo (1 aprile 1955), Sull'eliminazione del formalismo e del dogmatismo e l'instaurazione del Juche nel lavoro ideologico (28 dicembre 1955) e Per l'applicazione della politica giudiziaria del nostro Partito (29 aprile 1958): la lotta ideologica ha dunque sempre svolto un ruolo fondamentale e di punta in ogni attività del Partito del Lavoro di Corea. Questo sia per quanto riguarda il partito, sia per quanto riguarda la società nel suo complesso, poiché la lotta di classe prosegue anche nella società socialista, e il pericolo che un nuovo strato borghese si formi è assai palpabile, come avverte il grande Dirigente compagno Kim Jong Il :
8
9
Kim Il Sung, Opere, vol. 20, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 1984, pagg. 351-52 ed. ing.
Cfr. Baik Bong, Biografia di Kim Il Sung, vol. III, Associazione per i rapporti culturali con la Repubblica popolare democratica di Corea, Roma 1974, pagg. 417-21.«Una volta istituito il regime socialista, ogni classe privilegiata cessa di esistere. Finché il potere statale e i mezzi di produzione saranno nelle mani del popolo, la classe privilegiata non potrà rinascere nella società socialista. Tuttavia, se non si combattono gli abusi di potere, la burocrazia, le illegalità e le perversioni in questa società, è possibile che alcuni quadri fiacchi si lascino degenerare, si isolino dal popolo e formino uno strato a parte» 10 .
Dopo l'esordio e il perfezionamento del metodo di studio e lavoro contemporaneo subito dopo la Liberazione dai giapponesi, negli anni '60 giunse a compimento, sotto la direzione del grande Leader compagno Kim Il Sung , anche la questione rurale, grazie alla pubblicazione, il 25 febbraio 1964, delle Tesi sulla questione rurale socialista nel nostro paese. In esse il grande Leader ha dimostrato che è possibile effettuare la trasformazione socialista dei rapporti di proprietà anche quando le forze produttive non sono sviluppate. Egli è partito dalla situazione specifica della Corea, nella quale non vi era un'industria sviluppata ma la cooperativizzazione agricola era il compito più urgente del momento. Egli quindi ha fatto affidamento sulle masse popolari e ha dato impulso al movimento di cooperativizzazione agricola prima che rinascessero i contadini ricchi e medi in misura tale da potersi coalizzare contro di essa; applicando la linea di massa, egli unì i contadini poveri e quelli medi, isolando quelli ricchi e mettendoli in condizione di non nuocere, per poi portarli ad allearsi coi primi due strati contro il nemico di classe: i proprietari fondiari. Questi furono espropriati senza indennizzo e costretti a lavorare in altre località, trasformandosi così in contadini. Reprimendo i nemici di classe e i proprietari fondiari irriducibili, egli ha fatto creare brigate di sostegno alla riforma agraria, basando l'intero processo di cooperativizzazione sul principio del libero consenso, senza espropriare a forza i contadini ricchi così da non creare un eccessivo numero di elementi ostili e rieducando pazientemente coloro che si erano pentiti del nefasto cammino intrapreso in precedenza: quella che nella RPDC è tutt'oggi chiamata linea di classe, affiancata alla linea di massa. Così, la riforma agraria nella RPDC è stata realizzata in modo molto più pacifico e lineare che in altri paesi.
La Costituzione socialista, emanata per la prima volta nel 1972 e non a caso chiamata anche Costituzione di Kim Il Sung , ha risolto sia de iure che de facto altre questioni, come quella femminile, che in altri paesi socialisti erano state risolte a metà. Sotto la direzione del grande Leader compagno Kim Il Sung , il lavoro domestico è stato interamente socializzato e si sono costruiti, nei decenni, molte istituzioni per la cura collettiva dei bambini, liberando le donne dal fardello dei lavori domestici, facendo loro assumere un enorme ruolo educativo nella famiglia e inquadrandole in collettivi e brigate di lavoro e di produzione che hanno spalancato loro le porte per ogni tipo di lavoro, riservando loro una posizione di tutto rispetto nella società della RPDC e facendone ottime rivoluzionarie, mogli e madri.
Contemporaneamente, l'applicazione della linea di massa anche nella pianificazione (arma fondamentale per combattere il burocratismo) ha portato alla creazione di nuovi metodi di lavoro rivoluzionari come il metodo di lavoro Taean, lo spirito e il metodo di Chongsanri, il metodo di coltura jucheano e il nuovo sistema di direzione agricola.
Il primo è un nuovo sistema di gestione economica di tipo coreano; vide la luce in seguito alla visita del grande Leader all'allora fabbrica di macchinari elettrici (oggi Complesso di macchinari pesanti) di Taean nel dicembre 1961 e implica lo svolgimento di tutte le attività gestionali sotto la direzione collegiale del comitato di Partito, la direzione unificata e intensiva della produzione e la consegna dei materiali alle istanze inferiori da parte delle istanze superiori, oltre alla sollecitudine responsabile per la vita dei lavoratori. Questo ha determinato una gestione assai più scientifica e razionale dell'economia.
Lo spirito e il metodo di Chongsanri, affermatisi con la visita del Presidente Kim Il Sung alla comune modello di Chongsanri nel febbraio 1960, sono l'applicazione di questo sistema nel campo agricolo. Lo spirito di Chongsanri (o teoria della direzione di massa) richiede che la direzione di 10 Kim Jong Il, Opere scelte, vol. 13, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 2011, pag. 445 ed. ing.
Partito e di Stato sia effettuata in base al principio di assumersi la piena responsabilità dell'andamento dell'economia nazionale e delle vite delle persone e che si uniscano le masse attorno al Partito educandole e trasformandole. È altresì di fondamentale importanza che, con questo spirito, la direzione del Partito e dello Stato serva a rendere ogni lavoro opera delle masse stesse. Il metodo di Chongsanri (o metodo della direzione di massa) esige che i superiori aiutino i subordinati, che entrambi applichino la linea e le politiche del Partito unendo gli sforzi, che i superiori familiarizzino direttamente con la situazione reale, afferrino i dettagli dell'andamento del lavoro e trovino soluzioni adatte ai problemi che si presentano, dando la priorità al lavoro politico, al lavoro con le masse e all'adempimento dei loro doveri mobilitando le masse a mettere in gioco il loro entusiasmo e la loro creatività.
Il metodo di coltura jucheano è un metodo di coltura che assicura raccolti alti e costanti adottando un approccio scientifico e tecnologico in base alle condizioni climatiche e topografiche, alle caratteristiche biologiche delle colture e alle condizioni di ogni appezzamento di terreno. In base a questo metodo, il lavoro agricolo è da svolgersi conformemente alla situazione reale affidandosi alla saggezza creativa e all'opera delle masse; in sintesi, il suo principio direttivo nella direzione dell'agricoltura consiste nel piantare i giusti semi nella giusta stagione e nel rispetto delle opinioni e delle esigenze dei contadini.
Il nuovo sistema di direzione agricolo è un sistema generalizzato applicato dalle istituzioni dirigenti di agricoltura specializzata nella RPDC che le rende in grado di dirigere l'economia rurale con metodi industriali su base coordinata, così da rafforzare la direzione tecnica sulla produzione agricola e gestire l'economia rurale nel suo insieme in maniera pianificata e organizzata. Detto sistema si basa sui comitati di gestione delle fattorie cooperative distrettuali e rende possibile esercitare un controllo unificato su tutti i materiali statali direttamente correlati all'economia rurale: le stazioni di macchine agricole, le fabbriche di attrezzi agricoli, gli uffici dell'amministrazione dell'irrigazione, i centri antiepizootici, i vari materiali tecnici, la forza-lavoro specializzata ecc., di modo da rafforzare l'assistenza tecnica dello Stato all'economia cooperativa.
L'applicazione scientifica della linea di massa nel lavoro del Partito ha portato alla creazione di quel metodo di direzione rivoluzionaria che è la direzione sul campo praticata regolarmente e continuativamente dal leader. Essa è il migliore antidoto per tutto il Partito contro le malattie del soggettivismo e del burocratismo e un fondamentale propellente per la forza congiunta delle masse popolari, le quali hanno scritto pagine gloriose nella storia della Corea socialista con movimenti potenti ed efficaci come il già ricordato Movimento Chollima, il movimento per la creazione in successione di macchinari, il Movimento per la Bandiera Rossa delle Tre Rivoluzioni a metà anni '70, la mobilitazione per la creazione della “velocità degli anni '80” e il movimento per la produzione di beni di consumo 3 Agosto (data, per l'appunto, della visita effettuata dal grande Dirigente compagno Kim Jong Il a una mostra di prodotti dell'industria leggera a Pyongyang il 3 agosto 1984), i movimenti per la bandiera rossa di vicinato e di unità popolare di vicinato, per la creazione dello spirito di Kanggye e delle fiamme di Hamnam, lo spirito del soldato rivoluzionario e il Movimento di Jong Chun Sil negli anni '90, nonché le campagne di 150 e 200 giorni che tutt'oggi vengono lanciate nella RPDC ogniqualvolta si avvicinano eventi importanti per il paese o calamità impreviste, come ad esempio nel 2016 in occasione degli alluvioni nel Nord Hamgyong e a fine 2020 per salutare trionfalmente l'apertura dell'VIII Congresso del Partito del Lavoro di Corea.
Come disse il grande Dirigente compagno Kim Jong Il :
«La precedente teoria rivoluzionaria della classe operaia non ha elaborato dei metodi di direzione. Nella dottrina di Marx ed Engels non si trovano teorie sui metodi di direzione.
Lenin ha proposto una certa idea in merito, ma frammentaria e non teorizzata.
Dissertando sullo stile di lavoro leninista, Stalin si è accontentato di paragonarlo, senza svilupparlo, all'unione della forza intraprendente rivoluzionaria russa e dello spirito pratico americano.Il nostro grande Leader Kim Il Sung , partendo dall'idea che la rivoluzione è fatta per e dalle masse popolari, ha fatto notare che, se si vuol condurre la lotta e lo sviluppo del paese alla vittoria, bisogna anzitutto sensibilizzare, organizzare e mobilitare le masse popolari a beneficio della rivoluzione e dello sviluppo del paese. Altresì ha accordato un'attenzione particolare al metodo di direzione volto a unire le masse popolari attorno al partito, a organizzarle e a mobilitarle per la rivoluzione.
Creando lo spirito e il metodo di Chongsanri, il nostro grande Leader Kim Il Sung ha apportato una soluzione perfetta al problema del metodo di direzione» 11 .
La teoria rivoluzionaria kimilsungista ha elevato la scienza comunista a un livello più alto anche per quanto concerne la sovrastruttura e, particolarmente, il campo della cultura e delle arti. Vari discorsi tenuti dal Presidente Kim Il Sung nel solo anno 1964 come Sul problema delle conflittualità nelle opere letterarie e artistiche (8 gennaio), Per la creazione di una letteratura e di arti rivoluzionarie (7 novembre) e Produciamo un maggior numero di film rivoluzionari che contribuiscano all'educazione rivoluzionaria e all'educazione di classe (8 dicembre), nonché i trattati e i discorsi del Presidente Kim Jong Il L'arte cinematografica (11 aprile 1973), L'arte lirica (4-6 settembre 1974), L'arte teatrale (20 aprile 1988), L'arte della danza (30 novembre 1990), L'architettura (21 maggio 1991), L'arte musicale (17 luglio 1991), L'arte figurativa (16 ottobre 1991) e La letteratura jucheana (20 gennaio 1992), sono documenti immortali che per la prima volta hanno definito con chiarezza una teoria scientifica rivoluzionaria e comunista nell'ambito della sovrastruttura socialista. Già negli anni '60, la RPDC inaugurò quello che a tutt'oggi è ricordato come Rinascimento del XX secolo, per il grande auge di creazioni e cambiamenti che venne inaugurato in quegli anni quanto alla produzione di film, opere teatrali, letterarie e drammaturgiche: ricordiamo Mare di sangue, Il tempio, Lettera da una figlia, La fioraia, Una vera figlia del Partito, Il destino di un membro del Corpo di Autodifesa, La sanguinosa conferenza internazionale, An Jung Gun spara a Ito Hirobumi e il ciclo di romanzi La storia immortale, tutte opere create a cavallo tra gli anni '60 e '70 come risultato della meticolosa e prolungata direzione del grande compagno Kim Jong Il nei riguardi degli artisti e dei creatori e sulla base delle produzioni artistiche e letterarie del Presidente Kim Il Sung durante la guerra rivoluzionaria antigiapponese, come mezzo per risvegliare e mobilitare le masse nella resistenza all'occupante e per la liberazione della patria.
Sono tutti magnifici frutti, questi, dell'applicazione scrupolosa e coerente della teoria letteraria e artistica del grande Leader compagno Kim Il Sung , il quale ebbe a dire:
«Il vero critico d'arte è il popolo. Non esiste un critico più saggio del popolo. Si deve tener presente che le opere accettate dal giudizio del popolo sono buone e quelle che non lo sono, sono cattive. Il romanzo, la poesia, la musica, il cinema e tutte le altre arti devono essere accessibili alle masse popolari e mettersi al loro servizio» 12 .
Queste parole assumono ancor più validità laddove osserviamo attentamente il contesto della letteratura e delle arti decadenti nel nostro paese e nel mondo capitalista in generale. La cosiddetta “arte moderna” che ha preso piede negli ultimi anni è una volgarizzazione, un imbastardimento, una distruzione cosciente e organizzata dell'arte. Come nel secolo scorso questo compito fu svolto dal cubismo e dal futurismo, ai nostri giorni tale ruolo è svolto dalla cosiddetta “arte concettuale”, piuttosto che dalla Trap, dal K-Pop, dal J-Pop, dalla diffusione incontrollata dei romanzi e dei film dell'orrore, erotici e melensi che corrompono la gioventù e addormentano il suo spirito, alimentando in essa la sfiducia, il pessimismo, la rassegnazione e la volontà di fuggire dalla realtà, nonché stati d'animo corrotti e degenerati, autodistruttivi e criminali (la serie TV sudcoreana Squid Games ne è 11 Kim Jong Il, Opere scelte, vol. 1, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 2014, pag. 151 ed. fr.
(ampliata)
12 Kim Il Sung, Opere, vol. 14, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 1983, pag. 392 ed. ing.un esempio plastico e attualissimo). Lungi dall'essere accessibili alle masse popolari, questi generi letterari, artistici e musicali contribuiscono a mantenerle sottomesse sia nel corpo che nella mente al capitalismo e alla società sfruttatrice. Ben consci di questo, e sulla base del bilancio dei limiti e degli errori dei primi paesi socialisti in ambito culturale come anche, naturalmente, dei loro meriti e dei loro successi in questo campo, i compagni coreani hanno intensificato ad ogni fase e in ogni periodo l'educazione ideologica dei giovani e delle masse popolari, con nuove offensive ideologiche rivoluzionarie dinamiche rivolte anche all'esterno del paese, nel contesto della lotta di classe e culturale tra il socialismo e il capitalismo. Lo storico discorso pronunciato dallo stimato compagno Kim Jong Un il 25 febbraio 2014 e pubblicato sotto il titolo Anticipiamo la vittoria finale con un'offensiva ideologica rivoluzionaria è un eccellente manifesto di questa giusta prassi.
L'arte e la letteratura della RPDC, liberi da ogni nefasta influenza borghese e capitalista, seguono i principi delineati molti anni fa dal Presidente Kim Il Sung :
«La nostra letteratura e le nostre arti non devono mai allontanarsi dagli interessi della rivoluzione e dalla linea del Partito, né ammettere elementi che convengano al gusto e alle inclinazioni delle classi sfruttatrici. Solo una letteratura e delle arti rivoluzionarie, solidamente basate sulla linea e la politica del Partito, possono davvero godere dell'amore delle masse popolari e servire al Partito da potente arma per l'educazione delle masse lavoratrici nello spirito rivoluzionario comunista» 13 .
Come possono, dunque, le fatiche dei letterati e degli artisti seguire sempre e indefettibilmente questa linea? È solo prendendo gli insegnamenti del Presidente Kim Il Sung come asse portante attorno a cui ruota tutto il resto:
«L'eccellenza delle opere letterarie e artistiche dipende dal loro marcato carattere artistico e ideologico, il quale corrisponde agli imperativi dell'epoca e alle aspirazioni del popolo.
Queste opere di valore non possono venir create che ricorrendo al realismo socialista che è, nell'epoca attuale, il solo metodo di creazione giusto» 14 .
Trattasi dunque, come si vede, di principi universali con i quali il kimilsungismo ha notevolmente arricchito e completato il pensiero comunista, e che servono da guida per i comunisti di tutto il mondo nella rivoluzione e nell'edificazione socialiste.
Per quanto concerne, poi, la mobilitazione rivoluzionaria in ambito internazionale, il grande Presidente Kim Il Sung indicò già nel suo discorso del 31 agosto 1973, intitolato Sui compiti dei docenti della Chongryon, che la rivoluzione nei paesi imperialisti avrebbe preso la forma di una «lotta rivoluzionaria di lunga durata» da parte della classe operaia, e che tale era anche il carattere della rivoluzione coreana; due anni dopo, nel suo discorso di chiusura alla X sessione plenaria del V Comitato Centrale del Partito, intitolato Consolidiamo ulteriormente il Partito, gli organi del potere e l'Esercito Popolare e facciamo progredire i grandi lavori di edificazione socialista al fine di accogliere trionfalmente un grande avvento rivoluzionario (17 febbraio 1975), egli si soffermò sulla situazione delle lotte di classe e delle manifestazioni operaie e popolari nei paesi capitalisti nel contesto della crisi del capitalismo (di cui riconobbe il carattere generale già nel suo scritto per la Pravda dedicato al centenario della nascita di Lenin: Trionfano le grandi idee di Lenin sulla lotta di liberazione nazionale nelle colonie dell'Oriente), e diede atto che del trionfo della rivoluzione in questi paesi avrebbe beneficiato anche lo sviluppo della rivoluzione coreana.
Sempre negli anni '70, il Presidente Kim Il Sung mise a punto le sue teorie rivoluzionarie in ambito pedagogico: nel 1977 videro infatti la luce le sue Tesi sull'istruzione socialista. In esse, egli enuncia il principio fondamentale della pedagogia socialista (concretizzare nell'insegnamento lo spirito di partito e lo spirito della classe operaia; instaurare il Juche nell'insegnamento; associare l'insegnamento alla pratica rivoluzionaria; lo Stato socialista deve farsi carico dell'organizzazione 13 Kim Il Sung, Opere, vol. 14, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 1983, pagg. 393-94 ed. ing.
14 Kim Il Sung, Opere, vol. 15, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 1983, pag. 204 ed.
ing.dell'istruzione), e analizza poi, su questa base il contenuto dell'istruzione socialista per quanto attiene all'educazione politico-ideologica, scientifica e tecnica e all'educazione fisica, i metodi dell'insegnamento socialista (adozione di un metodo attivo, combinazione teoria-pratica, intensificazione della vita organizzativa e delle attività socio-politiche, combinazione dell'insegnamento scolastico con l'educazione civica e promozione simultanea dell'insegnamento prescolare, scolare e per gli adulti), il sistema didattico della RPDC e i compiti e i ruoli delle istituzioni didattiche, nonché le questioni attinenti alla direzione e all'aiuto statale nei riguardi dell'attività didattica.
In queste Tesi, dunque, viene sistematizzata l'idea kimilsungista per la quale i giovani e gli intellettuali, lungi dall'essere un mero “strato intermedio oscillante tra borghesia e proletariato”, sono potenzialmente i migliori alleati della classe operaia a fianco dei contadini: inclini a idee patriottiche e rivoluzionarie, educandoli e indirizzandoli nella giusta via si può farne una sicura avanguardia della rivoluzione. Questa innovazione apportata dal kimilsungismo alla scienza comunista è ben sintetizzata nello stemma del Partito del Lavoro di Corea, nel quale alla falce e al martello è associato il pennello da calligrafia.
Se il grande Leader compagno Kim Il Sung ebbe il merito di creare le idee del Juche, dar loro la forma di una teoria compiuta per la rivoluzione e l'edificazione del socialismo in Corea e delinearne alcuni tratti universali (l'uomo come padrone del suo destino, in grado di decidere ogni cosa, l'indipendenza in politica, l'autosufficienza nell'economia e l'autonomia nella difesa nazionale, ecc.), il grande Dirigente compagno Kim Jong Il si è guadagnato l'onore imperituro di averle sintetizzate in una filosofia rivoluzionaria nuova e originale, in un sistema ideologico completo, sistematico e autonomo che va sotto il nome di Kimilsungismo, nuova e superiore tappa del pensiero comunista dopo il marxismo e il leninismo. Egli ha spiegato come le idee del Juche si compongano di un principio filosofico (l'uomo, essere sociale, può sviluppare nel collettivo tre caratteristiche che lo differenziano da tutte le altre specie viventi: l'indipendenza, la creatività e la coscienza; tramite queste, egli può mettere la natura al suo servizio e farsi padrone dell'evoluzione della natura stessa e della società), di principi storico-sociali (le masse popolari sono il soggetto della storia sociale; la storia umana è la storia della lotta dei popoli per l'indipendenza; il movimento storico-sociale è il movimento creativo delle masse popolari; la coscienza indipendente del popolo svolge il ruolo decisivo nella lotta rivoluzionaria), di principi direttivi (il mantenimento di una posizione indipendente, l'applicazione di un metodo creativo e la messa al centro dell'ideologia), nonché di un significato storico: quella di ideologia guida dei popoli rivoluzionari del mondo nell'era dell'indipendenza, quella in cui noi attualmente viviamo.
Questi principi, analizzati e sviscerati nel suo capolavoro del 1982 Sulle idee del Juche, costituiscono i contributi filosofici del grande compagno Kim Jong Il alla nuova tappa del pensiero comunista.
A questo proposito, citiamo la sintesi di un compagno giapponese per individuare al meglio l'origine e l'essenza del kimilsungismo:
«Il kimilsungismo ha due tratti caratteristici. Il primo risiede nel suo essere conseguentemente radicato nel principio filosofico in base al quale l'uomo è padrone di tutto e decide di tutto; l'altro nel fatto che esso dà una risposta sistematica e integrale a tutti i problemi ideologici, teorici e metodologici che si pongono nella rivoluzione e nell'edificazione.
Ciò che è importante qui sottolineare è che il kimilsungismo riunisce in maniera unitaria, quale suo contenuto, tre categorie (ideologia, teoria e metodo), e che non si tratta di una semplice composizione di questi tre diversi ambiti. In altre parole, il kimilsungismo è al contempo l'ideologia del Juche, la teoria del Juche e il metodo del Juche. È per questa ragione che può dare una risposta coerente basata sul principio filosofico del Juche a tutti i problemi che si presentano nella rivoluzione e nell'edificazione» 15 .
15 AA.VV., Kim Il Sung: genio del pensiero umano, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 1979, pag. 97 ed. fr.Possiamo dire che il kimilsungismo si è affermato come terza superiore tappa del pensiero comunista nel periodo successivo alla Seconda guerra mondiale, quando le lotte rivoluzionarie dei popoli d'Europa, Asia, Africa, America e Oceania per il socialismo e la liberazione nazionale antimperialista e anticoloniale hanno conosciuto un nuovo slancio e grandi vittorie che hanno mutato per sempre l'aspetto del mondo. A livello di elaborazione teorica, sono da considerare quali pilastri di questo nuovo sviluppo i discorsi del Presidente Kim Il Sung Il cammino della rivoluzione coreana (30 giugno 1930), Sull'eliminazione del dogmatismo e del formalismo e l'instaurazione del Juche nel lavoro ideologico (28 dicembre 1955) e le sue interviste ai giornalisti giapponesi del Yomiuri Shimbun nel 1972, insieme allo studio di oltre 30 opere classiche del marxismo-leninismo da parte dei sociologi coreani sotto la direzione personale del compagno Kim Jong Il nella seconda metà degli anni '60, le opere di quest'ultimo Per un'analisi e un bilancio giudiziosi della storia della precedente ideologia rivoluzionaria della classe operaia (1966), Colloquio con i sociologi al termine dell'analisi e del bilancio sulla storia della precedente ideologia rivoluzionaria della classe operaia (1 luglio 1969), Per una comprensione corretta dell'originalità del kimilsungismo (2 ottobre 1976), Per un'idea e una conoscenza corrette della filosofia del Juche (25 ottobre 1990), La filosofia del Juche è una filosofia rivoluzionaria originale (26 luglio 1996) e altre.
Il kimilsungismo, scienza delle attività con la quale gli uomini fanno la loro storia, si è ulteriormente evoluto, sintetizzato, completato, e oggi si presenta come una teoria organica, integrale e totalmente originale sotto il nome di Kimilsungismo-Kimjongilismo, la quale orienta ogni idea, ogni progetto e ogni attività del Partito del Lavoro di Corea sotto la guida dello stimato compagno Segretario generale Kim Jong Un . Questa ha completato e approfondito su tutti i fronti la filosofia marxista-leninista, l'economia politica e la teoria del comunismo scientifico con nuovi principi e nuove tesi scientifiche, portando così a uno stadio più elevato l'insieme del marxismo-leninismo e della scienza rivoluzionaria. Queste sono le “tre fonti e tre parti integranti” del kimilsungismo- kimjongilismo. Poiché il Presidente Kim Jong Il apportò i suoi contributi alla scienza rivoluzionaria studiando le opere del Presidente Kim Il Sung e parallelamente e contemporaneamente a queste, si può dire che non vi è differenza sostanziale e di principio tra kimilsungismo e kimjongilismo (termine che peraltro il caro Dirigente rifiutava per modestia rivoluzionaria): entrambi scaturiscono dalla stessa fonte e intendere a mo' di sineddoche con “kimilsungismo” il complesso teorico del kimilsungismo-kimjongilismo è perfettamente legittimo.
Ci sia consentito di citare i compagni coreani per trarre una sintesi finale della natura e dell'essenza dello sviluppo qualitativo apportato dal kimilsungismo al pensiero comunista:
«Il marxismo, il leninismo e il kimilsungismo riflettono le tappe storiche della lotta rivoluzionaria della classe operaia internazionale e dello sviluppo dell'epoca, e rappresentano le varie fasi di sviluppo dell'ideologia direttrice della classe operaia. Il marxismo, fondato negli anni '40 del XIX secolo da Marx ed Engels, è una dottrina che forma un sistema coerente.
Militando in paesi capitalisti sviluppati d'Europa, Marx ed Engels hanno messo a punto la teoria della rivoluzione proletaria per risolvere le contraddizioni tra le classi al tempo in cui il capitalismo si sviluppava relativamente e hanno così creato il marxismo.
Il leninismo è il marxismo dell'epoca dell'imperialismo e delle rivoluzioni proletarie. Lenin, conducendo le sue attività nell'era dell'imperialismo e della rivoluzione proletaria, ha difeso il marxismo contro le falsificazioni degli opportunisti di sinistra e di destra e l'ha sviluppato e arricchito in modo creativo conformemente alle nuove condizioni storiche.
Il kimilsungismo rappresenta la nuova fase di sviluppo del marxismo-leninismo, essendo la dottrina che riflette l'attuale tappa elevata della prassi rivoluzionaria in cui l'abbattimento dellasocietà sfruttatrice e l'edificazione del socialismo e del comunismo si pongono su scala mondiale come un problema immediato» 16 .
* * *
Passiamo ora a trattare la questione fondamentale di come il kimilsungismo si sia affermato come terza superiore tappa del pensiero comunista nella lotta contro l'imperialismo e il revisionismo e, più specificamente, contro quali tendenze arretrate abbia dimostrato la sua superiorità rispetto alla precedente teoria rivoluzionaria della classe operaia.
1) Il kimilsungismo nella lotta contro l'imperialismo
