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G.A.MA.DI.

 

 

 

 

 

 

ACHTUNG MINISTRO

LIVIA  TURCO!!!

Giù le mani dalla

 legge 194

 

 

 

 

SETTEMBRE 2007

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Circolano funeste “voci “che il ministro Livia Turco approdata anni orsono nelle file  del Partito cominista, ma proveniente dal movimento cattolico, voglia mettere le

mani sulla legge 194.

 

“NESSUNO TOCCHI QUELLA

LEGGE!!!!

 

Non tanto perché non si potrebbe renderla migliore, in quanto ogni legge è perfettibile, ma perché non ci fidiamo delle radici “cattoliche” del ministro in questione e parimenti non ci fidiamo dei finti laici che la attorniano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questo matrimonio non s’ha da fare né domani … né  mai…”

 

 

Come avrete capito, questo titolo ha un preciso richiamo alla frase minacciosa pronunciata dai "Bravi", cioè i killer del periodo settcentesco milanese, quando il curato Don Abbondio avrebbe dovuto uffiziare il matrimonio dei due giovani popolani: Renzo e Lucia. (Naturalmente, parliamo dei PROMESSI SPOSI). 

 

Perchè abbiamo voluto fare questo riferimento storico? Perchè Alessandro Manzoni ha dedicato un romanzo, divenuto immortale, intorno alla sciagurata storia di una fanciulla del popolo che, per volontà del "padrone", del "potente", non poteva e non doveva coronare il suo sogno d'amore. Nei Promessi Sposi si consuma un atto di violenza, di umiliazione, di oppressione contro la donna.

 

Sono passati quasi quattro secoli, dalla storia dì Lucia Mondella e la frase: "Questo matrimonio non s'ha da fare... né oggi né mai..." viene sostituita dai clericali, cioè dal potere, con il ricatto: "Questo aborto non s'ha da fare né oggi né mai".  Il fine è sempre quello: coercire, umiliare, sottomettere, ledere la dignità umana. 

Oggi, più che mai la donna viene colpita spietatamente nel suo ruolo naturale di procreatrice. 

 

Ma non basta!  Fanno seguito a questo ruolo altri ruoli importantissimi: quello di nutrice, cioè il compito di colei che si occupa della sopravvivenza e della crescita del neonato ed, infine, il compito di educatrice, un ruolo che dura negli  anni, fino ai doveri imposti dalla condizione di "nonna".

 

Crediamo sia legittimo poter affermare che davanti a tutti questi aspetti cosi onerosi, sia dal punto di vista materiale che da quello morale, dinanzi alle serie responsabilità che investono la nascita e la crescita di un bambino, la decisione se sia opportuno o meno affrontarle,  spetti alla donna e soltanto ad essa.

 

Il nascituro che si affaccia alla vita deve trovare tutta la disponibilità dell'amore materno, tutta la dedizione che, come dice la scienza, è fondamentale per l'equilibrio psichico del bambino.

Egli per crescere sano necessita di "fiducia” che pur se non avverte a livello razionale, percepisce a livello istintivo. 

 

Vediamo ora chi sono coloro che si oppongono a questo diritto civile ed umano della donna.

 

Vogliamo innanzi tutto dire ai clericali vaticanensi che se il nostro paese fosse per davvero un paese civile e moderno avrebbe loro negato il diritto di esprimersi ed a maggior ragione di poter votare, in relazione ad un qualunque argomento che abbia a che fare con la vita dell'uomo, in quanto, per loro stessa condizione, si sono posti "fuori" dalle esperienze umane della vita. comprese  quelle fisiologiche. 

 

Ci viene spontanea una domanda: Non erano vite umane le centinaia di persone cui gli stregoni vaticanensi hanno tagliato la lingua, a cui è stato offerto il rogo?

 

E chi si è sempre unito al coro di queste  voci oscurantiste clericali se non la feccia fascista sulla quale gravano, in connubio con i criminali nazisti, milioni di vittime innocenti?.  

  Va inoltre considerato come sia del tutto pretestuoso e demagogico definire "vita" un incipiente stato di gravidanza, così come un mattone non può definirsi  una casa.

 

 E non ci stupiscono le lacrime di coccodrillo che costoro versano sulle presunte vite umane, in quanto è proprio sulle creaturine abbandonate, perché non volute dalla madre per mille e più motivi diversi, o sui bimbi bisognosi di aiuto sociale, perché nati nella miseria, oppure  sugli orfani, o handicappati, che costoro in connubio con il clero, accumulano i guadagni più ingenti!

