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La VOCE ANNO XXI N°2 | ottobre 2018 | PAGINA C - 35 |
agli operatori della conoscenza (iii) – tema spesso ripreso anche in questa rubrica. Ricordando lo stesso Polcaro (iv) ho parlato dell'epoca in cui viviamo come l'epoca dell'odio per la scienza: << Da un lato, la scienza è osteggiata di fatto dai tecnocrati e spesso persino da chi è sulla carta scienziato, perché non ne accettano il metodo critico e la provvisorietà dei risultati. Infatti la scienza (galileiana) è critica, oppure non è; in essa non si danno risultati eterni; ma pure nella sua validità contingente, la scienza gode di validità piena, cioè di tutta la validità che ci serve. Dall'altro lato, la scienza è odiata da chi coltiva, per l'appunto, le utopie agro-silvo-pastorali di cui sopra, dai disadattati, dai truffatori degli oroscopi e delle previsioni di borsa, da chi va a Medjugorije, da chi ritiene che tra episteme e doxa non ci sia differenza. Ciò che entrambe le "scuole" odiano più di tutto nella scienza è il suo carattere programmaticamente, metodologicamente democratico, nonché la necessità dell'esperimento, cioè l'obbligo continuo della prova dei fatti. >> Questa crisi epistemologica ha acquisito una evidenza e centralità nel dibattito pubblico con il caso dei vaccini. In questa rubrica, alcuni mesi fa, ho voluto riprodurre un articolo (v) che può essere frainteso, ma che pone il dito su di una piaga reale: << È indispensabile eliminare l’ignoranza generata ogniqualvolta è “vietato l’ingresso ai non addetti ai lavori”. Dunque che medici, farmacisti, chimici e biologi comincino a fare, in massa e sul terreno internazionale, la parte che compete loro. Come? Innanzitutto adeguando l’approccio ai pazienti all’evoluzione della società che, per la contraddizione suddetta, produce cittadini mediamente più informati e disinformati, anche dal punto di vista medico, e dunque non più così disposti come in passato a riconoscere (a torto o a ragione) a dottori e professori l’autorità a prescindere dalla dimostrazione di autorevolezza. >> Va cioè ricostruita – a livello comunicativo – una legittimazione della funzione scientifica. Si noti che nel dibattito pubblico sui vaccini si è parlato da un lato della loro efficacia, storicamente dimostrata in passato, dall'altro degli interessi delle ditte farmaceutiche... Ma non si è praticamente mai presentato, nella trattazione a livello di stampa, televisione e discorso politico, alcun argomento di natura epidemiologica attuale, che spiegasse cioè la necessità di questi specifici vaccini in questo specifico contesto. Eppure, il discorso sui vaccini dal punto di vista scientifico non è altro che epidemiologia! Siamo perciò agli antipodi di ciò che auspicava Gramsci – l'estensione e la riappropriazione sociale del sapere, il “fattore C” (come Cultura). "Ai proletari non è concesso il lusso dell’ignoranza, che è invece privilegio dei borghesi", come ci ha ricordato recentemente Angelo d'Orsi su Micromega. (vi) La privatizzazione del sapere e la sua mortificazione sono "il" problema-chiave del proletariato e della società intera nella nostra epoca.
(o) Si vedano: Italia paese tra i meno istruiti con pochi laureati e tanti tagli (di Roberto Ciccarelli - da Il Manifesto del 4 marzo 2018, sottotitolo: Guerra alla conoscenza. Istat: una società classista che penalizza la ricerca dell’autonomia attraverso i saperi) Lavoro, un laureato su tre è troppo istruito per il mestiere che fa (Il Sole 24 Ore, 8 ottobre 2018). http://mobile.ilsole24ore.com/....(i) Visionata da 300mila persone, si veda: PandoraTV, 19 agosto 2018, VIDEO: https://www.youtube.com/watch? (ii) In: IMBROGLI DI GUERRA, Contributi al Seminario sulla guerra nei Balcani promosso da Scienziate/i contro la guerra, Roma, 21 giugno 1999 (Roma: Odradek) (iii) Per una disamina ampia si veda: "INTELLETTUARIATO. Dopo l'approvazione della Legge “Gelmini” sull'Università, il punto sullo stato dell'analisi attorno ai tagli a Formazione e Ricerca", Gennaio 2011 (iv) "Quando un insostituibile viene a mancare", su La Voce di Marzo 2018. (v) "Vaccinazione e vaccini: dov’è il problema?" di Alessandro Bartoloni pubblicato su LA VOCE di Maggio 2018. (vi) Sulla testata de L’Ordine Nuovo, 1919-1920, campeggiava il primo dei tre precetti gramsciani: “Istruitevi perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza”. |
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