Lo scritto di Lenin L'imperialismo, fase suprema del capitalismo è restato, per decenni dopo la sua pubblicazione, quanto di meglio la letteratura marxista abbia prodotto sull'argomento. Con ciò si deve riconoscere l'enorme ritardo accumulato nella conoscenza scientifica della realtà dell'imperialismo. Generazioni di comunisti hanno “vissuto di rendita” sulla base dell'analisi leninista, o riproponendola in toto, quasi l'imperialismo fosse un oggetto immobile e non una fase del movimento storico del modo di produzione capitalista, oppure ritoccandola qua e là o cercando di attualizzarla aggiungendovi ecletticamente elementi tratti dall'osservazione empirica e unilaterale dei fenomeni contemporanei.
I partiti comunisti che si formarono nei paesi imperialisti dopo la vittoria della Rivoluzione d'Ottobre non sono mai giunti a una comprensione corretta del movimento economico delle società imperialiste e adeguata ai loro compiti politici. La conseguenza fu il loro insuccesso politico, nonostante l'eroismo, la dedizione alla causa, la fedeltà agli ideali del comunismo di milioni di rivoluzionari, nonostante la lotta clandestina prima e armata poi contro il nazifascismo. In ciò sta anche l'origine dell'impotenza degli esponenti più avanzati di quei partiti di fronte al revisionismo moderno. In particolare, nel nostro paese, il PCI non comprese il movimento economico della società italiana né durante il periodo fascista (interpretò il fascismo come espressione della borghesia arretrata o dell'arretratezza della borghesia italiana) né sotto il regime liberale (fino al 1956 negò che dopo la guerra e la sconfitta del proletariato era iniziato un nuovo periodo di sviluppo del capitalismo e dopo il 1956 sostenne che il movimento economico era diventato governabile dallo Stato).
Sia lo sviluppo continuo delle cose, sia il carattere stesso dell'opuscolo di Lenin impongono di considerare l'opera di Lenin come punto di partenza per successive analisi. Da un lato, Lenin ha limitato la sua indagine ai soli aspetti economici della nuova fase. Dall'altro, pur basandosi sullo studio scientifico di una sconfinata letteratura in materia (come testimoniano i Quaderni sull'imperialismo), l'opuscolo è stato scritto a scopo dichiaratamente divulgativo e di agitazione, come peraltro indica lo stesso sottotitolo Saggio popolare. Infine, va evidenziato il fatto che l'opuscolo non può non risentire della prospettiva concreta dalla quale l'imperialismo è stato esaminato: i comunisti russi si trovavano nella condizione di movimento proletario rivoluzionario di un paese feudale con qualche isolato elemento di capitalismo alle prese con il sistema imperialista mondiale. Niente di più insensato, perciò, del volervi trovare risposte preconfezionate alle questioni che deve affrontare e risolvere oggi un movimento rivoluzionario nella metropoli imperialista.
La teoria rivoluzionaria kimilsungista-kimjongilista ha risolto questo problema e ha elaborato un'analisi esaustiva dell'imperialismo moderno. Lo scritto del grande Leader compagno Kim Jong Il Le caratteristiche dell'imperialismo moderno e la sua natura aggressiva (15 gennaio 1962) chiarisce quali sono i suoi capisaldi: il capitalismo monopolistico di Stato in economia e il neocolonialismo in politica estera. È, il primo, un importante punto di differenziazione rispetto all'imperialismo dei 16 AA.VV., Il compagno Kim Il Sung è un pensatore e teorico geniale, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 1975, pag. 20 ed. fr.tempi di Lenin e da egli studiato, in quanto, se un tempo l'imperialismo si basava sul “semplice” dominio dei monopoli, ai nostri tempi il capitalismo monopolistico è divenuto un fenomeno universale caratterizzato dall'accentramento del potere politico ed economico in mano a pochi grandi monopoli che alimentano i venti di guerra nel mondo e spingono sempre più verso la fascistizzazione della società all'interno dei loro paesi. Ciò perché la crisi generale del capitalismo, in questi decenni, si è aggravata ed è giunta all'ultimo suo stadio.
Il secondo punto indicato dal compagno Kim Jong Il , concernente il neocolonialismo, spiega come questo si distingua dal vecchio colonialismo in quanto è una forma di dominio più subdola e mascherata, esercitata principalmente tramite soggiogamento economico e accordi capestro con i paesi in via di sviluppo e con quelli che pure erano riusciti a conquistare la propria indipendenza alla metà del secolo scorso. Con la penetrazione dei loro capitali e dei loro monopoli mascherati da “aiuti”, gli imperialisti asservono i paesi in via di sviluppo e si assicurano il controllo delle loro leve di governo, installando e spodestando a loro piacimento marionette e fantocci in base ai loro interessi del momento. Non va trascurata neanche la penetrazione culturale, che ai nostri tempi è diventata la principale forma di sottomissione dei popoli, con le offensive ideologiche controrivoluzionarie e degenerate degli imperialisti che si intensificano al parossismo col passare dei giorni.
L'imperialismo moderno, inoltre, diverge dal vecchio imperialismo per la riorganizzazione che esso ha attraversato in seguito alla Seconda guerra mondiale: se prima il fronte imperialista era strutturalmente orizzontale, con varie potenze imperialiste autonome che gareggiavano su un piede di parità per le colonie, dopo il 1945 tutte le potenze imperialiste, vincenti e perdenti, sono state assoggettate allo scettro degli Stati Uniti, i quali impongono la loro volontà anche a questi paesi, oltre che a quelli in via di sviluppo e a quelli antimperialisti, indipendenti e socialisti. Stessa sorte hanno seguito i paesi che, a cavallo tra gli anni '80 e '90, sono passati nel campo capitalista dopo la caduta dei loro sistemi socialisti.
È naturale quindi che, come succede oggi, ogni capitalista scalci per reclamare la propria “indipendenza”, beninteso, non un'indipendenza rivoluzionaria, ma una “indipendenza” funzionale a riconquistarsi quegli spazi di azione autonoma che i paesi imperialisti avevano prima della Seconda guerra mondiale: è con questa lente che vanno interpretate le contraddizioni degli Stati Uniti con la Francia, la Germania, il Giappone, ecc., e l'analisi scientifica del grande kimilsungismo-kimjongilismo ne esce grandemente confermata.
2) Il kimilsungismo nella lotta contro il revisionismo
A ogni nuova fase del pensiero comunista, la teoria più avanzata che l'ha inaugurata ha dovuto, per far ciò, battere in breccia e superare positivamente le teorie arretrate e controrivoluzionarie che si opponevano ai capisaldi del pensiero precedente. È stato così per l'hegelismo, che ha affermato i primi rudimenti di dialettica contro la metafisica di Kant, Fichte e Spinoza; è stato così per il marxismo, che ha superato le concezioni idealiste del proudhonismo, del fourierismo, del sansimonismo e di altre correnti socialiste utopiche; è stato così per il leninismo, che ha battuto in breccia il revisionismo di Bernstein, Kautsky e Plekhanov e, più tardi, la reazione trotzkista- bukhariniana.
Il kimilsungismo, per parte sua, si è affermato in lotta contro le tendenze del dogmatismo, del servilismo verso le grandi potenze, del determinismo, del meccanicismo e del revisionismo.
All'interno del Partito del Lavoro di Corea, queste tendenze sono state impersonate nella teoria e nella pratica da revisionisti controrivoluzionari come Pak Hong Yon, Kim Tu Bong, Choe Chang Ik, Pak Chang Ok, Pak Kum Chol, Ho Ka I, Yun Kong Hum, Jang Song Thaek e altri, mentre all'esterno i loro rappresentanti più influenti sono stati i revisionisti sovietici e i loro seguaci, al potere e non.
La lotta del Partito del Lavoro contro il revisionismo moderno si innestò su tre linee direttrici: l'essenza del revisionismo stesso come miglior alleato dell'imperialismo in seno al movimentocomunista (lotta contro l'opportunismo di destra e di sinistra, quest'ultima corrente apparentemente opposta al revisionismo, od opportunismo di destra, ma in realtà suo complemento), la questione di Stalin e la questione economica.
1
La storiografia borghese, revisionista o dogmatica presenta solitamente la posizione del Partito del Lavoro di Corea sulla lotta nel movimento comunista internazionale tra marxismo-leninismo e revisionismo come “centrista”. In ciò, essi prendono a pretesto il fatto che il PLC non abbia rotto tutti i rapporti, di partito e statali, con l'Unione Sovietica, contrariamente a quanto fecero altri. Ma è sufficiente un'analisi appena più rigorosa per rendersi conto che le affermazioni sul “centrismo” del Partito del Lavoro di Corea nella lotta contro il revisionismo moderno sono lontane anni luce dalla realtà storica. Anzi, il Partito del Lavoro di Corea, guidato allora dal grande Leader compagno Kim Il Sung , fu in realtà il primo partito comunista nel mondo a riconoscere e denunciare le tesi revisioniste, addirittura con un anticipo di due mesi rispetto al XX Congresso del PCUS.
I revisionisti e gli adulatori delle grandi potenze all'interno del Partito non persero tempo nel propagandare in Corea la linea kruscioviana di resa e di “coesistenza pacifica” senza principi nei confronti dell'imperialismo. Il Presidente Kim Il Sung , nel già citato discorso del 28 dicembre 1955, li smascherò e li criticò senza mezzi termini:
«Pak Yong Bin, al suo ritorno dall'Unione Sovietica, affermò che siccome l'URSS si orientava verso la distensione internazionale, anche noi dovevamo abbandonare i nostri slogan contro l'imperialismo americano. Questa pretesa non ha niente da spartire con l'iniziativa rivoluzionaria; essa addormenterebbe la vigilanza rivoluzionaria del nostro popolo. Gli imperialisti americani hanno stretto il nostro territorio in un cerchio di fuoco, massacrato i suoi innocenti abitanti e ancora occupano la parte sud della nostra patria.
Non sono perciò stesso nostri nemici giurati?
È davvero stupido pensare che la lotta del nostro popolo contro gli imperialisti americani sia in contraddizione con gli sforzi del popolo sovietico per la distensione internazionale. Il fatto che il nostro popolo condanni la politica di aggressione alla Corea degli americani e lotti contro di essa non è in contraddizione con la lotta di tutti i popoli per la distensione internazionale e per la salvaguardia della pace, ma costituisce anzi un effettivo contributo a questa lotta. Nello stesso tempo, gli sforzi per la distensione internazionale intrapresi dal popolo sovietico e dagli altri popoli amanti della pace, creano condizioni ancor più favorevoli per la lotta antimperialista del nostro popolo» 17 .
I comunisti coreani, inoltre, non approvarono mai neanche formalmente il contenuto del “Rapporto segreto” di Krusciov, le calunnie contro Stalin e il rinnegamento della sua figura e della sua opera.
Negli anni a venire, infatti, la lotta del Partito del Lavoro di Corea contro il revisionismo moderno non solo non diminuì, ma si intensificò, come vediamo da queste parole del grande Leader: «I revisionisti moderni negano la direzione del partito marxista-leninista e la dittatura del proletariato, che insieme costituiscono i principi generali della rivoluzione socialista. Essi affermano che la natura aggressiva dell’imperialismo è cambiata e, per questo, il socialismo può andare d’accordo con l’imperialismo; sostengono che la transizione dal capitalismo al socialismo possa essere realizzata pacificamente attraverso la lotta parlamentare. [...] Attualmente l’atto più assurdo dei revisionisti è che essi stanno seminando discordia all’interno del blocco socialista, mentre fanno tutto il possibile per ingraziarsi e stringere buoni legami con gli imperialisti. Se i revisionisti non vogliono fare la rivoluzione, sono liberissimi di andare per la loro strada. Il problema è che si oppongono perfino a che gli altri facciano la rivoluzione e si spingono sino al punto di 17 Kim Il Sung, Opere, vol. 9, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 1982, pag. 409 ed.
ing.imporre il revisionismo agli altri. Nel far ciò, i revisionisti chiamano i marxisti-leninisti che si rifiutano di seguire la loro linea revisionista “dogmatici”, “nazionalisti”, o “stalinisti”, rigettandoli e tentando di isolarli dal campo socialista» 18 .
Il celebre discorso del grande Leader compagno Kim Il Sung del 5 ottobre 1966, intitolato La situazione attuale e i compiti del nostro Partito, è del resto pieno di riferimenti al revisionismo sovietico, ai suoi capisaldi teorici e alle ingerenze negli affari interni di altre forze rivoluzionarie e partiti operai (come il Partito Comunista Giapponese). Egli rispose anche alle accuse “ultrasinistre” relative al presunto “centrismo” del PLC:
«Attualmente alcune persone etichettano il nostro Partito e altri partiti marxisti-leninisti come “centristi”, “eclettici”, “opportunisti”, ecc. Essi dicono che noi accettiamo la “via del compromesso senza principi” e che siamo “seduti su due sedie”. [...] Per quel che ci riguarda noi staremo sempre seduti sulla nostra sedia dalla forma impeccabile, quella del marxismo-leninismo. Coloro che ci accusano di star seduti su due sedie mentre stiamo seduti sulla nostra sedia dalla forma impeccabile, sono senz'altro i primi a stare su una sedia sbilenca sia a destra che a sinistra.
Le calunnie contro il nostro Partito testimoniano che esso non soltanto si oppone all'opportunismo di destra, ma anche che non fa compromessi con l'opportunismo di sinistra e che si attiene fermamente ad una sola posizione di principio, quella del marxismo-leninismo. Siamo marxisti-leninisti, è per questo che combattiamo ogni forma di opportunismo» 19 .
In quella stessa sede, tra l'altro, il Presidente Kim Il Sung formulò una semplice ma precisa piattaforma pratica per l'unità del movimento comunista internazionale nelle condizioni della rinnovata offensiva antisocialista dell'imperialismo e della prosecuzione della guerra in Vietnam.
Tale piattaforma si componeva di tre punti: l'opposizione all'imperialismo, il sostegno ai movimenti di liberazione nazionale e la non ingerenza negli affari interni. I comunisti coreani evitarono infatti di rompere i rapporti con l'URSS e altri paesi socialisti perché misero al centro non le divergenze ideologiche (che indubbiamente, come abbiamo visto, vi erano), ma la natura fondamentale del sistema di quei paesi e la lotta contro il nemico principale, che era, com'è oggi, l'imperialismo americano. Essi si attennero al marxismo-leninismo e non si abbandonarono a una propaganda estremista e quasi provocatoria contro l'URSS, avvalendosi di piattaforme antileniniste come le accuse di “socialimperialismo” e l'equiparazione dell'Unione Sovietica agli Stati Uniti. Ciò permise anche ai comunisti coreani stessi di far giungere in tutti i paesi le proprie analisi e le proprie opinioni a dispetto delle risorse assai più scarse di cui disponevano altri paesi. Questo comunque non impedì alla RPD di Corea di respingere le richieste capitolazioniste sovietiche sulla restituzione della nave-spia Pueblo agli USA dopo l'incidente da questi provocato nel gennaio 1968, richieste che puntavano a sottomettere Pyongyang all'arroganza degli americani.
La lotta antirevisionista del Partito del Lavoro di Corea continuò anche negli anni a venire, con l'avvento al potere di Gorbaciov nell'Unione Sovietica e l'inizio della nefasta stagione della “Perestrojka” e della “Glasnost”. Ebbe infatti a dire, molto perentoriamente, il grande Leader compagno Kim Il Sung nel suo primo discorso del 1988:
«Non dobbiamo nutrire alcuna illusione su cose come riforme e ristrutturazioni, che si stanno sperimentando in altri paesi.
Poiché abbiamo una linea e una politica chiare, non abbiamo bisogno di lanciare alcuna riforma o ristrutturazione. Una volta incontrai uno straniero che mi disse: “Avete 18 Kim Il Sung, Opere, vol. 16, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 1984, pagg. 154, 155 ed. ing.
19 Kim Il Sung, Opere, vol. 20, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 1984, pagg. 354-55 ed.
ing.costruito un paese prospero sulle rovine della guerra, come vediamo oggi; tutto il vostro popolo sta bene e ogni cosa va per il verso giusto. Sono completamente d'accordo con Voi nel non seguire politiche di riforma e ristrutturazione”. Siccome non abbiamo commesso errori e il popolo intero sostiene la linea e le politiche del Partito, non c'è bisogno che riformiamo alcunché. Potrebbe essere necessario farlo qualora si verifichino delle deviazioni, ma perché mai dovremmo lanciare una riforma se tutto va bene? La linea e le politiche del nostro Partito sono assolutamente corrette. Ogni aspetto del lavoro registrerà successi seguendole alla lettera» 20 .
La veridicità di queste sue affermazioni risaltò ancor più visibilmente nel giro di pochissimi anni, allorquando l'URSS verrà sciolta proprio da Gorbaciov mentre la RPDC continuerà la sua marcia verso il comunismo senza scossoni o disordini sociali, quali invece si verificarono in quasi tutti gli altri paesi socialisti (anche in quelli che sopravvissero). Il grande Leader compagno Kim Il Sung infatti ribadì il nocciolo dell'analisi antirevisionista dei comunisti coreani un paio d'anni dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica, in occasione della chiusura del Plenum del Comitato Centrale del Partito in data 8 dicembre 1993:
«Dopo la morte di Stalin, Krusciov si è impadronito del potere con subdoli intrighi e ha perseguito una politica revisionista. Col pretesto di opporsi al “culto della personalità”, ha screditato Stalin, ha sminuito sistematicamente il Partito e ha trascurato l'educazione ideologica fra i membri del Partito e i lavoratori, smussando così lo spirito rivoluzionario.
Anche negli anni successivi al periodo kruscioviano il lavoro ideologico è stato trascurato.
Di conseguenza, la volontà di fare la rivoluzione è scomparsa dalla mente degli uomini ed è sorta al suo posto l'ideologia borghese e revisionista, la quale obnubilava il pensiero del popolo con il denaro, con il lusso di una villa, con il desiderio di possedere un'automobile privata. Così nella società dilagavano usanze improntate alla corruzione e alla licenziosità.
In mancanza di educazione rivoluzionaria del popolo, la costruzione economica perdeva anch'essa il suo ritmo. Nell'Unione Sovietica, in seguito al degrado ideologico del Partito e alla diffusione del soggettivismo e della burocrazia nelle attività del Partito e dello Stato, il Partito è rimasto isolato dalle masse popolari, non è riuscito a esercitare la sua direzione politica in tutti gli ambiti della società né è stato, alla fine, capace di difendere il socialismo dall'offensiva antisocialista degli imperialisti. Se avesse rafforzato le sue organizzazioni e armato saldamente i suoi membri e il popolo sul fronte ideologico, l'Unione Sovietica non sarebbe andata incontro alla rovina dall'oggi al domani, malgrado la presenza di traditori della rivoluzione nelle sue fila» 21 .
2
La questione di Stalin è stata uno degli aspetti centrali nella lotta tra due linee nel movimento comunista internazionale dalla metà degli anni '50. Attaccando Stalin, infatti, i revisionisti moderni puntavano a denigrare il ruolo del leader nel processo rivoluzionario e nell'edificazione del socialismo, confondendo le idee ai comunisti sotto il pretesto della “direzione collegiale” e della cosiddetta “lotta contro il culto della personalità”. Attaccando Stalin, si attaccava di fatto tutto quanto conseguito dal popolo sovietico sotto la sua direzione, anche e specialmente per quanto riguarda la lotta contro i nemici del popolo, che la storia dei paesi socialisti ha dimostrato aumentare in numero e in ferocia man mano che l'edificazione del socialismo prosegue, come da Stalin stesso chiarito. Chi si è opposto a questa tesi, in buona o mala fede, ha fatto purtroppo una fine ingloriosa.
Nel suo colloquio con il compagno Ludo Martens, svoltosi a fine giugno 1994 e avendo ricevuto il suo libro appena pubblicato Stalin. Un altro punto di vista, il Presidente Kim Il Sung ebbe a osservare:
20 Kim Il Sung, Opere, vol. 41, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 1996, pag. 30 ed. ing.
21 Kim Il Sung, Opere, vol. 44, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 1999, pagg. 239-40 ed.
ing.«L’Unione Sovietica è crollata perché venne corrosa dal revisionismo dopo la morte di Stalin. Era un grande paese: il suo territorio occupava un sesto della superficie terrestre del pianeta, ed era popolato da 290 milioni di abitanti. Essa contava 18 milioni di membri del partito e portava avanti l’edificazione del socialismo da più di settant’anni. Ma d’un tratto ogni cosa è perduta. Malgrado una storia di edificazione del socialismo di oltre settant’anni, il partito dell’Unione Sovietica è stato afflitto dalla burocrazia e ha trascurato il lavoro sugli uomini, la parte essenziale del lavoro di partito. In mancanza di educazione ideologica, il popolo ha preso il gusto del denaro, preoccupandosi solo di fare soldi, invece di conformarsi al leninismo. A furia di lasciar che la gente pensasse solo al denaro, all’auto privata e alla dacia, senza inculcarle l’ideologia socialista e comunista, alla fine il paese si è sfasciato.
L’URSS ha iniziato a vacillare dal tempo di Krusciov. Stalin ha diretto bene il partito quando era in vita. All’epoca si combatteva anche un’aggressiva lotta contro il cosmopolitismo. Il cosmopolitismo è una teoria della società globale. A quei tempi in Unione Sovietica vigeva l’ordine di consegnare allo Stato tutto ciò che la gente riceveva in regalo dagli abitanti dei paesi capitalistici, foss’anche solo una penna stilografica. Senza Stalin, l’URSS non avrebbe potuto sconfiggere i fascisti tedeschi. Ancora oggi guardo spesso il film sovietico dedicato alla battaglia in difesa di Mosca, di cui conservo una copia a casa mia. Stalin organizzò una parata militare a Mosca per commemorare il trionfo della rivoluzione socialista d’Ottobre, con il nemico a meno di 40 km di distanza. Mentre aveva fatto evacuare nelle province gli altri quadri, in primo luogo i membri dell’Ufficio politico del partito, lui restò al Cremlino per continuare a dirigere la battaglia. Il suo eccezionale coraggio gli valse la grande stima e il sostegno dei sovietici. In tempo di guerra, i soldati dell’esercito sovietico combattevano declamando le parole d’ordine: “Per Stalin!”, “Per il Partito!” e “Per la patria!”. Hanno così riportato la vittoria definitiva. Dopo la sua morte invece, con la scusa di opporsi al “culto della personalità”, Krusciov lo ha discreditato e ha disconosciuto le sue imprese. Più tardi Gorbaciov ha svenduto l’Unione Sovietica agli imperialisti. Io sono convinto che il popolo dell’ex URSS ricostruirà la sua patria sovietica costi quel che costi.
[...]
Il giudizio positivo sui meriti di Lenin e di Stalin e la lotta per la vittoria della causa del socialismo e del comunismo sono l’importante dovere conferito ai comunisti. Lottiamo assieme in futuro, fianco a fianco, per la vittoria del comunismo in tutto il mondo» 22 .
Già quando il krusciovismo era ancora in auge, comunque, il grande Leader continuava a porre il nome di Stalin accanto a quello di Lenin in ambiti di fondamentale importanza come la costruzione del partito:
«Come ho ripetuto più volte, quando parliamo di lavoro di Partito noi intendiamo costruire fermamente e consolidare il Partito, promuovere la sua costante crescita e il suo sviluppo, e mobilitare correttamente le sue organizzazioni così che possa esercitare pienamente le sue funzioni militanti di partito marxista-leninista.
[...]
Come Lenin e Stalin lo hanno correttamente definito, il partito marxista-leninista è il distaccamento avanzato e organizzato delle masse lavoratrici» 23 .
Stesse parole vennero ripetute, sempre in quel periodo, gli ultimi anni della sua vita, in occasione del colloquio con la delegazione del Movimento Rivoluzionario 8 Ottobre del Brasile (5 aprile 22 Kim Il Sung, Opere, vol. 44, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 1999, pagg. 408-09, 410 ed. ing.
23 Kim Il Sung, Opere, vol. 16, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 1984, pag. 121 ed. ing.1993) e nel suo colloquio col presidente dell'Associazione per la promozione della riunificazione della Corea nel CSI e la sua delegazione (6 giugno 1993), nonché nel succitato discorso di chiusura al Plenum del CC del Partito (8 dicembre 1993). Anche nell'ultimo volume delle sue memorie troviamo considerazioni analoghe:
«Il fattore principale che permise al popolo sovietico di trasformare il suo paese in una potenza mondiale in un breve lasso di tempo dopo la Rivoluzione d'Ottobre fu il fatto che Lenin si era scelto un buon successore. Stalin, fedele compagno e discepolo di Lenin, rimase fedele alla causa del suo leader per tutta la vita. Dopo la morte di Lenin, Stalin pronunciò un giuramento in sei punti davanti alla sua bara. Dirigendo la rivoluzione e la costruzione egli tenne fede a tutti i suoi giuramenti uno dopo l'altro. Quando i tedeschi giunsero alle porte di Mosca, fece evacuare tutti gli altri membri del Politburo e i quadri, ma egli stesso rimase nel Cremlino a comandare i fronti.
Quando Stalin era vivo, tutto andava bene in Unione Sovietica. Ma le cose iniziarono a peggiorare dopo che Krusciov salì al potere. Il revisionismo moderno fece la sua comparsa nel partito sovietico e il popolo sovietico iniziò a soffrire di malattie ideologiche. Egli dimenticò la premura con cui il suo leader l'aveva cresciuto: svilì Stalin col pretesto del culto della personalità, espulse dall'Ufficio Politico tutti i veterani rivoluzionari fedeli a Stalin e li privò della tessera del partito.
Una volta, visitando il mausoleo di Lenin, Rim Chun Chu incontrò Molotov sulla Piazza Rossa a Mosca, dopo che questi era stato sollevato dalla sua carica. Molotov gli raccomandò di portare avanti la causa del suo leader con lealtà senza cader preda del revisionismo, rifacendosi al precedente del partito sovietico.
In quel momento, Rim Chun Chu realizzò appieno che se la questione della successione non fosse stata risolta adeguatamente, sia la rivoluzione che il partito sarebbero andati a morire, com'ebbe a dire in seguito» 24 .
Di estrema importanza politica e storica è la definizione che venne data alla voce “Stalin” nel Dizionario Coreano di Filosofia, nell’edizione del 1985:
«Fedele successore di Lenin, marxista-leninista devoto, attivista eminente del movimento comunista e operaio internazionale, dirigente dello Stato sovietico. [...] Fu un comunista, un rivoluzionario dedito noto per la sua ferrea volontà, la sua forza d'animo e la lotta senza compromessi contro i nemici di classe e i revisionisti di ogni risma. Si sacrificò illimitatamente per i compiti rivoluzionari della classe operaia e mostrò una fedeltà infinita al leader. Ispirò l'esordio e contribuì al movimento comunista e operaio internazionale. Stalin diede contributi enormi allo sviluppo delle relazioni fraterne tra il popolo coreano e il popolo sovietico e incoraggiò con sincerità i grandi successi della nostra nazione» 25 .
Se teniamo in considerazione anche la salda posizione rivoluzionaria mantenuta dal grande Leader compagno Kim Il Sung verso i sicofanti delle grandi potenze in seno al Partito, l'epurazione dei quali egli guidò alla Sessione plenaria del PLC nell'agosto 1956, possiamo ben concludere come non solo il Partito del Lavoro di Corea fosse stato il primo a scoprire e denunciare il revisionismo moderno nel movimento comunista internazionale, ma anche come questo fosse stato il partito che ha condotto con più costanza e coerenza la lotta contro di esso senza neppure pubblicare mai il “Rapporto segreto” di Krusciov sui suoi organi mediatici o far concessioni alle tesi ivi esposte.
24 Kim Il Sung, Attraverso il secolo. Memorie, vol. 8, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 1998, pagg. 290-91 ed. ing.
25 Dizionario di Filosofia, a cura dell'Istituto di ricerche filosofiche presso l'Accademia delle Scienze Sociali della RPDC, 1985.3
Benché giovanissimo nel periodo dell'apogeo della lotta antirevisionista mondiale (aveva appena vent'anni), il Dirigente Kim Jong Il non lesinò i suoi sforzi teorici e intellettuali al fianco del Presidente Kim Il Sung e pubblicò in quegli anni molti scritti e discorsi che non lasciano dubbi sulla posizione da lui presa come sulla sua assimilazione della scienza marxista-leninista.