 

 Lo stato di cose che soggiogava la donna anche nei suoi aspetti naturali prioritari, è stato per secoli monopolio teocratico e dei potenti, che ne hanno fatto uso nelle forme e nei casi ritenuti da essi e da nessun altro sindacabili, onde salvaguardare la loro "onorabilità" e la loro facciata di santità.

 

 Ed anche qui potremmo ritornare a Manzoni con la storia della monaca di Monza.

 

Va ricordato che la Resistenza, con i suoi alti ideali, ha spazzato molte cose ammuffite.

 Anche se a livello politico-sociale le masse hanno conseguito molto meno di quanto avessero contato di realizzare circa l'evoluzione interiore, molti passi sì sono compiuti. 

 

 Dopo molti anni di lotta, nel marzo del 1978 il parlamento italiano approvava una legge per la tutela della maternità e l'interruzione volontaria della gravidanza, nota col nome di legge 194.

 

Gli oscurantisti cattolici, che non hanno mai visto un po' di luce in tutto il loro cammino storico, si opponevano a questa legge, chiedendo, nel 1981, un Referendum abrogativo. 

 

La vittoria dei progressisti fu schiacciante: il 70% dell'elettorato votò a favore della legge.

 

 Possiamo dire, tutta la parte sana del paese.

 

 Certamente, dopo questa schiacciante vittoria ci sarebbero state le condizioni per pretendere, con più tenacia, il rispetto di questa importante conquista.  E la cosa sarebbe stata possibile, data la vasta volontà popolare.

 

Noi riteniamo che troppe responsabilità ricadano sui partiti della "sinistra", troppe possibilità siano state lasciate aperte al contrattacco clericale e conservatorista, con chiari interessi di parte.

 

Ad esempio aver consentito l’obiezione di coscienza, proprio al medico, la cui etica richiede l'aiuto incondizionato verso coloro che a lui si rivolgono, è quanto mai intollerabile e anticostituzionale, non ché una violazione al giuramento di Ippocrate. 

 

L'obiezione di coscienza ha fatto la sua comparsa nel XVII secolo con i Quaccheri che, pur non contestando le decisioni della corona inglese, si rifiutavano di andare in guerra e di imbracciare le armi, per obbedienza verso la loro bibbia.

 La monarchia inglese riconobbe ai quaccheri questo diritto e per mettere alla prova le lealtà delle loro affermazioni inflisse loro dei gravosi oneri sociali. 

 

Anche oggi il senso dell'obiezione è questo. Vedi l'esempio di coloro che rifiutano il servizio militare e che sono costretti a prestare un servizio civile per un periodo lungo il doppio del tempo previsto.

 

Pertanto, come è possibile accettare l'obiezione di coscienza per i casi di aborto, dove il medico obiettore non perde nulla, anzi se ne avvale finanziariamente?

 

 Inoltre, non è anacronistico che questo sia tollerato mentre si contravviene ad una legge dello stato?

 

 Molti medici fanno gli obiettori per fare carriera o per sottomissione... ma, allora, non si rischia, in tal modo, di decretare la possibilità dì dichiararsi obiettori di una qualsiasi altra legge del nostro stato? 

 

E se noi volessimo divenire obiettori del pagamento delle tasse, non avremmo lo stesso diritto della categoria medica?

 

Noi, al contrario, riteniamo sarebbe cosa giusta far pagare una ingente tassa a coloro che si dichiarano obiettori. In tutti i casi sarebbe un atto di giustizia positivo per tutta la società.

 

Poiché se per davvero gli obiettori hanno tanta coscienza, vuol dire che si adatteranno a pagare una forte tassa ogni volta che rifiuteranno di applicare la legge e di conseguenza il Ministro della Sanità, in continua caccia di denaro per risanare il bilancio, saprebbe dove trovare delle copiose entrate (dato il rilevante numero di obiettori).

 

 Se invece, come è prevedibile, la coscienza di costoro subirebbe parecchi ripensamenti, ebbene vedremmo finalmente applicata la legge 194. 

 

Vogliamo sottolineare il ruolo altamente civile e sentitamente democratico di quei medici che vengono definiti "gettonisti".

