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PULIZIA ETNICA IN INTERNET
Circolano da giorni le notizie sulla forzosa e frettolosa cancellazione da internet dei siti con dominio che termina in .yu. Il provvedimento dell' ICANN - l'autorità, guarda caso, statunitense che governa la rete - non ha alcuna giustificazione tecnica, visto che esistono molti domini che non hanno a che fare con alcuno Stato o che fanno riferimento a Stati non più esistenti.
Esso è dettato esclusivamente da un terrore di carattere politico, e l'unica conseguenza che può avere è quella di costringere soggetti ed iniziative balcaniche di carattere trans-frontaliero a negare tale carattere nel loro indirizzo internet.
Si tratta quindi di una vera e propria "pulizia etnica", nel senso che costringe a dichiarare una "appartenenza etnica" contro l'appartenenza jugoslava, plurinazionale e "laica".
Il provvedimento è quindi in linea con la politica di separazione "etnica" lucidamente perseguita nei Balcani da certe altre "autorità" da venti anni a questa parte.Gli articoli che spiegano il provvedimento contengono innumerevoli inesattezze, a partire dal fatto che lo Stato jugoslavo non è "morto" 18 anni fa, ma casomai 6 anni fa, in seguito alla secessione del Montenegro dalla Federazione Jugoslava
(vedi: http://www.cnj.it/POLITICA/serimo2003.htm ).
Non viene detto, inoltre, che una importante fetta della popolazione delle repubbliche jugoslave ha continuato, finchè ha potuto, a proclamarsi "di nazionalità jugoslava" anche formalmente (si vedano ad esempio i risultati dell'ultimo censimento effettuato nella RFSJ: http://www.cnj.it/documentazione/DOSSIER96/Pages/2.html ), e continua tuttora a proclamarsi tale in tutte le sedi, oramai informali, in cui le è concesso.
E' proprio questo aspetto, questa appartenenza unitaria principalmente culturale, sociale, umana e non semplicemente politica, che a certuni ripugna - e faranno di tutto per "segregare" ancora artificialmente, formalmente, ciò che era e rimane inseparabile. (Italo Slavo)
--da http://23august.kke.gr Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di
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