Nel suo già citato capolavoro Le caratteristiche dell'imperialismo moderno e la sua natura aggressiva, che potremmo considerare come una prosecuzione e un'attualizzazione della celebre opera di Lenin L'imperialismo, fase suprema del capitalismo, egli scrisse a chiare lettere: «I revisionisti pretendono che, poiché la comparsa delle armi nucleari trasformerebbero ogni guerra in una guerra termonucleare che, secondo loro, rovinerebbe anche i miliardari, pure gli imperialisti sarebbero portati a pensare in maniera “razionale” e a comportarsi con “discernimento”; è un sofisma. La forza distruttrice di questa guerra termonucleare non può modificare la loro natura aggressiva. Lungi dal mostrarsi “razionali” per la paura di questo potere distruttivo, essi minacciano e soggiogano i popoli del mondo con le armi nucleari.
In breve, intimiditi dalla politica di ricatto nucleare degli Stati Uniti imperialisti, i revisionisti non pensano che a inginocchiarsi davanti agli imperialisti americani, a disarmare il popolo e abbandonare la lotta.
In secondo luogo, i revisionisti moderni affermano che, avendo le sue forze produttive raggiunto un elevato livello di sviluppo, l'imperialismo non ha più bisogno di cercare delle colonie ma è invece pronto ad accordare “assistenza” ai paesi sottosviluppati.
Gli imperialisti sono infinitamente ingordi e più s'ingrassano, più diventano avidi.
L'economia imperialista non è strutturata in modo che il ciclo produttivo si svolga all'interno di uno stesso paese. Di conseguenza, più le sue forze produttive raggiungono un grado di sviluppo elevato, più essa esige fonti di materie prime e mercati.
L'“aiuto” accordato dagli imperialisti ai paesi sottosviluppati è una falsità. È di dominio pubblico che questo “aiuto” è, per sua natura, l'insediamento del capitale monopolistico all'estero a nome dello Stato e che questo serve da strumento a un'aggressione e a un asservimento maggiori.
I revisionisti moderni, parlando di un imperialismo “razionale”, pretendono che la salita al potere di un politico borghese “assennato” porterebbe alla modifica della politica imperialista. È la ragione per la quale essi contavano ancora di recente su Eisenhower e basano adesso le loro speranze su Kennedy.
Poiché non esiste politica separata dall'economia, non esiste politico borghese separato dal miliardario. Nella società imperialista il politico borghese è il portavoce dei capitalisti monopolisti e il loro valletto.
La politica esercitata dallo Stato imperialista serve un pugno di grandi capitalisti monopolistici, quindi non ci si può attendere da parte sua alcuna politica che vada contro gli interessi dei miliardari» 26 .
Impossibile non far riferimento, leggendo queste parole, ai revisionisti di casa nostra come furono Togliatti e Berlinguer, i quali, riempiendo le teste dei comunisti e dei lavoratori con illusioni sul cambiamento della natura dell'imperialismo, sulla possibilità di un “mondo senza guerre” prima 26 Kim Jong Il, Opere scelte, vol. 1, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 2014, pagg. 131-32 ed.
fr. (ampliata)della sconfitta definitiva degli imperialisti, su come bastasse eleggere “politici razionali” e far pressioni dal basso per poter poi giungere al socialismo per via pacifica e parlamentare, ecc. ecc., sabotarono l'opera dei rivoluzionari italiani e impedirono loro di prendere il potere e instaurare il socialismo.
Tutte queste tesi, così brillantemente e sinteticamente confutate dai comunisti coreani, ammorbano ancora oggi gran parte del movimento comunista e operaio in Italia nelle forme dell'elettoralismo e dell'economicismo, nella fiducia in quel politicante borghese piuttosto che nell'altro, in questo o in quel partito borghese di più o meno recente formazione, sacrificando così la necessaria indipendenza ideologica e organizzativa che i comunisti devono mantenere sempre e in ogni caso.
L'interclassismo, che è fra questi mali, fu denunciato anch'esso dal grande compagno Kim Jong Il più o meno nello stesso periodo, laddove egli criticò spietatamente la nozione revisionista kruscioviana di “partito di tutto il popolo” in occasione di un colloquio con dei suoi colleghi dell'Università Kim Il Sung alla fine del 1962, pubblicato sotto il titolo Sulla natura reazionaria del revisionismo moderno e la posizione rivoluzionaria del nostro Partito contro questa corrente: «Sotto l'insegna di un “partito di tutto il popolo”, essi ripudiano il carattere di classe del partito della classe operaia e pretendono che, data la vittoria del regime socialista, il partito comunista non può rappresentare gli interessi di una sola classe e che l'evoluzione del partito della classe operaia in “partito di tutto il popolo” è logico e indispensabile per l'edificazione della società comunista.
È questo un puro sofisma, contrario anche ai principi elementari della costruzione di un partito rivoluzionario della classe operaia. Non si può infatti avere un partito, nel vero senso della parola, privato del carattere di classe.
Il partito della classe operaia resterà in quanto tale; non può trasformarsi in partito di una qualsivoglia altra classe o in “partito di tutto il popolo”.
Se i revisionisti moderni preconizzano un “partito di tutto il popolo” o chissà che altro, è, in sintesi, nell'ottica di ripudiare il carattere di classe del partito e il suo ruolo dirigente e, infine, di rinunciare alla lotta di classe» 27 .
Pochi anni dopo, avvenuto il passaggio di consegne da Krusciov a Brežnev in Unione Sovietica, il grande Dirigente compagno Kim Jong Il , già membro del Comitato Centrale da cinque anni, si mantenne fermamente sulle posizioni di principio del marxismo-leninismo e fece notare: «Noi prendiamo la posizione più risoluta contro tutti gli opportunismi apparsi nel movimento comunista internazionale, incluso il revisionismo moderno, così come contro l'imperialismo e gli Stati Uniti. La lotta contro il revisionismo moderno è ugualmente aspra. Nell'Unione Sovietica, Krusciov è stato estromesso, ma il vento del revisionismo moderno non ha cessato di soffiare. In una parola, noi siamo in prima linea non soltanto nella lotta antimperialista e antiamericana, ma anche in quella antirevisionista. Portiamo un grosso fardello sulle nostre spalle» 28 .
Il grande Dirigente compagno Kim Jong Il fu il primo statista in tutto il mondo a recarsi in visita al mausoleo di Lenin (riaperto apposta per lui) dopo lo scioglimento dell'URSS, il 4 agosto 2001. In quella occasione si intrattenne a colloquio con i funzionari che l'accompagnavano e ricordò loro gli atti nefasti dei revisionisti kruscioviani nei riguardi di Stalin, riprendendo pari pari le stesse parole e tesi del grande Leader compagno Kim Il Sung . Ancora alla fine del 1995, egli rivendicò con 27 Kim Jong Il, Opere scelte, vol. 1, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 2014, pag. 261 ed. fr. (ampliata) 28 Kim Jong Il, Opere scelte, vol. 3, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 2016, pag. 152 ed. fr.
(ampliata)orgoglio il patrimonio teorico da cui scaturisce l'essenza rivoluzionaria del Partito del Lavoro di Corea:
«Il nostro Partito e il nostro popolo rispettano Marx, Engels, Lenin e Stalin quali dirigenti della classe operaia, e omaggiano a gran voce i loro distinti servizi. Riflettendo le richieste e le aspirazioni della classe operaia, Marx ed Engels, i loro primi dirigenti, elevarono il socialismo da un concetto utopico a una scienza, e diedero vita al movimento socialista e comunista. Lenin ereditò e sviluppò il marxismo per andare incontro ai tempi che cambiavano, e ottenne la grande vittoria della Rivoluzione Socialista d'Ottobre, organizzando e mobilitando la classe operaia. Stalin, succedendo alla causa di Lenin, costruì il primo giovane Stato socialista, lo trasformò in una potenza mondiale, e difese la patria socialista dall'invasione fascista, portando alla vittoria l'esercito ed il popolo. Nella loro epoca, Marx, Engels, Lenin e Stalin rappresentavano le aspirazioni e le rivendicazioni delle masse lavoratrici sfruttate, e la causa del socialismo era inseparabilmente connessa ai loro nomi. Il fatto che gli imperialisti ed i traditori del socialismo diffamino malignamente i dirigenti della classe operaia e li calunnino, chiamando la loro direzione “dittatura” o li accusino di “aver violato i diritti umani”, dimostra solo che i dirigenti della classe operaia furono zelanti rappresentanti degli interessi del popolo, che godettero della sua fiducia e del suo supporto, che erano rivoluzionari comunisti risoluti e che diedero la priorità ai principi rivoluzionari, senza compromessi coi nemici della rivoluzione» 29 .
Per contro, non risparmiò critiche, all'indomani della dissoluzione dell'URSS, al modo di fare burocratico e sciovinista del PCUS guidato dai revisionisti nelle loro relazioni con gli altri partiti fratelli:
«Il partito di un certo paese affermava di essere il “centro” del movimento comunista internazionale e ordinava agli altri partiti di far questo o quello. Esso agiva senza esitare a far pressione sugli altri partiti e a interferire nei loro affari interni se si rifiutavano di seguire la sua linea, anche se era sbagliata. Di conseguenza, l'unità ideologica e gli amichevoli rapporti di cooperazione tra i partiti comunisti furono grandemente indeboliti e ciò rese loro impossibile contrastare l'imperialismo come una forza unita. I partiti di alcuni paesi si piegarono alla pressione delle grandi potenze e agirono sotto il bastone altrui e il risultato di ciò fu che essi accettarono docilmente il revisionismo quando i grandi paesi giunsero al revisionismo e accettarono la “riforma” e la “ristrutturazione” quando gli altri lo fecero. Pertanto, nell'Unione Sovietica e nell'Europa orientale il socialismo ha subito uno scacco e questo è uno stato di cose alquanto serio» 30 .
È da mettere in rilievo, anche qui, tutta una serie di tesi valide per il nostro contesto italiano, laddove ripensiamo al PCI che, seguendo pedissequamente le direttive provenienti dall'URSS, approvò il corso revisionista kruscioviano replicandolo al suo VIII Congresso, fu tra i promotori della socialdemocratizzazione del movimento comunista europeo tramite il cosiddetto “eurocomunismo” e la completò anche formalmente al suo interno sotto la direzione di Natta e Occhetto e l'impulso di Gorbaciov.
Il bilancio fatto dal grande Dirigente compagno Kim Jong Il sulla caduta dei primi paesi socialisti e l'affermazione del revisionismo moderno costituisce un patrimonio inestimabile anche per i comunisti di casa nostra nell'ottica della lotta che ci troviamo a condurre; ciò dimostra quanto sbagliata sia l'attitudine di coloro che sminuiscono le idee dei grandi compagni Kim Il Sung e Kim Jong Il come fossero “valide solo per la Corea” e altrettanto errata sia la posizione di coloro che le studiano con fare accademico, senza rivolgere l'attenzione principale al contesto del nostro paese, della lotta di classe che conduciamo qui in Italia per il socialismo. Ciò tanto più se consideriamo il fatto che le posizioni dei dirigenti della RPDC devono interessarci in quanto se ne riscontra la giustezza a 29 Kim Jong Il, Opere scelte, vol. 14, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 2014, pag. 113 ed. ing.
30 Kim Jong Il, Opere scelte, vol. 12, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 2008, pagg. 282-83 ed.
ing.tutt'oggi, nella pratica odierna dell'edificazione del socialismo nella parte settentrionale della penisola coreana, di un paese, cioè, che ha saputo resistere agli sconvolgimenti e ai temporanei indietreggiamenti a livello mondiale del socialismo tenendo alta la bandiera rossa e senza fare alcun compromesso con le forze del capitalismo. Il suddetto bilancio, unico al mondo per completezza, sistematicità, accuratezza e precisione scientifica, è stato svolto dal grande Dirigente compagno Kim Jong Il in numerose opere da egli pubblicate negli anni '90 e raccolte nel 1999 nell'antologia Per il trionfo della causa socialista, a cura delle Edizioni in Lingue Estere di Pyongyang.
A ciò si deve anche un ulteriore contributo del kimilsungismo-kimjongilismo alla scienza comunista, il contributo pratico che dà potenzialmente a ogni paese socialista e antimperialista le armi per difendersi da ogni tentativo di aggressione dell'imperialismo: le idee del Songun e la politica del Songun del Generale Kim Jong Il . Dando la priorità alle armi nel contesto in cui il mercato socialista era scomparso e la Corea popolare si trovava da sola a fronteggiare le manovre ostili e le provocazioni degli imperialisti americani e dei loro fantocci sudcoreani, la RPDC non ha temuto di rallentare, sia pur temporaneamente, la propria edificazione economica, ma si è data i mezzi per difendere il proprio socialismo e diventare un paese socialista potente e prospero, dotato anche di armi nucleari in grado di colpire il nemico in qualsiasi parte del mondo. La Corea socialista è stata l'unico paese del mondo ad aver concretamente tratto lezioni dalle amare vicende irachene e jugoslave, e la drammatica storia dell'Afghanistan, della Libia, della Siria e di altri paesi nel presente e nel passato dimostra ulteriormente la giustezza della linea del Songun consistente nell'edificare una difesa nazionale autonoma, indipendente dagli interessi congiunturali delle grandi potenze e in grado di difendere l'indipendenza, l'integrità e la sovranità di ogni paese tramite la lotta per raggiungere la parità strategica con gli imperialisti nel campo su cui più di ogni altro puntano per affermare le loro strategie di dominazione ed egemonia: quello delle forze armate.
Oggi, infatti, la RPDC è una potenza nucleare a tutti gli effetti, in grado di produrre e lanciare ogni tipo di missile di qualsiasi gittata e tipologia (a corto, medio e lungo raggio, antiaerei, lanciati da sottomarini, da lanciamissili di ultima generazione e persino dalle ferrovie e in generale da qualunque punto all'interno del paese), con bombe atomiche e all'idrogeno che scoraggiano ogni provocatore e ogni forza ostile dal puerile tentativo di invadere la penisola coreana e rovesciare la dirigenza suprema del paese. È così che lo stimato compagno Kim Jong Un ha salvaguardato la pace nell'Estremo Oriente, in Asia e nel mondo riportando al tavolo delle trattative e a più miti consigli i caporioni e i rappresentanti di ogni rango delle varie forze ostili.
Da ultimo, è d'uopo soffermarsi sulla questione economica, vale a dire, a come i grandi dirigenti coreani smascherarono e criticarono i tentativi di restaurazione pacifica e graduale del capitalismo in certi paesi socialisti dopo il 1956.
Al V Congresso del Partito del Lavoro di Corea, tenutosi nel 1970, il Presidente Kim Il Sung ebbe a dire molto chiaramente, nel suo rapporto:
«Il revisionismo è, in ultima analisi, un'ideologia perniciosa che mina il socialismo e restaura il capitalismo» 31 .
In discorsi e colloqui come Per valorizzare appieno i vantaggi dell'economia pianificata socialista (8 maggio 1961), Assimiliamo il grande spirito e il grande metodo di Chongsanri (10 febbraio 1962), Alcuni problemi posti dall'edificazione economica del socialismo (1 marzo 1962), Bisogna farsi un'idea chiara dell'incentivo politico e morale e dell'incentivo materiale (13 giugno 1967) e Per neutralizzare il veleno ideologico diffuso dagli elementi antipartito e controrivoluzionari e impiantare l'ideologia unica del Partito (15 giugno 1967), il Presidente Kim Jong Il criticò a fondo, pur se implicitamente, non solo i revisionisti sovietici, ma anche quelli jugoslavi, polacchi e ungheresi che per primi e con più sicumera adottarono riforme capitalistiche, come la vendita dei mezzi di produzione alle cooperative e alle aziende socialiste, rendendole di fatto unità autonome e svincolate dalla centralizzazione statale nella gestione dei mezzi stessi e nella ripartizione degli 31 Kim Il Sung, Opere, vol. 25, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 1986, pag. 309 ed. ing.utili.
In un certo senso questi discorsi possono essere visti come un'introduzione alle tesi espresse dal grande Leader compagno Kim Il Sung nel suo discorso del 1° marzo 1969 Su alcuni problemi teorici dell'economia socialista. Questo storico discorso fu concepito all'epoca come una risposta agli economisti dei paesi revisionisti, i quali sostenevano che un paese socialista ha possibilità di crescita estremamente limitate e che, una volta raggiunta una certa fase del loro sviluppo, non possono superare un tasso di crescita del 3-4% annuo. Il grande Leader invece dimostrò che l'economia socialista ha capacità produttive e margini di crescita potenzialmente infiniti, poiché la produzione è pianificata, risponde alle esigenze oggettive della società e delle masse popolari e le forze produttive sono libere dai ceppi imposti loro dalle esigenze di profitto dei capitalisti, ciò naturalmente a condizione che tutti i rami dell'economia siano razionalmente equilibrati. Merita inoltre sottolineare che il Presidente Kim Il Sung già all'epoca riconosceva la natura, il ruolo e l'essenza delle crisi da sovrapproduzione nel capitalismo, di contro a chi, revisionisti e capitalisti, parlava tutt'al più di crisi cicliche.
Tutte insieme, queste opere costituiscono un corpo unico che per la prima volta nella letteratura comunista ha definito con esattezza i principi fondamentali dell'economia socialista, come già Marx fece con quella capitalista.
3) Il kimilsungismo come teoria direttrice della nuova base rossa della rivoluzione socialista mondiale
Il Presidente Kim Jong Il ha compiuto l'analisi più scientifica, più esatta, più precisa e più esauriente delle cause e delle conseguenze della caduta dei diversi paesi socialisti tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90. Ma già decenni prima i compagni Kim Il Sung e Kim Jong Il intravidero i germi della dissoluzione che avrebbero portato alla rovina e al crollo quei paesi socialisti che non sono arrivati a vedere il XXI secolo. Il grande Leader ne parlò apertamente nei suoi discorsi Il nostro Esercito Popolare è un esercito della classe operaia, un esercito rivoluzionario; l'educazione di classe e politica dev'essere continuamente rafforzata (8 febbraio 1963), Per un'attuazione completa dei principi della pedagogia socialista nell'insegnamento (27 dicembre 1971), Sulla situazione dell'edificazione socialista in patria (26 settembre 1975) e altri; il caro Dirigente affrontò il tema in colloqui e discorsi, come Miglioriamo l'insegnamento per formare dei quadri nazionali competenti (17 giugno 1966), Per rafforzare la formazione politica e ideologica del personale della pubblica sicurezza (29 marzo 1970), Ispiriamo i giovani con lo spirito della rivoluzione ininterrotta (1 ottobre 1971), nel suo celebre trattato L'arte cinematografica e altre opere. Nel suo discorso ai dirigenti del CC del Partito intitolato Difendiamo e sviluppiamo ulteriormente il nostro socialismo inalberando la bandiera delle idee del Juche (21 gennaio 1990), egli previde esplicitamente, con quasi due anni d'anticipo, la dissoluzione della stessa Unione Sovietica.
La tesi dei grandi compagni Kim Il Sung e Kim Jong Il postulava che, di fronte ai ripetuti fenomeni di negligenza dell'educazione ideologica e alle relative conseguenze, i paesi socialisti avrebbero corso gravi pericoli e lo stesso sistema socialista sarebbe stato messo in discussione, qualora le dirigenze di partito non vi avessero posto rimedio. Le loro indicazioni, come sappiamo, non sono state seguite ed è così che il socialismo cadde, in quasi tutti questi paesi, senza che venisse sparato un solo colpo.
Tuttavia, i comunisti coreani non hanno lasciato disgregarsi il movimento comunista internazionale senza batter ciglio, come avrebbero voluto gli imperialisti e come perfidamente cercano di far credere i revisionisti e i traditori di ogni risma.
Dopo aver sostenuto attivamente e concretamente per anni i movimenti di liberazione nazionale, i paesi antimperialisti e gli eserciti rivoluzionari che combattevano armi in pugno per l'indipendenza e la sovranità dei loro paesi, la Corea socialista è stata il primo paese che, prontamente, riorganizzò il movimento comunista dopo la dura battuta d'arresto subita con lo scioglimento dell'URSS e l'abbattimento del sistema socialista in una serie di altri paesi. Dissolta l'Unione Sovietica alla finedel dicembre 1991, a Pyongyang furono convocati decine di partiti e personalità progressiste, socialiste e comuniste in occasione dell'80° compleanno del Presidente Kim Il Sung , nell'aprile 1992. Erano dunque passati poco più di tre mesi, che i rivoluzionari di tutto il mondo ripartirono da Pyongyang sotto la consegna: «Difendiamo e facciamo avanzare la causa del socialismo!» e sulla base della Dichiarazione di Pyongyang da essi contestualmente firmata. Il governo della RPDC ha in seguito rafforzato continuativamente i rapporti coi paesi socialisti, memore della lezione del XX secolo in cui la divisione e la discordia portano alla rovina, e continua su questo cammino con la massima coerenza anche ai giorni nostri: abbiamo ancora negli occhi le immagini delle storiche visite dello stimato Dirigente supremo, compagno Kim Jong Un , in Cina e in Vietnam, nonché le giornate internazionaliste del novembre 2018 a Pyongyang assieme ai compagni cubani al seguito del Presidente Díaz-Canel. I messaggi che periodicamente egli invia ai dirigenti dei paesi socialisti non sono atti formali e diplomatici, ma vere e proprie cariche che il compagno Segretario generale del Partito del Lavoro di Corea suona per l'unità e la riscossa dei paesi socialisti in lotta contro l'imperialismo e il capitalismo. Lo stesso compagno Kim Jong Un , nel suo Rapporto presentato al VII Congresso del Partito del Lavoro di Corea nel maggio 2016, ricordò che l'obiettivo generale del Partito del Lavoro di Corea è rendere indipendente il mondo intero e affermò che dovere del Partito era, ed è, quello di apportare un contributo attivo alla causa dell'indipendenza globale e di svolgere un ruolo di punta nella promozione della rivoluzione mondiale. Egli è stato l'unico dirigente di un paese socialista nel nostro tempo che abbia anche solo fatto menzione di questa parola, e non è assolutamente un caso.
Lo stesso Movimento dei Non Allineati, una conquista storica dei popoli aspiranti all'indipendenza e alla sovranità, fu salvato dal disfacimento (contestuale alle problematiche vissute dal socialismo in vari paesi) grazie alla linea e all'infaticabile opera rivoluzionarie del Presidente Kim Il Sung , e oggi la RPDC, che ne è membro dal 25 agosto 1975, vi svolge un ruolo fondamentale, autorevole e, si potrebbe dire, dirigente.
Con una conoscenza sorprendentemente profonda della realtà delle società capitaliste occidentali, il grande Dirigente compagno Kim Jong Il mise in guardia i comunisti dei paesi capitalisti e imperialisti sul pericolo caratterizzato dalla socialdemocrazia moderna, la quale si spaccia per una forza “alternativa”, “di sinistra” e di “cambiamento” ma in realtà difende il capitalismo, cerca di abbellirlo e spesso e volentieri è in realtà la punta di lancia nella fascistizzazione della società sotto le insegne della “difesa della democrazia” e dell'«antifascismo». Lo abbiamo visto nella Germania degli anni '20 del secolo scorso, lo vediamo nell'Italia degli anni '20 di questo secolo e in altri paesi capitalisti, sia pure in forme e con metodi diversi.
Quanto detto dal grande compagno Kim Jong Il nel suo storico discorso del 30 maggio 1990 dal titolo Su alcuni problemi delle fondamenta ideologiche del socialismo è di estrema importanza per i comunisti dei paesi imperialisti: nella lotta tra le due linee consistenti l'una nell'accodarsi alla socialdemocrazia moderna, o sinistra borghese che dir si voglia, immaginandosi comunanze tra le sue vedute e la concezione comunista del mondo (linea arretrata) e l'altra nello smascherarla e combatterla al pari del nemico di classe in quanto sua servitrice più fedele e all'occorrenza anche degna sostituta (linea avanzata), dobbiamo applicare le idee rivoluzionarie kimilsungiste- kimjongiliste per sapere quale fronte scegliere in quest'ambito della lotta di classe. Molti comunisti, infatti, tracciano inesatti parallelismi tra la socialdemocrazia moderna e le “forze intermedie” di cui parlavano alcuni dirigenti marxisti-leninisti discutendo su se isolarle o meno. Trattasi, appunto, di parallelismi inesatti perché la socialdemocrazia moderna, per la sua essenza e il suo ruolo, è completamente diversa da queste “forze intermedie”. Essa, un prodotto tipico dei paesi imperialisti, è nata contestualmente al disfacimento dei vecchi partiti revisionisti al seguito dell'Unione Sovietica e di altri paesi socialisti e si è sviluppata nei decenni immediatamente successivi (anni '90 e 2000).
Ponendosi quale “sostituta” di questi vecchi partiti, ha puntato a raccoglierne le vaste masse di tesserati e sostenitori per farne una massa di manovra in chiave elettorale e inquinare le loro menti, le loro idee, con sofismi a proposito della cosiddetta “terza via”: “unire le prospettive di sviluppo del capitalismo a politiche welfaristiche di stampo socialista”, “un altro mondo è possibile”, “peruna società inclusiva”, “più diritti civili”, “contro tutti gli autoritarismi e le dittature”, “fascismo e comunismo pari sono”, “le ideologie sono roba del passato”, “ognuno è quello che si sente di essere” ecc. Ovunque governino i moderni partiti socialdemocratici, nulla è cambiato in termini di sfruttamento, oppressione, insicurezza e disuguaglianze per le masse lavoratrici: il capitalismo resta saldo al comando, la proprietà privata dei mezzi di produzione rimane intonsa. Nell'attacco ai diritti sociali e alle conquiste progressive delle lotte operaie del secolo scorso, nella campagna anticomunista e nella repressione delle proteste popolari, la sinistra borghese si è rivelata perfettamente speculare alla destra reazionaria, e spesso e volentieri le ha fatto da apripista. Le loro posizioni sulle tematiche di maggiore interesse per i capitalisti sono assolutamente e completamente identiche, quando non più oltranziste, social-darwiniste e liberiste di quelle della destra. Bisogna poi vedere chi e quali sono queste “forze intermedie”, sia oggi, sia all'epoca, sia nella definizione dei classici del marxismo-leninismo.
Naturalmente, i comunisti devono intervenire ovunque possibile nelle loro mobilitazioni, come in ogni mobilitazione in cui sia coinvolto un gran numero di masse popolari e che oggettivamente indebolisca il capitalismo. Il kimilsungismo-kimjongilismo è la migliore ideologia direttrice per i comunisti nell'opera di risveglio delle masse turlupinate e ingannate dai moderni caporioni socialdemocratici per orientarle all'instaurazione del socialismo, e la migliore linea indipendente e rivoluzionaria che essi devono mantenere. Va da sé che, per far ciò, è indispensabile che tutti i comunisti, sia individualmente che organizzativamente, adottino il kimilsungismo-kimjongilismo quale loro unica teoria guida per trasformare il mondo e sé stessi, unendosi monoliticamente attorno a questa bandiera e non accettando alcuna altra idea, teoria o corrente nel loro seno.
Il Presidente Kim Jong Il ha altresì apportato grandi contributi per quanto riguarda la costruzione della forza motrice della rivoluzione. Egli pubblicò molte opere, come Su alcuni compiti delle organizzazioni del Partito (3 dicembre 1980), I compiti dei comitati provinciali, cittadini e distrettuali del Partito (3 aprile 1981), Alcuni compiti per il miglioramento del lavoro di formazione dei quadri del Partito (giugno 1981), Il Partito del Lavoro di Corea è un partito rivoluzionario di tipo jucheano che ha ereditato la gloriosa tradizione dell'Unione Antimperialista (17 ottobre 1982), Su alcuni problemi dell'educazione alle idee del Juche (15 luglio 1986), Per l'instaurazione della concezione jucheana della rivoluzione (10 ottobre 1987), Il Partito del Lavoro di Corea organizza e dirige tutte le vittorie del nostro popolo (3 ottobre 1990), La teoria jucheana sulla costruzione del partito è una linea guida cui aderire per l'edificazione del partito della classe operaia (10 ottobre 1990) e I fondamenti della costruzione del partito rivoluzionario (10 ottobre 1992), egli ha spiegato e analizzato i limiti storici della precedente ideologia rivoluzionaria della classe operaia sulla costruzione del partito e ha avanzato una gran quantità di principi rivoluzionari che hanno illustrato le leggi scientifiche concernenti la costruzione della forza motrice della rivoluzione, il partito comunista, per la prima volta nel quadro della scienza socialista.
* * *