 

 Costoro corrono da un ospedale all'altro per supplire al menefreghismo degli obiettori e prestare la loro opera generosa di aiuto e di conforto verso le donne in difficoltà.  E tutto questo per un compenso minimo, certamente non coprente nemmeno le spese della benzina. 

 

La voce ed il comportamento degli uomini onesti. di coloro che scrivono nei fatti la nostra storia migliore, esiste!

 

 E si alza, possente, contro l'ipocrisia, contro il pernicioso bigottismo.

 E noi del G.A.MA.DI. siamo dalla loro parte!

 

Ma, chiediamoci: chi sono i complici del tentativo di restaurazione medioevale proveniente dai funesti movimenti che grottescamente si definiscono "per la vita"?

 

Noi riteniamo che il nostro stato, il quale ama definirsi civile e democratico, avrebbe l'obbligo di requisire con una sentenza i posti letto dei “baroni primari obiettori” per garantire il rispetto della legge, dall'uso della quale le donne avrebbero diritto alla degenza necessaria.

 

Da alcune recenti statistiche sembra che il numero degli aborti nel nostro paese abbia subito un discreto calo. 

 

Ma dal convegno dell'Associazione Italiana Educazione Contraccettiva e Sessuale è emerso uno stato di allarme per l'aumento degli aborti clandestini.

 

L'articolo 2 della  legge 194 dice chiaramente che spetta al consultorio familiare assistere la donna in  tutti i suoi problemi ginecologici.

 

Oggi in Italia, vi sono circa tremila consultori e, si dice. che in futuro  se ne  apriranno altri duecento. 

 

Facendo un semplice calcolo, per raggiungere la quota di almeno un consultorio per  comune, più di ottomila,  ci vorrebbero più di  cento anni.  

 

E' evidente che si  tenta di riportare la donna ad  abortire clandestinamente, col grave rischio della propria vita e con l'onere finanziario che tutti conosciamo.

Ma soprattutto  è la pratica della coercizione, del ricatto, dell’avvilimento, dell'umiliazione attraverso i quali si vuol continuare a sottomettere la donna che noi denunciamo con forza!

 

A causa dei maltrattamenti e delle umiliazioni cui sono sottoposte molte donne, quelle che possono,  si recano all'estero.  

 

Non possiamo ignorare che nel nostro paese, per certi aspetti ancora "barbaro", solo fino a poco tempo fa si metteva sullo stesso piano una donna violentata ed il suo aggressore. 

   

E vi è di ancora peggio! Abbiamo il dovere di denunciare i tentativi di violenza e di coercizione esercitato sui bambini quando si impartiscono temi come "la mia vita prima di nascere", tema dato in una scuola elementare romana, qualche tempo fa, sperando  di creare dei gravi e pericolosi traumi  tra il bambino e i suoi genitori, con l'aggravante di andare contro una legge dello stato.

 

 Qualcuno si chiederà: chi potrebbe aver agito in modo tanto criminale? La risposta è  semplice: gli eredi degnissimi degli applicatori del "rogo".  

 

Oggi la scienza fornisce alla donna una nuova possibilità, meno dolorosa, meno costosa. da adottare sotto la tutela ed il controllo medico: la pillola RU 48, o pillole similari.

 

Ma ecco la stregoneria opporsi ancora alla scienza! il coro dei bacchettoni si eleva alto, tenendo sotto le proprie ali oscurantiste tutti i finti democratici, tutti coloro che infangano il buon nome della nostra costituzione, mai applicata a comodo del potere borghese-clericale, così come non si intende applicare la legge 194 con continui lanci di anatemi che interferiscono ed  ostacolano il cammino civile del nostro popolo.

 

Per quanto detto, ogni cittadino deve sentirsi indignato, ognuno di noi deve levare alta la propria protesta per ribadire che il diritto alla vita è soprattutto il diritto alla dignità, che è tempo di opporre all'arcaica stregoneria la scienza dimostrata! 

 

Coloro che governano un paese moderno, una comunità europea come l'Italia, hanno il dovere di usare una particolare cura nei riguardi della Donna, procreatrice naturale e depositaria della parte più importante come l'educazione e l'etica dell'uomo di domani.

 

 Che il governo e lo stato di impegnino a garantire alla donna il massimo rispetto, il riconoscimento della legittimità epocale di compiere le proprie scelte.