Nel terminare questa mia esposizione, sento il dovere e il desiderio sincero di esprimere la mia riconoscenza e grande stima al Partito del Lavoro di Corea e al suo stimato Dirigente supremo, il compagno Kim Jong Un , per il ruolo che svolgono a livello mondiale nella lotta ideologica per diffondere e affermare la tesi che il kimilsungismo è la terza superiore tappa del pensiero comunista.
Firenze, Italia


SUPERIORITÀ DEL SOCIALISMO RISPETTO A QUALSIASI ALTRA FORMA DI GOVERNO

Roberto Gessi, direttore La VOCE, organo di diffusione dell'Ente di Promozione Sociale G.A.MA.DI. (Gruppo Atei Materialisti Dialettici)
Non essendo mai stato realizzato il comunismo in nessun Paese del mondo, il socialismo è la forma di Governo più efficiente che si possa immaginare in quanto sono le masse popolari a volerlo, ad ispirarlo e a raccoglierne i benefici, infatti la costruzione del socialismo può avere successo solo se la base ideologica delle masse popolari nasce da una lotta vigorosa, convinta e ricercata con assoluta perseveranza e impegno quotidiano.
Nelle società di classi vige una concorrenza che le rende vicendevolmente ostili, la sovranità delle masse popolari è oggetto di brutali violazioni (come afferma il caro leader *KIM JONG IL), il loro diritto alla vita è gravemente compromesso, ostacolato dalla negazione di condizioni indispensabili anche alla semplice sopravvivenza: cibo con cui nutrirsi adeguatamente, un tetto sotto cui proteggersi dalle intemperie, medicinali con cui curarsi in caso malattia, assistenza medica e ricovero ospedaliero nei casi più gravi, un'istruzione che offra a tutti la possibilità di migliorare le proprie condizioni: tutte queste negazioni, ognuna di queste indispensabili condizioni è subordinata alle capacità del singolo individuo e quindi delle masse di sapersele procurare con ogni mezzo, legale o no, morale o immorale, per lo più a scapito dei più deboli, di quelli che non raggiungono una ricchezza in denaro sufficiente a procurarsele e l'asticella è posta sempre più in alto, le difficoltà crescono sempre di più ad ogni crisi del sistema capitalistico in modo che la classe più povera di ricchezze materiali cresce sempre di più, mentre l'alta borghesia e le classi dirigenti si assottigliano sempre di più. La società capitalistica non ha in sé i presupposti neppure per la propria sopravvivenza, quindi tanto meno per il proprio sviluppo, per il proprio progresso, in quanto non è mai autosufficiente, e al contrario ha sempre bisogno, anche per mantenere il relativo benessere raggiunto di sfruttare altre popolazioni, più deboli, ma detentrici di beni naturali, da sfruttare, ecco perché le guerre del mondo capitalistico nei confronti delle società dei Paesi più poveri non finiranno mai: certo non potrebbe mai essere questa la migliore forma di governo che si possa immaginare per le masse popolari.
Al contrario, il collettivismo delle società socialiste è il modo migliore di soddisfare sia i bisogni sovrani del collettivo che quelli dell’individuo.
Nella società capitalistica lo sviluppo dei mezzi di produzione provoca disoccupazione e conseguente maggiore povertà nelle classi popolari e se questa povertà rasenta livelli che possono provocare reazioni violente nella popolazione la classe dirigente si vede costretta ad elargire un poco dei loro profitti per evitarlo, ovviamente questa elargizione sarà proprio il minimo indispensabile alla sopravvivenza e ad evitare scontri di piazza, i dirigenti sanno fare benissimo questi conti e quindi elargiranno gradualmente solamente quanto basta, come si dice nelle ricette farmaceutiche o culinarie. Questi aggiustamenti nelle società capitalistiche saranno continue e sopratutto più frequenti maggiore sarà lo sviluppo dei mezzi di produzione.
Al contrario nelle società socialiste lo sviluppo dei mezzi di produzione libererà la popolazione in età lavorativa di ore nella propria giornata da dedicare ad attività di volontariato (in caso di calamità naturali il volontariato di massa è una regola non scritta in questo tipo di società), all'istruzione per migliorare le proprie condizioni di vita, alle relazioni interpersonali, politiche e sociali per rendere sempre più efficienti quel tipo di società e migliorare ulteriormente le loro condizioni di vita. Le società di classi nascono e possono superare le crisi cui vanno incontro inevitabilmente solo con lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo. Il plus-valore prodotto in queste società viene progressivamente distribuito ad un numero sempre più basso di proprietari dei mezzi di produzione.
Le società socialiste nascono e prosperano solo per l'unanime volontà delle classi popolari. Il plusvalore prodotto nelle società socialiste è sempre diviso tra tutta la popolazione esistente e per l'incremento del benessere popolare.
Le società di classi possono sopravvivere in un mondo in cui esistono anche società socialiste solo 'barando' circa il loro effettivo valore economico e monetario: a questo servono le 'borse', un sistema capitalistico per gonfiare, sfruttando la credulità della borghesia, il valore reale rendendolo fittiziamente maggiore di un fattore di dieci, di venti e anche più volte, ma nondimeno utilizzabile negli scambi internazionali. Anche il protezionismo è un'altra leva di gonfiamento dei valori, questa volta rivolto contro le classi popolari interne a queste società facendo levitare i prezzi rispetto al loro effettivo valore internazionale. Così l'embargo serve a far levitare i prezzi nei confronti delle società socialiste. Combattere contro una società di classi è come giocare contro un baro professionista o lottare con entrambe le mani legate dietro la schiena, per questo Lenin consigliava di imparare a fare affari dai capitalisti, perché altrimenti sarebbe una lotta impari.
Il socialismo coreano è in assoluto la miglior forma di socialismo possibile per le qualità che raccoglie in sé, perché ispirato all'Idea Juche, lo strumento ideale per raccogliere il consenso delle masse popolari, ideato dal grande leader, dal presidente eterno, dal compagno KIM IL SUNG.
L'ideologia Juche è stata la principale forza della rivoluzione patriottica contro l'imperialismo dell'occupazione giapponese e nella costruzione di un forte Paese socialista contro ogni forma di imperialismo, compreso quello degli aggressori del Nord America, che è stato sconfitto sul campo nel conflitto del 1950-53 ed è stato nuovamente e definitivamente sconfitto con la deterrenza nucleare ad opera del maresciallo KIM JONG UN che ha reso la Repubblica Popolare Democratica di Corea un Paese di rilievo internazionale in grado di difendersi da qualsiasi tipo di attacco per difendere la madrepatria.
Il principio fondante dell'Idea Juche è che l'uomo è padrone del proprio destino, nessuna divinità, nessuna forza ultraterrena né tanto meno nessuna sentenza della classe borghese decide del destino dell'uomo, ma è invece proprio l'uomo con i suoi soli mezzi a decidere quale esito debba avere il proprio destino.
L'uomo, inteso sempre come popolo o massa popolare nell'Idea Juche è indipendente e creativo: con la propria indipendenza (Chajusong) e creatività forgia quindi il proprio destino: nessun'altra filosofia è giunta a queste conclusioni fondamentali per il successo dell'agire sociale, nella costruzione e nel mantenimento di uno Stato socialista.
La collettività delle masse popolare sovrane, perché indipendenti, con una volontà granitica può costruire un socialismo duraturo nel tempo stringendosi attorno al proprio leader in un tutt'unico sprone allo sviluppo della società. A sua volta il leader si immedesima nella volontà popolare e accompagna o addirittura precede le aspirazioni del proprio popolo.
Le masse popolari ideologicamente motivate sono la forza trainante della continua rivoluzione indispensabile per il progresso e per le nuove conquiste di una corretta società socialista, che voglia raggiungere sempre nuovi e più importanti traguardi per il benessere popolare. Queste premesse dell'Idea Juche ispirano un sentimento di amore per la Patria, per il popolo, per l'indipendenza, per la sovranità della nazione e per il leader, e armano le masse dell'ideologia vincente.
Attraverso il patriottismo l'uomo impara l'amore per le persone, presupposto indispensabile per portarlo ad una vita socio-politica soddisfatta: senza questo presupposto anche la propria vita diventa vuota e inutile.
Questi sono i motivi per cui il socialismo coreano è il migliore che sia mai stato realizzato, perché attraverso di esso il popolo coreano è stato in grado, pur tra mille difficoltà, sia naturali che imposte dal boicottaggio imperialista, di costruire una Corea potente con riconoscimenti internazionali da tutto il mondo ed allo stesso tempo di aumentare sempre il benessere della propria popolazione: il popolo coreano ha avuto l'abilità di formare uno degli eserciti più potenti del mondo e allo stesso tempo una economia forte.
Pertanto il socialismo in stile coreano, con una visione del mondo ispirata all'Idea Juche è scientificamente la forma di socialismo più efficiente che sia mai esistita, ed ogni socialismo che si ispiri all'Idea Juche, nella maniera particolare di ogni singola realtà politica e sociale di qualsiasi Paese, sarà superiore ad ogni altra forma di socialismo che sia mai esistita.
*KIM JONG IL, Opere scelte, vol. XIII, Edizioni in lingue estere, Pyongyang 2009, pp. 410-441.
Reggio Emilia, li 18/10/2021.


Le caratteristiche dell'imperialismo contemporaneo e la sua natura aggressiva
15 Mag 2020

Analizzare e definire esattamente l'imperialismo contemporaneo e far chiarezza sulla sua natura aggressiva è di grande importanza al fine di elaborare una strategia e una tattica pertinenti per la rivoluzione di ogni paese e per la rivoluzione mondiale e per affrettare la loro vittoria.

Ciò è urgente tanto più oggi che ci troviamo faccia a faccia con gli imperialisti americani e i revisionisti abbelliscono e imbellettano l'imperialismo.

Marx ed Engels non hanno potuto spiegare il problema dell'imperialismo. Poiché hanno militato nel periodo del capitalismo premonopolistico, non hanno potuto vedere l'imperialismo né, dunque, discuterne.

È Lenin che ha avanzato per primo la teoria dell'imperialismo. Nell'Imperialismo, fase suprema del capitalismo e in alcune altre opere, egli ha messo in luce le caratteristiche essenziali dell'imperialismo e sulla sua posizione storica in base agli avvenimenti verificatisi alla fine del XIX secolo e all'inizio del XX nei principali paesi capitalisti.

È il nostro grande Leader Kim Il Sung che ha formulato una teoria nuova e perfetta dell'imperialismo.

Noi dobbiamo, a partire dalle idee e dalle teorie eminenti del nostro grande Leader Kim Il Sung, analizzare l'imperialismo contemporaneo per evidenziare con esattezza le sue caratteristiche essenziali e la sua natura aggressiva e confutare i sofismi degli opportunisti in merito.

15 gennaio 1962
Analizzare e definire esattamente l'imperialismo contemporaneo e far chiarezza sulla sua natura aggressiva è di grande importanza al fine di elaborare una strategia e una tattica pertinenti per la rivoluzione di ogni paese e per la rivoluzione mondiale e per affrettare la loro vittoria.

Ciò è urgente tanto più oggi che ci troviamo faccia a faccia con gli imperialisti americani e i revisionisti abbelliscono e imbellettano l'imperialismo.

Marx ed Engels non hanno potuto spiegare il problema dell'imperialismo. Poiché hanno militato nel periodo del capitalismo premonopolistico, non hanno potuto vedere l'imperialismo né, dunque, discuterne.

È Lenin che ha avanzato per primo la teoria dell'imperialismo. Nell'Imperialismo, fase suprema del capitalismo e in alcune altre opere, egli ha messo in luce le caratteristiche essenziali dell'imperialismo e sulla sua posizione storica in base agli avvenimenti verificatisi alla fine del XIX secolo e all'inizio del XX nei principali paesi capitalisti.

È il nostro grande Leader Kim Il Sung che ha formulato una teoria nuova e perfetta dell'imperialismo.

Noi dobbiamo, a partire dalle idee e dalle teorie eminenti del nostro grande Leader Kim Il Sung, analizzare l'imperialismo contemporaneo per evidenziare con esattezza le sue caratteristiche essenziali e la sua natura aggressiva e confutare i sofismi degli opportunisti in merito.

1. Le caratteristiche dell'imperialismo contemporaneo
Il punto di partenza dell'analisi dell'imperialismo contemporaneo consiste nell'evidenziare ciò che lo distingue da quello del passato, condizione per risolvere correttamente tutti gli altri problemi che lo riguardano.

Un'analisi scientifica delle caratteristiche dell'imperialismo contemporaneo implica che si faccia luce sulle sue fondamenta, i cambiamenti verificatisi nel dominio coloniale e i segnali rilevati nei rapporti tra paesi imperialisti.

L'imperialismo contemporaneo poggia sul capitalismo monopolistico di Stato. Da questo punto di vista, esso si distingue da quello del passato che si basava semplicemente sul dominio dei monopoli. Se il capitalismo monopolistico di Stato si dimostrava temporaneo e parziale in passato, oggi è divenuto un fenomeno universale.

Man mano che si aggrava la crisi politica ed economica dell'imperialismo, i grandi monopoli detengono il potere statale e si orientano verso la fascistizzazione del regime politico borghese e una combinazione intima della forza del capitalismo monopolistico con l'autorità statale. Essi tengono in mano le leve di comando dell'economia e il potere statale e si servono dell'apparato dello Stato per ingerirsi su tutti i piani nella vita politica ed economica del paese, allo stesso modo di come cercano la soluzione della crisi economica nella militarizzazione dell'economia e la corsa agli armamenti. Essi mettono l'economia sulla via militare e spingono il paese verso l'aggressione e la guerra; è il modo di realizzare un elevato profitto monopolistico e di mantenere il loro sistema di dominio. Detentori del potere statale, essi tendono a rendere estremamente reazionario l'insieme della vita sociale e principalmente politica, economica e culturale. La detenzione dell'economia e della politica e la decisione della politica interna ed estera ad opera dei grandi monopoli sono la base politica ed economica dell'imperialismo contemporaneo.

Che l'imperialismo contemporaneo si appoggia sul capitalismo monopolistico di Stato significa che la sua situazione si è aggravata, non che è migliorata. Il capitalismo monopolistico di Stato è l'ultimo stadio del capitalismo e l'ultimo punto d'appoggio degli imperialisti.

L'imperialismo contemporaneo pratica altresì una politica neocolonialista.

L'aggressione oltreoceano e la dominazione coloniale rientrano nella natura fondamentale dell'imperialismo, ma la forma e il metodo di questa dominazione cambiano secondo le condizioni storico-sociali.

Oggi, allorquando il sistema di dominazione coloniale dell'imperialismo è rapidamente crollato in seguito alla trasformazione del socialismo in un sistema mondiale e allo slancio senza precedenti che ha preso la lotta di liberazione nazionale nei paesi coloniali, gli imperialisti non sono più in condizione di dominare apertamente le loro colonie. Così hanno scelto di far dono della “indipendenza” ai paesi colonizzati e di praticare una politica di asservimento coloniale dissimulato nei loro confronti servendosi dei propri fantocci.

Gli imperialisti rafforzano la loro pressione e la loro ingerenza sui paesi di nuova indipendenza e impegnati sulla via dello sviluppo nazionale e, se questi non vanno loro a genio, incitano i loro lacchè a effettuare un colpo di Stato reazionario per mettere in piedi un regime fantoccio.

Gli imperialisti praticano la loro politica colonialista asservendo sul piano economico i paesi di nuova indipendenza: essi li tengono in pugno sul piano economico vagheggiando “aiuti”, vi aprono la via per l'espansione oltreoceano del loro capitale monopolistico, saccheggiano le loro abbondanti risorse naturali e ostacolano lo sviluppo della loro economia nazionale per mezzo dell'esportazione di capitali e delle concessioni coloniali.

Gli imperialisti rafforzano l'offensiva ideologica e culturale reazionaria per paralizzare la coscienza dell'indipendenza nazionale e combattiva dei popoli dei paesi di nuova indipendenza e concludono con questi ultimi vari accordi militari sotto il manto dell'“anticomunismo” e della “sicurezza reciproca” per controllarli manu militari e farne proprie basi militari.

Questi sono i principali metodi neocolonialisti dell'imperialismo contemporaneo.

Il neocolonialismo si identifica, per sua natura, col vecchio colonialismo. La differenza tra loro risiede nel metodo di dominazione coloniale più astuto e subdolo del nuovo colonialismo.

La politica colonialista che gli imperialisti americani praticano attualmente in Corea del Sud è un esempio di neocolonialismo: essi vi hanno fabbricato un regime fantoccio, hanno completamente asservito la sua economia per mezzo degli “aiuti”, sopprimono i begli usi e costumi della nostra nazione imponendovi lo stile di vita americano e vi fanno stazionare le loro truppe per il loro dominio coloniale.

Anche nell'ambito delle relazioni tra paesi imperialisti, l'imperialismo contemporaneo presenta delle differenze col passato.

Precedentemente, i paesi imperialisti si trovavano contrapposti in gravi contraddizioni e conflitti d'interesse. Ma la situazione interna dell'imperialismo è cambiata con la Seconda guerra mondiale. Tra le potenze imperialiste, la Germania fascista, l'Italia e il Giappone sono stati sconfitti e la Francia e la Gran Bretagna sensibilmente indebolite, mentre gli Stati Uniti si sono ipertrofizzati sul piano economico e militare.

Nel 1948 gli Stati Uniti detenevano il 53,9% della produzione industriale e il 74,5% della quantità di oro nel mondo capitalista, potenziale economico tramite il quale hanno sospinto altri paesi imperialisti al rango di debitori a loro profitto e li hanno catturati nella trappola degli “aiuti” di natura aggressiva.

Traendo profitto dalla loro potenza e dalla situazione estremamente sfavorevole degli altri paesi imperialisti, gli Stati Uniti si sono eretti a capifila dell'imperialismo mondiale, rivelando la loro ambizione di tenere in pugno il mondo capitalista e di conquistare il mondo, mentre gli altri paesi imperialisti, privati della loro antica sfera d'influenza ed estremamente indeboliti, tentavano, pur rimettendosi agli Stati Uniti imperialisti, di mantenere il loro sistema di dominazione prossimo al crollo.

Così, l'ambizione all'aggressione degli Stati Uniti e l'aspirazione degli altri paesi imperialisti a mantenere il loro sistema di dominio sotto il patrocinio degli Stati Uniti si sono unificate, giungendo alla riorganizzazione del sistema imperialista con gli Stati Uniti alla testa.

Questa riorganizzazione si esprime nel fatto che gli Stati Uniti trasformano gli altri paesi imperialisti in strumenti per la loro politica d'aggressione sotto la parola d'ordine ingannevole della “salvaguardia del mondo libero”, che, sul piano economico, li sottomettono tramite gli “aiuti” e impongono loro il dollaro come moneta di riferimento per il mondo capitalista e che, sul piano militare, creano vari blocchi militari di natura aggressiva che essi controllano, standardizzando il materiale militare e tecnico e il sistema di telecomunicazione militare.

L'imperialismo contemporaneo, che si avvia alla sua fine, compie sforzi disperati.

Gli Stati Uniti, capifila dell'imperialismo, hanno subito a più riprese una crisi economica, prima e dopo la Seconda guerra mondiale, e si scontrano oggi con la lotta energica dei lavoratori contro l'oppressione e lo sfruttamento del capitale monopolistico. Essi hanno subito una grave disfatta politica e militare nella guerra di Corea, inizio del loro declino. Oggi, dappertutto nel mondo, esis sono attaccati, precipitandosi verso la loro rovina.

Anche gli altri paesi imperialisti si ingolfano ogni giorno di più nel pantano, affrettando la loro fine. Gli imperialisti hanno perso quasi tutte le loro vecchie colonie in Asia e in Africa e non sono più in grado di sfruttare e saccheggiare a loro piacimento i popoli degli altri paesi come lo facevano in passato.

In una parola, i paesi imperialisti con a capo gli Stati Uniti si trovano di fronte alla rovina generale.

E tuttavia, più l'agonia degli imperialisti si intensifica, più compiono sforzi vani. Attualmente, con gli americani alla testa, essi manovrano disperatamente per trovare una soluzione nell'aggravamento della tensione internazionale e la provocazione di una nuova guerra e si orientano verso un'avventura più pericolosa. All'interno, fascistizzano sempre più il regime sociopolitico e reprimono crudelmente le rivolte rivoluzionarie delle masse popolari, mentre in molte parti del mondo si danno a incessanti ingerenze e manovre bellicose.

L'imperialismo contemporaneo non potrà uscirne malgrado i suoi sforzi disperati e verrà il giorno in cui scomparirà dalla scena della storia.

Ciò detto, l'imperialismo contemporaneo poggia sulla base politica ed economica che è il capitalismo monopolistico di Stato e non semplicemente sui monopoli; poggia sul neocolonialismo e non sul vecchio colonialismo; si trova riorganizzato nella dipendenza dagli Stati Uniti e non più giustappostovi; va rapidamente alla sua rovina malgrado sforzi disperati, lungi dal crescere e dal rafforzarsi.

2. La scelleratezza e la perfidia dell'aggressione attuale dell'imperialismo
L'aggressione e il saccheggio sono nella natura dell'imperialismo; non esiste imperialismo che se ne liberi. Certo, aggressioni e saccheggi esistono da prima dell'imperialismo, ma sono continuati più apertamente e ulteriormente rafforzati nell'epoca dell'imperialismo. Essi sono indispensabili per il mantenimento del suo status ad opera del capitale monopolistico e la sussistenza dell'imperialismo.

Dalla sua nascita ai giorni nostri, l'imperialismo non ha mai cessato di darsi all'aggressione e al saccheggio. Il suo metodo di aggressione attuale differisce da quello del passato in una certa misura. Se prima, allorquando gli imperialisti occupavano la maggior parte del mondo, costoro non cessavano di battersi accanitamente per maggiori interessi economici e più colonie, oggi essi orientano le loro aggressioni e i loro interventi verso la distruzione e la soppressione delle forze rivoluzionarie, soprattutto i paesi socialisti.

È così che gli imperialisti con gli americani alla testa si dimenano per mantenere il loro sistema prossimo al crollo. All'interno, con la parola d'ordine truffaldina della “minaccia del comunismo”, reprimono i partiti e le organizzazioni sociali democratiche e soprattutto il partito comunista, instaurando il sistema fascista, mentre all'esterno, sotto la direzione degli americani, essi si orientano verso la formazione di un “fronte anticomunista”. Se, dopo la guerra, gli Stati Uniti hanno creato dei blocchi militari di natura aggressiva come la NATO, il CENTO e il SEATO e riarmano i militaristi giapponesi e i revanscisti tedesco-occidentali, cercando di creare il focolaio di una nuova guerra e a farne delle truppe d'assalto in una nuova guerra d'aggressione, è perché mirano ad attaccare i paesi socialisti.

Per realizzare questa ambizione aggressiva essi mettono in moto tutti i loro mezzi. Rafforzano la militarizzazione dell'economia e la corsa al riarmo e aggravano la tensione internazionale, provocando in molti paesi “guerre locali” e “guerre speciali” e affannandosi per scatenare la “guerra totale”. Intervengono direttamente o tramite i loro paesi satelliti e fantocci nella guerra d'aggressione per la soppressione delle forze rivoluzionarie. Se non si sentono all'altezza per sopprimere le forze rivoluzionarie, cercano di raggiungere il loro obiettivo mobilitando però i loro satelliti, come già gli Stati Uniti hanno istigato la Gran Bretagna, la Francia e Israele a mobilitarsi per la guerra contro l'Egitto e hanno condotto i loro quindici satelliti1 a partecipare alla guerra di Corea. Gli imperialisti americani, capifila dell'imperialismo contemporaneo, hanno, nella guerra di Corea, brutalmente massacrato gli abitanti pacifici e ridotto le città e le campagne in cenere. Essi commettono atti di barbarie dovunque nel mondo e soprattutto in America Latina, nel Sudest asiatico, nel Medio e nell'Estremo Oriente.

La scelleratezza dell'aggressione dell'imperialismo contemporaneo è sostenuta dalla perfidia che si manifesta nelle sue manovre subdole per minare dall'interno i paesi socialisti e altre forze rivoluzionarie sotto il manto della “pace” e della “cooperazione”.

Se, precedentemente, gli imperialisti attaccavano apertamente manu militari dei paesi piccoli e deboli per appropriarsi dei loro diritti economici o trasformarli in colonie, oggigiorno essi ricorrono alla tattica perfida doppiogiochista, la spada in una mano e il ramoscello d'olivo nell'altra.

Ciò perché non sono in grado di opporsi frontalmente alle forze rivoluzionarie e perché delle correnti opportuniste hanno fatto la loro comparsa in seno al movimento comunista internazionale.

Gli imperialisti incitano i revisionisti a rinunciare alla lotta rivoluzionaria e tramano in ogni maniera per minare dall'interno le forze rivoluzionarie sotto la bella insegna della “pace” e della “amicizia”.

La loro “strategia di pace” è quella della guerra a rovescio e un piano d'aggressione perfido e subdolo. Dietro alla “pace” e alla “amicizia” di cui parlano gli imperialisti vi è un disegno di distruzione, disturbo, aggressione e intervento. Per rendersene conto, è sufficiente ricordarsi che gli imperialisti americani non hanno chiuso alcuna delle basi militari installate nel mondo, ma aumentano sistematicamente le loro truppe di stanza all'estero senza mai ritirarle.

Gli imperialisti adottano apparentemente come parola d'ordine la “pace” e la “amicizia” ma in pratica si affrettano nei preparativi di una nuova guerra. Si può trovarne l'espressione nel fatto che le spese militari degli Stati Uniti aumentano ogni anno.

Se gli Stati Uniti avevano effettuato delle spese militari dirette di un miliardo di dollari nel corso dell'anno fiscale 1937-1938, essi le hanno portate a 43,9 miliardi di dollari nell'anno fiscale 1951-1952, mentre erano in piena guerra d'aggressione contro la Corea. Neanche dopo la fine di questo conflitto le hanno ridotte, aumentandole ancora a 47,5 miliardi di dollari nell'anno fiscale 1960-1961.

È più che evidente che queste immense spese militari non mirano alla “pace” e alla “cooperazione” di cui parlano.

Tutti questi fatti provano che l'imperialismo contemporaneo si dà a manovre perfide e odiose per realizzare le sue ambizioni d'aggressione.

3. Il carattere reazionario dell'opinione dei revisionisti che negano la natura aggressiva dell'imperialismo
Se si vuol far sparire una volta per tutte l'imperialismo e veder progredire energicamente la rivoluzione mondiale, si devono sventare completamente le manovre dei revisionisti moderni che lo abbelliscono, lo imbellettano e diffondono illusioni su di esso.

Essi negano la sua natura aggressiva chiamandola “razionale”. Essi affermano che gli imperialisti non vogliono più la guerra e che considerare l'imperialismo come aggressivo è una vecchia formula. Pretendendo che sia giunta una nuova epoca in cui tutti i paesi possano vivere procedendo a un'edificazione pacifica, essi professano la “coesistenza pacifica” e dei buoni rapporti con l'imperialismo.

Tutte le loro affermazioni sono basate sull'opinione reazionaria secondo la quale la natura aggressiva dell'imperialismo è cambiata. Poiché i revisionisti credono che l'imperialismo non è aggressivo ma “razionale”, essi rinunciano a lottare contro di esso e giustificano ogni sorta di teorie e pratiche opportuniste e controrivoluzionarie.

Dire che l'imperialismo non è aggressivo ma “razionale” è un sofisma.

I revisionisti pretendono che gli imperialisti rinunceranno ai loro tentativi di aggressione perché le forze rivoluzionarie mondiali, e in primo luogo le forze socialiste, sono incomparabilmente aumentate; è un'affermazione di un'assurdità senza pari.

Come tutti i fenomeni, l'imperialismo non cambierà di natura allo stesso modo di come non cambierà la sua essenza, per quanto grandi siano le forze rivoluzionarie. L'incremento dei paesi socialisti e di altre forze rivoluzionarie può dissuadere gli imperialisti dallo scatenare la guerra a loro piacimento, ma non modificare la loro stessa natura aggressiva. Essi non rinunceranno mai all'aggressione e al saccheggio dinanzi a questa crescita, ma ricorreranno a un metodo più perfido e subdolo.

I revisionisti pretendono che, poiché la comparsa delle armi nucleari trasformerebbero ogni guerra in una guerra termonucleare che, secondo loro, rovinerebbe anche i miliardari, pure gli imperialisti sarebbero portati a pensare in maniera “razionale” e a comportarsi con “discernimento”; è un sofisma. La forza distruttrice di questa guerra termonucleare non può modificare la loro natura aggressiva. Lungi dal mostrarsi “razionali” per la paura di questo potere distruttivo, essi minacciano e soggiogano i popoli del mondo con le armi nucleari.

In breve, intimiditi dalla politica di ricatto nucleare degli Stati Uniti imperialisti, i revisionisti non pensano che a inginocchiarsi davanti agli imperialisti americani, a disarmare il popolo e abbandonare la lotta.

In secondo luogo, i revisionisti moderni affermano che, avendo le sue forze produttive raggiunto un elevato livello di sviluppo, l'imperialismo non ha più bisogno di cercare delle colonie ma è invece pronto ad accordare “assistenza” ai paesi sottosviluppati.

Gli imperialisti sono infinitamente ingordi e più s'ingrassano, più diventano avidi. L'economia imperialista non è strutturata in modo che il ciclo produttivo si svolga all'interno di uno stesso paese. Di conseguenza, più le sue forze produttive raggiungono un grado di sviluppo elevato, più essa esige fonti di materie prime e mercati.

L'“aiuto” accordato dagli imperialisti ai paesi sottosviluppati è una falsità. È di dominio pubblico che questo “aiuto” è, per sua natura, l'insediamento del capitale monopolistico all'estero a nome dello Stato e che questo serve da strumento a un'aggressione e a un asservimento maggiori.

I revisionisti moderni, parlando di un imperialismo “razionale”, pretendono che la salita al potere di un politico borghese “assennato” porterebbe alla modifica della politica imperialista. È la ragione per la quale essi contavano ancora di recente su Eisenhower e basano adesso le loro speranze su Kennedy.

Poiché non esiste politica separata dall'economia, non esiste politico borghese separato dal miliardario. Nella società imperialista il politico borghese è il portavoce dei capitalisti monopolisti e il loro valletto.

La politica esercitata dallo Stato imperialista serve un pugno di grandi capitalisti monopolistici, quindi non ci si può attendere da parte sua alcuna politica che vada contro gli interessi dei miliardari.

Per citare solo gli Stati Uniti, i loro vari presidenti non erano che fedeli portavoce dei miliardari, degli autori della politica d'aggressione e di guerra e dei guerrafondai tristemente noti. Stesso vale per Eisenhower o Kennedy, sui quali i revisionisti hanno contato o contano. Dalla sua salita al potere, il primo ha tentato di lanciare una “nuova offensiva” su larga scala nella guerra di Corea e poi ha seguito invariabilmente la linea dell'aggressione. Il secondo, pure, qualche mese dopo la presa del potere, ha lanciato l'attacco contro Playa Girón a Cuba e ha richiesto al Congresso la spesa militare maggiore dalla guerra di Corea, senza abbandonare un solo istante la politica di guerra.

Quindi, l'opinione dei revisionisti i quali pretendono che l'imperialismo abbia rinunciato ai suoi disegni d'aggressione per mostrarsi “razionale” è un sofisma reazionario e capitolazionista da cima a fondo.

L'imperialismo non cambierà mai la sua natura aggressiva come il lupo non può trasformarsi in agnello. Non può rinunciare all'aggressione e alla guerra e fintantoché resterà su questo pianeta, il pericolo di guerra non scomparirà mai. Che non cambia nella sua natura né rinuncia all'aggressione e al saccheggio non significa che la guerra sia inevitabile e sia impossibile prevenire la sua aggressione. L'umanità può prevenirla e mantenere la pace anche sussistendo gli imperialisti e ciò se tutte le forze rivoluzionarie del mondo, le forze socialiste in primo luogo, si uniscono per arrestare e sventare tutte le loro manovre d'aggressione di guerra e tarpar loro le ali.

Che le forze rivoluzionarie mondiali si uniscano strettamente per arrestare e sventare tutte le manovre d'aggressione e di guerra degli imperialisti e smascherare e fare a pezzi i sofismi controrivoluzionari dei revisionisti moderni è un compito attuale importante per rafforzare la lotta antimperialista e far progredire la rivoluzione mondiale.

Dobbiamo darci fortemente da fare per l'unione di tutte le forze rivoluzionarie mondiali, soprattutto quelle socialiste, e lottare energicamente sotto la bandiera rivoluzionaria antimperialista e antiamericana per cacciare gli aggressioni americani dalla Corea del Sud e realizzare la vittoria mondiale e per far poi sparire una volta per tutte l'imperialismo dal mondo e portare a compimento la rivoluzione mondiale.

NOTE


1 I quindici paesi che hanno preso parte alla guerra di Corea su istigazione degli Stati Uniti imperialisti: la Gran Bretagna, la Francia, i Paesi Bassi, il Belgio, il Lussemburgo, la Grecia, il Canada, la Turchia, l'Etiopia, il Sudafrica, le Filippine, l'Australia, la Nuova Zelanda, la Thailandia e la Colombia.

─ Kim Jong Il, Opere scelte, vol. 1 (edizione ampliata), Casa Editrice in Lingue Estere, Pyongyang 2014, pp. 123-133 ed. fr.

Marco Tumminaro KFA16 maggio 2020 07:40
Testo illuminante,da diffondere il più possibile

Jean25 maggio 2020 09:44
Particolarmente importante in quanto è l'analisi dell'imperialismo più scientifica e sistematica dopo quella di Lenin, però aggiornata agli sviluppi dell'epoca moderna e in un periodo storico molto più vicino al nostro.


Eredità dell'uomo delle nevi, l'eterno segretario KIM JONG IL a nove anni dalla sua scomparsa
17 Dic 2020

RETAGGIO DI KIM JONG IL

Roberto Gessi
Direttore del mensile La VOCE
Membro del direttivo G.A.MA.DI.
È sempre difficile descrivere l'eredità della stirpe di KIM IL SUNG, costruttore di una nuova Corea democratica, di un paradiso popolare sui detriti post-bellici, per le innumerevoli aree in cui il loro rivoluzionario contributo è stato una solida pietra angolare per la costruzione di una nazione prospera e potente.
L'ecletticità del caro leader KIM JONG IL, poeta, musicista, filosofo, coreografo, economista, impareggiabile statista, elettromeccanico, informatico, conquistatore dei cuori della propria gente fondendosi in un unico monolite, cinefilo, sportivo, amministratore, intellettuale senza pari, rivoluzionario difensore della patria, popolarizzatore dell’esercito e del partito, facendone entità armoniose e materne, strenuo propugnatore dell’unificazione della Corea, rende ancora più ardua l'individuazione di un retaggio specifico.
Dighe, sistemazione di corsi d'acqua, cura dei boschi, ampliamento dell'attività ittica, costruzione di villaggi contadini in molte aree rurali, incremento dell'industria manifatturiera ed alimentare, modernizzazione delle fabbriche dell'industria pesante e leggera, sviluppo della ricerca in ogni campo, imprese monumentali senza precedenti, tecnologia CNC, che tanti sacrifici gli sono costati..., non vi è campo in cui KIM JONG IL non abbia fornito il proprio ineguagliabile contributo.
"KIM JONG IL è stato un patriota impareggiabile; amava il suo Paese e il popolo coreano più ardentemente di chiunque altro, e ha dedicato tutta la sua vita al raggiungimento della prosperità della Corea e alla felicità delle persone: applicava integralmente il suo patriottismo nelle sue attività pratiche per costruire un Paese fiorente" afferma KIM JONG UN.
Il patriottismo non è un concetto astratto.
Comincia a casa, nasce dall'amore per i propri genitori, il coniuge e i figli, la casa, il villaggio, il posto di lavoro e i propri simili.
KIM JONG IL è stato il maestro della rivoluzione Juche, in quanto ha usato la brillantezza dei suoi numerosi talenti per sistematizzarla in un quadro filosofico compiuto: l'amore per il suo Paese era sconfinato e ha continuato a servire il suo popolo fino all'esalazione del suo ultimo respiro.
"I cambiamenti epocali effettuati nel Paese guidato da KIM JONG IL e le orgogliose realtà sviluppate per una più prospera Corea di Songun sono tutti frutti preziosi del suo nobilitante patriottismo" afferma KIM JONG UN.
La sua devozione altruistica per la prosperità del Paese e la felicità delle persone proveniva dalla sua assoluta fiducia nella sua gente e alla sua infrangibile fiducia nella giustezza e nella vittoria del sistema socialista.
Solo l'incrollabile fiducia e l'amore genuino senza impedimenti producono quella devozione che KIM JONG IL aveva per il proprio popolo e un nobilitante senso di missione.
"Le persone sono il mio Dio" affermava lo stesso KIM JONG IL.
Per esprimere la sua volontà patriottica affermava che per la sua gente avrebbe potuto cogliere una stella dal cielo o far crescere i fiori dalle rocce.
KIM JONG IL fu una potente forza motrice che infuse coraggio e vigore nell'esercito, nel partito e nel popolo tutto, fu una bussola di brillante chiarezza nel guidarli ed educarli nella lotta e nel patriottismo socialista.
La sua ideologia e le sue politiche saranno una guida permanente nei principi della rivoluzione e una bandiera per la vittoria nella pratica rivoluzionaria.
Pertanto, in conclusione, se dovessi trovare un valore prevalente nel retaggio dell'amato eterno segretario generale KIM JONG IL, sceglierei il suo modo di essere patriottico, il patriottismo di cui è impregnato tutto il kimjongilismo.
Il patriottismo di KIM JONG IL è davvero una preziosa eredità spirituale lasciata ai popoli di tutto il mondo perché se la facciano propria a modo proprio e un esempio pratico per tutti noi.
Il patriottismo può essere paragonato a una pietra preziosa.
Proprio come una pietra preziosa continua a brillare anche sotto terra, afferma KIM JONG UN: il patriottismo è anche quando si mette a dimora una pianta o quando si offre il proprio sudore scavando la terra con una vanga per bonificare un sito, dedicandosi alle costruzioni, o portando un fardello sulle spalle, anche quando non si è visti o apprezzati, non solo alle manifestazioni, ma anche quando si viene lasciati soli su isole lontane o nella profondità delle montagne.
Nel mondo siamo tutti invitati dall'esempio di KIM JONG IL a profondere un bruciante entusiasmo patriottico, ad essere completamente entusiasti del patriottismo con l’intensità con cui ci si dedicava KIM JONG IL, che accendeva gli animi di patriottismo trionfante e soprattutto diffondeva con l'educazione queste benefiche fiamme del patriottismo negli animi degli studenti e delle giovani generazioni.

L'eterno Segretario KIM JONG IL a nove anni dalla sua scomparsa

Jean-Claude Martini
Direttore del Centro Studi Italiano sul Juche
Tra pochi giorni commemoreremo il 9° anniversario della scomparsa improvvisa del caro Dirigente Kim Jong Il.
Egli ci lasciò nella mattinata del 17 dicembre 2011 sul treno in cui spesso alloggiava, nel viaggio infinito di direzione sul campo che ha compiuto invariabilmente per anni, al fine di costruire uno Stato potente e prospero sulla terra di Corea. Il Presidente Kim Jong Il stava infatti dirigendosi, quella mattina, nel nord del paese, per ispezionare un'unità militare. Si può quindi dire davvero e in senso letterale che il compagno Kim Jong Il, nel suo viaggio di devozione infinita, ha speso tutta la sua vita per il popolo sino all'ultimo secondo.
Nella sua natura di uomo poliedrico, di grande mecenate, egli recitò una poesia sulla collina Ryongnam, ove è ubicata l'Università Kim Il Sung, che di fatto costituì un programma non solo per il suo percorso universitario (la declamò spontaneamente l'1 settembre 1960, il suo primo giorno di università), ma anche per il futuro; egli ancora non era neanche membro del Partito, poiché vi sarebbe entrato solo l'anno dopo. La poesia, quella che più di tutte mi ha colpito, recita come segue:

«Sulla cima della collina Ryongnam impregnata nel sole nascente
Svetto sui tremila ri della Corea
Ispirandomi alle grandi idee del Leader
Io guiderò la rivoluzione coreana
Oh, Corea, io ti farò onore!

Sotto la virtuosa direzione del grande Leader
Contro venti e maree, io marcerò sulla via del Juche
Guiderò la Corea verso l'avvenire
Oh, Corea, io ti farò onore!

L'opera del Sole rischiara l'universo
Io la continuerò sotto il suo bagliore
Anticiperò l'instaurazione del comunismo
E l'alba del Juche illuminerà il nostro pianeta
Oh, Corea! Mia cara Corea!»1
__________________________________
1 Kim Jong Il, Opere scelte, vol. 1 (edizione ampliata), Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 2014, pag. 11 ed. fr.
Ad avermi impressionato, di questo componimento, non è tanto l'alto lirismo e nemmeno lo spirito patriottico che la caratterizza (comunque inusuali per un ragazzo di 18 anni, quanti ne aveva a quel tempo), quanto il fatto che nei 51 anni successivi della sua vita egli vi si è attenuto con la massima coerenza, quasi come se avesse sempre ricordato quel momento o come se ne avesse tenuto il testo sulla scrivania ove lavorava.
Molti di noi hanno capito solo negli anni successivi quale grande uomo, quale insigne statista e impareggiabile patriota l'umanità intera, e non solo il popolo coreano, abbia perso. Il patriottismo di Kim Jong Il ha forgiato e continuerà a forgiare anche in avvenire le generazioni di giovani coreani nella lotta per la riunificazione indipendente della penisola coreana, sulla base dei tre principi di indipendenza, grande unità nazionale e riunificazione pacifica enunciati a suo tempo dal Presidente Kim Il Sung. Il patriottismo di Kim Jong Il, unito alla saggia direzione dello stimato compagno Kim Jong Un, è ciò che permette alle nuove generazioni coreane di crescere e di formarsi sulla base di sani principi rivoluzionari in base ai quali la bandiera rossa non deve mai venir ammainata, a prescindere dal tempo che passi. Si tratta di una grande e preziosissima lezione che i compagni coreani hanno imparato dalla degenerazione ideologica e morale causata negli ex paesi socialisti dalla direzione dei revisionisti moderni, per colpa della quale, con l'aumento dei beni di consumo e del benessere delle masse popolari, a cui hanno contribuito in primo luogo i benefici della società socialista, le persone non volevano più continuare la rivoluzione ma miravano alla casa privata, all'auto di lusso, a una vita comoda e tranquilla scimmiottando i coetanei occidentali e la loro cultura borghese. La fiera gioventù della Corea socialista è un glorioso contraltare a questo decadente stato di cose.
È grazie principalmente all'opera del grande Dirigente, compagno Kim Jong Il, che la Corea di oggi è divenuta una potenza nucleare indipendente che svetta nel mondo. La sua direzione basata sul Songun ha reso possibile l'edificazione di un potente esercito capace di difendere i confini del paese contro ogni eventuale aggressione imperialista, indipendentemente dalla parte da cui provenga, così come ha dato un possente sviluppo alla scienza e alla tecnica nella RPDC. I comunisti devono interessarsi dei problemi della scienza e della tecnica: questo è il monito lanciato dal caro Dirigente negli anni '90, allorquando investì virtualmente tutti i fondi statali nei macchinari CNC per assicurare e coordinare un più rapido sviluppo economico al paese, che allora si trovava negli anni più duri dell'Ardua Marcia forzata. Si trattò di un investimento vincente, geniale, fatto all'insegna della celebre parola d'ordine «Viviamo per l'avvenire e non solo per il presente!», dopo aver brutalmente stroncato ogni speranza di “evoluzione pacifica” degli imperialisti dicendo loro chiaramente: «Non aspettatevi alcun cambiamento da me» e alle nuove leve raccomandò: «Mantenete i piedi ben saldi su questa terra e guardate al resto del mondo!», un'ottima sintesi di patriottismo e di internazionalismo, di ideologia e di senso pratico, di difesa delle proprie tradizioni e dei principi rivoluzionari combinata alla necessità pragmatica di agire nel mondo odierno. Un felice connubio che continua a tutt'oggi, a un decennio e passa di distanza, a fare le fortune della Corea socialista.
Per parte nostra, dobbiamo continuare a studiare le sue opere con rinnovato vigore, tenendo presenti i grandi contributi alla scienza comunista che Kim Jong Il ha dato; egli è stato tra i primi dirigenti comunisti a comprendere in tutta la sua importanza la svolta che lo sviluppo dell'industria informatica ha inaugurato per il mondo (l'altro è stato Fidel Castro). Il caro Dirigente, però, è stato l'unico ad analizzarlo compiutamente da un punto di vista scientifico e in correlazione col marxismo, ciò che rende una pietra miliare del suo pensiero e dei suoi contributi teorici lo storico discorso che egli tenne l'11 marzo 2001 ai quadri dirigenti del Comitato Centrale del Partito e che va sotto il titolo Il XXI secolo è l'epoca dell'industria informatica; contiamo di pubblicarlo nella sua traduzione italiana fra tre mesi, in occasione del ventesimo anniversario della sua pubblicazione, per renderlo integralmente fruibile al pubblico italiano.
Esprimiamo la speranza di poter organizzare una grande iniziativa pubblica e in presenza per l'anno prossimo, nel quale cadrà il 10° anniversario della sua mai troppo rimpianta scomparsa.
Firenze, 3 dicembre 2020


GLORIA ETERNA PER IL ”CARO LEADER” KIM JONG IL

Quando nel 1994 scomparve il “grande leader” ed “eterno Presidente” della Repubblica Popolare Democratica della Corea KIM IL SUNG, i soliti uccelli del malaugurio occidentali, e il solito stuolo di giornalisti corrotti, avevano preconizzato un rapido dissolvimento della Repubblica Popolare.
La Repubblica era sta fondata da KIM IL SUNG dopo una durissima guerra partigiana vittoriosa contro l’invasore giapponese ed aveva resistito all’aggressione dell’Imperialismo USA durata dal 1950 al 1953. Si era sviluppata sia nel settore agricolo, che in quello industriale, quello tecnologico e della difesa, nonostante le immani devastazioni operate dai bombardamenti dell’esercito USA. Ma nel 1994 la situazione mondiale risultava molto delicata e sfavorevole a causa della caduta dell’Unione Sovietica che in passato era stata a fianco della Corea Popolare e della situazione di incertezza politica esistente anche in Cina, Paese che attraversava una fase di transizione politica ed economica. Inoltre una serie di gravi inondazioni aveva messo in pericolo le forniture agricole.
Tuttavia la direzione politica della Repubblica fu presa nelle salde mani di KIM JONG IL, figlio di KIM IL SUNG, e continuatore della sua opera. KIM JONG IL, già membro dell’Ufficio Politico del Partito dei Lavoratori della Corea e responsabile della Commissione Militare, poi capo dell’Esercito popolare, divenuto anche Segretario del Partito dei Lavoratori coreani, dette continuità alla politica del Juchè del padre (basata sull’indipendenza e l’autosufficienza nazionale nell’ambito di una politica socialista), che fu ridefinita anche col nome di “politica della Bandiera Rossa”.
Considerato anche da osservatori neutrali come un uomo politico intelligente, colto, ma anche pragmatico, Kim riuscì a sviluppare l’economia, e a creare una tecnologia nazionale moderna che ha reso possibile alla Corea di dotarsi anche di un arsenale atomico e di missili a medio raggio che hanno permesso al paese di difendere orgogliosamente la propria indipendenza. Le abili aperture diplomatiche, sempre però improntate ad una difesa senza compromessi dell’indipendenza nazionale, hanno permesso al Paese di instaurare anche alcuni proficui legami esteri.
KIM JONG IL è stato anche un letterato, un poeta ed un fine intellettuale amante delle arti. Ha scritto poesie e composto musica. Il suo lavoro indefesso a favore del popolo coreano gli ha procurato una grande popolarità riconosciuta anche dagli avversari della Corea Popolare ed il titolo affettuoso di “caro Leader”. Egli ha rinunciato ad assumere ufficialmente il titolo di “Presidente”, riservato al padre KIM IL SUNG, “eterno Presidente” della Corea Popolare. Alla sua morte per infarto nel 2011, mentre era impegnato in uno dei suoi frequentissimi viaggi nel Paese al servizio della comunità nazionale, ha lasciato all’attuale leader KIM JONG UN un Paese ancora più forte e orgoglioso della propria autonomia.
8 dicembre 2020 Vincenzo Brandi


AMATO LEADER!

Miriam Pellegrini Ferri
Presidente G.A.MA.DI.
Se non fosse per il gigante della storia, ossia KIM IL SUNG, io potrei serenamente dire che il mio Presidente preferito, quello che amo tantissimo da sempre è KIM JONG IL.
Li ami da quando è nato nelle gelide montagne Paskum dove il padre KIM IL SUNG e la madre la mia amata Kim Jong Suk erano partigiani che combattevano la mia stessa lotta contro il nazifascista impero nipponico.
KIM JONG IL un bambino bellissimo educato con amore, con scienza, con rispetto.
KIM JONG IL fu un Presidente potrei dire "perfetto" sotto ogni rapporto.
La sua costante lezione nei rapporti con i cittadini che lavoravano nelle diverse discipline e nei diversi campi sino ad una vera lezione di impegno globale preso verso il popolo.
I rapporti difficili con gli altri Paesi, la cura per l'intera Corea, nonostante la forzata prepotente minacciosa divisione voluta dai neo nazisti USA.
Nel suo meraviglioso globale impegno, sotto la sua presidenza il parlamento coreano ha decretato con decreto 7 aprile la mia amicizia, decreto da Lui firmato.
Si può facilmente capire cosa sia questo per me e per il G.A.MA.DI. di cui dalla fondazione sono Presidente.
Ecco cosa ha lasciato in me, vecchia combattente comunista, gramsciana, questo illuminato gigante della storia!
09/12/2020 Miriam Pellegrini Ferri.


Decennale scomparsa chairman KIM JONG IL
18 Dic 2021

In commemorazione del decimo anniversario della morte del Presidente Kim Jong Il

2011 - 17 dicembre - 2021: a dieci anni dalla scomparsa del Presidente KIM JONG IL

Iniziative della KFA Italia per il 10° anniversario della scomparsa del Presidente KIM JONG IL (15 e 17 dicembre)

DECENNALE SCOMPARSA CHAIRMAN KIM JONG IL

Roberto Gessi – direttore La VOCE organo di diffusione del G.A.MA.DI.
GRUPPO ATEI MATERIALISTI DIALETTICI
Reggio Emilia, 17/12/2021
L'indice di una sua biografia ne esalta le molteplici qualità umane: temperamento eroico, magnanimità e spirito combattivo, talento straordinario, capace di provare con semplicità naturale tutta la gamma dei sentimenti umani, dalla gioia alla tristezza, alla bruciante passione, uno stile di vita semplice e istintiva, nobiltà di principi, una grande capacità di mescolarsi alle folle, una grande capacità meditativa e una spiccata predisposizione per la lettura e per la musica, la vocazione di dirigente e la capacità di divenire un grande filosofo e di mettere l'Idea Juche all'apice della guida della sua epoca, a compendio d'un secolo di pensiero coreano, di elaborare la teoria del fucile e un'originale rivoluzione coreana fondata sul Songun, di indicare il cammino per la liberazione dei popoli oppressi, decano della politica, trascinatore di popoli, propugnatore della politica dell'amore e della fiducia da buon padre di famiglia, levatrice di prodigi agli appuntamenti della Storia, capace di convertire una scintilla in una fiamma, di gestione dei lavori senza indugi, profilo d'un generale senza pari per forza ideologica e morale, grande stratega, ricco di nobili virtù, artefice di una potente forza militare, dell'industria di difesa dell'indipendenza nazionale, di un Paese invincibile, castigatore senza pietà dei provocatori, edificatore di una nazione potente e prospera, capace di rinvigorire il fuoco per raggiungere l'apice del progresso, di salvaguardare la dignità nazionale con una volontà e una fede inebrianti, promotore della riunificazione della Corea, con una vita piena d'abnegazione patriottica, un'abnegazione ardente capace di superare qualsiasi ostacolo.
Questi sono i motivi per cui non ho saputo trattenere le lacrime quando ho visitato il mausoleo dei due Grandi Leader, KIM IL SUNG e KIM JONG IL, e li ho visti in piedi affiancati l'uno all'altro, padre e figlio i due più grandi eroi e filosofi che hanno saputo far fare un passo avanti alla scienza del materialismo dialettico, di Marx ed Engels.
Mi sono profondamente commosso di fronte al riconoscimento del merito, con il tributo manifestato dal proprio popolo a questi due Grandi della Storia, che tanto l'hanno amato, io non riesco a trattenere le lacrime per l'emozione condivisa.
Perché se dobbiamo riconoscere al Padre della Patria, KIM IL SUNG il grande merito di aver capito che doveva lasciare un erede istruito dai suoi insegnamenti per non far fare alla Corea Popolare la stessa fine che hanno fatto l'Unione sovietica e la Cina popolare: oggi la Corea popolare è l'unico socialismo popolare che non sia sceso a compromessi con il capitalismo.
Il grande merito di cotanto figlio, KIM JONG IL, è stato quello di unificare sempre di più il Partito, l'Esercito e il popolo, attuando e intensificando il progetto SONGUN ideato dal padre, KIM IL SUNG.
Il Partito del Lavoro di Corea resta incrollabile anche di fronte agli sconvolgimenti politici mondiali, resta alla guida della Corea Popolare mantenendo un socialismo adatto al proprio popolo ed anzi migliorandolo sempre di più.
Dove sta la sua forza? Questa forza si deve anzitutto alla dirigenza di KIM JONG IL, presidente del Comitato di Difesa Nazionale, che si è ispirato costantemente all'Idea Juche.
“Armiamoci ancora più fortemente delle idee rivoluzionarie del compagno KIM IL SUNG, nostro grande leader”, afferma KIM JONG IL dopo la morte del padre.
In secondo luogo KIM JONG IL ha realizzato l'unità tra il Partito e l'Esercito rivoluzionario, e quindi tra l'Esercito rivoluzionario e il suo popolo.
L'importanza primaria accordata da KIM JONG IL alla questione militare, sa,rà poi genialmente continuata dal suo successore KIM JONG UN, che dotando il proprio Paese della forza nucleare ha messo a tacere anche il grande nemico imperialista, gli USA, sempre nell'attuazione del progetto SONGUN.
L'Armata popolare è diventata sotto la guida di KIM JONG IL la forza principale della rivoluzione, la forza motrice del Paese, la garanzia di una adeguata difesa dell'indipendenza popolare, la spinta edificatrice del socialismo, l'interprete di una coerente ideologia rivoluzionaria e quindi occupa un posto di grande rilievo per il futuro sia durante il Governo dell'Amato Leader, che ancora ai giorni nostri, in quanto l'Armata rivoluzionaria rappresenta il Partito, lo Stato e il popolo promuovendo uno sviluppo del Paese ad un grado più elevato.
Afferma KIM JONG IL: ”Chi dice Partito rivoluzionario, dice Armata rivoluzionaria, chi dice Armata rivoluzionaria, dice rivoluzione. Preoccuparsi del Partito che è tutt'uno con l'Armata rivoluzionaria significa condurre, allo stesso tempo, sia l'edificazione del Partito che l'edificazione dell'Armata rivoluzionaria”.
Il dirigente KIM JONG IL sottolinea che l'Armata popolare dà l'esempio alla società per sostenere le teorie e le cause del Partito e che il popolo intero impara stando vicino all'Armata, che non manca nessuna occasione per dimostrare la propria vicinanza al popolo ed al suo leader: una tale Armata non teme confronti.
Si, io mi commuovo e vorrei essere coreano per apprezzare fin nelle minime sfumature i contributi dati da questi grandi leader in ogni campo, dalla filosofia alla musica, dalla poesia alla strategia militare, dalla progettazione ideologica e culturale alla progettazione industriale e scientifica.
Mio amato KIM JONG IL hai tutta la mia stima, la mia ammirazione e il mio amore.
Il tuo insegnamento è imperituro nel mio cuore e vivrai eternamente nei cuori del tuo amato popolo e di tutti i popoli che anelano alla propria indipendenza.

Discoso per iniziativa

Cari compagni,
Oggi siamo dunque giunti al decimo anniversario della scomparsa del grande Dirigente compagno Kim Jong Il.
In questi anni ci siamo tutti spesi molto per far conoscere la sua figura, la sua vita e la sua opera ai comunisti, ai sinceri democratici, ai veri progressisti e alle masse popolari, traducendo decine di suoi scritti e discorsi e diffondendoli in formato sia cartaceo che digitale. La sua è stata la vita di un rivoluzionario coerente, di un soldato leale e di un discepolo fedele del Presidente Kim Il Sung, col quale ha percorso chilometri e chilometri di terra coreana accompagnandolo nei suoi viaggi di direzione sul campo e persino nelle sue visite ufficiali all'estero, come in Indonesia nel 1965.
Egli ha assimilato e sviluppato le idee rivoluzionarie del Presidente Kim Il Sung sino a farne un sistema integrale di ideologia, teoria e metodo basato sul Juche e sintetizzato sotto il nome di Kimilsungismo. Ha difeso l'indipendenza, la sovranità e il socialismo in Corea nell'aspro periodo in cui il socialismo soffrì diverse battute d'arresto nell'ex Unione Sovietica e nell'Est Europa, ha combattuto il revisionismo kruscioviano e gorbacioviano facendo un bilancio scientifico e accurato della caduta del sistema socialista nei vari Paesi che lo edificarono e dando, su questa base, un nuovo slancio al movimento comunista internazionale che vagava allora nell'incertezza e nel disfacimento politico e organizzativo. Le sue idee e la sua politica del Songun hanno non soltanto permesso di preservare l'esistenza della Corea socialista, ma la hanno anche tramutata in una potenza militare e nucleare a tutti gli effetti, che nessuna potenza imperialista ha mai osato né mai oserà attaccare, e ha messo così le basi a lungo termine per il miracolo politico, economico e militare che si sta oggi realizzando sotto la guida dello stimato compagno Kim Jong Un, Segretario generale del Partito del Lavoro di Corea.
Leggendo la Breve cronistoria di Kim Jong Il recentemente ripubblicata in edizione integrata dalle Edizioni in Lingue Estere di Pyongyang (avevo già letto qualche anno fa la prima edizione del 1998 e quella ampliata del 2001 sotto il titolo Breve biografia di Kim Jong Il), sono rimasto ancora una volta molto colpito dalle instancabili attività ideologiche e teoriche, oltre che pratiche, del Presidente Kim Jong Il; mi riferisco in particolar modo alla sua opera volta ad ampliare il patrimonio teorico del movimento comunista internazionale, portando la scienza comunista a un nuovo e superiore stadio di sviluppo, e ai sentimenti di caloroso internazionalismo proletario che sempre manifestò alle personalità progressiste e ai movimenti rivoluzionari dei quattro angoli del globo.
Personalmente, ricordo molto bene quei giorni della seconda metà del dicembre 2011.
Ero allora uno studente di seconda liceo che si era avvicinato al “mondo” della Corea socialista soltanto da un anno e mezzo. La mia formazione ideologica era prettamente maoista, e svolgevo attività politiche come simpatizzante di un partito sedicente marxista-leninista che si rifà al Pensiero di Mao Zedong. Sebbene questo partito avesse da tempo adottato la posizione opportunista di riconoscere la RPDC come un Paese “antimperialista ma non socialista”, e sebbene la mia conoscenza delle idee del Juche fosse estremamente scarsa e molti suoi principi mi fossero completamente oscuri, mi affascinava tuttavia il fatto che questo Paese fosse riuscito a resistere alle temporanee battute d'arresto del socialismo mondiale senza fare alcuna concessione sui suoi principi rivoluzionari. Mi conquistò in particolar modo lo spirito militante della sua cultura socialista, la cultura del Songun, con la quale sono venuto a contatto tramite alcuni spezzoni di video delle parate militari in Piazza Kim Il Sung e video musicali di canzoni del coro dell'Esercito Popolare di Corea, come Difendiamo il quartier generale della rivoluzione e Nessuna patria senza di te. Queste canzoni furono per me di enorme ispirazione per gettarmi nella lotta di classe, con la quale a quel tempo mi familiarizzai attraverso le grandi lotte studentesche contro le riforme della Gelmini e il governo di Berlusconi.
Poiché il server che avevo allora non mi consentiva di accedere a quei pochi siti della RPDC che ai tempi esistevano in Rete, scoprii per caso qualche giorno dopo da un sito cinese che il Presidente Kim Jong Il era scomparso, capendolo da una foto di cittadini della RPDC che si inchinavano in lutto con un titolo che includeva il nome di Kim Jong Il in caratteri cinesi.
Per me fu come un colpo al cuore. Avrei desiderato più di ogni altra cosa al mondo di trovarmi a Pyongyang per condividere il dolore degli amici e dei compagni coreani e per rendere anch'io l'ultimo saluto a quel grande Dirigente che ha traghettato la Corea popolare nel nuovo secolo e che non si è dato pace, contrariamente ai consigli dei dottori che lo visitarono, per rendere felice il suo popolo. Nonostante abbia potuto far ciò soltanto quattro anni dopo, nel 2015, tuttavia il dolore e la tristezza si sentivano nettamente nell'aria della camera ardente al Palazzo del Sole di Kumsusan, illuminata da una soffusa luce rossa.
Scrissi dunque un necrologio e inviai un messaggio all'indirizzo di posta elettronica della KFA internazionale in occasione dei funerali, e cercai di contenere il dispiacere pensando che il compagno Kim Jong Un avrebbe proseguito con onore l'opera del Presidente Kim Jong Il, senza concedere neanche un millimetro alle forze ostili imperialiste, ai fantocci sudcoreani e a quegli sciovinisti di grande potenza che sognavano ad occhi aperti di approfittare del momento per porre la RPDC sotto la propria ala e alle dipendenze dei loro capricci e dei loro interessi contingenti.
Guardando indietro a questi dieci anni, alle grandi creazioni e ai cambiamenti epocali del popolo coreano sotto la sua guida e seguendo la direzione del Partito del Lavoro, posso dire di essere estremamente felice che quei miei pensieri si siano trasformati in realtà oltre le più rosee aspettative. E sono convinto che, se il Presidente Kim Jong Il potesse oggi vedere quello che è diventata la sua Corea, la nazione di Kim Il Sung, a partire dalla “sua” città di Samjiyon, sarebbe decisamente fiero del suo popolo e dei suoi successori.
Il grande Dirigente compagno Kim Jong Il sarà per sempre con noi!
Armiamoci con fermezza delle idee rivoluzionarie del grande Dirigente compagno Kim Jong Il!
Jean-Claude Martini
Direttore del Centro Studi sul Juche – Toscana
e del Gruppo di Studio del Kimilsungismo-Kimjongilismo di Fermo


INTERVENTO DI VINCENZO BRANDI, PRESIDENTE DEL GRUPPO G.A.MA.DI., PER Il DECIMO ANNIVERSARIO DELLLA SCOMPARSA DEL GRANDE LEADER COREANO KIM JONG IL

Sono Vincenzo Brandi, presidente del gruppo G.A.MA.DI. dopo la morte della ex presidente, la compianta Miriam Pellegrini Ferri che è stata una grande amica della Repubblica Popolare e Democratica della Corea.
Ho assunto questo incarico con molta modestia perché non credo di poter essere al livello di Miriam, visto tutto quello che Miriam ha fatto, sia per quanto riguarda la politica italiana, sia per quanto riguarda le sue relazioni con i Paesi antimperialisti, ed in particolare con la Corea Popolare.
Quindi mi limiterò a poche parole, anche perché il precedente intervento di Jean-Claude Martini è stato molto esauriente e molto bello, ed io lo condivido pienamente.
Ricordiamo che KIM JONG IL è stato il degno successore del padre KIM IL SUNG. Ѐ nato sulle montagne della Corea settentrionale dove KIM IL SUNG combatteva contro gli imperialisti giapponesi e stava preparando ed aprendo la via per la nuova Corea Popolare e Democratica. KIM JONG IL è figlio di Kim Jong Suk, beneamata prima moglie e compagna di lotta di KIM IL SUNG. Questa nascita venuta da due genitori combattenti prefigura quello che poi KIM JONG IL è diventato ed è stato, cioè un grande leader rivoluzionario ed il continuatore dell’opera politica del padre. Quello che mi colpisce di più è che KIM JONG IL ha governato sulla Corea Democratica in un periodo molto difficile in cui molti Paesi socialisti o ex-socialisti erano caduti e la stretta dell’imperialismo americano si era fatta sempre più aggressiva. KIM JONG IL è riuscito però – nonostante tutto - ad assicurare un grande sviluppo del Paese mantenendo la sua indipendenza.
Ritornerò su questo argomento nel corso del mio intervento.
Ricordiamo che negli anni ‘40 e ’50 la riunificazione della Corea era fallita per l’intervento dell’imperialismo americano che aveva occupato militarmente il Sud della Corea e aveva poi impedito la riunificazione scatenando anche la grande guerra del 1950-1953. Però la guerra non era riuscita a piegare la resistenza della Corea Popolare, come era negli intenti dell’imperialismo. La Corea Popolare ha resistito e ha mantenuto la sua indipendenza. Tuttavia, le grandi distruzioni che erano state causate dalla guerra, ed anche il tentativo di isolare la Corea Popolare, avevano creato enormi difficoltà. Io vorrei ricordare una cosa su cui non tutti si soffermano, e cioè che gli USA, nonostante la tregua del 1953, non hanno mai voluto firmare un trattato di pace con la Corea Popolare. Formalmente è come se gli USA fossero ancora in guerra con la Corea Popolare, che non hanno mai voluto riconoscere. Gli USA hanno sempre cercato di destabilizzarla, di assediarla, ed hanno cercato di stringere intorno al Paese un assedio, non solo militare, ma anche economico.
Nonostante questo la Corea Popolare, sotto la guida di KIM IL SUNG, e poi del suo successore KIM JONG IL , è riuscita non solo a ricostruire la propria economia devastata dalla guerra, ma anche ad avere un grande sviluppo. Martini ricordava il successo della politica del Songun e del Juche che ha permesso uno sviluppo davvero sorprendente per un Paese piccolo come la Corea Popolare, a partire dalla sua grande capacità militare. Infatti la Corea Popolare ha sviluppato una capacità militare tale da assicurare la sua indipendenza. Vorrei ricordare che altri Paesi – anche non socialisti – che però si erano messi di traverso sulla strada dell’imperialismo – come l’Iraq, la Libia, la Jugoslavia – sono stati spazzati via perché non avevano un adeguato assetto militare difensivo, mentre la Corea Popolare ha questa capacità. Ed ha questa capacità perché ha sviluppato, non solo gli aspetti militari, ma tutti gli aspetti scientifici e tecnologici.
Io che ho lavorato nell’ente pubblico nucleare italiano, che si chiamava CNEN, so benissimo che, se non c’è un adeguato retroterra scientifico e tecnologico, non si riesce a sviluppare un’industria nucleare. Invece la Corea Popolare ci è riuscita. Questo dimostra come negli anni in cui il Paese è stato governato da KIM JONG IL - che ha continuato in modo creativo la politica di KIM IL SUNG - c’è stato, non solo uno sviluppo militare, ma anche un grande sviluppo scientifico, tecnologico ed economico, nonostante i precedenti danni provocati dalla guerra e dall’accerchiamento internazionale promosso dagli USA. Sotto la spinta, prima di KIM IL SUNG e poi del suo grande successore KIM JONG IL è stato sviluppato un nuovo assetto industriale.
Grande merito di ciò va all’azione di KIM JONG IL con la collaborazione di tutti i cittadini e dell’esercito, uniti nella grande opera di costruzione della Corea Popolare.
L’azione di KIM JONG IL è stata sempre molto intensa. Abbiamo letto dei suoi frequentissimi viaggi, non solo all’estero, ma soprattutto in tutto il Paese per andare a vedere le varie realtà locali.
Dovunque il grande leader ha portato il suo contributo e spronato ed aiutato i vari gruppi operativi a sviluppare tutte le attività scientifiche, tecnologiche, ed economiche. Vanno ricordati anche i suoi viaggi nelle regioni agricole. Infatti, sotto la sua direzione si è sviluppata anche molto la produzione agricola, per cui adesso la Corea Popolare si può permettere di essere autosufficiente, e quindi capace di affrontare con successo lo stato di accerchiamento nel quale l’imperialismo americano cerca di relegarla.
Ma l’azione di KIM JONG IL non si è limitata solo all’azione nel campo della scienza, dell’industria e dell’agricoltura. Come diceva prima Martini, è essenziale sottolineare anche l’azione nel campo ideologico. Si è già detto che il grande leader ha dovuto governare il Paese in un momento difficile in cui crollavano una serie di realtà socialiste o ex-socialiste. Il crollo era dovuto anche al fatto che queste realtà non erano sufficientemente forti perché avevano gravi crepe all’interno. La principale crepa si può definire con una sola parola: revisionismo. L’URSS è crollata perché il baco del revisionismo operava da tempo nel Paese, e precisamente già dal tempo di Nikita Khrushchev. L’URSS non si è mai ripresa dall’attacco portato da Khrushchev alla figura di Giuseppe Stalin e di tutti i rivoluzionari precedenti. Poi si è arrivati fino al crollo tragicomico avvenuto per opera di Gorbacev, che è stato un disastro annunciato. La realtà dell’URSS e quella di altri Paesi ex-socialisti si è dissolta senza nemmeno combattere. Invece un piccolo Paese come la Corea Popolare è rimasto in piedi grazie alla sua difesa dei principi del socialismo, e non solo.
Bisogna infatti ricordare le innovazioni ideologiche e teoriche dovute all’opera di KIM JONG IL con il Songun ed il Juche, continuando anche in questo l’opera del padre KIM IL SUNG.
Grazie a queste innovazioni teoriche dei principi socialisti e popolari, e alla continua azione di sviluppo dell’economia, della scienza e della tecnologia, anche militare, KIM JONG IL ha potuto lasciare al suo successore KIM JONG UN un Paese forte sia dal punto di vista economico e militare, sia soprattutto dal punto di vista ideologico. Oggi la Corea Popolare rappresenta un esempio per tutti i Paesi che vogliono affrancarsi dal dominio e dalla minaccia dell’imperialismo e dallo sfruttamento e le diseguaglianze del capitalismo. La Corea popolare è un esempio per tutti noi.
Grazie per l’attenzione, Roma 17 dicembre 2021, Vincenzo Brandi


Seminario 80° anniversario nascita amato leader KIM JONG IL
16 Feb 2022



80° ANNIVERSARIO DALLA NASCITA DELL’AMATO LEADER KIM JONG IL

In questi appuntamenti, che per me sono anche occasione di studio per approfondire ulteriormente la conoscenza del pensiero dei grandi leader coreani, del padre della Patria, il valoroso compagno KIM IL SUNG, e dell’amato leader, il gran segretario KIM JONG IL, al cui solo pensiero non posso evitare di commuovermi profondamente per l’amore che hanno saputo profondere nel loro popolo, dal quale sono stati così immensamente amati, ho spesso affermato che il più gran regalo che noi potremmo fare al popolo coreano sarebbe quello di diventare a nostra volta un popolo socialista e quindi essere più uniti contro l’imperialismo mondiale e in particolare contro il burattinaio che muove i suoi lacchè in tutto il mondo, il vero impero del male, gli Stati Uniti.
In Italia corre l’occasione di un appello che nascendo dalla base ha finalmente raccolto l’adesione di tutti i partitini comunisti italiani, che si sono odiati fino al giorno prima per difendere i loro particolarismi (per lo più insignificanti). Ho aderito, assieme ad altri compagni del G.A.MA.DI., naturalmente a questo appello, ma andando a leggermi i documenti proposti dai promotori sono stato ancora una volta deluso.
Avevo appena terminato di leggere uno scritto illuminante del grande compagno, sistematizzatore della filosofia Juche, KIM JONG IL, di cui cade oggi l’importantissima ricorrenza dell’80° anniversario dalla sua nascita.
Si tratta di un testo di alcune centinaia di pagine sul tema dell’arte e della letteratura e di cui consiglio la lettura a tutti i veri comunisti perché è rivelatorio di quello che manca a noi, comunisti italiani, per realizzare in Italia un Paese socialista, ed invece è quello che i coreani hanno in abbondanza.
Commentando La commedia umana di Balzac, Engels scrisse che quest'opera, una rappresentazione condensata della storia della società francese, fornisce un'elaborazione più dettagliata della realtà economica di quanto tutti gli storici, gli economisti e gli statistici di quel periodo avessero fatto nei loro lavori. Questo è un buon esempio del ruolo didattico della letteratura.
La letteratura è indispensabile nella vita umana. Attraverso la letteratura rivoluzionaria le persone giungono a comprendere profondamente la vita, a rendersi conto dei problemi d'importanza sociale sotto vari aspetti, ad acquisire una corretta visione del mondo e a far progredire la rivoluzione e l'edificazione. Più la società si sviluppa, più ricca diviene la vita del popolo, più cresce la coscienza indipendente delle masse, più aumenta l'esigenza della gente per la letteratura e più grande si fa l'influenza della letteratura sulla vita.
Afferma KIM JONG IL che una rivoluzione richiede un’idea e una teoria profonde che mostrino le sue prospettive. Ma nel documento dei partitini comunisti italiani vi è solo un elenco di ‘desiderata’ talmente lontani da una possibilità realizzativa da doverle per forza enucleare in sterili idealismi, senza alcun aggancio con la realtà. Dice KIM JONG IL che un popolo deve avere una letteratura che soddisfi le aspirazioni e le esigenze del proprio popolo con aspirazioni comuniste, ma in Italia non vi è traccia di una simile letteratura, capace di tenere unito un popolo al proprio leader. Anzi non vi è neppure un leader: anzi l’unico sforzo che si fa, senza sapere neppure se avrà un esito positivo, è quello di cercare se vi siano idee comuni fra le varie fazioni che si richiamano alla falce e martello.
Ma anche se si trovassero queste idee messe assieme potrebbero semplicemente essere un calderone indistinto senza nessuna organicità né tanto meno direttive realizzatrici. KIM JONG IL dice che saremmo come una nave priva di bussola: possibile che ragionamenti in fondo così semplici e apparentemente banali non riescano ad entrare in testa ai nostri dirigenti dei partiti che si richiamano ai valori del socialismo? Vien quasi da pensar male: che porsi obiettivi irrealizzabili giustifichi a priori l’insuccesso e quindi lo status quo alla direzione di questi partiti, che se anche non realizzano niente potranno sempre giustificarsi con le troppo alte difficoltà per raggiungere gli obiettivi.
D’altronde il primo obiettivo del popolo coreano è l’indipendenza, mentre noi abbiamo accantonato questo obiettivo ormai da 161 anni, ossia da quando l’abbiamo ottenuta per la prima volta, senza considerare che nessun obiettivo è permanente se non si continua a perseguirlo: è per questo che l’abbiamo perso facendoci conquistare dalla letteratura prima e dalla musica poi e dal cinema statunitense; ma KIM JONG IL afferma che solo una propria letteratura nazionale socialista può mantenere la sua purezza e il suo carattere rivoluzionario, e migliorare costantemente la sua funzione e il suo ruolo militanti quale potente arma ideologica contribuendo grandemente al trionfo della causa dell'indipendenza delle masse, mentre i reazionari tentano più spudoratamente che mai di obliare l'arte e la letteratura socialiste e di diffondere quelle borghesi, che riflettono gli interessi della classe sfruttatrice interessata a mantenere rapporti sociali di oppressione, sottomissione e dominio e che considera la letteratura solo come un mezzo per il divertimento e per profitto della classe borghese: questa visione infonde alle persone un egoismo estremo e l'immoralità di far ricorso a qualunque mezzo nell'ottica dell'indolenza e dello sfarzo, e quindi svolge un ruolo reazionario poiché riduce la gente a schiavi del denaro, paralizzando la loro coscienza rivoluzionaria e di classe, gli scrittori reazionari borghesi vanno diffondendo un egoismo e una decadenza estremi in seno al popolo, allo scopo di deformarlo spiritualmente.
Così come la funzione crea l'organo (Jean-Baptiste de Lamarck), anche la stessa lingua che utilizziamo modifica il nostro cervello, quindi a maggior ragione la letteratura modifica il nostro cervello. E' esperienza comune rendersi conto che la propria formazione culturale è per lo meno influenzata dalle letture fatte durante l’infanzia e la giovinezza, e in particolare dall’influenza delle poesie, della musica e dei romanzi letti per il nostro piacere, anche al di fuori del ciclo scolastico.
Lo stesso Geymonat, il grande epistemologo italiano, lamentava l’incomunicabilità di branche parallele della scienza per l’esagerata specializzazione, non supportata da una adeguata semiotica, ad ulteriore supporto di questa influenza.
Ma questo fatto si evidenzia anche più palesemente nella semplice traduzione di un’opera letteraria da una lingua ad un’altra e tanto più quanto le due culture di origine e di destinazione sono distanti.
Poiché l'arte e la letteratura agiscono non soltanto sul pensiero logico ma anche sulle emozioni umane, esse esercitano una grande influenza sulla vita ideologica e culturale dei popoli, in particolare sui giovani e sui bambini, che si trovano nel periodo della formazione di una propria concezione del mondo. Gli imperialisti manovrano astutamente per usare queste caratteristiche dell'arte e della letteratura al fine di celare la loro natura aggressiva, di far nutrire ai popoli illusioni su di loro, di paralizzare il loro spirito di indipendenza nazionale e di rivoluzione e di bloccare lo sviluppo culturale delle altre nazioni. Per dimostrarlo basta guardare alla realtà della Corea del Sud, in cui dilaga la cultura yankee corrotta e degenerata. Attualmente, a causa della politica degli imperialisti americani e dei loro servi, di obliare la cultura nazionale in Corea del Sud, l'antica cultura coreana viene calpestata senza pietà a beneficio della corrotta cultura yankee, distruggendo così il mondo spirituale che datava da 5000 anni del popolo coreano. Oggigiorno gli imperialisti fanno ricorso ad ogni mezzo e metodo per smerciare pure nella parte settentrionale della Corea l'arte e la letteratura borghesi reazionarie, le quali predicano la frode e l'inganno, l'assassinio e il furto, l'immoralità e la corruzione, e istigano al razzismo e alla misantropia.
A maggior chiarezza aggiunge KIM JONG IL: “Aprire le porte agli imperialisti in campo ideologico e culturale equivale al suicidio.” Questa sarebbe la domanda da fare ai promotori dell’Unità della sinistra: “Quanto condividete di queste intuizioni illuminanti del grande compagno segretario KIM JONG IL?” Quanti vi siete fatti abbindolare dalla letteratura, dalla musica, dal cinema statunitense fino a perdere il filo delle vostre proprie radici, quanti di voi hanno promosso iniziative per una letteratura che diffondesse i valori della nostra indipendenza?
Questa letteratura è completamente scomparsa dalla produzione italiana ed europea, e poi ci meravigliamo che le istituzioni europee equiparino il comunismo al fascismo, se siamo per primi noi a non coltivare sani propositi comunisti nelle nostre generazioni più giovani, che non sono in grado di giudicare perché non c’erano e soprattutto perché non hanno mezzi di comparazione essendo scomparsa una letteratura rivoluzionaria e quasi completamente anche una letteratura partigiana, per cui presto assimileremo anche questi valori al fascismo: già le nostre istituzioni ci stanno provando.
Ricordo un tempo quando in Italia l’intellighenzia di sinistra lamentava l’assenza di una controparte di destra con cui confrontarsi a livello ideologico, ma sono passati più di cinquant’anni da quei tempi, e nel frattempo è scomparso un partito comunista, considerato una positiva eccezione, in un’Europa spenta e annichilita.
Quindi cari partitini comunisti italiani, gruppi, associazioni e singole persone non allineate all’imperialismo yankee prima di pensare di sbattere fuori la NATO dall’Italia datevi un obiettivo raggiungibile con le vostre proprie forze, ossia ricostruire una letteratura che esalti i principi del comunismo, rispolverate i nostri eroi nazionali, prima di tutto Garibaldi, scrivete dei suoi ideali, delle sue imprese, della sua nobiltà d’animo, del suo eroismo disinteressato, disinteressato anche alla gloria personale, disinteressato alla ricchezza volgare del denaro, disinteressato perfino al riconoscimento del suo valore eppure tanto amato dai suoi uomini e a cui il popolo italiano dovrebbe essere eternamente grato almeno per averci liberati dal potere temporale del papato.
Garibaldi fu rivoluzionario per i suoi tempi e lottò in tutto il mondo per la liberazione dei popoli oppressi, come dovrebbe fare ogni buon comunista, non aveva la caratura ideologica dei grandi leader coreani, ma rappresentò e ancora rappresenta nell’immaginario collettivo italiano un eroe senza macchia per la difesa dei popoli oppressi.
Se non ci fosse stato un Mussolini, dopo Garibaldi, il popolo italiano non avrebbe perso definitivamente la propria fiducia anche solo nell’idea di un leader carismatico, ma se non cercheremo di riconquistare almeno la figura ideale di un leader, non potremo mai liberarci dalle nostre pastoie e saremo destinati ad arretrare ulteriormente.
Quando i nostri partitini comunisti, si accordano per non dare il voto ai piddini neanche in caso di ballottaggio, cos’hanno capito degli insegnamenti del materialismo dialettico e di Lenin e di Stalin, e quindi come potranno arrivare a comprendere i concetti ancor più avanzati dell’idea Juche e dell’importanza dell’arte sui destini di un popolo?
Come potranno recuperare il concetto di lotta e anche di guerra contro gli oppressori? Come ha detto il grande Leader compagno KIM IL SUNG, il revisionismo e lo stile di vita occidentale sono cugini. È normale che chi segue il revisionismo introduca lo stile di vita occidentale e chi è ammaliato dallo stile di vita occidentale segua il revisionismo: questa è la peste che ammorba i nostri partitini comunisti.
Afferma KIM JONG IL: “I revisionisti moderni non tracciano una linea di demarcazione tra la letteratura rivoluzionaria della classe operaia e la letteratura reazionaria della borghesia; essi propagandano la letteratura cosmopolita che trascende le classi sociali e sostengono che lo spirito di classe non è affatto necessario nella letteratura. Partendo da questa motivazione reazionaria, essi invocano l'«autonomia delle arti» e la “libertà di creazione”, e negano la direzione del Partito sulla letteratura nel suo insieme, censurando questa direzione come “interferenza amministrativa” e “controllo maligno” sul lavoro creativo.”, mentre invece sono proprio loro a controllare malignamente con la loro letteratura anche le popolazioni degli altri Paesi. I revisionisti “diffondono fobia della guerra, pusillanimità e pacifismo, alimentano l'egoismo e l'indisciplina e propagano l'indolenza e la degenerazione, inducendo le persone a odiare il lavoro, la lotta e la partecipazione alla rivoluzione. In alcuni Paesi la letteratura revisionista sta portando gli operai e i giovani alla degenerazione, facendo fermentare ogni sorta di crimine nella società e dilagare lo stile di vita borghese, l'immoralità...e il nichilismo nazionale.”.
KIM JONG IL afferma che: ”La letteratura deve contribuire a infondere emozioni belle e nobili nel popolo e a migliorare il loro livello culturale e la loro natura umana. ” Per descrivere il mondo basandosi sull'uomo, la letteratura deve delineare in profondità l'atteggiamento di quest'ultimo verso il mondo. In altre parole, deve produrre una descrizione veridica dell'immagine dell'uomo che approccia il mondo non in modo fatalistico, bensì rivoluzionario, e non passivamente ma attivamente, trasformando il mondo non alla cieca ma con scienza e coscienza.
Ovunque prevalga lo spirito nazionale, la letteratura nazionale giunge immancabilmente a piena fioritura. Una letteratura nazionale priva di questo spirito è come un corpo senz'anima.
Non dobbiamo però far ricorso allo sciovinismo nazionale, pensando che solo ciò che è nostro è bello e rifiutando la letteratura nazionale altrui col pretesto di valorizzare il carattere proprio della nostra letteratura nazionale. Mantenendo le nostre posizioni particolari, noi dobbiamo introdurre ciò che è utile allo sviluppo della nostra letteratura tra le conquiste progressive realizzate dalla letteratura di altre nazioni. Quando introduciamo qualcosa da fuori, non dobbiamo né nutrire illusioni al suo riguardo né copiarlo ciecamente. A prescindere da quanto questo qualcosa possa sembrare buono, noi lo dobbiamo introdurre da un punto di vista critico in base alla nostra realtà.
Sia la tendenza sinistroide, consistente nel fare della letteratura un mezzo per propagandare soltanto l'ideologia, che quella destrorsa di farne un'arte per l'arte al di fuori dell'ideologia, sono tendenze reazionarie che distruggono il ruolo informativo ed educativo della letteratura.
Un'idea che non viene rappresentata artisticamente è la morte di un'opera letteraria.
Al giorno d'oggi gli imperialisti vanno alzando i toni dell'anticomunismo agitandosi ancor più freneticamente, approfittando della complessa situazione in cui l'equilibrio di poteri nel mondo è stato distrutto. Essi vanno lanciando un'offensiva ideologica e culturale dalla brutalità senza precedenti contro i Paesi socialisti. Su quest'onda, i rinnegati della rivoluzione manovrano per obliare la letteratura socialista e resuscitare le letteratura borghese reazionaria. In questa situazione, evitare l'infiltrazione di tendenze ideologiche estranee di ogni sorta e difendere i principi rivoluzionari della nostra letteratura è un compito urgente che incombe al settore letterario.
Purtroppo si constata soltanto un blando interesse dei nostri partitini comunisti per le grandi idee rivoluzionarie di KIM IL SUNG e di KIM JONG IL, né sono serviti i successi in campo internazionale di KIM JONG UN a difesa di un Paese tanto più piccolo in dimensioni e in numero di abitanti quanto più grande in potenza e in ideologia dell’Italia, a convincerli della bontà dell’idea Juche e quindi rimane il nostro impegno, come G.A.MA.DI. e mio personale a diffondere il realismo jucheano socialista ai gruppi più vicini alle idee comuniste in Italia e lo facciamo anche pubblicizzando questi seminari e sollecitando l’interessamento popolare attraverso i socialnetwork ai quali riusciamo ad avere accesso.
Grazie compagno KIM JONG IL per i tuoi preziosissimi insegnamenti, noi non li dimenticheremo mai e li applicheremo in ogni circostanza che lo richiederà.
Reggio Emilia, Italia - 03/02/2022
Roberto Gessi, direttore de La VOCE, organo di diffusione del G.A.MA.DI.


Seminario sui primi interventi del caro dirigente KIM JONG IL al WPK e alle altre istuzioni della RPDC
15 Giu 2022

PER I 58 ANNI DELL'INIZIO DEL LAVORO DEL PRESIDENTE KIM JONG IL AL COMITATO CENTRALE DEL PARTITO DEL LAVORO DI COREA

Jean-Claude Martini Delegato Ufficiale della KFA Italia Presidente del Centro Studi sul Juche – Toscana e del Gruppo di Studio di Fermo del Kimilsungismo-Kimjongilismo 05/06/2022
Il 19 giugno 1964, esattamente 58 anni fa, il Presidente KIM JONG IL iniziò a lavorare all'età di 22 anni come rivoluzionario di professione al Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea, tre anni dopo esservi entrato (22 luglio 1961).
Si trattò del giusto riconoscimento delle sue instancabili attività a sostegno della direzione sul campo del Presidente KIM IL SUNG, in un momento in cui la situazione mondiale, come del resto oggi, era estremamente tesa e il campo socialista e il movimento rivoluzionario attraversavano vicissitudini e contraddizioni di ogni genere. Quello del 19 giugno 1964 fu un evento di buon auspicio celebrato da tutti i dirigenti e i militanti del Partito, della cui stima e del cui affetto il compagno KIM JONG IL già godeva; egli, del resto, condivise persino, seppur bambino, le asperità dei rivoluzionari antigiapponesi sul monte Paektu e dei combattenti per la libertà e dell'indipendenza della patria che respinsero gli americani durante la Guerra di Liberazione della Patria del 1950-53.
Già il giorno seguente al suo ingresso nel CC, il Presidente KIM JONG IL si intrattenne con i quadri dipartimentali del settore organizzativo e direttivo del CC del PLC e rivolse loro queste parole: «Com'è gradevole l'aria pura e fresca del cortile di prima mattina! Essa mi rimette in sesto da tutte le mie fatiche.
Ho passato la notte in bianco a recuperare i ritardi accumulati nel mio lavoro assistendo il nostro grande Leader KIM IL SUNG nella sua visita di lavoro. Come sono restato io nel mio ufficio, avete fatto altrettanto voi.
Tutti sanno che l'aria mattutina fa bene, ma pochi ne approfittano effettivamente come noi. È un privilegio dei rivoluzionari.
Mio nonno, assorto dalla lotta contro gli imperialisti giapponesi, faceva molto spesso delle passeggiate di prima mattina, bagnandosi i piedi nella rugiada e respirando l'aria fresca.
Allo stesso modo, il nostro grande Leader KIM IL SUNG, negli anni della lotta armata antigiapponese, passava sovente delle notti insonni ad approntare progetti per la liberazione del Paese, alla luce di una lampada ad olio, mentre i partigiani sotto il suo comando dormivano e, sorto il sole ch'egli salutava per primo, usciva a prendere la buona aria mattutina, calpestando l'erba umida di rugiada. Anche dopo la liberazione del Paese egli era il primo a vedere l'alba.
Aveva l'abitudine, quando ero ancora bambino, di portarmi al parco di prima mattina, dicendomi parole dal senso profondo che resteranno per sempre scolpite nella mia memoria.
La bandiera del Partito, fluttuante sul tetto della sede del Comitato Centrale, è la bandiera della rivoluzione, della vittoria e della gloria, che ha attraversato un oceano di fuoco e scalato una montagna di prove. La sua storia risale agli anni in cui il nostro grande Leader KIM IL SUNG ha inalberato la bandiera rossa organizzando l'Unione Antimperialista, in cui il Partito del Lavoro di Corea ha iniziato a gettare le sue radici.
Il nostro Partito ha scritto una delle più gloriose storie sotto la bandiera rossa che evoca tutta la carriera rivoluzionaria del nostro grande Leader KIM IL SUNG.
È giunto per noi il momento di prendere in mano questa bandiera rossa. Quali che siano gli ostacoli sul cammino della rivoluzione, dobbiamo portarlo bene in alto e combattere con ancor più fermezza per condurre a termine l'opera del nostro grande Leader KIM IL SUNG.
Il nostro grande Leader ha evocato con emozione il ricordo di Kim Hyok e di Cha Kwang Su, giovani comunisti dei tempi delle sue prime attività rivoluzionarie, e mi ha promesso di proporre che io lavori al Comitato Centrale del Partito. E ieri mi ha permesso in effetti di lavorarvi. Sbalordito, non mi sentivo meno schiacciato sotto il peso delle responsabilità che mi accingevo ad assumermi dinanzi al Partito e alla rivoluzione. Mi sono dunque risolto a onorare al meglio il nostro grande Leader KIM IL SUNG e di condurre gli affari del Partito come da egli inteso.
Il Comitato Centrale del Partito è lo Stato Maggiore supremo della nostra rivoluzione e noi che vi lavoriamo siamo dei rivoluzionari di professione. Non vi è onore più grande, fierezza più grande di lavorare, da soldati, a fianco del nostro grande Leader KIM IL SUNG, fondatore e dirigente del nostro Partito. Niente ci sarà impossibile fintantoché ci sentiremo onorati e fieri di essere suoi soldati. I membri permanenti del Comitato Centrale del Partito devono fare l'impossibile, consapevoli di questo onore, per adempiere ai doveri che competono loro. In particolare, il dipartimento organizzativo e direttivo del Comitato Centrale è chiamato più di chiunque altro a seguire il cammino di fedeltà, in ogni momento e in ogni luogo, bagnandosi i piedi nella rugiada e respirando l'aria mattutina.
Il primo obbligo dei membri permanenti del Comitato Centrale è quello di assistere al meglio il nostro grande Leader KIM IL SUNG nel suo lavoro. Io metterò tutto il mio impegno per far ciò, da degno soldato come voi. Quand'ero piccolo, mia madre mi ha raccomandato più di una volta di aiutare mio padre quando fossi cresciuto. Me ne sono sempre ricordato e mi faceva male vedere il nostro grande Leader KIM IL SUNG darsi tanta pena per tutta la vita nel nome della patria e del popolo.
Quanta sofferenza in effetti, sotto il peso della rivoluzione, egli porta da quando ha intrapreso, giovanissimo, il cammino della lotta! Neanche un giorno di riposo, né durante la Lotta rivoluzionaria antigiapponese, né durante la Guerra di Liberazione della Patria, né nella ricostruzione del dopoguerra, né dopo. Tanto si preoccupava del benessere del popolo che preferiva percorrere i campi anche il giorno del suo compleanno, in cui avrebbe dovuto accontentarsi di ricevere gli auguri del popolo intero. Poiché lavorerò al Comitato Centrale del Partito, mi voterò a onorarlo e ad alleggerirlo delle sue preoccupazioni.
Chiunque si sia formato in grembo al nostro grande Leader KIM IL SUNG ed è stato nominato al Comitato Centrale del Partito, Stato Maggiore supremo della rivoluzione, deve fare l'impossibile per onorare il nostro grande Leader. I membri permanenti del Comitato Centrale devono ricercare costantemente il modo di fargli onore e di applicare al meglio le sue idee e intenzioni per alleviare le sue preoccupazioni. È questo il punto di partenza di ogni loro pensiero e di ogni loro azione, e l'idea esclusiva che li animerà. In altre parole, essi sono chiamati a tenere il nostro grande Leader KIM IL SUNG in alta considerazione e sostenerlo con devozione. In ogni iniziativa, cominceranno col pensare al nostro grande Leader KIM IL SUNG e faranno l'impossibile per onorarlo.
Se si vuole onorarlo e far trionfare la sua opera, bisogna rafforzare il nostro Partito. Il nostro Partito fondato e diretto dal nostro grande Leader gli appartiene sin dalla sua fondazione, in quanto organizzazione politica chiamata a mettere in pratica le sue idee e le sue direttive. I membri permanenti del Comitato Centrale devono compenetrarsi delle radici del nostro Partito.
Glorioso partito inseparabilmente legato al nome del nostro grande Leader KIM IL SUNG, esso deve appartenergli per sempre. Rafforzare il nostro Partito per mantenerlo degno del nostro grande Leader KIM IL SUNG è il compito di tutta la mia vita, opera gloriosa che dobbiamo condurre fino al suo compimento.
In quest'ottica, conviene fissare chiaramente l'orientamento principale del lavoro e delle attività del Partito. Questo orientamento consiste nell'impiantare l'ideologia del nostro grande Leader KIM IL SUNG in seno al Partito. Si tratta di un principio fondamentale dell'edificazione e delle attività del nostro Partito e di un'iniziativa capitale da perseguire per tutta l'esistenza del Partito. È per questo che il lavoro e le attività del Partito devono tendere all'instaurazione dell'ideologia del nostro grande Leader KIM IL SUNG, a onorarne il fondatore e ad applicare al meglio le sue direttive.
Il dipartimento organizzativo e direttivo del Comitato Centrale ha un ruolo di primo piano per impiantare l'ideologia del nostro grande Leader KIM IL SUNG in seno a tutto il Partito.
L'essenziale del lavoro organizzativo del Partito consiste nell'applicazione a fondo e assoluta delle direttive del nostro grande Leader KIM IL SUNG. È un principio costante. Non si può parlare di lavoro organizzativo del Partito all'infuori dell'applicazione delle direttive del nostro grande Leader KIM IL SUNG. Il dipartimento organizzativo e direttivo si preoccuperà principalmente di condurre le organizzazioni di Partito dei centri d'attività sotto la sua giurisdizione e i rispettivi membri permanenti ad applicare incondizionatamente le direttive del nostro grande Leader KIM IL SUNG concernenti i loro rispettivi settori e unità.
Per far ciò, i membri permanenti di questo dipartimento si compenetreranno delle direttive del nostro grande Leader KIM IL SUNG e si orienteranno con esse per dirigere le unità di lavoro di loro competenza. Quanto a loro stessi, prenderanno l'abitudine di accettare senza precondizioni le direttive del nostro grande Leader KIM IL SUNG e la politica del Partito e di applicarle fino in fondo. Si constata in questi ultimi giorni che alcuni membri permanenti abbandonano, su ordine di un quadro, l'esecuzione delle direttive del nostro grande Leader KIM IL SUNG. Sbagliano. L'applicazione incondizionata e perfetta delle direttive del nostro grande Leader KIM IL SUNG è il primo dovere dei quadri e degli altri membri del Partito. Le direttive del nostro grande Leader KIM IL SUNG forniscono ai permanenti la sola guida di pensiero e di azione. Nessuno ha il diritto di soprassedervi. Anziché approvare ciecamente l'ordine di questo o quel quadro, i permanenti del dipartimento organizzativo e direttivo devono verificare se esso corrisponde alle direttive del nostro grande Leader KIM IL SUNG e, in caso contrario, combatterlo senza pietà.
L'unità e la coesione del Partito devono essere cementate. Il Partito intero deve basarsi sulle idee del nostro grande Leader KIM IL SUNG per unirsi strettamente attorno a lui. Il nostro Partito si è lanciato, sin dalla sua nascita, in una lotta incessante contro tutte le correnti d'idee antipartito e controrivoluzionarie apparse al suo interno, come il frazionismo, il revisionismo e il servilismo verso le grandi potenze, per instaurare il Juche, giungendo così all'unità e alla coesione dei suoi ranghi. L'unità e la coesione di cui il Partito gode oggi non sono tuttavia un testimone assoluto dell'abolizione delle tendenze malsane nel suo seno. Dobbiamo consolidare ulteriormente l'unità di pensiero e di volontà del Partito attorno al nostro grande Leader KIM IL SUNG sulla base delle sue idee, preservarla come la pupilla dei nostri occhi, combattere senza transigere le minime tendenze ideologiche pregiudizievoli per questa unità, come il frazionismo e il revisionismo, e sopprimerle a tempo debito.
Bisogna correggere definitivamente il sistema e il metodo di lavoro del Partito.
Già molto tempo fa, il nostro grande Leader KIM IL SUNG ha dato delle direttive precise sul sistema e il metodo di lavoro del Partito e ha fornito un buon esempio in merito. Negli anni della Lotta rivoluzionaria antigiapponese, egli ha vissuto coi partigiani sotto il suo comando, condividendo con loro gioie e dolori, e oggi visita senza posa il popolo, informandolo della politica del Partito e ascoltando la sua opinione per dirigerlo. Tuttavia, i permanenti del Comitato Centrale, anziché andare alla base per spiegare la politica del Partito ai militanti e agli altri lavoratori e invitarli ad applicarla, restano chiusi nei loro uffici a dare delle direttive, a richiedere statistiche e, se le cose vanno male, a lanciare delle reprimende. Il sistema e il metodo di lavoro in seno al Partito sono intrisi di formalismo e di schematismo. Il nostro grande Leader KIM IL SUNG non cessa d'inquietarsi della brutta piega del lavoro del Partito, all'origine della quale si trova principalmente il metodo di lavoro abitudinario dei permanenti. Gli affari del Partito non possono prendere l'andamento concepito e auspicato dal nostro grande Leader KIM IL SUNG se il metodo di lavoro abitudinario persiste e il sistema e il metodo di lavoro non cambiano. In questi giorni sto riflettendo spesso sul modo di mettere al bando gli schemi superati che sopravvivono nel lavoro del Partito per ricominciare tutto da zero. Sono assai deciso a fare tabula rasa di tutto e a ripartire daccapo. Noi permanenti del Partito siamo invitati a ispirarci all'esperienza del nostro grande Leader KIM IL SUNG in materia di costruzione del Partito e del suo metodo di lavoro nel Partito. È questo ciò che ci serve per operare a dovere da permanenti del Partito del Lavoro di Corea. Il sistema e il metodo di lavoro del Partito devono essere tali che tutti i permanenti vadano ai livelli inferiori per spiegare e inculcare ai membri del Partito e agli altri lavoratori le novità della politica del Partito e motivarli ad applicarla.
La direzione della vita del Partito dei militanti è la missione essenziale del dipartimento organizzativo e direttivo del Comitato Centrale. Sistemare tutti i problemi tramite la direzione della vita di Partito dei militanti è un compito di primo piano che origina dal suo statuto e dalla sua missione. È attraverso questa direzione che si deve ottenere l'applicazione delle direttive del nostro grande Leader KIM IL SUNG da parte delle unità di lavoro sotto il suo controllo, come anche informarsi sul personale di queste unità. Che i permanenti del dipartimento organizzativo e direttivo visitino frequentemente queste unità di lavoro senza tuttavia giungere a conoscerne il personale è la dimostrazione del modo superficiale con cui si occupano della loro vita di Partito.
Una direzione della vita militante che non si accompagni alla conoscenza dell'uomo non è degna di questo nome; essa non è altro che una parola priva di senso. I permanenti del dipartimento organizzativo e direttivo approfondiranno la loro direzione della vita di Partito e familiarizzeranno a fondo con le persone.
I permanenti incaricati del lavoro organizzativo del Partito e soprattutto della direzione della vita di Partito dei militanti devono lavorare meglio di chiunque altro. Se si crogiolano nel loro ruolo di direzione della vita di Partito degli altri militanti e non sono esigenti verso sé stessi, rischiano di arrugginire senza rendersene conto e di finire per trovarsi al di fuori della condizione di adempiere ai loro doveri. Il nostro grande Leader KIM IL SUNG ha dato un buon esempio nella vita di Partito. Di ritorno dalle sue visite di lavoro, egli presenta un resoconto della sua attività al Comitato Politico del Comitato Centrale del Partito, sottopone a dibattito i nuovi punti emersi dalla sua visita e propone quindi le misure da adottare a livello di Partito e di Stato. Dobbiamo seguire il suo brillante esempio nella vita di Partito come altrove.
Conduciamo a termine, mano nella mano, il lavoro di Partito come comanda il nostro grande Leader KIM IL SUNG»1.
Abbiamo preferito riportare integralmente questo breve discorso del compagno KIM JONG IL per illustrare al meglio non solo la sua indefessa fedeltà alla causa rivoluzionaria del Juche, iniziata dal Presidente KIM IL SUNG nelle foreste del monte Paektu, ma anche la sua chiarezza d'idee quanto alla via su cui condurre l'intero Partito al fine di trasformarlo in un partito rivoluzionario di tipo jucheano, nel Partito del compagno KIM IL SUNG che ha portato il pensiero scientifico comunista alla sua terza superiore tappa, la più alta sino ad oggi raggiunta nell'elaborazione della teoria rivoluzionaria: il grande kimilsungismo-kimjongilismo.
1 KIM JONG IL, Opere scelte, vol. 2, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 2014, pagg. 1-7 ed. fr., rivista e ampliata.
I suoi meriti teorici e pratici furono riconosciuti dal Partito, che lo elesse ufficialmente successore del Presidente KIM IL SUNG in occasione della riunione dell'Ufficio Politico del 13 febbraio 1974, formalizzando questa decisione al VI Congresso che si svolse dal 10 al 14 ottobre 1980. Fu in quegli anni che il Presidente KIM JONG IL divenne comunemente noto come “Centro del Partito” e “Caro dirigente” sia in seno al PLC che al popolo coreano stesso. E furono anche gli anni in cui egli approntò numerosi capolavori teorici che a tutt'oggi meritano di essere studiati, assimilati e adattati ai contesti specifici dei singoli Paesi per l'edificazione di forze coerentemente rivoluzionarie in grado di guidare le masse popolari all'instaurazione del socialismo. Tra questi scritti e discorsi ricordiamo senz'altro Sulle idee del Juche (31 marzo 1982), Il Partito del Lavoro di Corea è un partito rivoluzionario di tipo jucheano che ha ereditato la gloriosa tradizione dell'Unione Antimperialista (17 ottobre 1982), Su alcuni problemi dell'educazione alle idee del Juche (15 luglio 1986), Per l'instaurazione della concezione jucheana della rivoluzione (10 ottobre 1987), Il Partito del Lavoro di Corea organizza e dirige tutte le vittorie del nostro popolo (3 ottobre 1990), La teoria jucheana sulla costruzione del partito è una linea guida cui aderire per l'edificazione del partito della classe operaia (10 ottobre 1990) e I fondamenti della costruzione del partito rivoluzionario (10 ottobre 1992).
La costruzione del partito rivoluzionario è effettivamente sempre stata una questione spinosa sin dai tempi di Lenin; frammenti di teorie al riguardo si trovano nelle opere di quest'ultimo, come anche in quelle di Stalin, Mao e Fidel Castro, tra gli altri. Ma solo in KIM JONG IL si riscontra una teoria scientifica organica, esatta, compiuta, di questo aspetto fondamentale del processo rivoluzionario.
Pochi come lui hanno capito, per usare le parole dello stesso Lenin, che l'insurrezione è un'arte.
A proposito di arte, il Presidente KIM JONG IL diresse con maestria impareggiabile la rivoluzione artistico-letteraria degli anni '70, ispirata alle idee rivoluzionarie del grande Leader compagno KIM IL SUNG, pubblicando un trattato sul cinema e pronunciando un discorso sull'arte lirica, rispettivamente nel 1973 e nel 1974. Egli poi riprese questo filone a cavallo tra gli anni '80 e gli anni '90, sintetizzando in discorsi e trattati approfonditi le scoperte collettive effettuate dal Partito in questo frangente per quanto attiene alla drammaturgia, alla danza, all'architettura, alla musica, all'arte figurativa e alla letteratura. In tal modo il Partito del Lavoro di Corea ha perfezionato e completato la teoria rivoluzionaria sull'arte e la letteratura già introdotta da ideologi sovietici del calibro di Kalinin e Ždanov, fedeli seguaci della linea leninista fino all'ultimo istante della loro vita.
Oggi il Partito del Lavoro di Corea, continuando a seguire la linea scientifica di KIM IL SUNG e KIM JONG IL e sotto l'eminente guida del compagno KIM JONG UN, grande Leader del Partito e della rivoluzione, pensatore e teorico geniale, statista eccezionale e dirigente dalla volontà d'acciaio, avanza di vittoria in vittoria nelle condizioni più difficili e vincendo le sfide più dure a tutti i livelli, dimostrando letteralmente ogni giorno davanti al mondo la superiorità del socialismo sul capitalismo.

IL LEADER DELLA CLASSE OPERAIA SVOLGE UN RUOLO DETERMINANTE NELLA LOTTA RIVOLUZIONARIA


KIM JONG IL cominciò molto presto a lavorare ai più alti livelli del WPK e dello Stato coreano e dimostrò sempre una grande capacità intellettuale e rivoluzionaria in tutti i campi in cui si applicò.
Ad esempio a ventun anni tenne un importante colloquio con alcuni suoi colleghi dell’Università KIM IL SUNG, di Pyongyang[1], sul ruolo del leader nel processo rivoluzionario e sulla teoria marxista-leninista in relazione alla realtà coreana e all’epoca degli anni ‘60 del secolo breve.
Alla questione sollevata da alcuni compagni relativa al peso determinante delle masse nello sviluppo della storia ed alla direzione decisiva di un grande leader chiaroveggente, come fu KIM IL SUNG, ossia in sostanza se vi sia una preminenza, KIM JONG IL rispose che la questione era mal posta.
Essere eletto a rappresentare la classe operaia per un leader equivale ad essere eletto a difendere gli interessi dell’insieme del popolo ed è così che il leader della classe operaia diventa quello di tutto popolo ed il punto è quale ruolo svolga il leader rispetto al popolo, ed il ruolo che il leader svolge rispetto alle masse popolari è il ruolo del cervello, è il centro della loro unità e della loro coesione, il centro direttivo e come il cervello dell’uomo controlla l’insieme delle attività vitali del suo organismo senza il leader le masse popolari sarebbero impotenti e smembrate.
L'unica prospettiva per le masse popolari è quella di unirsi attorno al proprio leader a formare un’unità che sia incentrata sul leader.
Egli le impregna delle idee rivoluzionarie rendendole coscienti, le riunisce nell’organizzazione rivoluzionaria ed esercita su di esse una direzione strategica e tattica giudiziosa per condurle alla vittoria.
D’altra parte, la sua direzione è indispensabile alle masse perché esse acquistino coscienza e si organizzino al fine di farsi padrone della rivoluzione e di forgiare appropriatamente il proprio destino. In questo senso si può dire che il leader è il padre affettuoso che le erge ad autentiche padrone della rivoluzione.
Certo, il leader nasce tra il popolo, e non disdegna anche le più umili attività per il proprio popolo proprio perché è figlio del popolo.
Così fece il nostro grande presidente KIM IL SUNG, durante la lotta rivoluzionaria antigiapponese, accettando persino di spazzare il cortile di una famiglia di contadini poveri, un aneddoto commovente di cui senz'altro tutti siete al corrente.
Solo i revisionisti hanno la spudoratezza di descrivere il leader come un semplice individuo ed etichettano la fedeltà e la fiducia delle masse popolari nei suoi confronti come “culto della personalità”. Questo è un sofisma volto a contrapporre il leader alle masse, così come lo sono il revisionismo, il frazionismo e il servilismo verso gli imperialisti.
Le masse popolari e il leader formano un’unità monolitica. La fedeltà al leader beneficia sia l’individuo che la collettività.
La fedeltà del nostro popolo al nostro grande Leader KIM IL SUNG riposa sulla convinzione indistruttibile che la sua direzione è indispensabile per forgiare il proprio destino.
Senza questa direzione chiaroveggente, la vittoria del nostro popolo nella guerra rivoluzionaria contro i giapponesi e nella guerra di Liberazione della patria sarebbero state assolutamente inconcepibili.
Il nostro grande Leader KIM IL SUNG ha condotto l’Esercito Rivoluzionario Popolare di Corea, definito dai giapponesi “una goccia nel mare”, ad annientare il loro esercito del Guandong1 forte di un milione di uomini, e poi il nostro giovane Esercito Popolare e il nostro popolo a sconfiggere gli imperialisti americani e le truppe di quindici Paesi al loro rimorchio. Egli ha armato il nostro popolo e il nostro Esercito Popolare con le grandi idee rivoluzionarie e ha impiegato una strategia e una tattica eminenti, trionfando così su un nemico superiore numericamente e tecnicamente.
I popoli progressisti del mondo venerano il nostro grande Leader KIM IL SUNG come un “grand’uomo tra i grandi uomini” della nostra epoca e dicono di lui che è un comandante prestigioso dalla volontà di ferro che ha battuto in una generazione due potenti imperialismi.
Senza la sua saggia direzione, i miracoli e i cambiamenti spettacolari operati nel nostro Paese sarebbero stati inconcepibili.
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Quando KIM JONG IL conduceva questi ragionamenti con i colleghi studenti dell'Università KIM IL SUNG era il 19 luglio 1963 e aveva 21 anni: non passerà neppure un anno che entrerà a pieno titolo nel C.C. e se ne può ben capire il merito fin da questi esordi pubblici.
KIM JONG IL poi ebbe il grande merito di sistematizzare tutto il pensiero del fondatore della Patria, suo padre KIM IL SUNG e di portare avanti la rivoluzione nella stessa direzione: KIM JONG IL fu allo stesso tempo un intellettuale eclettico a tutto tondo, si occupò di musica, poesia, lirica, cinema, letteratura, filosofia, danza, architettura, drammaturgia ecc. ecc. e forgiò un uomo, KIM JONG UN che proseguirà l'opera del padre e del genitore con la stessa determinazione da grande statista di un dirigente dalla volontà di ferro in grado di portare la Corea Popolare alla grande potenza nucleare che è ora, che non ha più nessun timore e che incute rispetto anche al più grande nemico di sempre, il peggiore e più violento degli imperialismi, gli USA.
Grazie KIM JONG IL per avere illuminato anche il nostro pensiero, per indicarci la via dell'emancipazione dalla sottomissione agli imperialismi occidentali, speriamo di aver presto la forza sufficiente per farlo, a modo nostro, e così di poter in parte ripagare il gran beneficio che abbiamo ricevuto in tutti questi anni dal popolo della RPDC e dai suoi grandi leader.
[1]Vol.1 delle ‘Opere scelte’.
Reggio Emilia, li 05/06/2022
Roberto Gessi, direttore del mensile La VOCE, organo di diffusione del G.A.MA.DI.


INTERVENTO DI VINCENZO BRANDI, PRESIDENTE DEL GRUPPO G.A.MA.DI., PER L’ANNIVERSARIO DELL’INIZIO DELL’ATTIVITÀ POLITICA DEL GRANDE LEADER COREANO KIM JONG IL

KIM JONG IL è stato il degno successore del padre KIM IL SUNG ed un grande militante rivoluzionario fin dalla giovane età. Era nato sulle montagne della Corea settentrionale dove KIM IL SUNG combatteva contro gli imperialisti giapponesi e stava preparando ed aprendo la via per la nuova Corea Popolare e Democratica. KIM JONG IL era anche figlio di Kim Jong Suk, beneamata prima moglie e compagna di lotta di KIM IL SUNG. Questa nascita venuta da due genitori combattenti ha segnato il destino di KIM JONG IL che è diventato ed è stato fin da quando aveva solo 20 anni un grande rivoluzionario ed il continuatore dell’opera politica del padre.
Fin da quando era ancora giovanissimo l’azione di KIM JONG IL è stata sempre molto intensa ed instancabile. La sua attività politica si è sviluppata già da quando aveva 20 anni sia nel campo teorico per fornire un corretto indirizzo al Partito dei Lavoratori coreano e alla società civile coreana, sia nel campo economico e scientifico. Abbiamo letto dei suoi frequenti viaggi in tutto il Paese per andare a vedere le varie realtà locali e per indirizzare correttamente gli sforzi dei militanti del partito e del popolo . Dovunque il grande leader ha portato il suo contributo e spronato ed aiutato i vari gruppi operativi a sviluppare tutte le attività scientifiche, tecnologiche, ed economiche.
Vanno ricordati anche i suoi viaggi nelle regioni agricole. Infatti, sotto la sua direzione si è sviluppata anche molto la produzione agricola, per cui adesso la Corea Popolare si può permettere di essere autosufficiente, e quindi capace di affrontare con successo lo stato di accerchiamento nel quale l’imperialismo americano cerca di relegarla.
Tutto questo mostra che KIM JONG IL fin dall’inizio della sua attività politica e nel campo economico ha continuato in modo creativo la politica di KIM IL SUNG. Ha contribuito fin da giovane - prima come collaboratore di KIM IL SUNG e poi come grande leader e presidente - ad un grande sviluppo scientifico, tecnologico ed economico del Paese, che ne ha rafforzato anche la capacità di difesa militare contro le minacce imperialiste. Ciò è avvenuto grazie all’abnegazione di KIM JONG IL fin da quando giovanissimo è entrato in politica nonostante i precedenti danni provocati dalla guerra e dall’accerchiamento internazionale promosso dagli USA. Sotto la spinta, prima di KIM IL SUNG e poi del suo grande successore KIM JONG IL è stato sviluppato un nuovo assetto industriale della Corea Democratica e Popolare. Grande merito di ciò va all’azione di KIM JONG IL fin dall’inizio della sua attività, con la collaborazione di tutti i cittadini e dell’esercito, uniti nella grande opera di costruzione del Paese.
Ma l’azione di KIM JONG IL, fino dagli anni giovanili in cui è entrato in politica, non si è limitata solo all’azione nel campo della scienza, dell’industria e dell’agricoltura. Ѐ essenziale sottolineare anche l’azione nel campo ideologico. Il grande leader ha iniziato la sua attività politica in un momento difficile in cui crollavano una serie di realtà socialiste o ex-socialiste. Il crollo era dovuto anche al fatto che queste realtà non erano sufficientemente forti perché avevano gravi crepe all’interno che si possono definire con una sola parola: revisionismo. L’URSS e vari stati socialisti sono crollati perché il baco del revisionismo operava da tempo in quei Paesi. La realtà dell’URSS e quella di altri Paesi ex-socialisti si è dissolta senza nemmeno combattere. Invece un piccolo Paese come la Corea Popolare è rimasto in piedi grazie alla sua difesa dei principi del socialismo, cui hanno dato un grande contributo le innovazioni ideologiche e teoriche dovute all’opera di KIM JONG IL fin da giovane come i principi del Songun e del Juche, continuando anche in questo l’opera del padre KIM IL SUNG (kimilsun-kimjongilismo).
Grazie a queste innovazioni teoriche dei principi socialisti e popolari, e alla continua azione di sviluppo dell’economia, della scienza e della tecnologia, anche militare, KIM JONG IL ha potuto lasciare al suo successore KIM JONG UN un Paese forte sia dal punto di vista economico e militare, sia soprattutto dal punto di vista ideologico. Oggi la Corea Popolare rappresenta un esempio per tutti i Paesi che vogliono affrancarsi dal dominio e dalla minaccia dell’imperialismo e dallo sfruttamento e le diseguaglianze del capitalismo.
Roma 13 giugno 2022, Vincenzo Brandi